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Andranno i miei figli per me

Si riporta la notizia pubblicata da InfoANSAgenzia iNfo Salesiana – in data 15 maggio 2019, che riporta il messaggio del Rettor  Maggiore dei Salesiani, Don Angel Fernandez Artime, rispetto alla sua esperienza in Goa (India):

SAN FRANCESCO SAVERIO E DON BOSCO. DUE IMMENSI MISSIONARI DI IERI E DI OGGI. Un mese fa ero a Goa, in India. Goa è un gioiello incastonato nel maestoso continente indiano. Qui ci sono le spiagge di sabbia più belle del mondo e i panorami marini più incantevoli. Tra le palme che ricamano l’orizzonte, intravedevo le chiese costruite nei secoli XVI e XVII.

Una di queste è la Basilica del Buon Gesù, che è diventata un centro di pellegrinaggio, soprattutto per i cristiani e i credenti di altre religioni, perché custodisce le spoglie di San Francesco Saverio, il missionario navarrese discepolo di Sant’Ignazio di Loyola, fondatore dei gesuiti, che evangelizzò l’Estremo Oriente. San Francesco Saverio morì in Cina nel 1552, ma le sue reliquie rimangono in questa bellissima basilica, situata accanto alla cattedrale e alla chiesa di San Francesco d’Assisi. Questo edificio per ospitare i suoi resti mortali fu eretto tra il 1594 e il 1605. Qui è conservato il suo corpo, che fu prima sepolto in una cassa piena di calce e due anni dopo trasportato, miracolosamente integro e intatto, prima a Malacca e poi a Goa, dove è ricordato e venerato in modo incantevole. E lì ho avuto il privilegio, accompagnato da altri salesiani e laici, di celebrare l’Eucaristia sull’altare e sul sepolcro di questo grande santo missionario gesuita.

E ho chiesto di celebrare la Messa in onore di San Giovanni Bosco, chiedendo a Don Bosco la sua intercessione. Perché?

Francesco Saverio è stato, probabilmente, il più grande missionario della storia. Vissuto appena 46 anni, compì in 10 anni un lavoro missionario incredibile. Qui a Goa diede inizio al suo apostolato in un modo molto “donboschiano”: cominciò dalle carceri e dai bambini. Percorreva le strade e le piazze, invitando i bambini a venire in chiesa. In chiesa, insegnava ai bambini il catechismo con delle canzoncine facili e allegre, che lui stesso aveva composto.

Nella storia della Chiesa, Don Bosco è senza dubbio un altro grande missionario. Per questo la mia celebrazione eucaristica è stata semplice, commovente e spiritualmente sentita. Ho presentato al Signore con la mediazione di San Francesco Saverio e di Don Bosco, la missione salesiana nel mondo e la nostra scelta preferenziale per i ragazzi, le ragazze e i giovani del mondo, specialmente i più poveri.

«Andranno i miei figli per me»

Qualcuno potrebbe chiedersi perché presento Don Bosco come grande missionario anche se in realtà non è mai stato missionario “ad gentes”. Don Bosco mandò i suoi figli salesiani in capo al mondo, ma personalmente non fu mai missionario in terre lontane pur avendolo desiderato tanto. Innumerevoli sono le lettere in cui don Bosco scrive che il suo desiderio più ardente era sempre stato quello di partire missionario. «Andranno i miei figli per me» diceva.

È una verità straordinaria: don Bosco ha trasmesso il suo forte impulso e il suo fervore missionario allo spirito della Congregazione.

Per parlare del grande cuore missionario di Don Bosco, può bastare questo semplice dato: quando Don Bosco morì, il 31 gennaio 1888, noi salesiani sdb eravamo in quel momento 754. In quel momento don Bosco aveva già inviato come missionari in America il 20 per cento dei suoi salesiani, 153 in totale.

Se questa non è una vera passione missionaria!

In quella chiesa antica di Goa respiravo la forza dell’ispirazione missionaria e ringraziai il Signore per il miracolo della missionarietà. Lo Spirito Santo ha guidato e accompagnato il lavoro di evangelizzazione in tutta l’Asia con i primi missionari francescani, domenicani e gesuiti… e anche con i figli e le figlie di Don Bosco. Oggi sono 2.786 i salesiani sdb in India e diverse migliaia le nostre sorelle consacrate di diverse congregazioni (Figlie di Maria Ausiliatrice, Suore Missionarie di Maria Aiuto dei Cristiani, Suore Catechiste di Maria Immacolata Ausiliatrice, ecc ) Una vera gigantesca operazione dello Spirito.

Davanti alle candide spiagge di Goa pensavo all’antifona della Festa di don Bosco: «Il Signore gli ha donato sapienza e prudenza, e un cuore grande come la sabbia che è sulla spiaggia del mare».

Dopo la celebrazione dell’Eucaristia, quello stesso giorno ha avuto il volto concreto di miei quattro fratelli sdb che accompagnavano un gruppo di bambini salvati dalla vita randagia sulla strada. Un gruppo di 40 ragazzi, tra i 10 e i 15 anni, con i quali abbiamo trascorso una bella mattinata. I loro occhi brillavano di una luce speciale. Questi ragazzi con i salesiani si sentono a casa. Vanno a scuola, stanno ricevendo una formazione e un’istruzione che aprirà davanti a loro un ottimo futuro. Ragazzi che sorridevano e cantavano magnificamente. Avevano imparato a dire in spagnolo: «Hola y Hasta la vista!» Al termine ci siamo salutati con calore, affetto vero e un’immensità di foto ricordo.

I ragazzi di Valdocco, 170 anni prima, a Torino, facevano le stesse cose con il nostro amato Don Bosco. E il suo cuore missionario continua a battere, oggi nel cuore dei suoi figli e delle sue figlie, perché i ragazzi del mondo possano trovare un altro Valdocco e un altro Mornese.

Davanti alle candide spiagge di Goa pensavo all’antifona della Festa di don Bosco: «Il Signore gli ha donato sapienza e prudenza, e un cuore grande come la sabbia che è sulla spiaggia del mare». Ed è tutto vero. Il cuore di don Bosco e dei suoi figli non ha confini.

Oggi, con la grazia della comunione tra la Chiesa già in paradiso, la Chiesa trionfante, e la Chiesa che continua a camminare, che siamo noi, quaggiù, i nostri santi missionari, San Francesco Saverio e Don Bosco, continuano a benedire la missione e a far vivere il Signore per questi popoli, e per questi ragazzi e ragazze, futuri cittadini del Regno.

A Goa, ho vissuto e ho sentito che il ricordo delle imprese passate non svanisce con il tempo ma spinge come vento nelle vele degli aspetti essenziali e più autentici della vita e dell’evangelizzazione. Con una formidabile continuità.

In questo mese dedicato a Maria, chiediamo alla nostra Madre Ausiliatrice di continuare ad accompagnare la missione nel nome del Signore in tutto il mondo. E che la missione salesiana possa continuare ad essere fedele oggi come è stata sempre.

Intenzione Missionaria Salesiana – Maggio 2019

Per la Chiesa in Africa, fermento di unità.

Perché la Chiesa in Africa sia fermento di unità fra i popoli e segno di speranza per questo Continente.

Dopo il secondo “Progetto Africa”, la presenza salesiana è diffusa ormai in 43 Paesi con quasi 200 comunità e circa 35.000 laici impegnati.

Preghiamo affinché la Famiglia Salesiana, frutto fecondo missionario e dono per la Chiesa e per il Continente, sia fonte di evangelizzazione e promotrice di pace, unità e solidarietà, e attenta particolarmente agli sfollati e ai rifugiati.

Mandato Missionario – Nigeria, Romania e Benin

Domenica 31 marzo 2019, durante la Santa messa svoltasi nella Basilica Maria Ausiliatrice di Valdocco, è avvenuta la celebrazione del Mandato Missionario. Ecco il racconto di Martina Cociglio:

Il mandato missionario è prima di tutto un grazie.

Un grazie per il cammino fatto, desiderato, guidato, combattuto, condiviso. Quando chini la testa per ricevere la croce hai la sensazione vera dell’abbandono. Un gesto semplice, che ha però la potenza dell’incontro ravvicinato con Dio. Un Dio che ha scelto di metterti a fianco un gruppo composto da giovani che, nella diversità delle storie personali, hanno scelto – come te – di farsi spezzare e ricomporre da un’esperienza che ha il potere di allargare lo sguardo e cambiare le prospettive.

Nigeria, Romania e Benin sono le terre di missione, verso le quali i ragazzi del corso partenti saranno mandati. Il movimento giovanile salesiano e la Chiesa intera nel suo impegno a ripensarsi aperta e in uscita, come dice Papa Francesco, non può che accompagnare per mano chi sceglie di farsi abbracciare da Dio e di portare questo abbraccio fin dove Don Bosco lo ha sognato.

 

 

SaleCuneo – Animatori in missione!

Si riporta la notizia pubblicata su SaleCuneo.it, con il racconto, attraverso una intervista, dell’esperienza Missionaria che due giovani dell’oratorio vivranno durante l’estate:

Da parecchi anni l’Animazione Missionaria salesiana organizza esperienze estive di un mese in paesi di missione presso comunità salesiane. Anche dal nostro oratorio sono partiti per questa esperienza parecchi giovani che conservano ricordi e soprattutto riconoscenza per quanto nella loro vita è maturato grazie a questo mese (diventato per alcuni sei mesi o anni).

Simone e Giorgia sono prossimi alla partenza e abbiamo rivolto loro alcune domande. Tra l’altro li trovate nella foto dei partenti… mimetizzati: Giorgia al centro, con una capigliatura leonina che le copre il viso e Simone nelle retrovie, con la capigliatura assai poco leonina!

Simone Andreassi, 27 anni, in Romania (Bacau e Ciresoaia) dal 16/06 al 18/08
Giorgia Dutto, 19 anni, in Nigeria (Akure) dal 26/07 al 24/08

Come hai saputo e hai deciso per questa proposta?

Da qualche anno, la Pastorale Giovanile Salesiana e l’Animazione Missionaria propongono, a Valdocco, Torino, un corso chiamato “Corso Partenti”, un percorso dedicato ai temi della mondialità. Tema centrale è la preparazione all’esperienza estiva in terra di missione e parte integrante del cammino sono le proposte di attività di volontariato e formazione. Il corso si rivolge principalmente ai giovani dai 20 ai 30 anni provenienti da oratori e scuole salesiane, e non solo.

Com’è maturata la scelta di andare in due posti differenti?

La nostra scelta è stata quella di prepararci per partire. Fino a fine febbraio non abbiamo saputo né dove, né quando, né con chi. Abbiamo dovuto aspettare che l’équipe dell’Animazione Missionaria, dopo la nostra adesione alla partenza, ci pregasse un po’ sopra. La missione non sarebbe un dono se avessimo potuto programmare tutto quanto in anticipo e avessimo deciso tutto noi.

Cosa prevede la preparazione alla partenza?

La preparazione è stato un modo per “gustare” già ora la missione. Fino ad oggi abbiamo partecipato a cinque weekend tra cui due di esercizi spirituali. Gli argomenti e le esperienze che abbiamo trattato e vissuto sono state fondamentali per dire il nostro piccolo, grande “Sì”. Abbiamo parlato di economia, spiritualità, interculturalità e santità; ma, soprattutto, abbiamo incontrato Salesiani, Figlie di Maria Ausiliatrice, ragazzi e ragazze che, come noi, stanno cercando qualcosa e Qualcuno di grande, anche al di fuori delle solite comodità.

Riceverete un “mandato”… quando, dove e con chi? Che senso ha questo “mandato” e il crocifisso che riceverete?

Riceveremo il Mandato Missionario nella Basilica di Maria Ausiliatrice, a Torino, domenica 31 marzo alle 15.00, dove ci verrà dato un piccolo crocifisso missionario dalle mani di Don Enrico Stasi, il superiore dei Salesiani del Piemonte. Con noi ci saranno altri 12 giovani e 5 accompagnatori, divisi nelle tre destinazioni: Romania, Nigeria e Benin. Per noi, questo è un grande passo, che ci ricorderà che, oltre ad essere missionari all’estero, dovremo e potremo esserlo nella vita di ogni giorno, portando in noi lo stesso Amore che Gesù porta e che nessuno potrà impedire mai di portare agli altri.

Bollettino di Animazione Missionaria Salesiana – Cagliero 11, marzo 2019

Si rendono disponibili qui in allegato degli spunti di riflessione “missionari”:

  • Cagliero 11, il Bolletino mensile della comunità Salesiana nell’ambito dell’Animazione Missionaria. In occasione dell’imminente quaresima, all’interno saranno presenti spunti di preghiera ed una serie di notizie provenienti dal mondo missionario.

  • Il commento dell’Arcivescovo di Rabat, monsignor Cristobal Lopez Romero, riguardo il testo firmato ad Abu Dhabi Articolo proveniente da “La Stampa” a cura di Cristina Uguccioni.

 

don Antonio César Fernández – “Il male non ha mai l’ultima parola”

Lettera del Rettor Maggiore a motivo dell’uccisione di
don Antonio César Fernández (SDB)

(Roma, 18 febbraio 2019) – Il Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, ha scritto una lettera a tutti i suoi confratelli e alla Famiglia Salesiana nel mondo, a seguito della tragica morte di don Antonio César Fernández, missionario salesiano spagnolo, dell’Ispettoria Africa Occidentale Francofona (AFO), colpito a morte in un agguato teso da assassini jihadisti, venerdì 15 febbraio 2019, in Burkina Faso.

Roma, 16 febbraio 2019

Ai miei Confratelli Salesiani. Alla Famiglia Salesiana nel mondo. Miei cari confratelli: sono appena arrivato a Roma, Sacro Cuore, direttamente dall’Irlanda, dove ho concluso la visita all’Ispettoria “San Patrizio” con sede a Dublino, e subito mi metto in comunicazione con tutti voi.

Lo faccio per la dolorosissima notizia ricevuta alcune ore fa, la notte scorsa, quando ci hanno informato che il nostro confratello missionario salesiano Antonio César Fernández, missionario in Africa dal 1982, è stato assassinato ieri, alle ore 15:00 locali, con 3 colpi di arma da fuoco, durante un attacco jihadista avvenuto a quaranta chilometri dalla frontiera sud del Burkina Faso. Fortunatamente, altri due confratelli che erano con lui sono sopravvissuti all’assalto. Provenivano da Lomé (Togo), dove avevano celebrato la prima sessione del Capitolo Ispettoriale dell’AFO (Ispettoria Africa Occidentale Francofona).

Cari confratelli, molte volte durante l’anno ricevo la notizia della morte per causa naturale di confratelli salesiani. Fa parte della vita, e arriverà anche per noi. In questi casi rendiamo grazie al Signore per tante vite meravigliose consumate generosamente.

Al nostro confratello Antonio César invece hanno strappato la vita, gliel’hanno tolta senza nessun motivo. Un uomo buono e un uomo di Dio che, come il Signore, è passato nella vita “facendo il Bene”, soprattutto nel suo amato popolo Africano. Antonio César aveva 72 anni, 55 di Professione Religiosa e 46 di Ordinazione Sacerdotale. Alcuni mesi fa lo avevamo incontrato in Burkina Faso, proprio nella sua comunità di Ouagadougou, dove era direttore e parroco.

Antonio César si aggiunge a tanti altri martiri della Chiesa di oggi nel mondo (alcuni di essi Salesiani e membri della nostra Famiglia Salesiana). Vi invito a rendere grazie al Signore per la vita meravigliosa del nostro confratello don Antonio César. Vi invito anche a chiedere al Padre che aiuti questa sua Umanità a mettere fine a queste escalation di violenza che fanno solo del male. E voglia il Buon Dio che il suo sangue, sparso in terra africana, sia seme di cristiani, seguaci fedeli di Gesù, e di giovani vocazioni al servizio del Regno.

Riposa in pace, caro César.

Fratelli, continuiamo più uniti che mai nel servizio al Popolo di Dio e dei giovani più poveri.
Il male non ha mai l’ultima parola.
La Risurrezione del Signore ce lo ha dimostrato e continua a essere vero, pur nel dolore, che il Signore trasforma tutte le cose.

Un grande abbraccio e la preghiera di tutti noi per l’eterno riposo di don Antonio César.

La nostra affettuosa vicinanza sia anche per la sua famiglia e i suoi cari a Pozoblanco (Spagna) e nei luoghi in cui vivono, alla cara Ispettoria AFO alla quale apparteneva, e a quella “Maria Ausiliatrice” (SMX) in Spagna, dove avevi imparato ad amare Don Bosco fino a vivere come lui.

Con vero affetto,
D. Ángel Fernández A., SDB
Rettor Maggiore

L’animazione Missionaria al San Luigi

Si è svolto la sera di sabato 9 febbraio l’incontro con il gruppo missionario presso l’oratorio Salesiano San Luigi di Torino. Ecco l’articolo proveniente da donBoscoSanSalvario.it:

La sera di sabato 9 febbraio sono venuti a trovarci venti ragazzi del gruppo partenti di Animazione Missionaria di Valdocco, che quest’estate faranno esperienze di missione in Nigeria, Albania e Benin, accompagnati nel percorso di avvicinamento da Suor Carmela e Don Fabio.

Dopo un primo momento di cena condivisa in cui i ragazzi hanno fatto conoscenza tra loro, Don Mauro ha presentato le iniziative della comunità nel territorio di San Salvario. In seguito, la parola è passata ai ragazzi, sia ai minori della comunità che ai partenti, che si sono presentati a vicenda, tramite l’ausilio di loro foto proiettate.

Per concludere la serata, un ragazzo della comunità si è esibito cantando una canzone e il gruppo partenti ha proposto un bans coinvolgendo i minori del San Luigi. Infine, si è tenuto un momento di confronto tra i nostri ospiti e l’equipe della comunità presente che ha presentato brevemente il lavoro “dietro le quinte”. E’ stata una bella occasione di scambio interculturale, con il coinvolgimento festoso e positivo di tutti i partecipanti.

Enrico Gallo – Servizio Civile presso il San Luigi

Lasciare spazio alla domanda e allo stupore, rileggere la propria storia attraverso lo sguardo degli altri e non fare delle proprie abitudini una gabbia che ci fa percepire come sbagliato tutto ciò che esce dai nostri schemi.

Nell’incontro interculturale siamo chiamati a far nostri questi atteggiamenti se desideriamo davvero non essere solo una accozzaglia di persone dalla lingua e dal colore della pelle diverso ma un giallo e un rosso che diventano arancione, un verde e un blu che diventano viola. Pierluigi Dovis, direttore dell’ufficio diocesano della Caritas di Torino, ci ha infatti raccontato che diventare altro da sé non vuol dire assimilarsi ma mantenere la differenza e farne punto di partenza per superare la rigidità della nostra identità. Identità che nell’incontro con un tu si arricchisce di un tassello del mosaico che va a comporre la nostra storia.

Incontrare i minori non accompagnati della comunità del San Luigi e i giovani della movida del sabato sera a Torino ha permesso ai ragazzi del corso partenti di sperimentare la fatica del lasciarsi trasformare in prima persona dalla relazione con l’altro. Per quanto diverse e all’apparenza lontane, le nostre storie sfregano tra loro e il grido che ciascuno di noi ha dentro di sè rimarrebbe eco infinito se non permettessimo a un altro di salvarci. Che bellezza, alla fine, riscoprirci nuovi, più ricchi e meno soli.

Martina Cociglio – Animazione Missionaria

 

Intenzione Missionaria Salesiana – Febbraio 2019

Per la tratta delle persone.

Per l’accoglienza generosa delle vittime della tratta delle persone, della prostituzione forzata e della violenza. I Salesiani in diverse parti del mondo sono impegnati nella prevenzione e nella accoglienza di bambini e bambine, ragazzi e ragazze, vittime dello sfruttamento e della tratta. Preghiamo per queste presenze affinché siano una cura alle ferite, una famiglia dove s’impara e si sperimenta l’amore vero e una speranza per un futuro

Week end missionario – L’incontro con “l’altro”

Si è svolto nel week end del 9 e 10 febbraio 2019, l’incontro del corso partenti con tutti i giovani che si stanno interrogando e formando per capire come gestire un’esperienza missionaria o semplicemente per capire se sono pronti o meno per vivere un’esperienza cosi forte.

Ecco qui di seguito le parole che arrivano dei componenti dell’equipe di animazione missionaria per riassumere le due giornate vissute:

Lasciare spazio alla domanda e allo stupore, rileggere la propria storia attraverso lo sguardo degli altri e non fare delle proprie abitudini una gabbia che ci fa percepire come sbagliato tutto ciò che esce dai nostri schemi.

Nell’incontro interculturale siamo chiamati a far nostri questi atteggiamenti se desideriamo davvero non essere solo una accozzaglia di persone dalla lingua e dal colore della pelle diverso ma un giallo e un rosso che diventano arancione, un verde e un blu che diventano viola.

Pierluigi Dovis, direttore dell’ufficio diocesano della Caritas di Torino, ci ha infatti raccontato che diventare altro da sé non vuol dire assimilarsi ma mantenere la differenza e farne punto di partenza per superare la rigidità della nostra identità. Identità che nell’incontro con un tu si arricchisce di un tassello del mosaico che va a comporre la nostra storia.

Incontrare i minori non accompagnati della comunità del San Luigi e i giovani della movida del sabato sera a Torino ha permesso ai ragazzi del corso partenti di sperimentare la fatica del lasciarsi trasformare in prima persona dalla relazione con l’altro. Per quanto diverse e all’apparenza lontane, le nostre storie sfregano tra loro e il grido che ciascuno di noi ha dentro di sè rimarrebbe eco infinito se non permettessimo a un altro di salvarci.

Che bellezza, alla fine, riscoprirci nuovi, più ricchi e meno soli.