Santuari in miniatura e fede in grande – Avvenire

La devozione a Maria attraverso la creatività dei santuari in miniatura. Di seguito l’articolo pubblicato su Avvenire da Marina Lomunno dedicato ai santuari mariani in miniatura realizzati dal cooperatore salesiano Gian Mario Regge. Tra i modellini costruiti, quello della Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino Valdocco.

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Santuari in miniatura e fede in grande
Da Oropa a Lourdes, così un appassionato torinese li ha riprodotti con materiali di recupero

Devozione a Maria e arte sacra, medicine per l’anima e non solo. Ne è convinto Gian Mario Regge che di malattie e di arte se ne intende. Medico chirurgo, specializzato in ostetricia e ginecologia e diplomato all’Accademia di Belle Arti di Vercelli, cooperatore salesiano, dagli anni ’80 è stimatissimo medico di base in Barriera di Milano, quartiere di Torino. Ma accanto alla dedizione per i suoi pazienti non ha mai abbandonato la passione per l’arte e la storia: e, accanto alla pit- tura, dal 2000 il riproduce miniature di monumenti architettonici in scala, con particolare attenzione ai santuari mariani.

Ogni plastico, costruito con cura certosina per i particolari, è realizzato con materiali poveri o di recupero come cartone, legno, sassi e fili di lana. E ad accrescere l’originalità dei manufatti, circa 40 tra chiese e monumenti, spiega la moglie Patrizia che ne condivide la passione come un’«assistente di bottega», è che i plastici sono scomponibili e «quando ci chiamano per qualche esposizione diventano scatole che stipiamo nella nostra auto». Abbiamo incontrato Patrizia e il marito medico artista nel santuario torinese di Nostra Signora della Salute, dove hanno allestito una mostra di plastici dei santuari mariani.

Tra i modelli esposti, oltre alla “Salute”, le Basiliche di Maria Ausiliatrice, Superga e Lourdes, il Duomo di Torino e anche la Cattedrale parigina di Notre Dame prima e dopo l’incendio.

E l’ultimo plastico, terminato prima di Natale, è quello del santuario di Oropa, a memoria della quinta Incoronazione della Madonna nera, celebrata la scorsa estate. Un rito che si ripete ogni 100 anni dal 30 agosto 1620 come voto per la fine della peste e carico di significato anche oggi in tempo di pandemia.

Perché tanto interesse per i santuari mariani?

«I miei genitori fin da piccolo mi hanno insegnato ad amare Maria e affidarmi a lei – spiega Regge – sono nato in provincia di Vercelli, dove la devozione alla Madonna Nera di Oropa è molto sentita e anche la mia famiglia ne è molto affezionata; inoltre con mia moglie siamo da sempre molto legati alla Madonna di Lourdes: già prima che nascesse nostro figlio Alessandro lo abbiamo affidato a lei e, dopo la sua nascita, ci siamo recati tutti al Santuario con la nonna, la madrina e il padrino».

Regge racconta che, da quando ha iniziato a costruire i plastici («dopo la visita ai santuari con foto, schizzi e anche l’ausilio di Google maps mi metto al lavoro: occorrono dai 4 ai 6 mesi per ogni miniatura») ha subito riscontrato grande interesse quando li collocava nella sala d’attesa del suo studio.

«E un anno fa ad inizio lockdown, quando ho esposto la riproduzione di Notre Dame ho notato la devozione e la fede dei miei pazienti alla Vergine quando si fermavano a vedere la cattedrale e a leggere la sua storia. E così ho pensato che poteva essere bello regalare loro in questo momento così difficile un percorso di fede attraverso la conoscenza dei santuari mariani. Per questo accetto volentieri quando ci chiamano nelle parrocchie: l’esposizione dei plastici non ha solo l’obbiettivo di far conoscere la storia dell’edificio ma anche che in quel Santuario si prega la Madre di Dio che lì ha compiuto prodigi, accoglie le nostre suppliche e ci ricambia con la sua presenza nei nostri cuori e non ci abbandona mai».