Quando la scuola dialoga con le aziende
L’edizione de La Stampa di Cuneo del 16 Luglio 2017 riporta un articolo sull’alternanza scuola lavoro e sul dialogo con le aziende:
L’alternanza tra lo studio e il lavoro fornisce a molti ragazzi un bagaglio culturale e professionale importante per il futuro Studenti dell’Enologica di Alba impegnati nei vigneti della scuola. (Alberto Prieri – La Stampa ed. Cuneo)
«Finalmente la scuola dialoga concretamente con le aziende». Il professor Giancarlo Cardone, referente degli stage al Cigna-Baruffi-Garelli di Mondovì, non ha mai tempo per fare tutto, ma crede nell’alternanza scuola-lavoro che, in provincia, coinvolge migliaia di ragazzi, quasi tutti quelli delle classi terze e quarte (in alcuni casi anche di seconda e quinta). La legge impone 200 ore nei licei, 400 negli istituti tecnici e professionali, una parte in classe come formazione o azienda simulata, il resto in imprese, studi professionali, enti pubblici. Obiettivo: creare uno stretto rapporto tra scuole e realtà produttive, così da passare «dalla teoria alla pratica». «La scuola contatta le aziende e orienta i ragazzi in base ai loro interessi, le industrie a volte fanno colloqui preliminari, poi si parte» riprende il professor Cardone. Alstom a Savigliano, Merlo a Cervasca, Bottero a Cuneo, Silvachimica a San Michele Mondovì, F.I. Automazione a Caramagna, Università di Torino, sono solo alcune delle realtà che accolgono studenti. Filippo Turco è al quarto anno del liceo Scienze applicate a Mondovì e ha passato tre settimane alla Federal Mogul di Mondovì: «Ho seguito il controllo dei materiali, le verifiche sulle pastiglie dei freni, i test nel laboratorio chimico e sono stato colpito dal lavoro di squadra tra i dipendenti». «Talvolta, aziende o enti locali diventano “committenti” – conclude Cardone -: per i comuni di Lisio, Battifollo e Viola i ragazzi analizzano le acque e progetteranno un impianto di fitodepurazione».
ALCUNI NUMERI. Al Cigna-Baruffi-Garelli sono oltre 300 gli studenti in alternanza, altrettanti al Guala di Bra, 432 al Grandis di Cuneo, 454 all’Arimondi-Eula di Savigliano (compresa la sede di Racconigi), 409 al Vallauri di Fossano, 130 all’Umberto I di Alba.
Qui gli stage di quinta si fanno a scuola, su campi e vigneti dell’istituto, anche per la vendemmia e la vinificazione delle uve. «Gli studenti sono impegnati in attività qualificanti, come la stampa 3D e la prototipazione in Alstom – spiega Paolo Cortese, dirigente del Vallauri a Fossano -. Qui, come in tutti gli altri istituti, la scuola ha completato la formazione per la sicurezza prima che i ragazzi entrassero negli stabilimenti». Quattordici quelli che, da tutti gli istituti superiori di Cuneo, hanno fatto stage nei vari uffici della Provincia. I docenti visitano le imprese, si confrontano con i tutor aziendali. «I nostri ragazzi scrivono un resoconto giornaliero sulla piattaforma web che abbiamo creato», dice la professoressa Ilaria Morra del Guala di Bra. «Il risultato dell’alternanza è quasi sempre positivo, molti vengono poi assunti – interviene Eliana Lerda, vicepreside al Grandis di Cuneo -. Il nostro istituto, primo in Italia, ha sottoscritto una convenzione con McDonald’s: due ragazze dell’indirizzo turistico saranno impegnate 120 ore all’Auchan».
Dal Pellico di Saluzzo (parte dell’Istituto Denina), chi frequenta il corso socio-sanitario lavora in case di riposo, asili nido, strutture per anziani o disabili.
Nei Cnos-Fap, i centri di formazione professionale dei Salesiani, alcuni allievi hanno fatto 550 ore perché assunti con contratto di apprendistato: a Bra, i meccanici hanno lavorato alla Bosch Car Service di Torino; a Saluzzo, quelli del corso in panificazione all’Albertengo panettoni di Pinerolo. I problemi a microfoni spenti: dirigenti e professori lamentano di dover fare «le nozze con i fichi secchi: il Ministero impone montagne di carte, km per visitare le aziende, ore per valutare i risultati senza dare sufficienti risorse».