Intervista a don Daniel Antunez, Presidente di Missioni Don Bosco – L’Osservatore Romano

Il quotidiano L’Osservatore Romano, ha intervistato don Daniel Antunez, Presidente di Missioni Don Bosco, sulla missione dei salesiani nella Repubblica Democratica del Congo.

 

Dall’articolo di Igor Traboni:

Condividere la vita con i poveri, giorno per giorno, nei villaggi dove spesso non c’è acqua né luce, lontano dalle grandi città: è questa la scelta precisa — all’interno della quale si innesta ovviamente l’educazione dei bambini e dei ragazzi — fatta dai circa 100 salesiani che vivono in una dozzina di comunità nella Repubblica Democratica del Congo.

«E ci aspettiamo di essere rinforzati nella mostra missione e nella nostra vocazione dalla visita di Papa Francesco. Rinforzati da un Papa che ha i piedi per terra e il cuore in cielo. Rinforzati dalla testimonianza di un uomo che porta il bene, che ha una sensibilità per i poveri che è evangelica, è il Vangelo!. Andare in Congo e incontrare quella povertà nuda, guardare ai tanti bisognosi, farà bene anche a noi. E inoltre farà conoscere al mondo quella situazione, che neppure io conoscevo prima del mio viaggio in Africa dell’estate scorsa che per me ha significato anche dire un grazie alla vita che mi ha donato tanto»

afferma subito, simpaticamente perentorio, don Daniel Antunez, 63 anni e presidente di Missioni Don Bosco dal settembre 2021, che il termine “rinforzati” lo usa ancora diverse volte, con quel tipico accento che è poi lo stesso di Papa Francesco: «Sì, anche io sono dell’Argentina, a dicembre sono stato anche in Vaticano per incontrare il Papa, sa che cosa portiamo avanti nel Congo».

Una presenza, quella dei salesiani nella Repubblica Democratica del Congo, che risale al 1911, quando i figli di don Bosco fondarono la prima missione, dedicandosi subito all’istruzione dei bambini, mentre oggi, racconta don Antunez «abbiamo una varietà di impegni missionari, dagli oratori alle parrocchie, dai gruppi sociali alla coltivazione degli orti. E sempre, ci tengo a sottolinearlo, nei villaggi dove vive la gente più povera. Per noi sono questi i destinatari delle missioni, sempre nello spirito di don Bosco. I miei confratelli potevano anche fare un’altra scelta, andare altrove, ma hanno scelto i più bisognosi, la povertà estrema. E io quando sono andato in Congo ho avuto modo di toccarla con mano quella povertà che non si riesce neppure a descrivere».

E se proviamo a chiedere un episodio particolare che lo ha colpito, don Daniel sceglie quello che per tanti congolesi è la vita-non vita di ogni giorno. E di ogni notte:

«Noi aspettiamo il giorno per le tante cose che abbiamo da fare, per organizzarci, per pensare a questo o a quell’altro. Loro invece non hanno sogni, non possono sognare. È come se non avessero una vita e non riescono neppure ad immaginare come potrà essere. Non riescono a pensare al domani, ad un domani, a sognare».

Ecco perché, rimarca il presidente di Missioni Don Bosco, è urgente dare una risposta a tante necessità, a cominciare da quelle dei bambini:

«Adesso per esempio stiamo costruendo un’altra scuola perché in tanti non hanno un’istruzione. Certo, dovranno fare molti chilometri a piedi per raggiungerla, ma almeno avranno una possibilità. Perché noi possiamo dar loro cibo, vestiti e medicine come in effetti facciamo, però noi siamo educatori, con la scelta precisa, come dicevo prima, di vivere in mezzo a loro».

Nel suo viaggio in Africa, accompagnato dalla fotoreporter Ester Negro, una delle realtà di estrema povertà toccata con mano da don Antunez è stata quella di Mbuji Mayi:

«Lì ci sono 4 milioni di persone povere e solo il 20 percento ha l’acqua e la luce. Ho visto gente camminare sempre al buio. E allora lì non serve stare a pensare a chissà che cosa: bisogna dar da mangiare a quei bambini, portare loro l’acqua».

In quella missione don Daniel ha incontrato don Mario Perez, venezuelano, nella Repubblica Democratica del Congo da oltre 40 anni per occuparsi di violazione dei diritti dei bambini, in particolare del fenomeno dei bambini stregoni. «Bambini di età compresa tra gli 8 ed i 14 anni — ha poi scritto don Antunez nel suo diario di viaggio in Congo messo online sul sito di Missioni Don Bosco — spesso orfani, disabili, albini che vengono accusati di stregoneria, spesso dai loro genitori, che individuano in loro la causa di ogni male, vengono additati come demoni, capaci di portare malattie, maledizioni, povertà. Bambini costretti a lasciare le proprie case e a vivere per strada. I missionari salesiani frequentano quotidianamente le strade per poter entrare in contatto con loro e cercare di convincerli ad accompagnarli nel centro di protezione e accoglienza dove possono garantire loro cure mediche e cibo in totale sicurezza. In un secondo momento, cercano di integrarli in un percorso di istruzione, che si aggiunge a giornate dedicate alla condivisione e al gioco con gli altri bambini accolti. Padre Mario Perez è il “papà” di tantissimi bambini e bambine accusati di stregoneria, un missionario che ogni giorno si spende per garantire vita e speranza ai più piccoli».

E poi ci sono le donne, le mamme:

«La loro situazione è disastrosa — riprende il racconto il religioso argentino — e le aiutiamo dando loro la possibilità di coltivare degli orti, così danno da mangiare ai figli e possono vendere qualcosa al mercato».

Per ragazze e madri in difficoltà i salesiani portano avanti anche dei programmi di formazione professionale e nei mesi scorsi ben 166 giovani si sono diplomate in taglio e cucito, parrucchiere, cucina. Ma la situazione generale resta a dir poco disastrosa, anche e soprattutto dal punto di vista sanitario: il covid, l’ebola che periodicamente torna a riaffacciarsi e quella malaria che in Congo fa ancora più morti delle altre malattie.

Un quadro rispetto al quale i salesiani non arretrano di un millimetro, anzi, intensificando ad esempio lo sforzo missionario nei territori dove esiste ancora lo sfruttamento dei minori nelle miniere, secondo quello spirito che sta contrassegnando anche l’anno pastorale in corso, assieme alle suore Figlie di Maria Ausiliatrice e che ha come modello la vita e l’operato di sant’Artemide Zatti e quel suo prendere la bicicletta e andare verso i poveri e i bisognosi, come ha ricordato di recente don Guillermo Basañes, superiore dell’ispettoria africana

«I nostri missionari — riprende il concetto a lui caro don Daniel Antunez — sono convinti di quello che fanno e di come lo fanno. Certo, c’è anche una sensazione di impotenza e una grande preoccupazione per la sopravvivenza di tanti bambini, di tanti poveri. Però guardiamo al futuro. E il nostro futuro è rinforzato da tanti benefattori in tutto il mondo. Ma adesso lo sarà soprattutto dalla vista di Papa Francesco, un grane pontefice missionario, che cammina lungo lo stesso nostro binario».

Casale Monferrato: Valentino, tanti appuntamenti per la ricorrenza di Don Bosco – Il Monferrato

Il 27 gennaio 2023, il giornale Il Monferrato ha pubblicato un articolo riguardo i vari appuntamenti i vista della festa di San Giovanni Bosco a Casale Monferrato.

 

Scrive così:

Il mese di gennaio, alla parrocchia del Valentino, è dedicato a Don Bosco, il “santo dei giovani” e fondatore dei salesiani.

«Dedicò l’intera sua vita alla salvezza della gioventù nella Torino dell’800 – spiegano dalla parrocchia – Da allora il “sogno” del santo e della congregazione da lui fondata si è concretizzato in opere educative presenti in più di 100 Paesi nel mondo. La comunit à del Valentino vive e custodisce la missione che gli è stata affidata, attraverso la parrocchia, l’oratorio, le comunità educative residenziali, il centro diurno e tanti progetti che hann o come Domenica 29 gennaio Oltre alle celebrazioni liturgiche, giochi per bambini e ragazzi e pranzo dei collaboratori destinatari privilegiati bambini, ragazzi e giovani».

Tra le iniziative organizzate nei giorni scorsi anche un incontro di formazione, domenica, sul tema “Comunità che annuncia speranza” con don Luca Barone, attuale direttore dell’Opera torinese di Rebaudengo ed ex diacono proprio al Valentino.

Martedì, poi, la festa di san Francesco di Sales con la messa e i vespri comunitari. Oggi, venerdì, alle 21, un incontro di preghiera in chiesa con la testimonianza vocazionale di un giovane salesiano. Domani, sabato, alle 19,30, evento per i ragazzi in oratorio con “DonBosco Pub”. I festeggiamenti proseguiranno domenica con le messe delle 8, 10,30 (celebrazione che unifica le funzioni delle 10 e delle 11,15) e 18: la messa delle 10,30 sarà presieduta dal vescovo Sacchi e ospiterà il rinnovo della promessa dei salesiani cooperatori. Al termine giochi per bambini e ragazzi e pranzo riservato ai collaboratori e volontari. Dopo le celebrazioni sarà distribuito il pane di don Bosco.

Martedì 31 gennaio, messe alle 7,30 e alle 18. Messa per gli edili. Martedì 31 gennaio, nella chiesa dell’Addolorata, si celebrerà la festa di san Giulio d’Orta, patrono degli edili e degli artigiani, con una messa alle ore 10 presieduta da don Silvano Lo Presti.

Come da tradizione – spiegano dalla parrocchia – sono invitati i muratori, gli artigiani e tutti coloro che contribuiscono alla costruzione delle case per invocare l’intercessione del santo per il lavoro e la sicurezza nell’attività quotidiana.

Sospesa le messa delle 18. Nel ricordo di Garrone nel dodicesimo anniversario della scomparsa di Giuseppe Garrone, il Movimento per la Vita e il Centro di Aiuto alla Vita di Casale invitano a partecipare alle messe di suffragio: venerdì 3 febbraio, nella chiesa dell’Addolorata, alle ore 18; domenica 5 febbraio nella chiesa di Frassineto Po, alle ore 11. M.R.

Quando gli studenti salgono in cattedra. Il progetto Find My Tutor dell’Istituto Agnelli – TGR Piemonte

Il TGR Piemonte di Rai 3 ha dedicato un servizio e una notizia al progetto Find My Tutor dell’Istituto Agnelli di Torino. Di seguito la notizia e il link al servizio.

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Nella scuola Edoardo Agnelli di Torino è stata realizzata una piattaforma online che permette agli studenti di dare e ricevere ripetizioni dagli stessi compagni di istituto. E il sito è stato ideato e gestito dagli stessi studenti.

Sofia e Stéphanie sono due studentesse-tutor dell’istituto salesiano Edoardo Agnelli di Torino. Sofia ha dato disponibilità a fornire ripetizioni di italiano, latino, fisica e matematica. Stéphanie per matematica, filosofia e inglese: e nell’ultima settimana ha ricevuto due richieste sulle disequazioni lineari arrivate da una classe del secondo anno. Sono due dei 16 tutor dell’Agnelli: offrono, gratuitamente, ripetizioni a studenti dei primi anni della loro stessa scuola, di pomeriggio.

L’incontro fra domanda e offerta è organizzato attraverso il sito Find My Tutor, progettato un anno e mezzo fa da due diverse classi e che coinvolge il liceo scientifico e l’istituto tecnico dell’Agnelli, istituto salesiano che ha al suo interno anche una scuola media e un centro di formazione professionale.

Il progetto è sostenuto dalla scuola, ma tutto è gestito dagli studenti, compresa la piattaforma informatica: l’idea, spiegano i promotori, è fare in modo che gli studenti si aiutino tra loro senza coinvolgere i professori. Le lezioni durano da un’ora a un’ora e mezzo. E possono essere individuale o di gruppo. L’impegno dei tutor è riconosciuto come credito per i percorsi di alternanza scuola-lavoro.

All’Agnelli resiste la Sala della Comunità – La Voce e il Tempo

Si riporta l’articolo dedicato al Cinema-Teatro Agnelli di Torino, a cura di Marta Gentile, e un resoconto degli appuntamenti in programma per la Festa di Don Bosco, apparsi su La Voce e il Tempo.

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Ritorniamo a parlare dei cinema di quartiere con il racconto della realtà del Cinema-Teatro Agnelli, a Mirafiori Sud (via Sarpi 111). Si tratta di una Sala della Comunità in cui si uniscono la proiezione di film di seconda visione e l’organizzazione di spettacoli ed iniziative culturali.

Il teatro nasce negli anni Quaranta insieme all’opera salesiana e da sempre costituisce un punto di riferimento per il territorio ed i suoi abitanti. Abbiamo chiesto al responsabile della gestione del cinema, Michele Dettoni, quali sono le principali sfide che l’opera si trova a dover affrontare in un periodo ancora così delicato per le sale cinematografiche.

«Nell’ambito della crisi generale che stiamo vivendo, la ripresa delle seconde visioni è stata faticosa e l’attenzione posta alle spese e ai costi è molto alta», spiega Dettoni, «capita a volte di dover tenere chiuso per mancanza di titoli».

Nonostante le criticità, la sala rimane un presidio culturale in un quartiere urbano in cui sono sempre più̀ carenti i servizi.

«Il nostro pubblico abituale è costituito perlopiù da persone anziane, mentre i giovani sono maggiormente coinvolti nell’attività̀ del gruppo ‘Teatro dell’Ora Junior’».

Si tratta di una realtà, come nel caso del Cinema-Teatro Monterosa in Barriera di Milano, fortemente radicata nel quartiere.

Se è vero che le sfide rimangono molte, è altrettanto vero che si cerca di non restare immobili attraverso la promozione di varie iniziative: vale la pena ricordare l’«arena estiva» come ripartenza del 2021, dopo la chiusura durante la pandemia, l’iniziativa «Circoscrizioni al centro» promossa dal Comune di Torino, e le collaborazioni con la compagnia Assemblea Teatro.

«Lo scorso ottobre il cinema Agnelli è stato l’unico a proiettare in prima visione il film di Paolo RuffiniRagazzaccio’ (2022), in cui l’attore protagonista era proprio un ex animatore dell’oratorio Agnelli», conclude il responsabile del cinema, «in questa occasione molti ex animatori sono tornati a popolare la sala e si è creato un vero e proprio momento di ritrovo nello spirito delle sale della comunità̀».

Per informazioni sul Cinema-Teatro Agnelli: www.cineteatroagnelli.it.

-Marta GENTILE

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Segnaliamo infine, la pagina dedicata agli appuntamenti in programma per la Festa di Don Bosco presso la Basilica Maria Ausiliatrice, al Colle Don Bosco e nelle case di Chieri, Crocetta (che festeggia anche il proprio centenario), Bra e Rivoli.

Telecamere Rai di “Buongiorno Regione” al CFP di Fossano

La trasmissione Rai “Buongiorno Regione” ha deciso di mandare le sue telcamere a girare per i vari laboratori del CNOSFAP di Fossano, per mostrare i luoghi, le attività e gli alunni all’opera agli spettatori del mattino.

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Le telecamere di Buongiorno Regione, la trasmissione RAI a diffusione regionale che va in onda ogni mattina dalle sette e mezzo alle otto su Rai 3, sono venute a trovarci.

La loro visita ci ha fatto piacere e ci ha anche un po’ sorpreso, dunque le abbiamo intervistate.

CNOS: Buongiorno ragazze, come state?

TelecameRai: Buongiorno CNOS Fossano, stiamo bene, siamo un po’ emozionate per essere qui.

CNOS: Come mai da queste parti?

TelecameRai: Niente, ci hanno detto che qui fate corsi di formazione e un sacco di telespettatori che ci seguono devono decidere in quale percorso di studi iscriversi; quindi sono interessati alle realtà formative che abbiano proposte accattivanti da offrire a chi risiede in Piemonte.

CNOS: Interessante. E cosa avete visto?

TelecameRai: Oh, un sacco di cose. Abbiamo gironzolato un po’ per i vostri laboratori e ci siamo registrate alcune informazioni che vorremmo girare ai nostri telespettatori; in particolare abbiamo respirato la sicurezza, la precisione, la passione e l’allegria un po’ ovunque. E poi il fatto che siete in sintonia con le necessità il territorio e preparate professionisti che corrispondano a quelle esigenze. Infine ci è piaciuto molto che i vostri allievi siano preparati praticamente a lavorare.

CNOS: grazie, in effetti facciamo molta attenzione al valore del lavoro. Ma, oltre ai laboratori, cosa avete registrato?

TelecameRai: a essere sinceri non ci aspettavamo così tanti allievi. Abbiamo messo sotto i nostri occhi anche il lavoro della segreteria e quello del SAL, un’autentica novità per noi. In pratica voi aiutate le vostre allieve e allievi a trovare lavoro. Cool! Inoltre siamo rimaste colpite da tutti i corsi che fate: per gli adulti, per l’apprendistato, per i disoccupati… è un sacco di roba!

CNOS: Sì, il lavoro non manca. Sono anche soddisfazioni.

TelecameRai: vero! Lo abbiamo messo a fuoco, ci è sembrato di vedere molta soddisfazione negli occhi delle persone che abbiamo inquadrato. Ci ha lasciato l’impressione di essere in presenza di un messaggio che arriva da un luogo non terrestre.

CNOS: in effetti, abbiamo anche quello. Una domanda: quando sarà possibile vedere il lavoro che avete registrato?

TelecameRai: il servizio è andato in onda, questa mattina, 24 gennaio alle 7 e mezzo del mattino su RAI 3.

Ma potete anche rivederlo online, in qualsiasi momento, cliccando qui. 

Per vedere la puntata completa di “Buongiorno Regione Piemonte” clicca qui

Bra: I Salesiani si preparano alla solenne festa di San Giovanni Bosco – Targatocn.it

Il sito Targatocn.it ha dedicato un articolo alla Festa di Don Bosco e alle celebrazioni in programma presso la casa salesiana di Bra. Di seguito l’articolo.

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Il 31 gennaio è uno dei giorni più freddi dell’anno, ma non per i Salesiani e per tutti coloro che portano don Bosco nel cuore.

Nella città di Bra, l’anniversario della sua nascita al cielo è sempre un momento di grande solennità e ogni anno la sua festa si trasforma in un evento spirituale ricco di significati e di fede. Una bella occasione di crescita e di allegrezza per sentirsi non solo bene nella propria comunità, ma felici.

È già iniziata la novena a cui farà eco il Rosario dell’Ausiliatrice in programma martedì 24 gennaio, alle ore 21, presso la cappella dell’Istituto San Domenico Savio, con riflessioni su San Francesco di Sales (patrono dei Salesiani) nel giorno della memoria liturgica.

Previsto anche un incontro venerdì 27 gennaio, alle ore 20.45, in tema con la strenna 2023 del Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime“Come lievito nella famiglia umana di oggi. La dimensione laicale della famiglia di don Bosco”.

Si prosegue domenica 29 gennaio nella cappella dell’Istituto con le Messe, alle ore 10 e alle ore 11.15, che segnano l’avvio alle celebrazioni in onore di San Giovanni Bosco, rese ancora più gustose, grazie alla merenda, preparata secondo il canone dell’accoglienza salesiana.

Ed eccoci al gran giorno. Martedì 31 gennaio è la memoria liturgica del Santo e sarà grande festa con la Messa delle ore 18, presieduta dal direttore don Riccardo Frigerio, in forma di celebrazione comunitaria.

Ovviamente, i protagonisti di questo tempo di festa saranno i giovani piccoli e grandi. Per gli alunni della scuola media e del CNOS-FAP sarà l’opportunità di riscoprire la gioia del cuore e dell’anima, il più concreto biglietto da visita di don Bosco.

“Cari giovani, io con voi mi trovo bene”: è scritto sul cartellone che campeggia nel cortile dell’Istituto San Domenico Savio, testimone della missione di don Bosco dal 1959. Da allora, sacerdoti, laici consacrati, educatori, ex allievi e cooperatori sono al servizio di bambini e ragazzi della città, operando con fede e dedizione nella Casa che sorge nel quartiere Oltre-ferrovia.

A sostenerli è l’Auxilium Christianorum (l’Aiuto dei Cristiani) che era continuamente invocata da don Bosco. Il grande educatore di Valdocco pose la sua opera di sacerdote e fondatore, sin dall’inizio, sotto la protezione e l’aiuto di Maria Ausiliatrice, alla quale si rivolgeva per ogni necessità, specie quando le cose s’ingarbugliavano.

Il Santo torinese, che spese la sua vita per i giovani dell’800, continua a distanza di secoli a scaldare i cuori. E l’oratorio rappresenta da sempre il perno di un formidabile processo d’integrazione e di prevenzione per tenere insieme tanti bambini e ragazzi che hanno bisogno di essere guidati e amati.

Ogni giorno una moltitudine di ragazzi frequentano la scuola, il catechismo, svolgono diverse attività ludiche e culturali, fanno sport nei campetti di calcio, basket e pallavolo. “Come ci ha insegnato don Bosco, noi cerchiamo di formare buoni cristiani e onesti cittadini”, hanno continuamente predicato intere generazioni di Salesiani.

Tante persone sono cresciute nei cortili di viale Rimembranze, generazioni e generazioni sono passate di lì e ancora oggi lo spirito del suo fondatore è presente tra i sorrisi dei fanciulli, l’entusiasmo degli adolescenti, la devozione degli adulti.

Un solo pensiero fu caro a don Bosco: vedere i suoi giovani “Felici nel tempo e nell’eternità”. Questa, da sempre, la missione dei Salesiani di Bra. Lo sa bene don Sebastiano Bergerone, uno dei decani della fraternità, che racconta:

“Don Bosco, presentando il libro ‘Il giovane provveduto’, annota che molti ragazzi non frequentano la Chiesa, perché pensano che dovrebbero rinunciare alle cose più amate della loro vita: il divertimento, la musica, lo sport, la libertà. Questo li porta a posticipare il più possibile la pratica religiosa. Don Bosco rassicura i giovani che Gesù non toglie niente al positivo che c’è in loro, ma li aiuta a liberarsi dagli impedimenti che ostacolano la felicità a cui aspirano. Gesù stimola le forze migliori che ci sono in loro, distrugge le trappole che un mondo ripiegato su se stesso tende ai suoi abitanti. L’esperienza che i giovani vivono nelle case salesiane è di grande gioia, (allegria, come diceva lui), tanto che dicevano: facciamo consistere la vita cristiana nell’allegria e nel compiere il nostro dovere”.

Un messaggio chiaro, semplice ed attuale quello di don Bosco, un santo non solo da ammirare, ma da imitare.

E Se La Fede: puntata di “In Cammino” dedicata al progetto – Tv2000

Il programma tv “In Cammino“, in onda dal lunedì al venerdì alle 19.30 su Tv 2000 (canale 28 del d.t.) ha dedicato nella giornata di mercoledì 18 gennaio un lungo spazio al progetto E Se La Fede Avesse Ragione?, ospitando in studio don Luca Ramello, direttore dell’Ufficio per la Pastorale della Diocesi di Torino, e in collegamento suor Carmela Busia, FMA Delegata per la Pastorale Giovanile.

Durante il programma anche testimonianze dei giovani e un intervento di don Alberto Goia, Delegato per la Pastorale Giovanile SDB.

Serravalle: un punto d’ascolto Cnosfap “per sentirsi meno soli” – NoviOnline

Il sito NoviOnline ha dedicato una notizia sul Punto d’Ascolto gestito dal CNOS-FAP di Serravalle Scrivia, uno spazio di condivisione aperto a giovani, famiglie e anziani. Di seguito la notizia.

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A partire da mercoledì 18 gennaio, il Comune di Serravalle Scrivia ospiterà nei locali della biblioteca un Punto d’Ascolto gestito dal centro di formazione professionale CNOS-FAP. Sarà uno spazio dove parlare ed essere ascoltati: si potranno ottenere informazioni, condividere i propri pensieri e situazioni, ricevere conforto.

Il centro di formazione professionale salesiano metterà a disposizione dei fruitori personale competente. Questa attività non avrà scopo terapeutico, ma sarà unicamente finalizzata alla relazione d’aiuto, rispetto a situazioni di disagio personale, permettendo alle persone di sentirsi meno sole.

Nel Punto d’Ascolto saranno accolti giovani, famiglie, anziani per aiutarli in tutte quelle azioni che ci disorientano nel mondo di oggi. Lo sportello vuole anche essere uno strumento per il potenziamento dell’inclusione degli stranieri e delle persone con disabilità, un mezzo per conoscere le opportunità e i servizi gratuiti che le istituzioni e gli enti offrono alla cittadinanza.

Il Punto d’Ascolto sarà aperto presso la biblioteca di piazza Carducci 4 a Serravalle Scrivia, tutte le settimane con i seguenti orari:

  • Mercoledì dalle 9.00 alle 12.00
  • Giovedì dalle 15.00 alle 17.00

Rettor Maggiore: “La missione dei salesiani è stare sempre accanto ai giovani” – Avvenire

Il Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, è stato intervistato da Avvenire sull’impegno pastorale dei salesiani e la realtà della congregazione oggi. Di seguito l’articolo.

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Artime: «La missione dei salesiani è stare sempre accanto ai giovani»

Il Rettor Maggiore illustra l’impegno pastorale della congregazione. «Anche un solo caso di abuso è terribile. Siamo vicini alle vittime»

 

L’8 dicembre 1844, don Giovanni Bosco, fondatore della Congregazione salesiana, inaugurava nella periferia di Torino un “oratorio” dedicato proprio a san Francesco di Sales.

Era il nucleo di quella che è diventata la “cittadella” di Valdocco. Dove “tutto è cominciato”. Qui un gruppo di giornalisti incontra il decimo successore del grande santo dei giovani, don Ángel Fernández Artime, spagnolo delle Asturie, figlio di pescatori.

Vengono da Roma grazie all’iniziativa di don Giuseppe Costa, segretario del rettor maggiore e co-portavoce della Congregazione, e sotto la sapiente guida di don Mike Pace visiteranno i luoghi più cari al mondo salesiano, Valdocco appunto con l’annesso Museo Casa don Bosco rinnovato di recente, poi Castelnuovo d’Asti oggi Castelnuovo don Bosco, dove Giovannino venne battezzato nella stessa chiesa dove ricevettero il primo Sacramento anche san Giuseppe Cafasso e il beato Giuseppe Allamano, e quindi il monumentale complesso a Colle don Bosco, edificato dove nacque il santo e dove si sono formate generazioni e generazioni di missionari poi partiti per ogni angolo del mondo.

«In quasi nove anni, gran parte dei quali trascorsi in giro per il mondo, a visitare le missioni, – esordisce don Angel – ho potuto toccare con mano il bene grandissimo che i nostri confratelli fanno, insieme con tutta la Chiesa e con tante persone di buona volontà. Lo dico senza trionfalismi: credo che oggi siamo una congregazione serena, che può guardare al futuro con speranza».

Lo confortano alcuni dati. Attualmente sono 14.000 i Salesiani di don Bosco, presenti in 134 Paesi, che presto diventeranno 136. Sono tra i 440 e i 460 i novizi che ogni anno pronunciano la prima Professione, con un rapporto «molto buono» di un giovane in formazione ogni 4,2 salesiani.

Don Angel parla della presenza della Congregazione in Ucraina sia nella comunità di rito latino che in quella di rito greco-cattolico. In quest’anno di guerra, racconta,

«i nostri confratelli in Ucraina sono molto coraggiosi, alcuni di loro sono sempre alle frontiere e in prima linea, per portare medicinali e aiuti. Non abbiamo perso nessun salesiano, ma la realtà è durissima. A novembre ho potuto visionare le foto della prima linea di guerra: non posso immaginare come nel XXI secolo si possa causare tanto danno umano».

Il Rettor Maggiore fa cenno anche alla presenza, discreta, nella Cina continentale dove vi sono «alcuni salesiani», conosciuti come tali dalle autorità, che svolgono una attività professionale.

«Ad esempio – specifica – abbiamo un italiano che da anni lavora con i lebbrosi e un eccellente professore di lettere classiche che vive in un campus universitario».

Durante l’incontro c’è spazio anche per particolarmente temi delicati, come il triste fenomeno degli abusi sui minori. Don Angel è chiaro e netto:

«per noi che abbiamo promesso a Dio e pubblicamente di consegnare la nostra vita per il bene dei ragazzi, anche soltanto un caso di abuso è terribile. Per quanto riguarda noi salesiani, qualunque caso che ci arriva non lo lasciamo dormire: si fa subito un processo sul posto in cui è accaduto per chiarire. Poi si presenta il caso alle autorità di Roma».

Detto questo il rettor maggiore aggiunge:

«È importante assicurare la giustizia per le vittime, ma se una persona è innocente gettarlo in pasto al pubblico è radicalmente ingiusto, perché la sua reputazione non sarà più come prima. Noi crediamo tantissimo nella giustizia riparativa: bisogna incontrare le vittime, vedere i loro bisogni e qual è la loro richieste di giustizia».

Interpellato su quelle che Papa Francesco definisce le “colonizzazione ideologiche” e sul tema del “gender”, il rettor maggiore dei Salesiani ha ricordato che

«la cosa più importante è il rispetto della persona. Non si possono trattare questi temi così delicati in un modo superficiale. La persona è la realtà più sacra che abbiamo: la Chiesa deve essere capace di misericordia, di ascolto, di accoglienza, di comprensione, il che non significa benedire o giustificare tutto».

Riguardo alla questione di come trasmettere la fede alle giovani generazioni, don Angel osserva:

«Rispetto al tempo di don Bosco, tutto è cambiato, ma, nello stesso tempo, nulla è cambiato». Dunque, anche in una società profondamente diversa sa quella di metà Ottocento, «non muta il nostro centro: una fede vissuta nella trasparenza, con declinazioni che, naturalmente, mutano da realtà a realtà».

Senza cadere nel proselitismo, d’altronde impossibile in realtà come i Paesi musulmani e induisti, ma senza rinunciare a proporre la propria testimonianza di fede.

«L’importante – rimarca – è che non ci vergognamo di fare proposte. Poi ciascuno, secondo la propria libertà e interesse, sceglie. Quando questo accade, a me dà tanta tranquillità».

Infine don Angel sottolinea che il lavoro dei salesiani si svolge non solo nel classico oratorio ma anche con altre modalità, determinate dalla realtà. Con i centri giovanili e con le scuole, con le case per i ragazzi di strada e per le ragazze sfruttate sessualmente, nelle 2800 parrocchie affidate alla Congregazione, in 92 istituzioni universitarie. E anche, ci tiene a sottolinearlo, nei campi profughi come quelli di Kakuma in Kenya, di Palabek in Uganda e di Juba in Sud Sudan:

«Lavoriamo per la formazione professionale dei giovani, perché non rimangano lì ma imparino un mestiere e appena possibile possano lasciare quei campi».

Gazzetta di Alba – Premiati gli allievi del CFP salesiano di Bra

Da La Gazzetta di Alba, si riporta l’articolo della premiazione del campionato dei mestieri Worldskills Piemonte.

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Pioggia di premi per gli allievi del centro di formazione professionale Cnos-Fap dei Salesiani di Bra al campionato dei mestieri Worldskills Piemonte, che si è svolto a Torino: un secondo, un terzo e un quarto posto in questa edizione. Accompagnati dai loro insegnanti hanno gareggiato Giulia Carolini per la pasticceria (formatore Giacomo Raffreddato), Simone Cunsolo per la riparazione di autovetture (con Gianfranco Morra) e Teresa Lusso per la sezione acconciature (accompagnatrice Monica Calosso). I tre rappresentanti facevano parte della pattuglia di 140 concorrenti che si sono sfidati in un * totale di 15 settori, mettendo in mostra le proprie abilità. Svoltosi il 30 novembre e il 1° dicembre a Lingotto fiere, il campionato ha permesso agli allievi braidesi di confrontarsi con giovani provenienti da 14 regioni italiane. Per la prima volta i campionati dei mestieri Worldskills Piemonte hanno ospitato delle aree dedicate alla scoperta dei mestieri appartenenti ai quindici ambiti in gara: acconciatura, costruzioni in mattoni, cucina, estetica, falegnameria, fresatura Cnc, grafica multimediale, hotel reception, pasticceria, progettazione meccanica Cad, riparazione di autovetture, sartoria, servizi di sala e bar, sistemi robotici integrati e tecnico di laboratorio chimico. Al termine della produzione dei loro capolavori, la giuria ha scritto i verdetti: per il Cnos-Fap braidese Giulia Carolini (pasticceria, con una creazione di cioccolato ispirata all’opera lirica Pagliacci di Ruggero Leoncavallo) ha conquistato il secondo posto con 700 punti; medaglia di bronzo per Simone Cunsolo della meccanica auto; un onorevole quarto posto per Teresa Lusso che ha gareggiato con acconciatori di tutto il Nord Italia. Commenta il direttore del centro di formazione braidese, Davide Busato: «Mi congratulo con tutti gli allievi e con i loro formatori, per le eccellenti performance realizzate; nella seconda giornata alcune classi del centro sono state in visita al Lingotto per sostenere i compagni in gara e per curiosare nella fiera dei mestieri».