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Lettera dell’Ispettore – Marzo 2025

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di marzo 2025.

Valdocco, 23 marzo 2025
III Domenica di Quaresima

A confratelli e laici corresponsabili
di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania,

Carissimi/e,
un saluto cordiale a tutti/e voi.

Siamo giunti al termine della quinta settimana (su otto) di Capitolo Generale, e ci apprestiamo ad iniziare le elezioni del membri del Consiglio Generale, che culmineranno martedì prossimo 25 marzo nella nomina dell’11° Successore di Don Bosco, il nuovo Rettor Maggiore, e proseguiranno poi con la nomina degli altri consiglieri.

Approfitto allora di questa fase di “svolta” del Capitolo per farvi arrivare alcune impressioni da parte di chi, a nome della ICP, sta partecipando ai lavori. Certamente finora voi avete avuto modo di seguire l’andamento delle sedute capitolari su ANS, che ogni giorno pubblica notizie su temi e metodologie del CG29. Accanto a queste notizie con don Claudio e don Fabiano abbiamo pensato di farvi arrivare anche alcune riflessioni più personali.

Andando in ordine alfabetico, iniziamo con quanto don Claudio ha scelto di condividere.

È la prima volta che partecipo ad un Capitolo Generale. È un’esperienza bella e intensa, un assaggio di quanto la Congregazione Salesiana sia ricca e varia nelle nazionalità, nelle lingue e nelle culture. Non nascondo una certa fatica di comprensione profonda, per la poca conoscenza di altre lingue. Spesso si parla italiano, ma è ordinario anche l’uso dell’inglese e dello spagnolo, qualche volta anche del francese e del portoghese.

Se penso che tutto è partito da un sogno di un povero ragazzo di periferia, viene spontaneo meravigliarmi per le “grandi cose che ha fatto il Signore” dandoci come madre, maestra e guida la Madonna e come padre fondatore Don Bosco. A 150 anni dalla prima spedizione missionaria si vedono i frutti di questo piccolo seme. In questa fase della storia della Congregazione, l’Africa, il cui progetto missionario è stato avviato attorno al 1980, è un continente in forte espansione, tanto che si è ritenuto opportuno e si è deciso di creare due raggruppamenti regionali con relativo consigliere per un migliore accompagnamento delle Ispettorie e dei confratelli.

Ho trovato di grande aiuto e veramente provvidenziale la presenza di Don Pascual Chavez, che partecipa al Capitolo in quanto Rettor Maggiore emerito. Ogni settimana ci ha offerto una lettura di quanto vissuto, un momento denominato “Facciamo il punto”, spesso raccordando il nostro cammino a quanto vissuto nella Congregazione dal Vaticano II in avanti. Il Signore e la Madonna hanno fatto tutto questo, hanno ispirato e guidato il nostro cammino. E sono sicuro, anche se a volte per vie e scelte non sempre chiare, che continueranno a guidare e sostenere la Congregazione, come via della nostra santificazione e del servizio ai giovani.

Ecco ora quanto don Fabiano desidera comunicare.

La ricchezza del lavoro in commissione è notevole. Sono nella commissione di lingua francese, composta da 24 confratelli da: Italia (uno), Francia (due), Guinea equatoriale (due) e vari paesi dell’Africa francofona. Si tratta di ispettorie giovani come data di costituzione: metà dei salesiani africani ha cambiato ispettoria negli ultimi 5 anni, poiché sono state costituite 10 nuove ispettorie, rimescolando le nazioni di appartenenza delle antiche ispettorie. Quindi molta freschezza di idee, vivo desiderio di impostare bene il cammino, consapevolezza di vivere un tempo ispettoriale vocazionalmente fecondo e zelo per vivere fedeli a don Bosco.

Il dinamismo che si respira deriva anche dalla giovane età dei capitolari: solo fra gli europei (esclusi gli ispettori) io sono fra i più vecchi. Non manca il confronto schietto, ma non “partitico”. La presenza di Don Chavez è essenziale e preziosissima: una vera autorità morale, presenza disponibile e saggia.

Per quanto mi riguarda confermo anche io che il Capitolo Generale è una esperienza molto arricchente, dove si ha la possibilità di osservare il carisma salesiano da tante prospettive differenti, le prospettive delle culture e delle problematiche giovanili tipiche delle diverse parti del mondo. Si fa esercizio di comunione e di mondialità, perché si osserva l’unico carisma salesiano da una parte condiviso fedelmente e dall’altra declinato profeticamente nelle infinite situazioni di fronte a cui la missione giovanile e popolare ci pone. Si respira una grande passione per l’annuncio del Vangelo e per i giovani più poveri; c’è un forte desiderio di fedeltà a Don Bosco, ma anche la costante preoccupazione di ascoltare che cosa lo Spirito oggi dice alla Chiesa ed alla Congregazione, attraverso e per il mondo giovanile. Si nota la freschezza delle ispettorie più giovani e dinamiche (Africa, Asia, Oceania), accanto all’esperienza carismatica più profonda delle ispettorie di antica fondazione e che fronteggiano oggi le sfide del secolarismo e della necessità di ripartire con il primo annuncio (Europa e America). Tutti sono sinceramente impegnati a far sì che ogni salesiano in Congregazione possa essere sempre più appassionato per Gesù Cristo e dedicato ai giovani!

Questo è tutto per ora. Termino – d’accordo con don Claudio e don Fabiano – chiedendo una preghiera particolare perché il discernimento sul Rettor Maggiore e sul Consiglio Generale venga condotto in totale ascolto dello Spirito.

Buon cammino quaresimale, verso la Pasqua di Risurrezione.

Un abbraccio fraterno in Don Bosco,

Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

Weekend conclusivo della terza annualità Buoni Cristiani Onesti Cittadini

Il 22 e il 23 febbraio 2025 i giovani di Buoni Cristiani e Onesti cittadini si sono ritrovati per gli ultimi step del cammino per riflettere insieme su “L’attività dell’amore politico. Parteciparecon la presenza di relatori che hanno condiviso esperienze, conoscenze e passioni per il bene comune.

Dopo l’accoglienza presso la Pastorale giovanile delle Figlie di Maria Ausiliatrice e il saluto dell’Ispettore don Leonardo Mancini, l’equipe ha presentato la sintesi dei passi fatti insieme ringraziando i giovani per la loro presenza, con un “grazie emozionato” a coloro che avrebbero concluso la triennalitá del percorso.

Primo step: una testimonianza di impegno civico e politico. Alberto Gatto, Sindaco di Alba 

L’attività dell’amore politico è stata incarnata da uomini e donne della nostra storia su cui ci si è soffermati nell’incontro precedente. 

Oggi la storia la fanno i giovani che hanno già scelto di essere protagonisti attivi nell’impegno nelle istituzioni per il bene comune.  

Per tale motivo, l’equipe ha scelto di invitare Alberto Gatto, sindaco di Alba, che ha accolto con entusiasmo ed enorme disponibilità l’invito ad incontrare i giovani di BCOC per raccontare la sua storia di impegno civico e politico.

Cresciuto nelle scuole delle Figlie di Maria Ausiliatrice e nella parrocchia di Alba, Gatto ha condiviso come le sue esperienze formative, inclusi i campi scuola animati dai Salesiani, abbiano influenzato il suo percorso di vita. 

Nelle esperienze vissute, tra cui la gestione della mensa della Caritas e l’aiuto ad associazioni che si occupano di disabilità, ha sperimentato una formazione e una educazione al bene dell’altro da cui ancora ha origine il suo impegno nella società con un’attenzione alla “persona”. 

Nel 2009 la prima esperienza a 19 anni nelle istituzioni mettendo in gioco la sua passione e la sua disponibilità ad occuparsi della cosa pubblica per dare compimento alla sua scelta come cristiano cattolico impegnato.

Ha proseguito il suo impegno non tralasciando la sua formazione professionale a garanzia della sua libertà di agire senza dipendere dal proprio impegno istituzionale.

Questo primo racconto ha offerto ai giovani uno spazio di riflessione in cui sentirsi incoraggiati a mettersi in gioco sulla base di ciò che ciascuno può e desidera offrire nella società come studente e come professionista. 

Già questo vostro percorso è politica”.

L’incontro è proseguito nel dialogo anche attraverso le domande dei giovani sulle scelte che chi ha un impegno istituzionale come un assessore, un consigliere comunale, un sindaco si trova a fare. Alcune parole chiave emerse: coraggio, comunità, fiducia, dialogo costruttivo, ascolto, competenza, passione, apertura alla cittadinanza attiva, reciprocità, coinvolgimento e aggregazione, protagonismo, mediazione, crescita e arricchimento personale, “Agire insieme mettendo sempre al centro la persona e il bene comune”. Diverse le esortazioni fatte ai giovani:

Se vuoi cambiare qualcosa, devi agire, non puoi guardare e “lamentarti”. Ciascuno di noi può impegnarsi laddove desidera e può mettere a disposizione le proprie competenze e le proprie passioni per il bene collettivo. L’esperienza dei giovani nelle istituzioni sarebbe una fonte di cambiamento”. 

Secondo step. La Partecipazione nella Costituzione Italiana. Professoressa Valeria Marcenò, direttrice del Dipartimento dell’Università di Giurisprudenza di Torino, curatrice scientifica della manifestazione Giornate della legalità a Torino

La Dottoressa  Marcenò ha offerto un intervento illuminante sul concetto di partecipazione dal punto di vista del diritto costituzionale. Durante il suo discorso, ha esplorato il significato profondo della partecipazione e la sua applicazione pratica nella Costituzione italiana. 

Ha iniziato definendo la partecipazione come il coinvolgimento attivo e consapevole dei cittadini nei processi decisionali e legislativi, non solo tramite il voto, ma anche attraverso altre forme di espressione e consultazione pubblica. Ha sottolineato l’importanza della partecipazione per il funzionamento delle istituzioni democratiche, citando autori come Norberto Bobbio e Giovanni Sartori che hanno evidenziato come la partecipazione attiva sia essenziale per la vitalità della democrazia. 

Durante il suo intervento, Marcenò ha citato diversi articoli della Costituzione italiana

  • Articolo 3 che sancisce l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge.
  • Articolo 48 che sancisce il diritto di voto a tutti i cittadini maggiorenni.
  • Articolo 49 che riconosce il diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

La professoressa Marcenò ha anche offerto uno spazio di riflessione sulle  implicazioni costituzionali della partecipazione, affermando come essa rappresenti un elemento fondamentale per la democrazia ed evidenziando come la mancanza di partecipazione possa compromettere i principi democratici, portando a una governance meno rappresentativa e più distante dai bisogni e dalle aspettative dei cittadini. 

Ha fornito diversi esempi pratici di partecipazione nelle democrazie moderne, come i referendum, le elezioni, le consultazioni pubbliche e le assemblee cittadine ribadendo nei diversi passaggi del suo intervento la necessità di promuoverla e garantirla  come diritto fondamentale dei cittadini a partire dalle  istituzioni. La riflessione è proseguita nel dialogo con i giovani, facendo emergere l’esigenza e l’urgenza di  creare le condizioni per un coinvolgimento ampio e significativo attraverso l’educazione civica, la trasparenza e l’accessibilità dei processi decisionali. 

Grazie all’intervento della professoressa Marcenò, i giovani sono stati sollecitati sul ruolo cruciale della partecipazione nella democrazia così come descritta ed enunciata  nella Costituzione italiana, sottolineando l’importanza di un coinvolgimento attivo e consapevole dei cittadini per mantenere viva la democrazia e assicurare che le decisioni pubbliche riflettano veramente la volontà del popolo. 

La serata è proseguita con un’attività “Play and decide” animata da Enrica Favaro: i giovani sono stati sollecitati a sostenere una tesi comune sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale dopo uno scambio in gruppi e una restrizione in plenaria. Anche questo momento è stata un’opportunità di confronto, riflessione e allenamento ad un pensiero critico e costruttivo sul mondo e nel mondo.

Terzo step. La Sfida della Natalità in Italia. Gigi De Palo,  presidente della Fondazione per la Natalità che si occupa ogni anno di organizzare gli Stati Generali della Natalità

Nella giornata di domenica, Gigi De Palo ha incontrato i giovani e con entusiasmo e la passione che con lo contraddistingue, li ha da subito sollecitati a riflettere sul potenziale impatto di incontri come quelli proposti dal cammino di BCOC possono avere poiché rappresentano grandi opportunità per discutere e affrontare temi rilevanti per la società.

Dodici persone hanno cambiato la storia, hanno cambiato il mondo. Ventitré, ventiquattro persone potranno un minimo impattare sul Piemonte“. 

L’intervento di Gigi De Palo ha offerto una riflessione profonda e articolata sulla questione della natalità in Italia, un tema di cruciale importanza per il futuro del paese. 

De Palo ha presentato dati allarmanti sulla natalità in Italia. Nel 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale, nascevano circa 800.000 bambini all’anno, numero che è sceso a 449.000 nel 2000 e a 379.000 nel 2024. “Nel 2024 saranno ancora di meno“.

Ha evidenziato come il calo delle nascite abbia un impatto diretto sul sistema sanitario e pensionistico: diminuendo il numero dei lavoratori e aumentando gli anziani, si creerà un problema enorme e questo squilibrio potrebbe portare a una sanità sempre più a pagamento, penalizzando i più fragili. 

La natalità è la seconda causa di povertà dopo la perdita del lavoro di uno dei componenti della famiglia“.

L’invito ai giovani è la necessità di rivedere la percezione della natalità come una questione sia sociale che culturale. 

Un aspetto particolarmente interessante dell’intervento di De Palo riguarda il desiderio dei giovani di avere figli. Ha citato dati che mostrano come il 74% dei giovani tra gli 11 e i 19 anni desideri una famiglia e dei figli.

Se addirittura oggi il 74% dei ragazzi dagli 11 ai 19 anni ti risponde che voglia una famiglia e dei figli, vuol dire che il desiderio noi ce l’abbiamo, vuol dire che il desiderio non è vero che manca“.

Tuttavia, ha sottolineato che con l’avanzare dell’età, questo desiderio tende a diminuire a causa delle difficoltà economiche e sociali che i giovani devono affrontare. 

Per affrontare questi problemi, De Palo ha suggerito diverse soluzioni, tra cui il miglioramento delle politiche familiari e un approccio più equilibrato all’immigrazione di famiglie che andrebbe valorizzata per aiutare il ricambio intergenerazionale. 

I giovani in ascolto sono stati sollecitati dall’intervento di Gigi De Palo che concluso la prima parte del suo intervento sottolineando l’importanza di un approccio positivo e proattivo:

Il mondo ha bisogno di persone capaci di mediare, di trovare soluzioni, di creare il bello“,  

Quarto step. “La nostra linea del tempo”

Ai giovani è stato proposto di collocare i fatti più salienti da loro vissuti negli ultimi tre anni su tre linee differenti (personale, nazionale/cittadino, globale) dedicando un momento di riflessione personale su come il percorso abbia interagito con la loro storia di vita influenzandone il cammino (vita, fede, studio, lavoro).

Nella restituzione in plenaria, i giovani hanno condiviso la loro storia di giovani in cammino che non vogliono essere indifferenti ma fare la differenza:

Non posso lavarmi le mani, voglio sporcarmele”, “Esserci con un stile che attrae”, “Oggi scelgo mettendo al primo posto sulla base di un equilibrio etico-umano”, “Piu consapevole di far parte di una comunita che riconosce i problemi della sua comunitá”, “La mia formazione non termina qui e desidero continuare a condividerla con altri giovani che hanno a cuore il bene comune”, “La provvidenza ha scritto anche sulle righe storte della mia vita”, “Anche io, anche noi possiamo contribuire al cambiamento”, “Desidero partecipare ancora di più, spendermi nella mia vita facendo unitá”, “Non possiamo essere Cristiani a metà”, “Oggi so rispondere con più consapevolezza e chiarezza ai motivi perché mi sono impegnato e desidero continuare a impegnarmi nelle istituzioni a partire dal mio territoritorio”.

Ultimo step. La Partecipazione. Gigi De Palo

Gigi De Palo ha concluso offrendo una riflessione profonda e articolata sul tema della partecipazione, sottolineando l’importanza di coinvolgere attivamente le persone nella vita comunitaria e sociale. De Palo ha condiviso un aneddoto personale, ricordando un sacerdote che gli diceva sempre: “Fai bene quello che stai facendo“. Questo consiglio, secondo De Palo, è il segreto per una partecipazione autentica e significativa. 

De Palo ha poi parlato del progettoImmischiati“, un’iniziativa volta a promuovere la partecipazione tra i cattolici e non solo che mira a far comprendere l’importanza della partecipazione non solo all’interno della parrocchia, ma anche nella vita cittadina:

Non ci si salva solamente in parrocchia o all’oratorio. Ci si salva anche vivendo la nostra cittadinanza nel miglior modo possibile“. 

Un altro punto chiave del suo intervento è stato il concetto di partecipazione come attrazione, non come obbligo.

Il cristianesimo non funziona per convincimento, ma funziona per attrazione. Se noi facessimo la testa tanta dicendo agli amici dovete impegnarvi, dovete impegnarvi dopo un po’ voi non verrebbe minimamente il desiderio di impegnarvi, ma se sentite un profumo che vi fa venire il desiderio di impegnarvi…“. 

De Palo ha concluso il suo intervento con un invito alla creatività e all’impegno personale, sottolineando che la partecipazione non deve essere vista come un dovere ma come un’opportunità per fare qualcosa di bello e significativo per la comunità

Conclusioni 

La partecipazione nel cammino di Buoni Cristiani Onesti cittadini è stata stimolata, accompagnata e formata attraverso tanti semi per un discernimento con l’obiettivo di suscitare nei giovani un “impegno concreto a partire dalla fede per la costruzione di una società nuova (…), vivendo in mezzo al mondo e alla società per evangelizzare le sue diverse istanze”.

Un sincero grazie agli ospiti che hanno fornito spunti di riflessione e incoraggiamento, invitando i partecipanti a impegnarsi attivamente per il bene comune e a partecipare alla vita democratica del paese.  Un grazie ai giovani presenti, changemakers creativi e coraggiosi visionari.

L’incontro si è concluso nella messa concelebrata da don Fabio Mamino e don Alberto Goia, al termine della quale è stato consegnato ai giovani un “attestatodi partecipazione ai tre anni di Buoni Cristiani Onesti cittadini ringraziandoli per la loro presenza attenta, curiosa e incoraggiante per altri giovani desiderosi di essere protagonisti della storia di oggi e di domani.

Lettera dell’Ispettore – Febbraio 2025

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di febbraio 2025.

Valdocco, 25 febbraio 2025
Festa dei santi Martiri
San Luigi Versiglia e San Callisto Caravario

A confratelli e laici corresponsabili
di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania,

Carissimi/e,
un saluto cordiale a tutti/e voi.

Vi raggiungo al termine della prima settimana di Capitolo Generale, nella quale con tutti i capitolari (225; tra cui don Claudio Belfiore e don Fabiano Gheller) abbiamo avuto la possibilità di fare tre giorni di ritiro predicati da don Pascual Chavez, un giorno di pellegrinaggio tra Colle Don Bosco e Chieri, costituire le 6 commissioni di lavoro per gruppi linguistici ed approvare il Regolamento e l’Instrumentum Laboris del CG29. Mentre vi scrivo è invece in corso la presentazione della Relazione del Rettor Maggiore sullo stato della Congregazione, condotta dai diversi membri del Consiglio Generale. La Relazione, necessaria per analizzare la situazione attuale, permetterà di avere una maggiore cognizione di causa nell’affrontare più direttamente – nelle prossime settimane – i tre nuclei portanti del Capitolo: Animazione e cura della vita vera di ciascun salesiano; Insieme salesiani, Famiglia Salesiana e laici, “con” e “per” i giovani; Verifica e rinnovamento delle strutture di governo della Congregazione. Nell’ultima settimana di marzo si svolgeranno invece le elezioni del Rettor Maggiore e del Consiglio Generale. Il clima al momento sembra molto sereno e collaborativo, ma anche schietto e denso di concentrazione. Si ha la sensazione che questo Capitolo potrà aprire qualcosa di nuovo nella Congregazione. Continuo a chiedere preghiera perché tutti noi capitolari rimaniamo aperti alle sollecitazioni dello Spirito.

Mantenendo uno sguardo aperto sul mondo, ed avvicinandosi il tempo di Quaresima, con il conseguente impegno speciale di carità che ad esso è collegato, approfitto per segnalarvi quali saranno le destinazioni della Quaresima di Fraternità, e cioè dei fondi raccolti nelle case durante questo tempo forte che come ispettoria consegneremo a chi sta vivendo particolari situazioni di necessità. Oggi sono due i fronti ai quali vogliamo rivolgere la nostra attenzione:

  • uno è ancora quello dell’Ucraina, che proprio in questi giorni ricorda il terzo anno dall’inizio della guerra; vogliamo continuare a sostenere confratelli, giovani e famiglie di questa terra martoriata, finanziando i progetti a vantaggio dei più poveri che si stanno attivando o che si potranno attivare;
  • il secondo fronte è quello della città di Goma in Congo, dove ormai da diverse settimane le nostre opere, a causa dell’invasione dei ribelli del Movimento M23, sono chiamate ad ospitare 34.000 (trentaquattromila…) persone scappate da morte e distruzione.

Come in tante altre occasioni, anche in questa non mancherà la generosità di tutti voi.

Il fronte del Libano invece, ringraziando il Signore, va verso una normalizzazione. Abbiamo inviato in questi mesi circa € 65.000,00 (tra offerte dell’ispettoria, delle case e di singoli benefattori); e sembra che adesso non ci sia più bisogno di supporto.

Carissimi/e, in questo momento ci stringiamo intorno a Papa Francesco e preghiamo per la sua salute. È un grande testimone della fede, come lo sono stati San Luigi Versiglia e San Callisto Caravario, di cui oggi celebriamo la festa liturgica. Chiediamo anche la loro intercessione per il Santo Padre e per tutte le intenzioni che portiamo nel cuore. Tra le intenzioni, vi ricordo questa, prendendo spunto dal tema del CG29: chiediamo di poter essere tutti, nelle diverse vocazioni, nella fedeltà e nella profezia, Appassionati per Gesù Cristo, dedicati ai giovani.

Buon cammino quaresimale, verso la Pasqua di Risurrezione!

Un abbraccio fraterno in Don Bosco,

Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

Presentazione PEPSI 2025-2030 a Valdocco

Nelle giornate del 7 e 8 febbraio è stato presentato nella Sala Sangalli di Valdocco il nuovo Progetto Educativo Pastorale Salesiano Ispettoriale (PEPSI) per il quinquennio 2025-2030, che va a sostituire il precedente realizzato nel 2012. Un documento di animazione e governo che guiderà la realizzazione del cammino educativo pastorale ispettoriale dei prossimi 5 anni, orientando ogni iniziativa e risorsa verso la realizzazione della missione salesiana.

La presentazione è il culmine di un percorso durato un anno e mezzo, frutto del lavoro di tutta l’Ispettoria: confratelli, laici, adulti e giovani hanno collaborato per definire gli obiettivi a lungo termine dell’Ispettoria, per camminare insieme custodendo il sogno di don Bosco.

Il documento è stato presentato alla Comunità Educativo Pastorale (CEP) nel pomeriggio di venerdì 7 e nella mattinata di sabato 8, entrambe le giornate hanno visto un’introduzione dell’Ispettore don Leonardo Mancini, seguita dalla presentazione del documento da parte del Delegato di Pastorale Giovanile don Alberto Goia.

Presentazione PEPSI 2025-2030 | Valdocco, 7-8 febbraio 2025

Pubblicato da Salesiani Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania su Lunedì 10 febbraio 2025

Dopo una breve analisi dello stato attuale dell’Ispettoria nel contesto del territorio in cui opera (Piemonte, Valle d’Aosta, Lituania), si è passati alla presentazione degli obiettivi Ispettoriali e locali di ogni ambiente (Oratorio, Parrocchia, Scuola, CFP e CUS) e ogni dimensione/ambito (Animazione Vocazionale, Animazione Missionaria, Comunicazione Sociale, Emarginazione e Disagio Giovanile, Movimento Giovanile Salesiano).

A conclusione, dei lavori di gruppo sul cammino futuro nel locale e un momento di convivialità con buffet offerto.

 

Lettera dell’Ispettore – Festa di don Bosco 2025

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di gennaio 2025, in occasione della Festa di don Bosco.

Valdocco, 31 gennaio 2025

A confratelli e laici corresponsabili
di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania,

Carissimi/e,
un saluto cordiale a tutti/e voi.

Vi scrivo per farvi gli auguri per la festa del nostro padre don Bosco, in questo anno ricco di tanti eventi: la Visita Straordinaria (ormai terminata, ma da mettere in atto nelle sue conclusioni), il Capitolo Generale 29°, il Giubileo della Speranza. Prima di esplicitarvi gli auguri desidero lasciarvi alcune brevi comunicazioni.

Circa la Visita Straordinaria, oltre ad aver constatato il suo buon esito in tutte le comunità e opere, ed aver accolto con i direttori la relazione finale da parte di don Juan Carlos Perez Godoy e di Don Miguel Angel Garcia Morcuende, eravamo in attesa della lettera conclusiva. Tale lettera, firmata da Don Stefano Martoglio, è giunta l’8 gennaio scorso ed a breve sarà consegnata ai direttori; essa offre alcune preziose indicazioni per il cammino futuro dell’Ispettoria.

Circa il CG29, siamo ormai agli sgoccioli! Il 16 febbraio prossimo nella Basilica di S. Maria Ausiliatrice in 225 capitolari – provenienti da tutto il mondo – inizieremo due mesi di condivisione sulla animazione e sul governo della Congregazione, nella speranza che questo tempo possa realmente configurarsi come una esperienza forte dello Spirito. Ci sarà bisogno, oltre che dell’impegno personale di ciascun partecipante, anche della preghiera di tutti, perché possiamo rispondere efficacemente gia come oggi il Signore ci chiede di essere e di operare per e con i giovani.

Circa il Giubileo: mi sembra sia bello e significativo quest’anno riempire di speranza anche gli auguri per la festa di don Bosco; e allora prendo in prestito alcune riflessioni del poeta francese Charles Péguy, contenute nella sua opera intitolata: Il portico del mistero della seconda virtù. In questo testo Péguy presenta la speranza come sorella più piccola delle altre due virtù teologali, la fede e la carità. E scrive così, impersonando Dio stesso:

Ciò che mi sorprende, dice Dio, è la speranza. E non so darmene ragione.
Questa piccola speranza che sembra una cosina da nulla. /…/
Che è venuta al mondo il giorno di Natale dell’anno scorso. /…/
È proprio questa bambina che attraverserà i mondi. Questa bambina insignificante. /…/
La piccola speranza avanza fra le due sorelle maggiori (la fede e la carità) e su di lei nessuno volge lo sguardo. /…/ Il popolo cristiano non vede che le due sorelle maggiori, non ha occhi che per le due sorelle maggiori. Quella a destra e quella a sinistra.
E quasi non vede quella ch’è al centro. La piccola, quella che va ancora a scuola.
E che cammina. Persa fra le gonne delle sorelle.
Il popolo cristiano ama credere che sono le due grandi a portarsi dietro la piccola per mano. Al centro.
Fra loro due. Per farle fare la strada accidentata della salvezza.
Ciechi che sono a non vedere invece che è lei al centro a spingere le due sorelle maggiori.
E che senza di lei loro non sarebbero nulla. Se non due donne avanti negli anni.
Due donne d’una certa età. Sciupate dalla vita.
È lei, questa piccola, che spinge avanti ogni cosa.
Perché la Fede non vede se non ciò che è. E lei, lei vede ciò che sarà.
La Carità non ama se non ciò che è. E lei, lei ama ciò che sarà…

Finisco qui la citazione. Per degli educatori, quali siamo noi, pensare alla speranza come una virtù bambina, che spinge in avanti, anzi, trascina le altre due virtù teologali più mature, mi sembra appropriato, affascinant e e sfidante!

Conosciamo bene la forza e l’entusiasmo che spesso hanno i più piccoli; talora rimaniamo spiazzati, ma anche affascinati e incoraggiati da loro. Essi sanno trascinarci laddove noi avevamo timore di inoltrarci… E quando Don Bosco dice che in ogni giovane, anche il più disgraziato, avvi un punto accessibile al bene e primo dovere dell’educatore è di cercar questo punto, questa corda sensibile del cuore per trarne profitto, mi pare si metta proprio nei panni della virtù bambina; vuole ribadire che in tutti i ragazzi c’è speranza di riuscita. E ci ricorda indirettamente che, se agli educatori mancasse la speranza, la maturazione integrale – umana e cristiana – dei nostri ragazzi sarebbe messa fortemente a rischio e con essa la nostra stessa missione, che mira a formare buoni cristiani, onesti cittadini ed anche futuri abitatori del Cielo.

Il mio augurio, con tutto il cuore, è che accogliamo la festa di Don Bosco come un’occasione rinnovata per crescere nella speranza, rimanendo in ascolto della sua voce di bambinache va ancora a scuola – sia dentro noi stessi, sia nel nostro impegno quotidiano con i ragazzi; nella consapevolezza che, anche nel lavoro educativo e pastorale, la speranza non delude; e che i semi faticosamente piantati nella vita dei giovani troveranno (con la risposta positiva dei ragazzi, certo; ma senza sapere noi previamente il dove, il come o il quando…) l’occasione propizia per germogliare.

Per aiutarci a coltivare la speranza come la ha vissuta Don Bosco, ogni direttore/trice riceverà in dono in questi giorni il nuovo libro Elledici curato da Don Francesco Motto e intitolato Le più belle Lettere di Don Bosco. Una selezione di 250 lettere del nostro padre dove traspare tutta la sua passione per la salvezza dei giovani, accompagnata e sostenuta sia dalle risorse della sua umanità che da quella voce di bambina – la speranza – , tanto sottile quanto efficace per far camminare la fede e la carità…

Buona festa a tutti!

Con affetto in Don Bosco,

Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

Il primo incontro della terza annualità di “Buoni Cristiani Onesti Cittadini”

“Se non state dove si prendono le decisioni la storia vi passerà sopra”.

Con il nuovo anno Pastorale ha avuto inizio il terzo anno di “Buoni Cristiani Onesti Cittadini”, il percorso formativo triennale rivolto a giovani universitari e lavoratori di età compresa tra i 19 e i 29 anni promosso dalla Famiglia Salesiana del Piemonte e Valle d’Aosta (Salesiani di Don Bosco, Figlie di Maria Ausiliatrice e Salesiani Cooperatori): circa 40 giovani hanno aderito, la maggioranza costituita da coloro che hanno vissuto i primi due anni un cammino “di consapevolezza sul coraggio di pensarsi come una comunità che si sente chiamata ad un coinvolgimento personale e comunitario nella vita quotidiana. Un percorso che offre uno spazio di confronto e dialogo, nella convinzione che i credenti avvertono l’importanza  della PARTECIPAZIONE alla vita sociale e democratica”. 

Anche in questo anno, il magistero del Santo Padre ha illuminato lo studio del percorso di BCOC perché “Il tempo per la democrazia non è mai tempo perso”; pertanto, è il tema dell’impegno nella comunità sociale e politica a partire dalla Dottrina Sociale della Chiesa e dall’enciclica Fratelli Tutti, a guidare il cammino dei giovani.

Il 19 ottobre 2024 si è svolto il primo incontro in cui, dopo l’accoglienza con i saluti della nuova consigliera FMA suor Anna Bailo e l’Ispettore dei Salesiani, don Leonardo Mancini, l’equipe ha presentato in sintesi il percorso vissuto nei primi due anni della triennalità e dato avvio al cammino “Carità sociale politica politica” a partire da “I principi e valori: Costituzione e Dottrina Sociale della Chiesa, dalla Costituzione alla Dottrina Sociale della Chiesa: quale legge?”.

Primo step, guidato da Don Fabio Mamino e Ivana Borruso.

I giovani sono stati invitati a riflettere sul rapporto esistente tra Diritto e morale:  “Il diritto riflette ma non determina il valore morale di una società. Tanto più una società sarà giusta, tanto meno diritto ci sarà.  Tanto più una società è ingiusta, tanto più il diritto ci sarà” (cit. Grant Gilmore). 

L’ascolto di “Odio gli indifferenti” di Gramsci ha sollecitato a chiedersi quanto l’indifferenza operi potentemente nella storia: “Se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?”!

L’indifferenza nasce anche da una mancata consapevolezza da cui deriva inerzia nella responsabilità individuale. La mostra “Diritti in bella mostra” del Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, che ha fatto da cornice all’intera giornata, ha offerto la possibilità di ripercorrere date e avvenimenti che hanno cambiato la storia: in particolare, il dialogo tra gli articoli della Costituzione e quelli della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo illustrato sui pannelli, ha consentito una lettura e uno sguardo attento e forse più consapevole facendo emergere la straordinaria attualità della necessità di conoscere tutti gli strumenti a nostra disposizione per proteggere realmente e concretamente i diritti di ogni donna e di ogni uomo.

I giovani hanno potuto poi visitare la mostra ponendosi alcune domande: “Cosa e quanto ne so? Mi interessa? Di fronte a quale diritto e dovere ho omesso?”. 

Di fronte alla richiesta di scrivere un nome conosciuto di chi ha agito nella storia per la tutela dei diritti illustrati, è stato interessante e arricchente leggere nomi conosciuti ma anche i nomi di di Associazioni/cooperative del territorio, Santi, uomini e donne uccisi dalla criminalità organizzata, missionari SDB, missionarie FMA, missionari laici ma anche volontari delle proprie comunità di appartenenza. 

Secondo step con l’intervento del prof. Budini

Dopo un piccolo break, il secondo step con l’intervento del prof. Budini, professore di storia delle dottrine politiche e filosofo politico per UPS e LUISS.

Il professor Budini, dopo un primo momento introduttivo sulle fonti del diritto (la storia, la filosofia) e sul significato e origine della “politica” con una attenta analisi di due grandi “parti” che hanno caratterizzato la storia, destra e sinistra, passato e futuro, tradizione e progresso, ha centrato la sua riflessione sul ruolo del cristianesimo nella storia a partire dalla Dottrina Sociale della chiesa. 

Tanti e diversi sono stati i passaggi che hanno provocato e suscitato domande sulla nostra indifferenza e la nostra paura di essere protagonisti attivi: “La nostra fede qui e ora”, “Il nostro oggi è il tempo per la tua santità”, “Di che pasta sei fatto?”, “Dai sapore?”, “Chi mi sta vicino, la luce la vede?”.

La definizione della Dottrina sociale come profetica che illumina i nostro poter essere nel mondo, ha offerto strumenti di lettura anche su chi ha avuto sempre uno sguardo profetico: “Oggi Papa Francesco sta descrivendo il mondo che può essere” invitando tutti a una conversione spirituale.

Terzo step con i giovani

Il terzo step ha visto come protagonisti i giovani, invitati a realizzare secondo un preciso modello a loro fornito, un progetto civico per sperimentarsi su modalità e strategie possibili per riflettere insieme sul bene possibile nel “qui ed ora”.

I giovani hanno dedicato tempo al confronto e al dialogo ipotizzando quali possibilità e opportunità di impegno e partecipazione offrono e chiedono gli spazi da loro vissuti nel quotidiano.

Dopo la restituzione finale condivisa in plenaria, Simone Budini ha esortato i giovani a impegnarsi perché “partecipare è bello”.

Un sincero grazie a Simone Budini che ha guidato i giovani con grande passione, entusiasmo che lasciano a tutti i presenti  una forte esortazione ad uno sguardo di speranza sull’oggi di ciascuno nel mondo.

L’incontro, concluso nella preghiera e infine con cena preparata dai giovani del Centro Professionale di Valdocco, proseguirà nel mese di gennaio con “La politica di cui c’è bisogno”.

Lettera dell’Ispettore – Natale 2024

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di dicembre 2024, in occasione del Santo Natale.

Valdocco, 20 dicembre 2024

A quanti lo hanno accolto
ha dato potere di diventare figli di Dio
(Gv 1,12)

Spes non confundit
(Rm 5,5)

Il Giubileo ormai imminente ci chiede di metterci in cammino. Come pellegrini della speranza siamo chiamati a ribadire con convinzione che Spes non confundit, la speranza non delude!

Il mistero del Natale ravviva la nostra speranza: l’Incarnazione del Verbo compie le promesse antiche, dando ragione della speranza vissuta dal popolo eletto; ma chiede di attendere un compimento che, passando attraverso la Pasqua, si realizzerà pienamente solo alla fine dei tempi; tale attesa è anch’essa densa di speranza, abitata e tenuta viva dalla speranza.

Anche le nostre Costituzioni sono abitate dalla speranza e diversi articoli la citano. È interessante notare però che in particolare sia il primo che l’ultimo articolo della nostra Regola di vita contengono un riferimento esplicito ad essa:

  • Cost 1. Con senso di umile gratitudine crediamo che la Società di san Francesco di Sales è nata non da solo progetto umano, ma per iniziativa di Dio. Per contribuire alla salvezza della gioventù, «questa porzione la più delicata e la più preziosa dell’umana società», lo Spirito Santo suscitò, con l’intervento materno di Maria, san Giovanni Bosco. Formò in lui un cuore di padre e di maestro, capace di una dedizione totale: «Ho promesso a Dio che fin l’ultimo mio respiro sarebbe stato per i miei poveri giovani». Per prolungare nel tempo la sua missione lo guidò nel dar vita a varie forze apostoliche, prima fra tutte la nostra Società. La Chiesa ha riconosciuto in questo l’azione di Dio, soprattutto approvando le Costituzioni e proclamando santo il Fondatore. Da questa presenza attiva dello Spirito attingiamo l’energia per la nostra fedeltà e il sostegno della nostra speranza.
  • Cost 196. La nostra regola vivente è Gesù Cristo, il Salvatore annunciato nel Vangelo, che vive oggi nella Chiesa e nel mondo e che noi scopriamo presente in Don Bosco che donò la sua vita ai giovani. In risposta alla predilezione del Signore Gesù, che ci ha chiamati per nome, e guidati da Maria, accogliamo le Costituzioni come testamento di Don Bosco, libro di vita per noi e pegno di speranza per i piccoli e i poveri. Le meditiamo nella fede e ci impegniamo a praticarle: esse sono per noi, discepoli del Signore, una via che conduce all’Amore.

Se in Cost 1 la nostra speranza è sostenuta dalla presenza attiva dello Spirito fin dalle origini della nostra Congregazione, presenza accompagnata dall’intervento materno di Maria, in Cost 196 noi, chiamati per nome da Gesù e guidati da Maria, accogliamo le Costituzioni come pegno di speranza per i piccoli e i poveri.

Se nel primo articolo la speranza viene coltivata da noi in prima persona, nell’ultimo sono i piccoli e i poveri che possono sperare… a patto di trovare salesiani che imitano Don Bosco accogliendo pienamente le Costituzioni.

C’è un altro articolo che può ulteriormente illuminare questa breve riflessione: il n°63.

  • Cost 63. L’offerta della propria libertà nell’obbedienza, lo spirito di povertà evangelica e l’amore fatto dono nella castità fanno del salesiano un segno della forza della risurrezione. I consigli evangelici, configurando il suo cuore tutto per il Regno, lo aiutano a discernere e ad accogliere l’azione di Dio nella storia; e, nella semplicità e laboriosità della vita quotidiana, lo trasformano in un educatore che annuncia ai giovani «cieli nuovi e terra nuova», stimolando in loro gli impegni e la gioia della speranza.

Il contenuto dell’articolo 196 è rafforzato da Cost 63, dove si ricorda che il salesiano, vivendo i consigli evangelici, viene trasformato in un educatore che annuncia ai giovani «cieli nuovi e terra nuova», stimolando in loro gli impegni e la gioia della speranza.

Insomma: siamo uomini di speranza (perché crediamo che Dio agisce nella nostra storia personale e di Congregazione) che educano alla speranza (perché crediamo che Dio agisce nella storia dei giovani, specialmente dei piccoli e dei poveri, anche attraverso di noi; e per questo annunciamo loro cieli nuovi e terra nuova)!

L’Incarnazione del Verbo ci insegna a credere ad un mondo con Dio dentro… la nostra vita salesiana lo testimonia (o dovrebbe testimoniarlo): da consacrati siamo chiamati ad accorgerci della presenza – attiva! – di Dio in noi; da con-fratelli siamo chiamati a vivere e condividere l’esperienza di questa presenza; da educatori-pastori siamo chiamati a far scoprire la presenza attiva di Dio nella vita dei ragazzi e del mondo intero.

La nascita di Gesù celebrata nel Natale alimenta la nostra speranza: Dio è venuto nel mondo e continua ad abbracciarlo con il suo Spirito.
Da consacrati testimoniamo personalmente e comunitariamente che siamo fatti per Lui, che siamo sognati per vivere in eterno, che speriamo di appartenere anche noi alla schiera dei futuri abitatori del Cielo… e che così proviamo a vivere!
Da educatori-pastori insegniamo – personalmente e comunitariamente – a cogliere la presenza di Dio in ciascuno, la bellezza e la profondità di vivere come buoni cristiani e onesti cittadini (assolvendo gli “impegnidella speranza di Cost 63; ed indossando come elmo la speranza della salvezza, come chiede 1 Ts 5,8); ma anche annunciamo che il compimento di tutto e la felicità piena vanno cercati oltre questa vita, perché il Signore prepara per noi cieli nuovi e terra nuova (coltivando la “gioia” della speranza di Cost 63; e cercando di essere lieti nella speranza, come suggerisce Rm 12,12).

Il Mistero dell’Incarnazione ci ricordi chi siamo chiamati ad essere ed in chi abbiamo posto la nostra speranza; il Giubileo della speranza ci aiuti a diventare chi siamo nel sogno di Dio, tenendo ben saldo il capo dell’àncora, accuratamente agganciata in Cielo; Cielo che è nostra destinazione ultima, meta finale del viaggio di ogni vita (cfr Eb 6,18-20); Cielo dove ci attende la Madre di Gesù.

Buon Natale e Buon Anno a tutti!

Con affetto in Don Bosco,

Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

Benedizione degli Uffici della Pastorale Giovanile

Giovedì 21 novembre, con grande gioia e gratitudine, si è celebrata l’inaugurazione e la benedizione dei locali delle Pastorale Giovanile, in particolare degli uffici di Comunicazione Sociale e Progettazione e Sviluppo recentemente sottoposti a restyling.  Come ha ricordato Giuseppe Puonzo, responsabile della Comunicazione, è fondamentale, all’inizio di ogni anno, tenere sempre ben chiaro il “per chi lavoriamo“, che rappresenta il vero motore che fa muovere gli ingranaggi di ogni attività. L’obiettivo primario è, infatti, quello di raggiungere i giovani e accompagnarli verso un incontro con Cristo che cambia il cuore e la direzione del loro vivere.   

L’Ispettore don Leonardo Mancini ha presieduto la cerimonia, offrendo una riflessione importante sulla seconda lettera di San Paolo ai Tessalonicesi.

Ordiniamo di guadagnarsi il pane lavorando con tranquillità» (2 Tessalonicesi 3,11-12).

In questo passo, l’ispettore ricordava non solo l’importanza del lavoro onesto e responsabile, ma ha sottolineato la necessità di farlo con serenità e impegno, nel rispetto delle proprie capacità e della comunità. Il lavoro, inteso come servizio e dedizione, diventa così un modo per vivere la fede in maniera concreta, contribuendo al bene comune e costruendo una società più giusta.

Don Leonardo, in conclusione, ha poi richiamato un passo di un Vangelo apocrifo, dove si narra che anche Gesù, pur essendo il Figlio di Dio, lavorava come falegname. In questo episodio, Gesù allunga miracolosamente un asse di legno, dimostrando come il lavoro umano, pur nelle sue forme più semplici, possa essere attraversato dalla Sua potenza divina. La serenità nel lavoro, perciò, è anche consapevolezza della profonda umanità e piccolezza dell’uomo, che non compie miracoli ma si fa strumento nelle mani di Dio. La Sua grazia dà significato e frutto a tutto il lavoro dell’uomo.

Con questo pensiero nel cuore e accompagnato da un canto dedicato a Don Bosco, la cerimonia è proseguita con un momento conviviale, in cui colleghi e amici hanno avuto l’opportunità di condividere insieme la gioia di questa nuova tappa.

Lettera dell’Ispettore – Ottobre 2024

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di ottobre 2024.

Torino,
2 Ottobre 2024
Memoria dei Santi Angeli Custodi

A confratelli e laici corresponsabili di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania

Carissimi confratelli, carissime laiche e laici corresponsabili,
purtroppo le emergenze non finiscono mai. Come sapete la situazione in Medio Oriente si sta evolvendo in modo più drammatico di quanto già potesse verificarsi, con l’incremento progressivo dei fronti di guerra: Israele, Gaza, Libano, Iran.

Tre giorni fa è giunto il Comunicato Stampa (che vi allego) dell’ispettore MOR, don Simo Zakerian, che spiegava l’attuale situazione (e non era ancora iniziata l’offensiva di terra in Libano) nella sua gravità in termini di perdite di vite umane, feriti e profughi. Il popolo libanese, che ha accolto negli scorsi anni tantissimi rifugiati siriani colpiti dalla guerra e dal terremoto, si trova adesso a fuggire dalla propria terra o a chiedere aiuto a chi, nella zone più a nord del paese, può offrirlo più facilmente. L’opera salesiana di El-Hossun ha già accolto circa 100 sfollati, ma purtroppo i numeri sono destinati a salire.

Ieri Don Stefano Martoglio, Vicario del Rettor Maggiore e attuale guida della Famiglia Salesiana nel mondo, ha lanciato un appello chiedendo, a chi ne ha la possibilità, di inviare aiuti economici ai salesiani del Medio Oriente, per sostenerli nell’opera di accoglienza di tanti profughi.

Riteniamo opportuno che le donazioni che verranno raccolte nelle case possano avere un unico collettore nell’Economato ispettoriale. Queste le coordinate bancarie dell’Ispettoria:

IBAN IT80B0306909606100000115761

intestato a CIRCOSCRIZIONE MARIA AUSILIATRICE PIEMONTE E VALLE D’AOSTA

Causale: Emergenza Libano

Per il momento come ispettoria abbiamo inviato € 30.000,00.

Ci sentiamo spesso impotenti di fronte a queste tragedie che tanti fratelli e sorelle, tanti bambini, giovani e anziani, subiscono nel mondo. E tuttavia, supportati da Santa Teresa di Lisieux che, da patrona della missioni, apre l’ottobre missionario; da lei che aveva scoperto di dover e poter essere l’amore nel cuore della Chiesa; anche noi desideriamo portare solidarietà, nella Chiesa e nel mondo. Lei, in quanto suora di clausura, non poteva spostarsi dal suo monastero. Anche la maggior parte di noi non ha la possibilità di spostarsi da dove si trova, ma tutti possiamo dare comunque una mano.

L’aiuto economico è uno dei modi per aiutare. La preghiera è certamente un altro modo. Coltivare una vita santa, capace di costruire la pace attorno a sé è un ulteriore modo. Evidentemente non si tratta di modalità alternative tra loro… Ognuno offra quel che può.

Con affetto in Don Bosco,

Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

Lettera dell’Ispettore – Settembre 2024

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di settembre 2024.

Torino-Valdocco,
11 Settembre 2024

A confratelli e laici corresponsabili di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania

Carissimi/e,
eccoci ai blocchi di partenza del nuovo anno educativo-pastorale: formativo, scolastico, universitario, oratoriano o parrocchiale… che sia.

Spero che durante l’estate abbiate potuto trascorrere un po’ di tempo disteso con i vostri cari ed abbiate avuto la possibilità di ritemprare le energie. E che ora siate dunque pronti per riprendere il cammino educativo e pastorale che tutti i nostri ambienti richiedono.

È vero che questa lettera viene scritta in corrispondenza del primo giorno di Scuola/FP, e che quindi sembra possa riguardare più direttamente questi ambienti educativi; ma la scelta della data è simbolica e la lettera vuole “celebrare” la ripresa di tutte le attività. Lo dico ben sapendo che scuole e CFP stanno già al lavoro; che negli oratori “settembriadi”, olimpiadi o simili hanno già accolto tanti ragazzi; e che esistono attenzioni pastorali che non vanno mai in vacanza: parrocchie e comunità per minori in primis. Dunque, si riparte!

Che cosa augurarvi in questo nuovo anno? Di essere “pellegrini di speranza”. Sentiremo spesso questa espressione, durante il 2024-2025, perché è il tema che Papa Francesco ha voluto dare al prossimo anno giubilare. Qualcuno potrebbe dire: per essere gente che offre speranza, bisogna prima averla dentro di sé, la speranza! È proprio così, effettivamente. Ma la condizione di pellegrini e la dimensione del pellegrinaggio, del cammino, dell’essere in viaggio, che è tipica della vita, ci viene in aiuto; e ci ricorda che anche la speranza cresce lungo il cammino, proprio come si dice del “vigore”, nel bellissimo salmo 84 (un salmo di pellegrinaggio, appunto) che in alcuni suoi versetti (Sal 84,6-8) recita così:

Beato chi trova in te la sua forza e decide nel suo cuore il santo viaggio. Passando per la valle del pianto la cambia in una sorgente, anche la prima pioggia l’ammanta di benedizioni. Cresce lungo il cammino il suo vigore, finché compare davanti a Dio in Sion.

Siamo consapevoli che la speranza è un dono di Dio che matura nel cuore se la chiediamo al Signore e la coltiviamo in noi. E se la doniamo. Come possiamo donare speranza ai nostri destinatari? Vi segnalo due tra i tanti aspetti che caratterizzano la nostra vita:

  • Il primo aspetto è quello della fraternità, o vicinanza, o prossimità. Fare il primo passo verso i ragazzi è un modo concreto per dire ti voglio bene, ho fiducia in te, so che ce la farai, ti do una mano per crescere, ti aiuto a camminare più spedito/a… perché tu sia felice nel tempo e nell’eternità!
  • Il secondo aspetto è quello dell’annuncio esplicito del Vangelo. Il Vangelo è la Buona Notizia per eccellenza; ricorda a noi stessi e ai nostri destinatari che siamo fatti di Infinito e per l’Infinito, e che, per essere felici, verso l’Amore Infinito dobbiamo tendere!

Ecco, questo è il mio augurio: che possiate – e possiamo – donare speranza attraverso la vicinanza fraterna e l’annuncio esplicito del Vangelo.

Grazie per la vostra passione educativa, per la vostra professionalità, per la vostra adesione cordiale al carisma salesiano, per la vostra fede in Gesù Cristo. Grazie per il tempo e le energie di mente e di cuore che spenderete in quest’anno per dare speranza ai tanti ragazzi e ragazze che popolano e popoleranno le case salesiane. Fatelo – facciamolo – con la certezza che, donando speranza ad altri, la speranza crescerà anche dentro di noi; e passando per qualche valle del pianto potremo contribuire a cambiarla in sorgente di vita.

Buon anno allora a tutti/e voi, e buon lavoro educativo-pastorale. E auguri anche per la Visita Straordinaria, che dal 4 settembre è in atto in ispettoria! Una ulteriore occasione di grazia a nostra disposizione in questi primi mesi del 2024-2025.

Chiediamo a Don Bosco e a Maria Ausiliatrice, sua Madre e Maestra, che ci aiutino ad essere pellegrini di speranza; pellegrini che hanno chiara e certa la meta; e che dunque non hanno timore di affrontare anche le difficoltà che inevitabilmente presenta sia la vita di noi adulti che la vita dei nostri ragazzi e ragazze.

Con grande stima, affetto e riconoscenza,

Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP