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Salesiani Châtillon: AiuTIAMO Aleppo

Di seguito l’articolo a cura dei salesiani di Chatillon.

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L’Istituto Orfanotrofio Salesiano Don Bosco di Châtillon è gemellato con l’oratorio salesiano di Aleppo.

Alla conclusione del mese missionario i ragazzi dell’istituto hanno avuto la possibilità di sentire via Meet don Pier Jabloyan Sdb, il direttore dell’oratorio, il quale ha presentato la situazione ad Aleppo dopo la guerra e il terremoto che hanno messo in ginocchio il Paese negli ultimi anni.

I nostri allievi hanno rinnovato il loro impegno a favore di questo oratorio e si rimboccheranno le maniche per aiutare, anche in quest’anno scolastico, i ragazzi che lo frequentano.

CFP Vigliano Biellese: giornata del benessere “Un ricciolo per la Siria”

Dal CFP di Vigliano Biellese, il resoconto della giornata del benessere “Un ricciolo per la Siria” dello scorso 31 marzo 2023: una raccolta fondi per i terremotati in Siria. Di seguito i dettagli.
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“Ragazze cosa ne dite se mettiamo a disposizione tempo e competenze tecniche per fare del bene?”  “Cosa intende prof.?” “Intendo che potremmo organizzare una giornata del benessere per raccogliere dei fondi, ci state?” 
Così è iniziato tutto… alcune ragazze della 3a Operatore del Benessere – Acconciatura si sono lasciate coinvolgere e hanno preso parte alla giornata del benessere che è stata organizzata venerdì 31 marzo per raccogliere fondi a favore dei terremotati in Siria.
È stata una bella giornata e le ragazze hanno lavorato con professionalità e grazie alla generosità di molte persone siamo riusciti a raccogliere una bella somma da destinare ai salesiani di Aleppo.

Le ragazze hanno poi ricevuto un video-messaggio da don Pier Jabloyan, salesiano di Aleppo, per un saluto e per ringraziarle di quanto fatto.
 
“Il vostro aiuto è sicuramente prezioso ma lo è ancora di più questo slancio che si vedeva nel filmato e nelle foto che ho ricevuto mentre lavoravate per questa causa. Durante la guerra abbiamo vissuto tanti momenti difficili e io dicevo sempre che verranno giorni in cui ci dimenticheremo di coloro che hanno fatto del male ma impossibile sarà dimenticare coloro che ci hanno aiutato. Ecco il vostro “ricciolo per la Siria” darà vita a tanta gente.”
don Pier Jabloyan
Ancora una volta abbiamo avuto conferma che il BENE GENERA BENE e che i ragazzi se provocati a fare bene il bene… sanno starci! Con serietà e responsabilità.

CFP Fossano – Aleppo: filo diretto con la Siria

Il Centro di Fossano ha vissuto, in prima persona, il gemellaggio con la Siria, in due diverse occasioni: Venerdì 23 aprile e Martedì 27 aprile. Di seguito si riporta l’articolo pubblicato su “CNOS-FAP Fossano“.

Da alcuni anni, il Piemonte Salesiano ha stretto un rapporto di amicizia speciale, un vero e proprio gemellaggio, con la Siria Salesiana, ed in particolare con la casa di Aleppo (nel Nord del paese). Tale rapporto è reciproco: da una parte si è cercato e si cerca di sostenere una terra ancora martoriata da una guerra ormai decennale, dall’altra non possiamo dimenticare le immagini degli edifici di Aleppo, illuminati col Tricolore, nei primi giorni in cui l’epidemia di Covid-19 colpì il nostro Paese, lo scorso anno.

Nell’ultima settimana il Centro di Fossano ha avuto modo di vivere in prima persona questo gemellaggio, in due diverse occasioni.

Venerdì 23 aprile, alle 21, un nutrito gruppo di formatori ha incontrato via meet don Pier Jabloyan, ex direttore della casa di Aleppo (attualmente al Cairo, in Egitto), dove per tutti i dieci anni di guerra l’oratorio salesiano non ha mai chiuso le proprie porte.

Dopo un momento di preghiera insieme, abbiamo ascoltato la sua buonanotte, i suoi ricordi, i suoi tentativi di spiegazione (che ci ha riassunto nel proverbio africano: “Quando gli elefanti combattono è sempre l’erba a rimanere schiacciata…”).

Ci resteranno impresse le sue lacrime e la sua commozione nel ricordare la “normalità” che si respirava prima che la guerra scoppiasse. E ci resteranno impresse le sue parole piene di speranza:

“la pace non è solo assenza di guerra: la pace deve esistere prima di tutto dentro di noi, nonostante tutto. E questo lo abbiamo imparato, anche noi salesiani, dalla gioia dei ragazzi che abbiamo continuato ad accogliere, sempre più numerosi, nel nostro oratorio, tra i rumori dei proiettili e dei colpi di mortaio.”

Martedì 27 aprile, invece, le classi prime e seconde hanno avuto l’occasione di conoscere, in carne ed ossa, don Dani Gaurie, attuale incaricato dell’oratorio di Aleppo. Dopo aver dato a tutti il buongiorno in palestra, facendoci riflettere sul significato che ha la parola “perdono” per chi vive una guerra “dal di dentro”, durante la mattinata ha incontrato singolarmente le varie classi: ci ha ricordato dove si trova la Siria (un piccolo ripasso di geografia!), ci ha mostrato video e immagini della città e dell’oratorio e ha risposto a tutte le domande che gli abbiamo posto (tantissime, le più disparate!).

Non si è mai stancato di ripeterci che lui, gli altri salesiani e tutti i volontari della casa di Aleppo non hanno fatto altro che continuare a fare “le cose normali, che però durante la guerra diventano straordinarie”, perché “lo spirito salesiano è quello di testimoniare una vita gioiosa, sempre: anche quando tutto parla di dolore e di morte, noi siamo chiamati a celebrare la gioia della vita.”

Un ringraziamento a don Pier e a don Dani: faremo tesoro della vostra testimonianza e vi promettiamo di ricordare voi e le case salesiane della Siria nelle nostre preghiere.

Siria – Quando l’amore si accende nella forma di uno 0+

Dal sito dell’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Aleppo) – Dieci anni di guerra, una pandemia in corso, inflazione, disoccupazione… La Siria oggi è un Paese con una quantità innumerevole di seri problemi e pertanto in estrema difficoltà. Eppure, c’è ancora spazio per un raggio di speranza che riscalda i cuori e che fa immaginare un futuro più luminoso. Lo testimonia una bella storia di solidarietà che vede protagonista la giovane Pamela, una ragazza dell’oratorio salesiano di Aleppo.

Pamela è una studentessa al quinto anno della Facoltà di Medicina dell’Università di Aleppo. Poiché da circa due mesi manifestava diversi sintomi allarmanti, si è sottoposta a diverse analisi. E dai risultati i medici hanno valutato che le sue condizioni di salute richiedessero una grande fornitura di plasma sanguigno (una media di 13 sacche per sessione) e per diverse sessioni. Per capire l’urgenza e la gravità della situazione bisogna chiarire che una sacca di plasma è ottenuta da 7 sacche di sangue: questo spiega la grande e urgente necessità del maggior numero possibile di donatori per assicurare le quantità di plasma richieste.

Si sono quindi diffuse notizie e telefonate, dapprima ad Aleppo, e poi a livello di tutta la Siria per le donazioni. Attraverso le reti sociali e le condivisioni dei messaggi si è sviluppata una catena di appelli che esortavano a contattare e motivare il maggior numero possibile di donatori di sangue dal gruppo 0 positivo.

Il risultato è stato visibile nella mattinata del 21 marzo: alla porta della banca del sangue, moltissime persone, giovani e anziani, uomini e donne, alcuni che conoscono Pamela e altri no, musulmani e cristiani si sono riuniti, accorsi per esprimere il loro amore e la voglia di fare il bene. “E non sono andati via, finché la banca del Sangue non ha chiuso” racconta il salesiano aleppino don Pier Jabloyan.

“Vogliamo condividere questo fatto per dire che c’è sempre speranza, nonostante la brutalità della guerra e il pesante disagio economico che sta passando la Siria. Di fronte a una richiesta di aiuto, abbiamo trovato la solidarietà e la vicinanza tra i cittadini siriani, e oggi assistiamo a un amore sincero e una risposta senza pari per Pamela…” commenta con rinnovata speranza il salesiano.

I figli spirituali di Don Bosco, anche in questo caso, non sono stati a guardare: sia ad Aleppo, sia in Siria e in tutto il Medio Oriente, non hanno esitato a dare sostegno da vicino o da lontano a Pamela, incoraggiandola e sostenendola, e facendo pregare per lei.

La preghiera per l’Italia da parte dei giovani di Aleppo

I giovani universitari di Aleppo guidati da don Pier Jabloyan, direttore della Casa Salesiana di Aleppo, hanno realizzato un video di preghiera per mostrare la propria vicinanza all’Italia per questa situazione che sta vivendo a causa del COVID-19 e per riaffermare con forza il legame nato dal gemellaggio tra le case salesiane Aleppo e di Kafroun con l’Ispettoria Salesiana del Piemonte e Valle d’Aosta.

Esprimiamo la nostra vicinanza all’Italia e a tutti i Salesiani del Paese attraverso la preghiera

(don Pier Jabloyan)

Formazione congiunta SDB ed Educatori: “I giovani alla luce dello sguardo di don Bosco”

Nella giornata di ieri, lunedì 20 gennaio, si è svolto il secondo incontro dedicato al percorso di formazione congiunta tra salesiani ed educatori a Valdocco. La prima parte dell’incontro ha riguardato la relazione sul tema “I giovani alla luce dello sguardo di don Bosco” a cura di don Mario Fissore, Vicario parrocchiale presso la Chiesa Santi Pietro e Paolo, il quale ha esposto l’argomento partendo da ciò che Don Bosco racconta della sua giovinezza e adolescenza.

La comprensione di fede dei propri anni giovanili, l’esperienza pastorale nella Torino dell’Ottocento, l’approfondimento di operette di spiritualità giovanile hanno infatti portato in don Bosco a radicare  la certezza che i giovani godessero di una speciale predilezione da parte di Dio.

La seconda parte del percorso di formazione ha riguardato invece la testimonianza di don Pier Jabloyan, direttore della Casa Salesiana di Aleppo che si trova nella zona ovest della città.  Don Pier ha esposto in questo modo l’importante ruolo che ha avuto l’oratorio salesiano di Aleppo  nell’accogliere i giovani della città anche durante la situazione devastante della guerra che ha lasciato tracce indelebili nel tessuto cittadino che sta cercando di risollevarsi con coraggio  e tenacia:

Pensando che la guerra finisse da li a poco, avevamo deciso di chiudere l’Oratorio. Vedendo però che la situazione non cambiava, abbiamo voluto riprendere le attività con coraggio, aprendo le porte ai giovani.

Non abbiamo fatto cose straordinarie, ma cose normali, che durante una guerra diventano però straordinarie!

Per questo lo spirito di Don Bosco per noi che viviamo per la prima volta una guerra ha significato testimoniare una vita gioiosa.

Il prossimo appuntamento per la Formazione congiunta SDB ed Educatori è previsto per di Mercoledì 1° aprile sul tema “Educare come avventura di casa e di famiglia”.

Salesiani Vercelli: Festeggiamenti per Don Bosco 2020 con una importante testimonianza

Venerdì 17 gennaio, si è svolto il primo incontro del programma dei festeggiamenti della Famiglia Salesiana di Vercelli per Don Bosco 2020, durante la quale, don Vincenzo Marrone, iniziatore della presenza salesiana in Nigeria, e don Pier Jabloyan, direttore dell’opera salesiana di Aleppo, hanno testimoniato la loro missione, esortando i numerosi giovani testimoni presenti all’incontro, ad essere significativi nei propri ambienti di vita.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato in data odierna sul sito dei Salesiani di Vercelli.

DON BOSCO IN THE WORLD: primo degli appuntamenti in vista della festa cittadina in onore di don Bosco. Ospiti significativi: don Vincenzo Marrone, iniziatore della presenza salesiana in Nigeria, e don Pier Jabloyan, siriano, direttore dell’opera salesiana di Aleppo.

La serata è aperta dalle immagini di Abuja, Akure, Ibadan, Iju, Ondo che trasportano mente e fantasia nel cuore dell’Africa. Don Vincenzo puntualizza che, in quanto battezzati, siamo tutti inviati, come si è sentito inviato lui quando, nel 1982, è partito per la Nigeria con l’intenzione di portare don Bosco in quella terra. Esorta i numerosi giovani presenti ad essere significativi nei loro ambienti di vita. Esortazione ripresa da don Theophilus Ehioghilen, salesiano, uno dei primi bambini battezzati da don Vincenzo.

Don Pier esordisce presentando la situazione geopolitica della Siria e precisando che ogni analisi di quanto vi succede ha bisogno di essere fatta a tre livelli: economico, politico e religioso. Racconta l’attività dell’oratorio di Aleppo e dei suoi animatori: essenzialmente catechetica e di formazione religiosa, pur non mancando le consuete proposte sportive, ricreative ed espressive, tipiche di ogni oratorio salesiano. Non tralascia di descrivere i pericoli costanti e la mancanza dei beni essenziali per una vita dignitosa. Sollecitato dalle domande dei presenti, porta la sua testimonianza di fede e di speranza, pur non dimenticando che la guerra si è portata via anche diversi animatori dell’oratorio di Aleppo.

CNOS-FAP Valdocco: un gemellaggio con Aleppo

Incontro tra don Pier Jabloyan e i ragazzi del CNOS-FAP di Valdocco, per siglare il gemellaggio con l’oratorio Don Bosco di Aleppo.

Si riporta l’articolo pubblicato sul sito CNOS-FAP di Valdocco, redatto da Marco Gallo.

Un gemellaggio con Aleppo

Quante cose diamo per scontate, per il semplice fatto di averle sempre lì, a nostra disposizione? Quando premiamo un interruttore o apriamo il rubinetto, ci siamo mai chiesti se c’è elettricità o se uscirà l’acqua? Queste sono alcune riflessioni che ci ha lasciato don Pier Jabloyan, direttore dell’oratorio Don Bosco di Aleppo. In un Paese in guerra ormai da quasi sette anni, l’oratorio – con le sue molteplici attività – è un punto di riferimento e di speranza: il doposcuola, il catechismo, l’estate ragazzi, le squadre sportive, i gruppi… «cose normali in tempi non normali». Perché durante un conflitto anche il numero delle vittime diventa quasi “un’abitudine”. Vittime come un ragazzo, di 12 anni, ucciso da un colpo di mortaio mentre aspettava il bus. O come due fratelli con la loro mamma, a casa, colpiti per sempre da un razzo in quel luogo che – per eccellenza – dovrebbe dare sicurezza.

Nelle parole di don Pier il dolore e la sofferenza si uniscono ai miracoli e alla speranza di chi continua ogni giorno a fare il bene e a testimoniare quell’Amore più grande che spinge a dare la vita per gli altri: nell’accoglienza, nel gioco, nell’aiuto, nel trovare la forza di festeggiare ancora ogni piccola gioia quando tutto intorno parla di morte. Ed è proprio qui che si inserisce il gemellaggio che unisce Valdocco alla Siria.

Al termine di un anno di riflessione – attraverso momenti di gioco e di festa, di animazione e di ritiro – abbiamo deciso di vivere concretamente la proposta pastorale “Io sono una missione #perlavitadeglialtri”: la nostra vita può dunque realizzarsi pienamente solo con gli altri e per gli altri. Abbiamo quindi lanciato una sottoscrizione a premi, i cui i ricavati andranno interamente alla casa salesiana di Aleppo.

Un piccolo gesto se preso singolarmente, ma che può davvero fare la differenza. Perché – come ci ha detto don Pier – «Alla fine della guerra, coloro che hanno fatto del male verranno dimenticati. Ma tutti quelli che hanno fatto del bene ai ragazzi di Aleppo saranno ricordati per sempre».

(15 maggio 2019)

Testimonianza di don Pier Jabloyan (salesiano di Aleppo) – Istituto Agnelli

Don Pier Jabloyan, salesiano, in visita all’istituto Agnelli di Torino il 21 novembre scorso, è stato protagonista di un appassionato racconto relativo ai dolori e alle speranze della martoriata terra siriana oltre che al senso dell’opera di don Bosco in quel territorio.

La serata aperta al pubblico nel video prodotto dall’Istituto Agnelli

La testimonianza durante gli incontri con gli allievi

 

 

 

 

 

 

 

 

Intervista a don Pier Jabloyan – La Voce e il Tempo

“La Voce e il Tempo”, settimanale della Diocesi di Torino, presenta nel numero del 27 novembre 2016 una lunga intervista a don Pier Jabloyan, salesiano, in visita all’istituto Agnelli di Torino il 21 novembre scorso per raccontare i dolori e le speranze della sua terra, il senso dell’opera di don Bosco sotto le bombe.

Leggi l’articolo completo di Federica BELLO

 

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