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Don Franco Fontana nominato Cappellano della Direzione dei Musei e dei Beni Culturali del Governatorato

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – Nella giornata di giovedì 15 febbraio 2024 la Sala Stampa della Santa Sede ha reso noto che il Santo Padre Francesco ha nominato il salesiano don Francesco Fontana Cappellano della Direzione dei Musei e dei Beni Culturali, Coordinatore di tutti i Cappellani delle Direzioni e degli Uffici Centrali, Coordinatore del Programma “Estate Ragazzi” e del Programma “Festa della Famiglia” e delle altre iniziative di pastorale familiare.

Don “Franco” Fontana, come è più noto tra confratelli, amici e personale in servizio presso la Santa Sede era già Cappellano della Direzione dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano dal luglio 2019.

Nato il 15 agosto 1949 a Treviglio, in Lombardia, don Fontana conta 56 anni di vita salesiana e 44 di sacerdozio.

Negli ultimi cinque anni ha lavorato in Vaticano, distinguendosi nel servizio di Direttore della comunità vaticana presso la Santa Sede, come Cappellano della Gendarmeria e come Coordinatore delle già quattro esperienze di successo dell’“Estate Ragazzi” in Vaticano. Proprio al termine dell’edizione 2022 dell’Estate Ragazzi, durante l’udienza generale a cui partecipavano anche i giovani dell’Estate Ragazzi, il Santo Padre manifestò un singolare attestato di stima nei confronti del salesiano, affermando: “Voglio ringraziare don Franco, l’anima spirituale del Vaticano, che da buon salesiano è stato capace di mettere questo seme, fare questo centro estivo, è il terzo anno”.

Prima di servire in Vaticano don Fontana era stato Direttore dell’“Istituto Sant’Ambrogio” di Milano, dove accompagnava la crescita umana e spirituale di circa 2.000 allievi; e Consigliere dell’Ispettoria Italia Lombardo-Emiliana (ILE); e prima ancora aveva già servito in diverse case salesiane, sempre come Direttore, Catechista o Preside: a Parma, a Bologna-Beata Vergine di San Luca, a Castel de’ Britti (Provincia di Bologna), in un centro per il recupero di adolescenti e giovani di strada, e Chiari (Provincia di Brescia), sede di una scuola che va dalle elementari al Liceo e all’Istituto di Formazione Professionale.

Né vanno dimenticati gli incarichi svolti come Delegato di Pastorale Giovanile per l’Ispettoria ILE e Coordinatore Nazionale dell’Animazione Missionaria, Delegato del Centro Nazionale Opere Salesiane (CNOS) per l’ONG “VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo” e suo Vicepresidente.

Sul suo conto si possono ricordare anche le esperienze maturate a fianco di due compianti pastori: il Cardinale Giacomo Biffi, che a Bologna lo volle Delegato di Pastorale Giovanile e con il quale collaborò assiduamente come Segretario Generale del Congresso Eucaristico Nazionale che si svolse a Bologna nel 1997; e mons. Ernesto Vecchi, che accompagnò tra il 2013 e il 2014 nella delicata missione di Vescovo Amministratore Apostolico di Terni-Narni-Amelia, in qualità di moderatore della Curia diocesana.

Nel suo curriculum di studi, infine, ci sono il baccalaureato in Teologia, conseguito all’Università Pontificia Salesiana di Torino (1980), e la Laurea in Scienze Naturali, ottenuta presso l’Università di Parma (1984), cui ha fatto seguito anche l’abilitazione per l’insegnamento nelle scuole superiori.

Vaticano – Il Concerto di Natale in Vaticano 2023 a sostegno del centro “Don Bosco Fambul” di Freetown

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – Registrato sabato 16 dicembre 2023 all’Auditorium della Conciliazione, il Concerto di Natale in Vaticano è andato in onda lunedì 25 dicembre su Canale 5 in prima serata. Gli artisti, presentati da Federica Panicucci, hanno lanciato l’appello a sostenere un progetto della Procura Missionaria salesianaMissioni Don Bosco” di Torino che offre alle ragazze che vivono in strada a Freetown, in Sierra Leone, un percorso educativo di recupero e di reinserimento sociale.

La manifestazione canora ha visto esibirsi sul palco dell’Auditorium della Conciliazione grandi artisti nazionali e internazionali, da Al Bano e Orietta Berti a Joss Stone, Christopher Stone, passando per Riccardo Cocciante, Alex Britti, Alexia e tante altre voci melodiose e virtuosi suonatori, senza dimenticare la presenza sempre suggestiva e trascinante dei due cori: il “Virginia State Gospel Choir” e il Piccolo CoroLe dolci note”.

Durante la manifestazione è stato continuamente richiamato il fine benefico dell’iniziativa, che sarà possibile continuare a sostenere fino al 3 gennaio, donando con sms o chiamata da rete fissa al numero solidale 45594.

La sede beneficiaria del progetto di solidarietà legato al Concerto di Natale quest’anno è la Sierra Leone, uno dei Paesi africani più poveri al mondo, dove il 38% dei bambini soffre di malnutrizione cronica. Una condizione disperata che minaccia ogni giorno la loro salute e la loro stessa sopravvivenza. Miseria, vulnerabilità e mancanza di fonti di reddito per le famiglie sono solo alcuni dei fattori scatenanti di questa piaga che colpisce i più piccoli e i più fragili, ai quali si aggiungono le gravi conseguenze di 11 anni di una sanguinosa guerra interna, di disastri naturali, come inondazioni, smottamenti o incendi, e della tragica epidemia di Ebola, che hanno avuto un impatto terribile sulla popolazione di questa terra.

Nel Paese i Salesiani di Don Bosco operano in tre comunità: Bo, dove si dedicano a progetti agricoli e pastorali; Lungi, dove gestiscono diverse scuole; e Freetown, dove sono divisi in due presenze e si occupano della parrocchia, della scuola, del centro giovanile e del “Don Bosco Fambul”.

Il loro impegno è volto allo sviluppo sociale e umano dei giovani, professionalizzandoli attraverso il lavoro per fronteggiare le situazioni di maggiore vulnerabilità. L’obiettivo è educare i giovani e dare loro un’autonomia, indirizzandoli verso un percorso di vita e di crescita come cittadini produttivi.

Nel 2016 il centro “Don Bosco Fambul” ha attivato il programma “Girls Shelter” (Rifugio per Ragazze) attraverso la costruzione e l’avvio di un rifugio temporaneo per le ragazze di età compresa tra i 9 e i 17 anni vittime di sfruttamento sessuale. Il progetto offre un ambiente sicuro e accogliente volto a proteggere, riabilitare e reintegrare le ragazze nella società, utilizzando un approccio olistico per rispondere alle loro esigenze fisiche, psicologiche, spirituali, morali e sociali.

L’obiettivo è proteggere, riabilitare e reintegrare le ragazze fuori da contesti di prostituzione. Dalla sua fondazione nel 2016, “Girls Shelter” ha riunito con successo oltre 550 ragazze alle loro famiglie e ha fornito loro opportunità educative (formali e informali) e sostegno. I risultati sono stati eccellenti poiché pochissime ragazze sono tornate in strada.

Ad indirizzare le ragazze al “Don Bosco Girls Shelter” sono un’apposita linea telefonica – la Don Bosco Child Line 323, il dipartimento gemello “Don Bosco Mobil” e i principali partner istituzionali: il Ministero del Welfare Sociale, il Ministero degli Affari di Genere e dell’Infanzia, l’Unità di Supporto alle Famiglie della Polizia della Sierra Leone. Inoltre, gli assistenti sociali del programma visitano i luoghi dove la prostituzione è più diffusa, avvicinano le ragazze, conquistano la loro fiducia e, presentando loro un’opportunità di vita differente, le invitano a raggiungere il rifugio.

Grazie alla solidarietà promossa dal “Concerto di Natale in Vaticano 2023” i salesiani intendo accrescere il numero delle ragazze assistite: se nel 2020 sono state 36 e nel 2021 invece 115, per l’anno prossimo l’obiettivo è aiutare 180 giovani, potenziando le seguenti attività: individuazione e accoglienza delle ragazze abusate; riabilitazione attraverso un percorso di guarigione fisica, emotiva e psicologica e un accompagnamento che integra vitto, alloggio e formazione al lavoro; e infine, rintracciamento e ricongiungimento famigliare, per il pieno reinserimento sociale delle giovani. Inoltre, verranno sviluppati anche gli ambiti del sostegno legale in favore delle minori e dei loro diritti violati, e il lavoro in rete, per rendere il supporto alle giovani il più efficace possibile.

 

Missioni Don Bosco: Conferenza Stampa di presentazione “Corsa dei Santi” il 31 ottobre a Roma

Si pubblica di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

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Comunicato Stampa
24 Ottobre 2023

Conferenza stampa con don Daniel Antúnez

Sarà presentata il 31 ottobre la Corsa dei Santi a Roma
Quest’anno è a sostegno dei ragazzi della Guinea Conakry

SMS solidale con Missioni Don Bosco per finanziare il progetto
di un polo sportivo nel plesso scolastico Don Bosco a Kankan

 

La 15ma edizione della Corsa dei Santi, evento podistico con partenza e arrivo in Piazza San Pietro in Vaticano mercoledì 1 novembre, è dedicata a un progetto di sviluppo sociale attraverso lo sport in Guinea Conakry, nella città di Kankan.

Lo propone Missioni Don Bosco, la onlus di Torino-Valdocco che sostiene i missionari salesiani nel mondo.

La conferenza stampa di presentazione si terrà

martedì 31 ottobre alle ore 11:00

alla Sala Benedetto XVI del Pontificio Collegio Teutonico Vaticano
(nei pressi dell’Aula Nervi)

con la partecipazione di don Daniel Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco, e di Roberto De Benedittis, presidente di ACSI Italia Atletica, ente organizzatore della manifestazione sportiva.

All’evento del 1° novembre parteciperanno le campionesse Fiona May (testimonial di Missioni Don Bosco), Sara Simeoni e Danielle Madam.

Per l’accredito in Vaticano è necessario confermare la presenza alla conferenza stampa entro venerdì 27 ottobre all’Ufficio Stampa di Corsa dei Santi:

Federico PASQUALI

L’ingresso in Vaticano è fissato alle ore 10.30 da piazza del Sant’Uffizio, alle spalle del colonnato a destra della Basilica.

Nel nostro sito trovate tutte le informazioni sul progetto solidale: a Kankan, dopo la realizzazione di un complesso scolastico, che è arrivato ad accogliere quasi 400 studenti, il programma educativo prevede ora la costruzione di un nuovo centro multisportivo che sarà disponibile anche per le attività dei bambini e dei ragazzi del quartiere, attualmente costretti a giocare per la strada, con tutti i pericoli connessi, senza la cura di adulti.

A sostegno del progetto sarà attivo il numero telefonico 45594 per l’invio di un SMS solidale dal 29 ottobre al 5 novembre.

Il programma “Mattino Cinque” condotto da Federica Panicucci si collegherà a più riprese con Piazza San Pietro per seguire l’andamento della Corsa e per ascoltare le interviste di Paolo Capresi.

Antonio R. Labanca
Ufficio Stampa Missioni Don Bosco

Vaticano – Educare nello spirito di Don Bosco: a colloquio con gli animatori dell’Estate Ragazzi in Vaticano

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – È senza dubbio affascinante il ruolo di educatore, soprattutto quando il luogo in cui si svolge è l’ambiente vaticano. Ne sanno qualcosa i salesiani che stanno portando avanti l’Estate Ragazzi 2023. Sono giovani che sono diventati educatori per scelta e per missione. Fedeli al carisma di Don Giovanni Bosco e di Maria Domenica Mazzarello, cercano di portare alle nuove generazioni il messaggio evangelico e, al contempo, di formare e stimolare la creatività per far maturare le coscienze.

Iniziano al mattino presto a guidare i ragazzi in quello che è a tratti un gioco, uno svago e un momento di riflessione e approfondimento. È l’iniziativa promossa in Vaticano apposta per le nuove generazioni, che si svolge dal 3 luglio al 4 agosto. Il compito degli educatori è di coinvolgere i piccoli in un viaggio che ha come sfondo l’enciclica Fratelli tutti di Papa Francesco. Lo fanno attraverso il gioco, lo sport, gli spettacoli e i laboratori di gruppo. Il tema scelto quest’anno è, infatti, “Bee heroes – Squadre di eroi”, dove le api aiutano a comprendere certi valori divertendosi.

Suor April Hoffman proviene dagli Stati Uniti d’America, dove insegnava in una scuola primaria e secondaria. Ha 36 anni, attualmente è a Roma per seguire un corso sulla spiritualità salesiana. “Sono molto contenta di fare questa esperienza in Vaticano con tanti bambini” confida. Durante questo periodo di studio a Roma, infatti, le mancava il contatto diretto con i ragazzi, perché parlare loro di Gesù secondo lo spirito di Don Bosco è per lei “fare insieme esperienza di famiglia”. Infatti, il santo torinese, spiega suor Hoffman, voleva portare i giovani a Gesù e viceversa. Per questo, si sente privilegiata di poter svolgere il ruolo di educatrice nell’ambiente in cui vive il Papa e dove si trovano tesori di fede e di arte, come la basilica di San Pietro, i Musei e i Giardini Vaticani.

Il salesiano Avil Correia, invece, ha 30 anni e proviene da Mumbai, India. È studente di Teologia al terzo anno presso la Pontificia Università Salesiana. A Mumbai ha già frequentato l’aspirantato per il discernimento vocazionale e l’anno di noviziato. Adesso, si sta preparando al sacerdozio. Anche per lui l’esperienza vaticana “è unica, diversa da quelle che ho fatto negli ultimi due anni. Qui si collabora molto con i laici, è un nuovo modo di lavoro anche se lo stile è salesiano”. È molto contento di vedere che i bambini si sentono a casa all’Estate Ragazzi e si divertono e imparano con le attività e i laboratori, i giochi e gli eventi speciali.

Il ruolo degli educatori, spiega, è quello “di stare insieme agli animatori responsabili. Fin dal mattino quando ci sono i giochi, durante i pasti, fino ai momenti formativi”. Il compito fondamentale è stare vicino a tutti per offrire lo spirito salesiano, che è “portare l’amore di Cristo ai bambini, ed essere segno e portatori di questo amore”. Correia sottolinea che “stiamo vivendo questo spirito nel condividere il tempo con i ragazzi e con le loro famiglie, nella nostra presenza e vicinanza”. Infatti, quello che è importante è la collaborazione con i laici. Su questo aspetto, prosegue, “stiamo puntando molto e stiamo imparando a vicenda, applicando il metodo di Don Bosco”.

Il più “grande” della squadra è don Joseph Benny, anch’egli originario dell’India, che ha 43 anni. È sacerdote da 12 e vive nella comunità salesiana delle catacombe di San Callisto a Roma. È il coordinatore dell’Estate Ragazzi ed è il secondo anno che svolge questo ruolo. Anche per lui questa esperienza è “molto arricchente e piena di benedizioni sia per i bambini, sia per gli adulti”. Quello che lo sta colpendo di più in questa edizione 2023 è vedere l’impegno dei 20 quindicenni che stanno affiancando gli animatori. Sono quelli che hanno già partecipato all’Estate ragazzi nelle stagioni precedenti e che, essendo cresciuti, tra due anni potranno essere animatori a loro volta.

Vaticano – Papa Francesco ricorda la festa di Maria Ausiliatrice: Maria aiuti a rinsaldare la fedeltà a Cristo

Dall’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – Maria Ausiliatrice, celebrata mercoledì 24 maggio, è stata ricordata anche da Papa Francesco al termine della sua catechesi nell’udienza generale del mercoledì. Rivolgendosi ai giovani, ai malati, agli anziani e agli sposi novelli, il Santo Padre ha detto: “Oggi è la festa della Madonna venerata con il titolo di Maria Ausiliatrice. Maria aiuti voi, cari giovani, a rinsaldare ogni giorno la vostra fedeltà a Cristo. Ottenga conforto e serenità per voi, cari anziani e cari ammalati. Incoraggi voi, cari sposi novelli, a tradurre nella vita quotidiana il comandamento dell’amore”.

Nel giorno della Festa di Maria Ausiliatrice, il Pontefice – lui stesso devoto a Maria Ausiliatrice, e che come arcivescovo di Buenos Aires, ogni 24 maggio celebrava la Messa centrale per la festa dell’Ausiliatrice nella Basilica del quartiere di Almagro – ha poi citato anche la Famiglia Salesiana e la sua vocazione mariana, eredità del fondatore della Congregazione, San Giovanni Bosco, esprimendo parole di affetto, di elogio e d’incoraggiamento per tutti i suoi membri. “Il giorno di Maria Ausiliatrice è una vocazione mariana tanto cara a Don Bosco: un saluto e un ricordo alla Famiglia Salesiana, ringraziando per tutto quello che fa per la Chiesa”.

Il Santo Padre non ha mancato poi di rivolgere una supplica all’Ausiliatrice con un pensiero all’Ucraina. “Ancora la tristezza a tutti ci viene per la martoriata Ucraina: si soffre tanto lì, non dimentichiamoli. Preghiamo oggi Maria Ausiliatrice che sia vicina al popolo ucraino”.

Nel giorno dedicato a Maria Ausiliatrice, la Chiesa celebra anche la Giornata Mondiale di Preghiera per la Chiesa Cattolica in Cina. Nel Paese asiatico Maria è venerata e invocata nel Santuario di Nostra Signora di Sheshan, a Shanghai. In questa circostanza, il Pontefice ha espresso la sua vicinanza ai fratelli e alle sorelle cinesi, condividendone gioie e speranze: “In questa circostanza, desidero assicurare il ricordo ed esprimere la vicinanza ai nostri fratelli e sorelle in Cina, condividendo le loro gioie e le loro speranze. Un pensiero speciale è rivolto a tutti coloro che soffrono, pastori e fedeli, affinché nella comunione e nella solidarietà della Chiesa Universale possano sperimentare consolazione e incoraggiamento. Invito tutti ad elevare la preghiera a Dio, perché la Buona Novella di Cristo crocifisso e risorto possa essere annunciata nella sua pienezza, bellezza e libertà, portando frutti per il bene della Chiesa cattolica e di tutta la società cinese”.

La Giornata Mondiale di Preghiera per la Chiesa cattolica in Cina viene celebrata dalla Chiesa dal 2007. La proposta era stata annunciata all’epoca da Papa Benedetto XVI, che aveva scelto questa data proprio perché è il giorno liturgico di Maria Aiuto dei Cristiani, molto venerata dai Cinesi.

Presentazione del volume: “Il Carisma della Presenza e della Speranza. Un anno viaggiando con Don ÁNGEL FERNÁNDEZ ARTIME”

Martedì 30 maggio 2023 verrà presentato in Vaticano, presso il Collegio Teutonico, il racconto dei viaggi che il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, ha compiuto nel 2022 e all’inizio del 2023. Il libro è a cura del uo Segretario e Co-portavoce della Congregazione, don Giuseppe Costa. Di seguito la notizia apparsa sul sito InfoANS.

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I viaggi che Don Ángel Fernández Artime, Rettor Maggiore della Congregazione Salesiana, ha compiuto nel 2022 e all’inizio del 2023 sono oggetto di una pubblicazione a cura del suo Segretario e Co-portavoce della Congregazione, don Giuseppe Costa.

La raccolta va sotto il titolo “Il carisma della presenza e della speranza” e vanta, tra l’altro, una brillante presentazione del sociologo prof. Franco Garelli, dell’Università Statale di Torino.

Avvalendosi della documentazione fotografica e testuale fornita dall’ANS – Agenzia iNfo Salesiana, il curatore offre un volume bello da vedere, ma che soprattutto sottolinea il multiculturalismo delle presenze salesiane in 136 Paesi del mondo.

Martedì 30 maggio 2023 verrà presentato in Vaticano, presso il Collegio Teutonico, in uno speciale incontro con i giornalisti vaticanisti, che potranno a loro volta intervistare Don Á.F. Artime.

Questo il programma dell’appuntamento, con inizio alle ore 11:15 (UTC+2):

  • Introduce
    Don Giuseppe Costa, Segretario e portavoce del Rettor Maggiore.
  • Modera
    Angela Ambrogetti, Direttore di Acistampa.
  • Intervengono
    Domenico Agasso, Vaticanista de La Stampa;
    Gianni Cardinale, Vaticanista di Avvenire;
    Eva Fernández, Corrispondente di Cadena Cope per l’Italia e il Vaticano;
    Javier Martínez-Brocal, Corrispondente di ABC per il Vaticano.

Vaticano – Don Mauro Mantovani, SDB, nominato Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana

La Sala Stampa della Santa Sede ha comunicato che, il 14 febbraio 2023, il Santo Padre Francesco ha nominato Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana don Mauro Mantovani, SDB.

 

Dall’agenzia ANS:

(ANS – Città del Vaticano) – La Sala Stampa della Santa Sede ha comunicato, il 14 febbraio 2023, che il Santo Padre Francesco ha nominato Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana don Mauro Mantovani, SDB, finora Decano della Facoltà di Filosofia presso l’Università Pontificia Salesiana a Roma (Italia) e già Rettore Magnifico dell’Università Pontificia Salesiana.

Mauro Mantovani è nato il 3 gennaio 1966 a Moncalieri (Italia), ha svolto il noviziato presso la casa salesiana “Monteoliveto” di Pinerolo e ha emesso i primi voti nella Società Salesiana di San Giovanni Bosco l’8 settembre 1986; ha professato i voti perpetui a Castelnuovo Don Bosco il 27 settembre 1992 ed è stato ordinato presbitero il 12 settembre 1994 a Torino.

Ha compiuto studi di Filosofia e di Teologia presso l’Università di Roma Tor Vergata (Laurea in Filosofia, 1995), l’Università Pontificia Salesiana (Baccalaureato e Licenza in Filosofia; Baccalaureato in Teologia presso la sezione di Torino, e Licenza in Teologia Dogmatica); l’“Universidad Pontificia de Salamanca”, in Spagna (Dottorato in Filosofia e Lettere, 2006) e la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino – “Angelicum” a Roma (Dottorato in Teologia Tomistica, 2011).

Dal 2007 è Professore Ordinario all’Università Pontificia Salesiana (UPS) a Roma, con ricerche e pubblicazioni riguardanti la teologia filosofica, la filosofia della storia, la propedeutica filosofica e vari temi di confine tra teologia, filosofia e scienza. In modo particolare si occupa di tomismo e della tradizione commentaristica alla Summa Theologiae (specie la q. 2 della I Pars) di Tommaso d’Aquino negli autori della “Seconda Scolastica” e della cosiddetta “Scuola di Salamanca”.

Per l’UPS ha ricoperto i seguenti incarichi: Decano della Facoltà di Filosofia; Decano della Facoltà di Scienze della Comunicazione Sociale; Vicerettore; Rettore Magnifico per due mandati (2015-2018 – 2018-2021).

Nel 2016 è stato nominato Presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Pontificie Romane (CRUPR) ed attualmente è Membro della Pontificia Accademia di San Tommaso d’Aquino e del Comitato scientifico dell’Agenzia della Santa Sede per la Valutazione e la Promozione della Qualità delle Università e Facoltà Ecclesiastiche (AVEPRO).

Il salesiano coadiutore Artemide Zatti è santo!

Artemide Zatti è stato dichiarato santo durante la Celebrazione Eucaristica sul Sagrato di piazza San Pietro di domenica 9 ottobre 2022. Di seguito il resoconto della giornata e le testimonianze di alcuni salesiani coadiutori giunti in Vaticano per il grande evento, apparse sul sito ANS.

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 “Il fratello salesiano Artemide Zatti è stato un esempio vivente di gratitudine”.

Con queste parole, pronunciate nel corso dell’omelia della Messa del 9 ottobre 2022, Papa Francesco indica a tutti i fedeli il modello del “santo infermiere” e “parente di tutti i poveri”, nel giorno in cui ne proclama la santità davanti alla Chiesa universale. Sono da poco passate le 10:00 (UTC+1) quando ha inizio sul Sagrato di piazza San Pietro a Roma la Celebrazione Eucaristica con il Rito di Canonizzazione del salesiano coadiutore Artemide Zatti e di mons. Giovanni Battista Scalabrini, vescovo e Fondatore della Congregazione dei Missionari di San Carlo e della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo.

Solenne, come merita l’occasione, tutta la celebrazione, a cominciare proprio dal rito di canonizzazione, posto all’inizio della liturgia. Dopo il canto d’ingresso, la Schola della Basilica di San Pietro intona l’inno Veni, Creator Spiritus e il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, accompagnato dai Postulatori, Padre Graziano Battistella, CS, e don Pierluigi Cameroni, SDB, si reca dal Santo Padre a presentare la Petitiola domanda con cui si chiede di procedere alla Canonizzazione dei due Beati.

Le figure di mons. Scalabrini e del sig. Zatti vengono così brevemente ricordate attraverso la lettura, da parte del Card. Semeraro, delle rispettive biografie.

Successivamente l’intera piazza gremita di fedeli invoca, attraverso le litanie dei Santi, la partecipazione di tutta la Chiesa celeste ad accompagnare l’iscrizione nell’Albo dei Santi dei due Beati.

Sono le 10:30 esatte quando il Santo Padre Francesco pronuncia in latino la solenne formula di canonizzazione con la quale dichiara e definisce santi Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti.

Un grande applauso dell’assemblea dei fedeli accompagna la proclamazione, seguita poco dopo dall’incensazione e dalla deposizione ai piedi della statua della Madonna delle reliquie insigni dei due neo-santi, e dal ringraziamento del cardinale Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, che al tempo stesso chiede e ottiene dal Pontefice l’assenso alla redazione della Lettera Apostolica circa l’avvenuta canonizzazione.

Riprende poi la liturgia eucaristica domenicale, concelebrata da diversi Cardinali, Arcivescovi, Vescovi e sacerdoti, molti dei quali Figli di Don Bosco, guidati dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime. Al momento dell’omelia il Papa approfondisce le Letture della XXVIII Domenica del Tempo Ordinario. Due gli aspetti sottolineati in particolare dal Pontefice: il camminare insieme e la gratitudine.

Camminare insieme è la caratteristica dei dieci lebbrosi guariti da Gesù.

“È un’immagine bella anche per noi – afferma il Pontefice –. Quando siamo onesti con noi stessi, ci ricordiamo di essere tutti ammalati nel cuore, di essere tutti peccatori, tutti bisognosi della misericordia del Padre. E allora smettiamo di dividerci in base ai meriti, ai ruoli che ricopriamo o a qualche altro aspetto esteriore della vita. Fratelli e sorelle, verifichiamo se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi dove lavoriamo e che ogni giorno frequentiamo, siamo capaci di camminare insieme agli altri, di ascoltare, di superare la tentazione di barricarci nella nostra autoreferenzialità e di pensare solo ai nostri bisogni”

è l’invito che ne fa scaturire il Papa.

È questa anche l’occasione per denunciare ancora una volta l’esclusione dei migranti, che il Papa definisce a chiare lettere “scandalosa, criminale, schifosa e peccaminosa”.

“Oggi pensiamo ai nostri migranti, quelli che muoiono – soggiunge ancora il Papa, lasciando la domanda aperta a tutti – E quelli che riescono ad entrare, li riceviamo come fratelli o li sfruttiamo?”.

Successivamente il Santo Padre evidenzia il valore della gratitudine, sul modello del samaritano, l’unico dei dieci lebbrosi guariti che torna a ringraziare Gesù:

“Questa è una grande lezione anche per noi, che beneficiamo ogni giorno dei doni di Dio, ma spesso ce ne andiamo per la nostra strada dimenticandoci di coltivare una relazione viva con Lui. (…). E, così, si finisce per pensare che tutto quanto riceviamo ogni giorno sia ovvio e dovuto”.

Al contrario, osserva il Pontefice “la gratitudine, il saper dire ‘grazie’, ci porta invece ad affermare la presenza di Dio-amore. E anche a riconoscere l’importanza degli altri, vincendo l’insoddisfazione e l’indifferenza che ci abbruttiscono il cuore”.

Il sapere camminare insieme agli altri e lo spirito di gratitudine, afferma il Papa, sono proprio ciò che ha contrassegnato la vita dei due neo-santi. Di Mons. Scalabrini che fondò una congregazione per la cura degli emigrati, il Papa offre una citazione per affermare che

“nel comune camminare di coloro che emigrano non bisogna vedere solo problemi, ma anche un disegno della Provvidenza. ‘Proprio a causa delle migrazioni forzate dalle persecuzioni – egli disse – la Chiesa superò i confini di Gerusalemme e di Israele e divenne cattolica. grazie alle migrazioni di oggi la Chiesa sarà strumento di pace e di comunione tra i popoli’ (G.B. Scalabrini, L’emigrazione degli operai italiani, Ferrara 1899)”.

Il Pontefice riflette allora sulla migrazione forzata di cui è vittima la popolazione ucraina:

“Non dimentichiamo oggi la martoriata Ucraina”.

Mentre sul salesiano coadiutore Artemide Zatti, ribadisce, poi:

“Da parte sua, il fratello salesiano Artemide Zatti, con la sua bicicletta, è stato un esempio vivente di gratitudine: guarito dalla tubercolosi, dedicò tutta la vita a gratificare gli altri, a curare gli infermi con amore e tenerezza. Si racconta di averlo visto caricarsi sulle spalle il corpo morto di uno dei suoi ammalati. Pieno di gratitudine per quanto aveva ricevuto, volle dire il suo “grazie” facendosi carico delle ferite degli altri”.

L’omelia del Santo Padre si conclude, pertanto, con un’esortazione finale:

Preghiamo perché questi nostri santi fratelli ci aiutino a camminare insieme, senza muri di divisione; e a coltivare questa nobiltà d’animo tanto gradita a Dio che è la gratitudine”.

L’attualità di Sant’Artemide Zatti: voci dei Salesiani Coadiutori da piazza San Pietro

Tra i circa 50mila fedeli accorsi in piazza San Pietro per la canonizzazione dei Beati Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti, diverse centinaia erano i salesiani coadiutori giunti da tutto il mondo. Ne abbiamo incontrati alcuni che ci hanno testimoniato con le loro parole tutto il loro entusiasmo e la loro soddisfazione per il riconoscimento della santità incarnata da Zatti: una santità del quotidiano e della gioia; una santità che testimonia la bellezza della Vita Consacrata e della consacrazione salesiana, nello specifico; la santità di chi cerca e compie la volontà di Dio.

Dalla terra di Don Bosco, nella Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta, ci sono ad esempio tre coadiutori: Domenico Francesco Allasia, Fabrizio Spina e José Eusebio Trigona, quest’ultimo originario dell’Argentina, la terra in cui Zatti visse tutta la sua santa vita salesiana.

Comincia il sig. Allasia, il maggiore dei tre:

“Sono molto contento di quest’occasione, perché è un modo per far conoscere ancora di più la vocazione del salesiano coadiutore, e nel suo specifico caso, del coadiutore che diventa santo facendo le cose ordinarie, con fede, fiducia e sacrificio; ma allo stesso tempo anche con gioia con felicità, con soddisfazione del proprio lavoro, senza cercare di più di quello che gli è stato richiesto di fare”.

Il sig. Spina, da parte sua manifesta:

“Il senso di gratitudine per essere qui in questo posto è enorme; non ci rendiamo conto di quante persone hanno lavorato, hanno fatto di tutto per far sì che tutto il mondo salesiano sia qui oggi. Davvero è per noi veramente una grande, una grandissima grazia. Da vivere, soprattutto, senza attaccarsi al ‘ruolo’, ma comprendendo, grazie alla figura di Artemide Zatti, che essere salesiano è la cosa importante: non avere un ruolo, avere un potere, avere dei titoli, ma essere salesiano –non fare il salesiano, esserlo! Questo è veramente un dono che ricevo ad essere qua oggi”.

Conclude infine il sig. Trigona:

“Oltre a tutto quello che abbiamo sentito in questi giorni, sia da parte del Papa, sia dal Rettor Maggiore, credo che la cosa importante che Zatti ci insegna è quella di fare la volontà di Dio, cercarla e farla, anche quando alle volte ci sono delle avversità. E un altro grande messaggio anche riguarda la ricchezza dell’essere religioso, al di là dei titoli. Mentre, nella Chiesa oggi in genere, come dice il Papa, c’è una forte mentalità clericale, Artemide Zatti ci fa vedere il valore e la bellezza della vita religiosa in sé”.

“Tu l’hai fatto un uomo buono…grazie Signore!!!” Testimonianza di Hugo Vera, Salesiano coadiutore argentino

Nella preghiera con l’intercessione di Artemide Zatti che per tanti anni abbiamo recitato con il grande desiderio di vederlo tra i nostri amici del cielo, i santi, c’è un’espressione che mi ha sempre attirato l’attenzione: “Tu [Signore] l’hai fatto un UOMO BUONO”. Può sembrare un’ovvietà o una semplificazione dire di un santo che è stato un “uomo buono”. In questo caso credo sia il miglior riconoscimento che possiamo offrirgli. Di fatto, anche il Signore Gesù, nel vangelo mette l’attenzione su questo particolare: “Perchè mi chiami buono – dice al giovane ricco – soltanto Dio è buono”. L’uomo buono è quello che nella sua limpidezza lascia vedere “direttamente” Dio. E Zatti era proprio così. La sua chiarezza evangelica e salesiana “risplendeva di normalità”. Sono “i santi della porta accanto” come ci ricorda Papa Francesco.

Ma se guardiamo più attentamente, possiamo vedere i mille colori che aveva la bontà di Artemide. In Lui l’uomo buono era: senso di fede, fiducia, dedizione estrema, vicinanza, attenzione concreta, buon umore, tenacità, genialità, viva fratellanza, testimonianza provocante, mitezza anche nelle dure prove… E lo chiamiamo “uomo buono” anche perché ha saputo scoprire il volto del Signore direttamente nelle sofferenze e necessità dei malati, dei poveri, degli scartati del suo tempo. Con viso gioioso è riuscito a intravedere Dio nei poveri infermi, giovani e adulti, facendo sì che la sua vita fosse una chiara realizzazione del riconoscimento di Gesù: “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40).

Tra noi, in Argentina, il meglio che si può dire di una persona è proprio quello: è una donna, un uomo, un giovane “buono”. La gente semplice vuol riconoscere con questa espressione coloro che sono veramente coerenti, senza doppiezza, “de una sola pieza”, si dice. Puoi stare sicuro di poter contare sempre e ovunque su di loro. I cittadini di Viedma avevano percepito così il nostro santo confratello. Vedendolo in sella alla leggendaria bicicletta qualcuno dice: “Lì va un angelo”, ma un altro lo corregge: “No, Zatti è un vero uomo, in carne ed ossa”. Di fatto si affermò che Artemide non era né più né meno che “il parente di tutti i poveri”. Ci ricorda l’“uomo giusto” o “fedele” della Bibbia.

Ho avuto l’opportunità di conoscere parecchi confratelli salesiani che avevano vissuto con il nostro Artemide. Tra essi c’era il sentire comune che Zatti era proprio un santo salesiano… perchè molto normale!!! La sua “bontà”, mi diceva una volta uno, si percepiva nella sua chiara, grave e potente voce con cui pregava o cantava in Chiesa, ma anche scherzava nel refettorio o chiacchierava fraternamente in cortile. Un altro ricordava: “era capace di condividere una profonda sensibilità di fede con la naturale gioiosità di una barzelletta”. Tutti concordavano che a Lui conveniva un appellativo a noi famigliare che unisce bontà e semplicità in grande misura: “Don Zatti era bonachón”.

Vorrei condividere con voi due fatti di questa bontà di Artemide legate alla mia vita. Il primo risale ai tempi delle mie decisioni vocazionali, quando nel discernimento cominciai a capire che il Signore (e le circostanze) mi chiamavano como salesiano coadiutore. Il mio accompagnatore spirituale mi disse di concludere quella tappa facendo partecipi i miei genitori dei miei desideri vocazionali. Qualche tempo prima io avevo inviato a loro, per posta (oggi ci suona come una cosa dell’Antico testamento), un paio di paginette con un cenno biografico di Artemide Zatti. Andai a casa senza sapere come condividere le mie domande sulla vocazione. Direttamente dissi a mamma e papà: “Beh, noi salesiani abbiamo due modi di dedicarci ai giovani, io vorrei sceglierne uno, come salesiano coadiutore che…” E subito, quasi sopra le mie parole, mio padre aggiunse: “Come Don Zatti, l’infermiere della Patagonia!!”. Non c’era più nulla da dire. Artemide era entrato nel suo cuore appianandomi la strada prima delle mie spiegazioni. Zatti li aveva già colpiti e affascinati. Era una grande gioia per loro che il loro figlio pensasse alla vocazione salesiana con lo stile di quell’ “uomo buono”.

Il secondo episodio è accaduto parecchi anni dopo. Mio padre era molto ammalato di Alzheimer, ricoverato in ospedale. Ci permettevano di fargli compagnia tutto il tempo. Una notte è toccato a me passarla con lui ed è stato molto duro. Sembrava che lottasse per respirare ed era molto in difficoltà. Non sapendo cosa fare per assisterlo mi avvicinai al suo fianco e cominciai a parlargli all’orecchio: “Dai papà, lascia stare, non sforzarti così. Hai fatto molto nella vita (bene o male) ed è già sufficiente. Guarda che Don Zatti è qui, prendi la sua mano e lasciati condurre…”. A dir la verità non è che avessi pensato di dire quelle parole, mi parlò semplicemente il cuore. Ricordo che a poco a poco la sua faticosa respirazione si è normalizzata e credo restasse addormentato. In un paio di ore mio padre consegnava l’ultimo sospiro. Sono sicuro che Artemide lo ha preso per mano e con il suo ampio sorriso sotto i baffi ha fatto sentire mio padre “in famiglia”. Quell’ “uomo buono” ne faceva un’altra volta “una delle sue”.

“Tu l’hai fatto un UOMO BUONO…GRAZIE SIGNORE”

Testimonianza di Hugo Vera, Salesiano coadiutore argentino

Vaticano – “Coraggiosi, i salesiani!”. Papa Francesco riceve organizzatori e artisti del Concerto di Natale in Vaticano 2021

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Città del Vaticano) – Al mattino di oggi, mercoledì 15 dicembre, Papa Francesco ha ricevuto in udienza i promotori, gli organizzatori e gli artisti del Concerto di Natale in Vaticano, promosso dalla Congregazione per l’Educazione Cattolica, e il cui ricavato sarà devoluto a favore della Fondazione Pontificia “Scholas Occurrentes” e della Procura Missionaria salesiana “Missioni Don Bosco” di Torino. Da parte salesiana hanno partecipato all’udienza il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, e don Daniel Antúnez, Presidente di “Missioni Don Bosco”, insieme con don Simon Zakerian, Direttore dell’opera di Al Fidar, in Libano, e don Danijel Vidović, incaricato dell’accoglienza presso la Casa Madre dei Salesiani a Torino.

“Il Natale ci invita a fissare lo sguardo sull’evento che ha portato nel mondo la tenerezza di Dio – una parola che sottolineo, tenerezza, ci manca tanto – e così ha suscitato e continua a suscitare gioia e speranza. Tenerezza, gioia, speranza: sentimenti e atteggiamenti che anche voi artisti sapete ravvivare e diffondere con i vostri talenti. Grazie” ha esordito il Pontefice, creando subito un clima di grande apertura con l’uditorio.

Poi, dopo aver richiamato le espressioni di tenerezza presenti nella vita quotidiana (le carezze tra fidanzati, la cura dei genitori per i propri figli), così come nella scena del presepe, il Papa ha parlato della gioia frutto dell’amore: quella stessa gioia che sanno suscitare sempre i bambini, cioè i destinatari dei progetti sostenuti dal Concerto di Natale.

“Nel Concerto di Natale voi offrite le vostre qualità artistiche per sostenere progetti educativi, destinati soprattutto a bambini e ragazzi in due Paesi che versano in condizioni assai precarie: Haiti e il Libano” ha continuato il Santo Padre, che non ha mancato di dare lui stesso una carezza ai salesiani, aggiungendo: “Coraggiosi, i salesiani, che sempre inventano qualche cosa per andare avanti. E questa è promessa di vita”.

Con uno sguardo alle tante difficoltà del mondo di oggi, il Santo Padre ha poi rimarcato che “la pandemia ha purtroppo aggravato il divario educativo per milioni di bambini e adolescenti esclusi da ogni attività formativa. E ci sono altre ‘pandemie’ che impediscono il diffondersi della cultura del dialogo e della cultura dell’inclusione. Oggi domina la cultura dello scarto, purtroppo”.

Ma a fronte di questo, “la luce del Natale ci fa riscoprire il senso della fratellanza e ci spinge alla solidarietà con chi è nel bisogno. E voi nell’arte subito create fratellanza; davanti all’arte non ci sono amici e nemici, siamo tutti uguali, tutti amici, tutti fratelli. È un linguaggio fecondo il vostro”.

L’intervento del Pontefice si è chiuso con un autentico inno all’educazione, che ogni salesiano potrebbe fare proprio: “Investire nell’educazione significa far scoprire e apprezzare i valori più importanti e aiutare i ragazzi e i giovani ad avere il coraggio di guardare con speranza al loro futuro. Nell’educazione abita il seme della speranza: speranza di pace e di giustizia, speranza di bellezza, speranza di bontà; speranza di armonia sociale”.

Dopo i ringraziamenti finali, il Papa si è congedato dai presenti augurando a tutti loro “Buon Natale di fraternità e di pace”.

Il Concerto di Natale in Vaticano 2021, giunto alla 29° edizione, avrà luogo domani, giovedì 16 dicembre, alle ore 19:00 (UTC+1) presso l’Auditorium Conciliazione a Roma, e verrà mandato in onda alla Vigilia di Natale su Canale 5, in prima serata. Le grandi voci internazionali del pop, del rock, del soul, del gospel, della lirica, si esibiranno per festeggiare insieme la ricorrenza del Natale in un concerto che ripropone i motivi più classici e più evocativi della festa e che ogni anno costituisce anche uno sprone alla solidarietà.

 

Vaticano – Conclusa, con un pieno successo, l’Estate Ragazzi 2021

(ANS – Città del Vaticano) – Venerdì 30 luglio 2021 si è conclusa, dopo sei settimane, l’avventura dell’Estate Ragazzi in Vaticano, una seconda edizione dedicata al tema dell’ecologia, seguendo le riflessioni proposte dal sussidio “Sei dei nostri!” (editrice Elledici). Anche quest’anno l’iniziativa si è svolta in ambienti non preposti per attività formative e di gioco per ragazzi, ma la trasformazione di luoghi quali l’Aula “Paolo VI” per le udienze papali si è rivelata una soluzione meravigliosa che ha favorito un clima eccezionale di interazione e di educazione.

Quest’anno il programma elaborato dalla comunità salesiana, coordinatrice dell’iniziativa, insieme con le associazioni “Tutto in una festa” e “Play It”, ha sviluppato “eventi” che hanno valorizzato ancora di più le immense risorse e possibilità che sono presenti all’interno del piccolo Stato vaticano. Il tema dell’ecologia ha portato i piccoli partecipanti a esplorare più volte i Giardini Vaticani e quasi ogni settimana un gruppo-fascia d’età ha piantato un leccio come simbolo del proprio impegno di rispettare la natura; mentre numerose visite a carattere culturale sono state compiute all’interno di parti dei ricchissimi Musei Vaticani.

“La simpatia che ha circondato questi piccoli esploratori da parte del personale e dalle forze dell’ordine è stata tangibile ad ogni passo: dopo mesi di stallo dovuto alle restrizioni imposte dalla pandemia, l’iniziativa – condotta, comunque, nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza – ha dato un bel segno di speranza e di voglia di ripartenza”, ha commentato don Franco Fontana, cappellano della Gendarmeria Pontificia e Direttore della comunità salesiana in Vaticano.

Indimenticabili, infine, sono stati i momenti di celebrazione vissuti insieme, dalle preghiere giornaliere alle confessioni e alle Messe per fasce d’età, momenti ben preparati e molto partecipati dai ragazzi.

Il culmine di questo cammino è stato vissuto davanti all’altare della Cattedra nella Basilica di San Pietro.

“La breve preghiera di ringraziamento di animatori e ragazzi per la bella esperienza vissuta, favorita dal raccoglimento che naturalmente si impone in un luogo che respira di universalità, l’abbiamo realizzata non solo a nome nostro, ma anche di tutti i ragazzi e ragazze del mondo che, come noi, hanno vissuto la medesima esperienza. Don Bosco, dalla sua nicchia a poca distanza da noi, sorrideva compiaciuto…” ha concluso don Fontana.