Italia – Giornate Salesiane di Comunicazione 2023

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma)  Il 28 e il 29 aprile 2023, a Roma, presso l’Università Pontificia Salesiana (UPS), si tiene la XIII edizione delle Giornate Salesiane di Comunicazione Sociale (GSCS), appuntamento annuale che coinvolge giovani in formazione iniziale dei Salesiani di Don Bosco, delle Figlie di Maria Ausiliatrice e di altre Congregazioni religiose, per favorire la formazione alla comunicazione.

Le due giornate di riflessione sono organizzate dal Dicastero per la Comunicazione sociale dei Salesiani di Don Bosco, dall’Ambito per la Comunicazione sociale dell’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice, dalla Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’UPS e dalla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium» di Roma.

All’evento – ispirato come di consueto al Messaggio del Santo Padre per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali (GMCS) 2023, Parlare col cuore. “Secondo verità nella carità” (Ef 4,15), e in cui verrà approfondito il tema “Leggere e interpretare per annunciare” – sono attesi un centinaio di partecipanti. Durante i lavori delle Giornate saranno presenti i Consiglieri generali per la Comunicazione Sociale, don Gildasio Mendes, SDB, e suor Maria Ausilia De Siena, FMA.

Il programma prevede, in apertura, la relazione di Vincenzo CorradoDirettore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana, sul tema del Messaggio della GMCS 2023. A seguire, un tempo di riflessione e di condivisione in gruppi misti su come leggere e interpretare il mondo in cambiamento, in un’epoca che interroga e interpella il proprio modo di essere cristiani, religiosi/e e Chiesa.

Quest’anno, valorizzando le ricchezze culturali di Roma, si realizzerà nella serata del 28 aprile una visita notturna alla Basilica di Sant’Agostino e alla Chiesa di San Luigi dei Francesi. Don Andrea Lonardo, Direttore dell’Ufficio per la Cultura e l’Università della Diocesi di Roma, condurrà i partecipanti in un viaggio tra le preziose tele di Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, contenute in queste chiese, aiutandone a leggere i caratteri di modernità impressi nelle forme e nei colori dipinti dal celebre pittore.

Nella mattinata di sabato, dopo la Celebrazione Eucaristica presieduta da don Gildasio Mendes, proseguiranno i lavori nei Seminari scelti dai partecipanti su argomenti inerenti il tema, con l’attenzione alla dimensione della comunicazione e condotti da esperti: Sviluppo, economia e povertàLa “guerra” e le altre guerre: geopolitica del mondoIl racconto mediatico delle migrazioni e del sud del mondoIl mondo dall’ottica dei diritti umani dei giovaniL’arte narratrice della contemporaneitàPost Covid-19 ed emergenza educativaI giovani occidentali e l’irrilevanza delle religioniUomo – intelligenza – artificiale: il caso ChatGPTDisordine informativo e ricerca della verità.

L’esperienza delle Giornate Salesiane di Comunicazione Sociale, avviata nel 2012, evidenzia l’attenzione delle due Congregazioni della Famiglia Salesiana ad attivare tra i propri membri, a partire dai più giovani, processi di formazione alla comunicazione di ampio respiro. La formazione proposta, pertanto, non mira soltanto a offrire tecniche e strumenti da utilizzare con i/le giovani, quanto a maturare una coscienza e un agire comunicativo a servizio delle persone che si incontrano nella missione, a partire da una lettura cristiana della contemporaneità.

“Costruiamo comunità solidali – 30 anni di rete sociale salesiana in Italia”: a giugno assemblea nazionale

Si terrà a Roma, all’istituto Pio XI, dal 9 all’11 giugno l’assemblea nazionale 2023 di Salesiani per il Sociale “Costruiamo comunità solidali – 30 anni di rete sociale salesiana in Italia” . Continua il percorso intrapreso a settembre 2022 di Organizzare la Speranza che, a giugno, vedrà la condivisione di quanto raccolto in questi mesi di incontri territoriali e la presentazione delle linee programmatiche per i prossimi tre anni.

“Il prossimo 9 luglio festeggeremo i 30 anni della nostra rete sociale salesiana, fondata da salesiani lungimiranti e profetici – dichiara don Francesco Preite, presidente di Salesiani per il Sociale -. Un evento che ci riporta alle origini della scelta salesiana di una pastorale giovanile italiana che includa la dimensione del disagio e dell’emarginazione giovanile, e che oggi viene rilanciata fortemente dal Rettor Maggiore con l’opzione salesiana per i giovani ad alto rischio sociale come impegno per la giustizia, la pace e la cura del creato. L’emarginazione e disagio giovanile della Pastorale Giovanile Salesiana è denominata nella lettera del Rettor Maggiore con un’accezione più inclusiva: opere e servizi sociali. Le opere ed i servizi sociali sono una dimensione ed un ambiente della nostra Pastorale Giovanile che incontriamo nelle Comunità Educative Pastorali da Nord a Sud”.

I tre giorni di assemblea saranno organizzati con momenti formativi, tavole rotonde per discutere della rete associativa e conoscere l’esperienza dei territori. Ci sarà modo di ascoltare la voce delle istituzioni sulla riforma del Terzo Settore e gli aggiornamenti in corso.

“Insieme salesiani e laici possiamo compiere il passaggio verso una pastorale giovanile aperta, corresponsabile e connessa con i problemi del mondo e della gente: passare dall’io al noi, dal “si è sempre fatto così” alla novità dei segni dei tempi che richiedono competenze, innovazione, rinnovata passione educativa”, conclude don Francesco Preite.

Il programma:

 VENERDÌ 9 GIUGNO    

  • Ore 14,00 Arrivi e registrazione Assemblea
  • Ore 15,00 Saluti istituzionali
  • Presentazione Assemblea
  • Ore 15,30 Lectio Lc 7,11-17
  • Ore 16,00 I panel: Povertà educativa e giovani neet: quali risposte del Terzo Settore e quali le misure del governo italiano?
  • Ore 17,30 Break
  • Ore 18,00 II panel: Il processo dal basso visto dai territori.
  • Ore 20,00 Cena
  • Ore 21,30 Incontro per Comitati territoriali SxS

 SABATO 10 GIUGNO    

  • Ore 8,00 Santa Messa
  • Ore 9,00 III panel: L’opzione salesiana per i giovani ad alto rischio sociale e la corresponsabilità laicale nella costruzione di Comunità Educative Pastorali solidali. Come coniugare Pastorale Giovanile, corresponsabilità laicale e opere sociali nelle CEP locali?
  • Ore 11,00 Break
  • Ore 11,30 Laboratori di scrittura dal basso
  • Ore 13,00 Pranzo
  • Ore 15,30 Laboratori di scrittura dal basso
  • Ore 17,00 Break
  • Ore 17,30 Restituzione in Assemblea Salesiani per il sociale
  • Dialogo in Assemblea
  • Votazione del documento programmatico ad experimentum per un anno
  • Ore 20,00  Cena
  • Serata libera

 DOMENICA 11 GIUGNO      

  • Ore 9,00 Relazioni del presidente e presentazione del bilancio Elezione Organo di controllo
  • Interventi dei Soci, dibattito e votazioni Presentazione programmazione 2023-2024
  • Ore 12,00 Santa Messa
  • Ore 13,00  Pranzo

Per iscriversi c’è tempo fino al 21 maggio cliccando sul link sotto.

Bollettino Salesiano: 146 di un’opera al servizio della missione salesiana

Il sito InfoANS ha iniziato una serie di pubblicazioni dedicate ad approfondire le origini, il carisma, la missione e il significato e rilevanza del Bollettino Salesiano, che festeggia i suoi 146 anni e si appresta a vivere un incontro internazionale a Torino dal 21-26 aprile 2023. Di seguito i primi 3 articoli.

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Il Bollettino Salesiano oggi

 

A motivo dell’ormai prossimo incontro internazionale del Bollettino Salesiano (Torino, 21-26 aprile 2023), inizia oggi su ANS una serie di pubblicazioni dedicata ad approfondirne origini, carisma, missione, significato e rilevanza. A guidarci in questo primo appuntamento è don Bruno Ferrero, Direttore del Bollettino Salesiano italiano.

Dice il saggio: «Parti, la strada comparirà». Don Bosco era così. Aveva le doti del Capitano di ventura (oggi si direbbe un grande startupper): la visione, il coraggio, la decisione e una grandissima capacità di resilienza.

Prima di tutto, alla base dell’avventura salesiana c’è l’istinto di comunicatore di Don Bosco. Il suo «sorriso furbo». La sua magica percezione degli uomini:

«Era ancora piccolino assai e studiava già il carattere dei compagni miei. E fissando taluno in faccia, per lo più ne scorgeva i progetti che quello aveva in cuore. Per questo in mezzo ai miei coetanei era molto amato e molto temuto».

Lo dice lui, di quando aveva dieci anni. Così successe in tutta la sua vita. Così, sembra, succede ancora. Dunque, il sorriso furbo, l’occhio che vede.

E poi la parola: «Ciò che li raccoglieva attorno a me e li allettava fino alla follia, erano i racconti che loro faceva». Una parola che diventerà potente e capace di effetti pratici prima d’essere pronunciata:

«Un giorno un carabiniere, vedendomi con un cenno di mano ad imporre si­lenzio ad un quattrocento giovanetti, che saltellavano e schiamazzavano per il prato, si pose ad esclamare: se questo prete fosse un generale, potrebbe combattere contro al più potente esercito del mondo».

All’origine della forza di parola, decisiva nel comunicatore Don Bosco, c’è qualcosa di più elementare del contenuto delle parole. Il messaggio vie­ne dopo: in principio c’è la meraviglia di una parola che l’interlocutore av­verte immediatamente come rivolta a se stesso. Le testimonianze su questa magia della parola personalizzata, che segue alla magia dello sguardo cono­scitore, sono innumerevoli.

Papa Ratti, il Pontefice che ca­nonizzò Don Bosco e che nell’autunno del 1883 era stato ospite di Don Bo­sco, nella Casa Pinardi, ricorda:

«Eccolo a rispondere a tutti: e aveva la parola esatta per tutto, così propria da meravigliare: prima, infatti, sorprendeva e poi trop­po meravigliava».

Al­cuni oggetti sono già un messaggio in partenza e Don Bosco li trasforma in proposte di vita:

«II buon teologo Guala e don Cafasso mi davano volentieri immagini, foglietti, libretti, medaglie, piccole croci da regalare. Talvolta mi diedero mezzi per vestire alcuni che erano in maggior bisogno, e dar pane ad altri per più settimane».

Capì subito che il “tu per tu” però non era sufficiente né duraturo. La sua visione (e la Signora dei suoi sogni) lo spingevano molto più in là.

Nel frattempo scriveva in media un libro al mese. Don Bosco comunicatore non si fermava mai. Non teorizzava, non aveva un piano che non fosse l’ansia evangelizzatrice e l’istinto comunicatore combinati insieme.

Forse una sola regola seguì Don Bosco nel muoversi dai mezzi di sussi­stenza ai mezzi di comunicazione:

«Abbandonare la lingua e l’orditura dei classici, parlare in volgare dove si può, od anche in lingua italiana, ma po­polarmente, popolarmente, popolarmente».

E da quella regola vennero giornali e libri «da mettere nelle mani del basso popolo». I «cartelli» intitola­ti «Ricordi pei cattolici». Il «librettino» col titolo «Avvisi ai cattolici». Fino alle «Letture Cattoliche» che cominciarono nel 1853 ed avevano lo scopo di produr­re «libri pel popolo», in «stile semplice, dicitura popolare».

Anche gli av­versari gli riconosceranno il «gran dono», di «farvi capire e farvi leggere dal popolo». Farsi capire è anche il modo di farsi dei nemici…

Intorno a lui, il mondo era in effervescenza. Qualcosa di nuovo stava nascendo. Per don Franco Peradotto, storico direttore de «La Voce del Popolo» e per 12 anni presidente della Fisc, «la santità torinese e piemontese ha un carisma particolare: il giornalismo. strumento di evangelizzazione, solidarietà, testimonianza e servizio alla comunità» con i santi Giovanni Bosco e Leonardo Murialdo, i beati Giacomo Alberione ed Edoardo Giuseppe Rosaz, i venerabili Paolo Pio Perazzo ed Eugenio Reffo, il servo di Dio Giovanni Barra. Tutti paladini della «buona stampa».

Sulla fine dello stesso anno 1876, Don Bosco diceva confidenzialmente ai suoi:

«Mi compiaccio di raccontare le cose antiche dell’Orato­rio. Alcune volte sono fatti che riguardano Don Bosco. Non li racconto però con vanagloria: oh no! grazie a Dio questa non c’entra. Il mio fine è unicamente di narrare le magnificenze della potenza di Dio; far vedere che quando Dio vuole una cosa, si serve di un mezzo qualunque, anche il più debole, il più inetto, e gli fa superare ogni ostacolo!».

Lasciò che queste confidenze si divul­gassero e fondò il Bollettino Salesiano per far meglio conoscere le Opere che aveva iniziate, procacciare ad esse appoggi materiali e morali, suscitare degli imitatori. «Siamo in tempi — osser­vava — in cui bisogna operare; il mondo è divenuto materiale, perciò bisogna lavorare e far conoscere il bene che si fa. Ad uno che facesse anche dei miracoli, pregando giorno e notte nella sua cella, il mondo non bada: il mondo ha bisogno di vedere e di toccar con mano».

«La pubblicità, diceva altre volte, è l’unico mezzo di far co­noscere le opere buone e di sostenerle. Il mondo vuol vedere il Clero lavorare, istruire ed educare la povera ed abbandonata gioventù, con Ospizi, scuole d’arti e mestieri: e questo è l’unico mezzo per salvare la povera gioventù, istruendola nella Religione».

A livello nazionale nascevano le prime grandi testate giornalistiche: il Corriere della Sera fondato nel 1876 a Milano e a Roma nel 1878  Il Messaggero. Giusto in mezzo, si collocò Don Bosco.

Da circa due anni, la tipografia dell’Oratorio pubblicava un foglio quasi mensile, che aveva lo scopo di far conoscere le edizioni salesiane e altre pubblicazioni utili specialmente alla gioventù e al clero. Portava il titolo di Bibliofilo Cattolico. Quando nell’agosto del 1877, il buon coadiutore Barale gli mise in mano la copia fresca di stampa dell’ultimo numero, Don Bosco lo guardò e, come faceva spesso, capì immediatamente il potenziale futuro che racchiudeva e lo rivoluzionò. Il numero seguente aveva otto grandi facciate a due colonne che contenevano comunicazioni e notizie prevalentemente salesiane; un’appendice portava elenchi di libri; perciò, il titolo era doppio: Bibliofilo Cattolico o Bollettino Salesiano mensuale. Era nato Il Bollettino Salesiano.

La finestra di Don Bosco

Una sera del 1851, da una finestra del primo piano, Don Bosco gettò tra i ragazzi una manciata di caramelle. Si accese una grande allegria, e un ragazzo vedendolo sorridere alla finestra gli gridò:

«O Don Bosco, se potesse vedere tutte le parti del mondo, e in ciascuna di esse tanti oratori!».

Don Bosco fissò nell’aria il suo sguardo sereno e rispose: «Chissà che non debba venire il giorno in cui i figli dell’oratorio non siano sparsi davvero per tutto il mondo».

Il Bollettino doveva essere una finestra aperta sulla rete salesiana che doveva estendersi in tutto il mondo. Nel Capitolo Generale del 2 luglio 1886, Don Bosco dichiarò:

«II Bollettino non è solo il mezzo principale, ma necessario per la Congregazione[…] Se si promuoverà con ordine e re­golarità il Bollettino e la Società dei Cooperatori, la nostra Congregazione non mancherà mai di mezzi materiali» (MB 18,146).

Tutti i Rettori Maggiori lo hanno ribadito:

«È bene che, entrando in quelle prospettive moderne che Don Bosco aveva di fatto anticipato, giungiamo a scorgere nel BS quello speciale tipo di pubblicazione che le vaste organizzazioni mettono in circolo per creare nell’opinione pubblica un’immagine positiva di sé. Se ne raccoglieranno i frutti» (Don Ricceri, ACS, n.287,1977).

La responsabilità del BS di essere il «biglietto di visita» della congregazione, investe sia gli aspetti contenutistici che quelli stilistici e grafici. Si tratta di presentare una congregazione dinamicamente viva, anche attraverso un’operazione di marketing.

Offrire l’immagine di un movimento salesiano, educativo e religioso, con una particolare metodologia.

«Si darà spazio all’attività salesiana nel mondo, soprattutto alle opere che presentano un servizio ai giovani in strutture di avanguardia e in attività di ricupero. Essendo inoltre congregazione missionaria, occorrerà che i missionari stessi si trasformino in «corrispondenti»: ciò che non viene fatto conoscere «non esiste» (Don Viganò, ACG 336, 1991, citato al n. 2.)

Il Bollettino Salesiano italiano mantiene anche oggi alcune caratteristiche specifiche. Nel complesso della comunicazione salesiana nazionale non si preoccupa dell’informazione, che è ampiamente soddisfatta dai media digitali.

Il BS si colloca in una nicchia di collegamento “affettivo” con tutti i membri della Famiglia Salesiana e gli amici di Don Bosco e delle sue opere.

Rimane per ora soprattutto un prodotto cartaceo diffuso per abbonamento postale, che purtroppo costoso e con molte criticità.

I parametri redazionali sono:

  • La passione per la missione della Congregazione, la stima e l’ammirazione per quanto i salesiani realizzano in Italia e nel mondo, cercando di far sentire che si tratta di un’opera voluta dalla Provvidenza.
  • La globalizzazione del carisma salesiano e delle opere. Una rete umana generosa e solidale che non conosce l’esistenza di confini.
  • L’innovazione tenendo sempre presente una visione ottimistica del futuro: le opere salesiane si collocano all’avanguardia dell’esperienza pedagogica e formativa.
  • La qualità della presentazione giornalistica e la sua articolazione il più varia possibile.
  • Il racconto delle persone, le loro storie e le vicende umane salesiane. Oggi lo story telling è il segreto per ottenere attenzione ed empatia.
  • Capire i fatti e gli avvenimenti che riguardano la Congregazione, attraverso narrazioni semplici e chiare.
  • Approfondire le idee e le necessità educative della società attuale.
  • Ascoltare i lettori attraverso qualche rubrica interattiva.
  • Sollecitare la concreta collaborazione, suggerendo le forme per affiancare le opere salesiane soprattutto quelle che si trovano in zone difficili.
  • Diffondere i valori che sono alla base della visione salesiana e cristiana della vita.

-Don Bruno Ferrero

Il Bollettino Salesiano: 146 anni… e non li dimostra

 

Quasi certamente moltissimi lettori ricevono mensilmente il Bollettino Salesiano (BS) da tanti anni. Capita spesso di sentir dire che il BS lo leggevano i loro genitori, i loro nonni e forse anche i bisnonni. Ma forse non tutti sanno come sia nato e perché Don Bosco 146 anni fa lo abbia ideato, realizzato e diffuso.

A cura di don Francesco Motto

 

Il BS è diffuso in tutto il mondo in decine di lingue diverse. Certo ha cambiato molte volte il suo volto, ma sempre in sintonia con il BS del fondatore: “l’occhio (educativo) salesiano sul mondo e l’occhio sul mondo salesiano”, come amava ripetere il compianto Rettor Maggiore, Don Juan Edmundo Vecchi.

Don Bosco capì ben presto l’importanza della comunicazione e dei relativi strumenti di comunicazione sociale, anche se all’epoca vi era solo la stampa. Appena lasciati gli studi (1844) egli dava alle stampe i Cenni storici sulla vita del chierico Luigi Comollo. L’anno successivo, mentre era al servizio della marchesa Barolo, pubblicava un fascicolo intitolato Il divoto dell’Angelo Custode e la voluminosa Storia Ecclesiastica. Nel 1846 editava altri tre libriccini devozionali. Nel 1847 fu la volta della Storia sacra per uso delle scuole de Il Giovane provveduto…, un testo, quest’ultimo, da oltre cento edizioni-ristampe vivente l’autore.

Con la promulgazione della libertà di stampa, nel 1848, Don Bosco preoccupato dei giovani, per loro ideò in tempi rapidi il giornale trisettimanale L’Amico della Gioventù. Dovette presto chiudere l’esperienza, ma non si scoraggiò.

Nel 1851 pubblicò un opuscolo, La chiesa cattolica-apostolica-romana e vista l’accoglienza tanto favorevole, diede il via alla sua iniziativa editoriale più riuscita: le Letture Cattoliche, che alla sua morte avrebbe raggiunto dieci milioni di copie (in un’Italia di 30 milioni di semianalfabeti!). Alla dozzina di fascicoli con il suo nome, nel 1855 aggiunse la fortunatissima Storia d’Italia raccontata alla gioventù, con venti edizioni lui vivente. Nel quinquennio 1856-1860 fu la volta di una ventina di altri titoli. A sé stante invece nel 1856 mise in commercio La chiave del Paradiso in mano al cattolico (un autentico bestseller, da 800mila copie con 44 edizioni lui vivente).

Nel dicembre 1861 Don Bosco ottenne l’autorizzazione ad aprire una propria Tipografia. Essa s’impegnò subito in ambito scolastico visti i nuovi programmi nati dopo l’unità d’Italia: pubblicò quattro collane di autori scelti latini, greci, cristiani, oltre a quella della Biblioteca della Gioventù Italiana. Quattro pure i vocabolari di italiano, latino e greco oltre a grammatiche, testi scolastici, sussidi. Nel 1876 Don Bosco fondò una “succursale” a Genova-Sampierdarena e nell’agosto del 1877, finalmente, avviò il Bollettino Salesiano o Bibliofilo Cattolico (o BS mensuale) per i 4 primi mesi.

L’idea di procedere nel 1877 alla pubblicazione di un bollettino di informazione per tutte le persone che a vario titolo erano interessate all’Opera Salesiana potrebbe essere stata suggerita a Don Bosco dalla presenza sul mercato di pubblicazioni simili da parte di altri Ordini religiosi. Se queste pubblicazioni erano inviate ai Terziari, membri ed amici delle singole Famiglie religiose, Don Bosco poteva ben fare altrettanto con i suoi Cooperatori che proprio in quegli anni si stavano formalmente radicando come Associazione.

Questa nel suo Regolamento prescriveva: “Ogni mese con un bollettino [o] foglietto a stampa si darà ai soci un ragguaglio delle cose proposte, fatte o che si propongono a farsi”. Testo modificato poi: “Ogni tre mesi ed anche più sovente con un bollettino o foglietto a stampa (…)”. In realtà fu subito mensile.

A febbraio 1877 Don Bosco comunicò ai suoi collaboratori la decisione di stampare un Bollettino periodico “come il giornale della Congregazione, perché sono molte le cose che si dovranno comunicare ai detti Cooperatori”. In estate discusse con don Barberis i problemi concreti del progetto e all’obiezione sul passivo che sarebbe derivato dall’invio gratuito, fece notare che i lettori, saputo della gratuità, avrebbero dato di più dell’eventuale cifra richiesta, senza contare successive offerte.

Nei mesi di settembre-dicembre 1877 il BS si avviò con la denominazione Bibliofilo cattolico o Bollettino Salesiano mensuale. Il Bibliofilo cattolico era un catalogo che aveva lo scopo di far conoscere le edizioni salesiane e altre pubblicazioni utili alla gioventù e al clero. Nell’agosto del 1877 subì dunque una radicale trasformazione. Recava l’indicazione tipografica di Sampierdarena per evitare il rischio che la curia torinese gli negasse l’imprimatur. Era di 12 pagine ed aveva le seguenti rubriche: Ai Cooperatori Salesiani, Dei Cooperatori, Lettere dei Missionari salesiani nell’America Meridionale, Cose diverse, Prime prove di alcuni Cooperatori, Indulgenze speciali pel mese di agosto; seguivano e concludevano tre fitte pagine di catalogo librario.

Due le edizioni di settembre. La prima con l’indirizzo di Torino, la seconda con l’indirizzo di Genova. In novembre don Bonetti assunse l’incarico di redattore-direttore. Dal gennaio 1878 venne usata esclusivamente l’intestazione BS. Le pagine variarono da 8 a 20 fino al 1881. Dal 1882 si iniziò la numerazione continua fino a 204 pagine nel biennio 1882-1883 e a 158 pagine nel 1888.

Nel primo numero del settembre 1877 Don Bosco indicava ai Cooperatori Salesiani che il BS avrebbe loro dato “ragguaglio delle cose fatte o da farsi onde ottenere il fine che ci siamo proposto” vale a dire “La gloria di Dio, il bene della Civile Società”. Concretamente intese che il periodico fosse il mezzo normale di mantenere l’identità di pensiero e di azione fra i Cooperatori ed i Salesiani, di promuovere la buona stampa, di opporsi al proselitismo protestante, alla corruzione dei costumi e alla stampa irreligiosa e immorale, a danno soprattutto dei giovani, e soprattutto di fare del bene ai lettori e loro famiglie.

Il Bollettino Salesiano: un’opera al servizio della missione salesiana

 Don Bosco era un sacerdote e un educatore attento ai segni dei tempi. Nella sua intuizione si rese conto che avrebbe potuto fare molto di più per la gioventù povera e abbandonata della città di Torino – e poi del mondo intero – se avesse dedicato il tempo della sua vita anche a “diffondere buoni libri nel popolo con tutti i mezzi suggeriti da una ardente carità”. In una lettera del 1885 scriveva: “Questo è uno dei più importanti apostolati che la Divina Provvidenza mi ha affidato; e tu sai che ho lavorato instancabilmente, anche se impegnato in mille altre occupazioni.

A cura di don Tarcizio Paulo Odelli

 

E così Don Bosco, sfruttando le sue doti di grande comunicatore, si lanciò nel campo dell’editoria, diventando un editore notevole e di successo. Aveva una personalità accattivante, le sue opere erano di grande attualità e aveva una vasta rete di relazioni coltivata attraverso lettere, pubblicazioni, viaggi, utilizzando sempre molto bene la sua “immagine” di educatore, di lavoratore sociale, di operatore di miracoli e di “santo”.

Già agli inizi dell’Oratorio festivo, Don Bosco si rese conto che il suo lavoro con i giovani sarebbe stato efficace se avesse avuto a disposizione libri adatti alla gioventù povera e abbandonata. Per questo motivo iniziò a scrivere piccole opere per il popolo in generale e per i giovani. Nel 1848 lanciò un piccolo giornale per i giovani, “L’Amico della Gioventù”, con lo scopo di promuovere “interessi religiosi, morali e politici”. Il periodico, che usciva ogni tre settimane, durò poco. Poi arrivarono le “Letture Cattoliche”, pubblicate non solo a Torino, ma in tutta Italia. Non contento di queste singole pubblicazioni, nel 1861 ottenne il permesso di avere una propria tipografia.

Il Bollettino Salesiano, nato nell’agosto del 1877, è, potremmo dire, il coronamento di tutta questa impresa editoriale. Don Bosco vide, rispecchiando analoghe pubblicazioni dell’epoca, che c’era bisogno di creare un bollettino che generasse collegamenti e informazioni per le persone della società di allora interessate all’opera salesiana. I Salesiani Cooperatori sarebbero stati i destinatari di questo bollettino. Nel 1877 scrisse loro:

“è prescritto un Bollettino mensile che a suo tempo sarebbesi pubblicato per darvi ragguaglio delle cose fatte o da farsi onde ottenere il fine che ci siamo proposto”.

Con il passare del tempo, Don Bosco si rese conto che il Bollettino Salesiano sarebbe stato il mezzo per ascoltare la voce salesiana al di fuori della sua Opera, trasformando questo veicolo di comunicazione in un messaggero della missione salesiana oltre le mura dell’Oratorio di Valdocco. Così il Bollettino Salesiano si trasformò in uno strumento per conoscere la vita della Congregazione, l’azione dei suoi membri e dei suoi destinatari e anche per conoscere, dal punto di vista storico-geografico-culturale-ecclesiale, i territori e il mondo degli indigeni dell’America Latina.

Nella sua lettera sulla diffusione dei buoni libri, Don Bosco si riferisce così alla missione del Bollettino Salesiano:

“Infine, attraverso il Bollettino Salesiano volevo, tra l’altro, mantenere vivo lo spirito e gli insegnamenti di San Francesco di Sales nei giovani che si erano diplomati dalle nostre scuole ed erano tornati alle loro famiglie. La mia speranza era che fossero a loro volta apostoli di altri giovani. Non dico di aver raggiunto l’obiettivo che mi ero prefissato. Voglio solo insistere sul fatto che ora dipende da voi continuare il progetto e coordinare tutti gli sforzi per portarlo a termine in tutte le sue fasi”. E alla fine della lettera mostra il suo malcontento nei confronti di chi non è interessato alla diffusione di buoni libri: “Lasci che le mostri il mio malcontento nel sapere che in alcune delle nostre case i libri da noi editi appositamente per i giovani sono o molto sconosciuti o molto poco apprezzati”.

Oggi il Bollettino Salesiano è un’Opera salesiana attiva nei cinque continenti. Si è così realizzata la profezia di Don Bosco secondo cui il Bollettino Salesiano sarebbe stato “un’arma potente” perché avrebbe raggiunto molte persone (cfr. Circolare 172 sulla diffusione dei buoni libri, Torino 19/03/1885).

È una rivista istituzionale, ha un’identità carismatica e una qualità professionale al passo con i tempi. Oggi il BS non è più solo cartaceo, ma naviga anche nel mondo digitale. Tratta temi attuali, studiati in una prospettiva salesiana. Cerca di integrarsi con i vari Bollettini dei Paesi in cui è presente la Famiglia Salesiana di Don Bosco. Il nostro sforzo sarà quindi quello di portare avanti quest’Opera, nonostante le tante sfide che il mondo di oggi ci offre, consapevoli di quanto il nostro Fondatore si sia impegnato affinché la missione salesiana potesse adattarsi ai tempi, ai contesti e alle diverse culture.

 

Salesiani Cooperatori: secondo incontro in scoperta della Dottrina sociale della Chiesa per diventare “Lievito di Fraternità”

I Salesiani Cooperatori del settore di animazione sociopolitica presentano il secondo incontro, venerdì 21 aprile alle ore 21.00, alla scoperta della Dottrina sociale della Chiesa all’interno del percorso “Lievito di Fraternità”.

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Prosegue il percorso di formazione “Lievito di fraternità” promosso dal settore di animazione Socio Politica dei Salesiani cooperatori ICP.

A Lievitazione naturale….con la DSC” è il titolo del secondo incontro che si terrà online, Venerdì 21 Aprile alle ore 21.00 sul canale youtube e facebook dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori Italia Malta e Medio Oriente.

Il relatore, avv. Davide Sacchetto, salesiano cooperatore del centro locale di Cuneo, attraverso la storia e la geografia della Dottrina Sociale della Chiesa accompagnerà i partecipanti lungo un percorso che porterà a sentire il profumo di questo grande dono che è la Dottrina Sociale e illustrando alcuni paralleli con la giurisprudenza, l’economia e le scienze sociali inviterà a gustare il senso del vivere cristiano.

Come un buon lievito serve per ottenere un buon pane, così dei buoni cristiani servono per la lievitazione naturale della società civile. L’incontro in questione vuole essere una sorta di etichetta, di quelle che si trovano normalmente sui prodotti in vendita e che guidano all’acquisto; solo che, in questo caso, l’etichetta serve per iniziare a capire di che lievito siamo fatti e soprattutto vogliamo essere: un lievito madre o un lievito di birra?

“La celebrazione dei Sacramenti per i giovani”: dialogo con suor Elena Massimi

La Celebrazione dei sacramenti non è più il centro della vita dei giovani e, potremmo dire, nemmeno più il centro della vita delle Comunità Educative Pastorali. Don Bosco, d’altro canto, è il santo dell’immenso valore educativo dell’Eucaristia e della Confessione. Dove si è inceppato il meccanismo? Quali vie di dialogo tra la vita giovanile oggi e la vita sacramentale? Perché farsi queste domande? Dove intervenire per rianimare il dialogo tra liturgia e giovani, tra liturgia e CEP?

Sono solo alcune delle domande alle quali cercherà di rispondere suor Elena Massimi, Figlia di Maria Ausiliatrice, docente di Teologia Sacramentaria e Liturgia, responsabile nella CEI (Conferenza Episcopale Italiana) per la sezione Musicale dell’Ufficio Liturgico Nazionale Sacra e Presidente dell’Associazione Professori di Liturgia: ne verrà fuori un dialogo schietto e profondo sulle potenzialità pastorali della Liturgia e sulle fatiche che siamo chiamati ad affrontare come educatori dei giovani. Questa la traccia e la protagonista del sesto e ultimo incontro di sabato 15 aprile dalle 9 alle 10,15 sulla pagina Facebook dei Salesiani Italia e sul canale YouTube dell’Ispettoria meridionale. L’incontro, che fa parte del ciclo “Quali salesiani per i giovani di oggi?”, approfondisce la seconda linea del Rettor Maggiore dopo il CG28. Tali momenti di formazione permanente sono promossi dalla Conferenza delle Ispettoria d’Italia – Settore formazione e dal Centro Studio dell’Opera dei Tabernacoli Viventi. Il tema di approfondimento di questo mese sulla passione del da mihi animas è “Essere educatori al dialogo con Dio nella celebrazione dei sacramenti”.

ELLEDICI “Parole Ritrovate. Appunti per una Chiesa sinodale” – Il nuovo libro di Gianluca Zurra

Si segnala il nuovo libro edito da EllediciParole Ritrovate. Appunti per una Chiesa sinodale” di Gianluca Zurra.

Di seguito le principali informazioni e il rimando alla scheda del libro sul sito Elledici.

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La sinodalità è la forma originaria della Chiesa di Gesù. Riscoprirne oggi la centralità significa rimettersi in ascolto di una lunga tradizione che era stata dimenticata, restituendole vitalità e creatività per l’attuale esistenza ecclesiale.

A partire da nove parole sinodali, antiche eppure sempre nuove, la sinodalità viene declinata nel suo stile evangelico, nel suo processo profetico e nella sua capacità di riforma a proposito dell’istituzione della Chiesa e della sua missione.

Ogni parola viene approfondita perché non si riduca ad un riferimento generico o ad una terminologia troppo estranea o specialistica, ma sia in grado di manifestare tutta la sua rilevanza umana ed ecclesiale per il vissuto quotidiano delle comunità cristiane.

Tramite la porta suggestiva di queste parole “ritrovate”, lo stile, il processo e la riforma sinodali possono diventare criteri concreti per ripensare insieme il vissuto ecclesiale, rimettendo in circolo per l’oggi, in particolare per i giovani, la lezione profetica del Concilio Vaticano II, ancora bisognosa di un linguaggio accessibile e di una pratica vivibile.

 

DETTAGLI

  • Formato: 14×21,5 cm
  • Pagine: 80
  • Prezzo: € 10,00
  • ISBN: 9788801068252
  • Codice Elledici: 06825

RMG – Il Corso Animatori Laudato Si’ 2023

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – Il Settore Pastorale Giovanile della Congregazione invita a partecipare ed a diffondere il nuovo Corso Animatori Laudato Si’ che il Movimento Laudato Si’ propone anche quest’anno. Un modo semplice e bello per entrare – accompagnati insieme a tante realtà cattoliche – nella rete mondiale di persone che, al servizio della Chiesa, simpegnano per la cura della Casa Comune.

Il corso è online, è gratuito ed è disponibile in sei lingue: italianoinglesespagnolofranceseportoghese e polacco. Ci sono ancora solo pochi giorni per iscriversi, dato che l’inizio è previsto tra il 17 e il 19 aprile nelle diverse opzioni linguistiche (per la versione italiana, è possibile iscriversi fino a domenica 16 e l’inizio sarà mercoledì 19).

“Condividi con tutti i tuoi contatti nella tua diocesi, il link laudatosianimatori.org in cui trovi il programma e il modulo di iscrizione” afferma con entusiasmo Emanuela Chiang, Referente del Settore per la Pastorale Giovanile per l’ambito dell’ecologia integrale.

Qui è disponibile un approfondimento sul corso italiano, con tutte le informazioni sulle date, sui relatori, i temi trattati e lo svolgimento del programma.

Per ulteriori informazioni, scrivere a: echiang@sdb.org

Il Movimento Laudato Si’ (Laudato Si’ Movement – LSM) è una rete di oltre 900 organizzazioni, dalle grandi reti internazionali agli ordini religiosi locali, oltre a parrocchie, leader di base e migliaia di cattolici impegnati a rispondere all’appello urgente per la cura della Casa Comune lanciato da Papa Francesco nell’Enciclica Laudato Si’.

Il “Programma di formazione Animatori Laudato Si’” è una risposta alla chiamata della Chiesa a prendersi cura del Creato da parte di tutti i fedeli e gli Animatori Laudato Si’, in tutto il mondo, sono circa 12.000, distribuiti su 149 Paesi nei cinque continenti. Solo in Italia sono circa 3.300.

Al termine del corso di formazione, i partecipanti ricevono un attestato ed entrano nella rete degli Animatori, che consente loro una formazione permanente attraverso incontri mensili online, in cui gli animatori si incontrano, pregano insieme, ricevono formazione specifica su diversi ambiti, condividono le esperienze e vengono coordinati sulle iniziative globali.

Giornata Missionaria Salesiana 2023: Povertà Evangelica

Dal sito InfoANS.

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Continuiamo con gli approfondimenti della Giornata Missionaria Salesiana 2023Cura del creato – la nostra missione”. Oggi pubblichiamo un estratto dell’articolo scritto da don Damian Taiwo Akintemi SDB, Maestro dei Novizi nell’Ispettoria Africa Occidentale Sud (AOS), in Ghana. Il tema di riflessione stavolta è: “Cos’è la povertà secondo il Vangelo?

Spesso si parla di povertà come mancanza di denaro, cibo, alloggio o altri bisogni primari. Tuttavia, parlando di povertà evangelica ci si riferisce al dono gratuito di sé: donarsi e condividere, superando la continua tentazione del profitto, del calcolo egoistico, dello sfruttamento e della manipolazione degli altri, di se stessi o delle cose.

La povertà, possiamo dire, è una carriera a sé stante e, a dire il vero, è una delle più complicate. Richiede un duro allenamento pratico, così duro ed esigente che il Signore Gesù decise di tenere direttamente per sé l’insegnamento di questa disciplina. Il significato evangelico della povertà salesiana si vede in Gesù di Nazaret che, pur essendo ricco, si fece povero.

Abbracciare la povertà volontaria diventa un valore per chi è chiamato da Dio ad essere religioso. Perché scegliamo una vita di povertà? Guardiamo alla semplicità della vita di Cristo, perché Gesù ha voluto essere povero, ha scelto la povertà come compagna costante della sua vita e ha usato uno stile di vita semplice per svolgere la missione che Gli era stata affidata.

Questo stile di vita semplice è visibile tra gli africani che vivono con il sudore della fronte; esprimono gioia e soddisfazione per il poco che hanno per vivere. I Salesiani testimoniano il valore evangelico della povertà con uno stile di vita semplice ereditato da Don Bosco. Una delle cose più interessanti è la sensibilità per l’ambiente in cui vivono e per le persone che li circondano.

La nostra povertà evangelica diventa qualcosa di positivo quando è frutto e manifestazione dell’amore per gli altri e per tutto il Creato: appare come un carisma di umiltà, semplicità, distacco, solidarietà e fraternità con tutti, a partire dai più bisognosi, ospitalità, “opzione per i poveri” e “promozione della giustizia”, superamento di ogni forma di sfruttamento, di imborghesimento (di tipo capitalista) e di consumismo.

Accogliamo quindi l’invito del Santo Padre a prenderci cura della nostra Casa Comune per vivere nella gioia, nella pace e nell’armonia.

“Una mano che sostiene”: i Salesiani Cooperatori partecipano all’iniziativa di solidarietà di Cattolica Assicurazioni

Una mano a chi sostiene” è l’iniziativa di solidarietà online dedicata agli Enti Non Profit. Un bando promosso da Fondazione Cattolica e Cattolica Assicurazioni per sostenere progetti di enti non profit che promuovono inclusione e coesione sociale, con una donazione complessiva di 500 mila euro.

L’Associazione dei Salesiani Cooperatori partecipa con il progetto DBGIOVANI.COM, finalizzato ad aiutare i giovani ad abitare il mondo digitale da buoni cristiani e onesti cittadini formandoli ad una comunicazione sana e costruttiva.

Per vincere, il progetto deve venire selezionato grazie ai voti degli utenti, le modalità di voto sono le seguenti:

  1. Visitare la pagina dedicata all’iniziativa sul sito di Cattolica Assicurazioni CLICCANDO QUI.
  2. Inserire nome, cognome e indirizzo email.
  3. Votare!
  4. Controllare la posta elettronica: arriverà una mail per convalidare il voto, basterà cliccare sul pulsante al suo interno per confermare il voto.

 

 

“Don Bosco lived here”: una preziosa guida in lingua inglese ai Luoghi Santi di Don Bosco

Dal sito InfoANS.

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Negli ultimi 20 anni, la maggior parte dei pellegrini della Famiglia Salesiana che decideva di intraprendere un pellegrinaggio ai Luoghi Santi di Don Bosco in Piemonte è stata aiutata dalla pubblicazione “Qui è vissuto Don Bosco”, prezioso libro a cura di don Aldo Giraudo e don Giuseppe Biancardi, già tradotto in molte lingue, tra cui anche cinese, giapponese e coreano. Ora, dopo quasi 20 anni, ha visto la luce una nuova edizione della versione inglese, la cui ultima stampa risaliva al 2004.

Alla stesura della nuova edizione ha contribuito don Mike Pace, salesiano dell’Ispettoria degli Stati Uniti Est e Canada (SUE), attualmente a Valdocco per l’assistenza ai pellegrini e Vicedirettore del “Museo Casa Don Bosco”.

Questa nuova “Guida del Pellegrino” (Pilgrim Guide in inglese) ripercorre la vita di Don Bosco e i luoghi più significativi, dai Becchi al Colle Don Bosco, attraverso Chieri e fino a Valdocco. All’interno della pubblicazione non si trovano solo testi, ma anche semplici mappe e immagini panoramiche, per comprendere meglio l’ambiente e il contesto storico-geografico in cui visse Don Bosco.

L’opera si compone di quattro parti, ognuna delle quali corrisponde a una tappa della vita di Don Bosco. Nella prima sezione viene ripercorsa la giovinezza di Giovanni Bosco, vissuta nei dintorni del Colle. La seconda parte è incentrata sul periodo in cui fu studente a Chieri, prima nella scuola pubblica e poi in seminario e racchiude gli anni in cui compie le scelte fondamentali per la sua vita successiva. La terza parte si concentra invece sui suoi primi otto anni di sacerdozio, mentre la quarta e ultima analizza Valdocco, durante gli anni di maggiore attività di Don Bosco.

L’opera, per la somiglianza geografica con i luoghi di Don Bosco, offre anche materiali suoi luoghi che riguardano San Domenico Savio.

La versione integrale di questa nuova edizione tradotta in lingua inglese dell’opera di don Giraudo e don Biancardi, è disponibile, in formato PDF, sul sito BoscoLink, al seguente link: https://www.bosco.link/Formation/86436

Chi invece volesse rileggere la versione precedente, datata 2004, può farlo scaricandola, sempre in PDF, a questo link: https://www.bosco.link/resources/4081