Il terzo incontro di formazione sul nuovo Messale: lettura musicale

Martedì 03 novembre si è tenuto il terzo incontro di formazione per i Confratelli SDB dedicato alla lettura musicale del Messale Romano che entrerà in vigore la prima domenica di Avvento (29 novembre 2020). Per questo terzo appuntamento, l’intervento è stato a cura di don Maurizio Palazzo. Di seguito il video:

Incontro successivo:

  • Martedì 10 novembre: lettura liturgica (don Andrea Bozzolo)

Nel cuore del mondo, quando l’economia è davvero “di casa”!

Un sabato pomeriggio molto intenso in Zoom per il gruppo del nuovo percorso #nelcuoredelmondo 2020-2021. 

Le limitazioni imposte dalla formula online non hanno spaventato la 30ina di giovani partecipanti, che si è data come appuntamento questa occasione di formazione nel campo dell’economia. 

L’incontro, pensato in origine come un weekend, è stato concentrato nel solo pomeriggio di sabato 31 ottobre in due momenti: un primo momento dedicato ad una panoramica globale su temi e numeri circa l’abitare, la sanità, l’istruzione e l’alimentazione; un secondo momento centrato invece attorno all’intervento del dott. Ivan Vitali, storico amico del nostro itinerario, il cui curriculum richiederebbe una pagina a parte (https://www.scuoladieconomiacivile.it/ivan-vitali/).

La grande competenza del nostro ospite, unita alla sua cordialità e freschezza espositiva, molto vicina agli ascoltatori e capace di creare coinvolgimento ed interesse immediato, ha acceso l’attenzione su tantissime tematiche di attualità economica, tenendo sempre il discorso nel concreto dell’emergenza che stiamo vivendo (e continueremo a vivere) quanto alla gestione della “casa comune”.

Il gruppo è stato molto colpito dalla definizione di economia come scienza della felicità pubblica: il fondatore della Scuola di economia civile ci ha introdotti, infatti, in un mondo nel quale l’economia potrebbe non risultare un ostacolo alla giustizia o un’oscura variabile, bensì un utile e nobile strumento a beneficio di tutti, dove nessuna dimensione dell’umano è tagliata fuori.

Interventi come questi sono sempre un po’ come i fari della costa, luci che non devono mancare – specialmente in mezzo alle tenebre e alle tempeste – per salvare dal naufragio. 

L’attività missionaria è ancora valida oggi?

Per l’animazione missionaria, pubblichiamo il Cagliero 11 di questo mese, con l’intenzione di preghiera per novembre.

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Era giovedì 11 Novembre 1875 nella chiesa di Maria Ausiliatrice a Valdocco. Dopo il canto dei Vespri e del Magnificat, Don Bosco sale sul pulpito e traccia il programma apostolico dei partenti: iniziare con l’evangelizzazione degli emigrati italiani e puntare sull’evangelizzazione della Patagonia. Concluse con queste parole profetiche: “…chi sa che non sia questa partenza e questo poco come un seme da cui abbia a sorgere una grande pianta? Chi sa che non sia come un granellino di miglio o di senapa, che a poco a poco vada estendendosi e non abbia da produrre un gran bene?” Poi Don Bosco abbraccia a uno a uno i dieci missionari. A ciascuno è stata consegnata una copia dei “Ricordi ai Primi Missionari” che lui stesso aveva tracciato a matita sul taccuino di ritorno da un viaggio. Don Bosco accompagnò i missionari fino a Genova dove il 14 Novembre si imbarcarono sul piroscafo francese Savoie. Un testimone vide Don Bosco tutto rosso per lo sforzo di contenere le lacrime.

Questa scena, spesso romanzata, è rimasta nel nostro immaginario salesiano popolare. Ma rimangono anche le domande di molti: L’attività missionaria è ancora valida oggi? Non abbiamo abbastanza salesiani nemmeno per la nostra Ispettoria, perché mandarli come missionari in altri paesi? Poiché Dio vuole che tutti siano salvi, tutti hanno il diritto di conoscere Gesù Cristo. Quindi, la possibilità di conoscere Gesù deve essere resa concretamente disponibile a tutti. Infatti, tutti i discepoli sono esortati a predicare il Vangelo in ogni tempo e luogo (Mt 28,19-20), affinché tutti possano scoprire “le imperscrutabili ricchezze di Cristo” (Ef 3,8). Eppure, siamo tutti consapevoli che anche oggi, come in passato, molte persone non conoscono Gesù, né hanno la possibilità di conoscerlo o di accettarlo. Per questo più che mai, oggi la Chiesa è chiamata ad essere “in uscita”, con la stessa disponibilità ad ascoltare la voce dello Spirito e ad essere infiammata dallo stesso ardore e coraggio missionario che ha ispirato i missionari del passato (Redemptoris Missio 30; Evangelii Gaudium 24).

La nostra vocazione salesiana ci pone al centro della Chiesa (Cost. 6) “che è missionaria per sua stessa natura” perché “è inviata alle nazioni” (Ad Gentes 2). Don Bosco ha concepito il suo Oratorio con una prospettiva missionaria per i giovani poveri e abbandonati senza parrocchia. Animato dallo zelo missionario, ha lanciato altre iniziative: la tipografia, le Letture Cattoliche, il Bollettino Salesiano e ha fondato la Società Salesiana, le FMA, i Salesiani Cooperatori e l’ADMA. Infine, aprì una pagina completamente nuova nella vita della sua giovane Congregazione inviando i missionari salesiani nel 1875 e le FMA nel 1877. Don Bosco ha trasmesso questo ardore missionario alla sua famiglia religiosa. Così, il 19° e il 20° Capitolo Generale SDB hanno sottolineato che l ’esempio di Don Bosco indica che l’impegno missionario fa parte della natura e della finalità della nostra Congregazione (CG19, 178; CG20, 471). I missionari, quindi, non sono quelli che avanzano tra i tanti confratelli dell’Ispettoria. Né sono quelli che tratteniamo perché “qui abbiamo bisogno dei confratelli”. Il missionario salesiano è un confratello che risponde alla sua vocazione missionaria dentro la sua vocazione salesiana. Infatti, il nostro invio missionario ogni anno è l’espressione concreta della nostra fedeltà allo spirito e all’impegno missionario di Don Bosco!

Domande per la Riflessione e la Condivisione:

  • Perché l’attività missionaria è ancora valida oggi?

  • Perché la vocazione missionaria è una chiamata dentro la nostra comune vocazione salesiana?

D. Alfred Maravilla, SDB
Consigliere per le missioni

GENEROSITÀ MISSIONARIA
Nel 1920, esattamente cento anni fa, don Albera, secondo successore di Don Bosco scriveva una fervorosa lettera agli ispettori Salesiani d’Europa per esortare lo zelo missionario ad gentes. Già allora, sembrava avverarsi, scrive don Albera, un po’ per volta il magnifico sogno fatto da Don Bosco il 30 agosto 1883, nel quale l’angelico giovanetto Luigi Colle (morto due anni prima in odore di santità) gli fece vedere, in modo misterioso l’immensa mèsse che i Salesiani avrebbero dovuto raccogliere in avvenire. «Sono migliaia, e milioni di abitanti che attendono il vostro aiuto, che attendono la fede ». A questo si susseguirono altri sogni in cui il Santo dei giovani vedeva gradualmente i suoi Salesiani curarsi delle anime in ogni parte del mondo. Ma, continua don Albera, “mi esce purtroppo dal fondo del cuore il lamento del Divino Maestro: «Messis quidem multa, operarii autem pauci»”, ricorda notando la grande necessità di operai evangelici nella immensa messe delle opere salesiane.

Poi l’invito alla generosità missionaria: “Quanto maggiore è il numero dei Missionari che un’Ispettoria può inviare dovunque abbiamo Missioni; tanto più numerose e preclare saranno le vocazioni religiose che il Signore regalerà a quell’Ispettoria. — Non è una semplice affermazione retorica; è pensiero genuino del nostro Venerabile Padre.” Non è certo un messaggio del passato, ancora e di più oggi come Salesiani e membri della Famiglia Salesiana, dobbiamo credere a queste parole e non chiudere il nostro cuore alle esigenze di quelli che ci appaiono più lontani. “Il più bel monumento a Don Bosco, il più degno del suo gran cuore d’apostolo, non è dunque il Missionario, che col Crocifisso e col Vangelo in mano va a conquistare nuovi popoli alla religione e alla civiltà?”

DIO È VERAMENTE PRESENTE IN OGNI CULTURA
Sono cresciuto in una famiglia cristiana e in un ambiente misto dal punto di vista religioso e politico, che ha influenzato il destino dei giovani. Sono stato coinvolto nelle attività religiose della Chiesa e i miei impegni durante la scuola secondaria hanno cominciato a rivelare la chiamata missionaria che c’è in me. Mentre ascoltavo con l’aiuto del mio direttore spirituale, diventava più chiaro che il Signore mi chiamava con il cuore e da lontano. Da quel momento, qualsiasi desiderio che attraversava il mio cuore veniva percepito secondo lo zelo per la missione.

Come missionario salesiano in Cina, devo affrontare una cultura diversa dalla mia. Il dolore di comunicare in cinese minaccia il mio senso dell’umorismo. La struttura gerarchica della società che si fonda sui rapporti umani e sull’esercizio dell’autorità è un’altra sfida con cui mi scontro. Ciò significa che c’è il pericolo di misurare la dignità umana sulla base dello status sociale e dell’appartenenza razziale. Le giovani vocazioni provenienti da questo tipo di contesto soffrono di una fragilità vocazionale, poiché a volte è difficile trasformare queste realtà culturali in uno stile di vita religioso.

Venendo all’attuale situazione della Cina, ci sono ancora più tensioni sociali e le nostre comunità religiose vi rispondono con la preghiera e il discernimento, ma con grande cautela per non essere coinvolte in politiche di parte. Di fronte a questa realtà, la mia vita religiosa, soprattutto l’aspetto comunitario, è posta a dura prova. Recentemente, siamo stati colpiti dall’epidemia di Covid-19 che sta minacciando la vita umana e che ha messo fine a molte attività religiose e sociali. Tutti si muovono nella paura, nella paura dell’ignoto. Queste sfide stanno riscrivendo il racconto della mia vita missionaria e influenzano il modo in cui viviamo nella comunità. I giovani non vengono lasciati fuori. Si sentono limitati a vivere la loro esuberanza giovanile in modo gioioso. E guardando tutto questo, chiedo se il dito di Dio scrive in questo modo.

Nonostante tutto questo, mi guardo indietro e trovo ancora qualche motivo per essere gioioso. Ho imparato ad apprezzare la pluralità della vita che forma uno splendido mosaico dell’immagine di Dio e di come Egli si manifesta in ogni storia, in ogni evento. Dio è veramente presente in ogni cultura. Dio è presente nei giovani, non importa quanto piccola sia la sua voce. Io stesso l’ho sentito nella vita dei giovani con cui ho condiviso la mia vita in questo luogo. Questa è la mia gioia più profonda. Questa gioia che trovo tra i giovani è per me una forza in tutte le sfide. Offro queste sfide e queste gioie a Dio nella preghiera e le condivido con la comunità. Mentre nella preghiera Dio rivela la Sua volontà diretta, nella condivisione con la comunità rivela la sua volontà attraverso i confratelli.

Nelle mie ultime parole, i confratelli che stanno discernendo la vocazione missionaria stanno già ascoltando la voce di Gesù che chiama. Sono felici perché lo fanno con apertura e senza paura. Le difficoltà verranno per la loro strada, ma troveranno forza nell’unico e solo missionario di Dio – Gesù Cristo – nel quale condividiamo una sola missione per la salvezza dei giovani.

Nicolas Chibueze, missionario Salesiano in Cina

TESTIMONIANZA DI SANTITÀ MISSIONARIA SALESIANA

Don Pierluigi Cameroni SDB, Postulatore Generale per le Cause dei Santi

La Venerabile Mamma Margherita (1788-1856), segna con la sua la sua presenza femminile e materna il carisma salesiano fin dalle origini. La famiglia di Giovannino, scosso dalla sua situazione di orfano, poté godere del profondo amore di una madre, che consacrò totalmente la vita ai suoi figli, di una madre che fu per loro la prima e la più importante catechista; una donna che insegnò loro ad essere responsabili, lavoratori e onesti, caritatevoli con coloro che erano più poveri. Anche quando sarà a Valdocco aiuterà don Bosco nell’assistere i giovani poveri e senza famiglia, con l’affetto di una madre e la saggezza di una donna forte, educandoli a diventare buoni cristiani e onesti lavoratori.

 

Decreto Ristori, “Agorà scuole paritarie”: aiuti per didattica a distanza vadano a tutti gli studenti

Pubblichiamo di seguito il comunicato stampa di “Agorà della Parità” a fronte dei futuri interventi del Governo a favore delle scuole sulla didattica a distanza.

COMUNICATO STAMPA

DECRETO RISTORI, AGORÀ SCUOLE PARITARIE: AIUTI PER DIDATTICA A DISTANZA VADANO A TUTTI GLI STUDENTI

Gli 85 milioni stanziati nel Dl Ristori (art.30) e destinati all’acquisto di dispositivi digitali per la fruizione delle attività di didattica digitale integrata, da concedere in comodato d’uso alle studentesse e agli studenti meno abbienti, sono sicuramente un bel segnale per la scuola italiana, perché se vogliamo davvero garantire la ripartenza del nostro paese dobbiamo investire prima di tutto nei nostri ragazzi.

L’Agorà chiede che tale stanziamento sia destinato anche alle scuole paritarie, senza che ci sia bisogno di un apposito emendamento al Decreto definitivo, affinché venga garantita una vera parità di trattamento.

Ci preme inoltre evidenziare due temi per i quali chiediamo al Governo una particolare attenzione:

  • la riapertura delle scuole ha comportato significativi incrementi di costi per le scuole paritarie in termini di maggiori costi del personale, di adeguamento delle strutture alle regole del distanziamento e di pulizia e sanificazione giornaliera;
  • gli studenti diversamente abili sono quelli maggiormente in difficoltà nella scuola “costretta” al distanziamento. Sono più di 13.600 gli alunni con disabilità che frequentano le scuole paritarie. La legge 128/2013 e la successiva legge 107/2015 hanno previsto importanti misure di potenziamento dell’insegnamento di sostegno per gli alunni delle scuole statali, senza però alcun riferimento ai disabili frequentanti le scuole paritarie, operando così una grave disparità di trattamento, soprattutto con riferimento alla scuola secondaria.

Chiediamo che, con la legge di bilancio 2021:

  • l’ammontare dei contributi straordinari messi a disposizione dal DL Rilancio venga riproposto anche per il 2021 quale ristoro dei maggiori costi suddetti.
  • venga incrementato il fondo annuale già previsto per gli alunni con disabilità che frequentano le scuole paritarie, a partire dal 2021, di ulteriori 100 milioni di euro (per poter riconoscere circa 10.000 euro ad alunno con disabilità).

Roma, 29 ottobre 2020

Giancarlo Frare – Presidente nazionale AGeSC
Massimiliano Tonarini – Presidente nazionale CdO Opere Educative
Pietro Mellano – Presidente nazionale CNOS Scuola
Marilisa Miotti – Presidente nazionale CIOFS scuola
Giovanni Sanfilippo – Delegato nazionale per le Relazioni Istituzionali FAES
Virginia Kaladich – Presidente nazionale FIDAE
Luigi Morgano – Segretario Nazionale FISM
Vitangelo Denora – Delegato Fondazione GESUITI EDUCAZIONE

Il secondo incontro di formazione sul nuovo Messale: lettura antropologica

Martedì 27 ottobre si è tenuto il secondo incontro di formazione per i Confratelli SDB dedicato alla lettura antropologia del Messale Romano che entrerà in vigore la prima domenica di Avvento (29 novembre 2020). Per questo secondo appuntamento, l’intervento è stato a cura di don Cristian Besso. Di seguito il video:

Incontri successivi:

  • Martedì 3 novembre: lettura musicale (don Maurizio Palazzo)
  • Martedì 10 novembre: lettura liturgica (don Andrea Bozzolo)

Lettera Ispettoriale ai Direttori, confratelli e laici – 27 ottobre 2020

Si riporta di seguito la lettera ispettoriale a cura dell’Ispettore don Leonardo Mancini rivolta ai Direttori della Case Salesiani ICP, ai confratelli e ai laici in ruoli di responsabilità.

Carissimi,
un saluto cordiale e fraterno a tutti voi.

Come sapete in questi giorni si stanno rincorrendo DPCM e decreti regionali a causa dell’aggravamento della situazione relativa al covid. L’incidenza del virus sta tornando ad essere preoccupante ed a condizionare fortemente la nostra vita. A questo proposito informo chi ancora non lo sapesse che Don Pier Majnetti è ricoverato all’Ospedale Martini di Torino per polmonite da covid, e che a Valsalice tre sono i confratelli risultati positivi al tampone, anche se fondamentalmente asintomatici. Sentito per telefono domenica, Don Pier è sereno e assicura la sua preghiera per noi e per i giovani. A mia volta gli ho promesso che avrei invitato a pregare fraternamente per lui e per quanti altri – sdb, laici corresponsabili, giovani – in questo momento stanno soffrendo a causa del virus.

La realtà dei contagi ci spinge senz’altro verso una sempre maggiore prudenza ed alla necessità di modificare sia alcune modalità di vita comunitaria o famigliare, sia le modalità educative di insegnamento, formazione ed animazione; in alcuni casi l’obbligo della quarantena (quando si rileva la presenza di qualche contagiato in casa, nelle classi, nei corsi o nei gruppi); in altri casi l’impossibilità oggettiva di rimanere in presenza a causa della carenza di formatori, docenti e animatori (anch’essi talora bloccati a casa per isolamento fiduciario), ci impongono restrizioni dell’attività educativa, formativa e pastorale (oltre che della vita comunitaria o famigliare).

Accogliamo questo dato come realtà ineludibile alla quale adattarsi; ma realtà comunque da vivere con il senso di responsabilità che richiede ogni momento particolare della storia; momento che noi non possiamo non far coincidere con un kairòs, un tempo di salvezza, in cui Dio continua ad amare ed a parlare al suo popolo.

Proprio in forza di questa convinzione ritengo utile ricordare alcuni atteggiamenti/virtù interiori da ravvivare ed alcune modalità di lavoro da seguire in questo frangente così particolare.

– Atteggiamenti/virtù interiori da coltivare

  • Il primo atteggiamento che ritengo utile suggerire è la consapevolezza che Dio oggi continua ad operare; anzi, egli opera in modo tutto speciale in questo tempo di “crisi”, tempo di discernimento per eccellenza, occasione preziosa per riflettere su ciò che effettivamente conta nella vita. Il braccio del Signore non si è “accorciato”; viviamo semmai in condizione di esodo (con alcune sicurezze che vengono meno e la necessità di fidarsi di più), e lungo l’esodo il Signore prepara e purifica il suo popolo. Dio porta nell’aridità e solitudine del deserto per parlare al cuore dell’uomo; per trovare un cuore più disponibile al dialogo; cuore reso tale anche dal fatto che l’uomo sperimenta maggiormente la propria precarietà, la propria debolezza e creaturalità; ed incrina i propri sogni di grandezza.
  • Il secondo atteggiamento che suggerisco di rinvigorire è quello della speranza: non lasciamoci rubare la speranza, ripete Papa Francesco nella Evangelii Gaudium. Abbiamo una Buona Notizia da annunciare, e dobbiamo continuare ad annunciarla con ancora più forza, perché per noi questa è la perla preziosa, il tesoro scoperto nel campo per il quale – da credenti o consacrati – abbiamo venduto tutto. La speranza – oltre ad essere la virtù teologale per la quale desideriamo il regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo (cfr CCC 1817) – si collega direttamente ad un tratto tipico della nostra spiritualità, quello della gioia, dell’allegria: in tempi difficili questo tratto possiamo riformularlo ed adattarlo, ma non dimenticarlo. E dobbiamo cercare di comunicarlo fin dove è possibile, attraverso il sacramento della presenza in mezzo ai ragazzi.
  • Il terzo atteggiamento che sollecito me stesso e voi a vivere è quello dell’amore evangelico, della carità. Proprio domenica scorsa la liturgia della Parola ci ha ricordato la centralità indiscussa del comandamento dell’amore: siamo chiamati ad attivarci nella carità all’interno della comunità religiosa e della famiglia, come nella CEP, attraverso una serie di piccoli e grandi gesti che trasmettano, oltre alla nostra professionalità e solidarietà, anche la nostra vicinanza affettuosa, filiale, fraterna o paterna… a seconda degli interlocutori che abbiamo davanti. Da qui – non dalla paura (che pure è sentimento comprensibile in questi tempi), ma dalla carità! – deriva oggi la spinta alla prudenza. La prudenza oggi si caratterizza proprio come atto di carità verso gli altri, oltre che verso se stessi. Essere prudenti non significa azzerare le nostre relazioni ed iniziative comunitarie, familiari, formative o pastorali, ma credo che si possa tradurre col rendere tali iniziative maggiormente “sicure”, tutelando chi tra noi risulta essere più debole. Distanziamenti a refettorio, in chiesa, in classe o in laboratorio; uso della mascherina, lavaggio delle mani con gel igienizzante, ecc. sono tutti modi per aumentare la “sicurezza” e diminuire le probabilità di contagio; atti di prudenza e d’amore. Possiamo forse sentirci ed essere personalmente sani, forti e tranquilli; ma non dobbiamo rischiare di essere superficiali e di dimenticarci dei più deboli.

Due modalità di lavoro da seguire nell’attività educativo-pastorale

  • Chiedo di confrontarsi con il sottoscritto e/o con i delegati di ambito (FP, Scuola, Oratorio, ecc.) quando si ritiene di dover prendere decisioni che modificano in modo significativo le modalità ordinarie dell’ambiente educativo (a meno che tali decisioni non siano già richieste come obbligatorie dalle autorità civili): mi riferisco a chiusure, passaggi dell’attività educativa dall’operare in presenza all’operare con la dad/fad, ecc.. Molti già hanno chiesto tale confronto prima di procedere. Questo contatto ha un triplice obiettivo: informare; inserire il dato locale nel più ampio contesto ispettoriale, di zona o di ambito; avere l’opportunità di confrontarsi con situazioni analoghe che possono presentarsi in ispettoria e che perciò potrebbero ispirare soluzioni alternative.
  • Ricordo poi che nel decidere modifiche dell’assetto ordinario delle attività educative conviene tenere presente che assieme al ripensamento e alla riproposizione delle dimensioni culturale, formativa e ricreativa non possiamo dimenticare di ripensare e riproporre – seppur in forma rivisitata – anche la dimensione pastorale. La nostra missione è e rimane sempre educativo-pastorale.

Al momento questo è quanto desideravo comunicarvi; sono riflessioni che credo tutti stiamo facendo, ma mi premeva radunarle e consegnarvele. Il Signore vi e ci benedica, l’Ausiliatrice sia per tutti Madre e Maestra, Don Bosco sia sempre modello di passione educativa e pastorale.

Con grande affetto in Don Bosco

Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

Valdocco, 27 ottobre 2020

L’incontro online Parroci e Incaricati di oratorio con don Michele Roselli

Nella giornata di oggi, lunedì 26 ottobre, si  tenuto online, su Zoom, l’incontro di formazione per Parroci e Incaricati di oratorio dell’Ispettoria. La riflessione è stata guidata da don Michele Roselli, responsabile dell’ufficio catechistico della diocesi di Torino. Successivamente si è passati ad alcuni “cantieri” da presidiare tra consapevolezze pratiche, pandemia, e Direttorio per la Catechesi (DC) con  lavoro a gruppi per poi concludere con il dialogo e le domande in plenaria.

Il contributo di don Rossano Sala al tema della catechesi all’interno della realtà salesiana nel dialogo tra Oratori e Parrocchie:

Di seguito alcuni materiali utilizzati nell’incontro.

Il primo incontro di formazione sul nuovo Messale: le novità

Martedì 20 ottobre si è tenuto il primo incontro di formazione per i Confratelli SDB dedicato alle novità del Messale Romano che entrerà in vigore la prima domenica di Avvento (29 novembre 2020). Per questo primo appuntamento, l’intervento è stato a cura di don Cristian Besso. Di seguito il video:

Incontri successivi:

  • Martedì 27: lettura antropologica (don Cristian Besso)
  • Martedì 3 novembre: lettura musicale (don Maurizio Palazzo)
  • Martedì 10 novembre: lettura liturgica (don Andrea Bozzolo)

Avviato il progetto “LABS TO LEARN”

L’Associazione Giovanile Salesiana Per Il Territorio avvia il nuovo progetto “Labs to Learn“, un progetto finanziato dall’Impresa Sociale con i Bambini a valere sul bando del 2018 “Un passo avanti” e che si prefigge di contrastare la dispersione scolastica e prevenire la povertà educativa incrementando il numero dei giovani con difficoltà che assolvono l’obbligo scolastico, accedono alla formazione superiore e/o all’inserimento lavorativo, avviando un percorso di crescita personale secondo le proprie inclinazioni e aspirazioni. Il progetto è rivolto a circa 1140 minori e adolescenti tra gli 11 e i 17 anni e le rispettive famiglie, nelle città di Alessandria, Bra, Casale Monferrato, Vercelli e Torino.

Labs to Learn è un progetto ambizioso, perché si propone di validare modalità innovative e non convenzionali per favorire l’apprendimento, sviluppare le competenze trasversali, rinforzare le reti di prossimità, e concorrere alla costruzione di comunità educanti propositive e consapevoli. Il progetto muove dall’esperienza degli oratori e dei centri di formazione professionale salesiani per proporre un’alleanza educativa con gli altri enti della comunità, con l’obiettivo di sperimentare percorsi di inclusione non convenzionali.

La situazione contingente data dalla pandemia ha amplificato la sfida educativa già ricca di stimoli e densa di ostacoli.

Il progetto propone:

  • Metodo di Studio: percorsi di rinforzo del metodo di studio nelle classi 1° delle 9 scuole secondarie di I° grado partner;
  • Maker Lab: percorsi di integrazione alla didattica in orario scolastico e laboratori extrascolastici all’interno di spazi innovativi per l’apprendimento esperienziale allestiti negli Oratori (coding, game design, realtà virtuale, stampa 3D e l’imparare facendo);
  • Work Lab: percorsi di formazione e accompagnamento al lavoro destrutturati di 100 ore, progettati, gestiti e realizzati dai formatori della formazione professionale, dall’impresa, con un accompagnamento educativo dedicato;
  • Community Lab: percorsi di attivazione di comunità e generatività sociale per costruire reti di prossimità ed alleanze educative con gli enti del territorio, coinvolgendo i minori e le relative famiglie.

Nelle prossime settimane, le diverse azioni cominceranno a prendere forma, al fine di offrire ai nostri ragazzi maggiori occasioni per sperimentare se stessi e crescere insieme.

AM: il primo incontro “Nel cuore del mondo”

Domenica 11 ottobre ha avuto inizio il percorso Missionario dell’Ispettoria con il primo incontro “Nel cuore del mondo”, un pomeriggio esteso per fare conoscenza di gruppo vedendosi di persona e per prendere confidenza col cammino. Di seguito il racconto della giornata a cura di Michele Dettoni.

Il primo incontro del “Percorso nel Cuore del Mondo” è stato una sorpresa. Dopo mesi di relazioni online, giornate spese il più possibile tra le quattro mura di casa, un’estate in cui abbiamo osato un po’ di più ma che comunque ci ha impedito di concretizzare, per esempio, le missioni nel mondo a cui i giovani dell’anno scorso si erano tanto preparati, certo non ci aspettavamo un gruppo così numeroso di ragazze e ragazzi che quest’anno vogliono mettersi in gioco in un percorso che guarda al di là di casa propria, del proprio cortile, del proprio quartiere, città, Paese.

Viene allora da pensare che forse non basta un “lockdown” mondiale a fermare i sogni dei giovani. Forse li rallenta un po’, li costringe ad avere pazienza. Forse a volte si prova delusione perché abbiamo vent’anni e non vogliamo vederci spegnere le energie da un virus che chiude le porte agli abbracci, ai baci, ai viaggi nel mondo, ai tirocini in presenza, alle lezioni all’università, agli incontri in oratorio, alle serate in compagnia. Li rallenta ma non li ferma. Anzi, forse cresce il desiderio e si cercano strade nuove per uscire, feritoie attraverso cui qualcuno possa tenderci la mano e dirci di continuare a camminare. Perché il mondo è davvero di chi cammina, nonostante.

“Perché sono qui?”, “Quali parole esprimono le tue aspettative?”, “Quali sono le testimonianze missionarie che ti è capitato di ascoltare e che cosa ti hanno lasciato?”.

Porsi insieme domande, prima di cercare le risposte, è nello stile del corso e condividerle con gli altri è ingrediente fondamentale quando si cerca la verità di se stessi. I ragazzi ascoltano le testimonianze di chi in passato è partito per il Ghana, la Romania, la Lituania e di chi l’anno scorso, non potendo vivere l’esperienza missionaria, è stato capace di indossare con coraggio l’abito tanto faticoso quanto sorprendente in ciò che ha saputo regalare del #Lìdovesei. Perché, come ci ha ricordato don Luca durante la buonanotte, missione è prima di tutto flessibilità del cuore a frantumarsi e ricomporsi per rispondere a una chiamata, a un mandato che ti invita ad accendere un fuoco che ti brucia e ti scalda dentro. Se non hai un fuoco dentro non accenderai nessuno, anzi rischi anche di spegnere chi ha una piccola fiammella. E’ un fuoco che ti fa sentire il mondo come casa tua. Significa sentire quello che capita ai fratelli e alle sorelle nella propria carne. Chi fa questo percorso per essere nel cuore del mondo deve sentire il mondo nel suo cuore. Non farsi abitare dal mondo significa essere indifferenti, non arrabbiarsi di fronte a una ingiustizia, sentire ma non ascoltare le notizie di tutti i giorni.

Quando l’altro ti appartiene non ti lascia più e la fiammella cresce bruciando egoismi e comodità, alimentando l’amicizia sociale e l’impegno per la giustizia.

Buon inizio ai giovani che al primo incontro hanno permesso a quel fuocherello di accendersi, non resta che continuare a prendersene cura.