Quasi 70 giovani ad Avigliana per la quinta edizione di “Amore chiama Amore”

Notizia a cura dell’Opera di Avigliana.

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Beati i puri di cuore! (Mt 5,8)

Il 27 e 28 settembre 2025, ad Avigliana, quasi 70 giovani tra i 25 e i 40 anni hanno dato avvio alla quinta edizione di “Amore chiama Amore”, un percorso di incontro, formazione e amicizia che si propone come una vera palestra di relazioni per imparare ad amare secondo il cuore di Dio.

Dopo aver affrontato negli anni scorsi i temi dell’affettività e sessualità, del pensare e pregare da cristiani, della libertà interiore e del segreto della gioia, l’edizione 2025-26 è dedicata alla beatitudine evangelica “Beati i puri di cuore” (Mt 5,8). Non un moralismo, ma un invito all’integrità di vita: unità interiore, limpidezza affettiva, verità nelle relazioni, capacità di dono.

Obiettivi del percorso

  • Coltivare la trasparenza del cuore e del corpo.
  • Imparare a conoscersi come Dio ci conosce e accogliere gli altri nella loro ricchezza e fragilità.
  • Vivere il piacere dell’incontro uomo-donna come riflesso di un amore vero.
  • Maturare uno sguardo capace di riconoscere la presenza di Dio nelle pieghe della vita quotidiana.

Un primo weekend ricco di esperienze

Il primo appuntamento è stato caratterizzato da giornate di sole, clima familiare, nuove amicizie e condivisioni all’aperto. Tra i momenti più significativi: passeggiata al Monte Cuneo con vista sui due Laghi di Avigliana; riflessioni culturali sulla purezza di cuore; momenti di lavoro interiore per liberarsi da aspettative, paure e perfezionismi; veglia di preghiera con Rosario, Adorazione e numerose Confessioni; Messa conclusiva al Santuario Madonna dei Laghi, con l’omaggio finale al pilone della Madonna del Latte.

Il prossimo incontro del percorso è in programma per il 29-30 novembre 2025 ad Avigliana presso la “Madonna dei Laghi”. Per ulteriori informazioni: info@madonnadeilaghi.it.

Borgomanero: una mattinata di pesca e solidarietà per la prima media

Dai salesiani di Borgomanero.

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Giovedì 25 ottobre, la classe 1A dell’Istituto di Borgomanero ha partecipato a una mattinata davvero significativa presso il laghetto di San Marco, a Borgomanero.

Accompagnati dalla prof.ssa Cecilia Ponti, dal prof. Daniele Panaretti e dal prof. Oscar Godio, i ragazzi hanno preso parte a un’attività di pesca che si è rivelata non solo divertente, ma anche educativa e formativa.

In un tempo in cui tutto sembra correre veloce, la pesca ha offerto ai nostri studenti l’opportunità di rallentare, osservare, ascoltare e attendere. Ad offrire questa opportunità alla classa è stata l’Associazione Pesca Sportiva Gruppo Roggi.

Infatti, grazie alla presenza dei volontari, i ragazzi e le ragazze sono state guidati in piccoli gruppi ed hanno imparato a lavorare con pazienza, a rispettare i ritmi della natura e a collaborare con gli altri. La concentrazione richiesta, l’attenzione ai dettagli e la cura nel gesto sono competenze che si riflettono positivamente anche nel percorso scolastico, dove l’apprendimento non è solo questione di nozioni, ma anche di atteggiamento, metodo e relazioni.

Ma il cuore di questa uscita è stato il gesto solidale che ha concluso l’esperienza: le 235 trote pescate dai ragazzi sono state donate alla Casa della Carità di Borgomanero, dove ci ha accolti con grande disponibilità e gentilezza Mario Metti.

Così, il frutto dell’impegno si è trasformato in dono concreto. È stata una mattinata serena, piacevole, ma soprattutto ricca di significato. Un’esperienza che ha unito la classe, ha rafforzato i legami tra compagni e ha permesso ai ragazzi di conoscersi meglio in un contesto diverso da quello scolastico, favorendo un clima positivo e di fiducia reciproca.

Come nel Vangelo, quando Gesù chiama i primi discepoli sulle rive del lago dicendo:

«Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini» (Mt 4,19)

anche ai nostri ragazzi è stata offerta una chiamata: non solo imparare, ma crescere nella responsabilità e nella solidarietà.

La Casa Salesiana di Avigliana presenta la nuova Direttrice e le attività formative 2025/2026

Notizia a cura del team del Santuario Madonna dei Laghi di Avigliana.

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Dal 21 settembre 2025, Elisabetta Scavino ha assunto l’incarico di Direttrice della Casa Salesiana di Avigliana, luogo di spiritualità e ospitalità inserito nella cornice del Santuario della Madonna dei Laghi.

Con il nuovo anno pastorale, la Casa Salesiana rilancia la propria missione educativa e spirituale attraverso una serie di percorsi formativi rivolti a giovani, famiglie e adulti, pensati in collaborazione con la Pastorale Giovanile Salesiana. L’obiettivo è quello di accompagnare i giovani a maturare sane relazioni affettive e a costruire famiglie solide, radicate nella fede e nell’amore cristiano.

Le proposte in programma per il 2025/2026 sono:

  • Amare da Dio (dal 19 ottobre 2025): percorso dedicato a giovani dai 19 ai 29 anni, single o fidanzati, per comprendere e vivere le ragioni del cuore.
  • Amore chiama amore (dal 27-28 settembre 2025): itinerario per single dai 25 ai 40 anni, un viaggio tra fede, affetti e autenticità.
  • Primi passi in famiglia (dal 15 novembre 2025): quattro tappe fondamentali per fidanzati (a un anno dal matrimonio) e giovani coppie nei primi anni di vita matrimoniale.
  • Partiamo da Cana (dal 3 ottobre 2025): percorso di approfondimento sulla vita affettiva e familiare, rivolto a coppie, educatori, catechisti, psicologi, insegnanti, consacrati e consacrate.

Accanto alle attività formative, la Casa per Ferie continua a rappresentare uno spazio di accoglienza per ritiri, campi, incontri formativi e momenti di comunità, a disposizione delle realtà salesiane e di tutti coloro che desiderano vivere esperienze di condivisione in un contesto immerso nella natura.

La direttrice Elisabetta Scavino sottolinea:

«La nostra missione è semplice e profonda: offrire una casa. Non solo un luogo fisico, ma uno spazio accogliente e familiare, dove giovani e coppie possano sentirsi ascoltati e accompagnati nei passaggi importanti della vita. Insieme alla comunità educativo-pastorale desideriamo accoglierli nello stile di Don Bosco, offrendo percorsi di formazione all’affettività, al matrimonio e alla vita familiare.»

Cammini Monferrato Don Bosco in movimento

Nel cuore del Monferrato, tra colline e borghi intrisi di spiritualità, prende vita un progetto che unisce memoria, fede e promozione territoriale: i Cammini Monferrato Don Bosco. Questa iniziativa ripropone le celebri passeggiate autunnali che San Giovanni Bosco organizzò tra il 1861 e il 1864, trasformandole oggi in veri e propri cammini religiosi.

Le passeggiate storiche di Don Bosco non erano semplici escursioni: erano esperienze di apostolato giovanile, pensate per coinvolgere i ragazzi in momenti di formazione, preghiera e incontro con le comunità locali. In quegli anni, Don Bosco attraversò decine di paesi, portando conforto, educazione e speranza.

Le tappe del 1861 e 1862, in particolare, sono oggi celebrate con iniziative dedicati che vi proponiamo di seguito:

Il progetto è sostenuto dal GAL Basso Monferrato Astigiano, che ha coinvolto attivamente i comuni interessati, creando una rete di collaborazione e condivisione. Accoglienza calorosa anche da parte della Regione Piemonte, che attraverso l’Assessorato al Turismo ha riconosciuto nei Cammini un’opportunità per valorizzare il patrimonio culturale e spirituale del Monferrato.

A guidare l’iniziativa sono due luoghi simbolo della vita del Santo: il Colle Don Bosco, dove nacque Giovanni Bosco, e il Comune di Castelnuovo Don Bosco. Questi territori diventano oggi punto di partenza e di arrivo di un cammino che è insieme pellegrinaggio e riscoperta delle radici.

Un Sito per Camminare con Don Bosco

Il progetto è raccontato e reso accessibile attraverso il sito camminimonferratodonbosco.it, realizzato con il sostegno del GAL. Il portale, già visitabile e in fase di completamento, offre mappe, descrizioni delle tappe e materiali scaricabili per accompagnare i pellegrini lungo il percorso.

 

Un anno in museo: le testimonianze delle giovani del Servizio Civile Universale (2024-2025)

Notizia a cura del Museo Casa Don Bosco di Torino-Valdocco.

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Per il secondo anno consecutivo, il Museo Casa Don Bosco ha avuto il piacere di accogliere giovani volontari del Servizio Civile Universale nell’ambito del progetto MUSEO CASA DON BOSCO.

L’anno 2024–2025 ha visto protagoniste tre giovani operatrici – Mirca MallariGiulia Barbuzza e Anna Lia Maggioni – che per dodici mesi hanno condiviso la quotidianità della casa museo, offrendo un contributo concreto, appassionato e consapevole alle attività ordinarie e straordinarie dell’istituzione, cuore dei luoghi salesiani.

Durante il loro percorso, le volontarie sono state seguite e accompagnate con cura dalla dott.ssa Ana Martín García, Coordinatrice Generale del Museo Casa Don Bosco e Operatore Locale di Progetto, in sinergia con don Mike Pace ed Elena Bustean: figure di riferimento che hanno garantito una supervisione attenta e un supporto costante in ogni fase dell’esperienza. A completare questo sostegno, il prezioso contributo dell’equipe di volontari e volontarie, che ha accompagnato
con dedizione le giovani durante tutto il percorso.

Dopo una prima fase di formazione, dedicata alla conoscenza del patrimonio museale, della figura di don Bosco, della Congregazione Salesiana e della storia dei luoghi salesiani, le operatrici volontarie sono state gradualmente coinvolte in numerose attività. Grazie alla preparazione ricevuta e all’affiancamento del personale, sono diventate un punto di riferimento per molti visitatori, in particolare per scolaresche e gruppi giovanili.

Le tre volontarie hanno inoltre collaborato attivamente alla buona riuscita di eventi educativi e iniziative straordinarie, contribuendo all’organizzazione logistica, alla gestione dei flussi e all’accoglienza di gruppi numerosi in occasione di mostre temporanee, giornate celebrative e appuntamenti istituzionali.

L’esperienza vissuta è raccontata in prima persona dalle protagoniste, attraverso testimonianze dirette e individuali:

L’anno di Mirca

L’esperienza del Servizio Civile Universale al Museo Casa Don Bosco mi ha dato l’opportunità per un anno di restituire il servizio che ho ricevuto dalla famiglia salesiana. In questo periodo breve, ma intenso, ho incontrato persone che mi hanno accolto come parte della loro squadra, che mi hanno formato non solo all’inizio, ma anche durante il percorso e che mi hanno accompagnato a vivere quest’anno con gioia e con cuore aperto ai diversi aspetti della vita. Per questo motivo ho vissuto un anno in cui sono cresciuta a livello sia personale e sia delle competenze.

Purtroppo l’anno di servizio civile ha un suo termine, ma con gratitudine ritornerei in questa Casa per chi ancora vorrebbe scoprirla. Vedere visitatori venire da diversi parti del mondo fa realizzare che l’edificio che vivevo tutti i giorni, non era un semplice museo, ma una Casa dove hanno trovato amici veri e hanno creato una famiglia, e anch’io posso affermare che nell’arco di un solo anno mi sono trovata a Casa.

L’anno di Giulia

Il mio anno di Servizio Civile presso il Museo Casa Don Bosco è stato un percorso ricco, formativo e profondamente umano, che porterò per sempre nel cuore. Durante questo periodo, mi sono occupata di diverse attività: biglietteria, accoglienza dei visitatori, conduzione di visite guidate, attività laboratoriali e archiviazione dei paramenti sacri. Queste mansioni mi hanno permesso di mettermi alla prova e di crescere sia sul piano personale che professionale.

In particolare, ho sviluppato e potenziato competenze fondamentali come la capacità di comunicazione con il pubblico, le abilità linguistiche, il lavoro di squadra, la creatività, la cura dei dettagli e l’attenzione verso l’altro.

Ho avuto modo di confrontarmi ogni giorno con persone provenienti da tutto il mondo, ascoltare storie di vita diverse dalla mia e accompagnare i visitatori alla scoperta della figura di don Bosco e della ricchissima tradizione dei santi sociali torinesi. Questo mi ha permesso anche di approfondire la storia di Torino e di alimentare il mio interesse per l’arte e il patrimonio culturale.

Non è solo un museo: è una casa, come suggerisce il nome. E questo è esattamente ciò che ho sentito fin dal primo giorno: accoglienza, calore, umanità. Il supporto, la comprensione, la guida e la disponibilità della mia OLP e delle figure di riferimento con cui ho lavorato hanno reso quest’esperienza ancora più preziosa. Questo anno mi ha fatto scoprire una forte passione per i ruoli museali e l’importanza del valore educativo e sociale della cultura. Porto con me non solo competenze, ma soprattutto relazioni, valori e ispirazioni che continueranno ad accompagnarmi nel mio percorso futuro.

L’anno di Anna Lia

Per raccontare che cos’è stato per me questo anno di Servizio Civile, parto dalla “Dioincidenza” di essermi trovata qui, che grazia aver avuto la possibilità di poter conoscere e quindi diventare più amica di Don Bosco!

Ho potuto così iniziare a leggere le Memorie dell’Oratorio e ascoltare altri volontari, che svolgevano le visite guidate all’interno del museo e con la loro passione mi hanno permesso di poter comprendere meglio come raccontare davvero la storia di questa Casa.

Iniziando a studiare la sua storia e quella dei suoi ragazzi ho potuto da un lato rendermi conto del panorama della Torino dell’800 di quel periodo, e dall’altro riscoprire questa stessa città ai giorni nostri, potendo osservarne i luoghi e raccontare che significato hanno avuto nella storia salesiana durante le visite guidate della “Torino di Don Bosco”.

Incuriosita dalla storia di don Bosco, ho potuto scoprire come gli inizi della creazione dell’Oratorio non furono per niente facili e ho potuto imparare come di fronte alla diverse difficoltà che accadevano,il modo per affrontarle fosse mettendo interesse e amore verso i suoi ragazzi e tutto il resto poteva essere affidato.

Il luogo che mi rimarrà di più impresso e che preferisco raccontare a tutti i visitatori, pellegrini e turisti che giungono a questa Casa: è il primo refettorio. In particolare soffermandomi sulle pietre di fiume utilizzate per la costruzione delle pareti .Ciascuna di quelle pietre racconta della possibilità data a ognuno dei ragazzi che arrivavano a Valdocco. Possibilità, che ho potuto imparare anche io, proprio in questo anno di Servizio Civile: ovvero che alla fine dei conti non sono importanti le mie debolezze e le mie fragilità, ma mettendo il mio talento a servizio degli altri e non agendo mai da sola posso costruite qualcosa di grande assieme agli altri.

Ho notato questo risultato in modo esemplare nella creazione dei laboratori per bambini, svolti duranti i mesi estivi. Grazie alla collaborazione delle mie compagne di Servizio Civile, che ringrazio per il pezzetto di cammino che abbiamo condiviso insieme, abbiamo cercato con l’arte, il gioco e il teatro di restituire un po’ di quella meraviglia che questo luogo ci ha donato. Mi sono ritrovata a guardare la realtà con occhi nuovi totalmente inspirata dal modo libero e spontaneo che i vari bambini, che partecipavano al laboratorio avevano sulla realtà, terminando quelle attività con il cuore colmo di gioia.

Concludo questo anno di Servizio Civile grata a tutte le persone che ho incontrato e che mi hanno davvero edificato con la loro vita (in particolar modo Ana, Don Mike, Elena).

Rimango ancora con alcune domande rispetto a dove Dio mi guiderà nel mio cammino, ma certa di un modalità chiara per affrontarlo e focalizzarmi su quello che conta davvero: «Da mihi animas, cetera tolle».

Incontro di inizio anno scolastico docenti Borgomanero: presente l’Ispettore Leonardo Mancini

Notizia a cura dei salesiani di Borgomanero.

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La Comunità Educante (docenti, tutor, educatori giovanili, Salesiani, CGA, personale di segreteria e non docente) del Don Bosco di Borgomanero si è trovato ieri per l’incontro di inizio anno. Il Direttore Giovanni Campagnoli ha ripreso il tema del 1 settembre, “Capodanno della Scuola“, ma anche Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato (a 10 anni dalla Laudato si) proposto da Papa Leone, in cui – partendo dell’immagine del seme – il Papa ha ricordato come ogni semina nasce da una scelta consapevole e coraggiosa, è un segno di speranza per costruire un luogo di vita e, per questo, c’è bisogno di mani che piantino, di cuori che ascoltino, di occhi che vigilino.

E questa metafora permette di descrivere la Comunità Educante, che progetta, si prende cura, sa mettere al centro i ragazzi. C’è stato spazio anche per presentare il tema dell’anno Pastorale da parte di Valentina Zanone ed il Codice Etico da Marianna Servidio. Elior ha invece presentato la APP per le prenotazioni dei pranzi.

Per ispirare il primo collegio docenti, la Preside Emanuela Negri ha presentato l’opera “Non basta il canto delle sirene”. La scultura monumentale dell’artista piemontese è stata inaugurata lo scorso 7 agosto ed è collocata sulla banchina del porto canale tra Cervia e Milano Marittima. Una visione suggestiva, soprattutto al tramonto quando il cielo assume delicate sfumature e dialoga con il bronzo dell’opera che rappresenta una sirena-bambina, non la figura mitologica che ammalia e seduce, ma una fanciulla simbolo di purezza, speranza verso il futuro e accoglienza. L’invito ai docenti è di riflettere sulla duplice visione, quella che si ha dal molo e quella che si ha dal mare, ricordandoci che accogliere significa non giudicare. La scultura è trasparente e ci permette di guardare oltre. Oltre le apparenze.

L’Ispettore don Leonardo Mancini ha tenuto una lezione sul tema “La presenza salesiana come atteggiamento e metodo”, insistendo sul fatto che il sistema preventivo esige la presenza educativa “quotidiana”, fisica, preventiva, fraterna e amichevole, non autoritaria o solo istituzionale, attiva e propositiva, animatrice (favorire creatività e responsabilità). E “testimoniante”, cioè i valori che l’educatore professa, che si fanno trasparenti nel suo comportamento esteriore, non possono non colpire i ragazzi, provocare interrogativi e far brillare nuovi orizzonti nella loro esistenza.

Dobbiamo d’altra parte ricordare che siamo costantemente sotto le telecamere virtuali (e talvolta reali!) dei ragazzi stessi e che è necessario essere fedeli e precisi nel proprio ruolo educativo ed essere presenti nei diversi momenti di un ambiente di vita, che sono alcuni tra i modi per testimoniare la coerenza di quanto noi annunciamo loro a parole.

 

Cultura in Basilica: “La Sindone: indagine sulla morte di Gesù”

Dalla Basilica Maria Ausiliatrice di Torino.

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Come è consuetudine da alcuni anni nella Basilica Maria Ausiliatrice di Torino, il 14 settembre si svolge un simposio sulla Sindone, giunto alla sua terza edizione. In questo anno 2025 essendo il 14 settembre domenica, si anticipa alla vigilia: sabato 13 settembre alle ore 20.30.

La data del 14 settembre è stata scelta principalmente per tre motivi: primo perché è il giorno liturgico dell’Esaltazione della Santa Croce, a cui è dedicata la Cripta della Basilica, a motivo di due frammenti che formano una piccola croce e provenienti dal legno della croce di Gesù. Tale piccola croce (cm 17×10) è posta all’altare principale; secondo motivo perché il 14 settembre del 1934 è il giorno dell’Inaugurazione della Cripta stessa, detta pure Cappella delle Reliquie, a motivo delle numerosissime reliquie di santi e sante che vi si custodiscono e si venerano; e non ultimo perché il 14 settembre del 1578 è la data più attestata dell’arrivo della Sindone a Torino.

Nel simposio sulla Sindone di questo anno 2025, arrivato alla sua terza edizione, avremo modo di ascoltare il prof. SALVINO LEONE, medico e anche docente di Teologia morale e di Bioetica presso la Facoltà Teologica di Palermo e autore di oltre 60 libri. A lui si deve un ultimo studio pubblicato con il titolo “Indagine sulla morte di Gesù” (2025). Egli facendo riferimento alla Sindone per il suo valore testimoniale, fa uno studio rigoroso sulla passione, crocifissione e morte di Gesù sia dal punto di vista medico-scientifico e sia dal punto di vista esegetico-teologico. E presenterà questo suo ultimo lavoro.

Il simposio sarà introdotto dalla prof.ssa EMANUELA MARINELLI di Roma, Docente presso l’ISSR dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum. La professoressa ha ricevuto la Medaglia d’Oro al merito della cultura cattolica ed è autrice di oltre 20 libri sulla Sindone. Ci presenterà gli ultimi studi e critiche più recenti sul lenzuolo prezioso. Infine il prof. BRUNO BARBERIS, docente all’Università Statale di TO di Fisica Matematica e vicepresidente della Confraternita del SS. Sudario, concluderà la serata di studio sulla Sindone con una sua valutazione.

Borgomanero: una maturità anticipata nel segno del talento e della musica

Notizia a cura dei salesiani di Borgomanero.

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Aurora Biondi studentessa del Liceo Classico Don Bosco di Borgomanero ha conseguito il diploma di maturità con un anno di anticipo grazie al percorso di abbreviazione per merito. Un traguardo eccezionale (sono 80 in Italia) che fa di lei la seconda studentessa nella storia dell’istituto a usufruire di questa opportunità, seguendo le orme di Aurora Orrigo, oggi brillante studentessa di Giurisprudenza.

Il percorso scolastico di Aurora Biondi è iniziato proprio al Don Bosco, dove ha frequentato fin dalla seconda media, distinguendosi da subito per una pluralità di talenti. Tra questi spicca quello musicale, coltivato con passione e dedizione, che l’ha portata – a soli 18 anni – a frequentare il primo anno dei corsi accademici presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano, con specializzazione in strumenti a percussione.

La scelta di anticipare la conclusione del percorso liceale nasce dal forte desiderio di seguire a pieno la propria vocazione musicale. Attualmente, Aurora è infatti iscritta contemporaneamente a due corsi accademici di primo livello: Batteria Jazz al Conservatorio Verdi di Milano e Strumenti a Percussione per la musica classica alla Civica Scuola di Musica Claudio Abbado.

Raggiungere un traguardo tanto impegnativo non è stato semplice, ma Aurora ha dimostrato una straordinaria tenacia e un impegno costante. Fondamentale, in questo percorso, è stato anche il supporto del suo tutor, il professor Corrado Maio, che l’ha accompagnata nell’organizzazione del carico scolastico e nella gestione delle sfide legate a un percorso di studi così intensivo e fuori dall’ordinario. Questo nell’ambito del percorsokairos” – abbreviazione del percorso liceale in quattro anni, per merito – attivato al don Bosco già dal 2022.

La storia di Aurora Biondi è quella di una giovane che ha saputo unire rigore classico e creatività musicale, dimostrando che con passione, disciplina e una guida attenta è possibile costruire un percorso scolastico personalizzato, capace di valorizzare i talenti e aprire le porte al futuro.

Complimenti ad Aurora ed ai docenti che l’hanno accompagnata in questo percorso.

 

Inaugurazione del percorso giubilare in Basilica Maria Ausiliatrice con il card. Artime

Domenica 27 luglio 2025 alle 9.30, presso il Santuario di Maria Ausiliatrice, designata come chiesa giubilare dal Cardinale Roberto Repole, il cardinale Angel Fernàndez Artime, Rettore Maggiore emerito e decimo successore di Don Bosco, ha inaugurato il «Percorso giubilare dei pellegrini di speranza, per ottenere e rendere effettiva la pratica dell’indulgenza».

Il percorso è illustrato da 7 pannelli, ognuno riguardante uno specifico momento.

Il primo è l’introduzione con le consegne principali per la partecipazione al percorso. Il secondo pannello riguarda la “preghiera del giubileo”, il terzo la professione di fede, il quarto la preghiera per il Santo Padre, il quinto l’affidamento a Maria, il sesto l’educazione eucaristica e infine il settimo il momento della misericordia e riconciliazione.

Il percorso è disponibile anche in INGLESE e FRANCESE al seguente link:

È possibile ricevere l’indulgenza e la grazia giub

È possibile ricevere l’indulgenza e la grazia giubilare fino al 28 dicembre una sola volta in una giornata per se stessi e una seconda volta per i defunti svolgendo le seguenti mansioni:

  • Compiendo il pellegrinaggio in Basilica e sostando almeno dieci minuti in adorazione eucaristica o in ascolto e meditazione della Parola di Dio;
  • Accostandosi ad un sacerdote per la confessione;
  • Partecipando alla celebrazione della Messa;
  • Invocando la Vergine Maria Ausiliatrice con l’Ave Maria e proclamando il Credo e la preghiera del Padre Nostro per il Papa.

Gli studenti del liceo Valsalice premiati al Mit di Boston: “Migliore auto a guida autonoma”

Da La Stampa.

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Otto studenti del liceo scientifico Valsalice sono arrivati primi al mondo a un concorso del Massachusetts Institute of Technology, una delle più importanti università di ricerca con sede negli Stati Uniti. Sono riusciti a costruire un modello di «macchinina» (una piccola automobile, di massimo 20 centimetri) a guida autonoma che è stata giudicata la migliore al mondo. Ora i ragazzi volano a casa soddisfatti.

Sono sette studenti di terza e uno di quarta, quasi tutti maschi a eccezione di una ragazza: sono i giovani studenti più appassionati di programmazione, che all’inizio dello scorso anno scolastico hanno deciso di iscriversi a un corso extra curricolare fermandosi due ore in più a settimana. L’obiettivo era programmare la migliore scheda per un modellino di automobile a guida autonoma: quella che consente di andare alla migliore velocità, di superare tutti gli ostacoli, di essere la più stabile. E così, dopo nove mesi di lavoro, il gruppo è volato a Boston e ha sfidato colleghi giapponesi e greci: era l’unica squadra italiana. Per poi affermarsi il migliore tra gli internazionali, e il terzo in podio in sfida anche con gli americani.

Non è la prima volta che il Valsalice tenta l’impresa, ma questa volta è andata a buon fine grazie all’impegno di tutti. A spingere verso l’obiettivo sono stati due professori di Fisica, Francesco Garino (responsabile del progetto) e Francesco Romano, insieme al docente di Storia e filosofia Sergio Sereno che, anche se insegna materie umanistiche, è molto competente in ambito ingegneristico. Ma oltre alla fatica, all’impegno e ai pomeriggi trascorsi a scuola, ciò che ci si porta a casa è

«l’orgoglio e l’onore di aver rappresentato l’Italia – come spiega il referente Garino – ma anche il clima meraviglioso che si è creato con gli altri studenti internazionali con cui ci siamo sfidati».