Al Don Bosco di Châtillon una giornata di formazione sul mondo delle vernici

Gli studenti dell’Istituto Professionale Don Bosco di Châtillon hanno svolto una giornata di formazione sul mondo delle vernici. Di seguito l’articolo pubblicato sul quotidiano on line “Aosta Sera“.

CHÂTILLON – Gli studenti, assistiti dai tecnici e dai formatori Milesi, hanno alternato momenti di lezione teorica in aula, con l’acquisizione delle nozioni tecniche di base, a sessioni dimostrative pratiche di applicazione delle vernici in laboratorio.

Una giornata di formazione sul mondo delle vernici, che ha coinvolto nei giorni scorsi gli studenti dell’Istituto Professionale Don Bosco di Châtillon.  L’iniziativa è stata organizzata da Milesi con la  collaborazione del Rivenditore Pellegrinelli di Saint-Christophe, storico punto di riferimento per il mondo della falegnameria e della lavorazione del legno in Val D’Aosta

Con questa giornata di formazione, Milesi e Pellegrinelli  – spiega una nota – hanno così voluto partecipare al percorso didattico dei futuri professionisti del mondo del legno, valorizzando la tradizione di un territorio che a questa materia prima è da sempre profondamente legato.

Al Don Bosco consegnati i mandati – Borgomanero

I ragazzi delle medie e dei licei, di Don Bosco Borgomanero, hanno formato i gruppi exstrascolastici. Alcuni di questi sono guidati, su mandato, dagli  stessi alunni. Di seguito si riporta l’articolo pubblicato su “NovaraOggi – Giornale di Arona”.

I ragazzi delle medie e dei licei hanno formato i gruppi exstrascolastici

BORGOMANERO (zas) Al Don Bosco sono molte le attività cosiddette exstracurricolari nelle quali gli studenti sono impegnati. Tra queste c’è quella della creazione dei gruppi che sono guidati, su mandato, dagli stessi studenti delle medie e dei licei, e che sono suddivisi per diverse attività.

«I gruppi che rendono viva la scuola sono – spiegano dalla struttura in questo momento, sette: Animazione, che crea serate e pomeriggi di gioco anche a distanza per i ragazzi delle medie e dei licei; Missione, che getta uno sguardo verso l’ altro e contatta realtà del territorio organizzando raccolte e sensibilizzando i compagni di scuola; Cultura, un gruppo ampio che tocca diversi ambiti (dal teatro al cinema, dalla lettura di libri in inglesi a quelli in italiano); Sport che organizza tornei in presenza o online; Officine Sonore, che si sta progettando una radio della scuola al fine di sentirsi anche in questo momento così particolare ” scuola e comunità”; Coro, un gruppo storico ormai della scuola che anima ogni celebrazione; infine Comunicazione che si occupa del giornalino scolastico, di cittadinanza attiva e social».

Nel pomeriggio di martedì 20 aprile gli studenti hanno ricevuto il «mandato» ai presidenti dei gruppi:

«Durante la cerimonia – spiegano dalla scuola – è stato consegnato loro un tubetto di tempera di colori diversi per simboleggiare l’ unicità di ciascuno di loro. i ragazzi, sporcandosi le mani, hanno colorato una tela bianca sulla quale vi era un disegno tracciato, simbolo anche della storia dei cammini degli anni precedenti. Il disegno che ha preso forma, pieno di colori, simbolo della vitalità che i gruppi pastorali stanno portando nella scuola anche in questo periodo storico così difficile per i giovani bisognosi di stare assieme, di relazionarsi e di costruire un progetto loro, rappresenta una casa».

«E’ la nostra scuola – ha spiegato don Giuliano Palizzi, il direttore – che vuole essere casa per voi e per tutti i ragazzi che la frequentano; grazie a voi potrà riempirsi di familiarità, di condivisione e di vitalità».

«I gruppi educative e pastorali – concludono i salesiani – sono tipici del Don Bosco: non sono solo gruppi di aggregazione ma anche di formazione per i ragazzi, che accompagnati e sostenuti da alcuni docenti ideano progetti, iniziative e sono occasione per diventare, come auspicava Don Bosco , buoni cristiani e onesti cittadini».

Il restauro dell’oratorio di San Filippo Neri a Chieri

La Città di Chieri, grazie al contributo della Regione Piemonte, sta curando il restauro della cappella dell’Oratorio di San Filippo Neri con lo scopo di avere una sala ad uso polivalente attrezzata di nuovi impianti tecnologici. I filmati dei restauri vengono trasmessi dall’emittente televisiva locale GRP sul canale 13 del digitale terrestre, il venerdì alle 19,45, il sabato alle 13,30 e la domenica alle 22,30. Di seguito si riporta l’articolo pubblicato su “Torino Free“.

Nella cappella dell’Oratorio di San Filippo Neri è in corso un impegnativo restauro curato dalla Città di Chieri con il contributo della Regione Piemonte. L’intenzione dell’amministrazione comunale è quella di dotare la città di una sala ad uso polivalente tornata agli splendori originali e attrezzata con i più moderni impianti tecnologici.

Il luogo caro ai chieresi e ai Salesiani perché tra quelle mura, in quelle stanze e in quei corridoi Don Bosco studiò dall’ottobre del 1835 al 1841, anno in cui termina, a malincuore, il suo percorso di clericato, come egli stesso ricorda: “Mi tornò dolorosissima quella separazione; separazione da un luogo dove ero vissuto per sei anni, dove ebbi educazione, scienza, spirito ecclesiastico e tutti i segni di bontà e di affetto che si possono desiderare”.

Di seguito l’intervista al sindaco Alessandro Sicchiero, al restauratore Angelo Marello, alla progettista dell’intervento di recupero Cristina Soldati

I filmati con i restauri vengono messi in onda dall’emittente televisiva locale GRP sul canale 13 del digitale terrestre, il venerdì alle 19,45, il sabato alle 13,30 e la domenica alle 22,30.

Il centro visite allestito al primo piano permette di scoprire la vita del Santo e l’ambiente chierese che fu il teatro della formazione di Don Bosco, attraverso un percorso multimediale e la parziale ricostruzione di alcuni ambienti della prima metà dell’Ottocento.

L’oratorio si presenta, chiuso tra la galleria di accesso al convento e la chiesa di San Filippo Neri, come un’aula a navata unica con pianta rettangolare, coperta da una volta a botte costolonata. Il presbiterio è absidato, con cupola e cupolino a pianta ottagonale. La prima edificazione dell’oratorio risale al 1695, come conseguenza dell’ampliarsi del convento e del suo collegarsi alla chiesa di San Filippo. Le opere vennero proseguite tra il 1763 e il 1772, su progetto dell’architetto Galletti. Nell’anno successivo la Congregazione dei Filippini decide di far realizzare l’altare in marmo dell’oratorio, ma la configurazione attuale risale alla fine dell’Ottocento, quando il professor Massoglia demolì il presbiterio e lo ampliò, rifacendo interamente la volta (decorata con affreschi) e l’orchestra. Appartengono a questa fase di rifacimenti neo-barocchi gli stucchi dei fratelli Borgogno e del Gianoli. Dopo la chiusura del seminario, anche l’oratorio, come il convento, andò lentamente depauperandosi. Nel 1801, durante la dominazione francese, chiesa e convento passarono al Comune. Dopo la restaurazione, i padri Oratoriani tornarono in possesso degli edifici, ma nel 1819 chiusero il convento per mancanza di religiosi. Dal 1828 al 1949 l’edificio fu sede del Seminario Maggiore di Torino. Fu più volte parzialmente requisito per essere utilizzato come caserma e poi come carcere nel periodo della Grande Guerra. In seguito il convento fu acquistato dai padri Salvatoriani e successivamente ceduto al Comune.

Dopo la chiusura del seminario, l’oratorio subì un forte degrado degli intonaci dipinti e delle decorazioni a stucco, causato da dilavamenti e infiltrazioni di acqua piovana proveniente dalla copertura superiore, ora sanata, che, fortunatamente, non hanno intaccato la struttura della volta. Non si evidenziano fratture ne cedimenti significativi, mentre la superficie pittorica è stata interessata da un processo di erosione e impoverimento, in alcune aree più superficiale in altre più profondo. Anche l?altare purtroppo non è in buono stato di conservazione.

La pavimentazione nella zona presbiteriale risulta complessivamente in buone condizioni, mentre più critico appare lo stato conservativo della pavimentazione dell’aula, in cui si notano lastre fratturate, rappezzi cementizi e lacune.

I lavori di restauro, iniziati nel gennaio di quest’anno, mirano a restituire l’antica cappella all’aspetto di fine Ottocento. Attraverso analisi fisico-chimiche è stato possibile ricostruire l’originale impianto. L’intervento riguarda non solo l?apparato decorativo pittorico e quello a stucco, ma l’insieme della cappella, anche con il recupero impiantistico, finalizzato ad un utilizzo per eventi culturali di vario tipo.

L’intenzione dell’amministrazione comunale è quella di dotare la città di una sala ad uso polivalente tornata agli splendori originali e attrezzata con i più moderni impianti tecnologici.

Nella prima fase del restauro sono state ripulite le pareti affrescate, anche attraverso l’estrazione dei sali depositati sulla superficie. Sono state inoltre rasate le parti di intonaco mancanti in seguito a distacchi. Le decorazioni pittoriche sono in corso di ripristino.

Nei casi in cui la pittura è completamente asportata si usa la tecnica dello spolvero, che consente di riprodurre la decorazione con assoluta fedeltà all’originale. Le parti mancanti delle numerose figure di puttini sono invece ridipinte in modo non invasivo con la tecnica del puntinato o del rigatino, che permette di ricostruire il disegno evidenziando per l’intervento, nel rispetto dei dettami del restauro conservativo.

Si ringrazia Michele Fassinotti dell’Ufficio stampa della Città Metropolitana di Torino

Per informazioni e visite www.carreumpotentia.it

Dai campi alle industrie così nasce il Belvedere con un cuore salesiano – Vercelli

Don Paolo Pastorino, racconta, attraverso uno scritto inedito, la storia del Belvedere a Vercelli, soffermandosi sulla nascita del borgo e su come si sia trasformato nel corso del tempo. Di seguito si riporta l’articolo pubblicato su “La Stampa“.
Il quartiere è conosciuto per la Cooperfisa e il suo cine-teatro all’oratorio

«Il Belvedere è un popoloso Sobborgo che si protende, come un immenso braccio, in due lunghi filari di case e di casette e di palazzi, a destra e a sinistra dello stradone di Gattinara, dalla parte occidentale dell’antichissima Città di Vercelli».

Così, osservano Flavio Ardissone, docente e responsabile marketing del Cnos Fap Don Bosco e l’allievo Giuseppe Borzunati che ne hanno riscoperto lo scritto inedito, il sacerdote salesiano don Paolo Pastorino, nel 1918 illustrava la nascita del rione.

«All’epoca a unire il Belvedere alla città c’era il viale Umberto I che divideva in due il quartiere e piazza Vittorio Emanuele che si allargava verso via Gattinara, arteria principale del Borgo, nel largo di Porta Torino».

Attraversato dalla ferrovia il Belvedere cominciava a crescere e popolarsi. Fino a cinquant’anni prima il «borgo» non esisteva. Solo pochi casolari in mezzo alla campagna e campi seminati a cereali e ortaggi.
«In vicinanza della città – scriveva don Pastorino – spiccava però un caseggiato che sembrava svettare sui pochi altri per la sua ampiezza, il suo bel giardino e per un piccolo poggio che gli sorgeva accanto, recintato da un parapetto di cannucce intrecciate e ornato di passiflora. Da questo piccolo poggio si scoprivano i campanili, torri, cupole e tetti della città; i raggi del sole vicino al tramonto illuminavano quegli edifici che parevano trasfigurati».
Da quella casa (oggi nel complesso dei salesiani) è nata la denominazione Belvedere che ha da sempre accompagnato il rione. Con gli anni anche il Belvedere è cambiato. Cantieri, fabbriche, stabilimenti hanno trovato spazio in questo scorcio della città: la raffineria di riso Lombardi, il Calzaturificio Pisani, il Cotonificio Maggia, la fabbrica dei concimi chimici, il Lanificio Vercellese hanno reso il rione uno più industriali della città.
Oggi ospita una delle più antiche aziende artigianali conosciute a livello mondiale: la Cooperfisa.
Con la costruzione del cavalcaferrovia nel 1933 da parte dell’amministrazione di Adriano Tournon, il vecchio stradone ha iniziato a essere percorso dal tramvay, quindi da automobili sempre più rombanti che hanno trasformato quel tratto di città in uno dei più frequentati snodi quotidiani. Il Belvedere si è esteso intorno alla via per Olcenengo e al rione San Pancrazio. Ma il rione è rimasto quello tranquillo e laborioso di sempre.
«Uno dei punti fermi è la chiesa del Sacro Cuore affidata ai salesiani – sottolinea Ardissone -. Una comunità che spesso ha dovuto vivere momenti difficili, come durante il secondo conflitto mondiale. La gente fece un voto alla Madonna del Belvedere e, nonostante un duro bombardamento aereo nella strada verso Olcenengo, nessuno rimase ferito».
Da sempre Belvedere è stato sinonimo in città di cine-teatro. La sua sala, all’interno dell’oratorio e oggi chiusa, è stata sempre pronta ad accogliere le nuove tecnologie.

Operatori meccanici specializzati: TecAlliance a supporto dell’alta formazione – CFP Rebaudengo

Il Centro di Formazione Professionale Salesiano Rebaudengo collabora con la TecAlliance per supportare la formazione del settore meccanico-automobilistico. Insieme cercano la giusta soluzione per migliorare l’istruzione degli studenti, vista la complessità della mansione, con strumenti di lavoro che possano prepararli al futuro. Tra le numerose offerte vi sono le 30 licenze gratuite per TecDoc Garage Data Pro. Di seguito si riporta l’articolo pubblicato su”Automazione Plus“.

TecAlliance supporta la formazione della prossima generazione di meccanici automobilistici e fornisce al Centro di Formazione Professionale Salesiano Rebaudengo (Cnos-Fap Rebaudengo) 30 licenze gratuite per TecDoc Garage Data Pro.

La collaborazione con TecAlliance, uno degli specialisti di dati più noti al mondo per l’automotive aftermarket, fa parte dell’impegno per includere tecnologie all’avanguardia e per adattare la formazione alle necessità del mercato del lavoro futuro. Oltre 400 studenti sono iscritti al centro di formazione che offre corsi della durata di tre anni per diventare un operatore meccanico industriale, un operatore elettrico, un operatore alla riparazione dei veicoli a motore e un operatore carrozziere. Inoltre, al termine dei corsi è possibile frequentare un quarto anno per conseguire un diploma professionale.

Pronti per una professione sempre più complessa
La formazione dei meccanici sta diventando sempre più complessa, specialmente nel campo dell’elettronica. I nuovi tipi di motori richiedono competenze specifiche che necessitano di una preparazione all’avanguardia”, afferma Maurizio La Chimia, Referente del Settore Automotive presso il Centro di Formazione Professionale Salesiano Rebaudengo (Cnos-Fap Rebaudengo

C’è molta domanda di meccanici sul mercato del lavoro, ma questi ultimi devono sia avere conoscenze approfondite che saper gestire i rapporti con i clienti”, spiega La Chimia, aggiungendo: “Ci siamo rivolti a TecAlliance alla ricerca di una soluzione per migliorare la formazione dei nostri studenti, offrendo loro nuovi strumenti di lavoro che possano prepararli per le richieste future”.

Riccardo Batisti, Commercial Business Owner BU Data Manager e Fabio Vecchio, Sales Manager RMI presso TecAlliance, hanno fornito 30 licenze gratuite alla scuola e si sono anche offerti di preparare gli insegnanti.

La digitalizzazione dei processi è cruciale per il successo delle officine in futuro. Siamo lieti di supportare gli studenti con l’accesso a TecDoc Catalogue per l’identificazione di veicoli e ricambi e a TecRMI per dati tecnici e informazioni su riparazioni e manutenzione”, afferma Batisti.

Il primo feedback da parte di insegnanti e studenti è molto positivo.

Le soluzioni di TecAlliance sono molto valide e all’avanguardia. La collaborazione con TecAlliance è risultata molto positiva. È stato molto utile che abbiano preparato gli insegnanti in modo che a loro volta potessero formare gli studenti. Nelle prime lezioni gli studenti hanno partecipato attivamente e hanno mostrato grande interesse nell’apprendimento di informazioni sulle nuove tecnologie del loro settore”, riassume La Chimia.

Le soluzioni TecAlliance supportano le officine indipendenti
Con le licenze TecDoc Garage Data Pro, gli studenti hanno accesso a TecDoc Catalogue, uno dei cataloghi di ricambi leader al mondo, e alle informazioni su riparazioni e manutenzione di TecRMI conformi agli OE e standardizzate. TecRMI include, tra le altre cose, tempi di lavoro, intervalli e programmazione della manutenzione così come manuali di riparazione per tutti i marchi di veicoli rilevanti, per supportare le officine dall’accettazione diretta alla consegna del veicolo e alla fatturazione.

TecRMI supporta i meccanici con molti elementi utili che aumentano l’efficienza dei processi dell’officina,” spiega Fabio Vecchio e aggiunge: “Un esempio è il Service Finder: il meccanico inserisce semplicemente il chilometraggio attuale e la data della prima registrazione. In seguito, viene mostrato il lavoro prescritto dal costruttore, con tutti i vari passaggi e i pezzi necessari. Molti collaboratori di TecAlliance, che ora sono coinvolti nell’elaborazione dei dati e nello sviluppo di soluzioni per officine, hanno a loro volta lavorato per anni sulle autovetture, e in alcuni casi lo fanno ancora con passione. Per questo motivo sanno individuare i problemi. Capiscono i problemi e le sfide che si possono riscontrare nell’officina perché li hanno vissuti in prima persona”.

San Giovanni Bosco, la chiesa compie 80 anni – La Voce e il Tempo

Il 19 aprile 1941 il sig.Cardinale Fossati benedì e aprì al culto la cappella dell’oratorio Agnelli dedicata a don Bosco e il Rettor Maggiore Ricaldon il giorno seguente ne guidò la celebrazione. In onore degli 80 anni della Chiesa di San Giovanni Bosco, i festeggiamenti iniziati il 31 gennaio 2021 vedranno il loro apice il 18 aprile, con la celebrazione eucaristica trasmessa sul Canale YouTube dell’oratorio don Bosco Agnelli insieme alla fotogallery sui primi anni di vita della comunità. Di seguito la notizia pubblicata su “La Voce e il Tempo“.

La chiesa torinese di San Giovanni Bosco compie ottant’anni: era il 19 aprile 1941 quando, sul far della sera, «il sig. Cardinale Maurilio Fossati raggiunse la zona periferica di Mirafiori per benedire la cappella dell’oratorio Edoardo Agnelli dedicata a don Bosco ed aprirla al culto», racconta il Bollettino Salesiano del maggio 1941. Alla cerimonia assistettero il senatore Giovanni Agnelli con tutta la famiglia e il Rettor Maggiore don Pietro Ricaldone, accompagnato dai superiori del Capitolo. La mattina del 20 aprile la solenne celebrazione fu presieduta dal Rettor Maggiore assistito dal Cardinale Vincenzo La Puma il quale, al termine della funzione, passò a benedire i locali dell’oratorio e il busto del compianto Edoardo Agnelli. Sempre il Bollettino Salesiano riporta che «la nuova chiesa, costruita dall’architetto Giulio Valotti, è in stile neoromanico; sull’altare, che è uno sfoggio di marmi policromi, domina la pala di San Giovanni Bosco che ornò l’altare del Santo fino al gennaio scorso nella basilica di Maria Ausiliatrice». Infatti il monumento marmoreo dedicato al fondatore dei salesiani presente tutt’ora nel presbiterio, sarà posizionato al posto del quadro del Crida (trasferito a Genova Sanpierdarena) soltanto tredici anni dopo.

«È significativo pensare come la nascita dell’opera salesiana dell’Agnelli sia collocata in un periodo di gravi difficoltà causate dalla seconda guerra mondiale», commenta don Gianmarco Pernice (sdb) parroco e incaricato dell’oratorio, «e anche oggi celebriamo l’ottantesimo anniversario in un momento di emergenza. Tuttavia come i salesiani e i giovani dell’epoca riuscirono a diventare una piccola luce per il neonato quartiere di Mirafiori, così anche noi oggi vogliamo continuare ad essere punto di riferimento spirituale e sociale per quanti entrano nella nostra chiesa e nei nostri cortili».

E i festeggiamenti, iniziati proprio il 31 gennaio scorso alla presenza dell’Arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia, vedranno il loro culmine nella giornata di domenica 18 aprile con la con celebrazione eucaristica delle 10, trasmessa anche in streaming sul canale YouTube dell’oratorio don Bosco Agnelli, presieduta dall’Ispettore dei salesiani di Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania don Leonardo Mancini. In aggiunta in via eccezionale sarà esposta alla venerazione dei fedeli la reliquia di San Giovanni Bosco. Sempre da domenica 18 sarà possibile visitare sul sito web www.oratorioagnelli.it e sulla pagina fb della parrocchia una virtual photogallery con scatti e articoli d’epoca riguardanti i primi anni di vita dell’opera salesiana.

«La popolazione dimostrò subito di saper apprezzare la presenza salesiana affluendo alla cappella per le pratiche di pietà e affollando di giovani i cortili dell’oratorio», scriveva sempre il Bollettino Salesiano. E oggi, come allora, i Salesiani e le Figlie di Maria Ausiliatrice dell’Agnelli continuano a camminare insieme affinchè, come è riportato nell’iscrizione presente all’ingresso dell’oratorio, «nella luce del Santo, fede e lavoro propizino ai giovani l’avvenire».

Marco DI GENNARO

In arrivo il sussidio ecologico per l’Estate Ragazzi e i Grest Elledici

Anche per quest’anno è in uscita il sussidio estivo Elledici. Don Valter Rossi, direttore della rivista Dossier Catechista spiega il sussidio in un’intervista riportata su Vatican News. Quest’anno i temi del progetto sono: l’ecologia integrale e la “Laudato si” di Papa Francesco. Di seguito l’articolo pubblicato oggi, 13 aprile 2021, su “Vatican News“.

“Sei dei nostri!” è il titolo del tradizionale sussidio dell’editrice Elledici per i centri estivi dedicati ai più giovani. Nell’Anno speciale di anniversario della Laudato si’ di Papa Francesco l’editrice salesiana, su proposta del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha scelto di dedicare l’edizione 2021 all’ecologia integrale.

Giada Aquilino – Città del Vaticano

“Non dobbiamo raccontare una storia, ma dobbiamo far vivere ai ragazzi un’esperienza, per cui tutto, dai giochi alle attività, dalle avventure raccontate alla scenografia, coinvolge all’interno di un ambiente e di un tema: quest’anno si è scelto il tema dell’ecologia integrale e della Laudato si’ di Papa Francesco”, nell’Anno speciale di anniversario dell’enciclica del Pontefice del 2015. Così don Valter Rossi, direttore del Dossier Catechista della Elledici anticipa a Vatican News “Sei dei nostri!”, il tradizionale sussidio della editrice salesiana ideato per l’Estate Ragazzi, i Grest, i campi scuola, le realtà cioè che – con centri estivi, animazioni e iniziative – accompagnano i più giovani dopo la fine dell’anno scolastico. Ne è stata un esempio l’Estate Ragazzi voluta lo scorso anno dal Papa all’interno delle mura vaticane, come oratorio estivo animato da giochi, sport e attività ludiche.

La collaborazione
Il sacerdote salesiano è uno dei curatori dell’edizione 2021, in uscita questo mese. In nove capitoli, il sussidio ospita le vicende di Nonno Eco e della nipotina Jia: “girano per il mondo incontrando vari personaggi, esperti di ecologia, persone impegnate socialmente, ponendo loro domande e cercando, non senza confrontarsi con figure che li metteranno in difficoltà, di aiutare il mondo a migliorare”, spiega don Valter.

Il lavoro nasce dalla collaborazione della Elledici con il settore Ecologia e Creato del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, che ha proposto l’iniziativa, e con varie realtà impegnate nella cura della casa comune. A fare da filo conduttore sono le tematiche proprie della Laudato si’, dalla risposta al grido della terra e dei poveri alla spinta verso altri modi di intendere l’economia e il progresso, dall’adozione di uno stile di vita alternativo, superando l’individualismo, all’istruzione per creare consapevolezza ecologica, dal coinvolgimento comunitario nella cura della creazione ad una spiritualità capace di riscoprire e valorizzare la casa comune.

L’intervista a don Valter Rossi

Un’uscita verso gli altri nel mondo
“Quella della Laudato si’ – chiarisce ancora il religioso, che cura i sussidi da fine anni Ottanta – è per noi una rivoluzione vera e propria a livello ecclesiale e della società; ci è sembrato giusto coinvolgere già da subito i ragazzi, che oltretutto sono molto sensibili a queste tematiche.

Ci pare il modo giusto per camminare con la Chiesa. Oggi non c’è più l’idea di una proposta religiosa all’interno della Chiesa, delle mura del catechismo o dell’oratorio, ma si tratta di compiere veramente un’uscita: andare verso i problemi per incontrare altre persone, in una collaborazione variegata”. “Ormai i nostri centri estivi – osserva – accolgono ragazzi di ogni tipo, non soltanto quelli del catechismo. Quello della consapevolezza ecologica è poi un terreno comune che trova coinvolti anche giovani di altre etnie: nelle nostre realtà ci sono il cattolico, il non cattolico, il musulmano. Tutti trovano un luogo comune, di coesione”, mette in luce il direttore del Dossier Catechista dell’editrice.

Il custode del creato
In questa emergenza per la pandemia, segnata dal distanziamento e spesso dalla paura dell’altro, il tema dell’ecologia integrale illuminata dalla Laudato si’ torna a far riflettere, dice don Rossi. “Alle volte c’è un certo discorso ecologico che pensa all’uomo quasi come a un virus della terra. Questa non è la nostra idea: l’uomo non è un virus, anzi è il custode del creato. La Laudato si’, mentre loda tutto il creato, mette l’uomo al centro di questo progetto di Dio e vede l’intera terra che loda il Signore, partendo dall’esempio di San Francesco”. Il sussidio si propone quindi di accompagnare un’esperienza di maturazione e insieme di fede. “Mentre riflettiamo sulle tematiche ecologiche, scopriamo anche qual è il senso vero dell’essere cristiano, questo modo di pensarsi all’interno del mondo e della creazione”.

Sull’impegno con i più piccoli si sofferma in particolare l’altro curatore del sussidio, Enrico Molineri. Si punta a “trasmettere dei valori ai ragazzi, far conoscere loro delle tematiche molto importanti per la vita, ma – ci tiene a chiarire il cooperatore salesiano – in un modo vivace e avventuroso, rendendoci conto di quanto sia importante trattare bene la nostra casa comune: il senso del sussidio è inoltre quello che, se si affrontano insieme e con gioia, i grandi problemi si riescono a superare”. I bambini, evidenzia ancora, “sono molto attenti, spesso sono loro i più esperti nelle famiglie su raccolta differenziata e attenzione alla natura”.

L’intervista ad Enrico Molineri

I contributi
La storia di Eco, Jia e dei loro amici è corredata da schede tematiche e contenutistiche, approfondimento dell’enciclica del 2015, ma anche da giochi, attività di gruppo e proposte di laboratori, oltre che di preghiere per iniziare o concludere le giornate. Sono previste alcune schede formative per gli animatori, chiamati a vivere in prima persona ciò che faranno sperimentare ai bambini e ai ragazzi. “Il sussidio, tutti i lavori e tutte le avventure non si intraprendono da soli in questa fase della storia, ma – anche seguendo gli inviti di Papa Francesco – insieme, condividendo e collaborando”, ricorda Molineri. “Ecco perché ci siamo avvalsi di preziose collaborazioni, con il gruppo degli Animatori Laudato si’ del Movimento cattolico globale per il clima, che hanno contribuito con le attività del libro, con Play.it – che ha collaborato per la parte dei giochi – e con esperti di vari settori: suor Alessandra Smerilli, sottosegretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale per il settore Fede e Sviluppo, che ha dato un contributo come economista, don Joshtrom Isaac Kureethadam, coordinatore del settore Ecologia e Creato del medesimo Dicastero, che è intervenuto per l’aspetto dell’ecologia integrale, Luca Mercalli per i cambiamenti climatici e Maurizio Pallante per gli stili di vita. Abbiamo avuto anche un supporto per la stampa del libro dal fondo dei commercianti per le pensioni Fon.Te”.

Un’Estate Ragazzi per ri-creare
Il sussidio è pensato nell’ottica delle restrizioni per il coronavirus, che verosimilmente continueranno a limitare le esperienze di massa dei centri estivi, con gruppi più piccoli di animatori e bambini, ai quali non mancherà comunque la canzone, “inno/tormentone” dell’estate, dal titolo ovviamente “Sei dei nostri!”, presto disponibile con un video di animazione sul canale YouTube della Elledici. “La pandemia in qualche modo ci ha tolto quello che spesso diamo per scontato, la compagnia, la fraternità, lo stare assieme, che sono invece così importanti”, sottolinea don Joshtrom Isaac Kureethadam, coordinatore del settore Ecologia e Creato del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale. “Credo davvero – riferisce – che Estate Ragazzi, quest’anno ispirata alla Laudato si’, sarà ancora più bella, per tornare a stare assieme come un’unica famiglia”, pure nell’ottica dell’ultima enciclica del Pontefice, Fratelli tutti. Troppo spesso, constata don Joshtrom, “vediamo la terra e l’ambiente come qualcosa di esterno a noi o da sfruttare. Ma la terra è veramente la nostra casa comune. Tutti noi possiamo in qualche modo ritrovare questo rapporto filiale con la ‘madre’ terra e prendercene cura. Penso che l’Estate Ragazzi sia anche un momento ricreativo, in cui siamo tutti invitati a ri-creare”.

L’intervista a don Joshtrom Isaac Kureethadam

 

Don Bosco San Salvario: gli educatori continuano ad accompagnare i giovani fragili verso l’autonomia

San Salvario, la zona rossa non ferma l’oratorio sulla strada. Ad oggi il Centro sta accompagnando una trentina di giovani in condizione di precarietà inseriti nel progetto nazionale «M’interesso di te», promosso dai Salesiani per il Sociale. Di seguito l’articolo pubblicato da La Voce e il Tempo a cura di Chiara Baccaglion in merito all’esperienza vissuta e che vive la realtà salesiana di Torino – San Salvario.

SALESIANI – GLI EDUCATORI CONTINUANO AD ACCOMPAGNARE I GIOVANI FRAGILI VERSO L’AUTONOMIA

A San Salvario gli oratori sulla strada anche in ‘zona rossa’ continuano ad essere un presidio educativo essenziale, soprattutto per i giovani stranieri soli e di recente immigrazione: tra centri d’accoglienza, sportelli lavoro e doposcuola i cortili salesiani del quartiere, in collaborazione con la cooperativa sociale Et, portano avanti, nonostante pandemia, la missione di don Bosco.

«Per dare risposte ai bisogni educativi dei giovani sulla strada in un momento come questo, in cui la precarietà aumenta e i servizi diminuiscono, ci stiamo impegnando a superare quella ‘logica’ secondo la quale ‘c’è il Covid, quindi non si fa niente’» sottolinea il coordinatore dei progetti di educativa di strada dell’oratorio San Luigi, Matteo Aigotti.

Per questo motivo gli operatori del centro Di.Te, situato nell’oratorio Santi Pietro e Paolo (via Giacosa 8), hanno rafforzato le azioni per l’inserimento lavorativo dei giovani che gli educatori incontrano sulla strada, dal momento che le regole per prevenire il contagio impediscono di mettere di nuovo a loro disposizione le docce, un pasto o un posto in cui riposare. Ad oggi il Centro sta accompagnando una trentina di giovani in condizione di precarietà inseriti nel progetto nazionale «M’interesso di te», promosso dai Salesiani per il Sociale. Grazie al progetto i giovani vengono orientati verso i servizi educativi, sanitari e sociali del territorio e, laddove possibile, sono guidati all’inserimento lavorativo con tirocini e borse lavoro.

«L’anno scorso molti tirocini erano saltati con la chiusura delle aziende, quest’anno invece sono perlopiù proseguiti e hanno preso il via anche dei tirocini nel settore agricolo», prosegue l’educatore.

I colloqui dello sportello lavoro continuano nel cortile dell’oratorio con i giovani che non hanno la possibilità di svolgerli a distanza. Un servizio che veniva offerto anche nell’area di Spazio Anch’io, il presidio educativo salesiano nel parco del Valentino ora chiuso per via della vicinanza al Covid Hospital a Torino Esposizioni. Rimane invece aperto l’oratorio San Luigi (via Ormea 4) per la comunità di 15 minori stranieri non accompagnati provenienti da Albania, Egitto, Gambia, Marocco, Kurdistan, Senegal e Somalia. Tutti i ragazzi stanno frequentando percorsi di formazione professionale o quelli per sostenere l’esame di terza media.

«I giovani che seguono le lezioni a distanza sono otto, con tutte le difficoltà che questo comporta. Alle barriere linguistiche ora si aggiungono le interferenze o la connessione che fa i capricci», spiega l’incaricato dell’oratorio, don Mario Fissore.

Prosegue nel Cam (Centro aggregativo per minori) dell’oratorio anche il doposcuola rivolto a ragazzi con necessità educative peculiari.

Chiara BACCAGLION

Avvenire – Un anno di Messa diffusa attraverso il digitale terrestre per far sentire tutti attesi a accolti nella casa di Don Bosco

Su Avvenire, a firma di Marina Lomunno, è uscito un articolo che racconta l’esperienza della Messa trasmessa sul digitale terrestre dalla Basilica di Maria Ausiliatrice. Un’esperienza che dura da un anno che fa sentire tante persone vicino a Don Bosco, soprattutto in un momento di difficoltà.

***

È da un anno che dalla Basilica di Maria Ausiliatrice, casa madre dei Salesiani, ogni mattina alle 9 e la domenica alle 9.30 viene trasmessa la Messa in diretta su Rete 7 (canale 12 del digitale terrestre). «La recrudescenza della pandemia ci ha sorpresi nelle fasi finali del 28° Capitolo generale celebrato dal 16 febbraio 2020 qui a Valdocco ma che abbiamo dovuto concludere anticipatamente causa lockdown – spiega il rettore della Basilica, don Guido Errico -. E da allora continuiamo a trasmettere la Messa in diretta cercando di far sentire i malati parte della nostra comunità». Il rettore sottolinea come don Bosco invocava Maria Ausiliatrice perché accogliesse tutti sotto il suo mantello: «Maria è la mamma di tutti, così pure il carisma salesiano è dono per tutti. E diffondere la Messa in tv significa accogliere virtualmente nella Casa di don Bosco chi ha bisogno di conforto in un momento così difficile, unirci nella preghiera all’Ausiliatrice con chi ha a cuore i piccoli e i giovani che in questi mesi soffrono perché non possono andare a scuola e incontrare i loro amici». Arrivare nelle case attraverso tv e social per don Errico significa «condividere un clima di famiglia, farsi prossimi a chi è nel dolore: lo stesso faremo quando torneremo a incontrarci in presenza. La pandemia ci sta insegnando il senso del limite e ad annunciare che nella malattia e nell’esperienza della morte non siamo soli. Anche don Bosco oggi avrebbe usato i nuovi media per infondere speranza a chi non poteva raggiungere di persona».

 

 

Giornata di preghiera in memoria dei missionari martiri – Intervista al salesiano Piero Ramello

La giornata di oggi, 24 marzo, è dedicata al ricordo e alla preghiera dei missionari martiri. Per l’occasione, il giornale online L’Agenda News dedica un articolo-intervista al salesiano Piero Ramello, arrivato il 2 ottobre scorso in Pakistan (nella città di Lahore) per dedicarsi alla missione. Di seguito il testo.

I Salesiani per la Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri
Intervista al salesiano Piero Ramello

TORINO – Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri. I salesiani del Pakistan hanno ricordato il 15 marzo scorso il sesto anniversario del martirio di Akash Bashir. Era il diciottenne ex-allievo dell’Istituto tecnico Don Bosco di Lahore, il quale che impedì ad un attentatore di accedere nella chiesa del quartiere di Youhanabad gremita di fedeli. Evitò una strage più pesante di quella che avvenne quando il terrorista si fece esplodere causando la morte di venti persone all’esterno.

“Morirò, ma non ti lascerò entrare” furono le ultime parole di Akash.

Piero Ramello fino a poco più di un anno fa viveva a Torino, insegnava fisica e matematica all’Istituto Agnelli. È un salesiano coadiutore, originario del Pinerolese. Oggi vive a Lahore, capitale culturale del Pakistan.

L’INTERVISTA
Com’è la società pakistana?

“La religione occupa un posto di primo piano. Quello che colpisce di più arrivando da una società secolarizzata, è la religiosità diffusa. Del resto, non può essere altrimenti: la religione permea tutta la società. Sette volte al giorno gli altoparlanti delle moschee annunciano la preghiera, e la città in quei momenti si ferma. Tante usanze e tradizioni sono legate a significati religiosi. Molti libri o discorsi, anche di carattere laico, iniziano nel nome di Allah”.

Com’è il rapporto delle istituzioni civili con la fede islamica?

“A fianco di questa considerazione positiva, credo però che l’Islam in Pakistan debba ancora trovare una sintesi nel delicatissimo equilibrio tra religione e politica. Quando la religione entra a gamba tesa nella vita politica e nel diritto, dettando comportamenti concreti che vincolano ogni cittadino, si creano grossi pericoli per la democrazia e il rispetto delle minoranze. Molto pericolosa è anche una interpretazione letterale del Corano da parte di alcuni gruppi integralisti”.

I CRISTIANI
Com’è la condizione e dei cristiani?

“Al di là di questo, comunque, ci sono problemi a livello culturale e sociale. Non parlerei di persecuzione dei cristiani in Pakistan, ma di discriminazione sì. Essendo un’esigua minoranza, i cristiani sono considerati di minore importanza e hanno poche opportunità all’interno della società. La maggioranza dei cristiani discende dalle classi basse Hindu che si sono convertite durante il dominio britannico, e ancora oggi rappresentano la parte economicamente più debole della popolazione”.