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“Fate tutto quello che Egli vi dirà”: inizia il Capitolo Generale XXIV delle FMA

Il 17 settembre 2021 l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice celebra l’Apertura Ufficiale del Capitolo Generale XXIV che si svolge dall’11 settembre al 24 ottobre 2021 presso la Casa Generalizia Maria Ausiliatrice a Roma. L’apertura è avvenuta con una celebrazione eucaristica presieduta dal Rettor Maggiore Emerito, don Pascual Chavez.

Il Capitolo è un’esperienza di fede e di discernimento per ascoltare le chiamate di Dio presenti nell’oggi della storia e costruire con i giovani e le giovani comunità generative di vita nel cuore della contemporaneità.

All’esperienza capitolare collaborano tutte le FMA, Comunità Educanti, laici e giovani della Famiglia Salesiana con una partecipazione di preghiera, di studio e di proposte. Lo scopo del Capitolo Generale è trattare argomenti rilevanti per la missione dell’Istituto «per una sempre più efficace presenza nella Chiesa e nel mondo» (136).

Il tema del CG XXIV: «Fate tutto quello che Egli vi dirà» (Gv 2,5). Comunità generative di vita nel cuore della contemporaneità”, rende esplicito l’obiettivo che l’Istituto FMA si propone: Risvegliare la freschezza originaria della fecondità vocazionale dell’Istituto FMA.

Il 14 settembre 2021, Festa dell’Esaltazione della Croce, le Capitolari hanno invece vissuto la prima Giornata di preghiera nel silenzio e nell’ascolto della Parola.

Al mattino, nella preghiera delle Lodi, Don Erino Andrea Leoni SDB, ha suscitato nelle Capitolari il desiderio e l’impegno di entrare nel tabernacolo del proprio cuore per risvegliare la consapevolezza della propria identità che “nel Battesimo ci ha rese figlie dell’amato che da sempre ci ha scelto, per vivere l’esperienza del servizio, rafforzando la speranza e l’impegno a fare ciò che Egli ci dice, ascoltando la sua voce nella quotidianità”.

Don Erino ha offerto la prima meditazione sul tema “Profezia di una presenza coraggiosa“, soffermandosi sull’identità del Profeta, colui che parla per annunciare la volontà di Dio sul suo popolo.

Chiamati ad essere profeti. Don Erino fa l’analisi dell’esserci di Maria alle nozze di Cana, una presenza attiva, attenta, vicina: “la Madre di Gesù era lì”, “Maria è presente, cammina, è nelle nostre case e questo è il dono più grande per noi, un dono di serenità e di profezia”.  

Chiamati a essere in mezzo. Maria è vicina, anticipa le necessità per assicurare la gioia della festa. Quel “non hanno vino”è l’invito “ad essere presenti e ad essere sacramento della presenza di Gesù, ad essere sensibili nella nostra visione, nel nostro ascolto e nelle nostre parole, al grido dei giovani”.

Chiamati alla profezia del Tu. Maria si fida di suo figlio e genera la profezia del tu, “fate quello che vi dirà”. “La profezia non è soltanto una presenza significativa, neppure una visione e lettura della realtà, ma è coraggiosa presenza operosa, è decisione conseguente, è passione che diventa azione”. Siamo chiamate a vivere insieme la profezia, a “essere un DONO per gli altri, un soffio di Dio”.

 

Per seguire i lavori del Capitolo:

 

Festa di Maria Ausiliatrice, la Sede Centrale promuove la Novena con un libretto di accompagnamento

In occasione della preparazione alla festa di Maria Ausiliatrice, la Sede Centrale sta promuovendo la realizzazione della novena che quest’anno, oltre ai video che accompagneranno il cammino giorno per giorno, vedrà la elaborazione di un volume. Per ogni giorno della Novena verrà pubblicato un testo con il riferimento biblico da cui partire per la riflessione, l’attualizzazione del brano del Vangelo, un episodio tratto dalla vita di Don Bosco e la preghiera finale.

C’è la possibilità di poter acquistare il libretto completo della novena, con i testi a colori. Per informazioni sull’acquisto contattare l’incaricato di Comunicazione sociale delle ispettorie entro il 30 aprile.

Il nuovo Consigliere per la Regione Mediterranea: “Il mio sogno parte dalla nostra storia ed è promessa di futuro”

Pubblichiamo l’intervista che don Juan Carlos Pérez Godoy, nuovo Consigliere per la Regione Mediterranea, ha rilasciato all’agenzia salesiana ANS.

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Cosa l’ha spinto a farsi salesiano?

Non conoscevo affatto i salesiani. Grazie a una borsa di studio richiesta dalla mia insegnante, la signorina Carmen Gabaldón, e per la quale superai l’esame, conobbi i salesiani ad Utrera, la prima casa salesiana in Spagna, quando avevo 10 anni, e vi rimasi sette anni come internista. La cosa che attirò la mia attenzione erano proprio i salesiani stessi: erano religiosi speciali, felici, vicini, si prendevano cura di noi, giocavano con noi e allo stesso tempo erano esigenti. In seguito, conobbi la vita di Don Bosco, attraverso alcuni filmini e letture. Ricordo che un anno, per un concorso scolastico, imparai a memoria l’opuscoletto di Don Bosco sul Sistema Preventivo (però non chiedetemelo oggi, eh!). Man a mano, capii perché i salesiani erano così: perché erano figli di Don Bosco, che amava profondamente i giovani, e stava vicino a loro e ai loro problemi. Da più piccolo mi colpivano molto gli aneddoti di Don Bosco, gli avvenimenti particolari, i miracoli… Col passare del tempo compresi un po’ più della spiritualità salesiana, delle opere salesiane (a scuola c’erano dei cartelli con foto di tutto il mondo salesiano, delle missioni). Ma soprattutto compresi il significato del clima di festa e di gioia: ci dicevano che la santità consisteva nello stare sempre allegri. Quando giunse il momento di decidermi per il futuro, all’epoca del Corso di Orientamento Universitario, mi ritrovai ad un ritiro con questa frase: “Dal tuo sì o dal tuo no dipende la felicità di molti”. E decisi di dire SÌ al Signore.

Cosa porta con sé dell’esperienza del CG28?

È stato il quarto Capitolo Generale cui ho partecipato, ma se nessuno mi è rimasto indifferente, questo ancor meno. La prima cosa che mi ha colpito è averlo celebrato a Torino, in quei luoghi salesiani, luoghi santi per noi. Tutto parlava della presenza di Don Bosco e dell’Ausiliatrice, con un forte richiamo alla fedeltà e alla santità.

La seconda cosa è stata la presenza dei giovani. Porto ancora nel cuore quei giorni con loro, rappresentanti di tutti i giovani del mondo salesiano. Hanno riempito di freschezza e di spontaneità l’ambiente capitolare, richiamandoci, come salesiani, all’essenziale. La loro presenza, i loro messaggi, le testimonianze e le richieste – di stare tra di loro, di amarli, di essere segni di paternità, di accompagnarli all’incontro con Dio… – sono stati una nuova “Lettera da Roma”.

E infine, non mi è indifferente, l’essere stato eletto Consigliere Regionale per la Regione Mediterranea. Senza dubbio, si apre una nuova tappa della mia vita salesiana.

Covid-19 ha condizionato il modo in cui ci incontriamo, ci rapportiamo… Come pensa che la tecnologia e i media abbiano accompagnato e stiano accompagnando questo processo nella sua regione?

Certamente Covid-19 ha condizionato l’inizio del mio servizio, sia nella possibilità di visitare le Ispettorie della Regione, sia nello sviluppo di alcuni incontri che erano stati pianificati. Ma, d’altra parte, ci ha fatto scoprire la possibilità di questa comunicazione “virtuale” che ci ha permesso di realizzare buona parte del programma secondo le previsioni. Ho potuto salutare tutte le comunità di alcune Ispettorie, abbiamo avuto tutti i curatoria delle case di formazione, le feste della comunità ispettoriali che si sono svolte online… Nello stesso Consiglio Generale, vista l’impossibilità di essere tutti noi in sede, abbiamo appreso questa modalità di svolgimento delle nostre riunioni, anche se devo dire che non è la soluzione perfetta, nel senso che risolve un ostacolo, ma si perdono altri elementi che la presenza fisica rende possibile.

Cosa ha potuto conoscere finora del nuovo incarico? Cosa si aspetta per il futuro?

Ho imparato che il primo compito è quello di collaborare con il Rettor Maggiore nell’animazione e nel governo della Congregazione. E all’interno del Consiglio promuovere un’unione più diretta tra le Ispettorie della Regione Mediterranea con il Rettor Maggiore e il suo Consiglio; dovrò curare gli interessi, la vita e la missione, delle Ispettorie che mi sono state affidate e dovrò facilitare in Consiglio la conoscenza delle situazioni locali in cui si sviluppa la nostra missione. Tutto ciò comporterà frequenti contatti con gli Ispettori e i consigli ispettoriali, visite straordinarie, presenza ai vari curatoria delle case di formazione e negli organismi regionali, momenti di incontro e di coordinamento…

Guardando al futuro, questa è una Regione preziosa che ha le sue ricchezze – prima fra tutte, le persone – e ovviamente anche delle sfide. Ciò che ci farà consolidare e crescere come Regione sarà affrontare queste sfide con coraggio e decisione, mettendo il meglio di ciascuno al servizio del carisma e della missione salesiana, nel nostro contesto territoriale e storico, con grande fiducia nel Signore: “Avanti, sempre avanti, con lo sguardo fisso sul Signore”, come ci ha insegnato Don Bosco.

Tra sei anni, cosa sogna per la sua Regione?

Don Bosco fu un grande sognatore, ma con i piedi per terra. Il mio sogno parte dalla nostra storia, che non è passato, è promessa di futuro, e da cui abbiamo tanto da imparare. Una storia fatta da tanti confratelli, con nome e cognome, che hanno donato la loro vita e che parla di generosità, vitalità e fedeltà, delle nostre Ispettorie, dei mei confratelli, della Famiglia Salesiana e di tanti giovani e laici impegnati.

Certamente, abbiamo anche alcune sfide: la fecondità vocazionale; la rivitalizzazione della nostra vita consacrata salesiana; l’attenzione ai giovani poveri e a rischio esclusione – con particolare attenzione all’immigrazione; il nostro orizzonte missionario – la sensibilità missionaria della nostra regione è impressionante, con molte Ispettorie da cui dipendono delle case nei territori missionari, e con l’orizzonte missionario all’interno della nostra stessa Regione, con il Medio Oriente che esige da noi una grande solidarietà.

Non possiamo smettere di sognare. E io sogno una grande comunione di persone, salesiani di ogni età e condizione, laici innamorati di Don Bosco, Famiglia Salesiana tutta, che, uniti e in comunione di intenti e sinergia di forze, lavorano per l’educazione e l’evangelizzazione dei giovani. Stare con loro, in mezzo a loro, poter contare su di loro è il segreto della nostra fedeltà. Senza di loro non saremo fedeli al prezioso tesoro della vocazione salesiana che ci è stata donata. Loro sono la garanzia del nostro futuro.

In questo senso vorrei che noi, come Don Bosco, vivessimo come se vedessimo l’invisibile.

Ispettori Salesiani d’Italia – video intervista

L’incontro biennale degli Ispettori d’Europa con il Rettor Maggiore e il suo Consiglio, che si è tenuto presso la Casa Generalizia nelle giornate dal 2 al 4 di dicembre, è stato occasione per realizzare, da parte della redazione di ANS, una video intervista  con gli Ispettori d’Italia avente come focus “Siamo stati chiamati a lavorare per la giustizia degli ultimi. Loro saranno la nostra salvezza”.

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