La scuola ai tempi del Covid: la testimonianza del CFP di Fossano
Pubblichiamo un articolo de “La Fedeltà” dove si riporta l’organizzazione del CFP di Fossano per la gestione degli alunni in base alle disposizioni anti Covid-19.
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FOSSANO. Le disposizioni anti-contagio in vigore, con cui il Governo riferisce di voler prevenire una seconda ondata di Coronavirus, hanno modificato profondamente la vita quotidiana. E questa rivoluzione si osserva con evidenza nelle scuole, dov’è necessario “gestire”, all’interno di spazi generalmente non enormi, una quantità elevata di persone. “Scuole” abbiamo scritto, ma sarebbe più corretto scrivere “Scuole e pertinenze”: il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha firmato un’ordinanza con cui ha introdotto l’obbligo, dallo scorso lunedì, di indossare la mascherina anche all’aperto, “in tutte le aree pertinenziali delle scuole di ogni ordine e grado o antistanti ad esse, ad esempio parcheggi, giardini, piazzali e marciapiedi davanti agli ingressi e alle uscite degli istituti, nonché in tutti i luoghi di attesa, salita e discesa del trasporto pubblico scolastico”.
Il provvedimento di Cirio è intervenuto su una situazione che sollevava inevitabilmente delle perplessità. Mentre all’interno delle scuole si applicano norme molto rigide – e ciò richiede un impegno non trascurabile di insegnanti e personale Ata -, all’esterno si osservavano spesso capannelli di genitori e studenti, in attesa dell’entrata o subito dopo l’uscita, che non si curavano di distanziamenti e mascherine: peraltro scenari simili, di giovani ammassati senza dispositivi di protezione individuale, si sono osservati per tutta l’estate (“senza che ciò abbia provocato un’ecatombe”, fanno notare quanti denunciano presunti eccessi nelle misure di contenimento). Se per il controllo della movida il Governo sarebbe pronto a servirsi anche dell’Esercito, per quanto riguarda gli spazi esterni alla scuola c’è ora, in Piemonte, l’ordinanza del governatore albese.
Sulla vita nelle scuole al tempo del Covid, “la Fedeltà” ha raccolto una testimonianza locale. È quella del Cnos-Fap, che ci spiega come riesce a gestire la situazione. Al Cnos-Fap di Fossano l’alto numero di studenti che frequentano l’Istituto non ha spaventato il Cnos-Fap di Fossano. Al Centro di formazione professionale salesiana di via Verdi, guidato dal direttore don Bartolo Pirra, “si riesce a gestire la situazione com’era stato pianificato” , spiega la coordinatrice Cristina Calvo. Al mattino, l’accesso degli studenti alla struttura non avviene attraverso la portineria, dove lo spazio a disposizione – inevitabilmente limitato – farebbe emergere il rischio di assembramenti, ma attraverso il cancello, da cui si prosegue nel cortile. Qui ogni classe ha uno spazio ad essa dedicato, nel quale gli studenti attendono con la mascherina il proprio insegnante; quest’ultimo verifica che ragazze e ragazzi abbiano l’autocertificazione sulla misurazione della temperatura corporea (in caso contrario, sono a disposizione dei termoscanner) e visiona le giustificazioni per eventuali assenze ( “I controlli sono più rigidi: in caso di dubbio, si contattano le famiglie” ). In seguito, seguendo “percorsi diversi, pianificati”, si raggiungono aule e laboratori. Aule e laboratori che, essendo ampi, garantiscono il distanziamento sociale anche per classi numerose; l’insegnante, a sua volta, può rimuovere visiera e mascherina soltanto quando tiene lezione alla cattedra. Nel corso della mattinata sono previsti tre intervalli, ciascuno per un gruppo diverso di classi: con questa scelta il Cnos-Fap fa sì che ad ogni intervallo accedano in cortile non più di sette classi. Come in passato, chi ha il rientro pomeridiano mangia in struttura: i pasti vengono consumati nelle aule e nei laboratori, o in cortile quando il meteo lo consente. Qualche assembramento si formava all’esterno, lungo i portici di via Verdi dove si radunavano gli studenti in vista dell’ingresso. Ma ora, dice ancora Calvo, “un salesiano fa entrare nel cortile gli studenti”.