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“Don Bosco e la Sindone”: un podcast per approfondire un legame davvero speciale

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Torino) – La profonda fede in Gesù Cristo di San Giovanni Bosco si manifestò durante la sua vita anche attraverso una devozione discreta e costante, ma intensa, verso la Sindone, testimone silenziosa della Passione e Risurrezione del Salvatore del mondo. Per approfondire il legame di Don Bosco con il Sacro Lino, nell’ambito della sua consueta rassegna di podcast legati alla letteratura sindonica, il Centro Internazionale di Studi sulla Sindone (CISS) ha dedicato un episodio proprio al Padre e Maestro dei Giovani.

Il podcast, pubblicato il giorno della ricorrenza di San Giovanni Bosco, lo scorso 31 gennaio, è a cura dello storico Federico Valle, membro del CISS, ed esplora la venerazione che il santo torinese nutriva verso quella reliquia che proprio a Torino è conservata: una venerazione rivolta al condurre i ragazzi del suo oratorio alla comprensione e alla contemplazione della Passione di Cristo, con il fine catechetico di portarli ad un proficuo incontro con Lui.

Da vero figlio della Chiesa di Torino, Don Bosco aveva un affetto sincero verso la Sindone, che considerava un dono prezioso di Dio. Egli, infatti, prese parte ad entrambe le ostensioni della Sindone che ebbero luogo durante la sua vita, quella del 1842 e quella del 1868.

Nel II volume delle sue Memorie Biografiche, parlando della prima delle due ostensioni, è infatti riportato: “Mentre con questi fatti straordinari sempre più si diffondeva la divozione a Maria Immacolata, un altro religioso avvenimento rinfocolava in Piemonte l’amore a Gesù ed alla sua SS. Passione. In Torino, per le nozze del principe ereditario Vittorio Emanuele con Maria Adelaide di Lorena. Arciduchessa d’Austria, il 21 aprile esponevasi dalle logge del Palazzo Madama, allo sguardo e alla venerazione dei popoli la sacratissima Sindone. L’immensa piazza e le vie erano riboccanti di gente di ogni condizione, di ogni età, e di ogni paese, che a mostrare la propria fede recavansi con giubilo a venerare la S. Reliquia ed a contemplare in essa la faccia divina e le piaghe delle mani, dei piedi e del costato del nostro Divin Salvatore. D. Bosco pure vi accorse e con lui tutti i giovani dell’Oratorio. Egli che era tenerissimo verso i dolori del Salvatore e della divina sua Madre di questo commovente spettacolo si valse per destare nei suoi giovanetti odio implacabile al peccato ed un amore ardentissimo a Gesù Redentore, ciò che faceva sempre in tutta la sua vita ogni volta che avea occasione di parlare della Passione del Signore e dei dolori della sua SS. Madre”.

Mentre con riguardo alla seconda ostensione, è scritto al volume IX delle Memorie Biografiche: “L’Arcivescovo aveva ottenuta, non senza difficoltà, che si mostrasse ai popoli la SS. Sindone con l’antica pompa, invitandovi i Vescovi subalpini, e che si desse campo ai fedeli di accorrere a venerarla, lasciandola per tre giorni esposta nella Metropolitana. Anche i giovani dell’Oratorio vi furono condotti”.

Sebbene in questa seconda occasione la cronaca sia più stringata, non va dimenticato la differenza cronologica tra le due ostensioni, che comportavano una grande differenza anche nella vitalità e nei numeri delle presenze all’Oratorio di Don Bosco. Per questo, secondo lo storico Valle, non è difficile immaginare che dietro la breve frase “Anche i giovani dell’Oratorio vi furono condotti” vi fossero circa un migliaio di ragazzi e giovani condotti in un breve pellegrinaggio da Valdocco a venerare il Sacro Lino.

Il legame tra Don Bosco e la Sindone è stato poi rinsaldato grazie ai diversi salesiani che negli anni hanno approfondito, sulle orme del loro fondatore, la devozione e gli studi inerenti alla Sindone – a partire da don Giulio Barberis e proseguendo poi con il Venerabile don Vincenzo Cimatti, don Gaetano Compri e tanti altri… – ed è stata suggellata definitivamente con l’ostensione pubblica speciale della Sindone del 2015, motivata proprio dall’anno Bicentenario della nascita di Don Bosco, uno dei più illustri figli della Chiesa torinese.

Il podcast “Don Bosco e la sindone” è disponibile in italiano su Spotify e YouTube.

Châtillon: I ragazzi del Don Bosco al Teatro Regio

I ragazzi del Don Bosco di Chatillon hanno assistito alla rappresentazione del Flauto Magico al Teatro Regio di Torino.

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I ragazzi della scuola media di Don Bosco di Chatillon che durante l’anno hanno frequentato il laboratorio musicale e il gruppo formativo dei flauti esperti hanno assistito a Torino al Teatro Regio alle rappresentazione del flauto magico di Mozart. Nel pomeriggio della stessa giornata i ragazzi si sono recati in visita presso il palazzo reale concludendo questa splendida avventura alla cappella che ospita la sacra Sindone.

Per questione etiche ed ambientali si è deciso di utilizzare come mezzo di trasporto il treno. Viva la musica!

Taizè-Torino: Notte Bianca della Fede

L’Arcidiocesi di Torino, in occasione dell’evento di Taizè, propone sabato 9 luglio 2022 la Notte bianca della Fede “sui passi dell’Amore”.

Alle ore 19 si inizierà con la Grande Festa dei Popoli nella corte di Palazzo Reale, rivolta ai giovani pellegrini, piemontesi e torinesi, che prevederà momenti di musica e danze, con apericena nei Giardini Reali.

Alle ore 21 si svolgerà la Preghiera della sera con i giovani, sempre presso la Chiesa di San Filippo Neri.

Dalle ore 22.30 partiranno vari percorsi artistici nel centro della città torinese, tra cui Palazzo Madama, l’Accademia Albertina, e spirituali, dalla Chiesa di San Filippo Neri, fino al Museo «Casa don Bosco» a Valdocco.

Il momento finale prevederà la venerazione notturna della Sindone da parte dei giovani e delle famiglie che li ospitano. Dalla Corte di Palazzo Reale, si snoderà il percorso di avvicinamento alla Sindone, attraverso la Cappella del Guarini e le navate della Cattedrale.

Sarà possibile seguire l’evento in diretta streaming su taizetorino.it, sul canale You Tube e sulla pagina Facebook.

Iscrizione gratuita e obbligatoria entro il 6 luglio 2022 su https://www.upgtorino.it/ultime-news/457-notte-bianca-della-fede

Sabato Santo: Mons. Cesare Nosiglia in preghiera di fronte alla Sindone

Nella giornata di oggi, mons. Cesare Nosiglia ha dato l’annuncio che per il 3 aprile, Sabato Santo,  alle ore 17.00 (diretta sui social dalle 16.30) sarà in preghiera dalla Cattedrale di Torino di fronte alla Sindone. Di seguito il messaggio integrale di Nosiglia.

In questi tempi tormentati abbiamo bisogno di alimentare e comunicare la nostra speranza. E per noi credenti il modo più efficace di accrescere la speranza del mondo intero è la preghiera comune, il mettersi in ginocchio di fronte al Signore.

Per questo celebriamo, anche nel prossimo Sabato Santo, giorno del silenzio davanti al sepolcro del Signore ma anche dell’attesa della sua risurrezione una speciale liturgia di fronte alla Sindone che ci ricorda questo evento centro vivo della nostra fede e della nostra speranza.

L’appuntamento è dunque per sabato 3 aprile, alle 17, dalla Cattedrale di Torino. La liturgia sarà trasmessa in diretta su TV2000 e il segnale raggiungerà, tramite i satelliti, il mondo intero, grazie alla collaborazione della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede e del Centro televisivo vaticano. Alla diretta televisiva si accompagnerà la presenza sui social media, per permettere a un pubblico il più vasto possibile di partecipare a questo momento. La diretta sui social media inizierà infatti alle ore 16.30, con interventi e testimonianze che preparano alla contemplazione della Sindone.

La preghiera di fronte alla Sindone in questo 2021 non è una semplice ripetizione di quella celebrata nel 2020. Lo scorso anno ci trovavamo in una situazione di emergenza completamente sconosciuta; oggi siamo più consapevoli delle difficoltà da affrontare e degli impegni che possiamo prendere. Soprattutto, abbiamo capito che la prima nostra forza si trova nel continuare con coraggio la vita e aiutare quanti si trovano in difficoltà e necessità.

E per noi, Chiesa di Torino con le altre diocesi del Piemonte, continuare significa mantenere gli impegni presi. Attendevamo a fine 2020 i giovani di tutta Europa radunati dalla Comunità di Taizé. Questo impegno è stato spostato ai giorni dopo il Natale 2021; l’ostensione straordinaria della Sindone era la proposta della Chiesa torinese a tutti i giovani. E speriamo vivamente di poterla celebrare. Perché il cammino avviato con la Comunità di Taizé si è rivelata l’occasione di approfondire non solo la nostra capacità di accoglienza ma, prima di tutto, il senso del nostro essere «fratelli». Fratelli tutti, figli di un unico Padre, al di là delle distinzioni di nazionalità, lingua e religione.

La preghiera dal Duomo vedrà la partecipazione dei giovani torinesi coinvolti nel cammino di preparazione, che proporranno anche alcune testimonianze sul dolore e la speranza che hanno caratterizzato questo ultimo anno.

Ho voluto ancora invitare i rappresentanti delle istituzioni di Torino e del Piemonte, perché rappresentino di fronte alla Sindone il popolo intero delle nostre terre. Rimango convinto, infatti, che il Telo è una realtà che parla a tutti, al di là delle differenti convinzioni di cultura e al di là delle diversità di fede. L’immagine sindonica, che Torino custodisce da quasi 5 secoli, testimonia dolore e morte ma anche – e con quanta maggiore forza! – risurrezione e vita eterna che apre alla carità, alla fratellanza di ogni persona. Davanti alla Sindone possiamo davvero nuovamente esclamare, con il cuore rivolto al Signore: «il tuo amore è per sempre».

Mons. Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa

Museo della Sindone: secondo incontro “L’Oggetto racconta” – Le cassette della Sindone

Giovedì 24 ottobre, alle 17.30 nella chiesa del SS. Sudario in via San Domenico 28 a Torino, si terrà il secondo incontro della rassegna “L’Oggetto racconta” organizzato dal Centro Internazionale di Studi sulla Sindone. L’incontro sarà dedicato alle cassette della Sindone e alla loro storia.

Si riporta di seguito il comunicato ufficiale dell’iniziativa, gentilmente fornito alla nostra Redazione da parte del Museo della Sindone.

Nel suo primo viaggio ufficiale da Chambery a Torino, nel 1578, la Sindone attraversò le Alpi, ripiegata più volte, racchiusa in un cofanetto di legno, che anticamente doveva essere ricoperto di scaglie preziose, forse madreperla e tartaruga. E questa cassetta si trova esposta nel Museo della Sindone, insieme con quella preziosa, rivestita con lamina d’argento e tempestata di pietre dure e smalti, che l’ha conservata, arrotolata, dalla fine del XVI secolo sino al 1998, all’indomani dell’incendio della Cappella del Guarini a cui è stata per un caso fortunato risparmiata.

I due tesori saranno al centro della conferenza in programma giovedì 24 ottobre alle 17.30 nella chiesa del SS. Sudario, a cui il museo è annesso, in via San Domenico 28 a Torino. Si tratterà del secondo appuntamento del ciclo autunnale de “L’oggetto racconta”, programma nato dalla collaborazione tra gli Amici del Museo e il Centro Internazionale di Studi sulla Sindone e che già ha presentato un’altra occasione formativa-informativa il 26 settembre, quando si è parlato delle fotografie della Sindone. Il 28 novembre sarà invece protagonista la stessa chiesa del SS. Sudario.

La rassegna nel suo complesso ha l’obiettivo di narrare le vicende che stanno dietro ai reperti contenuti nelle sale del Museo, di farli uscire dalla rigidità delle teche espositive, per restituire a ciascuno la parte che ha avuto nella vita e nella storia della società savoiarda, piemontese e torinese.

Le tre iniziative – che marcano una ripresa delle attività degli Amici del Museo all’insegna di un intenso dinamismo e di ampia apertura al pubblico – sono comunque destinate ad avere un seguito in primavera, sempre di concerto con il CISS.

A dipanare le vicende delle cassette della Sindone, come già quelle della chiesa, sarà il prof. Gian Maria Zaccone, storico, direttore del Centro internazionale di Studi sulla Sindone, insieme con il prof. Nello Balossino, docente universitario e direttore del Museo della Sindone. Grazie ai loro interventi si capiranno le ragioni che sono state alla base di una decisione sofferta e contestata come lo spostamento del Telo da Chambery a Torino.

Giovedì 24 ottobre alle 17.30 – Ingresso gratuito