L’ambiente giusto per apprendere: la rivoluzione degli spazi al Don Bosco – Borgomanero

Negli ultimi quattro anni, all’istituto Salesiano Don Bosco di Borgomanero (NO), ci sono state grandi innovazioni dal punto di vista degli ambienti e degli spazi didattici che sono stati analizzati e su cui è stata condotta una ricerca sul rapporto tra spazi educativi e processi d’apprendimento, a cura dei ricercatori de “Indire” (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa).

Ecco qui le parole di Matteo Leonardi, direttamente dalla casa di Novara:

In un ambiente bello e accogliente s’impara meglio. Non sempre la scuola appare consapevole del fatto che l’ambiente in cui gli studenti sono ospitati può essere di stimolo o di freno all’apprendimento. Gli studi psicologici e didattici hanno ampiamente dimostrato che il setting dove avviene il processo d’apprendimento è fondamentale per predisporre l’attenzione, stimolare l’interesse, veicolare il senso del bello e della cultura.

Le aule tradizionali sono state trasformate in ambienti d’apprendimento cooperativo e laboratoriale, riqualificandone l’estetica e la funzionalità. L’obiettivo è far sì che gli studenti si sentano a proprio agio, in un ambiente famigliare e bello che favorisca la loro attenzione e il loro coinvolgimento. Oltre alle lavagne multimediali e ai banchi modulari in isole, si è provveduto a tinteggiare i muri con colori gradevoli, spesso adornandoli di frasi celebri, fornendo arredi funzionali al lavoro cooperativo, distribuendo la biblioteca in scaffali nelle varie aule.

I ricercatori dell’Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), punto di riferimento per la didattica in Italia, che stanno conducendo una ricerca sul rapporto tra spazi educativi e processi d’apprendimento, hanno scelto di visitare il Don Bosco, incuriositi dalle sue numerose innovazioni e hanno particolarmente apprezzato, si legge nelle loro osservazioni:

cambiamento dell’organizzazione degli spazi della didattica avvenuto entro gli ultimi quattro anni, il sostegno ad una didattica innovativa, l’adozione di misure e interventi volti a promuovere il benessere scolastico della comunità e soprattutto lo sviluppo capillare e diffuso di questi elementi. Abbiamo riscontrato una particolare attenzione – continuano i ricercatori dell’Indire – alla relazione educativa e una voglia di mettersi in gioco e confrontarsi con situazioni nuove e diverse.

E si continua a lavorare. I lavori continuano a fervere nell’istituto: dal tetto fino a terra. La soletta del sottotetto è stata coibentata per minimizzare la dispersione termica, in una prospettiva di risparmio energetico; il salone della mensa, già trasformato in un open space e corredato di bar didattico, è stato ora dotato di un nuovo impianto audio/video, con la posa di un grande schermo a fondo sala.

Nell’ampio atrio d’ingresso, grazie alla generosità di un benefattore, è stato completamente rifatto il controsoffitto, migliorandone l’isolamento termo-acustico, dotandolo d’impianto audio e rifacendone l’illuminazione. La nuova illuminazione richiama la luce del mattino ed è studiata sulla base di una ricerca illuminotecnica che tiene conto delle interazioni fra la forme di illuminazione e il benessere psicofisico degli utenti. In prospettiva si stanno valutando possibili interventi migliorativi anche sulle vetrate d’ingresso.

Nel bello, si apprende meglio!