Il Centro di Fossano ha vissuto, in prima persona, il gemellaggio con la Siria, in due diverse occasioni: Venerdì 23 aprile e Martedì 27 aprile. Di seguito si riporta l’articolo pubblicato su “CNOS-FAP Fossano“.
Da alcuni anni, il Piemonte Salesiano ha stretto un rapporto di amicizia speciale, un vero e proprio gemellaggio, con la Siria Salesiana, ed in particolare con la casa di Aleppo (nel Nord del paese). Tale rapporto è reciproco: da una parte si è cercato e si cerca di sostenere una terra ancora martoriata da una guerra ormai decennale, dall’altra non possiamo dimenticare le immagini degli edifici di Aleppo, illuminati col Tricolore, nei primi giorni in cui l’epidemia di Covid-19 colpì il nostro Paese, lo scorso anno.
Nell’ultima settimana il Centro di Fossano ha avuto modo di vivere in prima persona questo gemellaggio, in due diverse occasioni.
Venerdì 23 aprile, alle 21, un nutrito gruppo di formatori ha incontrato via meet don Pier Jabloyan, ex direttore della casa di Aleppo (attualmente al Cairo, in Egitto), dove per tutti i dieci anni di guerra l’oratorio salesiano non ha mai chiuso le proprie porte.
Dopo un momento di preghiera insieme, abbiamo ascoltato la sua buonanotte, i suoi ricordi, i suoi tentativi di spiegazione (che ci ha riassunto nel proverbio africano: “Quando gli elefanti combattono è sempre l’erba a rimanere schiacciata…”).
Ci resteranno impresse le sue lacrime e la sua commozione nel ricordare la “normalità” che si respirava prima che la guerra scoppiasse. E ci resteranno impresse le sue parole piene di speranza:
“la pace non è solo assenza di guerra: la pace deve esistere prima di tutto dentro di noi, nonostante tutto. E questo lo abbiamo imparato, anche noi salesiani, dalla gioia dei ragazzi che abbiamo continuato ad accogliere, sempre più numerosi, nel nostro oratorio, tra i rumori dei proiettili e dei colpi di mortaio.”
Martedì 27 aprile, invece, le classi prime e seconde hanno avuto l’occasione di conoscere, in carne ed ossa, don Dani Gaurie, attuale incaricato dell’oratorio di Aleppo. Dopo aver dato a tutti il buongiorno in palestra, facendoci riflettere sul significato che ha la parola “perdono” per chi vive una guerra “dal di dentro”, durante la mattinata ha incontrato singolarmente le varie classi: ci ha ricordato dove si trova la Siria (un piccolo ripasso di geografia!), ci ha mostrato video e immagini della città e dell’oratorio e ha risposto a tutte le domande che gli abbiamo posto (tantissime, le più disparate!).
Non si è mai stancato di ripeterci che lui, gli altri salesiani e tutti i volontari della casa di Aleppo non hanno fatto altro che continuare a fare “le cose normali, che però durante la guerra diventano straordinarie”, perché “lo spirito salesiano è quello di testimoniare una vita gioiosa, sempre: anche quando tutto parla di dolore e di morte, noi siamo chiamati a celebrare la gioia della vita.”
Un ringraziamento a don Pier e a don Dani: faremo tesoro della vostra testimonianza e vi promettiamo di ricordare voi e le case salesiane della Siria nelle nostre preghiere.