Articoli

Cnos-fap Alessandria: formazione neoassunti a Valsalice

La sede di Valsalice, sabato 2 aprile, ha accolto alcuni formatori neoassunti del centro Cnos-fap di Alessandria per un corso tenutosi sulla CEP e sull’identità di comunità. I partecipanti hanno seguito in questo modo alcune testimonianze di vita quotidiana come quella di alcune famiglie facenti parte dei Cooperatori dell’Opera Salesiana.

Di seguito la notizia del Cnos-fap Alessandria:

***

Sabato 02 Aprile alcuni Formatori del nostro Centro hanno partecipato ad al corso di formazione dei neoassunti della nostra Associazione CNOS-FAP Piemonte presso la sede di Valsalice (TO). Durante la mattinata i Relatori hanno approfondito il tema della CEP, la Comunità Educativa Pastorale, attorno a cui ruotano i principi di “ragione, religione e amorevolezza” ispirati da Don Bosco e hanno raccontato l’importanza della Famiglia Salesiana per i giovani.

“Essere una comunità, fare comunità nelle diversità di ciascuno è di fondamentale importanza. Mettersi in ascolto, rimanendo umili e stimandoci arricchisce il cuore”. Queste le parole di Mauro Pace, Direttore del Liceo di Valsalice.

In seguito, alcune famiglie hanno raccontato la loro esperienza di vita quotidiana come Cooperatori dell’Opera Salesiana, vivendo cristianamente una “libera scelta che qualifica l’esistenza”. La mattinata è stata un’ottima opportunità di condivisione, di “ritorno al senso” che ci spinge e stimola ogni giorno a fare del bene per i giovani.

Maker Lab L2L: il progetto “Lego Lab” ad Alessandria

L’esperienza Maker Lab di Labs to Learn ha preso vita all’Istituto Don Bosco di Alessandria grazie al laboratorio “Lego Lab“: l’utilizzo dei kit Lego, e in generale la programmazione, può infatti far capire come funzionano alcune dinamiche che si affrontano nella vita.

L’utilizzo dei kit Lego e in generale la programmazione, può farci capire molto come a volte funziona la nostra vita quotidiana, quindi banalmente il fatto di usare Scratch, mettere pulsante di inizio, vado avanti dieci secondi, fa capire come tutte le cose a partire dai nostri piccoli movimenti hanno una sorta di programmazione.

Roberta Fracasso

Nasce il nuovo sito dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Alessandria

È online il nuovo sito dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Alessandria:

 – donboscoalessandria.it

La nuova piattaforma web nasce dalla collaborazione con l’Ufficio di Comunicazione Sociale dell’Ispettoria e permette di scoprire ogni realtà legata al centro, come l’Oratorio, la Parrocchia, la Formazione Professionale e l’Associazione sportiva dilettantistica alessandrina (A.S.D. DON BOSCO ALESSANDRIA).

La presenza di Don Bosco ad Alessandria risale agli inizi del suo sacerdozio. Fin da subito, per motivi pastorali, Don Bosco fu ad Alessandria. La provincia di Alessandria comprendeva quasi tutto il Monferrato, fino a Castelnuovo Don Bosco e dintorni.

Durante le celebri passeggiate autunnali Don Bosco portò i suoi ragazzi anche ad Alessandria, in particolare nella passeggiata dell’ottobre 1862, visitando le chiese e i monumenti della città. Ci ritornò in seguito per seguire le pratiche dell’apertura delle Case salesiane fuori Torino, Mirabello (1863), Borgo San Martino (1870) e Penango (1880).

A seguire la fondazione delle Figlie di Maria Ausiliatrice.

Nell’alessandrino le FMA apriranno decine di case, soprattutto scuole per l’infanzia, catechesi e oratorio.

Dopo la morte di Don Bosco, sarà il suo successore Don Rua a prendere i contatti per aprire una presenza salesiana in città.

Una CASA che accoglie, una PARROCCHIA che evangelizza, una SCUOLA che avvia alla vita e un CORTILE per incontrarsi da amici e vivere in allegria.

CFP Alessandria: “Studio e stage per 230 allievi: il 70% trova lavoro idoneo” – Il Piccolo

Di seguito l’articolo pubblicato sul giornale della provincia di Alessandria “Il Piccolo” a cura di Massimo Brusasco, in merito alle attività di stage degli allievi del CFP di Alessandria.

***

Scuola – Studio e stage per 230 allievi: il 70% trova lavoro idoneo

Incontro allo Cnos, storico centro di formazione professionale. Lo dirige un prete. «Le aziende hanno fretta di assumere, noi possiamo aiutarle»

Qui ci provano a capire cosa serve alle aziende e cosa ai ragazzi. Di solito, le cose collimano: quelle cercano persone con voglia di lavorare, questi di lavorare hanno necessità. In mezzo, ovvero “qui”, c’è lo Cnos, centro di formazione da anni sulla breccia.

Sede alla Don Bosco in corso Acqui, un prete che fa il direttore, 230 allievi e una trentina di realtà produttive alessandrine come partner: sono quelle che si mettono a disposizione per gli stage e che, da ultimo, siglano i contratti con chi si è specializzato nei laboratori salesiani.

«Però ci vuole pazienza: capisco bene che le aziende, talvolta, hanno urgenza di nuovo personale, ma è fondamentale seguire un percorso formativo corretto, così da mandare al lavoro gente qualificata».

La convinzione è di don Pietro Mellano, il direttore dello Cnos. Da come parla, capisci che ama quello che fa. E che si impegna affinché chi cerca e chi offre trovino qui un punto di incontro.

Voglia di crescere

Le ambizioni sono molte, la voglia di ingrandirsi anche. S’è cominciato con l’ampliare gli spazi, inglobando la vecchia scuola materna; si proseguirà col portare da due a tre anni il corso per riparatore veicoli, «in modo tale che, già dopo la terza media, gli interessati possano essere iscritti, senza attendere il compimento del 16esimo anno d’età».

E così verrà equiparato agli altri due corsi, molto gettonati: meccanica industriale e operatore servizi alle imprese.

Non solo:

«Avremo presto anche un corso annuale di saldo-carpenteria, in modo tale da accontentare chi vuole ottenere una qualifica dopo un solo anno di studio. Che è suddiviso in due parti: metà si svolge nel nostro centro, metà in azienda. È un settore interessante, perché c’è molta richiesta».

Il comparto della meccanica tira parecchio:

«Secondo me è importante che noi e le aziende si definisca insieme il percorso formativo. Le opportunità per chi vuole lavorare ci sono, certo è che a volte la politica non aiuta. Ad esempio, in alcuni casi è impensabile che chi gode del reddito di cittadinanza voglia rinunciare al beneficio per entrare in una fabbrica…».

Ultimamente, la richiesta delle aziende è di personale che abbia competenze trasversali, ovvero meccaniche ed elettriche. Lo Cnos, che è prettamente meccanico, sta valutando collaborazioni con altri istituti:

«Una ricetta vincente potrebbe essere unire gli interessi delle aziende con quelli della formazione professionale e di altre scuole del settore. Il territorio, a oggi, ha bisogno di far funzionare la logistica, e ne siamo ben consci. Anche per questo motivo abbiamo avviato contatti con Confindustria: insieme potremo operare ancor meglio».

Anche gli adulti

Intanto, sono 130 gli allievi che seguono i corsi di qualifica professionale; un centinaio, invece, gli adulti impegnati in lezioni diurne per un futuro da magazziniere o da impiegato nel commercio digitale. Il numero degli stranieri si aggira attorno al 30%:

«Nessun problema di integrazione, ma, in certi casi, bisogna superare le difficoltà linguistiche».

Altra percentuale importante riguarda quelli che trovano un lavoro coerente al titolo acquisito:

«Siamo tra il 67 e il 72%, che non è affatto poco. Mica ovunque si diplomano ragazzi che poi lavorano, in effetti, nel settore per il quale hanno studiato…».

MASSIMO BRUSASCO

m.brusasco@ilpiccolo.net

CNOS-FAP Alessandria: Workshop di formazione “Vincere la sfida del Retail Fashion nella nuova normalità”

Il 22 marzo 2022 gli allievi di terza del corso Addetti ai servizi di vendita del CFP di Alessandria, hanno partecipato ad un workshop sulle vendite “nella nuova normalità”. Il workshop si è tenuto a Palazzo Monferrato ed è stato tenuto dal Dott. Lorenzo Dornetti, Trainer di Neurovendite.

Di seguito la notizia di CNOS-FAP Alessandria:

***

La classe terza del corso ADDETTO AI SERVIZI DI VENDITA ha partecipato nella giornata di ieri al workshop di formazione “Vincere la sfida del Retail Fashion nella nuova normalità” organizzato da Terziario Donna Confcommercio svoltosi a Palazzo Monferrato.

L’evento, basato sul punto focale di supportare concretamente le vendite nella nuova normalità, ha fornito strumenti pratici ed idee a Commercianti e Addetti alle Vendite, al fine di intercettare i nuovi bisogni della clientela all’interno del Punto Vendita, alla luce delle nuove abitudini emerse dopo 24 mesi di Pandemia.

Al termine del laboratorio, le Formatrici Debora Castelli e Rossana Cuttica hanno potuto constatare che le tecniche proposte dal Dott. Lorenzo Dornetti, Trainer di Neurovendita, fanno già parte del background scolastico svolto in classe e che la relazione e la soddisfazione del cliente è sempre l’obiettivo primario.

“Ciò che è stato detto può essere uno spunto per noi giovani per concepire un commercio differente, che possa essere concorrenziale rispetto all’E-Commerce”. (Fabian, un allievo)

 

 

Stati Uniti – Addio a don Lenti, grande diffusore della figura di Don Bosco

Il ricordo del salesiano don Arthur (Arturo) Lenti dell’Ispettoria “Sant’Andrea” degli Stati Uniti Ovest (SUO), originario di Bassignana in provincia di Alessandria, mancato lo scorso 6 gennaio. Di seguito l’articolo di ANS.

***

Con un messaggio inviato ai salesiani della sua Ispettoria, don Melchor Trinidad, Superiore dell’Ispettoria “Sant’Andrea” degli Stati Uniti Ovest (SUO), ha informato della scomparsa, avvenuta ieri, 6 gennaio, presso l’ospedale di Downey, Los Angeles, in California, di don Arthur (Arturo) Lenti, salesiano noto in tutta la Congregazione e anche ben oltre per i suoi scritti su Don Bosco, e in particolare per la sua monumentale opera “Don Bosco: History and Spirit” (Don Bosco: Storia e Spirito), i cui sette volumi, tradotti in molte lingue, sono diventati dei classici della letteratura salesiana.

Don Lenti nacque il 31 gennaio (per inciso, festa di Don Bosco), del 1923 a Bassignana, in Provincia di Alessandria, Piemonte; entrato nel noviziato del Colle Don Bosco nel 1939, emise la prima professione già negli Stati Uniti, a Newton, il 14 settembre 1940, quella perpetua, sempre a Newton, il 10 agosto 1946, e venne ordinato sacerdote a Torino, nella Basilica di Maria Ausiliatrice, il 2 luglio del 1950.

Ha vissuto praticamente tutta la sua vita salesiana in quella che è diventata la sua patria d’adozione, gli Stati Uniti d’America, e ha speso i suoi talenti impegnandosi soprattutto nell’apostolato dell’insegnamento e della ricerca, come docente di Sacra Scrittura e come fondatore ed insegnante della “Don Bosco Hall” (1974) e dell’Istituto di Spiritualità Salesiana di Berkeley (1984).

Numerosi sono stati i suoi scritti sul Fondatore della Congregazione. “Don Bosco. His pope e and his bishop”, ad esempio, si concentrava sul rapporto del Santo dei Giovani con Pio IX e con l’arcivescovo di Torino, mons. Lorenzo Gastaldi.

Ma l’opera per cui don Lenti verrà più ricordato è certamente il suo “Don Bosco. Storia e Spirito”, della quale lo stesso autore disse: “Ho intitolato questa ricerca ‘Don Bosco, History and Spirit’ perché è un ‘storia’ della vita e del lavoro di Don Bosco in una epoca particolare, che ha generato una nuova realtà religiosa e politica e quindi ha modellato anche il suo modo di pensare e di agire. ‘Spirito’ perché attraverso il discernimento, l’interpretazione e l’accettazione, Don Bosco ha scoperto il significato di questo nuovo mondo e ha risposto con coraggio alle sfide che ne derivavano: la sua vocazione”.

I volumi, nati in classe come materiale di dispense, vennero poi ampliati poi con appendici di grande utilità e valore.

Sulla medesima opera, all’epoca della sua uscita in inglese, l’allora Consigliere per la Formazione e futuro Vicario del Rettor Maggiore, don Francesco Cereda, scrisse: “Ora il mondo di lingua inglese ha un riferimento autorevole per garantire la conoscenza della storia e dello spirito salesiano e quindi per rafforzare l’identità carismatica. Occorre ora un altrettanto grande impegno per la diffusione ed utilizzazione di questo lavoro, specialmente in tutte le fasi della formazione iniziale”.

E quando il testo venne pubblicato in spagnolo, curato da don Juan José Bartolomé e don Jesús Graciliano González, i recensori dei testi sottolinearono il valore dell’autore, “definendolo uno storico che sa individuare il filo conduttore e unire le vicende umane, fissandone in maniera oggettiva il ricordo” e aggiunsero: “Facendo ricorso all’ermeneutica don Lenti individua, valorizza, contrasta e, spesso, corregge, documenti e interpretazioni su Don Bosco ritenuti indubitabili fino ad oggi. Abbatte con forza e in maniera definitiva miti e visioni superficiali… Opera straordinaria. Piena di temi e percorsi. Eccellente lo sforzo e la realizzazione, dove si uniscono armoniosamente una visione realistica della vita e dell’opera di Don Bosco e la sua autentica motivazione religiosa”.

In quest’anno 2022, in cui la Congregazione si prepara a celebrare il 400° anniversario della morte di San Francesco di Sales e ad approfondirne la figura attraverso la Strenna del Rettor Maggiore sul tema “Fate tutto per amore, nulla per forza”, può tornare utile anche leggere alcune righe che don Lenti spese sulla spiritualità “salesiana” di Don Bosco.

“Come Salesiani possiamo intendere la ‘spiritualità’ come il mezzo nel quale ci muoviamo e ci relazioniamo con i confratelli della comunità, con i ragazzi, con le persone che condividono la nostra missione di educazione-evangelizzazione dei giovani; con la gente in generale.

In sostanza, la spiritualità è amore, è carità. Non dovremmo essere ‘sofisticati’ in questo. In termini pratici, se sostituiamo il termine spiritualità con un altro che ci possa aiutare ad esprimere la nostra idea in un modo migliore, potremmo usare termini come amore, carità, amicizia, desiderio di aiutare, disponibilità agli altri… Nel loro insieme, questi termini possono ben definire la spiritualità quotidiana come l’intendeva Don Bosco.

È in questo aspetto che si può vedere chiaramente l’influenza di San Francesco di Sales. Possiamo essere praticamente certi che Don Bosco conosceva bene l’Introduzione alla vita devota’ (Filotea), capolavoro del santo vescovo di Ginevra. Ed è bene ricordare anche che Don Bosco visse come un mistico, vale a dire con un forte legame con Dio, i santi, in particolare con la Vergine, con cui parlava con vera familiarità. Ancora, egli intese la vita mistica (spirituale) come amore cristiano nella pratica, vissuto nell’apostolato.

In questo senso, la nostra spiritualità non ha orari e si vive nel quotidiano, soprattutto nei rapporti con gli altri”.

Don Roberto Gorgerino all’oratorio della Don Bosco – La Voce Alessandrina

Don Roberto Gorgerino, nuovo incaricato dell’oratorio Don Bosco della parrocchia San Giuseppe Artigiano di Alessandria, si presenta tramite una intervista riportata su “La Voce Alessadrina” di questa settimana. Si riporta di seguito l’articolo a cura di Alessandro Venticinque.

***

SAN GIUSEPPE ARTIGIANO – Don Roberto Gorgerino all’oratorio della Don Bosco

“Don Bosco oggi ci tirerebbe un po’ le orecchie. Dobbiamo convertirci di nuovo”

«Mi chiamo don Roberto Gorgerino, sono nato il 16 ottobre 1966, a Chieri. Sono prete dal 1999 e salesiano dal 1991».

Si presenta così don Roberto (nel tondo), nuovo incaricato dell’oratorio Don Bosco della parrocchia San Giuseppe Artigiano di Alessandria, che ha fatto il suo ingresso lo scorso 6 settembre. Il sacerdote è anche catechista del Centro di formazione professionale (Cfp), dove insegna religione nelle 10 classi del Cnos-Fap.

Don Roberto, quando è nata la sua vocazione?

«Il primo sentore di vocazione l’ho avuto in un ritiro spirituale alle medie, ero in una scuola salesiana a Chieri. La cosa poi è rimasta lì, sono andato avanti con altre scuole salesiane e frequentavo una scuola privata serale di grafi ca pubblicitaria. Inizio così a lavorare nel mondo della grafi ca e vengo chiamato al militare nell’85. Nel frattempo si ripresenta la vocazione, valuto bene cosa fare, e decido che quella è veramente la mia strada. Mi licenzio e inizio il mio percorso di noviziato. Il primo anno al “Monte Oliveto”, a Pinerolo, poi ho cominciato a studiare filosofia a Roma. In seguito ho fatto due anni di tirocinio in una casa salesiana a Bra, e ho continuato a studiare teologia alla Crocetta di Torino. Intanto proseguivo la mia attività di animazione negli oratori. Ho proseguito poi con gli studi in scienze dell’educazione a Roma. Sono stato ordinato sacerdote il 26 giugno 1999 a Torino, nella Basilica di Maria Ausiliatrice. E nella mia vita salesiana mi sono principalmente dedicato agli oratori e ai giovani. Tutto è partito dall’oratorio di Chieri, in cui sono cresciuto… credo che la mia vocazione salesiana sia stata determinata dagli incontri e dagli ambienti che ho frequentato».

Prima di arrivare ad Alessandria dov’è stato?

«Andando a ritroso sono stato ad Asti, prima ancora a Casale Monferrato e a Trino Vercellese. Prima di queste due tappe, ero nella Chiesa di San Giovannino a Torino. Queste sono le mie esperienze come incaricato d’oratorio più importanti e durature».

Che cosa si aspetta da questa nuova esperienza?

«Il Don Bosco di Alessandria è un ambiente diverso rispetto a quelli che conoscevo. L’oratorio “cortile” si configura proprio come la piazza del quartiere. Lo frequentano i piccoli, i grandi, gli anziani. Le mamme con i propri fi gli che giocano al parco, gli anziani che giocano a carte, poi ci sono le attività sportive, bambini di elementari e medie che vengono per giocare. Poi abbiamo il catechismo, altri gruppi che fanno laboratori di vario genere, e da poco sono partiti i gruppi del post cresima, che qui si fa in prima media. C’è anche un gruppo di terza media e prima superiore che patisce un po’, perché ha sofferto maggiormente questi anni di chiusura. E poi ci sono gli animatori che partono dalla seconda superiore: circa una quarantina ha dato disponibilità per ripartire con le attività, con loro ci troviamo ogni 15 giorni».

Che cosa l’ha colpita del carisma salesiano?

«Mi hanno colpito le figure dei salesiani che ho incontrato negli oratori: mi sono sentito attirato. E poi mi è sempre piaciuto stare con i ragazzi. Mi colpisce sempre lo stile che, pur vecchio di 200 anni, ha tante caratteristiche che si adattano a qualunque situazione. Come se non invecchiasse mai. Ma, ovviamente, è sempre una sfida, perché non è detto che un modello applicato in un posto vada bene anche per un altro. I ragazzi, quelli di ieri e di oggi, sono uguali: hanno esigenze, necessità e sogni. Mi aveva colpito molto un aneddoto».

Ce lo racconta?

«Ricordo che eravamo in oratorio e c’erano questi due salesiani seduti vicino a tavola. Uno dei due ha tagliato un pezzo di torrone per l’altro. Mi ha colpito il modo con cui l’ha tagliato e il suo sguardo. Lo ha fatto con una grande fraternità che mi è entrata nel cuore. Me lo ricordo ancora oggi».

Cosa direbbe oggi don Bosco ai salesiani?

«Secondo me don Bosco oggi tirerebbe un po’ le orecchie ai salesiani. Adesso abbiamo tante strutture e realtà che funzionano, facciamo un sacco di attività, ma forse dobbiamo convertirci di nuovo. Questi luoghi non possiamo solo farli funzionare, ma dobbiamo essere appassionati noi. Prima, mentre tornavo da una commissione, mi chiedevo: “Perché faccio tutte queste cose? Cosa capiscono i ragazzi con cui faccio attività?”. Loro devono vedere la stessa cosa che sto cercando anche io. Ma è davvero così? Non lo so, ho paura che qualche volta ci sfugga».

C’è una cosa in particolare che le ha insegnato il santo torinese?

«La cosa che mi piace di più di don Bosco è la parolina detta all’orecchio, in cortile, in modo informale, mentre lo incroci e lo saluti, o mentre gli passi una palla. Alle volte, è molto più effi cace di una riunione. Queste cose le cogli, però, se stai lì. Certi giorni ti sembra di “succhiare” un chiodo, poi ti arriva quel ragazzino che ti chiede una pallina, gli fai una battuta e magari inizia a parlare. Poi ci diciamo qualcosa in più, gli lascio un messaggio e lui mi dona un sorriso. Questo è quello che ho imparato in questi anni: quando stai con i giovani, loro lo sentono e sanno come ricambiare».

Ha un obiettivo per questa nuova avventura?

«Spero che ci passa di qui possa trovare il senso della propria vita. Che in questi luoghi ognuno possa trovare il significato nelle varie attività che si svolgono. Trovare il motivo profondo per cui vengo a giocare a calcio, a carte, a scuola, o fare l’animatore. Infine, spero, con tutte le mie forze, di attirare più persone possibili, non a me, ma alla figura di don Bosco. E quindi al Signore».

Alessandro Venticinque

CFP Alessandria: apertura delle iscrizioni per il corso gratuito di Operatore Socio Sanitario

L’operatore Socio Sanitario svolge la sua attività sia nel settore sociale che in quello sanitario: in ambiente ospedaliero, in servizi di tipo socio-assistenziale e socio-sanitario, residenziali o semiresidenziali e al domicilio dell’utente. L’operatore O.S.S., nell’assolvimento delle sue mansioni, agisce come figura di supporto in base alle proprie competenze ed in applicazione dei piani di lavoro e dei protocolli operativi predisposti dal personale sanitario e sociale preposto. Deve soprattutto saper svolgere attività di aiuto attraverso interventi igienico-sanitari e di carattere sociale.

Il corso è rivolto a: persone in prevalenza disoccupate, giovani (di età pari o superiore a 18 anni) e adulte in possesso di Licenza di Scuola Secondaria di I° grado. La prevalenza è determinata dalla metà più uno del totale degli allievi iscritti (max 25). Alcune quote sono riservate ad immigrati stranieri (tra il 20% e il 30% sul totale), giovani e adulti in bassa scolarità (almeno il 40% del totale degli allievi iscritti).

La durata del corso è di 1000 ore (di cui 440 di stage) con orario diurno. Obbligo di frequenza, ore assenza massime consentite il 10%.

Data iscrizioni: dal 5 novembre 2021 al 18 novembre 2021.

Per procedere all’iscrizione è necessario prendere appuntamento chiamando il numero 0131 341364 oppure compilando il questionario
disponibile al link https://forms.gle/LP5eTWXUkkiFsj3NA

Per ulteriori informazioni scarica il PDF

Cnos-Fap Alessandria: spazi rinnovati per formare il futuro

Il Cnos-Fap di Alessandria inizia il nuovo anno formativo nel migliore dei modi, con spazi rinnovati, laboratori all’avanguardia e un’attenzione pedagogica massima da parte dei formatori. Di seguito l’articolo pubblicato su AlessandriaNews, il quale riporta il pensiero di Don Pietro Mellano, Direttore del Centro.

***

Spazi rinnovati, laboratori all’avanguardia ed ammodernati. L’anno scolastico al Cnos Fap, nella sede di Corso Acqui, 400 ad Alessandria, sta incominciando nel migliore dei modi per offrire educazione e preparazione sempre più al passo con le esigenze del mondo del lavoro.

Uno dei punti di forza della formazione al Cnos Fap è infatti il costante dialogo con le aziende del territorio che permette loro di modulare ed offrire corsi e – per questo motivo – per i ragazzi, di avere molte più possibilità di trovare lavoro in breve tempo.

Il 73% dei nostri allievi, trova impiego entro i tre anni grazie alle collaborazioni ed al lavoro integrato con le aziende, adeguandosi al mondo in continua evoluzione”, spiega il Direttore Don Pietro Mellano.

I numeri dimostrano che la formazione specializzata e qualificata, offre una reale opportunità per chi ha scelto di imparare un mestiere, continuare a specializzarsi oppure per chi ha deciso di completare la scuola dell’obbligo scegliendo tra i vari settori proposti per la qualifica o il diploma professionale.

“Abbiamo inoltre uno sportello dei servizi al lavoro aperto a tutti, non solo agli iscritti al centro, l’obiettivo è capire le reali inclinazioni della persona ed indirizzarla, dopo attenta valutazione del talento e delle competenze individuali, verso il percorso lavorativo più adatto”.

Le Scuole Salesiane offrono corsi – gratuiti ed a pagamento – riconosciuti e finanziati dalla Regione Piemonte, dedicati ai ragazzi della scuola dell’obbligo, agli adulti inoccupati che vogliono incrementare la propria formazione ed adulti occupati che vogliono aggiornare le proprie competenze.

“L’attenzione pedagogica è massima e gli insegnamenti del nostro fondatore Don Bosco sono sempre attuali. Il personale viene costantemente formato per sapere sempre come approcciarsi verso i giovani, anche quelli che necessitano di maggiormente attenzione. Cnos Fap è una ‘casa’ in cui spesso gli allievi tornano da adulti, si affidano al centro di orientamento per capire cosa fare del proprio futuro, proprio perché riconoscono nei servizi e soprattutto nel nostro personale le capacità formative e sociali di cui hanno bisogno”.

L’elenco dei corsi, i servizi e le informazioni su: alessandria.cnosfap.net

Associazione CNOS FAP Regione Piemonte
CFP Alessandria
C.so Acqui, 398
tel 0131 341364 – fax 0131 249004

 

Labs to Learn: l’esperienza del Metodo di Studio ad Alessandria

Per il progetto Labs to Learn, ecco l’esperienza del Metodo di Studio vissuta dai ragazzi della 1^F dell’I.C. Straneo di Alessandria.

***

La 1^F dell’I.C. Straneo di Alessandria è stata la classe che quest’anno ha avuto la fortuna di partecipare agli incontri sul metodo di studio organizzati per il progetto “Labs to Learn”; così gli abbiamo chiesto di raccontarci un po’ la loro esperienza e di darci un riscontro su ciò che hanno vissuto e imparato.

La prima cosa che gli abbiamo chiesto è stata quella di pensare ad una parola che riassumesse quest’esperienza. Ne sono venute fuori tante e diverse, ma che rimandano tutte a un riscontro positivo: un’esperienza per quasi tutti nuova che, oltre ad essere stata utile e interessante, è stata anche bella e piacevole.

I ragazzi sono usciti da questi incontri molto soddisfatti, perché hanno capito che studiare non è sempre difficile e noioso, ma che, se si sta attenti e si utilizzano gli strumenti adatti alle proprie capacità, può diventare tutto molto più semplice. In particolare, la classe ha imparato a leggere con attenzione il testo e a trovare le parole chiave, sottolineando solo ciò che è necessario. Alcuni ragazzi hanno scoperto l’importanza dei riassunti, degli schemi e delle mappe concettuali; altri ancora hanno imparato a organizzare e pianificare il lavoro e le proprie ore di studio.

Secondo la classe sarebbe bello che tutti gli studenti potessero vivere incontri come questi, perché potrebbero aiutare ognuno a trovare il proprio metodo di studio personale, quello che può permette di studiare al meglio aumentando la fiducia che si ha nelle proprie capacità.

In conclusione, abbiamo chiesto ai ragazzi di guardarsi al passato, a come erano prima di aver vissuto questa esperienza, e gli abbiamo chiesto di provare a darsi un consiglio rispetto allo studio e alla scuola. Da questa riflessione sono venuti fuori tanti bellissimi consigli, che assomigliano proprio a quelli che gli insegnati e i genitori ripetono spesso ai loro ragazzi: “non sottolineare tutto”, “stai più attento”, “fai una cosa alla volta”, organizza bene il tuo lavoro”, “prendi più appunti”, “non studiare a memoria”, e tanti altri simili. Questa è la dimostrazione che i nostri giovani possono essere davvero dei buoni studenti, capaci di impegnarsi, di studiare, di avere fiducia in loro stessi e di essere buon esempio per i compagni; tutto ciò però è possibile se trovano davanti a loro una buona “guida”: qualcuno che possa aiutarli innanzitutto a capire il senso del fare le cose e che possa aiutarli a conoscersi meglio e a scoprire i propri punti di forza e di debolezza.

È partendo dal conoscersi dentro che si impara a vivere il mondo con gli strumenti adatti a sé stessi.