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Intervista al Direttore del Liceo Valsalice

Sulle pagine web de ‘Il Salice‘ viene pubblicata un’intervista al Direttore del Liceo Valsalice, don Pier Majnetti, ricoverato in ospedale da un mese, che ha deciso di parlare del futuro e degli obiettivi da raggiungere.

Di seguito il testo integrale dell’intervista:

Vogliamo aprire il 2021 con un’intervista a cuore aperto con il Direttore per parlare di questo anno appena trascorso, segnato dall’epidemia. Un covid che ha colpito anche Valsalice in tutte le sue componenti e che non ha risparmiato lo stesso don Pier, ricoverato per un mese in ospedale. Con però ora un unico obiettivo: ripartire.

Allora Direttore, come sta?

Tutto bene, mi sono finalmente ricongiunto alla mia famiglia dopo l’ultimo intenso periodo.

Cominciamo con qualche considerazione generale sul 2020

La fragilità in cui improvvisamente ci siamo ritrovati immersi ci ha portati alla consapevolezza che siamo ben piccola cosa se anche qualcosa di invisibile come questo virus ha messo in ginocchio l’umanità intera.

Quale può essere un messaggio positivo che si può trarre da tutto quello che è successo quest’anno?

La consapevolezza che ciò che di più prezioso abbiamo non sono le cose, gli eventi, gli hobby o i divertimenti ma le persone che abbiamo al nostro fianco.

Cosa succederà in futuro?

Presto o tardi torneremo a stare insieme come prima ma spero sinceramente con il desiderio di essere più belli per chi abbiamo a fianco, più autentici e delicati. Non c’è nulla di più prezioso nella vita, nemmeno il benessere materiale, se ci sono l’amore e l’amicizia, beni preziosissimi.

Dal punto di vista cristiano?

Per i credenti una prospettiva positiva per il 2021 è che Dio c’è, ci vuol bene e condivide le sorti dell’umanità. Ho sperimentato la sua vicinanza non solo quando le cose van bene (con il pericolo di dimenticarsi di Lui e di ringraziarlo dando tutto per scontato) ma anche quando tutto va male e invochiamo il Suo aiuto. Lui in ogni caso condivide le nostre sorti anche in questo momento così faticoso.

Una speranza per il 2021?

Il 2021 nasce dalla consapevolezza che abbiamo il Signore Gesù al nostro fianco.

Abbiamo tutti sperimentato una solitudine forzata quest’anno

La solitudine non è solo tua ma anche delle persone che ti vogliono bene e che non possono fare nulla se non aspettare una telefonata che tra l’altro può andare in una direzione o nell’altra.

Come ha vissuto la solitudine di questo 2020?

Ho cercato di imparare, vedere Valsalice vuota dei suoi ragazzi è stata ed è ancora durissima da sopportare. Presto o tardi finirà, siamo stati costretti e abbiamo sperimentato quanto la solitidune sia dura e tragica; sarebbe interessante imparare a non crearla attorno a noi né con atteggiamenti che distruggono le altrui personalità né facendo terra bruciata con orgoglio e arroganza perché da soli si soffre veramente.

Dare più importanza ai piccoli gesti, alle piccole cose, ad essere più gentili?

Questo è un bell’augurio. Parte dell’umanità lo sta già facendo, molti invece si dimenticheranno in fretta perché l’arroganza non sparirà.

Siamo mai veramente soli?

Nessuno è mai così solo da essere poi privo dell’amore di Dio; l’unico problema è che il cuore deve essere aperto ad accoglierlo altrimenti vede solo solitudine.

Cosa si porta dietro da questa esperienza?

Dalla mia esperienza di malato grave mi porto il fatto che sono tornato a casa e a vivere. Dei miei compagni di stanza tre sono morti, li ho visti morire.

Cosa hanno pensato di lei?

Qualcuno mi ha dato del miracolato perché Gesù ha ascoltato le preghiere mie e per me. Ma anche per gli altri hanno pregato con la stessa intensità. Ricordiamo che non è la quantità che conta. Alla morte di Luigi, il mio primo compagno di stanza, il figlio alle 10 di sera era nel parcheggio dell’ospedale che camminava avanti e indietro con la corona del rosario in mano.

Molti hanno sentito l’assenza di Dio anziché la sua vicinanza in questo periodo?

Non so come ragiona Dio, credo che qualcuno nella disperazione abbia sentito una Sua apparente assenza. In realtà il credente crede che Lui sia comunque la risposta alla preghiera. Io ho chiesto al Signore di aprire una porta tra due: o quella del Paradiso o quella di Valsalice.

Per molti i malati sono solo numeri sulla carta e non volti, ma quali sono i loro desideri?

Adesso rispetto a prima ho dei volti davanti e so che il primo desiderio che accomuna tutti è quello di uscire quanto prima dall’ospedale. Il mio era di uscir guarito, in realtà. L’altro desiderio è quello di non soffrire. Oltre ovviamente a voler rivedere le persone care.

Per quanto riguarda il personale ospedaliero?

I volti che rivedo di più, gli occhi in realtà poiché somigliavano ad astronauti così bardati, sono proprio i loro, gli O.S.S. (operatore socio sanitario) in particolare poiché in quella solitudine sono loro che cercavano in ogni modo di riempire quella sensazione di vuoto. Dei veri e propri angeli: rivedo i loro occhi e ricordo gli incoraggiamenti e le battute. Senza dimenticare ovviamente i medici e gli infermieri. Si è stretto un bel rapporto con me che avrei potuto attaccar bottone anche con le flebo. Abbiamo anche fatto dei selfie.

Quest’ultimo anno l’ha cambiata?

Il desiderio adesso è quello di avere ancora più cura delle persone che ho accanto e che mi sono affidate. Poi vi è il desiderio ancora più ardente di essere più Salesiano in mezzo ai ragazzi. Vorrei spendere ancora di più la mia vita totalmente per voi ragazzi. Questo mi ha dato la spinta per cercare di essere ciò che fu don Bosco ai suoi tempi.

Il 2020 ci ha fatto diffidare gli uni degli altri e ci ha fatti allontanare?

Quando incontri una persona istintivamente ti viene voglia di andare dall’altra parte della strada. Mi sono detto che non scappiamo dalla persona ma da un potenziale contagio. Questo diventa un comportamento di salvaguardia per noi e per gli altri: allontanandoci fisicamente ci avviciniamo ancora di più.

Prospettive future di Valsalice?

Sono meravigliose! Saremo pieni di ragazzi! Abbiamo raggiunto nelle iscrizioni il massimo di ciò che può contenere Valsalice. Non ci sta più nessuno! Stiamo terminando di mettere a posto l’ultima aula nell’ex WebRadio. Saranno 30 classi di liceo e 9 di medie.

Due parole sulla DAD?

La Dad non è scuola, che è invece fatta di relazione e vicinanza con compagni e professori. Detto ciò, meno male che c’è perché ha permesso di mantenere quel sottile filo rosso che continua a unirci ad una parvenza di normalità permettendo di continuare a livello didattico. È uno strumento e come tale va usato né osannato né vituperato.

Ha già ricominciato a fare scuola?

Ho fatto un’ora in tutte le classi del liceo prima delle vacanze, mentre le terze medie le ho incontrate con i loro genitori. Quando torneremo si farà religione cercando di recuperare quanto si è perso.

Una parola per descrivere la vita?

“La vita è una cosa meravigliosa” e io preferisco vederla così, come un dono meraviglioso di Dio. Nessuno di noi ha scelto di nascere, siamo un dono, ci siamo ritrovati a vivere. Dopo aver visto la morte in faccia mi rendo conto di quanto dovremmo essere più felici di quello che siamo proprio perché siamo in vita. Vita che però senza i legami, con Dio e tra noi, per quanto dono meraviglioso non ha senso.

Una parola per la morte?

Una porta, che grazie a Dio si spalanca su una vita ancora più bella, la vita eterna. L’uomo è l’essere per la vita e non l’essere per il nulla come sostenevano i filosofi nichilisti.

Dal punto di vista cristiano?

Questo è il motivo per non perdere mai la speranza. La vita eterna. Il cristiano non può essere disperato, ossia senza speranza, perché comunque dopo la morte c’è la vita.

Cosa possono fare ora i giovani?

Potrebbero smettere di essere narcisisti e salvaguardarsi per apparire come vorrebbero gli altri. Scendere dal divano e andare incontro a chi è più in difficoltà. Non possiamo abbellirci davanti allo specchio e dimenticarci di chi soffre. Inoltre potrebbero tornare ad un impegno socio-politico per cercare di cambiare quello che è il volto delle nostre città, prendendosi cura del bene comune.

Un consiglio per tutti?

Dovremmo fare di tutto per essere delle belle persone per gli altri, questo genera allegria e l’allegria a sua volta genera ottimismo. Perché in fondo la ricchezza più grande siamo noi stessi per gli altri.

La scienza?

L’umanità vincerà, grazie all’intervento della scienza, la comunità scientifica internazionale che si è battuta insieme per trovare il rimedio a questo virus. Spero che questo ci insegni che la scienza al servizio dell’umanità è una cosa meravigliosa.

In una parola il 2020?

Tremendo.

Il 2021?

Speranza.

Francesca Battaglia

Secondo incontro del percorso Community Lab – Torino Rebaudengo

Scoccata l’ora dell’incontro, si è radunato il gruppo formato dalle stesse persone del primo appuntamento, così da permettere di dare una buona continuità alla riflessione.

L’incontro, molto ben congegnato dall’equipe animatrice, si è svolto provocando uno scambio di comprensioni sull’agire educativo suscitato dalla visione di alcuni spezzoni di film sui quali era chiesto da parte dei partecipanti, una reazione sintetizzata in pochissime parole. La spiegazione di questi termini ha dato modo di far emergere la dimensione provocatoria e di prospettiva dell’azione educativa, la dimensione interpersonale, l’aspetto di testimonianza, ma anche l’aspetto auto educativo da parte dei giovani.

La figura dell’educatore è emersa nei vari aspetti che può assumere come persona di confidenza e come ruolo distaccato che stimola alla crescita per il rispetto che incute. Abilità dell’educatore sapere, come un artista, quale ruolo giocare in un determinato momento e con una determinata persona. Essendo fondamentali ambedue i ruoli, emerge necessità che l’agire educativo non può essere solitario ma deve essere comunitario per permettere l’integrazione dei ruoli e consentire la realizzazione di un ambiente ricco di stimoli, esempi, testimonianze, richiami e provocazioni.

L’agire educativo deve essere comunitario, perché la comunità è lo spazio in cui viviamo, è ciò di cui siamo intessuti, ciò per cui ci spendiamo, ciò che ci descrive e contiene. Questo va evidenziato portato alla coscienza del giovane che così lo può elaborare con la sua novità e dare il proprio contributo.

Terminato il percorso ci si è dati appuntamento al 21 di gennaio per il terzo incontro con un altro esercizio di scrittura individuale:

“Un episodio per te significativo in cui ritieni di aver educato qualcuno..”.

Primo incontro del percorso Community Lab – Torino Rebaudengo

Dopo gli incontri di formazione e preparazione, è iniziato anche al Rebaudengo il cammino dall’azione 6 del progetto Labs to Learn. Di seguito il report di don Gigi Cerruti, responsabile dell’Oratorio del Rebaudengo.

Il primo incontro del COmmunity Lab nel nostro centro è nato dopo una riunione propedeutica tra il referente per il Rebaudengo, il personale di GO, il personale di Diskolè e quello dell’oratorio fatta per indirizzare il cammino. In tale riunione vista la conformazione della casa fatta da ben 7 ambienti pastorali la maggior parte dei quali non riconducibili a questo progetto, e visto il conseguente percorso già avviato per la scrittura del PEPS, si era richiesto di volgere l’attenzione di questa azione a rinforzare una alleanza territoriale tra scuole statali presenti sul territorio e casa salesiana, che è già in corso d’opera e che avrebbe potuto portare un bel frutto di collaborazione e condivisione di intenti data la situazione che si sta vivendo. Ciò non è stato possibile per scelta dei coordinatori.

Si è dato quindi corso a questo cammino che vede coinvolta l’equipe educativa dell’oratorio (formata dal suo incaricato, dalla suora FMA, dagli educatori e dai ragazzi del servizio civile), il direttore della casa e il direttore del CFP, la referente del CFP per il progetto, la referente dell’aspetto amministrativo, a queste persone si è aggiunta una animatrice come rappresentante del mondo dei gruppi formativi. Il direttore della casa ha preso la parola presentando i vari partecipanti, dopodichè si sono presentate le operatrici Generazione Oratori che hanno introdotto il lavoro presentando il cammino in via di realizzazione. Si è quindi passati alla attivazione dei partecipanti i quali hanno raccontato chi sono e il contesto di riferimento in cui operano visto dal loro punto di vista elencando, a partire da uno stimolo, delle parole che descrivessero il proprio operato:

GIOIA – VICINANZA – INCLUSIONE – RICERCA – ASCOLTO – TENACIA – VICINANZA – PENSIERO – CONDIVISIONE – VUOTO – RISVEGLIO

Il successivo scambio ha evidenziato la necessità e l’importanza di lavorare insieme sottolineando la positiva del cammino che è già in atto. Si è poi proceduto a scegliere la data del secondo incontro individuata in mercoledì 17 dicembre 2020 lasciandoci con un compito “a casa”: descrivi per scritto e brevemente, un episodio per te significativo in cui ritieni di essere stato educato da qualcuno..

 Scuola Salesiana di Lombriasco: il progetto Apicoltura

Il progetto “ApiCultura” alla Scuola Salesiana di Lombriasco è stato ideato da Net4Grow, coordinato da Daniel Ormeno, in collaborazione con tecnici e professionisti del settore. Il corso ha preso forma con grande successo lo scorso 17 di novembre in collaborazione con l’Ente di settore Agripiemonte Miele di Torino. Un secondo step sarà dedicato all’allestimento di un’area sperimentale denominata “prato fiorito” che, insieme al posizionamento delle arnie, andranno a completare il percorso di presa di coscienza dei nuovi sistemi di coltura “naturali” rispettando la terra, l’eco-sistema, la salvaguardia della specie e la salute dell’uomo.

Lo step finale è di creare una rete tra professionisti del settore, tecnici e studenti delle Scuole Agrarie Salesiane nel mondo, per generare scambi di esperienze di tipo tecnico-formative sulle api e sull’ambiente e favorire l’alternanza scuola lavoro per l’esperienza pratica in diversi paesi.

>>> Leggi tutto l’articolo su ANS

La Scuola Salesiana di Bra al 54° Concorso Internazionale “Piccoli artisti del Natale”

Anche quest’anno alcuni allievi dell’Istituto Salesiano “San Domenico Savio” di Bra hanno partecipato con i lori disegni al 54° Concorso Internazionale “Piccoli artisti del Natale” promosso dai Padri Carmelitani del Santuario di Gesù Bambino” di Arenzano (Ge).

Per votare è necessaria la registrazione sul sito dei Piccoli Artisti. La votazione si può effettuare fino al 6 gennaio 2021.

Con i loro disegni e con quelli degli altri compagni vogliono augurare a tutti buone feste natalizie.

Don Bosco Châtillon: Carlo Vancheri tra i nuovi Maestri del Lavoro

Tra i nuovi Maestri del Lavoro della Valle d’Aosta per l’anno 2020 si trova Carlo Vancheri, vice preside e insegnate all’Istituto Salesiano Don Bosco di Châtillon. Di seguito l’articolo pubblicato su il Gazzettamatin di oggi.

L’onorificenza, che ha riguardato anche Renato Gontier (Iseco SpA) e Francesco Schimizzi (Associazione maestri di sci), è stata istituita nel 1967 ed è conferita dal Presidente della Repubblica per premiare “singoli meriti di perizia, laboriosità e buona condotta morale dei lavoratori dipendenti di imprese pubbliche o private“.

Salesiani Valsalice: Valsa non si ferma, anche in Dad

Le attività del Valsalice non si fermano grazie alla didattica a distanza. Di seguito tutte le iniziative messe in campo dalla Scuola Paritaria Salesiana di Valsalice.

(13 DICEMBRE 2020)

Valsa non si ferma, anche in Dad

Purtroppo la pandemia di questi mesi ci ha impedito di svolgere in presenza lezioni ed attività ma la continuità didattica e il percorso formativo della nostra scuola non si è interrotto. Memore del lavoro svolto in primavera e sorretto dagli attestati di stima e condivisione pervenuti, Valsalice ha continuato a “fare” scuola seppur in maniera non tradizionale. All’interno e fuori dall’orario scolastico in mod0 da permettere a tutti i ragazzi di completare il loro sapere anche attraverso altre occupazioni.

Tra le proposte

  • l’incontro con Patrizia Saccà, atleta paraolimpica di tennis tavolo all’interno di un percorso formativo nelle ore di Educazione Fisica;
  • l’incontro organizzato dall’area di Scienze per i quarti anni con la dot.ssa Guermani, il dott. Potenza e il dott. Giacardi sul tema dei trapianti e delle donazioni d’organo con intervento di una paziente trapiantata;
  • la partecipazione nell’ambito di Fisica dei quarti e quinti anni dello Scientifico all’International Cosmic day e  ad una Masterclass sul progetto Fermi;
  • un “Caffè letterario” aperto ad un gruppo di fidati “lettori” tra Biennio e Triennio in cui si discute di libri e di altre forme narrative;
  • la visione in streaming della commedia di Plauto “Epidicus” per tutto il liceo Classico e per i terzi anni dello Scientifico;
  • l’inizio del progetto di PCTO per due classi del terzo anno che vedrà la creazione di un ipertesto dantesco;
  • il termine della realizzazione del cortometraggio “L’eletto” della 3 classico A inserito all’interno del PCTO;
  • la ripresa dall’inizio di ottobre dell’attività del Salice con post quotidiani su Instagram e sul giornale online di contenuti giornalistici;
  • la ripresa degli incontri dell’MGS del Biennio e del Triennio;
  • lo svolgimento per le classi del terzo anno del Corso di salute e sicurezza per il PCTO;
  • la partecipazione della 3 sc B e 4 sc B all’incontro con il dott. Manfredi dell’AIRC nell’ambito del progetto “Incontri per la ricerca
  • lo sportello a distanza per allievi in difficoltà scolastica
  • gli incontri di orientamento per l’Università
  • la partecipazione di alcuni allievi a “Politicall

Non solo: in questi giorni stanno ripartendo molte attività extracurricolari che caratterizzano il nostro carisma e le iscrizioni sono state moltissime, a sottolineare la volontà di non perdere il legame, nonostante la distanza, con la scuola e con i compagni.

Sono in procinto di riprendere

I GRUPPI FORMATIVI E DI VOLONTARIATO con referenti don Mario e Donatella Da Rios

IL CORSO DI ORIENTAMENTO FILOSOFICO “STAY HUNGRY, STAY FOOLISH” (prof. Borrione)

IL CORSO DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA “SCIENTIFICAMENTE DIVULGANDO” (prof. Codebò, Garino, Melchionda)

LA WEB RADIO (prof. Montersino)

LA PALESTRA DI MATEMATICA (prof.ssa Micheletti)

IL CORSO DI PREPARAZIONE AI TEST UNIVERSITARI (prof. Varaldo)

Provaci ancora Sam: il Quaderno dell’orientamento in forma Digitale

Il quaderno dell’orientamento della Tutela integrata del progetto ‘Provaci ancora Sam’ sbarca sul digitale: un’area online sul sito AGS interamente dedicata alle schede dei docenti e degli allievi per ciascun modulo del progetto.

Il quaderno nasce e prende forma dal lavoro congiunto di professionisti ed è uno strumento di lavoro pensato per chi, all’interno del progetto, si occupa di sostenere i ragazzi nel loro percorso di orientamento verso la scuola superiore e la dimensione lavorativa. Il materiale che lo compone è tratto dal lavoro quotidiano degli educatori, degli orientatori e degli insegnanti che hanno voluto e creduto nell’importanza della fase orientativa al punto di dedicarvi un ‘tempo’ settimanale al pari delle materie curriculari. Un tempo dedicato alla relazione, alla riflessione, all’accompagnamento; dove il ‘saper fare’ acquista dignità al pari del ‘sapere’ per arrivare, con slancio, al ‘saper essere’.

Il Quaderno si articola in capitoli susseguenti disegnando un percorso che si snoda lungo l’annualità scolastica:

ACCOGLIENZA: nel primo capitolo l’attenzione è rivolta alla costituzione del gruppo classe: partendo dall’IO/VOI si arriva al NOI.
IO: nel secondo capitolo si lavora sulla dimensione personale del singolo attraverso attività di analisi, riflessione, consapevolezza delle proprie caratteristiche anche in relazione con l’esperienza scolastica e formativa.
IL LAVORO: il terzo capitolo approfondisce la dimensione del lavoro analizzandola nelle diverse angolazioni: i settori, le peculiarità delle diverse professioni, i ruoli e la definizione delle caratteristiche di questi, le testimonianze dei professionisti.
LA SCUOLA: il quarto capitolo vuole contribuire a fornire agli adulti che affiancano quotidianamente gli allievi, a quest’ultimi e alle loro famiglie le informazioni e gli strumenti necessari per una scelta scolastica consapevole.
LA SCELTA: il quinto capitolo si propone di portare l’attenzione dei ragazzi sugli elementi che formano indissolubilmente il processo decisionale che culmina con la definizione del progetto di vita individuale e la conseguente iscrizione alla scuola superiore.
LE VISITE ORIENTATIVE E L’ALTERNANZA SCUOLA-FORMAZIONE: Il sesto capitolo è dedicato alla dimensione del fare e della rielaborazione delle esperienze pratiche sperimentate in stretta collaborazione con alcune agenzie di formazione professionale.

Vi era la necessità e il bisogno di creare una storia sul tema dell’orientamento in merito al passaggio delicato che i ragazzi si trovano a dover affrontare dalle scuole medie alle scuole superiori – spiega Sonia Fenoglio, Orientatrice scolastica presso il Comune di Torino. Si tratta di ragazzi pluriripetenti che cadono nella dispersione scolastica. In questo modo, attraverso il progetto e l’utilizzo del Quaderno dell’Orientamento, vengono aiutati e sostenuti per conseguire il titolo di licenzia media. 

Lo strumento cartaceo è altamente flessibile e adattabile, con schede inserite in un quaderno ad anelli. In più, adesso, è disponibile in formato digitale, proprio per venire incontro alla situazione attuale e favorire la fruibilità del quaderno ai ragazzi e ai docenti.

É stato veramente un gran lavoro di squadra, ed è stato possibile soltanto grazie alla stretta collaborazione con i vari attori che hanno dimostrato di credere davvero nel progetto.

(Sonia Fenoglio, Orientatrice scolastica presso il Comune di Torino)

Open Night al Don Bosco Borgomanero 18 dicembre

Venerdì 18 dicembre, alle ore 21:00, al Don Bosco di Borgomanero ci sarà la Open Night in versione online in cui la Scuola Media ed i Licei si presenteranno.
L’evento sarà in diretta sul canale Youtube dell’Istituto e si svilupperà attraverso delle aule virtuali dedicate a ciascuno dei percorsi didattici. I link saranno disponibili da Giovedì 17 alle ore 12:00.

Saranno presenti il Direttore don Giuliano Palizzi, il Preside Giovani Campagnoli insieme ai Vicepresidi, ai docenti e agli animatori.

Di seguito la locandina dell’evento.

 

La didattica interdisciplinare del Don Bosco di Borgomanero

Nell’Istituto Don Bosco di Borgomanero si propone un approccio multidisciplinare nelle classi d’insegnamento. Gli insegnati di italiano, spagnolo e musica hanno proposto alle classi di prima media una serie di attività che coniugassero le varie discipline.

Di seguito il report degli alunni che raccontano l’autunno, una di queste attività, attraverso questo metodo interdisciplinare. Si ringrazia Federica Copetti per questo report.

Articolo di Federica Copetti

Un assaggio della didattica interdisciplinare del Don Bosco come strumento per ampliare lo sguardo sulla realtà.

Una delle caratteristiche della scuola media “Don Bosco” di Borgomanero è l’approccio interdisciplinare ai contenuti. Diversi argomenti e tematiche, infatti, vengono affrontati in parallelo dai docenti di più materie per aiutare gli alunni ad avere uno sguardo completo sulla realtà, al quale ogni disciplina contribuisce con le proprie sfaccettature.

Le prime medie, in particolare, nelle scorse settimane si sono dedicate all’osservazione dell’autunno grazie a diverse attività proposte dagli insegnanti di italiano, inglese, spagnolo e musica: lettura e analisi di poesie e testi descrittivi, ascolto di brani musicali di generi diversi e una visita al Parco di Villa Marazza per immergersi totalmente nello spettacolo dell’autunno e coglierne, grazie all’osservazione in silenzio, tanti aspetti nascosti e affascinanti.

Una delle attività proposte nelle ore di italiano è stata l’occasione per i ragazzi di provare a descrivere se stessi come se fossero alberi autunnali.

Ecco alcune delle produzioni scritte più originali.

L’albero che mi somiglia di più in autunno diventa color porpora e giallo, perché sono timida e solitamente allegra; le foglie sono sfumate dal porpora, al rosso, poi all’arancione e infine al giallo, perchè, quando sono arrabbiata, non ci vuole molto a farmi tornare felice; inoltre esse sono resistenti, perché sono coraggiosa e, quando il vento le tocca, fanno un bellissimo suono, perchè mi piace moltissimo suonare il violino. La corteccia del mio albero è come quella della quercia, perché non sono mai senza ferite o cicatrici che non

so come riesco a farmi; i rami si biforcano, perchè mi piace fare nuove amicizie e continuano a crescere e ad imparare e scoprire nuove cose.

(Rebecca, IA)

L’ albero che mi somiglia di più in autunno è secondo me l’ acero perchè io sono un tipo un po testardo e il colore rosso dell’acero mi ricorda me stesso. L’ autunno è la mia stagione preferita perché è piena di colori bellissimi: il rosso, il giallo, il marrone e l’arancione, anche se i colori sono tutti belli. L’ acero è l’albero che mi rappresenta perché ha dei rami molto forti e resistenti e ha tante foglie di un colore rosso vivo e acceso. Ho scelto l’ acero anche perchè ne ho uno a casa:. ogni mattina mi sveglio e guardo fuori dalla finestra della mia camera, lo vedo tutto solo e mi chiedo quanto tempo ci ha messo per crescere. Per noi gli alberi sembrano così banali eppure dietro di loro c’è tutta una storia che li racconta.

(Pietro, IA)

L’albero che mi somiglia di più in autunno diventa di tutti i colori autunnali ed ha il tronco bello alto e robusto, i rami con tante foglie rosse, marroni, gialle e arancioni, perché io sono un tipo solare, simpatico, amichevole, insomma, di tutti i colori come loro.

Muovo le mie braccia come se fossero rami scossi dal vento, sempre pronto a salutare i miei amici tutti intorno a me come in un grande bosco.

(Filippo, IA)

L’ albero che mi assomiglia di più sarebbe uno molto alto, con tanti rami lunghi. Ha le foglie di tanti colori, nidi per gli uccelli e tane per gli scoiattoli, perché sono una persona socievole, che ama stare con gli altri. Ha un colore arancione acceso, visto che mi piacciono i toni particolari. Il mio tronco è molto scuro, perché rispecchia il colore dei miei capelli. Dai miei solchi esce la resina, il che significa che sono un tipo sensibile. Le mie foglie sono ondulate e rappresentano l’arcobaleno, perché sono felice. Se tagliassero i rami mi arrabbierei molto, perché mi farebbero male!!!

(Mattia, IC)

Se io fossi un albero, probabilmente sarei un platano, perché quest’albero ha diversi colori e io ho diverse personalità. Sarebbe rosso perchè io sono molto suscettibile e mi arrabbio spesso; giallo perchè a prima vista posso sembrare un po’ timida ma poi divento una che non ha paura di esprimersi; marrone perchè, come tutti, ho dei momenti pensierosi e a volte un po’ tristi; arancione perché sono una persona molto solare. Le mie foglie sarebbero grandi, perché sono una persona con le braccia aperte che cerca di accogliere il più possibile ciò che mi circonda.

(Ludovica, IC)

Gli alberi, tra quelli che crescono in autunno, che mi assomigliano di più, secondo me, sono gli altissimi sempre verdi. Mi immagino che i sempreverdi vengano “presi in giro” dagli altri alberi, le cui foglie con l’autunno hanno cambiato colore e per questo si credono più belli, invece i sempreverdi restano indifferenti, non si fanno scoraggiare, sono felici e fieri di quello che hanno. Infatti il mio carattere è sempre definito, che non si fa scoraggiare, anche io sono forte di fronte ai pregiudizi degli altri.

(Eleonora, IC)

Tanti sarebbero i testi da riportare, gli alunni di prima hanno davvero saputo esprimere la loro personalità attraverso un percorso ampio e sfaccettato, che li ha aiutati a guardare la natura come un dono prezioso da custodire.