Lettera Ispettoriale ai Direttori, confratelli e laici – 27 ottobre 2020

Si riporta di seguito la lettera ispettoriale a cura dell’Ispettore don Leonardo Mancini rivolta ai Direttori della Case Salesiani ICP, ai confratelli e ai laici in ruoli di responsabilità.

Carissimi,
un saluto cordiale e fraterno a tutti voi.

Come sapete in questi giorni si stanno rincorrendo DPCM e decreti regionali a causa dell’aggravamento della situazione relativa al covid. L’incidenza del virus sta tornando ad essere preoccupante ed a condizionare fortemente la nostra vita. A questo proposito informo chi ancora non lo sapesse che Don Pier Majnetti è ricoverato all’Ospedale Martini di Torino per polmonite da covid, e che a Valsalice tre sono i confratelli risultati positivi al tampone, anche se fondamentalmente asintomatici. Sentito per telefono domenica, Don Pier è sereno e assicura la sua preghiera per noi e per i giovani. A mia volta gli ho promesso che avrei invitato a pregare fraternamente per lui e per quanti altri – sdb, laici corresponsabili, giovani – in questo momento stanno soffrendo a causa del virus.

La realtà dei contagi ci spinge senz’altro verso una sempre maggiore prudenza ed alla necessità di modificare sia alcune modalità di vita comunitaria o famigliare, sia le modalità educative di insegnamento, formazione ed animazione; in alcuni casi l’obbligo della quarantena (quando si rileva la presenza di qualche contagiato in casa, nelle classi, nei corsi o nei gruppi); in altri casi l’impossibilità oggettiva di rimanere in presenza a causa della carenza di formatori, docenti e animatori (anch’essi talora bloccati a casa per isolamento fiduciario), ci impongono restrizioni dell’attività educativa, formativa e pastorale (oltre che della vita comunitaria o famigliare).

Accogliamo questo dato come realtà ineludibile alla quale adattarsi; ma realtà comunque da vivere con il senso di responsabilità che richiede ogni momento particolare della storia; momento che noi non possiamo non far coincidere con un kairòs, un tempo di salvezza, in cui Dio continua ad amare ed a parlare al suo popolo.

Proprio in forza di questa convinzione ritengo utile ricordare alcuni atteggiamenti/virtù interiori da ravvivare ed alcune modalità di lavoro da seguire in questo frangente così particolare.

– Atteggiamenti/virtù interiori da coltivare

  • Il primo atteggiamento che ritengo utile suggerire è la consapevolezza che Dio oggi continua ad operare; anzi, egli opera in modo tutto speciale in questo tempo di “crisi”, tempo di discernimento per eccellenza, occasione preziosa per riflettere su ciò che effettivamente conta nella vita. Il braccio del Signore non si è “accorciato”; viviamo semmai in condizione di esodo (con alcune sicurezze che vengono meno e la necessità di fidarsi di più), e lungo l’esodo il Signore prepara e purifica il suo popolo. Dio porta nell’aridità e solitudine del deserto per parlare al cuore dell’uomo; per trovare un cuore più disponibile al dialogo; cuore reso tale anche dal fatto che l’uomo sperimenta maggiormente la propria precarietà, la propria debolezza e creaturalità; ed incrina i propri sogni di grandezza.
  • Il secondo atteggiamento che suggerisco di rinvigorire è quello della speranza: non lasciamoci rubare la speranza, ripete Papa Francesco nella Evangelii Gaudium. Abbiamo una Buona Notizia da annunciare, e dobbiamo continuare ad annunciarla con ancora più forza, perché per noi questa è la perla preziosa, il tesoro scoperto nel campo per il quale – da credenti o consacrati – abbiamo venduto tutto. La speranza – oltre ad essere la virtù teologale per la quale desideriamo il regno dei cieli e la vita eterna come nostra felicità, riponendo la nostra fiducia nelle promesse di Cristo e appoggiandoci non sulle nostre forze, ma sull’aiuto della grazia dello Spirito Santo (cfr CCC 1817) – si collega direttamente ad un tratto tipico della nostra spiritualità, quello della gioia, dell’allegria: in tempi difficili questo tratto possiamo riformularlo ed adattarlo, ma non dimenticarlo. E dobbiamo cercare di comunicarlo fin dove è possibile, attraverso il sacramento della presenza in mezzo ai ragazzi.
  • Il terzo atteggiamento che sollecito me stesso e voi a vivere è quello dell’amore evangelico, della carità. Proprio domenica scorsa la liturgia della Parola ci ha ricordato la centralità indiscussa del comandamento dell’amore: siamo chiamati ad attivarci nella carità all’interno della comunità religiosa e della famiglia, come nella CEP, attraverso una serie di piccoli e grandi gesti che trasmettano, oltre alla nostra professionalità e solidarietà, anche la nostra vicinanza affettuosa, filiale, fraterna o paterna… a seconda degli interlocutori che abbiamo davanti. Da qui – non dalla paura (che pure è sentimento comprensibile in questi tempi), ma dalla carità! – deriva oggi la spinta alla prudenza. La prudenza oggi si caratterizza proprio come atto di carità verso gli altri, oltre che verso se stessi. Essere prudenti non significa azzerare le nostre relazioni ed iniziative comunitarie, familiari, formative o pastorali, ma credo che si possa tradurre col rendere tali iniziative maggiormente “sicure”, tutelando chi tra noi risulta essere più debole. Distanziamenti a refettorio, in chiesa, in classe o in laboratorio; uso della mascherina, lavaggio delle mani con gel igienizzante, ecc. sono tutti modi per aumentare la “sicurezza” e diminuire le probabilità di contagio; atti di prudenza e d’amore. Possiamo forse sentirci ed essere personalmente sani, forti e tranquilli; ma non dobbiamo rischiare di essere superficiali e di dimenticarci dei più deboli.

Due modalità di lavoro da seguire nell’attività educativo-pastorale

  • Chiedo di confrontarsi con il sottoscritto e/o con i delegati di ambito (FP, Scuola, Oratorio, ecc.) quando si ritiene di dover prendere decisioni che modificano in modo significativo le modalità ordinarie dell’ambiente educativo (a meno che tali decisioni non siano già richieste come obbligatorie dalle autorità civili): mi riferisco a chiusure, passaggi dell’attività educativa dall’operare in presenza all’operare con la dad/fad, ecc.. Molti già hanno chiesto tale confronto prima di procedere. Questo contatto ha un triplice obiettivo: informare; inserire il dato locale nel più ampio contesto ispettoriale, di zona o di ambito; avere l’opportunità di confrontarsi con situazioni analoghe che possono presentarsi in ispettoria e che perciò potrebbero ispirare soluzioni alternative.
  • Ricordo poi che nel decidere modifiche dell’assetto ordinario delle attività educative conviene tenere presente che assieme al ripensamento e alla riproposizione delle dimensioni culturale, formativa e ricreativa non possiamo dimenticare di ripensare e riproporre – seppur in forma rivisitata – anche la dimensione pastorale. La nostra missione è e rimane sempre educativo-pastorale.

Al momento questo è quanto desideravo comunicarvi; sono riflessioni che credo tutti stiamo facendo, ma mi premeva radunarle e consegnarvele. Il Signore vi e ci benedica, l’Ausiliatrice sia per tutti Madre e Maestra, Don Bosco sia sempre modello di passione educativa e pastorale.

Con grande affetto in Don Bosco

Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

Valdocco, 27 ottobre 2020

L’incontro online Parroci e Incaricati di oratorio con don Michele Roselli

Nella giornata di oggi, lunedì 26 ottobre, si  tenuto online, su Zoom, l’incontro di formazione per Parroci e Incaricati di oratorio dell’Ispettoria. La riflessione è stata guidata da don Michele Roselli, responsabile dell’ufficio catechistico della diocesi di Torino. Successivamente si è passati ad alcuni “cantieri” da presidiare tra consapevolezze pratiche, pandemia, e Direttorio per la Catechesi (DC) con  lavoro a gruppi per poi concludere con il dialogo e le domande in plenaria.

Il contributo di don Rossano Sala al tema della catechesi all’interno della realtà salesiana nel dialogo tra Oratori e Parrocchie:

Di seguito alcuni materiali utilizzati nell’incontro.

Il primo incontro di formazione sul nuovo Messale: le novità

Martedì 20 ottobre si è tenuto il primo incontro di formazione per i Confratelli SDB dedicato alle novità del Messale Romano che entrerà in vigore la prima domenica di Avvento (29 novembre 2020). Per questo primo appuntamento, l’intervento è stato a cura di don Cristian Besso. Di seguito il video:

Incontri successivi:

  • Martedì 27: lettura antropologica (don Cristian Besso)
  • Martedì 3 novembre: lettura musicale (don Maurizio Palazzo)
  • Martedì 10 novembre: lettura liturgica (don Andrea Bozzolo)

Avviato il progetto “LABS TO LEARN”

L’Associazione Giovanile Salesiana Per Il Territorio avvia il nuovo progetto “Labs to Learn“, un progetto finanziato dall’Impresa Sociale con i Bambini a valere sul bando del 2018 “Un passo avanti” e che si prefigge di contrastare la dispersione scolastica e prevenire la povertà educativa incrementando il numero dei giovani con difficoltà che assolvono l’obbligo scolastico, accedono alla formazione superiore e/o all’inserimento lavorativo, avviando un percorso di crescita personale secondo le proprie inclinazioni e aspirazioni. Il progetto è rivolto a circa 1140 minori e adolescenti tra gli 11 e i 17 anni e le rispettive famiglie, nelle città di Alessandria, Bra, Casale Monferrato, Vercelli e Torino.

Labs to Learn è un progetto ambizioso, perché si propone di validare modalità innovative e non convenzionali per favorire l’apprendimento, sviluppare le competenze trasversali, rinforzare le reti di prossimità, e concorrere alla costruzione di comunità educanti propositive e consapevoli. Il progetto muove dall’esperienza degli oratori e dei centri di formazione professionale salesiani per proporre un’alleanza educativa con gli altri enti della comunità, con l’obiettivo di sperimentare percorsi di inclusione non convenzionali.

La situazione contingente data dalla pandemia ha amplificato la sfida educativa già ricca di stimoli e densa di ostacoli.

Il progetto propone:

  • Metodo di Studio: percorsi di rinforzo del metodo di studio nelle classi 1° delle 9 scuole secondarie di I° grado partner;
  • Maker Lab: percorsi di integrazione alla didattica in orario scolastico e laboratori extrascolastici all’interno di spazi innovativi per l’apprendimento esperienziale allestiti negli Oratori (coding, game design, realtà virtuale, stampa 3D e l’imparare facendo);
  • Work Lab: percorsi di formazione e accompagnamento al lavoro destrutturati di 100 ore, progettati, gestiti e realizzati dai formatori della formazione professionale, dall’impresa, con un accompagnamento educativo dedicato;
  • Community Lab: percorsi di attivazione di comunità e generatività sociale per costruire reti di prossimità ed alleanze educative con gli enti del territorio, coinvolgendo i minori e le relative famiglie.

Nelle prossime settimane, le diverse azioni cominceranno a prendere forma, al fine di offrire ai nostri ragazzi maggiori occasioni per sperimentare se stessi e crescere insieme.

AM: il primo incontro “Nel cuore del mondo”

Domenica 11 ottobre ha avuto inizio il percorso Missionario dell’Ispettoria con il primo incontro “Nel cuore del mondo”, un pomeriggio esteso per fare conoscenza di gruppo vedendosi di persona e per prendere confidenza col cammino. Di seguito il racconto della giornata a cura di Michele Dettoni.

Il primo incontro del “Percorso nel Cuore del Mondo” è stato una sorpresa. Dopo mesi di relazioni online, giornate spese il più possibile tra le quattro mura di casa, un’estate in cui abbiamo osato un po’ di più ma che comunque ci ha impedito di concretizzare, per esempio, le missioni nel mondo a cui i giovani dell’anno scorso si erano tanto preparati, certo non ci aspettavamo un gruppo così numeroso di ragazze e ragazzi che quest’anno vogliono mettersi in gioco in un percorso che guarda al di là di casa propria, del proprio cortile, del proprio quartiere, città, Paese.

Viene allora da pensare che forse non basta un “lockdown” mondiale a fermare i sogni dei giovani. Forse li rallenta un po’, li costringe ad avere pazienza. Forse a volte si prova delusione perché abbiamo vent’anni e non vogliamo vederci spegnere le energie da un virus che chiude le porte agli abbracci, ai baci, ai viaggi nel mondo, ai tirocini in presenza, alle lezioni all’università, agli incontri in oratorio, alle serate in compagnia. Li rallenta ma non li ferma. Anzi, forse cresce il desiderio e si cercano strade nuove per uscire, feritoie attraverso cui qualcuno possa tenderci la mano e dirci di continuare a camminare. Perché il mondo è davvero di chi cammina, nonostante.

“Perché sono qui?”, “Quali parole esprimono le tue aspettative?”, “Quali sono le testimonianze missionarie che ti è capitato di ascoltare e che cosa ti hanno lasciato?”.

Porsi insieme domande, prima di cercare le risposte, è nello stile del corso e condividerle con gli altri è ingrediente fondamentale quando si cerca la verità di se stessi. I ragazzi ascoltano le testimonianze di chi in passato è partito per il Ghana, la Romania, la Lituania e di chi l’anno scorso, non potendo vivere l’esperienza missionaria, è stato capace di indossare con coraggio l’abito tanto faticoso quanto sorprendente in ciò che ha saputo regalare del #Lìdovesei. Perché, come ci ha ricordato don Luca durante la buonanotte, missione è prima di tutto flessibilità del cuore a frantumarsi e ricomporsi per rispondere a una chiamata, a un mandato che ti invita ad accendere un fuoco che ti brucia e ti scalda dentro. Se non hai un fuoco dentro non accenderai nessuno, anzi rischi anche di spegnere chi ha una piccola fiammella. E’ un fuoco che ti fa sentire il mondo come casa tua. Significa sentire quello che capita ai fratelli e alle sorelle nella propria carne. Chi fa questo percorso per essere nel cuore del mondo deve sentire il mondo nel suo cuore. Non farsi abitare dal mondo significa essere indifferenti, non arrabbiarsi di fronte a una ingiustizia, sentire ma non ascoltare le notizie di tutti i giorni.

Quando l’altro ti appartiene non ti lascia più e la fiammella cresce bruciando egoismi e comodità, alimentando l’amicizia sociale e l’impegno per la giustizia.

Buon inizio ai giovani che al primo incontro hanno permesso a quel fuocherello di accendersi, non resta che continuare a prendersene cura.

Formazione sul nuovo Messale per i confratelli

Arriva il nuovo Messale Romano. La prima copia è stata presentata il 28 agosto a Papa Francesco dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che ha ricordato l’impegno di tanti nel migliorare il testo sotto il profilo teologico, pastorale e stilistico.

I vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta hanno stabilito che, per le loro diocesi, l’uso della terza edizione del Messale Romano entri in vigore la prima domenica di Avvento il 29 novembre 2020.

Per i confratelli SDB dell’Ispettoria ICP è previsto un ciclo di incontri di formazione per conoscere al meglio le novità del nuovo Messale.

Il 1° incontro di formazione per i Confratelli SDB si terrà questa sera, martedì 20 ottobre 2020 alle ore 18.00 a Valdocco presso la Sala Sangalli, a cura di don Cristian Besso.

Incontri successivi:

  • Martedì 27: lettura antropologica (don Cristian Besso)
  • Martedì 3 novembre: lettura musicale (don Maurizio Palazzo)
  • Martedì 10 novembre: lettura liturgica (don Andrea Bozzolo)

Ritiro trimestrale ispettoriale per i confratelli

Per sabato 21 novembre 2020 è previsto il ritiro trimestrale ispettoriale presso Valdocco. Di seguito tutte le informazioni utili.

Sig. Paolo Vaschetto SDB: “Don Paolo Albera e il contributo dei Salesiani della sua generazione per lo sviluppo e il consolidamento del Carisma salesiano”.

PROGRAMMA

  • ore 9.15 sala Sangalli, intervento del Sig. Paolo Vaschetto SDB
  • 11.30 Eucaristia in Basilica
  • 12.30 Pranzo
  • 14.00 in San Francesco di Sales don Cristian Besso presenta le chiavi di lettura del Museo “Casa don Bosco”.
    Divisione in gruppi e visita con gli accompagnatori al museo
  • 16.00 termine della visita e rientro nelle case.

Iscrizione entro il 10 novembre a segretario@salesianipiemonte.it

NB

I sacerdoti sono pregati di portare camice e stola bianca.
Tutti i confratelli sono pregati di portare la mascherina e di compilare la scheda di autocertificazione.

Importante segnalare:

  • quanti confratelli della comunità partecipano?
  • quanti si fermano a pranzo?
  • quanti partecipano alla visita?

Il primo incontro di “E se la fede avesse ragione” 2020/2021: LA SUPERBIA

Nella serata di ieri, giovedì 15 ottobre, è ripreso il cammino “E se la fede avesse ragione?” per l’anno 2020-2021, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice: sei incontri rivolti ai giovani per un percorso autentico di fede, organizzati in collaborazione con la Pastorale Giovanile Diocesana. In particolare, in questa nuova edizione, gli incontri sono incentrati sul tema “I Vizi Capitali: la bellezza della virtù e la bruttezza del peccato”. Per il primo incontro, la parola è andata a don Andrea Bozzolo, docente salesiano di Teologia Dogmatica.

Anche per i prossimi incontri, l’appuntamento sarà sempre presso la Basilica dalle ore 21.00 alle 22.30.

Prossimo appuntamento: giovedì 12 novembre 2020 sul tema dell’Accidia, condotto da don Luca Ramello.

Salesiani Novara: Il “Sì per sempre” di Antonio Carriero S.D.B.

Mercoledì 7 ottobre, presso l’Istituto San Lorenzo di Novara, ha avuto luogo la cerimonia della Professione Religiosa Perpetua del giovane Antonio Carriero. Di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera.

Mercoledì 7 ottobre è stato un giorno indimenticabile per la nostra scuola e soprattutto per la comunità salesiana. Antonio Carriero, attualmente impegnato nella scuola media e nell’oratorio, ha dato il suo “Sì per sempre”. Ciò vuol dire che tutta la sua vita dovrà essere dedicata a tutti i giovani del mondo, nessuno escluso. La celebrazione si è tenuta nel grande cortile delle medie del San Lorenzo, hanno partecipato tutti i 600 studenti di medie e liceo, con professori, confratelli e sacerdoti della Diocesi.

Ha presieduto la celebrazione Don Leonardo Mancini, nuovo ispettore dei salesiani di Piemonte-Valle d’Aosta e Lituania: al suo fianco, il nostro direttore Don Giorgio Degiorgi.

L’omelia di Don Leonardo è stato un momento emozionante, che non può non aver rafforzato e migliorato l’atmosfera della celebrazione, seguita dall’invocazione di tutti i santi, il momento più importante della giornata, dove, sdraiandosi, Antonio ha domandato l’aiuto del Cielo per proseguire il suo cammino.

Alle litanie ha fatto seguito la consegna della croce del Buon Pastore, che ogni salesiano “perpetuo” riceve come simbolo dell’Amore a cui è chiamato a conformarsi nella sua vita, quello del Pastore che ama e conosce il suo gregge.

Ora Antonio ha una grande responsabilità e un grande compito, quello di testimoniare la Fede nel Dio che lo ha fatto Suo per sempre, per trasmettere ai giovani, proprio come don Bosco, la gioia dell’essere una sola famiglia. Quello che ha pronunciato non è un “Sì” qualunque, ma il “Sì” più importante della sua vita, l’unico che conti, il sì di ogni giorno! E noi siamo stati tanto felici di esser lì con lui!

Buon cammino Antonio!!!!

Dalle Costituzioni dei Salesiani di don Bosco

Art. 62 – Segno particolare della presenza di Dio

La pratica dei consigli, vissuta nello spirito delle beatitudini, rende più convincente il nostro annuncio del Vangelo.

In un mondo tentato dall’ateismo e dall’idolatria del piacere, del possesso e del potere, il nostro modo di vivere testimonia, specialmente ai giovani, che Dio esiste e il suo amore può colmare una vita; e che il bisogno di amare, la spinta a possedere e la libertà di decidere della propria esistenza acquistano il loro senso supremo in Cristo salvatore.

Animazione Missionaria: la testimonianza di Piero Ramello arrivato in Pakistan

La vocazione missionaria. Dall‘Ispettoria ICP, ecco di seguito la testimonianza di Piero Ramello, arrivato il 2 ottobre scorso in Pakistan (nella città di Lahore) per dedicarsi alla missione.

Tutto è nato nel 2016. Il Rettor maggiore lancia ogni anno un appello missionario. Quello del 2016 mi ha fatto pensare: “Beh, se c’è bisogno, do la mia disponibilità”. Così ho iniziato il discernimento. Chi mi ha affiancato nella valutazione mi ha aiutato anzitutto a capire che una cosa è la semplice disponibilità; altro è una vocazione missionaria. Dopo un percorso piuttosto lungo ho risposto all’appello del Rettor Maggiore. La mia domanda è stata accolta, e sono stato destinato al Pakistan. Ho ricevuto il crocifisso nella centocinquantesima spedizione missionaria. Dopo il corso per missionari a Roma e l’esperienza dell’Irlanda per la lingua inglese, prolungata dal lockdown, ho dovuto attendere ancora diversi mesi per riuscire ad ottenere il visto. Tre giorni fa – il 2 ottobre 2020 – , finalmente, sono arrivato a Lahore. Sono impressionato dall’accoglienza e dalla gentilezza di tutti. So che tutte le lune di miele hanno una fine, ma non sono affatto spaventato da ciò che mi attende (compreso l’apprendimento della lingua Urdu).

Piero Ramello