Esercizi Spirituali MGS Giovani e MGS Plus

Nel weekend del 29 e 30 novembre si sono svolti gli Esercizi Spirituali dedicati ai giovani universitari e lavoratori, un appuntamento consueto che per la prima volta ha visto la partecipazione di due gruppi distinti in due diverse sedi:

  • Al Colle Don Bosco, presso la casa Zatti, si sono ritrovati i giovani nati tra il 2004 e il 2006. A guidare le meditazioni è stato don Giorgio Degiorgi SDB, che ha accompagnato i ragazzi in un percorso di riflessione e preghiera.

  • A Pianezza, nella cornice di Villa Lascaris (Via Lascaris 4), hanno invece partecipato i giovani nati tra il 1997 e il 2003. Qui la predicazione è stata affidata a don Cristian Besso SDB, che ha proposto spunti di spiritualità e vita cristiana per chi è già inserito nel mondo universitario e lavorativo.

Entrambi i gruppi hanno vissuto l’esperienza dalle 9.30 di sabato fino alle 17.00 di domenica, condividendo momenti di preghiera, meditazione e fraternità.

L’iniziativa ha rappresentato un’occasione preziosa di crescita spirituale e comunitaria.

Lettera dell’Ispettore – Novembre 2025

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di novembre 2025.

Valdocco, 30 novembre 2025
Prima Domenica di Avvento

A confratelli e laici corresponsabili
di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania,

Carissimi confratelli, carissime laiche e laici corresponsabili, un saluto cordiale a tutti/e voi, in questa fine di novembre 2025.

Siamo appena entrati nel nuovo anno liturgico e nel Tempo di Avvento. C’è un nuovo cammino di grazia che si apre davanti a noi. Un cammino lungo il quale il Signore vuole essere atteso, cercato, trovato, accolto, incontrato, ascoltato, seguito, imitato, amato fino alla fine!

Sappiamo bene che il tempo di Avvento chiede di coltivare gli atteggiamenti virtuosi della ricerca vigile, della fede viva, dell’attesa gioiosa. Vorrei fermarmi a riflettere brevemente su uno di questi atteggiamenti, quello della gioia, che è parte integrante della spiritualità cristiana ma anche della spiritualità salesiana.

Mi sembra utile proporre questa riflessione, perché la nostra vita talora viene appesantita da difficoltà personali, comunitarie, familiari, provenienti dalla nostra missione o anche dalle vicende spesso dolorose che il mondo vive. E la gioia rischia di venire meno, di capitolare, di essere rinviata a tempi migliori.

Nonostante ciò la gioia (o allegria) fin dalle origini è un ingrediente fondamentale dell’Oratorio di Valdocco. È Domenico Savio – sulla scorta di quanto imparato da Don Bosco – che nell’ottobre 1855 dice a Camillo Gavio, ragazzo quindicenne arrivato convalescente a Valdocco da Tortona, e che appariva un po’ malinconico e intimidito, ma anche profondo e disponibile a fare la volontà di Dio: Sappi che noi qui facciamo consistere la santità nello stare molto allegri. Noi procureremo soltanto di evitare il peccato, come un gran nemico che ci ruba la grazia di Dio e la pace del cuore; procureremo di adempiere esattamente i nostri doveri e frequentare le cose di pietà. Comincia fin d’oggi a scriverti per ricordo: Servite Domino in laetitia: serviamo il Signore in santa allegria (Memorie Biografiche V, 356).

L’allegria alla quale siamo invitati dall’insegnamento di Don Bosco non ha radici superficiali; non ignora i problemi e i mali del mondo. Ma ricorda che la comunione con Dio è l’unica condizione che può donare pace al nostro cuore, così assetato di gioia. E questo segreto Don Bosco ha voluto comunicarlo con insistenza a ragazzi, confratelli, laici impegnati nella comune missione, tanto da farlo diventare una caratteristica portante della spiritualità salesiana. Tale caratteristica viene fortemente ribadita dall’articolo 17 delle Costituzioni Salesiane, che si intitola Ottimismo e gioia. Esso recita così:

17. Il salesiano non si lascia scoraggiare dalle difficoltà, perché ha piena fiducia nel Padre: «Niente ti turbi», diceva Don Bosco. Ispirandosi all’umanesimo di san Francesco di Sales, crede nelle risorse naturali e soprannaturali dell’uomo, pur non ignorandone la debolezza. Coglie i valori del mondo e rifiuta di gemere sul proprio tempo: ritiene tutto ciò che è buono, specie se gradito ai giovani. Poiché annuncia la Buona Novella, è sempre lieto. Diffonde questa gioia e sa educare alla letizia della vita cristiana e al senso della festa: «Serviamo il Signore in santa allegria».

L’articolo 17 è chiaramente diretto ai salesiani consacrati, ma penso sia legittimo estenderne i destinatari a tutti coloro che lavorano e si riconoscono nel nome di Don Bosco. Non è un caso infatti che nella Carta d’Identità della Famiglia Salesiana, l’articolo 33 si intitoli: Ottimismo e gioia nella speranza. E che tale articolo risulti in qualche modo la ripresa e l’estensione dell’art. 17 delle Costituzioni salesiane.

Si legge tra l’altro nell’articolo 33: La gioia che proviamo quaggiù è un dono pasquale, anticipo della gioia piena di cui godremo nell’eternità. Don Bosco ha intercettato il desiderio di felicità presente nei giovani e ha declinato la loro gioia di vivere nei linguaggi dell’allegria, del cortile e della festa; ma non ha mai cessato di indicare Dio quale fonte della gioia vera. E più avanti: Alla scuola di Don Bosco l’appartenente alla Famiglia Salesiana coltiva dentro di sé alcuni atteggiamenti che favoriscono la gioia e la comunicano agli altri. 1. La fiducia nella vittoria del bene /…/. 2. L’apprezzamento dei valori umani /…/. 3. L’educazione alle gioie quotidiane…

Nonostante le difficoltà e le sofferenze che il quotidiano ci può riservare, non c’è dubbio che il nostro cuore nel profondo continui a desiderare la gioia; e vale lo stesso, certamente, per il cuore dei giovani. Sappiamo che solo il Signore Gesù può soddisfare la nostra sete di gioia e di infinito. Vi auguro perciò di vivere il tempo di Avvento come ricerca gioiosa del Signore, una ricerca costellata da piccole o grandi sorsate di gioia, attinte dal quotidiano; prima di giungere nuovamente alla celebrazione della pienezza sorgiva di Cristo, che si rivela nel mistero dell’Incarnazione.

Buon tempo di Avvento!

Con affetto in Don Bosco,
Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

“Le professioni non hanno un genere”: l’evento speciale sulle Pari Opportunità del CNOS-FAP Piemonte

In occasione della Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, il CNOS-FAP Piemonte ha organizzato Le professioni non hanno un genere!, un appuntamento speciale dedicato alle Pari Opportunità.

L’iniziativa, svoltasi nella mattinata di martedì 25 novembre 2025 presso il Teatro Grande Valdocco a Torino, ha riunito oltre 800 giovani ed Educatori dai vari centri CNOS-FAP del Piemonte, rappresentando un momento significativo di riflessione e confronto sul tema degli stereotipi di genere nel mondo del lavoro.

Costruire un futuro senza barriere

Condotto da Sonia Arnolfo e Fabio Tripaldi, Referenti Pari Opportunità e Formatori dei Centri CNOS-FAP di Bra e Savigliano, l’incontro ha posto al centro la necessità di superare pregiudizi e condizionamenti che ancora oggi limitano le scelte professionali di tanti giovani. È stato ribadito un messaggio chiaro: ogni giovane deve poter costruire il proprio futuro lavorativo senza vincoli legati al genere, ma guidato da passioni, talenti e competenze.

La giornata si è aperta con i saluti istituzionali di don Michele Molinar, Vicario Ispettoriale, e Antonella Bertarello del Settore Standard formativi e orientamento permanente di Regione Piemonte. A seguire, la proiezione di un video introduttivo al tema, realizzato dall’Ufficio Comunicazione dell’Ispettoria Salesiana del Piemonte.

A rendere l’evento ancora più intenso la partecipazione dell’Associazione Tedacà, che ha portato in scena lo spettacolo Donne”: un viaggio ironico e avventuroso nel ‘900 italiano per raccontare il percorso di emancipazione femminile nel nostro Paese. Un’opera potente e diretta, che ha saputo incantare e coinvolgere tutti i giovani presenti.

La premiazione dei ragazzi CNOS-FAP

La giornata si è conclusa con un momento di festa e riconoscimento: la premiazione dei ragazzi dei centri CNOS-FAP che hanno partecipato al contest fotografico dedicato al tema delle pari opportunità. Attraverso le loro immagini, i giovani hanno raccontato il proprio senso di equità e inclusione nel mondo del lavoro, offrendo spunti creativi e profondi.

A salire sul podio e a ricevere i buoni spesa del valore di 50€, 100€ e 350€ sono stati:

  • 1° posto: Emanuele Silvestri
  • 2° posto: Lucrezia Mirto
  • 3° posto: Davide Giacchino

Menzioni speciali anche per Nicolò Greco, Naomi Cenedese, Anas Bouqaroune, Beatrice Paschetta.

L’evento ha rappresentato non solo un’occasione di sensibilizzazione, ma anche un invito concreto ad agire insieme per costruire un futuro più equo e inclusivo.

 

Secondo incontro GxG: un weekend per riscoprire la Chiesa con il cuore

Durante il weekend del 22 e 23 Novembre un centinaio di giovani, provenienti da diverse realtà del territorio, si sono ritrovati a Valdocco per il secondo incontro dei Gruppi Ricerca GxG.

Tema del finesettimana “La Parola e i sacramenti come luoghi di crescita nel rapporto con Dio nella Chiesa: più cresce il mio rapporto con Dio più sento la Chiesa“.

Giorni intensi, fatti di esperienze, riflessioni e condivisione, incentrati sulla domanda:

Sono nella Chiesa in base alla profondità della mia vita cristiana: ci posso essere con il cuore o solo con il corpo?

Sabato: esperienze locali e relazioni che costruiscono

La giornata di sabato ha visto i ragazzi divisi per vivere due esperienze complementari:

  • I ragazzi si sono recati alla casa salesiana del Michele Rua, dove hanno incontrato la comunità locale per comprendere come ci si prende cura della Chiesa nella quotidianità.
  • Le ragazze, rimaste a Valdocco presso la sede delle Figlie di Maria Ausiliatrice, hanno partecipato a un percorso a tappe attraverso quattro stand tematici, ciascuno dedicato a una dimensione delle relazioni che aiutano a costruire la propria relazione con Cristo.

La serata ha riunito tutti i partecipanti per un gioco comunitario alle 21.00, seguito da una veglia di preghiera alle 22.00, prima del meritato riposo.

Domenica: sacramenti e appartenenza

Il giorno seguente, i giovani si sono ritrovati tutti insieme alla sede delle FMA per approfondire il senso di appartenenza alla Chiesa attraverso i sacramenti. Anche qui, il percorso si è articolato in quattro stand, animati dai novizi salesiani, che hanno accompagnato i ragazzi in una riflessione viva e coinvolgente.

La Santa Messa delle 12.00 ha rappresentato il culmine spirituale del weekend, seguita da un pranzo comunitario che ha chiuso l’incontro in un clima di gioia e fraternità.

Questo secondo appuntamento dei GxG ha confermato quanto sia prezioso offrire ai giovani spazi di ricerca autentica, dove la fede si intreccia con la vita, le relazioni e il desiderio di costruire una Chiesa vissuta con il cuore.

Savio Club al Colle Don Bosco: due giornate di gioia e spiritualità

Il 15 e 16 novembre 2025 il Colle Don Bosco ha accolto con entusiasmo il ritorno dei Savio Club, l’appuntamento dedicato ai ragazzi dalla prima alla terza media per scoprire e vivere il segreto della santità di Domenico Savio.

Sono stati due giorni intensi e ricchi di esperienze, che hanno visto la partecipazione di numerosi gruppi provenienti da diverse realtà del Piemonte e della Valle d’Aosta.

Il filo conduttore è stato l’invito di Domenico Savio: Domenico Savio viveva così, e noi?. Una domanda che ha accompagnato i ragazzi nelle attività, stimolandoli a riconoscere Dio come compagno di vita e a mettersi in gioco con coraggio e gioia.

La giornata si è aperta con gli arrivi alle 9.30 e l’inizio delle attività poco dopo, tra dinamiche di gruppo e spazi di riflessione. Nel pomeriggio, il momento centrale è stato la celebrazione della Santa Messa alle 16.00, vissuta con grande partecipazione e raccoglimento. La conclusione alle 17.00 ha lasciato nei ragazzi il desiderio di portare a casa non solo ricordi, ma anche impegni concreti per la loro crescita spirituale.

Il clima di festa, la disponibilità degli animatori e l’accoglienza del Colle Don Bosco hanno reso queste giornate un’occasione preziosa per crescere insieme, rafforzando il legame tra fede, amicizia e gioco.

156° Mandato missionario nel 150° anniversario della Prima Spedizione Missionaria Salesiana

Da infoANS.

***

Nel pomeriggio di martedì 11 novembre 2025, nella Basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, cuore pulsante del carisma di Don Bosco, si è svolta la celebrazione del mandato missionario dei Salesiani di Don Bosco (SDB) e delle Figlie di Maria Ausiliatrice (FMA), in occasione del 150° anniversario della Prima Spedizione Missionaria Salesiana.

La celebrazione eucaristica, presieduta dal Rettor Maggiore, Don Fabio Attard, e concelebrata da vari consiglieri generali, numerosi missionari, Ispettori e Delegati Ispettoriali per l’Animazione Missionaria (DIAM), ha visto anche la presenza della Superiora Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre  Chiara Cazzuola, accompagnata da alcune delle sue Consigliere e una rapppresentanza di suore FMA, segno di una comunione viva e missionaria tra le due famiglie religiose.

Un ricordo che diventa missione

Nella sua introduzione alla celebrazione, don Michele Viviano, Rettore della Basilica, ha rievocato con emozione la sera dell’11 novembre 1875, quando Don Bosco salutò i primi dieci missionari in partenza per l’Argentina: “Chi sa che questa partenza e questo poco non siano come un seme da cui abbia a sorgere una grande pianta?”, diceva Don Bosco tra le lacrime e la speranza.

Oggi, dopo 150 anni – ha proseguito don Viviano – vogliamo ringraziare, ripensare e rilanciare”:

  • Ringraziare per i 10.700 missionari che, in questo secolo e mezzo, hanno portato il carisma salesiano in 137 Paesi del mondo;
  • Ripensare la missione in contesti multireligiosi e secolarizzati;
  • Rilanciare uno zelo missionario rinnovato, vicino ai giovani poveri e a chi ha perso il senso della vita.

“E come allora — ha concluso — anche oggi risuona l’‘inde gloria mea’: da qui la mia gloria! — la gloria di Maria Ausiliatrice, la gloria di Dio, la gloria di Don Bosco e delle sue Congregazioni”.

“Siamo servi inutili”: l’invito del Vangelo a radicarsi in Cristo

Nell’omelia, ispirata al Vangelo di Luca 17, 7‑10 (“Siamo servi inutili, abbiamo fatto quanto dovevamo fare”), Don Attard ha collegato quel momento di 150 anni fa al mandato di oggi, offrendo tre chiavi di lettura spirituale:

  1. La centralità di Cristo – “Don Bosco non inviava funzionari o amministratori, ma apostoli. Tutto nasce e trova senso solo in Cristo: senza di Lui non possiamo fare nulla, ma con Lui possiamo tutto”
  2. La Fedeltà al carisma – “Conoscere Don Bosco e viverne lo spirito significa lasciarsi plasmare dall’amore educativo, dalla fraternità e dall’allegria evangelica che rendono credibile la missione”.
  3. Servizio ai poveri – “Servire i poveri significa scegliere la povertà evangelica come via di libertà e autenticità; solo una comunità povera e sobria diventa Vangelo vivo”

Ha poi concluso: “Il Signore ci doni la forza del suo Spirito perché, come Don Bosco, viviamo e trasmettiamo la bellezza del Vangelo, radicati in Cristo, fedeli al carisma e servi dei poveri”.

Consegne delle croci missionarie

Dopo l’omelia, il Consigliere Generale per le Missioni, don Jorge Crisafulli, si è avvicinato all’ambone per proclamare i nomi dei nuovi missionari SDB della 156ª spedizione SDB. Uno dopo l’altro, ciascun missionario si è alzato, ha pronunciato con emozione il suo “Eccomi!”, e si è avvicinato all’altare.

Subito dopo, la Consigliera Generale per le Missioni delle FMA, suor Ruth del Pilar Mora Velazco, ha letto i nomi delle nuove missionarie FMA della 148ª spedizione SDB, anch’esse salutate da un corale “Eccomi!” di fiducia e disponibilità.

Il momento più toccante è stato quello della consegna delle croci missionarie: il Rettor Maggiore ha posto al collo dei Salesiani partenti la croce missionaria, mentre la Madre Generale, Madre Chiara Cazzuola, ha posto al collo delle Figlie di Maria Ausiliatrice la croce missionaria, segno di unità nella stessa chiamata missionaria e nella consacrazione ad vitam.

I missionari SDB della 156ª spedizione

Tra le nuove destinazioni figurano Bangladesh, Mozambico, Brasile, Mongolia, Grecia, Turchia, Romania, Thailandia e altri Paesi. Accanto a loro, hanno rinnovato il mandato alcuni missionari di precedenti spedizioni, già operanti in diverse regioni del mondo.

Le missionarie FMA della 148ª spedizione

Provenienti da Vietnam, India, Corea del Sud e Italia, le nuove missionarie FMA partono per le comunità che le attendono in vari continenti, per essere segno di consolazione, fiducia e speranza evangelica tra i giovani.

Un mandato nel segno della gratitudine

La celebrazione si è conclusa con un sentito ringraziamento pronunciato da uno dei missionari a nome di tutti i partenti, che ha espresso gratitudine al Signore, alla Famiglia Salesiana e a coloro che accompagnano e sostengono la missione con la preghiera.

Al termine della Messa, i nuovi missionari SDB e FMA, insieme ai superiori, si sono recati in silenzio e preghiera adavanti alla tomba di Don Bosco, per affidargli la loro missione e chiedere la sua paterna benedizione. Lì, tra raccoglimento e canti, hanno elevato una breve preghiera per i giovani che li attendono in ogni parte del mondo e per tutti i missionari salesiani che li hanno preceduti. Il gesto si è concluso con una foto di gruppo, segno di comunione e continuità nella storia missionaria iniziata 150 anni fa proprio da quella stessa casa.

Davanti all’altare  di Maria Ausiliatrice e alla tomba di Don Bosco, Valdocco ha rinnovato ancora una volta il suo “sì” alla missione: un mandato che, da 150 anni, continua a far fiorire nel mondo la speranza evangelica e il sogno salesiano di essere “segni e portatori dell’amore di Dio ai giovani”.

Tornarono pieni di gioia: il cammino inizia dal Battesimo

La sera del 13 novembre, la Chiesa di Gesù Adolescente di Torino si è riempita di volti giovani e di attese. È iniziato così il nuovo itinerario spirituale Tornarono pieni di gioia, un percorso di collaborazione tra gli Uffici di Pastorale Giovanile della Diocesi di Torino, i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice che vuole accompagnare i ragazzi lungo le tappe della vita di Gesù narrate da Luca.

Il primo incontro, guidato da don Giorgio Garrone, ha avuto come tema il Battesimo – Pregare da figli. Non una lezione, ma un invito: riscoprire la bellezza di sentirsi figli amati, chiamati a un dialogo semplice e confidente con il Padre.

Un cammino che continua

Questo è stato solo il primo passo di un percorso che ci accompagnerà fino alla primavera, prossima tappa il 18 dicembre con Gesù nella sinagoga di Nazareth – La Parola che si compie con suor Sara Perini.

Economia che include: storie e visioni dal primo incontro BCOC

Il 12 ottobre 2025, presso la Casa Ispettoriale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ha avuto inizio la prima tappa di “Buoni Cristiani Onesti Cittadini”, il percorso triennale nato per rispondere al desiderio dei giovani di riconoscere la propria responsabilità come cittadini cristiani, incoraggiare scelte ed azioni concrete da un punto di vista economico, ambientale e politico.

Tema di questo primo anno: “Economia e comunità” in cui i giovani sono stati invitati a inserirsi in un cammino già intrapreso da altri giovani in tutto il mondo, economisti, imprenditori e changemakers convocati in prima persona da Papa Francesco “per combattere la cultura dello scarto, per dare voce a chi non ne ha, per proporre nuovi stili di vita”.

L’incontro ha avuto inizio con il saluto dellIspettore Don Leonardo Mancini e il suo incoraggiamento a non essere indifferenti, ma a coltivare la relazione filiale per la storia, fraterna per l’oggi, paterna e materna per il futuro. Coltivare non l’impotenza, ma la speranza nel bene che ciascuno di noi può fare.

“Dalla globalizzazione dell’indifferenza si è passati alla globalizzazione dell’impotenza. Siamo consapevoli dei problemi ma immobili, silenziosi e tristi, perché ci sembra che non ci sia niente da fare. Invece la storia è devastata dai prepotenti, ma è salvata dagli umili, dai martiri, dai giusti.”

I giovani hanno riflettuto insieme sul “ri-animare l’economia” con la presenza di relatori che hanno condiviso esperienze, conoscenze e passioni per il bene comune. L’equipe ha presentato la sintesi dei passi fatti insieme ringraziando i giovani per la loro presenza nuova o a conclusione della triennalità del percorso.

Primo step: L’Economia di Francesco, la chiamata dei changemakers. Tiziana Ciampolini, formatrice ed esperta di innovazione trasformativa

Oggi la storia la fanno i giovani che hanno scelto di essere protagonisti attivi. Tiziana Ciampolini mostra questo attivismo incarnandolo nel proprio percorso di formazione e lavoro nell’ambito dell’economia sociale, sottolineando l’importanza di integrare relazioni, sostenibilità e impatto sociale nelle nuove forme di economia, in linea con i paradigmi europei.

Ha iniziato a parlarci di evoluzione della povertà e crisi economiche, illustrando, attraverso la propria esperienza e il lavoro con Caritas Italiana, come la povertà sia cambiata radicalmente a partire dalla crisi economica del 2008, coinvolgendo nuove categorie sociali e portando a una ridefinizione degli interventi sociali e delle politiche di contrasto alla vulnerabilità.

Prima del 2008, la povertà era associata principalmente a categorie marginali come ex detenuti o persone con dipendenze, mentre con la crisi economica sono emerse nuove forme di vulnerabilità che hanno coinvolto anche famiglie e persone precedentemente considerate ‘normali’.

Caritas Italiana, grazie all’ascolto diretto delle persone in difficoltà, ha rilevato i primi segnali di cambiamento nella morfologia della povertà e ha avviato una ricerca nazionale per comprendere meglio il fenomeno e anticipare le risposte sociali necessarie.

Dal 2005 al 2007, Tiziana Ciampolini e un gruppo ristretto hanno condotto una ricerca culminata nel libro ‘La città abbandonata‘, che anticipava la trasformazione della povertà e la necessità di coinvolgere le comunità locali nella prevenzione e nel sostegno. La crisi del 2008 ha confermato le intuizioni della ricerca, mostrando come le crisi economiche abbiano effetti profondi sulle crisi sociali e sulla vulnerabilità diffusa, richiedendo un cambiamento di paradigma nelle politiche di intervento.

Dopo la crisi, Tiziana Ciampolini ha approfondito gli studi in economia sociale, ispirandosi a Luigino Bruni e al paradigma dell’economia civile, che pone al centro le relazioni e il contesto sociale, superando il modello marginalista orientato solo al profitto. Il concetto di sostenibilità è stato ridefinito come attenzione agli effetti futuri delle scelte economiche e sociali, con la progettazione degli interventi orientata all’impatto e non solo al risultato immediato. Tiziana Ciampolini ha raccontato la creazione di fondazioni di comunità e di 85 imprese sociali nei Balcani, coinvolgendo 500 operatori in un percorso di formazione per passare dall’assistenza tradizionale a modelli di economia sociale, adattando gli interventi ai bisogni reali dei territori.

Dopo la pandemia, la scelta di tornare a Torino e di fondare un’organizzazione di economia sociale, gestendo un ristorante sociale e un gruppo di ricerca, con l’obiettivo di promuovere inclusione lavorativa e processi di sviluppo locale sostenibile.

Secondo step: Analisi dei trend sociali attuali

L’incontro è proseguito nel dialogo attraverso un lavoro di gruppo guidato da Tiziana Ciampolini, i partecipanti hanno identificato e discusso i principali trend che influenzano la società contemporanea, tra cui intelligenza artificiale, ecologia, migrazioni, crisi del lavoro, apatia politica e trasformazioni valoriali.

Intelligenza Artificiale e Lavoro

I giovani hanno riconosciuto l’ambivalenza dell’intelligenza artificiale, che può portare sia progresso che rischi di disoccupazione, sottolineando la necessità di adattarsi ai cambiamenti tecnologici e di sviluppare nuove competenze.

Ecologia e Sostenibilità

Il gruppo ha discusso l’importanza della transizione ecologica, evidenziando sia le opportunità di riduzione dell’impatto ambientale sia le difficoltà di accesso alle tecnologie sostenibili per le fasce più deboli della popolazione.

Migrazioni e Diversità

Le migrazioni sono state analizzate come fenomeno strutturale che contribuisce alla diversità delle società, con implicazioni sia positive che negative, e come risposta a guerre e crisi economiche.

Crisi del Lavoro e Valori

È emersa la percezione di precarietà lavorativa, apatia politica e crisi dei valori tradizionali, con una crescente attenzione alla salute mentale, all’inclusività e alla necessità di nuove forme di partecipazione sociale. Attraverso esercizi partecipativi, i gruppi hanno elaborato una visione condivisa di trasformazione per i prossimi anni, individuando azioni concrete come la creazione di associazioni giovanili, il superamento dell’individualismo e la promozione di una cittadinanza attiva e informata.

Esercizi di Visione

I partecipanti hanno utilizzato post-it e mappe per identificare eventi chiave del passato, presente e futuro, riflettendo sulle trasformazioni vissute e sulle prospettive di cambiamento a livello personale, comunitario e globale.

Proposte di Azione

Sono state avanzate proposte come la creazione di un’associazione giovanile con finalità educative, la costruzione di reti territoriali, la partecipazione politica e la promozione di luoghi fisici e digitali di confronto.

Ostacoli e Supporti

I gruppi hanno individuato ostacoli come la burocrazia, la mancanza di fondi e l’indifferenza, e supporti necessari come il sostegno statale, la cittadinanza attiva, le comunità locali e l’educazione.

Ruolo della Comunità

È stato sottolineato che il cambiamento parte dalla comunità e dalla creazione di luoghi di relazione, dove le idee possono trasformarsi in azioni concrete e durature.

Terzo step: Il sistema del credito. Una strada eticamente sostenibile. Andrea Limone, ex Presidente PerMicro

Andrea Limone ha presentato i principi della finanza etica e del microcredito, spiegando il funzionamento dei prestiti, il ruolo della fiducia e l’importanza dell’accompagnamento alle persone e alle imprese, con esempi pratici e dati sulle esperienze realizzate. Ha illustrato come la finanza etica si basi sulla trasparenza, sulla fiducia e sulla redistribuzione delle risorse, distinguendosi dalla finanza tradizionale per l’attenzione all’impatto sociale e alla sostenibilità. È stato spiegato il funzionamento del microcredito attraverso il calcolo del tasso di interesse, i costi amministrativi e il rischio di insolvenza, sottolineando che il microcredito si rivolge a chi non ha accesso al credito tradizionale e offre accompagnamento nella stesura del business plan e nella gestione dell’attività.

Andrea Limone ha condiviso dati concreti: 361 milioni di euro erogati, 6800 imprese finanziate e 35.700 famiglie sostenute, evidenziando l’importanza dell’accompagnamento e della consulenza durante tutto il percorso di finanziamento.

Il microcredito si fonda sulla fiducia personale e sulla conoscenza diretta delle persone, evitando garanzie reali e puntando sull’accompagnamento e sulla costruzione di relazioni di fiducia nel tempo.

Conclusioni

L’equipe ha chiuso l’incontro ringraziando i relatori e i partecipanti, sottolineando l’importanza di essere attori del cambiamento e anticipando i prossimi appuntamenti, che approfondiranno temi come l’economia circolare e la finanza sostenibile con nuovi ospiti: Nadia Lambiase, socia fondatrice di Mercato Circolare Società Benefit e Emanuele Mollo, responsabile filiale di Torino Banca Etica.

L’incontro è terminato con un momento di preghiera in cui è stato affidato il proprio impegno a essere cantieri di speranza per costruire altri modi di intendere l’economia, combattendo la cultura dello scarto e incoraggiando all’essere protagonisti della storia di oggi e di domani.

150 anni di speranza: la missione continua

Notizia a cura di Missioni Don Bosco.

***

L’11 novembre 2025 a Valdocco, il cuore vivo della spiritualità salesiana, si è rinnovato un gesto che ha cambiato la storia. Esattamente 150 anni fa, l’11 novembre 1875, Don Bosco annunciava la prima partenza missionaria verso l’Argentina dalla Basilica di Maria Ausiliatrice. Quell’abbraccio, carico di fede e commozione, segnava l’inizio di un’avventura che avrebbe portato la speranza salesiana fino agli angoli più remoti del mondo.

Quella partenza non fu solo un viaggio oltre l’oceano: fu l’espressione concreta del sogno di Don Bosco, che voleva portare ai giovani di ogni continente la possibilità di una vita piena, fondata sull’amore, sull’educazione e sulla fede. I dieci salesiani che lasciarono Torino diretti in Argentina erano giovani, pieni di entusiasmo, portavano con sé il metodo educativo del loro fondatore.

Da quel giorno, la missione salesiana si è diffusa fino a raggiungere 137 Paesi, diventando un’unica grande famiglia di educatori e missionari, impegnati a trasformare le periferie del mondo in luoghi di crescita e speranza.

Questo anniversario non è solo un traguardo da ricordare, ma un punto di partenza per guardare al futuro. In un secolo e mezzo di storia, le missioni salesiane hanno attraversato crisi, guerre, carestie e profondi mutamenti sociali. Eppure, non hanno mai smesso di incarnare l’intuizione del loro fondatore: garantire istruzione ed educazione ai giovani più vulnerabili, ma anche una comunità che li accompagni nella vita. Scuole, centri di formazione, oratori e parrocchie: ogni opera salesiana, in ogni parte del mondo, continua a scrivere questa straordinaria storia d’amore per i giovani.

11 novembre 2025: una nuova chiamata

Quest’anno, nello stesso giorno e nello stesso luogo dove tutto ebbe inizio, Valdocco è tornato a essere teatro di una nuova partenza missionaria salesiana, segno vivo di una storia che continua a generare speranza. Là dove Don Bosco sognava con i suoi ragazzi, riecheggeranno ancora parole di fede, di dono e di invio. È stato un momento di intensa commozione, in cui la Famiglia Salesiana di tutto il mondo si è unita simbolicamente attorno a quei giovani che oggi, come ieri, scelgono di rispondere “Sì” a Dio e ai giovani più poveri.

Durante la celebrazione della nuova spedizione missionaria (in diretta su YouTube), diciannove missionari hanno ricevuto la croce di cuoio, segno del loro mandato e simbolo della consegna che Don Bosco fece ai suoi primi partenti. Le loro destinazioni — Mongolia, Thailandia, Cambogia, Mozambico, Sud Sudan, Brasile e Cile — raccontano la vitalità e l’attualità del carisma salesiano, che continua a spingersi là dove ci sono giovani da amare, da educare, da far crescere nella fede. Ogni Paese rappresenta una sfida e una promessa: nuove terre di missione dove la presenza salesiana semina fraternità, educazione e speranza, costruendo ponti di pace e comunità vive.

Un video racconto per rivivere la prima missione in Argentina

Per celebrare questo grande anniversario, Missioni Don Bosco ha realizzato un video racconto dedicato alla prima partenza missionaria in Argentina e all’opera salesiana attuale nella prima terra di missione.

Il racconto, arricchito da immagini storiche, luoghi sacri della salesianità, paesaggi meravigliosi della Terra del Fuoco e testimonianze di salesiani, educatori, formatori e animatori, restituisce tutta la forza di quella partenza che ha dato origine a una missione mondiale. È un viaggio nel tempo e nello spirito, alla scoperta delle origini di un sogno che, da Torino, ha saputo attraversare culture e generazioni.

Un racconto che vuole accompagnare lo spettatore nel cuore del carisma salesiano. Un ponte tra passato e futuro: un modo per dire che il sogno di Don Bosco non si è mai fermato, ma continua a viaggiare, a parlare, a generare vita!

Cambia le parole, cambia il mondo: 850 giovani del Servizio Civile riflettono sul potere del linguaggio

Venerdì 7 novembre 2025, al Teatro Grande Valdocco di Torino, oltre 850 giovani del Servizio Civile Universale del Piemonte hanno partecipato all’incontro regionale “Cambia le parole, cambia il mondo. Linguaggi, propaganda e pace: voci per cambiare la narrazione”, promosso dal TESC – Tavolo Enti Servizio Civile in collaborazione con il Centro Studi Sereno Regis.

Una mattinata intensa di teatro, dialogo e partecipazione per riflettere sul potere delle parole e sulla responsabilità che ciascuno ha nel costruire – o nel decostruire – le narrazioni che abitano il nostro tempo.

L’evento, ideato e curato da Rosanna Todisco, ha invitato i giovani a interrogarsi sul linguaggio come strumento di pace, giustizia e inclusione, in un tempo segnato da guerre e disinformazione. L’incontro si è aperto con l’azione collettiva “Cambia le parole, cambia il mondo”: tre grandi pannelli hanno raccolto centinaia di parole riscritte dai partecipanti, trasformando termini di paura e divisione in parole di dialogo e speranza.

A seguire, lo spettacoloLe parole per (non) dirlo” della compagnia L’interezza non è il mio forte ha raccontato con ironia e profondità le trappole del linguaggio mediatico e politico. Il talkLe parole della pace”, condotto da Lavinia Bianchi (Università Roma Tre), con Abderrahmane Amajou (ActionAid Italia) e Fatima El Maliani (Prime CasArcobaleno), ha poi aperto un confronto intenso sul ruolo delle parole nella costruzione di una cultura di pace.

Nella parte finale, i giovani partecipanti hanno ideato slogan di contropropaganda, dando vita a una restituzione scenica collettiva che ha trasformato le loro voci in un unico messaggio corale: la pace comincia da come scegliamo di parlare.