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Riapertura del Museo Casa Don Bosco

In funzione delle nuove norme attualmente in vigore, il Museo Casa Don Bosco riaprirà da martedì 9 febbraio nei seguenti giorni e con i seguenti orari temporanei:

  • lunedì: solo visite guidate,
  • martedì e giovedì: 9.30 – 12.30,
  • mercoledì e venerdì: 15 – 17.30

Visite guidate

Sarà possibile prenotare la propria visita guidata nei giorni dal lunedì al venerdì nelle seguenti modalità:

Nella mattinata del martedì ore 10.30 e nel pomeriggio del venerdì ore 16.00, partiranno delle visite guidate indipendentemente dalle prenotazioni.

Basilica Maria Ausiliatrice: la festa di San Giovanni Bosco

Domenica 31 gennaio 2021, grande festa per tutti gli amici di Don Bosco, per la Famiglia Salesiana e per la Congregazione stessa. San Giovanni Bosco parla nel cuore di tutti, portando un esempio di testimonianza di fede e di impegno sociale ancora oggi.

Presso la Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino – Valdocco si sono svolte, per tutto l’arco della giornata, le celebrazioni in onore del “santo dei giovani”, in particolare alle 9.30 con la presenza dell’Arcivescovo di Torino, S.E. Mons. Cesare Nosiglia, e alle 18.30 con la presenza del Vicario del Rettor Maggiore dei Salesiani don Stefano Martoglio, con la consueta Messa dedicata al Movimento Giovanile Salesiano.

La parola di Gesù ed il suo stile di vita non sono un invito a dire una serie di no, ma indicano la vera via del sì, che può realizzare in pienezza anche i sogni impossibili ritenuti umanamente irraggiungibili.

Mons. Cesare Nosiglia – Dall’omelia per la festa di Don Bosco

Ognuno di noi, qui, ha un rapporto speciale con Don Bosco, e normalmente così lo chiamiamo; ma il rapporto speciale è ritrovarsi dentro la propria storia di salvezza, dentro il proprio dna, dentro la propria genealogia, questo grandissimo Santo, questo grande credente.

Don Stefano Martoglio – Dall’omelia per la festa di Don Bosco

Verso la festa di San Giovanni Bosco: veglia di preghiera 29 gennaio 2021

In preparazione alla solennità di San Giovanni Bosco, venerdì 29 gennaio 2021 alle ore 20.30 presso la Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino – Valdocco si terrà la veglia di preghiera dedicata al Santo dei Giovani, con la presenza di don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore dei Salesiani.

Anche in questo anno 2021, ci ritroviamo per annunciare ai giovani un futuro di speranza nel nome di Don Bosco. Saremo ancora una volta nella Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino a cui guarda tutto il mondo salesiano per pregare con i giovani e per i giovani che desiderano essere protagonisti delle novità che tutti attendiamo. Il Papa Francesco ha già iniziato un percorso con loro, convocandoli all’evento “Economy of Francesco” nello scorso mese di novembre. Anche Torino era rappresentata e questi giovani ci racconteranno di questo percorso ecclesiale nel nostro momento di preghiera attorno all’urna di San Giovanni Bosco. Al termine della veglia, il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, ci consegnerà il suo augurio per la prossima festa.

Don Guido Errico – Rettore della Basilica

Sarà possibile seguire la veglia tramite la diretta streaming sulla Pagina Facebook della Basilica “Il cortile di Valdocco”.

Basilica Maria Ausiliatrice: la festa 2021 di San Giovanni Bosco!

Con l’arrivo di gennaio tutta la comunità salesiana è in fermento: è il mese di Don Bosco!

Di seguito il rimando alla pagina dedicata ai festeggiamenti con tutti gli appuntamenti in preparazione del 31 Gennaio 2021 presso la Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino Valdocco.

Basilica Maria Ausiliatrice: “Dona ora! in onore della festa di Don Bosco”

In occasione della tradizionale festa di San Giovanni Bosco del 31 gennaio, la Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco lancia la campagna “Dona ora!” per onorare degnamente Don Bosco nel giorno della sua festa, continuando il servizio messo a disposizione ogni giorno dalla Basilica in favore dei fedeli e per rispondere alle norme indicate dalle autorità in questo periodo. Di seguito l’appello di don Guido Errico, Rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice:

1 gennaio 2021

Carissimi amici della nostra basilica,

la comunità salesiana di Valdocco desidera esprimere a tutti voi gli auguri più sinceri per il nuovo anno 2021.

Anche questo è tempo di grazia, tempo in cui sperimentare la presenza e la benevolenza di Dio nei nostri confronti e di tutta l’umanità.

Anche questo è tempo della nostra comunità, di tutti quelli che sentono un legame con la nostra basilica dell’Ausiliatrice. Ci sono tanti che hanno continuato a recarsi nel nostro tempio anche durante i periodi di maggiori restrizioni dovute alla pandemia, e tanti altri che sono in comunione di preghiera con noi attraverso i mezzi di comunicazione.

Anche questo è tempo vissuto alla scuola dei santi salesiani in questo mese, che si conclude – il 31 gennaio – con la festa di San Giovanni Bosco.

Siamo sicuri che in occasione della celebrazione del nostro fondatore numerosi pellegrini giungeranno alla tomba del Santo per fare esperienza di pace e preghiera ai piedi dell’Ausiliatrice.

Ora abbiamo bisogno di chiedere il vostro sostegno economico perché possiamo onorare degnamente Don Bosco nel giorno della sua festa, continuare il nostro servizio in vostro favore nel modo più dignitoso possibile e rispondere alle norme che ci vengono indicate dalle autorità.

Sul sito della basilica potete trovare i riferimenti bancari per le vostre donazioni.

Risuona ancora la parola di Don Bosco: “Dio benedica e ricompensi tutti i nostri benefattori”.

Noi continuiamo ad assicurarvi che, fin dalla fondazione della basilica, la prima Messa di ogni giorno è offerta per i bisogni materiali e spirituali di tutti i nostri benefattori, vivi e defunti.

Don Guido Errico
Rettore della Basilica Maria Ausiliatrice di Torino

Dona ora

Intestazione conto:

ORATORIO SALESIANO S.FRANCESCO DI SALES – BASILICA

VIA MARIA AUSILIATRICE n. 32
10152 TORINO (TO)
BANCA INTESASANPAOLO
IBAN IT78 J030 6909 6061 0000 0115 694
BIC BCITITMM

Festa degli anniversari di Matrimonio a Valdocco

Domenica 27 dicembre, durante la Santa Messa delle ore 11.00, nella Basilica di Maria Ausiliatrice avverrà la ‘Festa degli anniversari di Matrimonio‘ in cui i coniugi che festeggiano un annualità significativa della loro unione potranno ricevere benedizione e ringraziare insieme il Signore. Dopo la celebrazione ci sarà una foto ricordo all’interno del cortile della basilica.

Di seguito la locandina dell’evento con tutte le informazioni di servizio:

Benedizione delle statuine di Gesù Bambino a Valdocco

Domenica 20 dicembre, alle ore 11.00, avverrà la benedizione delle ‘Statuine di Gesù Bambino’ da mettere nei presepi,  presso la Basilica di Maria Ausiliatrice durante la Santa Messa.

La Benedizioni dei “bambinelli” ci ricorda che ill presepio è una scuola di vita, dove possiamo imparare il segreto della vera gioia.

– Papa Benedetto XVI

Di seguito la locandina dell’evento con tutte le informazioni di servizio:

Il Presepe della Basilica

All’interno della Basilica di Maria Ausiliatrice, in vista delle sante feste, è stato presentato il consueto presepe natalizio. Esso si configura non solo presenza iconica, ma è occasione per annunciare e ricordare a tutti il mistero del Santo Natale e della nascita del Figlio di Dio. All’interno della pedagogia di Don Bosco, si viene così stimolati a proseguire con gratitudine nel compito di educatori alla fede dei più piccoli, così come dei più grandi.
Il peculiare momento storico in cui ci si appresta a vivere le ormai prossime festività, diventa quindi, come ci ricorda il Rettore della Basilica una sfida per costruire una comunione più profonda, salda e duratura.

Abbiamo cercato di raggiungere le case attraverso tanti metodi di comunicazione e ci piacerebbe che il presepe tornasse ad essere il luogo intorno cui la famiglia possa ritrovarsi negli affetti, nella preghiera, nello scambio dei doni, nella possibilità di camminare insieme e non invece come a volte le fatiche di questi giorni potrebbero indurci a fare.
Don Guido Errico, Rettore della Basilica Maria Ausiliatrice

Per questo motivo, viste le attuali limitazioni agli spostamenti, oltre al presepe presente in Basilicaqui ritratto in foto –  la tradizionale mostra dei presepi, giunta ormai alla ventunesima edizione, si svolgerà completamente in digitale in modo da dare a chiunque, in maniera libera e gratuita, di condividere il piacere del presepe con la famiglia ed i propri cari.

DON BOSCO E L’IMMACOLATA

Don Mike Pace, vice-direttore del Museo ‘Casa Don Bosco‘ pubblica un articolo dedicato al quadro della Maria Immacolata presente all’interno della Basilica Maria Ausiliatrice dal titolo ‘Don Bosco e l’Immacolata‘. Di seguito il link per scaricare e consultare l’articolo.

Tra le tante opere d’arte del nuovo Museo Casa Don Bosco di Valdocco, una in particolare mi interpella in questi giorni: il quadro di Maria Immacolata. Fu commissionato da Don Bosco nel 1882 per la chiesa di San Giovanni Evangelista nel suo secondo oratorio, dedicato a Sant’Aloysius. Maria è raffigurata con gli attributi classici della bellezza femminile giovanile: capelli fluenti, fino alla vita, ed evidenti, seppur sobri, i contorni del corpo. Questi dettagli sono stati aggiunti su insistenza di Don Bosco dopo che egli non aveva approvato il bozzetto di Giuseppe Rollini per il dipinto in cui mancavano entrambi i dettagli. Una donna, molti abiti Anche se don Bosco è meglio conosciuto come l’apostolo di Maria, l’Ausiliatrice, la sua devozione a Maria trascende ogni titolo e si sposta nel tempo. Per il Padre e Maestro della gioventù, Maria è sempre la Madonna, sempre Theotokos, Madre di Dio e Madre di Gesù, sempre presente nella Chiesa per guidare, difendere e intercedere per i suoi figli come madre amorevole, sempre fedele al ruolo che le è stato chiesto da Dio nel suo piano di salvezza, sempre oggetto di un rapporto tenero e personale.

Forse questa frase potrebbe essere una sintesi dell’amore costante di don Bosco per Maria sotto diversi titoli: “la stessa donna, con un abito diverso”. In diversi momenti della vita personale e pastorale di don Bosco si è manifestata una particolare devozione mariana. Questo è certamente vero per Maria come l’Immacolata Concezione. Una presenza guida diventa un articolo di fede Già prima che la bolla Ineffabilis Deus di Pio IX del 1854 definisse l’Immacolata Concezione come un articolo di fede, l’Immacolata era una presenza costante e guida nella vita e nel ministero di Don Bosco. La cappella del seminario di Chieri era dedicata a Maria Immacolata; la sua statua si trovava dietro l’altare maggiore e la sua immagine era venerata in una cappella laterale. Don Bosco riceveva tutti i suoi sacri ordini, compresa l’ordinazione sacerdotale, nella chiesa dell’Immacolata Concezione annessa al palazzo arcivescovile di Torino.
L’inaugurazione dell’oratorio avvenne in occasione della festa dell’Immacolata Concezione del 1841, nel celebre incontro di don Bosco con Bartolomeo Garelli. L’oratorio di Sant’Aloysius fu dedicato alla festa dell’Immacolata Concezione. Già nel 1842, don Bosco aveva iniziato la tradizione di predicare una conferenza dell’8 dicembre per ricordare e invocare la protezione di Maria Immacolata sull’opera dell’Oratorio. Domenic Savio arrivò all’Oratorio circa cinque settimane prima della proclamazione del Dogma del 1854; subito imparò da don Bosco a invocare Maria come Immacolata, che culminò con la fondazione della Compagnia dell’Immacolata Concezione. A partire dal 1847, nell’Oratorio si offriva regolarmente la preghiera per la definizione del dogma dell’Immacolata Concezione.
Il Mese di maggio in onore di Maria Immacolata di Don Bosco, pubblicato nel 1858 nelle Letture cattoliche, contribuì a diffondere la devozione a Maria e ad onorarla particolarmente come Immacolata Concezione. Riconoscere i Paralleli Tra il Contesto di Don Bosco e il Nostro Mentre celebriamo la festa dell’Immacolata Concezione nel 2020, possiamo fare un parallelo tra i nostri tempi e quelli di Don Bosco. Anche la navigazione di una pandemia nel mezzo di un cambiamento politico carico di tensione è stata parte dell’esperienza del nostro fondatore, in cui Maria Immacolata ha offerto una prospettiva e una guida. La Torino di Don Bosco, negli anni Cinquanta del XIX secolo, stava affrontando una trasformazione epocale su tutti i fronti.
Dove i liberali hanno visto il progresso, i conservatori hanno visto la fine. Dove i conservatori vedevano il bene, i liberali vedevano il male. La rivoluzione politica liberale (1848) aveva trasformato il Regno di Sardegna in una monarchia parlamentare costituzionale. La Repubblica Romana Mazziniana spinse Papa Pio IX ad un anno di esilio (1849-50). Una secolarizzazione senza precedenti della società stava frenando il potere della Chiesa. Fu introdotto un sistema di scuola laica (1848). La legge Siccardi (1850) abolì molti degli antichi privilegi della Chiesa e, secondo la legge Cavour-Rattazzi (1855), le congregazioni religiose furono sciolte e i beni della Chiesa furono confiscati. Fu una tempesta perfetta tra forze “conservatrici” e “liberali”. A questo si aggiunga che nel 1854 la pandemia di colera devastava Torino e si abbatteva sull’Oratorio.

In questo contesto turbolento, Papa Pio IX si rivolse a Maria Immacolata. Il 1° agosto 1854, mesi prima di proclamare il dogma dell’Immacolata Concezione, proclamò un giubileo speciale invocando la protezione della Vergine Immacolata. Si trattava di un’espressione di fede colorata da sfumature politiche non così sottili. Nella successiva Bolla, Ineffabilis Deus, il pontefice parla di Maria Immacolata come di Colei che, purissima, ha schiacciato la testa del serpente, che ha distrutto tutte le eresie, che è la sicura difesa della Chiesa, che salva il popolo cristiano dai mali più mortali e ne è il sicuro rifugio e il fedele aiuto. In altre parole, Maria Immacolata è presentata come il simbolo della vittoria del bene sul male (cfr. Arthur Lenti, Vol. V Capitolo 3, Don Bosco e Maria Immacolata Ausiliatrice in Contesto Storico). In mezzo a tutto questo, l’Immacolata Concezione, che fu una presenza guida all’inizio e allo sviluppo dell’Oratorio, incoraggiò Don Bosco nella sua risposta apolitica. La crescita della devozione all’Immacolata nel più ampio contesto ecclesiale, unita ai suoi primi e successivi sogni sulla sua missione, ha fornito a don Bosco una chiave interpretativa per il suo apostolato.
Ben consapevole del fomento politico che circonda l’Oratorio, ma che si eleva al di sopra di esso, don Bosco cercava l’intercessione dell’Immacolata per salvare la società dalle “potenze del male” – non attraverso l’azione politica, ma attraverso la fede nell’azione, la ragion d’essere dell’Oratorio. In primo luogo, educando e catechizzando i giovani a diventare lievito cristiano per la trasformazione positiva della società. In secondo luogo, presentando Maria Immacolata come lente per interpretare il suo progetto educativo. Nel suo Mese di Maggio in Onore di Maria, don Bosco scriveva che “La Vergine Immacolata, la Madre purissima, odia tutto ciò che è contrario alla santa purezza”. Una Catechesi Immacolata L’insistenza di Don Bosco sul fatto che la pittura di Rollini trasmette l’Immacolata Concezione con la bellezza corporea in qualche modo presagisce la Teologia del Corpo di San Giovanni Paolo, una catechesi in cui il corpo umano è presentato come necessariamente il cardine del sacro. Certo, la “santa purezza” comprende la castità corporea, ma è molto di più.
La santa purezza modellata da Maria è la donazione intenzionale e totale di sé alla propria missione donata da Dio per il bene degli altri. Maria incarna la “santa purezza” nella mente e nel cuore, nel corpo e nello spirito; è bella perché è Immacolata, ed è Immacolata perché in ogni aspetto è bella, ossia, un riflesso di Dio a immagine del quale è fatta.
Contemplare colei che è sempre libera dal peccato ci spinge ad accettare dove abbiamo bisogno di conversione; mentre Maria è piena di grazia, noi dobbiamo fare scelte intenzionali che ci aprano alla grazia incrementale. La catechesi che siamo chiamati ad essere per i giovani in tempi di cambiamento e in questo tempo di pandemia passa attraverso il nostro corpo e la nostra mente, il nostro cuore e la nostra anima: riconoscere i nostri punti ciechi, svelare i nostri pregiudizi nascosti, riconoscere sia i punti di forza che le debolezze che esistono da una parte e dall’altra del divario politico, indipendentemente dal nostro punto di vista personale. Sopravvivere a COVID-19 in stile salesiano è forse accettare questi giorni come un continuo “esercizio per una morte felice”, riconoscendo ed accettando con serenità che non siamo in controllo della nostra vita, ma solo delle risposte che diamo nella battaglia del bene sul male. Diventiamo più “immacolati” ogni volta che ci sforziamo di costruire la comunione. In questi giorni di lontananza sociale, isolamento e solitudine sono diventati “mali residenti” che minacciano la comunione. La catechesi che possiamo offrire è quella di lottare per la l’intimità spirituale, dentro e fuori.
Forse la testa del serpente che dobbiamo mettere sotto i piedi di Maria è questa: i nostri atteggiamenti, i nostri comportamenti, le nostre ideologie che minano la comunione, una comunione che possiamo troppo facilmente dare per scontata, o di cui ci siamo tristemente abituati a vivere senza. Maria nostra Madre, ispira in noi quella bellezza immacolata del corpo, della mente e dello spirito che tu modelli così perfettamente.

 

 

Casa don Bosco resta aperta on line come museo virtuale

Si riporta la notizia pubblicata dall’Avvenire sull’iniziativa del museoCasa di don Bosco‘ che decide di aprire le sue porte virtuali per essere visitato Online.

Di seguito il testo completo della notizia pubblicata il 14 novembre su Avvenire, edizione cartacea e Online.

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Articolo di Marina Lomunno

«Benvenuti a Valdocco, culla del carisma salesiano. Qui don Bosco e sua mamma Margherita hanno accolto i primi ragazzi di strada, i primi orfani. Qui siamo nati noi, salesiani di don Bosco. Sono sicuro che questa casa ti racconterà il grande dono che è don Bosco per i giovani e per la famiglia salesiana di tutto il mondo». Sono le parole di don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore e decimo successore del santo dei giovani che accolgono i visitatori del nuovo Museo aperto al pubblico nella Casa Madre dei salesiani, con accesso dal cortile interno della Basilica di Maria Ausiliatrice, lo scorso 4 ottobre ma momentaneamente chiuso a causa dell’emergenza Covid.

A tagliare il nastro con le autorità (lo spazio espositivo ha il patrocinio della Regione Piemonte e della città di Torino) è stato il rettor maggiore stesso che ha sottolineato come già il nome dato al Museo “Casa don Bosco” indichi lo spirito con cui si è pensato. E cioè, in 4mila metri quadrati, tre piani e 27 spazi espositivi, si vuole condurre il visitatore dai luoghi della prima comunità dell’oratorio inventato da don Bosco, spazi poveri e semplici come il refettorio dove mangiavano i primi ragazzi, alle camerette del santo, al lungo corridoio dove passeggiava confessando i suoi giovani, fino alle testimonianze provenienti da tutto il mondo dell’avventura educativa che oggi ha raggiunto i ragazzi “discoli e pericolanti” in 133 nazioni dei 5 continenti, come ha sottolineato don Cristian Besso museologo di Casa don Bosco. «Ciò che desideriamo trasmettere a chi entra nel Museo – evidenzia don Guido Errico, rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice – è il senso della comunità che ha creato attorno a sè don Bosco, con un piccolo nucleo di ragazzi poveri e orfani che vivevano qui giorno e notte, di una famiglia che oggi è diventata una “multinazionale educativa” con 14mila salesiani sparsi per il mondo, 30 santi e venerabili che perpetuano il sistema preventivo casa-scuola- mestiere ed educazione alla fede ma che non ha perso il senso delle origini: pastorale giovanile per i giovani più bisognosi, pastorale missionaria, devozione a Maria, pilastro del carisma salesiano».

Mamma e insegnante, una laurea in Storia dell’arte e una specializzazione in Museologia, Stefania De Vita è la direttrice del Museo che ha coordinato l’allestimento durato due anni catalogando migliaia di pezzi, «dagli oggetti personali di don Bosco a un affresco del ’300, ai paramenti dei primi collaboratori del santo, uno per tutti Michele Rua, dalle pietre che i ragazzi raccoglievano nei fiumi cittadini, il Po e la Dora, e portavano a Valdocco per costruire l’oratorio: il materiale espositivo è talmente ricco che ci sono due archivi a disposizione e i “pezzi” che non sono ancora visibili, nonostante l’ampiezza della superfice a disposizione, ruoteranno periodicamente nelle teche delle sezioni del Museo». Insomma La Casa don Bosco non si può raccontare bisogna viverla perché qui si respira il miracolo della vita di un santo contadino che, partito con la mamma dalle colline alla porte di Torino, ha saputo realizzare un sogno: dare speranza alla gioventù derelitta della Torino dell’Ottocento, conclude don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta: «Riscoprire le nostre origini percorrendo queste sale dove è nata la famiglia salesiana ci fa riscoprire l’idea di famiglia che ha spinto don Bosco a fondare la congregazione per dare di più ai ragazzi che hanno avuto di meno. Questi muri ci ammoniscono che questa continua ad essere la nostra missione». «Purtroppo a causa della recrudescenza dell’epidemia che con l’ultimo Dpcm ha decretato il Piemonte Zona rossa da venerdì 6 novembre il Museo è chiuso – conclude don Errico – ma in un mese di apertura abbiamo staccato ben 1.600 biglietti e avevamo già molte altre prenotazioni. Speriamo che la Pandemia si affievolisca e che nel periodo natalizio “Casa don Bosco” possa riaprire».

Per il momento sul sito www.museocasadonbosco.it si può entrare nel Museo virtualmente: quando sarà possibile la visita, gratuita e se si desidera guidata dai volontari, occorrerà prenotarsi alla mail: info@museocasadonbosco.