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Exallievi Colle Don Bosco: dopo 40 anni alla croce della Rocca di San Bernolfo

Gli exallievi del Colle Don Bosco alla croce della Rocca di San Bernolfo dopo 40 anni: di seguito la testimonianza sull’avvenimento da parte di un exallievo (1980-83).

Domenica 5 luglio, un folto gruppo di exallievi del Colle Don Bosco si è ritrovato per la salita alla Croce che ricorda il terribile incidente stradale che ha stroncato tre salesiani del Colle Don Bosco il 17 giugno 1979. Lo sgomento e il dolore di quella vicenda si trasformarono nel desiderio di ricordare i tre giovani educatori con un’opera sulla Rocca di San Bernolfo che chiude la vallata della colonia estiva di Bagni di Vinadio (CN).

Ottavio Forzatti, Severino Candelo e tre exallievi, Salvatore, Gianni e Roberto si sono incontrati per riallacciare i contatti con chi ha partecipato alla posa della Croce e organizzare la significativa ricorrenza del quarantesimo. Telefonate, scambio di indirizzi, la formazione del gruppo Whatsapp, le preoccupazioni per il lockdown, e, finalmente, l’appuntamento:

“Domenica 5 luglio, ore 7, ci ritroviamo al ponte in frazione San Bernolfo…”.

E così è stato! Un bel numero di exallievi, qualcuno con la moglie, con i figli, con amici erano pronti per ritornare alla Croce! È stata una giornata di tante e di forti emozioni: l’incontro con persone perse di vista da tanti anni, il tornare in quei luoghi e sui sentieri frequentati da ragazzini, la fatica della salita fino a riabbracciare quella grande Croce che svetta sulla Rocca, la gioia di stare nuovamente insieme in una bella giornata di sole e il partecipare alla Messa nel primo pomeriggio con Don Flaviano.

Quella Croce ha un particolare: pur nella sua robustezza è come trasparente, grandi cerchi la compongono ma in forma leggera e si può vedere, attraverso ad essa, l’orizzonte. Così ognuno con la sua storia e il suo bagaglio di esperienze è tornato lassù, più vicino al cielo, attorniato da un panorama sempre splendido. Ognuno ha visto attraverso quella Croce il cammino di vita fatto; attraverso quella Croce abbiamo fatto memoria dei Salesiani, dei compagni e dei familiari che ci hanno lasciato; attraverso quella Croce abbiamo sperato e affidato il nostro futuro. E il pensiero corre a quarant’anni fa, alla giornata del montaggio della Croce!

Diverse le spedizioni prima del montaggio in vetta. Un primo gruppo di ragazzi ed educatori andò a fare il sopralluogo e visionare il terreno. Un secondo, formato da una ventina di ragazzi, portò la sabbia e le armature per realizzare il basamento; una terza spedizione di una dozzina di ragazzi si occupò dei sacchi di cemento e, infine, per fare la gettata venne usata l’acqua ottenuta dalla neve e dal ghiaccio sciolti sul posto.

La domenica precedente al montaggio, sulle spalle dei ragazzi, la grande Croce era stata portata dalla colonia alla chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, si era celebrata la Santa Messa ed era stato offerto un concerto serale diretto dal M° Sante Simioni per abitanti e villeggianti del paese.

Poi la Croce (250 kg. di ferro zincato) fu smontata e ogni pezzo fu messo negli zaini: sessanta ragazzi e dieci salesiani partirono per la Rocca di San Bernolfo all’alba di giovedì 17 luglio 1980 avvolti dalle nubi e da un cielo cupo e grigio. Sotto le direttive di Ottavio Forzatti, seguì il montaggio con un cielo sempre cupo. Ma terminato il montaggio, pregato e fatte le foto ricordo, il cielo si aprì e il sole permise di ammirare un panorama stupendo in uno scenario naturale veramente incantevole.

L’anno dopo, al centro della Croce venne posta la targa circolare con impresse queste parole:

CRISTO
ILLUMINA IL MONDO
I SALESIANI DEL COLLE DON BOSCO
A RICORDO DI
GIOVANNI BERNARDI, LEONARDO DEFEND, GIUSEPPE SCREMIN
17/07/1980

L’indimenticabile giornata a ricordo del quarantesimo non poteva che concludersi con l’arrivederci. Sì, perché nell’agenda è da segnare subito, per la prima domenica di luglio, l’appuntamento: “Salita alla Croce”, specialmente per gli exallievi del Colle Don Bosco!

Un exallievo (1980-83)

Salesiani Novara: 40 anni di missione in Papua Nuova Guinea – Don Valeriano Barbero

Domenica scorsa, 14 giugno 2020, la Comunità Salesiana di Novara ha avuto il piacere di festeggiare i 40 anni di missione in Papua Nuova Guinea di don Valeriano Barbero. Si riporta di seguito l’articolo pubblicato sul sito dell’opera.

Un pranzo eccezionale, quello di domenica scorsa nella comunità di Novara: mentre la stampa salesiana riportava la notizia dei 40 anni dalla fondazione della presenza salesiana in Papua Nuova Guinea (InfoANS), alla tavola dei confratelli la storia si viveva in diretta!

Don Valeriano Barbero, festeggiato per l’occasione, fu proprio fra i primi salesiani a metter piede sulla grande isola a nord dell’Australia: non per una visita, ma per rimanere!

40 anni fa, il 12 giugno 1980 si celebrava nelle Filippine la festa nazionale: alla mezzanotte, 3 salesiani partivano in direzione sud, verso Papua Nuova Guinea (erano D. Valeriano, D. Fernandez Rolando – filippino – e Giuseppe Kramar, jugoslavo), precisamente alla volta di Port Moresby, la capitale.

Accompagnati dall’ispettore delle Filippine, don Josè Carbonell, trovano ad attenderli il segretario del nunzio, che li portò in nunziatura per la colazione: era già quasi l’alba del 13 giugno (festa del Sacro Cuore), quando D. Barbero e Kramar vanno a dormire a Kerema, ricevuti dall’arcivescovo Patrick Copas.

I pionieri del 1980

 

Alla sera del 14, raggiunti dagli altri due, attraversano la baia di Kerema per arrivare in jeep ad Araimiri, dove il vescovo locale aveva aperto la St. Peter’s extension school (nome inventato per l’occasione, trattandosi di un nuovo tipo di scuola) per accogliere la dispersione scolastica. Mancava tutto… ed anche allora l’opera salesiana è iniziata con un’Ave Maria (era il giorno del cuore immacolato di Maria, gli indizi si sprecano!)

Da allora, in Papua sono sorte nell’ordine: una scuola professionale a Port Moresby con don Giuseppe Savina (piemontese di Acqui), poi un’altra a Rabaul, una a Kundiawa (fra le montagne) e un’altra a Vanimo (al confine tra Papua e il territorio indonesiano che occupa la parte occidentale dell’isola). 

Tutte scuole per ragazzi più o meno giovani che non potevano altrimenti accedere all’istruzione.

Akapiru

Direttore ad Araimiri, Delegato ed economo a Port Moresby, dopo aver ricoperto ogni tipo di incarico formalizzato o meno, anche nelle diocesi … dopo 40 anni si trova a Rabaul come confessore ed economo della scuola, della quale sta tentando di costruire il dormitorio dei ragazzi.

Originario di Bellinzago (No), negli ultimi mesi è a Novara per alcune visite mediche, ma il cuore non si è mai mosso dalla terra papuana e dalla sua gente.

A don Valeriano abbiamo chiesto un paio di cose…

Il momento più bello di questi 40 anni in Papua? Quando, dopo i primi 9 anni ad Araimiri, Valeriano dà vita ad una scuola elementare a Lariau come estensione della missione di Araimiri: 5 anni vissuti praticamente da solo, viaggiando in barca o a piedi e in bici tra i villaggi.

Cosa impara un missionario? Che il fare può essere di tante persone, ma toccare il cuore è solo di chi ha il coraggio e il tempo di stare con la gente. Nell’andare a consolare una persona in lutto in un villaggio, questa gli dice “Non venire con il tuo crocifisso, vieni tu di persona, lasciami sentire l’odore della tua presenza, la tua vicinanza… allora poi parleremo anche del tuo crocifisso”.

Grazie don Valeriano per la tua storia, perché non è solo memoria ma ancora desiderio di futuro!

I festeggiamenti di Don Valeriano Barbero – Domenica 14 giugno 2020

40 anni Cnos-Fap – Ingaggiàti per il futuro

Si è svolto nella mattinata di  giovedi 15 novembre 2018, il tanto atteso convegno per il festeggiamento dei 40 anni di storia del CNOS-FAP – Centro Nazionale Opere Salesiani – Formazione e Aggiornamento Professionale presso il Collegio Carlo Alberto di Torino.

L’incontro ha visto il susseguirsi di molte autorità, che hanno avuto modo di riportare ed esporre tutte le azioni inerenti al mondo della Formazione professionale, il tutto accompagnato dalla presenza del celebre monologhista Eugenio Allegri, che ha scandito il tempo con alcune delle sue celebri interpretazioni come: Novecento, Chiave a Stella ed il Cyrano.

 

 

Attorno alle ore 10 si è avviato il congresso con le parole di Gianfranco De Simone – Senior Research Economist and Project Manager at Fondazione Agnelli – che ha fatto un intervento sulle IeFP in Piemonte (esiti formativi e lavorativi dei percorsi di istruzione e formazione professionale in Piemonte realizzata dalla Fondazione Agnelli).

Breve intervento da parte di Sonia Schellino (Assessore Politiche Sociali del Comune di Torino) riguardo ai percorsi di inserimento lavorativo: “Dobbiamo insegnare a co-progettare!“.

Subito seguito da Antonella Gianesin (Direttore del Settore di Formazione Professionale Salesiana in Piemonte) che ha riportato le parole del Consigliere Gianna Pentenero: “40 anni di storia di Formazione Professionale Salesiana è anche la mia storia” ed ha fissato lo sguardo sulle sfide future, come le misuri flessibili, l’omogeneità e la costruzione di progetti integrati sulle fasce deboli.
Don Enrico StasiPresidente CNOS-FAP e Ispettore Icp, dopo un intervento mirato alla storia del Cnos ha invitato, i presenti in sala, alla lettura del libro “40 anni di Storia e di Esperienze della Federazione CNOS-Fap in Italia e nelle Regioni” di G. Malizia e M. Tonin.
Nei prossimi 40 anni vogliamo essere ancora più efficienti.
“Carissimi giovani noi abbiamo un solo desiderio vedervi felici.”
Noi ancora ci siamo!

Cosi Dario Nicoli, docente di Sociologia Economica e dell’organizzazione all’università Cattolica di Brescia, sullo stato dell’arte del sistema formativo illustrando la crescita continua della IeFP.

Essere centrati sull’io è una gabbia,
bisogna essere persone in relazione con gli altri!

Silvana Rizzo, Direttore Generale Cnos-Fap Sicilia:
Torno in Sicilia con un’esperienza che amplia le mie conoscenze, anche se, rispetto al Piemonte, nella mia regione ci sono ancora grossi passi in avanti da fare. Stiamo iniziando una “battaglia” per iniziare una collaborazione con le aziende, perchè penso che queste siano fondamentali per il completamento del percorso di studi dei ragazzi e perchè possano creare delle possibilità di lavoro.

Luigi Bobba – Già Sottosegretario al Ministero del lavoro.

Non possiamo rassegnarci all’idea di avere tutte queste possibilità di lavoro che svaniscono, non ci si può arrendere assolutamente a questa idea perchè vorrebbe dire non cercare di fare nulla per migliorare la situazione.

 

Parola all’impresa dell’energia nella persona di Alberto Piatti, executive e vice presidente Impresa Reponsabile e Sostenibile di ENI. Azienda che ha avviato un cammino per costruire un futuro in cui tutti potranno accedere alle risorse energetiche in maniera efficiente e sostenibile, investendo la professionalità aziendale non solo sullo sviluppo delle competenze e sul valore della persona, ma stringendo partnership di lungo termine con i Paesi e le comunità ospitanti.

 

L’intervento dell’Assessore all’Istruzione, Formazione e Lavoro Regione Toscana e Coordinatore della IX Commissione della Conferenza delle Regioni e Province Autonome, Cristina Grieco, ha sottolineato l’impegno e le energie spese per i giovani, in particolare per mettere a sistema una rete di rapporti che potesse portare ad un sistema integrato.

Il ruolo della Formazione Professionale e quindi la capacità di saper fare dell’intelligenza anche manuale, sicuramente è un ruolo che continuerà a rimanere centrale.

Successivamente, la condivisione della testimonianza di Mariano Costamagna che, prima come allievo poi come imprenditore, ha sperimentato l’incontro tra impresa e la formazione nell’assunzione di oltre 1000 ragazzi provenienti dalla Formazione Professionale Salesiana.

 

Il sistema di alleanze si fonda inoltre sulle famiglie, sui genitori che quotidianamente accompagnano i propri figli, nel passaggio tra lo studio e la vita professionale. Qui, ha sottolineato, don Stefano Mondin, delegato Pastorale Giovanile dei Salesiani del Piemonte e Valle d’Aosta, come la formazione professionale provi costantemente la dispersione scolastica.

 

Dobbiamo ricominciare a guardare assieme la realtà per poterci esprimere insieme e dare le risposte che sono necessarie.

Don Luigi Enrico PerettiDirettore Generale della Federazione CNOS-FAP – Manifesto, in conclusione, ha confermato l’importanza di leggere e valorizzare la “vocazione al lavoro” di tutti questi giovani e di non guardare ad esso pensando solo al lato economico o a quello sociale, ma anche a quello antropologico.

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Non basterebbe “grazie”: 40 Anni di Cnos-Fap Piemonte #MakeTheDifference

Nel teatro adiacente al tempio che sorge al Colle don Bosco – dove nacque, nel 1815, San Giovanni Bosco, che dedicò la sua vita e le sue opere ai giovani in difficoltà – oggi, Venerdì 7 Settembre 2018, si celebra la formazione professionale piemontese che in 40 anni ha formato il futuro di migliaia di giovani.

Una riunione celebrativa del 40º Anniversario di fondazione dell’ente regionale Cnos-Fap – Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione aggiornamento professionale. Sono accorsi salesiani, educatori e allievi da 12 Centri di Formazione Professionale disseminati in tutto il territorio piemontese e anche valdostano.

Dopo un primo momento di raccoglimento, via al talk show che ha ripercorso le tappe principali di questi 40 anni di formazione che hanno “fatto la differenza” per i salesiani, per i formatori, per gli studenti; alcuni hanno testimoniato la loro esperienza nella formazione professionale per la quale “non basterebbe dire grazie“, come ha affermato un allievo nel corso della mattinata.

Tra gli interventi, sono emerse le sfide – Don Gabriele Miglietta, direttore dei CFP di Saluzzo e Savigliano, Mario Cena, Formatore della prima ora del CFP di San Benigno C.se, Vittorio Boin, ex-allievo del CFP di Vigliano B.se titolare della Microtech s.r.l. – che strizzano l’occhio al futuro: dall’accoglienza e l’integrazione rivolta a coloro che hanno nazionalità straniere, all’affinamento di competenze spendibili nel mondo del lavoro con un aggiornamento costante, dal riconoscimento della ricchezza che giace nel tempo libero e quindi l’impegno ad ampliare una competenza sulle nuove tecnologie che agevolino quel tempo e – ispirati dall’intervista a Papa Francesco, pubblicata dal Sole 24 Ore oggi in edicola, firmata da Guido Gentili, direttore del Sole 24 Ore – la sfida tesa all’attenzione, cara anche a Don Bosco, a costruire l’uomo e successivamente “se c’è la stoffa del tecnico, verrà esaltata”, come afferma uno degli ospiti.

 

 

«Dietro ogni attività c’è una persona umana. L’attuale centralità dell’attività finanziaria rispetto all’economia reale non è casuale: dietro a ciò c’è la scelta di qualcuno che pensa, sbagliando, che i soldi si fanno con i soldi. I soldi, quelli veri, si fanno con il lavoro. E’ il lavoro che conferisce la dignità all’uomo, non il denaro». Una sana economia «non è mai slegata dal significato di ciò che si produce e l’agire economico è sempre anche un fatto etico».

Spazio successivamente ai saluti istituzionali: dapprima, don Enrico Stasi, ispettore dei Salesiani e presidente del consiglio direttivo del Cnos-Fap Piemonte, il quale ha rivolto un ringraziamento ai salesiani che si sono lasciati prendere il cuore in questi 40 anni di formazione professionale e lanciando la sfida ad “accogliere e accompagnare i giovani nel percorso che conduce ad essere uomini, cristiani e professionisti. Uomini del futuro in mondo difficile per dargli dignità, nella consapevolezza che Don Bosco è con noi.”; poi l’assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Gianna Pentenero, che ha ricordato quanto è importante “celebrare questi momenti, perchè ci riporta alle radici“, inoltre ha sottolineato come la Formazione Professionale del Piemonte è un unicuum in tutto il territorio nazionale. Infine, l’assessora, ha fatto cenno alla situazione della dispersione scolastica che, grazie alla “santa alleanza” – come la definisce don E.Stasi –  tra Cnos-fap e Regione Piemonte, il tasso è molto basso (sotto il 10 %), testimoniando che i risultati di questa sinergia sono positivi e importanti. Entrambi hanno salutato gli oltre 400 astanti sottolineando come si debba lavorare insieme sulla variabile tempo e sulla dignità umana.

Don Enrico Stasi ha fornito all’uditorio le indicazioni sulle strategie future dell’Associazione che, in “un ambiente che profuma di Vangelo” grazie alla qualità delle relazioni che ci sono nei centri di formazione professionale, deve ora “costruire delle vere e proprie comunità per i giovani, che devono essere sì formati ma anche accompagnati nel mondo del lavoro“.

La mattinata in teatro è volta al termine con l’intervento dell’Ing. Lucio Reghellin, direttore generale Cnos-Fap Piemonte, che ha presentato i numeri della formazione professionale a partire da quel 28 Giugno 1978, con l’allora Presidente, don Ferruccio Cagliari, ad oggi con: 13 sedi operative (4 per area e Novara),  3 sedi operative tra Châtillon e Aosta. Tempo agli auspici e incarichi del nuovo anno formativo, salutando con le parole di colui che ha creduto per primo alla formazione dei giovani, Don Bosco: “Allegria, studio, preghiera: questo è il grande programma che se praticherai, potrai vivere felice e fare molto bene all’anima tua“.

Spazio ancora ai ringraziamenti rivolti ai Soci Fondatori e alla consegna a 7 collaboratori degli Attestati di Fedeltà per i 25 anni di servizio svolti: Marco Caudana, Carla Bossolo, Claudio Cappelletti, Michele Caudano, Dario Cerutti, Antonino Gentile, Silvia Gentina.

Successivamente, alle ore 12.15, la Celebrazione Eucaristica nella Basilica di Don Bosco e, infine, l’evento è terminato  con il pranzo condiviso tra tutti coloro che sono intervenuti.

 

Buon Compleanno, Cnos-Fap!

Sono passati più di 170 anni da quando Giovanni Bosco, i suoi ragazzi e il suo sistema preventivo animavano i cortili di Valdocco a ritmo di “cortile, scuola, chiesa e mestiere” e, ancora oggi, non si arresta l’evoluzione del rapporto tra formazione professionale e salesiani.

Questa straordinaria eredità, da quando venne raccolta dalla Congregazione salesiana, il 28 giugno 1978, fondando ufficialmente l’ente regionale Cnos-Fap – Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione aggiornamento professionale, non ha mai smesso di fruttare. Da allora, infatti, si sono susseguiti quarant’anni di formazione instancabile con 15 centri solo sul territorio piemontese, confermando il Cnos-Fap come un punto di riferimento per le imprese che cercano personale qualificato e teso all’innovazione.

L’anno formativo che va concludendosi è stato costellato da una moltitudine di iniziative volte a celebrare questi 40 anni, per testimoniare ancora una volta che “l’intelligenza nelle mani” è attuale anche nell’era digitale ed è tra le sfide prioritarie dei figli di Don Bosco, cercando sempre di “tenere le antenne alzate sulle nuove esigenze del mondo del lavoro nell’era dell’industria 4.0“, come aveva sottolineato a inizio anno scolastico l’Ing. Lucio Reghellindirettore generale Cnos-Fap Piemonte.

Ecco alcune foto dei festeggiamenti
dalla Sede Regionale del Cnos-Fap e da alcune sedi locali della formazione professionale:

Si pubblica, qui di seguito, la lettera dell’Ing. Reghellin rivolta a tutti i dipendenti per condividere alcune novità o prospettive che stanno coinvolgendo l’Ente in questo periodo e le iniziative pensate per celebrare l’anniversario del Cnos-Fap.

40esimo della nostra Associazione

Giovedì 28 giugno si potrebbe organizzare un brindisi in ogni sede operativa per festeggiare il nostro Ente. Infatti 40 anni fa, esattamente il 28 giugno 1978, a Torino, davanti al notaio Oscar Ghione, si costituiva l’Associazione CNOS-FAP Regione Piemonte. Negli anni il nostro Ente ha potuto consolidarsi, aumentare il proprio servizio per i giovani e gli adulti, diversificarsi anche se in modo moderato, modificare la sua organizzazione e i servizi erogati in base alle esigenze degli utenti e del territorio. Festeggeremo questa ricorrenza come Ente nell’incontro che faremo al Colle Don Bosco nella prima settimana di settembre 2018.

Formazione Formatori

Siamo soliti dire ai ragazzi che la qualifica non è un punto di arrivo ma di partenza ed è necessario continuare la formazione per tutta la vita. Se questo vale per loro, a maggior ragione vale per noi che vogliamo essere i loro formatori. Credo sia un nostro dovere professionale aggiornarci continuamente per proporre sempre una attività formativa adeguata ai giovani e alle tecnologie che cambiano. Certamente non mancano le proposte, tra corsi locali, regionali e nazionali. Ti invito a prendere sul serio e a non sprecare queste occasioni che ti vengono offerte per il tuo aggiornamento. Il periodo dopo gli esami e prima delle ferie è anche un momento opportuno per preparare personalmente del materiale didattico, fare la manutenzione delle attrezzature dei laboratori, fare tutte quelle attività che ti permettono di arrivare preparato per l’avvio del nuovo anno formativo.

Verso il mondo del lavoro

Il futuro della Formazione Professionale si gioca nel rapporto con le aziende e il mondo del lavoro. Questo contatto permette di finalizzare l’azione formativa con l’inserimento lavorativo dei giovani e può dare maggiori opportunità per l’aggiornamento dei nostri laboratori. E’ strategico quindi curare il collegamento con le aziende del territorio, non in ordine sparso ma con una organizzazione precisa e persone di riferimento dedicate. L’apprendistato dovrà essere sempre di più una modalità lavorativa e formativa che si inserisce nei percorsi triennali e di quarto anno, sia nel sistema duale che ordinamentale. Ad oggi gli apprendisti che stanno frequentando un regolare percorso CNOS-FAP per il conseguimento di un titolo professionale sono 80. Nel futuro questo numero dovrà aumentare. Sta a noi trovare delle modalità organizzative e didattiche per integrare gli allievi tra di loro e raggiungere con tutti le competenze di base e professionali previste dai progetti.

Concorsi nazionali

Si sono svolti nel mese di maggio in varie parti d’Italia. In Piemonte abbiamo ospitato il concorso del settore grafico e dei serramentisti (Valdocco), del settore energia (Muzzano) e dell’area linguaggi (San Benigno). Ritengo siano esperienze importanti perché permettono un confronto tecnico tra i vari CFP Italiani e sono uno stimolo a non abbassare l’asticella delle competenze professionali. Poiché i ‘capolavori’ realizzati sono progettati e valutati insieme alle aziende, possono essere un valido riferimento per l’aggiornamento delle nostre attrezzature e metodologie. Anche quest’anno un numero consistente di allievi dei CFP Piemontesi sono ‘saliti sul podio’: credo questo sia un bel segnale che esprime la validità e l’adeguatezza professionale della formazione che proponiamo.

Concorso

Allievo

CFP

Classificato

Grafico ………………………..

Alessandro Brisacani

Valdocco

Primo

Turistico-alberghiero …………

Samuele Moine

Micaela Zucca

Saluzzo

Colle Don Bosco

Primo

Seconda

Meccanica industriale ……….

Cristian Aimonetto

Andrea Barbero

San Benigno Fossano

Secondo

Terzo

Elettrico/ Building automation

Bogdan Aurel Bolea

Fossano

Secondo

Automotive ……………………

Jacopo Romeo

Andrea Tonello

Fossano Rebaudengo

Secondo

Terzo

Energia………………………..

Matteo Ramondetti

Youssef Eddelloufi

Vigliano

Vercelli

Secondo

Terzo

Serramentistica ………………

Lazer Marku

Moustafa Aboelela

Valdocco

Valdocco

Primo

Secondo

Area linguistica ………………

Alessia Bagatin

San Benigno

Terza

Area scientifica ………………

Claudio Forza

Vigliano

Primo

Area informatica ……………..

Nicolae Bubuioc

Valdocco

Secondo

Ti auguro un buon mese di giugno, una buona conclusione dell’anno formativo e ti saluto cordialmente.

Lucio Reghellin

 

Il Cnos-Fap compie 40 anni!

Il rapporto tra formazione professionale e salesiani è saldo ormai da oltre 170 anni, quando Giovanni Bosco, nei cortili di Valdocco, applicava il suo sistema preventivo a ritmo di “cortile, scuola, chiesa e mestiere”.
Questa preziosa eredità viene raccolta dall’intera Congregazione e porta, il 30 giugno 1978, alla fondazione ufficiale dell’ente regionale Cnos-Fap – Centro nazionale opere salesiane – Formazione aggiornamento professionale. Un percorso di quarant’anni ad oggi instancabile con 15 centri solo sul territorio piemontese, il Cnos-Fap si conferma un punto di riferimento per le imprese che cercano personale qualificato e teso all’innovazione.

L’anno formativo appena iniziato si configura, pertanto, come un anno speciale, di celebrazione di questi 40 anni: la testimonianza che “l’intelligenza nelle mani” nell’era digitale è ancora la sfida vincente dei figli di don Bosco.

Si segnala, qui di seguito, l’articolo della giornalista Marina LOMUNNO, che ha puntualmente fotografato il Cnos-Fap e i suoi 40 anni, tra le pagine dell’edizione domenicale de La Voce e Il Tempo, il settimanale della diocesi di Torino:

Formazione professionale è ancora «cosa di cuore»

Da Valdocco a Rebaudengo, dall’Agnelli al Colle don Bosco e a Bra. E poi nelle altre diocesi del Piemonte per un totale di 15 Centri dove, oltre all’obbligo formativo, si erogano corsi post diploma e di riqualificazione per adulti con un’attenzione particolare alle nuove tecnologie e ai cambiamenti del mondo del lavoro: «l’intelligenza nelle mani» nell’era dei robot è ancora la sfida vincente dei figli di don Bosco

Un anno speciale quello che si apprestano a vivere i 15 centri di formazione professionale salesiana del Piemonte. Al termine dell’anno formativo in corso, l’associazione Cnos-Fap (Centro nazionale opere salesiane – Formazione aggiornamento professionale) della nostra Regione compirà i 40 anni di fondazione, avvenuta il 30 giugno 1978. In realtà la formazione professionale «inventata» nei cortili di Valdocco, dove oggi c’è la sede dell’ente regionale, è nata 170 anni fa con il sistema preventivo di don Bosco: «cortile, scuola, chiesa e mestiere», pilastri del carisma del santo dei giovani sono ancora più che mai attuali nell’educazione di «buoni cristiani ed onesti cittadini» soprattutto per quanto concerne la formazione al lavoro in un periodo storico che ha molte somiglianze con la rivoluzione
industriale in atto ai tempi dei santi sociali. «Oggi» spiega Lucio Reghellin ingegnere, direttore generale Cnos-Fap Piemonte «cerchiamo di proseguire sul solco del nostro fondatore, grande precursore di cambiamenti sociali, cercando di tenere le antenne alzate sulle nuove esigenze del mondo del lavoro nell’era dell’industria 4.0 che, come è stato sottolineato al recente G7 avrà sempre più bisogno di formazione professionale. Del resto l’apertura alle esigenze delle imprese è il cuore della nostra formazione. Per questo diamo grande importanza anche all’aggiornamento dei formatori con stage all’estero e visite costanti alle imprese». C’è poi l’aspetto educativo che continua ad essere al centro del percorso offerto dal Cnos-Fap, sia che si tratti di una corso di grafi ca, meccanica, elettricista, informatica o ristorazione. La formazione salesiana – che ha punte di eccellenza non solo in Italia (i centri del Piemonte hanno un successo formativo dell’85%: chi si qualifica per il 65% trova lavoro e per il 20% prosegue gli studi) continua ad essere ricercata in tutti i 5 continenti in cui sono presenti i figli di don Bosco proprio perché al tornio o al controllo di un robot si impara a superare i propri limiti anche se alle spalle si ha una bocciatura o, se si è adulti, si è reduci da un licenziamento. «In Piemonte il primo nucleo della nostra associazione – prosegue Reghellin – era composto da nove Cfp (Centri di formazione professionale) con attività formativa per i giovani dopo la scuola media principalmente nei tre settori professionali: meccanica industriale, elettro/elettronica e grafica. Oggi con 15 sedi abbiamo diversificato la nostra proposta formativa ampliando i settori professionali anche in ambito artigianale e dei servizi: si va dalla carrozzeria alla termoidraulica, dai servizi alla persona agli operatori di cucina-sala bar. Negli anni abbiamo aperto la nostra offerta formativa, oltre che ai ragazzi in obbligo di istruzione (3600 nei 15 Cfp del Piemonte – il 15% stranieri) anche con l’attivazione di corsi di qualifica per adulti disoccupati, di aggiornamento per i lavoratori, di accompagnamento per le fasce più deboli». Di qui l’apertura nei Cfp Cnos degli sportelli lavoro che, oltre all’attività di collegamento con le imprese, offrono consulenze alle famiglie meno attrezzate culturalmente per l’orientamento e l’ascolto dei propri figli. «’L’educazione è cosa di cuore’ era convinto don Bosco» aggiunge Marco Gallo, direttore del Cfp di Valdocco «e questo è ancora lo stile con cui cerchiamo di insegnare un mestiere sia ai nativi digitali che agli adulti che si devono riqualificare per rientrare nel mondo del lavoro. Flessibilità, apertura al cambiamento, non fermarsi a ciò che si è appreso ma assimilare una mentalità che richiede aggiornamento continuo 170 anni fa come oggi è l’unico modo con cui cerchiamo di non essere colti impreparati dalla sfida della rivoluzione industriale 4.0. Attrezzature e macchinari all’avanguardia, collegamento continuo con le imprese e le istituzioni, dialogo con il territorio sono gli altri ingredienti fondamentali che fanno dei nostri allievi appetibili sul mercato del lavoro. Ma il nostro valore aggiunto è che nelle nostre aule, accanto all’innovazione, si viene accompagnati a prendere in mano la propria vita nel rispetto delle regole, della convivenza civile e del rispetto reciproco».

Intervista: 

Come per don Bosco la sfida è possibile

Don Pietro Mellano, salesiano, fossanese classe 1971, è da settembre il nuovo direttore nazionale del Cnos-fap. Già economo della Ispettoria salesiana del Piemonte e direttore generale dell’editrice salesiana Elledici (Italia Circoscrizione Piemonte) don Pietro ha iniziato il suo nuovo incarico con la concretezza tipica del suo fondatore che cercava di cogliere nel cambiamento spunti positivi a vantaggio dei giovani più in difficoltà.

Al G7 appena concluso a Torino si è parlato molto del ruolo centrale della formazione professionale come vi state attrezzando per la sfida dell’industria 4.0? Il nostro programma pastorale per l’anno formativo appena iniziato ha come slogan «#nessunoescluso». Con l ’ h a s h t a g vogliamo indicare che le nostre scuole professionali vogliono continuare ad accettare la sfida dell’innovazione ma con lo stile di don Bosco che cercava vie di riscatto per tutti, soprattutto per i giovani in difficoltà perché nessuno fosse escluso. La nostra formazione è inclusiva ha come obiettivo di dare a tutti un’opportunità di inserirsi nel mondo del lavoro imparando un mestiere anche se non nascondiamo le difficoltà di questo momento storico in cui, come è stato sottolineato al G7, l’industria 4.0 sta rivoluzionando il mondo del lavoro».

Come vi state attrezzando? Don Bosco nel 1852 Torino inventò il primo contratto di apprendistato per uno dei suoi giovani facendosi da garante presso il datore di lavoro. Oggi a distanza di 165 anni i dati ci dicono che i contratti di apprendistato introdotti dal Job act con il sistema duale di formazione professionale alternata tra scuola e lavoro sta funzionando tanto che questo tipo di contratti sono passati nel 2017 da 1400 a 14 mila. Gli sportelli lavoro attivi nei nostri centri di formazione professionale e in rete su tutto il territorio nazionale, dove si raccolgono le richieste da parte delle aziende di figure professionali cercando di favorire la domanda con l’offerta, spesso registrano difficoltà a trovare personale qualificato. Questo significa che la formazione professionale che si sta adeguando ai cambiamenti dell’automazione ha anche bisogno di un cambiamento culturale delle famiglie italiane: occorre accettare che i propri figli si spostino laddove c’è richiesta di lavoro che sarà sempre meno sotto casa e nella città di origine.