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Scuole Salesiane di Lombriasco: tradizione e novità per la formazione di nuovi tecnici nel settore agroalimentare

L’Istituto Salesiano di Lombriasco, nei festeggiamenti dei suoi 80 anni, propone alcune novità riguardanti la formazione di nuovi tecnici nel settore agroalimentare, coniugando tradizione e innovazione. Si riporta di seguito l’articolo dedicato.

La scuola salesiana di Lombriasco: tradizione e novità.

Mentre festeggia i suoi 80 anni l’istituto tecnico agrario si propone al territorio coniugando tradizione e innovazione per formare tecnici esperti al servizio del settore agroalimentare. Tradizione dunque, testimoniata da anni di percorsi formativi che hanno diplomato qualche migliaio di exallievi riconoscenti alla loro casa di Lombriasco. Una casa come voleva don Bosco e non semplicemente una scuola. Un ambiente educativo fatto di relazioni, di attenzione alla persona, di sostegno per chi fa più fatica nel cammino formativo.

Così ricordano Lombriasco gli exallievi che vi ritornano per ritrovarsi, collaborare con la scuola stessa, restare in qualche modo uniti all’ambiente salesiano. Innovazione con tante proposte formative perché l’agricoltura oggi richiede persone preparate, abilitate a seguire la filiera agroalimentare con competenza.

Al piano di studi si affiancano cosi varie iniziative che potrete conoscere nei nostri pomeriggi di “porte aperte”: dalle sperimentazioni in campo all’alternanza scuola lavoro all’estero, alla fiera annuale di ottobre che vede il nascere di collaborazioni internazionali e tanti momenti di formazione in ambito agrario.

Accanto all’istituto agrario la scuola media che offre ciò che oggi i ragazzi e i loro genitori hanno bisogno: uno spazio educativo che accompagni l’allievo lungo la giornata con ore curriculari, spazi ricreativi, studio guidato dai docenti nel pomeriggio, tante materie facoltative interessanti, il potenziamento dell’informatica. La proposta del potenziamento dell’inglese con l’insegnante madrelingua aggiorna e qualifica il percorso formativo offrendo nuove opportunità.

Vi invitiamo a venire e a conoscerci non solo nei giorni di porte aperte, ma previo appuntamento, anche in altri momenti per conoscere una proposta che fondata su una solida tradizione si offre oggi sul territorio con nuove opportunità.

Sulle orme di Don Bosco: i Licei al santuario di Crea.

Gli studenti dei Licei Classico ed Economico-Sociale di Borgomanero hanno trascorso una giornata di ritiro.

Sulle colline del Monferrato.

Mercoledì 27 settembre oltre duecento studenti dei Licei Don Bosco, insieme ai loro insegnanti, hanno interrotto le consuete lezioni per trasferirsi a Crea, sulle colline del Monferrato, dov’è collocato, tra i boschi di querce e di frassini, l’antico santuario mariano, patrimonio UNESCO dell’umanità. Dopo la celebrazione liturgica, gli studenti, divisi in classi, hanno riflettuto insieme ai loro coordinatori su queste prime settimane, sulle dinamiche di gruppo, sulle sfide didattiche, per trovare insieme le soluzioni migliori a vivere fruttuosamente e serenamente l’anno scolastico che si apre. Dopo il pranzo al sacco, gli studenti sono stati coinvolti in alcuni giochi, organizzati dai membri delle commissioni che animano i Licei. A seguire, l’investitura ufficiale, da parte della scuola, dei nuovi presidenti e vicepresidenti delle Commissioni. Al Don Bosco, infatti, agli studenti è chiesto di partecipare alla cogestione della vita scolastica, impegnando chi si rende disponibile all’animazione delle attività extrascolastiche: dal coro al giornalino d’istituto, dalle attività sportive all’organizzazione dei festival, dal volontariato all’animazione spirituale.

La tradizione del ritiro d’inizio anno.

La tradizione del ritiro d’inizio anno di Medie e Licei nasce dall’antica consuetudine salesiana delle passeggiate autunnali di don Giovanni Bosco. A Crea, in particolare, proprio don Bosco aveva portato, nell’ottobre del lontano 1861, un centinaio di giovani. La storia racconta un particolare curioso: i frati francescani ospitati nel convento, spiazzati del gran trambusto che avevano provocato i giovani salendo la collina, si erano chiusi dentro, temendo un assalto. Furono convinti ad aprire le porte dalla dolcezza dei canti mariani che i ragazzi, guidati da don Bosco, intonarono nella chiesa del santuario. I frati, rassicurati, ospitarono generosamente i ragazzi di don Bosco dando fondo a tutte le loro provviste per sfamarli. E così «i figli di san Francesco d’Assisi – annota don GiovanBattista Francesia, storico delle origini salesiane – si privarono di ciò che avevano in casa per provvedere al bisogno dei figli di San Francesco di Sales». I frati non vollero nulla in cambio. Un gesto semplice e forte: perché l’educazione si nutre di testimonianze prima che di parole.