Suor Carla De Noni, la spia dei servizi segreti partigiani

Si riporta qui l’articolo a cura della redazione del Corriere di Torino del 18 marzo il quale tratta della storia di Suor Carla de Noni emersa grazie alla pubblicazione del libro “Resistenza Svelata” del giornalista-scrittore Daniele La Corte.

È la storia di una donna e di una religiosa che, pur con tutte le difficoltà di vestire la tonaca lotta per la libertà contro il nazifascismo stando al fianco dei partigiani: è la vicenda di Suor Carla De Noni (1910-1999), un vero e proprio agente segreto.

Emerge grazie alla penna del giornalista-scrittore ligure Daniele La Corte. L’avvincente storia della religiosa nata il 18 giugno 1910 tra le dolci pendici delle Precalpi Trevigiane nel  Comune di Ravine lago.

Una donna di fede che durante la seconda guerra mondiale ha saputo con grande coraggio fare scelta difficilissima, abbracciando la ad alcune consorelle e amici sacerdoti.

INTELLIGENCE INGLESE

Già staffetta partigiana, entrò a far parte del cosiddetto “Servizio X”: organizzazione di agenti segreti italiani collegata ai servizi inglesi, operativa dal febbraio 1944, in grado di coordinare informazioni e missioni dei “ribelli” operanti in più parti d’Italia ma prevalentemente tra la Liguria, Piemonte e Lombardia.

Le rischiosa imprese di Suor Carla ora emergono dal libro di La Corte, “resistenza svelata-l’agente segreto suor Carla de Noni” (Fusta Editore), che verrà presentato sabato 24 novembre nel paese natale della religiosa.

Ma chi era davvero suor Carla? Perché il suo ruolo nella Resistenza emerge solo ora?

“In realtà io avevo sentito parlare di questa suora straordinaria fin da bambino” confida La Corte, la cui madre era originaria di Villanova di Mondovì, piccolo paese in provincia di Cuneo dove dal Veneto finì la suora trevigiana insieme alle consorelle, a causa di “incomprensioni” con un sacerdote.

Però a Villanova di lei si parlava soprattutto a causa di un miracolo, avvenuto il 20 aprile del 1945, cinque giorni prima della Liberazione: il treno su cui viaggiava suor Carla venne colpito da un aereo americano.

La religiosa ne uscì sfigurata e per giorni lottò tra la vita e la morte.

A salvarla furono le preghiere della superiora Maria Virginia Lazzari.

Secondo i documenti della chiesa Cattolica risolutiva sarà l’invocazione a don Filippo Rinaldi, sacerdote salesiano, terzo successore di Giovanni Bosco, morto in onore di santità e poi beatificato da Papa Giovanni Paolo II.

Con immenso stupore dei medici che la davano ormai defunta, suor Carla, il cui volto era per metà sfigurato, guarì. L’osso mandibolare si ricostruì da sé e il miracolo venne ufficilamente riconosciuto dalla Chiesa.

LA MISSIONE IN TRENO

Pochi però sanno che suor Carla in quel treno viaggiava da agente segreto, per portare cibo, medicinali e preziose comunicazioni ai partigiani.

Si può dunque dire che fu vittima di “fuoco amico”.

A svelare il lato nascosto della vicenda è stato un altro eroe della Resistenza, Aldo Sacchetti, decorato al valor militare, scomparso pochi giorni fa a Carrara. Aveva 97 anni.

I suoi ricordi, raccolti in extremis, sono stati per La Corte un’autentica folgorazione, l’ultimo atto di una storia iniziata tanti anni prima, nel paese della mamma, dove Daniele allora bambino andava tutte le estati a trovare i nonni.

Sembra quasi che suor Carla abbia più volte tentato di inviare messaggi allo scrittore, facendogli incontrare a Villanova una professoressa autrice di un libretto.

In quell’opera però si parlava soprattutto degli aspetti religiosi della sua vita: la vocazione, il miracolo, il ruolo di madre superiora, la diffusione dell’Ordine in Romania. Non era il primo segnale: qualche anno prima c’era stato l’incontro con una rivista speciale, in un mercatino dell’antiquariato.

LA SCOPERTA

Sfogliavo una vecchia Domenica del Corriere e ho visto la tavola in cui era descritto l’evento miracoloso. Il treno, la suora sfigurata che si vedeva e non si vedeva: era lei! “. Raccontare la sua storia è diventata una necessità, un dovere nei confronti di una donna eccezionale che va ricordata a tutto tondo.

Il romanzo storico segue il percorso di Suor Carla (all’anagrafe Caterina Giuseppina detta Ninetta) da Revine a Mondovì, attraversando gli anni bui della Grande Guerra, l’impatto con la morte, la povertà l’ingresso in convento nel 1927 sulle orme del fratello Giacomo già sacerdote, i diplomi per diventare insegnante ed infermiera, i voti nella congregazione delle Servite prima, passando nel 1940 a vestire l’abito delle Suore Missionarie della Passione di Gesù, istituto fondato da Virginia Lazzari.

Fu con la superiora Madre Virginia che suor Carla operò a Villanova e nel vicino Santuario di Santa Lucia: una svolta importante nella sua vita poiché, proprio nel Santuario, suor Carla cominciò ad accogliere, nascondere, rifocillare e aiutare i primi partigiani collaborando con alcuni preti antifascisti, rischiando la vita.

DON BRUNO

Fondamentale fu l’incontro con il prete combattente don Bruno.

Negli stessi anni la suora infermiera lombarda, Artemisia, curava di nascosto a Pietra Ligure gli uomini della resistenza feriti, nascondendoli in un padiglione segreto dell’ospedale di Santa Corona.

Il merito di Daniele La Corte è quello di aver dato giusto valore e dignità ad una donna, come suor Carla De Noni, insignita alla fine della Seconda guerra mondiale della medaglia d’argento al valore militare per il ruolo attivo svolto durante la Resistenza e poi dimenticata.

Eppure il servizio X era considerato all’epoca importantissimo, come ha testimoniato Sacchetti, il partigiano di Carrara (romano d’origine) che l’8 settembre del 1943 si unì alla banda “Italia Libera” di Duccio Galimberti e nel 1944, in valle Pesio con il capitano Piero Cosa, assunse il comando della brigata, poi della III Divisione Alpi, divenendo anche capo collegiale del Servizio X con l’avvocato Dino Giacosa.

L’autore scava nei pensieri della giovane suora, al tempo poco più che trentenne, in una girandola continua di flashback, per accompagnare il lettore attraverso le varie missioni che lei e altri “ribelli” mettono a segno.

Un monito a non dimenticare, perché la Grande storia non è costruita su date e numeri ma resa tale delle azioni di uomini e donne in carne ed ossa, con pensieri, sogni, aspirazioni, paure.

Donne e uomini che hanno fatto la differenza.