Il Metodo di studio a Casale Monferrato: “Per trovare il proprio posto nella scuola”

Il Metodo di studio secondo l’esperienza della realtà territoriale di Casale Monferrato coinvolta nel progetto Labs to Learn. Di seguito una breve descrizione e il video-intervista.

Le parole della Prof.ssa Valentina Rinaldi, docente di lettere presso l’Istituto Comprensivo Francesco Negri di Casale Monferrato, sottolineano l’importanza del progetto Labs to Learn dedicato al Metodo di studio all’interno della scuola di oggi.

Insegnante di italiano e coordinatrice della classe degli studenti di prima coinvolti nelle attività, in una breve intervista raccolta a pochi giorni dall’evento di presentazione del progetto alle famiglie, ricorda come la formazione continua dei docenti e l’attenzione verso le diverse forme di apprendimento dei ragazzi possano costituire la chiave giusta e necessaria per permettere agli studenti di crescere seguendo le proprie potenzialità e aiutando ognuno a trovare il posto giusto anche a scuola.

CFP Alessandria: la formazione professionale e San Giuseppe

I festeggiamenti per San Giuseppe al Centro di Formazione Professionale di Alessandria. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera a cura del Direttore del CFP Lidia Magrassi.

San Giuseppe è il patrono dei lavoratori e il CNOS-FAP è tra le Istituzioni Formative che in Piemonte si occupa di formare “onesti cittadini e buoni cristiani” come voleva Don Bosco, educando i giovani anche con la formazione al lavoro.

Ebbene il nostro Centro di Formazione Professionale, qui nella Casa Salesiana di Alessandria che è uno dei 13 del Piemonte e dei 60 in tutta Italia, ha pensato bene di sottolineare questa ricorrenza del 19 marzo con una funzione religioso presieduta da Don Luigi Compagnoni e con i ragazzi che in questa giornata erano di turno nei laboratori, unica attività ammessa dalle ultime restrizioni contenute nell’ultimo DPCM in materia di lotta al covid-19.

L’ha voluta sottolineare per ricordare tutti quelli che sono in difficoltà in questo periodo; per tutti gli allievi di tutti i settori professionali del CFP che si stanno sacrificando nella formazione a distanza tra mille difficoltà tecnologiche ed economiche, per frequentare in presenza nelle ore laboratoristi e per andare in stage; per tutti i formatori che ce la stanno mettendo tutta per non farli sentire lontani e per quelli che nei laboratori si stanno prodigando per rispettare le regole del distanziamento all’interno delle quali bisogna operare; per i datori di lavoro e i loro dipendenti che nonostante tutto continuano ad ospitare i nostri allievi in stage.

A tutti grazie!

Il Direttore del CFP
Lidia Magrassi

Don Bosco Borgomanero: Dantedì per il 25 marzo

In occasione dei 700 anni dalla morte del poeta, scrittore e politico italiano Dante Alighieri, i Licei del Collegio Don Bosco di Borgomanero presenteranno la pubblicazione: L’Inferno in cucina. A spasso per la Commedia in 25 ricette ed una serata on line (il 25 marzo) dove si presenteranno i piatti preparati con ricette trovate nell’Inferno di Dante, leggendo quei “passi” della Divida Commedia. Di seguito la notizia pubblicata il 20 marzo sul sito dell’opera a cura di Giovanni Compagnoli.

Il tema del libro è la descrizione di cosa succede quando s’incontrano un dantista e uno chef… Cosa accade quando la bellezza del nostro più grande poema si coniuga al gusto della nostra gloriosa tradizione culinaria? Che nascono tante gustose ricette “infernali”: dal Filetto di lonza in erbe di selva oscura al Bacio di dama galeotto, fino alla Seduzione di petit fours alla ruffiana.

L’Italia è patria di bellezza e di gusto, cultura e qualità della vita: l’una cosa non può esistere senza l’altra. Questo viaggio “gastronautico” nella Commedia di Dante nasce dall’esperienza del Liceo Classico e del Liceo Economico Sociale (indirizzo del Gusto) “Don Bosco” di Borgomanero (No), dove si sperimentano itinerari nuovi, che coniugano la cultura enogastronomica e la cultura umanistica. Perché oggi non basta saper cucinare, occorre saperlo raccontare: consapevoli che quando si assapora il cibo di un territorio, se ne assapora lo spirito. E lo stesso avviene quando ci si immerge in un’opera …tanto che proprio il prof. Matteo Leonardi (già autore di numerose pubblicazioni) ha svolto un’operazione di ricerca di gusti e di alimenti all’interno della Divina Commedia, cominciando dall’Inferno e scrivendo (con la sorella Sara, pastry chef) il libro L’Inferno in cucina. A spasso per la Commedia in 25 ricette.

Libro e ricette (curate dal prof. di “Gusto” Fabio Perna) verranno presentati on line il 25 marzo 2021, proprio nel Dantedì (700° anniversario della morte di Dante Alighieri), sul canale Youtube (e pagina facebook) del Don Bosco, dalle 21,15 .

Si invita a questo incontro e per altre info e curiosità, è possibile contattare direttamente il prof. Matteo Leonardi (matteo.leonardi@donboscoborgo.it .

Ci vediamo qui: https://www.youtube.com/channel/UC5kyBsdViKeB6G7p5u4K_Ig

La data del 25 marzo è quella che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia e per ciò nel 2020 – in questa giornata – si celebra per la prima volta il Dantedì, la giornata dedicata a Dante Alighieri recentemente istituita dal Governo. Il sommo Poeta è il simbolo della cultura e della lingua italiana, ricordarlo insieme sarà un modo per unire ancora di più il Paese in questo momento difficile, condividendo versi dal fascino senza tempo.

Comunità Harambée: 25 anni insieme

Esattamente 25 anni fa nasceva la Comunità Harambée: un alloggio socio assistenziale per minori in situazioni di disagio, un’opera salesiana che prende vita dal progetto di un gruppo di educatori provenienti dall’Oratorio don Bosco di Casale Monferrato. In occasione di tale anniversario, mercoledì 24 marzo alle ore 20.45 sarà possibile celebrare questo traguardo grazie al contributo video che sarà mandato online sul canale Youtube nella serata.

Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera salesiana di Casale Monferrato il 23 marzo 2021:

Una scommessa vinta, nata da un progetto di giovani Salesiani Cooperatori

Una casa per restituire futuro

25 anni di vita per la comunità educativa residenziale “Harambée” e i suoi servizi

CASALE – “Una casa per restituire futuro”: questo il titolo del Convegno che 5 anni fa celebrava il ventennale di Harambée e che continua a sintetizzare efficacemente l’essenza e la “mission” educativa di questa realtà, giunta quest’anno al suo 25° anno di attività.

Precisamente il 24 marzo 1996 gli ambienti della comunità aprivano ufficialmente i battenti, preceduti da un percorso di riflessione e di progettazione risalente al 1992, allorquando cinque giovani con esperienze di lavoro e di volontariato nelle comunità per minori cominciarono a condividere un desiderio con la famiglia salesiana di Casale: offrire un’opportunità educativa ai ragazzi con necessità di casa, con uno stile e un carisma specifico, quello salesiano, in linea col sistema preventivo e riproducendo lo stile di famiglia di Don Bosco.

Il sogno trovò concretezza nell’investimento dell’Ispettoria Salesiana del Piemonte per adeguare gli spazi dell’opera e per destinare risorse a ragazzi e ragazze marcatamente segnati da disagio e difficoltà relazionali. Supportata dall’allora incaricato di Oratorio, il gruppo originario dei cinque giovani, accomunati dalla promessa di Salesiani Cooperatori maturata in seno ai rispettivi vissuti in ambito oratoriano salesiano, mise mano al progetto educativo mentre venivano avviati i lavori di ristrutturazione degli ambienti, per trasformare i locali del vecchio istituto della scuola media che aveva chiuso i battenti da anni. Oltre alla struttura abitativa, rispondente alle caratteristiche necessarie per progettare una comunità residenziale, l’opera salesiana disponeva di una “marcia in più”, rappresentata dagli ampi spazi dell’Oratorio, che da sempre sono elemento importante e imprescindibile del carisma salesiano e del sistema preventivo, e che continuano ad essere una grande risorsa per i ragazzi delle comunità, soprattutto in questo periodo di pandemia.

Con l’inserimento in comunità della prima ragazzina ospite, nel luglio del ’96, l’attività prendeva ufficialmente l’avvio: ad oggi sono 149 i minori che hanno condiviso un tratto più o meno lungo della propria esistenza in seno alla comunità Harambée: “Sono volti, storie, ciascuno con le sue peculiarità – raccontano gli operatori che compongono l’équipe educativa, équipe che si è a sua volta trasformata in questi anni -. Una straordinaria ricchezza di vita, fatta di gioie, di fatiche, di scommesse vinte, ma anche di fallimenti, di delusione… Al centro, però, c’è sempre la relazione tra il ragazzo con il suo vissuto, spesso problematico, sofferto, e l’educatore, che si pone al suo fianco, pronto a mettersi in gioco, mantenendo un atteggiamento di fiducia”.

In questo senso i servizi di Harambée nascono attorno ad un bisogno, letto e rivisitato alla luce dell’esperienza educativa, nella fiducia di poter costruire qualcosa di buono, in un incastro di risorse e di competenze che cercano di prendere forma attraversando le storie e i sogni dei ragazzi.

Il trascorrere del tempo e le mutate condizioni sociali hanno trasformato i bisogni e le richieste dal punto di vista educativo: grazie anche alla preziosa esperienza maturata in questi anni di attività, l’équipe educativa è stata in grado progressivamente di diversificare e ampliare la propria offerta di servizi, rendendo così molto feconda la realtà di Harambée. Grazie anche ad un sapiente lavoro di rete, alla costruzione di solide collaborazioni con istituzioni, famiglie, agenzie educative, volontarie e al supporto costante della famiglia salesiana, locale e ispettoriale, i servizi ad oggi attivati attorno alla tutela e alla promozione del benessere dei minori e dei neomaggiorenni si sono arricchiti e diversificati.

OVER 18

Al raggiungimento della maggiore età, i ragazzi lasciano la comunità e sono accompagnati nella complicata fase di sgancio dall’equipe educativa, che stila un progetto educativo insieme all’ospite e al Servizio Sociale di riferimento, con l’obiettivo di concretizzare l’autonomia, quando non è possibile un ritorno in famiglia. Questo percorso è accompagnato e monitorato da uno o più educatori, a seconda delle esigenze.

GApp

Accanto alla storica comunità nasce nel 2015 un gruppo appartamento per ragazzi dai 16 ai 21 anni: in risposta agli emergenti bisogni di accoglienza del territorio, la comunità ha scelto di spendersi per offrire l’opportunità di avviamento alla vita autonoma e alla costruzione di un futuro possibile a giovani provenienti da terre lontane. Al loro arrivo, soli e spaventati, i giovani immigrati scoprono un paese nuovo e cercano di inserirsi in una nuova realtà: apprendimento della lingua, espletamento delle questioni burocratiche e stesura di un progetto di vita che, grazie a formazione e al lavoro, consenta loro di introdursi in una vita adulta con basi solide.

CEM – CENTRO EDUCATIVO MINORI

Il progetto del centro diurno nasce dalla constatazione di una richiesta, spesso pressante, di dare risposte ad un disagio diffuso e sfuggente, e si configura come preventivo del disagio. In una struttura adiacente la comunità, si accolgono nel tempo diurno (ore pomeridiane) fino a sei preadolescenti in età scolare provenienti dal territorio casalese e territori limitrofi. La relazione educativa che si instaura con loro comprende attività finalizzate allo svolgimento dei compiti scolastici, cura della persona, momenti di formazione umana, attività laboratoriali e ludiche, momenti di socializzazione esterna attraverso attività sportive e culturali. La stesura di un progetto educativo individualizzato e di gruppo detta obiettivi e tempi per il raggiungimento degli obiettivi, in un percorso dinamico e funzionale e attraverso verifiche intermedie. 

LUOGO NEUTRO E SOSTEGNO ALLA GENITORIALITÀ

In locali adiacenti alla comunità si offre la possibilità di svolgere incontri tra i minori e i familiari in un luogo protetto, chiaramente sotto la supervisione degli educatori ed avendo sempre come priorità la tutela dei minori.

PROGETTO FAMIGLIE AFFIDATARIE

Nell’ottica di suscitare e potenziare le reti di collaborazione con le comunità, gli educatori ricercano e sperimentano azioni di avvicinamento, con l’obiettivo di creare un gruppo di famiglie a supporto dell’attività educativa e disponibili ad eventuali affidi e adozioni.

PERCORSI EDUCATIVI TERRITORIALI PERSONALIZZATI

Servizi richiesti dal servizio sociale o da privati di supporto a  minori e alle loro famiglie che vivono sul territorio con obiettivi specifici e personalizzati rispetto ad alcune fragilità del percorso evolutivo.

CONSULENZA EDUCATIVA PER ENTI ED ASSOCIAZIONI

Forte dell’esperienza maturata in questo lungo e proficuo percorso educativo, Harambée offre il proprio know-how educativo e organizzativo ad enti e associazioni che operano nel settore dei servizi educativi per minori e famiglie.

PROGETTO BORSE LAVORO

Si tratta di progetti di attività lavorativa per minori ospiti della comunità o in autonomia abitativa. Col tempo si è costruita un’ampia rete di partner sul territorio con i quali Harambée collabora da anni.

Valdocco Shop: nuovi orari temporanei

Di seguito la comunicazione dei nuovi orari temporanei di Valdocco Shop.
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In questo periodo di zona rossa, abbiamo temporaneamente modificato gli orari di apertura della libreria.
  • MARTEDÌ 9.00 – 12.30
  • GIOVEDÌ 9.00 – 12.30
  • DOMENICA 9.00 – 12.30
Per non venire meno al servizio che regolarmente svolgiamo per le comunità e le case salesiane, se gli orari di apertura non sono compatibili con le vostre disponibilità, potete contattarci ai nostri recapiti e potremmo accordarci per lasciarvi il materiale di vostra necessità in portineria, o per eventuali spedizioni.
Il nostro numero di cellulare è 3240011066, la mail a cui scrivere è libreria@31gennaio.net
Vi ricordiamo che è sempre attivo il sito

Il terzo incontro del Community Lab a Casale Monferrato

Riflettere e condividere per educare – Terzo incontro Community Lab

Prosegue il percorso di riflessione e formazione per l’équipe educativa del don Bosco di Casale

CASALE (13 marzo 2021) – “Un episodio per te significativo in cui ritieni di aver educato qualcuno…”: ci eravamo lasciati con questo “compito a casa” affidato dall’équipe che ci accompagna nel percorso formativo relativo al progetto “Labs to learn”, al quale partecipiamo come comunità animatori del “Don Bosco” di Casale.

Ed è proprio dalla condivisione di questi vissuti che ha preso avvio il terzo appuntamento di questo interessante e proficuo cammino di formazione, gestito e coordinato sapientemente da Valentina, Emanuele e Martina. La modalità on line, seguendo le direttive imposte dalla normativa no-Covid , non ha compromesso la buona riuscita dell’incontro, al quale hanno preso parte il direttore dell’Opera Salesiana don Marco Durando e educatori ed animatori appartenenti a diverse generazioni, circostanza che ha contribuito alla ricchezza dello scambio e della condivisione.

Il confronto è avvenuto principalmente prendendo ispirazione dalle testimonianze che i partecipanti hanno voluto raccontare rispetto alle proprie esperienze educative, dalle quali sono emersi diversi spunti di riflessione che rivelano in buona sostanza quali e quanti significati ciascuno di noi attribuisca al termine educazione e quanto siamo disposti a metterci in gioco nella relazione educativa con gli altri, piccoli o grandi che siano.

In un secondo momento Valentina e Martina hanno suggerito l’utilizzo dello “SWOT”, una tecnica molto efficace per far emergere risorse e fatiche sia interne alla comunità che esterne. Anche in questa seconda fase la diversità di esperienze, dettate dalla molteplicità delle generazioni presenti, ha fatto sì che venissero espressi i più diversi punti di vista, con una molteplicità di “letture” della situazione attuale, sempre considerata alla luce del vissuto, che resta imprescindibile, ma in chiave di proiezione futura. Sullo sfondo resta chiaramente la considerazione del momento storico che si sta vivendo, che chiaramente impone una ridefinizione dell’azione educativa, che spesso non può più essere vissuta con tutte le caratteristiche del pre-pandemia (presenza, vicinanza stretta…), ma che sfida a cercare e trovare nuove modalità di prossimità per continuare a camminare a fianco dei bambini, ragazzi e giovani affidati alla nostra comunità.

L’Esame al giudizio dei maturandi – Il Salice

I ragazzi della redazione Il Salice hanno sottoposto un sondaggio in tutte le classi del Liceo salesiano di Valsalice dell’ultimo anno in merito allo svolgimento del nuovo Esame di Stato. Di seguito un estratto della notizia con riportate le prime due domande del sondaggio.

L’Esame al giudizio dei maturandi

a cura di Elena Battaglia, Beatrice Benadì, Silvia Bravi, Paula Carballo, Leonardo De Rosa, Agnese Donna, Beatrice Mattioli, Luciasole Melgara, Chiara Milone, Mariano Piazza, Diletta Pogliano, Giovanni Ricci, Giorgia Versino

Anche quest’anno, a seguito della pandemia mondiale, l’Esame di Stato si terrà diversamente da come prevede la tradizione: niente scritti, solo un esame orale in cui gli studenti potranno mostrare le loro conoscenze e capacità. I ragazzi hanno dovuto attendere parecchio prima di avere notizie sicure dell’esame che dovranno affrontare e dopo dubbi e preoccupazioni a metà febbraio sono venuti a conoscenza di quello che li attenderà. Noi del Salice ci siamo chiesti cosa davvero ne pensano e abbiamo sottoposto a tutti gli allievi del quinto anno un sondaggio con le domande più frequenti. Ecco i risultati

Domanda 1

A causa della diffusione della pandemia del Covid-19 la maggior parte delle ore scolastiche di quest’ultimo anno sono state svolte a distanza. La Dad ha permesso agli studenti di non perdere l’anno e soprattutto, come si può osservare dal grafico, è riuscita a garantire una preparazione discreta, per il 75%delle persone. La problematica nasce dal fatto che il 20% degli studenti si sente molto insicura e pone molti dubbio al riguardo della preparazione acquisita.

Domanda 2

In molti Paesi dell’Unione Europea la maturità è stata abolita e questa soluzione è stata condivisa dal70% degli studenti dell’ultimo anno di Valsalice, i quali vorrebbero verosimilmente che in Italia succedesse qualcosa di analogo. Il 30% di loro ritiene che non sia possibile valutare sufficientemente la preparazione sul programma scolastico in seguito alla Dad, mentre il 41% pensa che basti basarsi sulle valutazioni periodiche valutando il percorso dell’anno. I restanti studenti ritengono che l’Esame di Stato non debba essere eliminato poiché sancisce la fine del percorso liceale, rappresentando dunque qualcosa di significativo piuttosto che, come pensa solamente il 3% circa,  di essenziale.

La visita del Rettor Maggiore alla Crocetta

La visita del Rettor Maggiore presso l’Istituto Internazionale Don Bosco della Crocetta. Di seguito una sintesi della giornata da parter di Don Marek Chrzan.

Martedì 16 marzo, tutto il pomeriggio, il Rettor Maggiore Don Ángel Fernández Artime ha fatto visita alla comunità formatrice dell’Istituto Internazionale Don Bosco in Torino Crocetta. L’invito rivolto a Don Angel di venire a stare nella comunità di formazione specifica al sacerdozio di Torino, per un momento più lungo, aveva lo scopo di dare una conoscenza migliore al Rettor Maggiore di questa casa di formazione, in vista del ripensamento della formazione della nostra Congregazione in Europa.

Il Rettor Maggiore è venuto insieme con Don Francisco Santos Montero, un collaboratore del settore di formazione nella sede centrale a Roma, incaricato delle case di formazione in Europa.

Nel primo momento si è incontrato con il direttore, vicario e preside della facoltà di teologia. Poi ha partecipato al raduno dell’equipe di formazione e del Consiglio della casa e successivamente si è ritrovato con tutta la comunità. Dopo un saluto fraterno e la preghiera dei vespri, il Rettor Maggiore ha trasmesso un suo discorso sulle linee programmatiche del sessennio, dopodiché ha svolto un dialogo con la comunità rispondendo alle domande e dando puntualizzazioni su questa tappa di formazione.

Ultimo punto della visita, è stata la cena comunitaria di festa con una torta per il successore di Don Bosco presente nella nostra casa di formazione, non solo col cuore e il pensiero ma anche con una presenza fisica di una vivace animazione. Siamo convinti che questa visita ha approfondito la conoscenza di Don Angel della nostra comunità formatrice ma anche ha dato un’occasione di sentire la vicinanza paterna del nostro superiore generale alla vita e alla preoccupazione formativa dei giovani confratelli.

L’Oratorio Valdocco al quarto e ultimo incontro del Community Lab

Martedì 16 marzo il Gruppo Giovani e l’equipe educativa dell’oratorio Valdocco ha vissuto l’ultima tappa del Community lab condotto dagli amici di Gò!

Il 4° ed ultimo incontro interno al progetto Labs To Learn, guidato dai giovani professionisti di On! Impresa Sociale, si è svolto nella direzione della “condivisione di un sogno futuro”.

La domanda rimasta sullo sfondo, e rivolta a tutti i partecipanti e ripresa in conclusione infatti suona così: “cosa sogni per il tuo Oratorio da qui in avanti?”

Dopo un ricco approfondimento iniziale su “cosa è comunità”, ad opera di chi ci ha guidati, proprio perché questo “sogno di futuro” non fosse semplicemente ideale, ma mantenesse tono e contorni reali, divisi in due “stanze virtuali”, abbiamo potuto lavorare a gruppi sui “punti deboli” che il lavoro di analisi SWOT dell’appuntamento precedente ci ha permesso di individuare. La ricchezza del momento è stata proprio la ricerca di “soluzioni”, a questi punti deboli, che fossero il più possibile “comunitarie”
auspicio, desiderio, e impegno di chi di noi ha preso parte a questo bel cammino, è che il percorso fatto possa in qualche modo diventare patrimonio di tutti, e contribuire così a creare e a ricreare la Comunità oratoriana!

Gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente vogliamo dare! Ci affidiamo a don Bosco, per imparare a donare, fino all’ultimo respiro! E a fare eucarestia: a dire GRAZIE!

Istituto Salesiano San Domenico Savio – Scuola Media Bra: alcune news

Alcune news dalla Scuola Media Salesiana di Bra che hanno caratterizzato quest’ultimo periodo, come l’aula multifunzionale realizzata con il contributo della Fondazione CRC di Cuneo, il Maker Lab di Cucina e la testimonianza ai ragazzi di don Kenneth Nnadi, originario della Nigeria.

Laboratorio di manualità – (4 marzo 2021)

Quanto sia utile oggi esercitare i ragazzi alla manualità e quanto questa sia di loro gradimento, è ampiamente risaputo. Anche grazie alla nuova aula multifunzionale realizzata con il contributo della Fondazione CRC di Cuneo, si sono potenziate queste attività. Molti vorrebbero partecipare, ma non c’è posto per tutti. Allora a turno la prof.Cinzia Longo, insegnante di arte, dà spazio specialmente agli allievi di prima media. In questo periodo, prima della chiusura delle scuole, hanno realizzato un gigantesco cartellone raffigurante il cammino quaresimale. Figure e colori rappresentano le tappe di conversione proposte agli allievi della nostra scuola media: passare dalla chiusura in se stessi, all’apertura e alla connessione con chi ci sta attorno. Nell’attenzione e nella generosità soprattutto verso chi è in difficoltà ognuno può trovare il modo sicuro per propria realizzazione.

Maker Lab – Imparo Cucinando (4 marzo 2021)

Nel pomeriggio di Mercoledì 4 Marzo è stato avviato presso la nostra Casa Salesiana il Maker Lab di Cucina, che ha visto coinvolti ragazzi e ragazze della scuola secondaria di 1 grado della nostra Scuola media Salesiana e dell’Oratorio.
I ragazzi in questi incontri avranno la possibilitá di essere dei veri e propri Chef, di poter sperimentare, sviluppare e rafforzare le proprie conoscenze e competenze di base attraverso il metodo dell’imparare facendo.
Durante il laboratorio saranno previste alcune ore svolte in cucina presso il nostro Cnos Fap e verranno realizzati semplici prodotti di panetteria e pasticceria. In ogni modulo dopo l’esperienza pratica verrá dedicato del tempo per la riflessione sull’esperienza vissuta e sulle competenze acquisite.
I ragazzi saranno accompagnati in questo percorso da Davide Fadini e Giulia Navone, esperti del settore e dall’equipe educativa.

Un testimonial dalla Nigeria – (18 febbraio 2021)

Lunedì scorso gli allievi di terza media hanno avuto un’ottima occasione per conoscere meglio una nazione che stavano studiando in geografia. Conoscerla sui libri e conoscerla dal vivo andando sul posto o almeno incontrando una persona originaria di quel luogo è tutt’altra cosa. Certo più interessante e coinvolgente. Così è stato. E’ venuto a parlare alle due classi terze riunite nel grande salone della scuola don Kenneth Nnadi, originario della Nigeria sud orientale zona Ibo, una nazione che con i suoi 200 milioni di abitanti, e forse anche di più, detiene il primato del continente africano. Gli allievi avevano raccolto nei giorni precedenti varie domande, a cui don Kenneth ha risposto con una serie di immagini a lungo commentate.

In primo luogo ci ha presentato la bandiera: il verde per simboleggiare la sua terra fertile, il bianco per simboleggiare la pace; infatti non c’è il rosso perché la Nigeria è un paese pacifico che si è guadagnato l’indipendenza senza fare la guerra e spargere sangue. Lo stemma della Nigeria é composto da un’aquila che simboleggia la forza e due cavalli bianchi che simboleggiano la pace. Lo scudo contiene una “y” che rappresenta i due fiumi più importanti. L’arco dove è appoggiata l’aquila richiama i colori della bandiera nigeriana, invece il prato verde simboleggia la fertilità della terra con i fiori rossi tipici di quelle zone.

Questa grande nazione, bagnata dall’oceano Atlantico, è formata da 36 Stati. La lingua ufficiale è l’inglese perchè in passato è stata una colonia inglese. In molte scuole si usa la divisa per non rimarcare la distinzione tra ricchi e poveri. Per raggiungerle occorre camminare molte ore perché sono molto distanti dai villaggi. I ragazzi però vanno volentieri e si impegnano molto nello studio: per loro e per le loro famiglie rappresenta una risorsa per il futuro.

Don Kenneth, prima di essere don, era uno di loro. Ha compiuto gli studi superiori e quando ha incontrato i salesiani, arrivati in Nigeria negli anni 80’, ha deciso di diventare come loro. Come altri suoi compagni, é stato inviato in Italia per completare i suoi studi dopo l’ordinazione sacerdotale. Ed ora si trova nella casa salesiana di Bra dove segue in particolare la formazione spirituale degli allievi del centro di formazione professionale. Significativo questo scambio tra Piemonte e Nigeria, in andata con i primi missionari piemontesi che hanno impiantato Don Bosco in terra africana, e ora viceversa con i primi salesiani nigeriani che vengono in Italia per offrire risorse giovani all’ispettoria piemontese.

Gli allievi di Terza