CAGLIERO 11: è disponibile online l’edizione di Febbraio 2018

E’ disponibile il Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana “Cagliero 11” relativo al mese corrente, la pubblicazione del Settore per le Missioni per le Comunità Salesiane e gli amici delle missioni Salesiane.

INTENZIONE MISSIONARIA SALESIANA
ALLA LUCE DELL’INTENZIONE DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE

Per i Salesiani di America

Perché come educatori dei giovani e del laicato
sappiano formare, alla luce del Vangelo, ai valori dell’
onestà, della giustizia, della solidarietà e del servizio.

L’America, in diversi paesi, è stata segnata da intensi conflitti sociali e dalla piaga della corruzione. Come educatori dei giovani e formatori dei laici siamo chiamati a educare alla dimensione sociale della carità, alla trasparenza e alla rettitudine.
Pregiamo affinché gli sforzi educativi della Famiglia Salesiana portino frutti di giustizia e solidarietà nella Società civile.

25 anni di Salesiani per il Sociale – Federazione SCS/CNOS con un nuovo e-book

Ecco il comunicato stampa di Salesiani per il Sociale – Federazione SCS/CNOS, l’associazione non profit voluta e guidata da Salesiani d’Italia, che annuncia la pubblicazione di un e-book dal titolo “Cosa ti direbbe lui? 2 – 10 consigli per i giovani alla #DonBosco maniera” per celebrare il 25esimo anno di fondazione della federazione.

 

– COMUNICATO STAMPA –

10 CONSIGLI DI DON BOSCO RILETTI DA 10 EDUCATORI DI OGGI.
UN E-BOOK PER CELEBRARE 25 ANNI ACCANTO AI GIOVANI PIÙ SOLI

(Roma, 25 gennaio 2018) – Dal prossimo 26 gennaio sarà online il nuovo e-book di Salesiani per il Sociale dedicato alla figura di Don Bosco. “Cosa ti direbbe lui? 2 – 10 consigli per i giovani alla #DonBosco maniera” è una pubblicazione voluta e realizzata dall’ufficio nazionale in occasione della festa del santo dei giovani (31 gennaio) e per celebrare il 25esimo anno di fondazione della federazione. Dieci suggerimenti indirizzati a ragazzi e ragazze d’oggi, riletti in chiave moderna e corredati da canzoni e cortometraggi contemporanei.
Una seconda edizione che non si è fermata a collezionare le citazioni più celebri di San Giovanni Bosco ma è partita da queste per attualizzare dieci imperativi che oggi il santo di Torino avrebbe rivolto ad ogni giovane. La novità di quest’anno è che a scrivere i commenti alle citazioni sono stati dieci educatori di case famiglia e oratori sparsi in tutta Italia: Catania, Casale Monferrato, Cisternino, Torre Annunziata, Verona, Roma, Arese, Prato, Camporeale e Corigliano d’Otranto. «In un Paese in cui i dati sulla povertà educativa minorile sono sempre più allarmanti – si legge nella presentazione – abbiamo voluto dar voce a chi con occhio attento e professionale, vive ogni giorno con questi giovani, incrocia i loro sguardi, li ascolta, e affronta le loro difficoltà. È attraverso il loro impegno che il “sistema preventivo” di Don Bosco prende forma e sostanza, ancora oggi».
“Cosa ti direbbe lui? 2” si inserisce all’interno di due eventi importanti: il 25esimo anno di attività di Salesiani per il Sociale e il Sinodo del prossimo ottobre, indetto da Papa Francesco e con al centro proprio i giovani. Per questo motivo la prefazione è stata curata da don Michele Falabretti, responsabile dell’ufficio nazionale di pastorale giovanile della CEI. «Nessuno di noi ha avuto la fortuna di stringere la mano a San Giovanni Bosco o di vederlo all’opera nel cortile di Valdocco – afferma Falabretti – ma è come se lo avessimo fatto. Don Bosco ci ha, infatti, lasciato la sua storia e qualcosa di scritto: recuperare le sue parole, ci aiuta a tenerlo vicino e a percepire che la sua passione educativa non si è mai spenta. Chiunque viva l’esperienza dell’oratorio non ha potuto, almeno una volta nella vita, evitare di chiedersi: “se fosse qui, cosa direbbe”?».
L’ebook è stato curato da Mariana Ciavarro, pedagogista sociale e cooperatrice salesiana.
La copertina è stata, invece, realizzata dall’illustratrice d’infanzia Stefania Gagliano. L’ebook è scaricabile gratuitamente all’indirizzo www.salesianiperilsociale.it/ebook-consigli in formato epub (per lettori di libri digitali) o in pdf (per dispositivi Windows o Macintosh).

 

 

FESTEGGIAMENTI DEL 30° DELLA COOPERATIVA SOCIALE E.T.

Si riporta, qui di seguito, la comunicazione di Cooperativa E.T. relativa alla conferenza stampa di Martedì 30 Gennaio 2018 e al convegno “1987-2017: se trent’anni vi sembran pochi” di Venerdì 2 Febbraio 2018.

Per fare una vita ci vogliono migliaia di ore” cantavano i Nomadi. Ma non è di una canzone che vogliamo parlare, bensì del compleanno della Cooperativa sociale E.T.: 30 anni, ovvero una vita. E stiamo parlando di una vita fatta di migliaia di passi negli oratori. nei cortili, nelle strade e nelle scuole. Di migliaia di incontri, di visi, di voci, di storie di vita vissuta con i giovani e i meno giovani. Arrivati a 30 anni si raggiunge finalmente la maturità, ma non si invecchia mai quando si accettano  sempre nuove sfide  educative con rinnovato entusiasmo.

La conferenza stampa del 30 gennaio alle ore 10:00 presso la sala convegni di Confcooperative Piemonte a Torino in Corso Francia, 329.

Verranno presentate una serie di iniziative a partire dal convegno del 2 febbraio “1987-2017: se trent’anni vi sembran pochi” – il tempo di E.T. per abitare i sogni dei ragazzi, nessuno escluso, accompagnandoli con lo stile di Don Bosco”,  presso la Sala Sangalli di Valdocco, in piazza Maria Ausiliatrice 32, a Torino.

Al convegno parteciperanno, tra gli altri, l’Ispettore Salesiano Don Enrico Stasi, gli assessori di Regione Piemonte e Comune di Torino Monica Cerruti e Sonia Schellino ed il regista Gabriele Vacis. Il calendario dei festeggiamenti proseguirà con un programma di eventi che verrà presentato nel corso della conferenza stampa.

Don Domenico Ricca: serve presenza quotidiana degli adulti

Don Domenico Ricca, intervistato da Avvenire dalla giornalista Marina Lomunno, ha fornito l’ispirazione per l’apertura del giornale del 16 gennaio sul tema della violenza dei ragazzini a Napoli e Torino.

Un giusto tributo all’opera di migliaia di salesiani che lavorano accanto ai giovani “discoli e pericolanti”
Marina Lomunno

Si ringrazia la redazione di Avvenire e la giornalista, Marina Lomunno, per la realizzazione dell’articolo e per la concessione dell’utilizzo.

Il messaggio di Papa Francesco durante la 104° Giornata del Migrante e del Rifugiato.

Domenica 14 gennaio 2018 si è tenuta la 104° Giornata del Migrante e del Rifugiato. Segue il discorso del Santo Padre.

“Accogliere, proteggere, promuovere e integrare
i migranti e i rifugiati”

 

Cari fratelli e sorelle!

«Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come colui che è nato fra voi; tu l’amerai come te stesso perché anche voi siete stati forestieri in terra d’Egitto. Io sono il Signore, vostro Dio» (Lv 19,34).

Durante i miei primi anni di pontificato ho ripetutamente espresso speciale preoccupazione per la triste situazione di tanti migranti e rifugiati che fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni, dai disastri naturali e dalla povertà. Si tratta indubbiamente di un “segno dei tempi” che ho cercato di leggere, invocando la luce dello Spirito Santo sin dalla mia visita a Lampedusa l’8 luglio 2013. Nell’istituire il nuovo Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ho voluto che una sezione speciale, posta ad tempus sotto la mia diretta guida, esprimesse la sollecitudine della Chiesa verso i migranti, gli sfollati, i rifugiati e le vittime della tratta.

Ogni forestiero che bussa alla nostra porta è un’occasione di incontro con Gesù Cristo, il quale si identifica con lo straniero accolto o rifiutato di ogni epoca (cfr Mt 25,35.43). Il Signore affida all’amore materno della Chiesa ogni essere umano costretto a lasciare la propria patria alla ricerca di un futuro migliore. Tale sollecitudine deve esprimersi concretamente in ogni tappa dell’esperienza migratoria: dalla partenza al viaggio, dall’arrivo al ritorno. E’ una grande responsabilità che la Chiesa intende condividere con tutti i credenti e gli uomini e le donne di buona volontà, i quali sono chiamati a rispondere alle numerose sfide poste dalle migrazioni contemporanee con generosità, alacrità, saggezza e lungimiranza, ciascuno secondo le proprie possibilità.

Al riguardo, desidero riaffermare che «la nostra comune risposta si potrebbe articolare attorno a quattro verbi fondati sui principi della dottrina della Chiesa: accogliere, proteggere, promuovere e integrare».

Considerando lo scenario attuale, accogliere significa innanzitutto offrire a migranti e rifugiati possibilità più ampie di ingresso sicuro e legale nei paesi di destinazione. In tal senso, è desiderabile un impegno concreto affinché sia incrementata e semplificata la concessione di visti umanitari e per il ricongiungimento familiare. Allo stesso tempo, auspico che un numero maggiore di paesi adottino programmi di sponsorship privata e comunitaria e aprano corridoi umanitari per i rifugiati più vulnerabili. Sarebbe opportuno, inoltre, prevedere visti temporanei speciali per le persone che scappano dai conflitti nei paesi confinanti. Non sono una idonea soluzione le espulsioni collettive e arbitrarie di migranti e rifugiati, soprattutto quando esse vengono eseguite verso paesi che non possono garantire il rispetto della dignità e dei diritti fondamentali.Torno a sottolineare l’importanza di offrire a migranti e rifugiati una prima sistemazione adeguata e decorosa. «I programmi di accoglienza diffusa, già avviati in diverse località, sembrano invece facilitare l’incontro personale, permettere una migliore qualità dei servizi e offrire maggiori garanzie di successo». Il principio della centralità della persona umana, fermamente affermato dal mio amato predecessore Benedetto XVI, ci obbliga ad anteporre sempre la sicurezza personale a quella nazionale. Di conseguenza, è necessario formare adeguatamente il personale preposto ai controlli di frontiera. Le condizioni di migranti, richiedenti asilo e rifugiati, postulano che vengano loro garantiti la sicurezza personale e l’accesso ai servizi di base. In nome della dignità fondamentale di ogni persona, occorre sforzarsi di preferire soluzioni alternative alla detenzione per coloro che entrano nel territorio nazionale senza essere autorizzati.

Il secondo verbo, proteggere, si declina in tutta una serie di azioni in difesa dei diritti e della dignità dei migranti e dei rifugiati, indipendentemente dal loro status migratorio. Tale protezione comincia in patria e consiste nell’offerta di informazioni certe e certificate prima della partenza e nella loro salvaguardia dalle pratiche di reclutamento illegale. Essa andrebbe continuata, per quanto possibile, in terra d’immigrazione, assicurando ai migranti un’adeguata assistenza consolare, il diritto di conservare sempre con sé i documenti di identità personale, un equo accesso alla giustizia, la possibilità di aprire conti bancari personali e la garanzia di una minima sussistenza vitale. Se opportunamente riconosciute e valorizzate, le capacità e le competenze dei migranti, richiedenti asilo e rifugiati, rappresentano una vera risorsa per le comunità che li accolgono. Per questo auspico che, nel rispetto della loro dignità, vengano loro concessi la libertà di movimento nel paese d’accoglienza, la possibilità di lavorare e l’accesso ai mezzi di telecomunicazione. Per coloro che decidono di tornare in patria, sottolineo l’opportunità di sviluppare programmi di reintegrazione lavorativa e sociale. La Convenzione internazionale sui diritti del fanciullo offre una base giuridica universale per la protezione dei minori migranti. Ad essi occorre evitare ogni forma di detenzione in ragione del loro status migratorio, mentre va assicurato l’accesso regolare all’istruzione primaria e secondaria. Parimenti è necessario garantire la permanenza regolare al compimento della maggiore età e la possibilità di continuare degli studi. Per i minori non accompagnati o separati dalla loro famiglia è importante prevedere programmi di custodia temporanea o affidamento. Nel rispetto del diritto universale ad una nazionalità, questa va riconosciuta e opportunamente certificata a tutti i bambini e le bambine al momento della nascita. La apolidia in cui talvolta vengono a trovarsi migranti e rifugiati può essere facilmente evitata attraverso «una legislazione sulla cittadinanza conforme ai principi fondamentali del diritto internazionale». Lo status migratorio non dovrebbe limitare l’accesso all’assistenza sanitaria nazionale e ai sistemi pensionistici, come pure al trasferimento dei loro contributi nel caso di rimpatrio.

Promuovere vuol dire essenzialmente adoperarsi affinché tutti i migranti e i rifugiati così come le comunità che li accolgono siano messi in condizione di realizzarsi come persone in tutte le dimensioni che compongono l’umanità voluta dal Creatore. Tra queste dimensioni va riconosciuto il giusto valore alla dimensione religiosa, garantendo a tutti gli stranieri presenti sul territorio la libertà di professione e pratica religiosa. Molti migranti e rifugiati hanno competenze che vanno adeguatamente certificate e valorizzate. Siccome «il lavoro umano per sua natura è destinato ad unire i popoli», incoraggio a prodigarsi affinché venga promosso l’inserimento socio-lavorativo dei migranti e rifugiati, garantendo a tutti – compresi i richiedenti asilo – la possibilità di lavorare, percorsi formativi linguistici e di cittadinanza attiva e un’informazione adeguata nelle loro lingue originali. Nel caso di minori migranti, il loro coinvolgimento in attività lavorative richiede di essere regolamentato in modo da prevenire abusi e minacce alla loro normale crescita. Nel 2006 Benedetto XVI sottolineava come nel contesto migratorio la famiglia sia «luogo e risorsa della cultura della vita e fattore di integrazione di valori». La sua integrità va sempre promossa, favorendo il ricongiungimento familiare – con l’inclusione di nonni, fratelli e nipoti –, senza mai farlo dipendere da requisiti economici. Nei confronti di migranti, richiedenti asilo e rifugiati in situazioni di disabilità, vanno assicurate maggiori attenzioni e supporti. Pur considerando encomiabili gli sforzi fin qui profusi da molti paesi in termini di cooperazione internazionale e assistenza umanitaria, auspico che nella distribuzione di tali aiuti si considerino i bisogni (ad esempio l’assistenza medica e sociale e l’educazione) dei paesi in via di sviluppo che ricevono ingenti flussi di rifugiati e migranti e, parimenti, si includano tra i destinatari le comunità locali in situazione di deprivazione materiale e vulnerabilità.

L’ultimo verbo, integrare, si pone sul piano delle opportunità di arricchimento interculturale generate dalla presenza di migranti e rifugiati. L’integrazione non è «un’assimilazione, che induce a sopprimere o a dimenticare la propria identità culturale. Il contatto con l’altro porta piuttosto a scoprirne il “segreto”, ad aprirsi a lui per accoglierne gli aspetti validi e contribuire così ad una maggior conoscenza reciproca. È un processo prolungato che mira a formare società e culture, rendendole sempre più riflesso dei multiformi doni di Dio agli uomini». Tale processo può essere accelerato attraverso l’offerta di cittadinanza slegata da requisiti economici e linguistici e di percorsi di regolarizzazione straordinaria per migranti che possano vantare una lunga permanenza nel paese. Insisto ancora sulla necessità di favorire in ogni modo la cultura dell’incontro, moltiplicando le opportunità di scambio interculturale, documentando e diffondendo le buone pratiche di integrazione e sviluppando programmi tesi a preparare le comunità locali ai processi integrativi. Mi preme sottolineare il caso speciale degli stranieri costretti ad abbandonare il paese di immigrazione a causa di crisi umanitarie. Queste persone richiedono che venga loro assicurata un’assistenza adeguata per il rimpatrio e programmi di reintegrazione lavorativa in patria.

In conformità con la sua tradizione pastorale, la Chiesa è disponibile ad impegnarsi in prima persona per realizzare tutte le iniziative sopra proposte, ma per ottenere i risultati sperati è indispensabile il contributo della comunità politica e della società civile, ciascuno secondo le responsabilità proprie.

Durante il Vertice delle Nazioni Unite, celebrato a New York il 19 settembre 2016, i leader mondiali hanno chiaramente espresso la loro volontà di prodigarsi a favore dei migranti e dei rifugiati per salvare le loro vite e proteggere i loro diritti, condividendo tale responsabilità a livello globale. A tal fine, gli Stati si sono impegnati a redigere ed approvare entro la fine del 2018 due patti globali (Global Compacts), uno dedicato ai rifugiati e uno riguardante i migranti.

Cari fratelli e sorelle, alla luce di questi processi avviati, i prossimi mesi rappresentano un’opportunità privilegiata per presentare e sostenere le azioni concrete nelle quali ho voluto declinare i quattro verbi. Vi invito, quindi, ad approfittare di ogni occasione per condividere questo messaggio con tutti gli attori politici e sociali che sono coinvolti – o interessati a partecipare – al processo che porterà all’approvazione dei due patti globali.

Oggi, 15 agosto, celebriamo la solennità dell’Assunzione di Maria Santissima in Cielo. La Madre di Dio sperimentò su di sé la durezza dell’esilio (cfr Mt 2,13-15), accompagnò amorosamente l’itineranza del Figlio fino al Calvario e ora ne condivide eternamente la gloria. Alla sua materna intercessione affidiamo le speranze di tutti i migranti e i rifugiati del mondo e gli aneliti delle comunità che li accolgono, affinché, in conformità al sommo comandamento divino, impariamo tutti ad amare l’altro, lo straniero, come noi stessi.

Dal Vaticano, 15 agosto 2017

Solennità dell’Assunzione della B.V. Maria

 

FRANCESCO

Editrice Elledici : Lo spirito di San Francesco di Sales, il secondo volume

In vista della festa di San Francesco di Sales (PATRONO DEI GIORNALISTI) del 24 gennaio, la casa editrice Elledici pubblica il secondo volume sulle Lettere di Giovanna di Chantal che ne completa la figura e il messaggio.

Un’opera che raccoglie un tesoro di 3000 lettere. L’autore, Don Gianni Ghiglione, per la prima volta in Italia, offre al lettore la possibilità di essere testimone delle citazioni tratte dalla corrispondenza della Santa: una perla immensa e straordinaria dalla quale vengono tratte le notizie per illustrare gli anni di vita e di azione di Giovanna di Chantal, a partire dalla morte di Francesco di Sales, e restituirli così al lettore luminosi, appassionati e ricchi di infinita carità.
È questo tesoro che fa emergere aspetti inediti e insospettati della Fondatrice dell’Ordine della Visitazione, che è stata sempre, ma soprattutto in quest’ultima fase della vita,

– Madre attenta ai monasteri che si vanno moltiplicando e alle necessità delle Superiore;

– Maestra preoccupata di trasmettere il genuino spirito “salesiano”(quello che lei aveva appreso direttamente da Francesco di Sales) e diindicare a tutte le Sorelle la via che porta in alto, per cui “ciò che non è Dio non è nulla per noi!”.

 

L’ultima lettera, non scritta, la Santa la spedisce a ogni lettore e a ogni lettrice per ricordare che l’amore per Dio può colmare una vita.

Le lettere di Santa Giovanna di Chantal.
Per la prima volta in Italia l’epistolario (seconda parte) di una grande santa discepola di San Francesco di Sales rivela lo spirito del santo patrono dei giornalisti consegnato alle Sorelle Visitandine attraverso le LETTERE.

Grazie a queste tremila lettere possiamo scoprire gli anni “di notte oscura” di Giovanna. Sarà una sorpresa per il lettore.
Infine è questo tesoro che illumina la fondazione del Monastero di Torino, prima presenza visitandina in Italia: nel carteggio con la Madre di Lucinge Giovanna manifesta al meglio le sue qualità di Madre e di Maestra.

 

Missioni don Bosco: un nuovo futuro per bimbi soli e famiglie emarginate

Si condivide il servizio giornalistico apparso su “La Stampa” riguardante le attività e le opere nel mondo di Missioni Don Bosco: 

Passo dopo Passo. La onlus nasce nel 1991 in Italia per seguire i missionari nei Paesi di tutto il Mondo

L’importanza dell’educazione nella vita dell’opera salesiana

Rifugio e aiuto. Missioni Don Bosco aiuta a costruire un nuovo futuro per bimbi soli e famiglie emarginate

Un dialogo continuo con i missionari, un rapporto di scambio e di condivisione per dare vita a progetti di sviluppo e per creare il futuro per tanti ragazzi svantaggiati. Questo è il compito di Missioni Don Bosco, che dal 1991 sostiene l’opera salesiana nei paesi del Sud del mondo, per risollevare giovani e famiglie che vivono in povertà ed emarginazione spesso vedendo calpestati diritti fondamentali e senza alternative valide per uscire da una vita di stenti ai margini della società.

«Le realizzazioni che mi stanno più a cuore in terra di missione sono le opere scolastiche, perché visitando la parte del mondo che è più povera, mi sono reso conto che la cultura e la formazione tecnica e professionale sono gli strumenti con i quali noi salesiani possiamo insegnare ai giovani a pescare, e non gli diamo semplicemente un pesce per sfamarsi oggi» sostiene Giampietro Pettenon, presidente di Missioni Don Bosco, che sottolinea l’importanza dell’opera educativa e formativa salesiana. Pettenon aggiunge inoltre: «Guardo alle difficoltà che incontrano i salesiani missionari nel portare avanti quotidianamente il proprio compito di educatori ed evangelizzatori nello spirito di Don Bosco. Una grandissima difficoltà è quella del rispetto e del valore della vita umana anche e soprattutto dei più piccoli. In tanti paesi i piccoli non sono considerati, vengono usati, messi ai margini, spesso sfruttati. Cambiare la mentalità della gente e porre i piccoli al centro è proprio un’opera evangelica, che da Gesù in poi non è ancora un’opera pienamente compiuta».
Per loro, i più piccoli che vedono calpestati i loro diritti e conducono una vita di sofferenze e privazioni, Missioni Don Bosco vuole fare di più, passo dopo passo, per costruire reali opportunità di cambiamento. Missioni Don Bosco Valdocco Onlus nasce nel 1991 in Italia per accompagnare i Missionari Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice in oltre 130 Paesi in tutto il mondo: l’eredità missionaria del nostro padre fondatore S.Giovanni Bosco. «Come Don Bosco abbiamo sposato i progetti educativi pensati per più di 3.500 case salesiane, dove i nostri missionari portano istruzione e formazione professionale a bambini e giovani in difficoltà. Ovunque il bisogno chiama, là dove povertà, fame, guerre e malattie compromettono la vita di intere popolazioni, le case delle missioni salesiane rappresentano rifugi d’amore e speranza e Missioni Don Bosco aiuta a costruire un nuovo futuro per queste famiglie e giovani svantaggiati. Dedichiamo anima e cuore a questi progetti: educando allo sviluppo, promuovendo la crescita umana, culturale e cristiana sappiamo di poter concedere ai più poveri, indifesi ed emarginati una speranza concreta, un futuro reale di opportunità».
Sono troppi i giovani rifiutati, trattati come scarti sociali a causa dell’estrema povertà in cui vivono. Una povertà estrema con tutte le sue piaghe come alcolismo, droga o dipendenza da internet. Ragazzi spesso bollati perché appartenenti a minoranze etniche o perché inseriti in contesti di forte degrado e famiglie disgregate. O bambini e giovani soli al mondo e privi di qualsiasi risorsa per poter pensare a un domani.
I figli di don Bosco si oppongono alla discriminazione e riaffermano i diritti umani degli ultimi proprio a partire da loro, dai ragazzi, e in tutti i continenti hanno pensato a progetti specifici nell’ambito educativo e della formazione professionale per costruire insieme a loro un futuro diverso, la vera alternativa alla vita di strada o di rassegnata miseria.

 

Un libretto per centrare il cuore della dimensione di relazione tra io e Dio

LA PREGHIERA A TU PER TU CON L’AMICO GESU’:

un agile libretto e una rapida guida alla preghiera a cura di Don Gianni Ghiglione. In brevi capitoli corredati da foto simboliche vengono analizzate con un linguaggio chiaro alcune idee sulla preghiera, le difficoltà iniziali e gli atteggiamenti da coltivare.

Il tutto illuminato dalla Parola di Dio, che orienta a una preghiera proficua, e arricchito da esempi e spunti pratici.

 

Si propone qui di seguito l’articolo apparso su “La Voce e Il Tempo” a proposito del libro di don Ghiglione:

 

 

Borse-Lavoro per i ragazzi dell’Harambée di Casale Monferrato

La comunità Harambée nasce a Casale Monferrato (AL) nel 1996 con l’obiettivo di accogliere giovani in stato di bisogno. Al suo interno oggi è presente una casa famiglia per ragazzi allontanati dai propri genitori, un centro per minori stranieri soli e un gruppo appartamento per ragazzi maggiorenni. In quest’ultima struttura vengono ospitati giovani che, compiuti i 18 anni, sperimentano percorsi di autonomia: apprendere un mestiere o accedere ad un tirocinio per trovare lavoro, imparare a vivere da soli provvedendo ai propri bisogni o anche saper costruire delle relazioni durature nel tempo.

Per i ragazzi ospiti in una casa famiglia compiere 18 anni non è sempre una festa. La legge, infatti, li obbliga a lasciare la struttura perché capaci di provvedere a sé stessi. Purtroppo, però, non tutti i giovani sono pronti a camminare da soli e hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a costruire il proprio futuro.

Le richieste per accedere al Gruppo Appartamento sono sempre più numerose e molte volte si è costretti a rifiutarle. A questi giovani che si preparano ad affrontare la vita da adulti si vuole garantire tutto il necessario per poter vivere da soli (la spesa quotidiana, visite mediche specialistiche o l’iscrizione a scuola guida). Inoltre, si desidera assicurare loro delle borse lavoro per avviarsi in tirocini all’interno delle aziende presenti sul territorio.

Un lavoro instancabile, dunque, con l’auspicio che questi giovani che dalla vita hanno ricevuto di meno si possa dare un’opportunità per costruirsi un futuro certo!

 

Ecco un video che ritrae l’Opera di Casale Monferrato:

I ragazzi di Harambée – Casale Monferrato (AL)

Per i ragazzi ospiti in una casa famiglia compiere 18 anni non è sempre una festa. Non tutti sono pronti a camminare da soli per questo hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a costruire il proprio futuro. Scopri il progetto Harambée di Casale Monferrato » http://bit.ly/casaharambee

Publié par Salesiani per il Sociale – Federazione Scs sur mardi 5 décembre 2017

 

Segui Salesiani Per Il Sociale su FB

 

Online la newsletter e il nuovo logo di Don Bosco Network

Don Bosco Network è una federazione mondiale di ONG di impronta salesiana, formalmente iscritta nel 2010 in Italia, la cui visione, missione e azione sono ispirate ai valori e ai principi espressi dal Vangelo, l’Insegnamento della Chiesa cattolica sotto la guida della congregazione salesiana.

Qui di seguito, si trovano le lettere di fine anno di Don Guillermo Basañes, Consigliere per le missioni, e di Peter Annegarn, Presidente DBN, in occasione della pubblicazione dell’edizione di dicembre 2017 della Newsletter di DBN –  Don Bosco Network che, desiderosa di avviare il proprio processo di rilancio e riformulazione, oltre ad una migliore visibilità all’interno della Famiglia Salesiana, ha rinnovato la propria veste grafica con un nuovo logo.

Don Guillermo Basañes, Consigliere per le missioni

Cari Amici di Don Bosco! 
Ricordiamo con gratitudine e responsabilità la data dell’8 dicembre, anniversario dell’inizio del primo oratorio di Don Bosco. Mi viene spontaneo al cuore tradurre o ribadire l’invito di Papa Francesco ad essere in uno “stato di
missione permanente”, ad essere in uno “stato permanente di fondazione”. Mi sembra infatti che per tutti i membri del DBN oggi sarebbe proficuo essere in “uno stato permanente di fondazione” – pronti a ricominciare in qualsiasi momento! Non significa essere pronti a cambiare solo per le ragioni del cambiamento, ma significa essere preparati a provare nuovi modi e nuove metodologie. Questa apertura verso nuove soluzioni e nuove strategie è tipica dello spirito giovanile che fortemente permea l’inizio del lavoro di Don Bosco per i giovani abbandonati a Torino. Inoltre risponde perfettamente al percorso del Sinodo della Chiesa cattolica, incentrato sulla gioventù, che si celebrerà nell’ottobre 2018. La nostra vicinanza e la nostra attenzione ai giovani in tutti e cinque i continenti, al cui servizio è chiamato il DBN, dovrebbe ispirarci e sostenerci. È sintetizzata da questa bellissima citazione – vecchia di oltre cinquant’anni – che sottolinea questa stessa convinzione: “la forza e la bellezza dei giovani, cioè la capacità di rallegrarsi all’inizio della impresa, di darsi totalmente senza tornare indietro, di raccogliere se stessi e ricominciare in cerca di nuove conquiste “(Messaggio di Vaticano II ai giovani, 8 dicembre 1965). In questa luce ci si potrebbe chiedere: quale spazio e strategia utilizziamo nelle nostre strutture e organizzazioni per ascoltare sistematicamente i giovani? Come stiamo lavorando verso l’inserimento graduale e coraggioso del personale giovane nei nostri programmi? Siamo veramente pronti a lasciarli sfidare i nostri punti di vista e le nostre “tradizioni”? Abbiamo il coraggio di chiederci: “Dimmi, per favore: cosa ne pensi di noi? Come ci vedi?” Forse le loro risposte potrebbero diventare l’inizio di una nuova fondazione!

Peter Annegarn, Presidente DBN

“Cari membri della Famiglia Salesiana!”
Con queste parole Joanna Stożek si è rivolta a tutti nella newsletter di luglio scorso. Come nuovo Presidente del DBN, vorrei utilizzare le stesse parole di benvenuto in questa newsletter finale dell’anno, perché siamo tutti fratelli e sorelle della stessa famiglia!
Guardando indietro all’ultimo anno, vorrei per prima cosa esprimere il mio ringraziamento a Joanna. Spero di essere un degno suo successore. In secondo luogo, vorrei ringraziare tutti voi per il vostro lavoro e dedita collaborazione ai progetti e alle azioni intraprese per conto dei giovani vulnerabili in molti paesi, in particolare quelli in situazioni di emergenza. Penso che possiamo essere orgogliosi del modo in cui aiutiamo i giovani ad “alzarsi” e, spesso, a recuperare la loro dignità. Sono sicuro che molti stanno guardando con invidia il nostro lavoro, in particolare la nostra base di dati sviluppata e coordinata da Wojciech.
Il DBN è stato istituito per rispondere alle esigenze dei giovani, ma questo non sarebbe possibile senza la collaborazione attiva con la Congregazione Salesiana. Siamo quindi felici di adottare il nostro nuovo logo del DBN, esprimendo la nostra collaborazione con la Congregazione Salesiana. Non è solo una sorta di ‘convenienza’, ma è espressione di vera cooperazione!
Spero che nel prossimo anno continueremo a progredire lungo le linee che esprime il logo.
Vi auguro un Buon Natale e vi invio a voi e alle vostre famiglie i miei migliori auguri per il 2018.
Con i miei cordiali saluti.