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Il quarto incontro di formazione sul nuovo Messale: lettura liturgica

Martedì 10 novembre si è tenuto il quarto incontro di formazione per i Confratelli SDB dedicato alla liturgia del Messale Romano che entrerà in vigore la prima domenica di Avvento (29 novembre 2020). Per questo quarto appuntamento, l’intervento è stato a cura di don Andrea Bozzolo. Di seguito il video:

Il terzo incontro di formazione sul nuovo Messale: lettura musicale

Martedì 03 novembre si è tenuto il terzo incontro di formazione per i Confratelli SDB dedicato alla lettura musicale del Messale Romano che entrerà in vigore la prima domenica di Avvento (29 novembre 2020). Per questo terzo appuntamento, l’intervento è stato a cura di don Maurizio Palazzo. Di seguito il video:

Incontro successivo:

  • Martedì 10 novembre: lettura liturgica (don Andrea Bozzolo)

Il secondo incontro di formazione sul nuovo Messale: lettura antropologica

Martedì 27 ottobre si è tenuto il secondo incontro di formazione per i Confratelli SDB dedicato alla lettura antropologia del Messale Romano che entrerà in vigore la prima domenica di Avvento (29 novembre 2020). Per questo secondo appuntamento, l’intervento è stato a cura di don Cristian Besso. Di seguito il video:

Incontri successivi:

  • Martedì 3 novembre: lettura musicale (don Maurizio Palazzo)
  • Martedì 10 novembre: lettura liturgica (don Andrea Bozzolo)

Il primo incontro di formazione sul nuovo Messale: le novità

Martedì 20 ottobre si è tenuto il primo incontro di formazione per i Confratelli SDB dedicato alle novità del Messale Romano che entrerà in vigore la prima domenica di Avvento (29 novembre 2020). Per questo primo appuntamento, l’intervento è stato a cura di don Cristian Besso. Di seguito il video:

Incontri successivi:

  • Martedì 27: lettura antropologica (don Cristian Besso)
  • Martedì 3 novembre: lettura musicale (don Maurizio Palazzo)
  • Martedì 10 novembre: lettura liturgica (don Andrea Bozzolo)

Formazione sul nuovo Messale per i confratelli

Arriva il nuovo Messale Romano. La prima copia è stata presentata il 28 agosto a Papa Francesco dal cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, che ha ricordato l’impegno di tanti nel migliorare il testo sotto il profilo teologico, pastorale e stilistico.

I vescovi di Piemonte e Valle d’Aosta hanno stabilito che, per le loro diocesi, l’uso della terza edizione del Messale Romano entri in vigore la prima domenica di Avvento il 29 novembre 2020.

Per i confratelli SDB dell’Ispettoria ICP è previsto un ciclo di incontri di formazione per conoscere al meglio le novità del nuovo Messale.

Il 1° incontro di formazione per i Confratelli SDB si terrà questa sera, martedì 20 ottobre 2020 alle ore 18.00 a Valdocco presso la Sala Sangalli, a cura di don Cristian Besso.

Incontri successivi:

  • Martedì 27: lettura antropologica (don Cristian Besso)
  • Martedì 3 novembre: lettura musicale (don Maurizio Palazzo)
  • Martedì 10 novembre: lettura liturgica (don Andrea Bozzolo)

Nuovo messale, intervista a suor Elena Massimi che ha curato la parte musicale

Pubblichiamo un articolo nel quale suor Elena Massimi, FMA, spiega la parte musicale del nuovo Messale, che lei ha curato.

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Qualcuno potrà stupirsi quando, aprendo la nuova edizione in italiano del Messale Romano, si troverà davanti il pentagramma che accompagna le parole pronunciate dal sacerdote o dai fedeli. Non in tutte le parti del rinnovato libro liturgico lo si incontra, ma in più punti sì. Ad esempio nel saluto iniziale. Uno spartito indica la melodia che il celebrante può intonare allargando le braccia: «La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi»; e un’altra battuta segnala come l’assemblea possa rispondere cantando: «E con il tuo spirito». È ben più “musicale” il nuovo Messale che sta per arrivare nelle parrocchie della Penisola. Perché, come si legge nella Presentazione della Cei, «il canto non è un mero elemento ornamentale ma parte necessaria e integrante della liturgia solenne». Per la prima volta le partiture entrano a pieno titolo nel corpo del testo e non finiscono in appendice come era accaduto nel Messale ancora in uso, quello datato 1983. Non solo. Aumentano i brani proposti. E si torna a privilegiare le formule ispirate al gregoriano evitando che il libro dell’Eucaristia diventi un luogo di sperimentazione. «Il canto apre al mistero e contribuisce alla manifestazione del Signore. Per questo è stato particolarmente valorizzato in questa nuova edizione», spiega suor Elena Massimi, che ha coordinato e curato il lavoro relativo alle melodie del Messale.

Figlia di Maria Ausiliatrice, un passato da musicista, collaboratrice dell’Ufficio liturgico nazionale, è docente di teologia sacramentaria alla Pontificia Facoltà di scienze dell’educazione “Auxilium” di Roma. C’era anche lei lo scorso 28 agosto all’udienza in Vaticano durante la quale la prima copia del Messale è stata consegnata a papa Francesco da una delegazione della Cei guidata dal cardinale Gualtiero Bassetti. Per due anni la religiosa è stata alle prese con gli spartiti che poi sono entrati nel volume. Affiancata da un’équipe di dieci esperti: sacerdoti e laici, monaci e consacrate, studiosi e compositori.

Nel nuovo Messale sono state inserite le melodie per il segno della croce, per il saluto, per i primi prefazi dei diversi Tempi e solennità (Avvento, Natale, Epifania, Quaresima, Pasqua, Ascensione e domeniche del Tempo ordinario). Ancora. Troviamo musicati i testi dell’anamnesi (“Annunziamo la tua morte Signore…”), della dossologia finale della Preghiera eucaristica (“Per Cristo, con Cristo, in Cristo…”), del Padre Nostro, dell’acclamazione “Tuo è il regno…”, della pace (“Scambiatevi il dono della pace”), del saluto finale, della benedizione e del congedo (“Andate in pace”; “Rendiamo grazie a Dio”). «Così viene evidenziata l’importanza del canto, a cominciare da quello del sacerdote che negli anni è stato trascurato – afferma la liturgista –. Intendiamo ridare ad alcune sezioni della Messa la dignità che è loro più propria, ossia quella di essere cantate. Pensiamo ai prefazi: è un testo lirico, poetico; se non viene cantato si attenua la sua forza».

Le melodie presenti fra le pagine del volume sono quelle dal «tono semplice d’ispirazione gregoriana: il tono di Do per i riti d’introduzione e di conclusione; il tono di Re per la liturgia eucaristica», chiarisce la docente. E aggiunge: «Erano già presenti nel Messale del 1983 ma venivano proposte come seconda opzione, mentre la prima era quella di nuova composizione». Quest’ultime, però, non hanno attecchito. Come ha mostrato l’analisi della prassi liturgica che è stata utilizzata per scegliere quali musiche privilegiare, quali salvare e quali accantonare. «Negli ultimi quarant’anni la Chiesa italiana ha recepito soprattutto le melodie di stampo gregoriano che sono ormai entrate nella mente e nell’orecchio di presbiteri e fedeli e che vengono intonate senza difficoltà durante i riti», riferisce la docente. Partiture che sono state, quindi, riprese e riadattate ai nuovi testi. Com’è il caso del Padre Nostro che cambia con l’aggiunta di un “anche” («come anche noi li rimettiamo») e con la nuova espressione «non abbandonarci alla tentazione». Racconta suor Massimi: «Fra le mani abbiamo avuto diversi adattamenti della melodia alla preghiera rivista. Alla fine ne abbiamo scelti tre e li abbiamo testati in alcune parrocchie, case di spiritualità, Seminari del Nord, del Centro e del Sud Italia. La versione confluita nel Messale è quella risultata più “naturale” alle assemblee».

Il pentagramma va a braccetto anche con alcuni testi del Triduo pasquale o di altre celebrazioni di particolare significato, come la Messa del Crisma o la Pentecoste.

La musica accompagna, ad esempio, il prefazio del Giovedì Santo oppure il prefazio e il congedo della Veglia e della Domenica di Pasqua. «Tutto ciò per ribadire la centralità del Triduo all’interno dell’Anno liturgico», dice suor Elena. Il Messale si conclude con un’appendice musicale più ampia rispetto all’edizione precedente dove sono state spostate le nuove composizioni del 1983 che sono convalidate dall’esperienza di questi decenni e dove, fra l’altro, sono state inserite anche le melodie in tono solenne per alcune parti della Messa.

Però, all’appello mancano altri “elementi” della celebrazione che la musica ha sempre scandito ma di cui il nuovo Messale non prevede melodie ad hoc: il Kyrie; il Gloria; il Santo. «È stata una scelta deliberata – nota la docente –. Nella Penisola le parrocchie conoscono una rilevante diversificazione musicale fra Nord e Sud. Pertanto non abbiamo inteso indicare melodie standard ma desideriamo lasciare le comunità libere di trarle dal repertorio locale». E per i canti d’ingresso, d’offertorio e di comunione? «Vale il Repertorio nazionale varato dalla Cei nel 2007», suggerisce la religiosa.

Certo, lo stesso Messale ricorda che i brani devono essere «adatti al momento e al carattere del giorno o del Tempo», che devono essere adeguati «alle capacità dell’assemblea», che va privilegiato l’organo a canne anche se il vescovo può consentire l’impiego di altri strumenti adeguati «all’uso sacro». Insomma si sentirà più canto a Messa? «Il Messale – conclude suor Massimi – offre una vasta gamma di possibilità. Faccio fatica a immaginare un’intera liturgia feriale cantata. Tuttavia, sarebbe bene che nelle Messe festive venisse cantato almeno il “Mistero della fede” o la dossologia. E a Natale il prefazio, anche per sottolineare lo specifico rilievo della celebrazione».