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Incontro internazionale dei responsabili del Bollettino Salesiano: una grande rete al servizio della gioventù

Dal 22 al 25 aprile, a Valdocco, si è svolto l’incontro internazionale dei responsabili del Bollettino Salesiano, quasi 80 partecipanti. Alla cerimonia inaugurale erano presenti il Vicario del Rettor Maggiore, don Stefano Martoglio, il Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale, don Gildasio Mendes e il Superiore della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta don Leonardo Mancini, il quale ha ricordato come nel 17° volume delle Memorie Biografiche Don Bosco afferma che il Bollettino Salesiano era il miglior mezzo di propaganda mai concepito, perché Don Bosco stesso dava questa rivista sia a chi aveva il piacere di leggere e di essere informato, sia a chi non aveva alcun interesse: è proprio questo il segreto.

La prima sessione dell’incontro si è aperta con l’intervento di don Stefano Martoglio  che ha parlato sul tema “La dimensione carismatica del Bollettino Salesiano”. “Il Bollettino Salesiano è una rivista centenaria nata dal cuore e dalla mente di Don Bosco. Tutti i redattori del Bollettino Salesiano devono essere coinvolti nel cammino e nella missione della Congregazione. Il Bollettino Salesiano è uno strumento per esprimere il cuore della Congregazione e la mente del Rettor Maggiore, che ne è il Capo Redattore”, ha affermato. Don Martoglio ha esortato che il lavoro del Bollettino Salesiano è una missione condivisa. Mentre lavoriamo per la salvezza dei giovani attraverso questo ministero mediatico, dobbiamo collaborare anche con i laici. Fin da quando Don Bosco iniziò il suo lavoro alla Cappella Pinardi, i laici furono attivamente coinvolti nella sua missione. È quindi essenziale lavorare in armonia con i laici, che diventano parte integrante della nostra missione. Questo grande lavoro deve essere sempre fatto come una missione condivisa”.

La seconda giornata dell’Incontro Internazionale è iniziata con il messaggio di don Giuseppe Costa, Co-portavoce della Congregazione Salesiana, che ha parlato sul tema: “La dimensione salesiana e professionale del Bollettino Salesiano”. Don Costa ha iniziato il suo intervento presentando il contesto in cui assunse questa responsabilità come Direttore del Bollettino Salesiano. Fu un grande passaggio dal bianco e nero alla quadricromia, e furono apportati numerosi cambiamenti. Ha ricordato che in quel periodo il BS aveva il compito di aderire fedelmente al magistero del Rettor Maggiore, alla devozione mariana legata alla basilica, allo sviluppo della missione. Don Costa ha poi fatto un’affermazione suggestiva: “Anche se i salesiani sono di meno, si possono moltiplicare con la presenza del Bollettino Salesiano”, convinto che il BS possa avere un impatto maggiore, comunicare e costruire in un territorio anche se i salesiani sono diminuiti. “Il Bollettino Salesiano è ancora un potente strumento di comunicazione della Missione Salesiana. È stato anche un veicolo per la raccolta di fondi, attraverso il quale i lettori potevano essere trasportati verso un particolare bisogno in una terra di missione, e la propaganda del BS ha portato molto sviluppo e benedizioni alla Missione Salesiana”, ha detto.

C’è stato spazio poi per il confronto sul lavoro fatto nei Continenti: Christoph Sachs, in rappresentanza della Germania e dell’Austria, ha presentato il tema “Come il Bollettino Salesiano può raggiungere le persone in una società sempre più secolare in Europa”, mentre Clarence Watts della Repubblica Sudafricana ha illustrato il tema “Il Bollettino Salesiano al servizio della solidarietà e della pace”. Don Bobby Kannazhath dall’India ha presentato il tema “Comunicare lo spirito salesiano attraverso il Bollettino Salesiano nel contesto della diversità culturale e religiosa”. È stata un’opportunità per conoscere, capire e imparare alcune strategie dagli altri e ha offerto spunti di riflessione su ciò che è necessario fare per rafforzare il Bollettino Salesiano in ciascuna delle Ispettorie.

Nella terza giornata dell’Incontro Internazionale dei Responsabili del Bollettino Salesiano si è svolta la sessione guidata da Flavia Trupia, nota professionista della comunicazione con una forte passione e preparazione sulla retorica. Ha iniziato la sua presentazione descrivendo l’importanza della costruzione del marchio del Bollettino Salesiano che offre la propria identità ed equità. “Il Bollettino Salesiano non è solo una rivista, ma una carta d’identità della Famiglia Salesiana nel mondo”, ha affermato nel suo discorso di apertura. Ha parlato di quanto il BS sia diverso dalle altre riviste, sottolineando la necessità di costruirlo come un marchio internazionale unico e al pari di brand famosi in tutto il mondo come Coca Cola, Ferrari, Tiffany, ecc. Ha indicato i Bollettini Salesiani di varie parti del mondo e ha chiesto ai presenti se fossero in grado di identificarli come un unico marchio. È emerso che erano diversi l’uno dall’altro, e quindi ecco che la volontà di  costruirlo come un unico marchio diventa una necessità. Ha suggerito ai presenti di mantenere un certo rilievo sul mercato accogliendo il cambiamento con i propri tempi, ma li ha anche avvertiti che è importante stare attenti a non perdere l’identità del BS quando si vive una trasformazione simile.

Dopo l’intervento di Flavia Trupia, c’è stato spazio per una tavola rotonda con la relatrice, con  Luca Priuli, Amministratore Delegato dell’editrice salesiana Elledici, insieme a don Gildasio Mendes, Consigliere Generale per la Comunicazione. L’incontro, moderato da don Maciej Makula, ha visto protagonista la platea con domande che hanno stimolato il dibattito. Il nostro modo di comunicare è assolutamente cambiato dopo l’avvento del digitale, si preferisce una comunicazione rapida e magari anche piena di messaggi visuali senza utilizzare tante parole. Ad oggi le persone mostrano pigrizia nell’approfondimento e nell’analisi comunicativa, per questo è necessario modificare la comunicazione adattandola agli interessi comuni dei nostri lettori. Questo vuol dire che se vogliamo fare arrivare un messaggio dobbiamo conoscere i nostri seguaci, dobbiamo studiare un nuovo metodo che possa essere efficace per loro.

Il pomeriggio del terzo giorno è stato dedicato alla relazione di Jean Paul Muller, Economo Generale della Congregazione Salesiana che ha presentato il tema  “Comunicare oggi con identità salesiana, credibilità e visibilità in una società in trasformazione”. Il suo intervento ha toccato tutti i temi di attualità e ha offerto numerosi spunti di riflessione su come il Bollettino Salesiano deve comunicare oggi e sulle sfide da affrontare. Il sig. Muller ha spiegato l’obiettivo e lo scopo del Bollettino Salesiano. Ha detto ai partecipanti: “I nostri lettori devono capire cosa stiamo facendo oggi, quali sono le nostre preoccupazioni, i punti di forza del sistema preventivo, la necessità dei religiosi e l’efficacia della missione dei laici”. Parlando di universalità e di una visione più ampia, il sig. Muller ha affermato: “Dobbiamo affrontare le sfide insieme come Congregazione e Famiglia Salesiana. Non possiamo chiuderci solo nella nostra regione e provincia, perché dobbiamo lavorare come un’unica entità. Siamo chiamati a ispirare i giovani ad assumersi responsabilità e a lavorare insieme in modo sostenibile in un contesto di enorme complessità, creando positività per le generazioni future”.

Don Bosco è stato scrittore, Don Bosco è stato giornalista, Don Bosco è stato un grande comunicatore della Chiesa. Ha scritto una varietà di testi come agiografie, testi storici sulla Chiesa, ma anche scritti di educazione, religione e formazione in genere. Si contano 1.174 suoi documenti. Non solo. Il nostro fondatore è stato anche un giornalista. Nel 1877 fondò il Bollettino Salesiano e vi collaborò fino alla morte”, dice don Gildasio Mendes. “Ogni rete di comunicazione partiva da una pulsione interiore: un sogno, una passione, un proposito. Il suo sistema di comunicare era un vero caleidoscopio. Un mosaico con colori e disegni. Ogni suo gesto era mirato a coinvolgere i suoi giovani, promuovendone il protagonismo e la crescita per la gloria di Dio e grazie all’impulso di Maria Ausiliatrice. Il Bollettino Salesiano di oggi deve essere l’espressione di una rivista che attiva una rete. Deve essere un canale di informazione mondiale, una rivista per creare legami, mostrare il bene che fanno i salesiani per i giovani poveri nel mondo, per esprimere la forza e la bellezza dell’amore. Noi siamo Don Bosco che comunica!”, conclude.

 

 

 

AM: il Mandato Missionario del Percorso Nel Cuore del Mondo 2023

Il 16 aprile scorso, si è tenuto il Mandato Missionario per i futuri partenti del Percorso nel Cuore del Mondo 2023, della nostra Ispettoria.

La Celebrazione Eucaristica, presieduta dall’Ispettore don Leonardo Mancini, ha visto la partecipazione di tutti i ragazzi, animatori ed educatori che stavano vivendo l’MGS DAY, e i sacerdoti che li accompagnavano.

Per i venti giovani e relativi accompagnatori che hanno deciso di partire in missione, il Mandato Missionario è un evento molto significativo, poiché è un lancio e una benedizione per sé e verso chiunque si troverà sul cammino di ciascuno.

Durante la consegna della croce missionaria, ognuno dei partenti ha sentito l’affetto e il sostegno di tutti i giovani presenti e ora sono pronti per partire verso le due destinazioni di quest’anno, Kenya e Uganda.

Lettera dell’Ispettore – Aprile 2023

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di aprile 2023.

Valdocco, 6 aprile 2023
Giovedì Santo

A confratelli e laici corresponsabili di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania

Carissimi/e,
un saluto cordiale a tutti voi.

Ho appena terminato gli esercizi spirituali in Terra Santa insieme con gli ispettori della Regione Mediterranea. Esperienza molto ricca, sia per i luoghi visitati che per i contenuti biblici, i quali – come è facile prevedere – in questo caso facilmente ben si compongono con i luoghi. Tante sono le suggestioni ricevute, le riflessioni fatte, le sfide che il Signore ha lanciato attraverso la sua Parola, spezzata con profondità e delicatezza da Don Marco Rossetti, confratello docente di Sacra Scrittura della Crocetta.

Desidero rivolgere a tutti i miei auguri pasquali, e lo faccio riprendendo uno spunto preso proprio dagli esercizi appena vissuti, ed in particolare da uno dei dialoghi che Gesù intrattiene sulla Croce, quello con il buon ladrone (cfr Lc 23,39-43).

Lo spunto nasce dalla constatazione che Gesù perdona il buon ladrone e gli regala un biglietto all inclusive per il Paradiso! C’è da tenere presente che noi chiamiamo buono questo ladrone, ma che lui non è una vittima del cattivo funzionamento della giustizia o di un errore giudiziario: è veramente un ladro e veramente colpevole; dice lui stesso di essere stato condannato giustamente e di meritarsi la pena comminata (cfr Lc 23,40-41).

A partire da questo passo del vangelo faccio due considerazioni: da una parte il brano manifesta la determinazione dell’amore misericordioso di Dio, che non si ferma di fronte a nessun ostacolo pur di salvare l’uomo, se c’è in lui un cuore anche solo minimamente disponibile a lasciarsi perdonare.

Dall’altra mi pare che il brano affermi implicitamente che il creatore/redentore vede nella creatura il riflesso vivo della Sua stessa bellezza, essendo ogni essere umano creato a immagine di Dio.

Proprio per questo il Signore si prende cura con amore – fino alla follia – di ciascuno di noi; e sempre per questo approfitta di ogni situazione, fino all’ultimo istante di vita, perché quella vita possa rifiorire, possa tornare a sorridere, possa risorgere, qui e per tutta l’eternità.

Quello che Gesù opera sulla Croce verso il buon ladrone è ciò che vuole fare con ciascuno di noi. E ci è di insegnamento, in quanto educatori, per ricordarci l’approccio corretto, seguito da Don Bosco, che siamo chiamati ad avere nei confronti dei ragazzi: verso tutti, perché basta che siate giovani perché io vi ami assai; ed in particolare verso alcuni, più complicati e fragili, “poveri e abbandonati”, perché avvi in ogni giovane, anche il più disgraziato, un punto accessibile al bene; primo dovere dell’educatore è di cercar questo punto, questa corda sensibile del cuore, per trarne profitto.

Insomma il Signore, e Don Bosco con lui, ci chiede di imparare a vedere la bellezza di Dio presente in ogni anima. C’è sicuramente un po’ di bellezza – anche se talora nascosta molto bene! – in ogni cuore.

L’immagine di Dio, le tracce della parentela con Dio presenti in ogni persona, in ogni giovane, sono un tesoro così prezioso, che vale la pena lottare affinché emergano e possano diventare la leva su cui far forza per “aggiustare”, aggregare o riaggregare il resto della persona. So che qualcuno adesso potrebbe dirmi: stacci tu con questo/a qui… è davvero difficile trovarvi tracce della bellezza di Dio!

Lo so anche io che certi ragazzi o ragazze sono complicati, non voglio semplificare la realtà in modo buonista. Eppure questo vuol essere il mio augurio: che ognuno di noi, nell’accogliere a Pasqua la buona notizia del Signore Crocifisso e Risorto, possa trovare nuove energie, nuovi occhi, un cuore nuovo, per riuscire a cogliere la bellezza di Dio presente in ogni anima, in ogni persona, in ogni giovane; compresi noi stessi!

E, poiché siamo stati progettati anche per essere felici abitatori del Cielo (progettati cioè non solo per essere belli dentro, ma belli per sempre: In verità io ti dico: oggi con me starai nel Paradiso –Lc 23,42), auguriamoci che la nostra testimonianza possa far sorgere in tanti, oltre che un rinnovato amore per ogni persona – compresa quella più ferita e più fragile – anche un po’ di nostalgia per l’eternità; insomma, vi auguro di poter scoprire la bellezza di Dio presente in ciascuno, ma anche di ricordare ciò verso cui questa bellezza è orientata: il Paradiso.

Concludo con tre notizie di famiglia.

Il 15 aprile verranno conferiti a Torino-Crocetta i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato a diversi confratelli studenti di Teologia. Il 25 aprile sempre alla Crocetta, in occasione del centenario dell’opera, si svolgerà la festa ispettoriale. Il 13 maggio a Torino – Valsalice verrà ordinato sacerdote don Antonio Carriero.

Partecipiamo volentieri a questi eventi con la preghiera, con l’affetto ed anche con la presenza!

Con questi sentimenti

vi auguro di cuore
una serena e santa Pasqua di Risurrezione

Con grande affetto in Don Bosco
Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

Lettera dell’Ispettore – Febbraio 2023

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di febbraio 2023.

Valdocco, 12 febbraio 2023

A confratelli e laici corresponsabili di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania

Carissimi/e,
un saluto cordiale a tutti voi.

Vi raggiungo per confermare una comunicazione giunta già da tempo, riguardante il terremoto in Turchia e Siria dello scorso 6 febbraio.

Come certamente saprete i salesiani della Ispettoria del Medio Oriente stanno ospitando, specialmente nella casa di Aleppo, moltissimi sfollati (oltre 500 al momento). Fin dal giorno successivo al sisma la Sede Centrale della Congregazione prima e poi gli Animatori Missionari salesiani italiani hanno indicato un numero di conto corrente bancario dove poter indirizzare donazioni dirette a sostenere questa attività di solidarietà. Tale numero è stato inserito fin da subito sul sito della nostra ispettoria (ed è riportato anche in calce alla lettera).

E’ scontato ricordare che in Siria questo disastro si aggiunge alla tragedia della guerra, che si perpetua da oltre un decennio. La popolazione è stremata e l’opera che i salesiani compiono è dunque
doppiamente importante per portare sostegno, solidarietà, vicinanza e sicurezza a tanta gente. Non sappiamo come le cose andranno evolvendosi, ma abbiamo comunque deciso che le raccolte della Quaresima di Fraternità, che verranno realizzate quest’anno dalle nostre opere, saranno destinate alla Siria per l’Emergenza Terremoto.

Per il momento l’unica iniziativa ispettoriale in atto è appunto la raccolta fondi sul conto corrente bancario indicato. Accanto a tale iniziativa non lasciamo mancare tuttavia la vicinanza della preghiera. Affidiamo al Signore le vittime, i senzatetto, i soccorritori, tutti i confratelli salesiani ed i laici impegnati negli aiuti. Preghiamo perché, nonostante tutto ed anche grazie alla testimonianza di solidarietà in loco e a distanza, possa in tutti rimanere accesa ed alimentarsi la speranza.

Un abbraccio fraterno in Don bosco,
Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

Lettera dell’Ispettore – Natale 2022

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini in occasione del Santo Natale 2022.

Valdocco, 24 dicembre 2022

L’angelo disse ai pastori:
“Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia,
che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide,
è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore.
Questo per voi il segno:
troverete un bambino avvolto in fasce,
adagiato in una mangiatoia”.
(Lc 2,10-12)

A confratelli e laici corresponsabili di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania

Carissimi confratelli,
il tempo di Avvento è trascorso in fretta, come e forse più del viaggio di Maria che va ad aiutare Elisabetta. Penso non così in fretta da non farci accorgere di quello a cui ci stavamo e stiamo preparando: la celebrazione dell’Incarnazione del Verbo.

Immagino che tutti in questi giorni abbiamo aiutato altri ad entrare nel mistero del Natale, ne abbiamo fatto assaporare la bellezza, la profondità, l’importanza per ciascuno di noi e per l’intera umanità.

E abbiamo forse insistito anche su uno degli atteggiamenti tipici dell’Avvento-Natale; atteggiamento che viene sottolineato anche dagli angeli: la gioia. In realtà, a leggere bene il testo evangelico, la gioia non è solo o soprattutto un atteggiamento o un sentimento, ma un evento vero e proprio, è l’oggetto dell’annuncio: vi annuncio una grande gioia. La gioia coincide con il bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia.

Nelle nostre Costituzioni la parola “gioia” è presente 12 volte; ed abbiamo come ben sapete un articolo costituzionale, il n° 17, che si intitola Ottimismo e gioia. Riporto qui l’ultima parte del testo dell’articolo; il soggetto naturalmente è “il salesiano”: “Poiché annuncia la Buona Novella, è sempre lieto. Diffonde questa gioia e sa educare alla letizia della vita cristiana e al senso della festa: «Serviamo il Signore in santa allegria“.

L’articolo ci ricorda che nel salesiano la gioia, la letizia, non dipende dai bioritmi favorevoli, ma dipende dal fatto che lui annuncia la Buona Novella: una bella Notizia, anzi, la più bella Notizia della storia! Più annuncio, più gioisco; meno annuncio, più sono triste. Ci ricorda inoltre che siamo chiamati a diffondere la gioia della Buona Notizia con la logica dell’educatore, consapevoli che la trasmissione non viene recepita immediatamente, ma richiede un processo, un cammino: c’è bisogno di educare alla letizia della vita cristiana ed al senso della festa.

Se le cose stanno così come le descrivono il Vangelo e le Costituzioni,
possiamo dire che:

  • la gioia è l’evento Gesù, Verbo incarnato che si fa Piccolo per me (cfr Lc 2,10-12)
  • la gioia abita chi la annuncia… cioè chi annuncia la Buona Notizia che è Gesù (cfr Cost. 17)
  • la gioia ha bisogno di me educatore per estendersi, farsi conoscere ed abitare altri; nella consapevolezza che la gioia si insegna e si impara gradualmente… perché alla letizia della vita cristiana si viene educati (cfr Cost. 17).

Vi auguro, e auguro anche a me, di accogliere la grande gioia che è Gesù Bambino, Lui che non è solo un sentimento, ma è realtà viva e presente!

Vi auguro, e auguro anche a me, di essere sempre lieti, cioè abitati dalla gioia, perché non ci stanchiamo di annunciare la Buona Notizia ai ragazzi e in comunità.

Vi auguro, e auguro anche a me, di ricordare che alla letizia si viene educati e che perciò questo servizio in noi educatori richiede speranza, pazienza, perseveranza, creatività, accompagnamento educativo. Specialmente se e quando le situazioni attorno a noi raccontano un mondo affaticato, diviso, ferito,
disorientato.

Come Maria con amore e delicatezza depone Gesù nella mangiatoia, così, in questo mondo fragile – e soprattutto nel cuore dei giovani – noi continuiamo a deporre la Buona Notizia, perché cresca gradualmente, maturi e porti a pienezza la loro vita.

Buon Natale e Buon Anno a tutti!

Con affetto in Don bosco,
Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

 

CFP Rebaudengo: presentazione del corso IFTS per Tecnico Meccatronico per le Macchine Agricole

Il 22 novembre, nel Centro di Formazione Professionale del CNOS-FAP Torino Rebaudengo, è avvenuta la presentazione del corso IFTS per Tecnico Meccatronico per le Macchine Agricole.

Un percorso ambizioso, con dei partner prestigiosi: la Regione Piemonte, CNH Industrial, New Holland Agriculture, il Politecnico di Torino e l’ITTS C.G Grassi di Torino.

Il corso formerà una figura professionale in grado di intervenire sulla manutenzione e la riparazione dei trattori: un profilo professionale estremamente ricercato, perché specializzato e indispensabile nell’agricoltura.

 

L’assessore regionale all’Istruzione, Lavoro, Formazione professionale e Diritto allo studio Universitario Elena Chiorino, ha spiegato come la politica debba essere un aiuto concreto per i giovani, che rappresentano il futuro, sottolineando come la Regione sia contenta di poter collaborare in partnership con la formazione professionale dei salesiani e con una multinazionale così importante e significativa.

Don Leonardo Mancini, presidente del Cnos-Fap Regione Piemonte, ha invece sottolineato come già don Bosco, autore del primo contratto di “apprendizzaggio” aveva capito l’importanza del legame con le aziende per poter offrire opportunità ai giovani.

Luca Iuliano, direttore del Dipartimento Innovation Center del Politecnico di Torino e presidente del Competence Center CIM 4.0, ha sottolineato l’importanza di creare delle competenze che soddisfino le aziende, ringraziando i salesiani per il prezioso lavoro quotidiano.

Carlo Sisto, presidente di CNH Industrial Europe, Middle East e Africa, ha invece dialogato con i ragazzi, sottolineando come questo percorso sia un investimento fortemente voluto. Ha sottolineato come, con cinquantamila trattori nuovi in circolazione ogni anno, sia fondamentale un progetto che punti contemporaneamente su sostenibilità, competenza e professionalità. Ha poi risposto con molta disponibilità alle domande ricevute.

 

Sono intervenuti inoltre per un saluto don Luca Barone, direttore della casa salesiana di Torino Rebaudengo e il prof. Agostino Albo, direttore del Cnos-Fap Torino Rebaudengo. Ha introdotto e moderato l’incontro Fabrizio Berta, direttore Programmazione e Innovazione dell’Offerta Formativa del Cnos-Fap Regione Piemonte.

Delle ragazze e dei ragazzi partecipanti al corso, che avrà un periodo di lezioni e un periodo di stage in azienda (CNH o dealer collegati), ben venti di loro riceveranno una proposta di lavoro concreta al termine del percorso. La mattinata si è conclusa con una foto della nuova classe insieme agli ospiti nel cortile del centro Cnos-Fap Torino Rebaudengo, nel quale è stato parcheggiato un trattore del gruppo.

 

 

Lettera dell’Ispettore – Novembre 2022

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di novembre 2022.

Valdocco, 13 novembre 2022
Memoria liturgica di Sant’Artemide Zatti

A confratelli e laici corresponsabili di
Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania

Carissimi/e,
un saluto cordiale a tutti voi. Mentre la prima neve – finalmente, per certi versi (cfr la siccità); purtroppo, per altri (cfr il costo del gas)! – fa capolino sulle nostre montagne, ho l’occasione di scrivervi per darvi qualche comunicazione.

La prima notizia che desidero commentare, già arrivatavi attraverso i direttori, è quella relativa alla “partenza” dei salesiani consacrati da Ivrea. La presenza stabile degli sdb infatti si interromperà a fine novembre 2022. Colgo l’occasione allora per ringraziare di cuore in particolare don Dante Pietrobon, don Ferdinando Cargnin ed il Sig. Giorgio Pinaffo, insieme alla comunità di San Benigno, che in questi ultimi mesi hanno reso senz’altro più dolce il passaggio dalla gestione sdb alla gestione laicale dell’opera del “Cagliero”. Ringrazio anche don Sergio Saddi (rimasto ad Ivrea fino a qualche mese fa) e don Giuseppe Agagliati (attualmente a Casa Beltrami), che nello stesso periodo hanno comunque accompagnato con l’affetto e la preghiera le vicende della nostra opera di Ivrea. Mentre ognuno dei confratelli citati viene inviato ad una nuova comunità, l’opera di Ivrea si appresta a proseguire il proprio cammino ed il servizio ai ragazzi con la attuale conduzione laicale della direttrice Sig.ra Melisenda Mondini, conduzione felicemente sperimentata già da due anni abbondanti. Nel tempo a venire continuerà e si rafforzerà ulteriormente sia l’appartenenza del Cagliero all’Ispettoria, sia la vicinanza dell’Ispettoria al Cagliero; vicinanza che per i due anni trascorsi è stata realizzata anche grazie all’accompagnamento di don Giorgio Degiorgi; e che per i prossimi anni viene e verrà fatta sentire anche attraverso l’accompagnamento di don Alberto Goia.

Un seconda comunicazione che desidero darvi riguarda il fatto che a cavallo tra il mese di settembre e quello di ottobre a Valdocco si sono svolti due importanti convegni: uno mondiale, Il Congresso internazionale delle opere e dei servizi sociali salesiani; l’altro di Regione Mediterranea, il Seminario vocazionale dal titolo Se ho fatto qualcosa di bene lo devo a Don Cafasso, sull’accompagnamento personale dei giovani dai 18 ai 30 anni. Sono stati entrambi occasioni davvero preziose di conoscenza e confronto, nelle quali provare ad alzare la testa con più decisione e guardare negli occhi il futuro. Dico questo non soltanto per suggerire di andare a curiosare nel materiale proposto, ma per ricordare che il mettere insieme le forze, i cuori, le menti, le buone prassi; il tenersi collegati, il camminare insieme, oltre ad essere un modo di fare sommamente furbo, è un modo di fare profondamente evangelico, sinodale; ed è un modo di fare molto salesiano, perché non fa altro che allargare la modalità comunionale della singola CEP alla Regione Mediterranea e/o al mondo intero. Chi pensa che sia meglio camminare da soli, senza confrontarsi con gli altri, compie un grave errore nel metodo e nel merito. Si priva della possibilità di aprire nuovi orizzonti dentro ed attorno a sé, e sceglie di non seguire la logica del Corpo di Cristo.

Una terza notizia che desidero darvi riguarda la Lituania. Nei giorni scorsi, dal 1° al 4 novembre, ho avuto la possibilità di visitare le nostre due comunità lituane: quella di Vilnius, già “stagionata”, e quella di Telsiai, in via di costruzione. Approfitto per confermare e rilanciare la proposta avanzata dai confratelli della Lituania di accogliere altri confratelli dall’Italia per qualche giorno di visita, volta a conoscere la bella terra lituana e la missione salesiana che in tale terra i confratelli svolgono. Approfitto anche per chiedere una preghiera per don Mykolas Petravicius, confratello lituano di 86 anni appartenente alla comunità di Vilnius, che in questo momento è ricoverato in ospedale.

Vi comunico poi che il 5 novembre ho partecipato al Curatorium di Nave, nel quale è stato avviato il discernimento relativo alle case di post-noviziato presenti in Europa, ed in particolare a quelle presenti nella Regione Mediterranea: Granada, Nave, Roma-San Tarcisio. È molto probabile che, prima del termine di questo anno sociale, il Rettor Maggiore ed il suo Consiglio, dopo aver ricevuto i pareri dei diversi Curatoria e delle ispettorie interessate, indicheranno come riorganizzare e dove realizzare il prezioso tempo di formazione offerto ai giovani postnovizi.

Un ultima riflessione la traggo dal fatto che dal 7 all’11 novembre ho partecipato alla 62° Assemblea Nazionale della CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori), che raduna tutti i “provinciali” degli Istituti religiosi e delle Società di Vita Apostolica (o i loro delegati, se il provinciale non risiede in Italia), nonché i Superiori generali i cui Istituti in Italia non sono divisi in province. Il tema dell’Assemblea, che si è svolta a San Marino, è stato il seguente: La Vita Religiosa, sinodale per vocazione, lavora, amministra, dona. L’assemblea ha rieletto per la terza volta di seguito come suo presidente Padre Luigi Gaetani, carmelitano; ed ha anche chiesto all’unanimità la revisione di Statuti e Regolamenti che, pur essendo del 2011, non si ritengono più adeguati oggi alle mutate e mutanti condizioni della Vita Consacrata in Italia. Proprio in ragione di tali “mutate e mutanti” condizioni è stata convocata per il 3 dicembre l’Assemblea regionale della CISM di Piemonte e Valle d’Aosta (che coinvolge i superiori provinciali o loro delegati presenti nelle due regioni); durante tale assemblea Don Beppe Roggia terrà una relazione dal titolo: Dove va oggi la Vita Consacrata?.

Scrivo questo sia per informarvi di quanto a livello nazionale e regionale “bolle in pentola” riguardo alla Vita Consacrata nel suo insieme, sia perché nel nostro ripensamento del POI non possiamo ignorare le trasformazioni in questione, che riguardano sia la società nella quale siamo immersi che la risposta profetica che siamo chiamati ad offrire per annunciare il Vangelo in questo nuovo contesto, ricco di difficoltà ma anche di nuove opportunità.

Carissimi/e, spero che le notizie e gli spunti di riflessione offerti siano stati utili. Mettiamo tutto nelle mani del Signore e affidiamoci anche all’intercessione di Sant’Artemide Zatti, che proprio il 13 novembre viene e verrà ricordato nella liturgia (anche se quest’anno la sua memoria è “superata” dalla domenica).

Con grande affetto in Don bosco,
Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

 

Valdocco: aperto il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani

Mercoledì 28 settembre al Teatro Grande Valdocco si è aperto il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani. Di seguito il resoconto delle prime giornate in un articolo pubblicato dal sito ANS.

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Si è aperto nel pomeriggio di mercoledì 28 settembre, nel cuore carismatico della Congregazione, a TorinoValdocco, il Congresso Internazionale delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani. All’interno del Teatro Grande Valdocco i circa 300 partecipanti, giunti in rappresentanza di tutte le Ispettorie e Visitatorie della Congregazione, insieme ad un selezionato gruppo di giovani, hanno potuto ascoltare il discorso introduttivo di don Miguel Ángel García, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile Salesiana e promotore del Congresso, e ricevere le prime indicazioni utili sullo svolgimento e la metodologia delle attività da parte di don Rafael Bejarano, Referente per le Opere Sociali all’interno del Settore della Pastorale Giovanile e coordinatore di quest’appuntamento.

Presenti sul palco al momento di apertura del Congresso c’erano anche il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, che per tutte le giornate dell’evento, fino al 2 ottobre, animerà un dialogo fraterno con i giovani; e don Leonardo Mancini, Superiore della Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta. Entrambi hanno offerto il loro caloroso benvenuto a tutti i presenti.

Le attività del Congresso sono entrate pienamente nel vivo al mattino di giovedì 29 settembre. Di buon mattino don Bejarano e il signor Javier Carabaño Rodriguez, specialista in comunicazione e identità e legato all’ambiente salesiano, hanno guidato congiuntamente una Lectio Divina a partire l’episodio della risurrezione del figlio della vedova di Nain. In questa prima tappa del loro percorso meditativo – che si completerà nelle prossime giornate – la riflessione ha evidenziato la differenza tra la comunità gioiosa dei discepoli che hanno Gesù come loro guida e la comunità di Nain che è triste per la prematura morte del giovane.

“L’immagine che ci viene proposta da questa scena ha molto da dire al nostro carisma salesiano – hanno sottolineato le due guide della Lectio Divina –. E continua a riprodursi giorno dopo giorno, l’incontro della vita che porta speranza e gioia con situazioni di disperazione e morte in ogni angolo della terra. La proposta salesiana del settore sociale è un segno di gioia e di vita che si confronta quotidianamente con i volti crudeli e tristi di tanti giovani colpiti da miseria, violenza, ignoranza e sfruttamento”.

Successivamente è stata offerta la conferenza centrale di questa giornata, a cura del card. Óscar Andrés Rodríguez Maradiaga, Arcivescovo metropolita di Tegucigalpa e Coordinatore del Consiglio dei Cardinali, già Presidente di Caritas Internationalis (2007-2015). Nel suo articolato intervento, intitolato “Attualità della Dottrina Sociale della Chiesa, sviluppo umano integrale e ruolo delle Opere e dei Servizi Sociali Salesiani” il cardinale salesiano ha esordito sottolineando, con alcune domande volutamente provocatorie, la perdurante attualità, anche oggi, di fronte alle sfide globali e alle enormi trasformazioni sociali in atto, della Dottrina Sociale cristiana.

Quindi, ha ribadito l’importanza di vivere una vita di fede coerente e unita tra contemplazione e nell’azione:

“La nostra condotta sociale è parte integrante della nostra sequela di Cristo”

ha asserito, subito prima di spendere alcune parole per mettere in guardia dalle ideologie che rischiano di compromettere l’esistenza e l’operato dei cristiani.

Successivamente il cardinale ha preso in esame in particolare il Magistero di Papa Francesco: dapprima ne ha rimarcato la centralità dei giovani come attori del cambiamento; poi ha spiegato il concetto di pace sociale, che si realizza quando si lotta contro le disuguaglianze e si favorisce l’armonia; e ha anche sottolineato l’intuizione del Papa sul tema dell’Ecologia Integrale

“che incorpora in maniera interdisciplinare i molteplici aspetti del problema: economici, culturali, sociali…”

Infine, ha illustrato capitolo per capitolo l’Enciclica Fratelli Tutti, definita dallo stesso Pontefice la sua “Enciclica Sociale”, nella quale Papa Francesco

“indica vie concrete per chi vuole costruire un mondo più giusto e fraterno nelle relazioni quotidiane, nella vita sociale, nella politica e nelle istituzioni”.

Dopo aver affrontato anche i vari problemi globali,

“che richiedono un’azione globale”-

i temi dei Diritti, delle migrazioni, della politica come servizio, della regolamentazione dei sistemi economici, della pace, della pena di morte, della libertà religiosa… – il salesiano honduregno ha concluso invitando a riprendere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio e gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, affermando che

“la Famiglia Salesiana ha qui un orizzonte molto ampio per le opere e i servizi sociali salesiani”.

La mattinata è proseguita poi con il forum dei giovani con il Rettor Maggiore, sul ruolo degli Exallievi salesiani nelle opere sociali, e l’avvio dei minicorsi inerenti al lavoro salesiano con i giovani più bisognosi: i partecipanti hanno potuto scegliere tra i seguenti argomenti, tutti guidati da autorevoli esperti:

  • Accompagnamento spirituale di giovani a rischio
  • Costruire il Programma Educativo Pastorale Salesiano delle opere sociali a partire dalla Parola di Dio, dal Magistero della Chiesa e dalla Tradizione salesiana
  • Diritti umani, sistema preventivo e modelli di intervento sociale
  • Significatività e sostenibilità del lavoro sociale: il quadro della pastorale giovanile in relazione ai sistemi di qualità e alla gestione integrata
  • Evangelizzazione e mobilità umana (migranti, rifugiati e sfollati)
  • Il contributo dell’identità cristiana e salesiana nella costruzione delle politiche pubbliche, nella partecipazione ai forum locali e internazionali e nella mobilità sociale
  • Misurare l’impatto sulle opere sociali
  • Volontariato e innovazione sociale
  • Gestione sociale: networking con le procure, partecipazione ad associazioni internazionali, raccolta fondi
  • Carisma salesiano: cooperazione allo sviluppo, animazione, advocacy politica, Obiettivi di Sviluppo, forum ONU e UE
  • Formazione professionale, occupabilità e relazioni interistituzionali
  • Tecnologie applicate all’intervento sociale

Nel pomeriggio i lavori proseguono divisi per gruppi con la condivisione delle diverse buone pratiche realizzate in tutto il mondo nei seguenti settori:

  • Giovani di strada e riabilitazione
  • Giovani in conflitto con la legge
  • Migranti e rifugiati
  • Servizi alternativi: Circo sociale
  • Ambienti popolari
  • Donne, famiglie, popolazioni indigene
  • Reti e sviluppo istituzionale
  • Interculturalità e conflitto
  • Cooperazione allo sviluppo

Per ulteriori informazioni, visitare il sito del congresso o la pagina Facebook del Settore per la Pastorale Giovanile.

Lettera dell’Ispettore – Settembre 2022

Si riporta di seguito la lettera dell’Ispettore del Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini per il mese di settembre 2022 in occasione dell’inizio dell’anno nella scuola e nei centri di formazione professionale (CFP).

Valdocco, 12 settembre 2022

A Direttori, Presidi, Docenti, Personale
delle Scuole Salesiane di Piemonte e Valle d’Aosta

e

A Direttori sdb, Direttori di Centro, Formatori e
Personale dei CFP di Piemonte e Valle d’Aosta

Eccoci di nuovo ai blocchi di partenza! Credo con una porzione di speranza in più, visto che almeno la pandemia sembra aver allentato la sua morsa. Certo, il mondo continua ad abbracciare il suo fardello di sofferenza: basti pensare alla guerra in Ucraina che tante conseguenze porta anche alla nostra vita quotidiana, per non parlare delle conseguenze che porta sul campo di battaglia, a tanta povera gente, soldati, famiglie… La speranza quest’anno è alimentata anche da una novità inattesa, che illumina il primo mese di scuola;

l’annuncio della canonizzazione del primo santo coadiutore salesiano, il Sig. Artemide Zatti: emiliano, emigrato in Argentina nel 1897 (a 17 anni) e lì diventato salesiano. Il 9 ottobre prossimo a Roma Papa Francesco, che da tempo ne apprezzava le virtù e ne invocava l’intercessione, lo canonizzerà. Un santo infermiere, che ha curato tanta gente in zona di missione, con dedizione totale, cercando di riconoscere ogni volta nelle persone ammalate la presenza del Signore.

Sorella, ha un vestito per un Gesù di 12 anni? Chiedeva alla suora addetta quando un ragazzo ammalato arrivava in ospedale. Oggi e nei giorni a seguire entrano o rientrano da noi tanti “Gesù” di età diverse. I più non hanno bisogno del vestito di stoffa; sono da “vestire” in altro modo: certamente di cultura e di professionalità, di vicinanza e di comprensione, di dialogo e di orientamento, di concretezza e di speranza nel futuro, di crescita nella capacità di amare e di fede nel Signore della Vita. In un certo senso nei nostri consigli di classe ci diciamo: Collega, hai/abbiamo un po’ di cultura per un Gesù di 10 anni? Hai/abbiamo un po’ di amorevolezza per un Gesù di 14 anni? Hai/abbiamo un po’ di fede per un Gesù di 18 anni? Il tema del “vestito” inteso come frutto di un percorso educativo non è nuovo nella tradizione salesiana. Quando Domenico Savio domanda a Don Bosco: Mi condurrà a Torino per studiare? Don Bosco gli risponde: Mi pare che in te ci sia una buona stoffa. Domenico replica: E a che cosa può servire questa stoffa? – A fare un bell’abito da regalare al Signore. Dirà Don Bosco. E Domenico concluderà: Dunque io sono la stoffa e lei sia il sarto. Dunque mi prenda con lei e farà un bell’abito per il Signore. Siamo chiamati a confezionare abiti educativi per i nostri Gesù.

Consapevoli di questa missione “sartoriale”, eccoci pronti ad accogliere i ragazzi. Alcuni li accogliamo più volentieri; con altri invece, facciamo più fatica, perché Gesù in loro sembra nascondersi davvero bene! Eppure tutti sono stati messi sulla nostra strada dalla Provvidenza per essere vestiti, formati, orientati, accompagnati, guidati, nel mare affascinante, ma anche talora tempestoso e certo misterioso della vita. Buon anno allora a tutti/e voi, e buon lavoro sartoriale, con questo stuolo di Gesù, uno diverso dall’altro, che si presentano davanti ai nostri occhi e che si intrufolano inevitabilmente nel nostro cuore.

Chiediamo a Maria Ausiliatrice e a Don Bosco, con il supporto di Artemide Zatti, di essere pronti a vestire, nel modo più adatto a ciascuno, i tanti Gesù che varcano anche quest’anno le porte delle nostre scuole e dei nostri CFP.

Con grande stima, affetto e riconoscenza,
Don Leonardo Mancini
Ispettore ICP

 

CNOS-FAP: giornata di inizio anno a Valdocco

Martedì 6 settembre circa 450 persone dai 13 centri CNOS-FAP del Piemonte si sono riversati nel Teatro Grande di Valdocco per l’assemblea annuale dell’Associazione.

 

 

Ad aprire la giornata il saluto dell’Ispettore don Leonardo Mancini, che ha parlato della necessità di lavorare in rete tra le varie scuole e della sostenibilità ambientale, ribadendo l’importanza della presenza educativa salesiana sul territorio.

Don Alberto Martelli, delle risorse umane, ha poi parlato delle persone che compongono il CNOS-FAP e della loro importanza, legata al cambiamento che ha come obiettivo migliorare e migliorarci guardando sempre al futuro, un concetto cardine del dna di Don Bosco e dei salesiani.

A seguire Fabrizio Berta, a carico della progettazione, ha parlato delle modifiche in programma nella formazione professionale in Piemonte, che aprirà le porte a nuovi soggetti, e dell’importanza di raccogliere questa sfida. Ha poi proseguito citando il modo in cui le soft skills, sempre più richieste dalle aziende, siano parte intrinseca della pedagogia salesiana che punta da sempre a trasmettere valori, esempi e modi di affrontare la vita ai ragazzi, e vadano perciò inserite a piene mani negli zainetti degli studenti.

A concludere gli interventi Carlo Vallero dell’area finanziaria, che ha parlato dell’importanza degli investimenti per continuare ad offrire un’offerta formativa e gli strumenti necessari per garantire alle persone una scelta.


Dopo gli interventi si è tenuta la premiazione dei dipindenti che hanno festeggiato il 25° anno all’interno dei centri, seguita dalla messa nella Basilica di Maria Ausiliatrice alle ore 12:00. A concludere la giornata il pranzo tutti insieme.

 

La notizia è stata riportata anche sul settimanale della Diocesi “La Voce e il Tempo” con un articolo a cura di Marina Lomunno:

Il Cnos-Fap riparte da Valdocco

 

«L’intelligenza nelle mani»

come la definiva don Bosco, ovvero la formazione professionale, riparte da Valdocco dov’è nata e si è diffusa in tutti i 5 continenti dove sono presenti i salesiani. Martedì 6 settembre, l’associazione Cnos-Fap (l’ente di formazione professionale dei salesiani) Regione Piemonte, dopo due anni di pausa forzata a causa del covid, ha iniziato ufficialmente l’anno formativo 2022-2023 nella Casa madre a Maria Ausiliatrice: 450 formatori delle 13 sedi presenti Piemonte che erogano corsi di formazione professionale, orientamento e accompagnamento al lavoro, si sono ritrovati a Torino Teatro Grande di Valdocco per confrontarsi, programmare e condividere le strategie per affrontare il futuro secondo la mission salesiana del

«Dare di più a chi ha avuto di meno».

E ripartire da Valdocco, dove opera il primo Centro di Formazione professionale e dove è nato, grazie a don Giovanni Bosco, il primo contratto di apprendistato, è un segno di continuità: la Torino dell’Ottocento con tanti ragazzi in difficoltà a progettare il proprio futuro ha molte analogie con il nostro tempo. Ha aperto l’incontro il presidente del Cnos regionale, don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta, che ha sottolineato l’importanza del dialogo e del confronto nei centri e tra i centri, sul valore della presenza salesiana quale strumento educativo e

«sulla priorità assoluta che hanno i giovani, in modo particolare quelli più fragili».

Don Alberto Martelli, direttore dell’area Risorse umane, ha evidenziato alcune parole chiave: cambiamento per migliorare e non rimanere fermi, strutturale nel sistema salesiano, e gli obiettivi del cambiamento,

«in particolar modo verso un modello di più grande corresponsabilità».

Fabrizio Berta, direttore regionale dell’area Progetti, ha illustrato come muterà la Formazione professionale nel prossimo futuro e Carlo Vallero, direttore regionale dell’area Finanza, dopo aver presentato la situazione economica delle sedi piemontesi ha evidenziato la centralità dei Servizi al lavoro e dell’orientamento offerti dal Cnos in una congiuntura di cambiamenti e di crisi occupazionale. La mattinata, prima della celebrazione della Messa in Basilica e del pranzo insieme, si è conclusa con la premiazione dei formatori che hanno raggiunto 25 anni di attività nel Cnos-Fap.