Intervista al Ferrante Aporti all’autore Rap vincitore del Festival “Sottodiciotto”

Si riporta l’interessante articolo pubblicato su LA VOCE E IL TEMPO di domenica 2 giugno 2019 in merito all’intervista all’autore Rap che si trova all’Istituto penale Ferrante Aporti di Torino che ha vinto il Festival «Sottodiciottosezione Off», dedicato ai videoclip realizzati dai ragazzi under 18 in ambito extrascolastico.

LA VOCE E IL TEMPO – Domenica 2 giugno 2019

INTERVISTA – PARLA IL DETENUTO DEL «FERRANTE APORTI» AUTORE DEL RAP CHE FA DA COLONNA SONORA AL CORTO VINCITORE DI «SOTTODICIOTTO»

«Scrivere musica mi fa alzare gli occhi al cielo»

Si intitola «Fuori Luogo» il cortometraggio che ha vinto lo scorso marzo a Torino la 20a edizione del concorso nazionale del Festival «Sottodiciotto sezione Off», dedicato ai videoclip realizzati dai ragazzi under 18 in ambito extrascolastico. L’eccezionalità del riconoscimento è dovuta agli autori, un gruppo di minorenni detenuti al «Ferrante Aporti» che frequentano il Laboratorio di informatica multimediale dell’Istituto penale gestito da Inforcoop – Lega Piemonte, finanziato dalla Città metropolitana di Torino.
Il cortometraggio, giudicato il migliore su 16 clip finalisti lo scorso marzo da una giuria composta dal regista Enrico Bisi, dalla documentarista Rosa Canosa e da Marco Maccarini, presentatore, autore televisivo e speaker di Radio Italia, ha avuto la seguente motivazione:

«Per la sintonia tra immagini, musica e parole che il cortometraggio riesce a far arrivare al pubblico attraverso uno stile ben calibrato».

Il video, di 4 minuti, è incalzante e diretto anche per il linguaggio «duro» dei ragazzi di oggi e ha come colonna sonora la canzone rap «Crazy», scritta da uno dei giovani reclusi. Racconta l’adolescenza dei ragazzi ristretti presentando in parallelo, in una sorta di visione onirica, le immagini del quotidiano dietro le sbarre e i luoghi «fuori», della libertà perduta vissuta nelle periferie urbane degradate. Grazie alla disponibilità della direttrice del carcere Gabriella Picco, abbiamo incontrato nei giorni scorsi all’Istituto Ferrante F., il giovane autore del rap a cui abbiamo chiesto come è nata l’idea di partecipare al Festival.

«La proposta è partita dagli operatori del laboratorio di informatica», spiega F., «a cui partecipo con alcuni compagni minorenni. Con i miei amici ci siamo impegnati tantissimo: io sono appassionato del genere rap, ho scritto centinaia di testi, è il mio modo per tirare fuori quello che ho dentro».

E cos’hai dentro?

«Aggressività, rabbia, speranze, bisogno di affetto: la musica mi aiuta a guardarmi intorno e a sentirmi meno solo, a non scoppiare, a non sprecare il tempo qui in carcere, a vincere la nostalgia della mia famiglia, della mia città, dei miei amici. Per non farmi prendere dall’angoscia nei momento tristi scrivo o ascolto rap, il genere che più si avvicina al mio mondo perché parla delle difficoltà di crescere tra muri scrostati, piazze dove si spaccia, case fatiscenti, quartieri dove non c’è niente da fare se non sballarsi. Ringrazio gli operatori per avermi dato l’opportunità di tirar fuori qualcosa di buono: scrivere musica mi fa alzare gli occhi al cielo e mi fa sentire che esisto anche io…»

Il titolo del vostro video è «Fuoriluogo» e il tuo rap, che fa da colonna sonora, «Crazy», in inglese significa «pazzo». Perché questi titoli?

«’Fuoriluogo’ è la nostra condizione qui in carcere, ci sentiamo ‘fuori posto’, aspettando di tornare al ‘nostro posto’, a riprenderci la nostra vita. Non perché qui stia male: al Ferrante sto imparando tante cose, sto studiando, sto ripensando alla mia vita, alla famiglia che mi piacerebbe costruire un giorno. Se avrò dei fi gli, forte di questa esperienza e dei miei sbagli, potrò insegnare loro a non sprecare la vita, a non far soffrire i genitori. Ho scelto «Crazy», «pazzo», perché è da pazzi non apprezzare quello che si aveva fuori, anche se era poco, anche se la tua famiglia era povera e con tanti problemi».

Nel testo del tuo rap scrivi: «I miei sentimenti morti, ma’ mi hai visto sparire in un secondo, le tue lacrime sangue fi ne del mondo, i miei sogni una barca che annega, il mio passato gocce di veleno…»: questo è il passato. Come vedi il tuo futuro dopo che avrai scontato la tua pena?

«Il tempo che trascorro qui tra la nostalgia di cosa ho lasciato fuori e di cosa ho perso, nel bene e nel male mi sta insegnando che il passato è dietro le nostre spalle, che non devo ripetere gli stessi errori ma anche che non devo dimenticare chi mi ha aiutato a crescere, a studiare, a tirare fuori il meglio di me. Per questo l’aver partecipato al video è una svolta per me e per i miei compagni: ho preso coscienza di saper fare qual- cosa di buono, posso ripartire di qui. Dietro queste mura sto diventando adulto: essere maggiorenni significa capire che ogni gesto che facciamo ha una conseguenza e che quando si sbaglia si paga…».

Il vostro corto è stato premiato perché da un luogo «difficile» come il carcere minorile lancia un messaggio profondo, con un linguaggio comprensibile ai vostri coetanei. Cosa vuoi dire con questo video al mondo «fuori» e ai ragazzi e alle ragazze che lo vedranno?

«Non siate impazienti, non pensate solo ai soldi e a divertirvi. La libertà è il dono più grande, si apprezza solo quando non c’è più. Capita nella vita, come è capitato a me, di pensare che non ci sia nessuno che possa aiutarti, di pensare di essere solo. Anche se lo sei, e forse chi è straniero come me lo prova più di altri, dentro di te puoi trovare le risorse. La musica per esempio per me è stata una ricchezza che avevo dentro, l’ho capito in carcere come ho capito al Ferrante quanto era bello la mattina svegliarti a casa con tua mamma, i tuoi fratelli…».

Verso la fi ne del clip il tuo testo dice: «Quando conti solo su te stesso, Quando non ti senti più lo stesso, quando senti la mancanza di qualcuno…». F., tu credi in Dio?

«Io sono musulmano e quando don Mecu (don Domenico Ricca, il cappellano del Ferrante Aporti, ndr) mi invita vado in cappella a pregare con gli altri, mi sento meglio, meno solo. La religione è importantissima e non ci sono differenze fra cristiani, musulmani e ortodossi. Dio è padre di tutti.

Incontro del Rettor Maggiore con i novizi salesiani d’Europa

Si riporta la notizia pubblicata su infoans.org riguardo al momento di incontro, svoltosi al colle don Bosco e a Valdocco  dal 20 al 25 maggio, tra tutti i novizi salesiani d’Europa (47 in tutto)

Torino – maggio 2019

Dal 20 al 25 maggio si sono riuniti al Colle Don Bosco e a Valdocco 47 novizi salesiani d’Europa. 5 provengono da Poprad (Slovacchia), 11 da Kopiec (Polonia), 13 da Genzano (Roma) e 18 da Pinerolo (Torino).

Si è trattato dell’XI incontro consecutivo intorno alla festa di Maria Ausiliatrice. Durante le giornate i novizi si sono scambiati le loro esperienze di noviziato in una convivenza piena di momenti di preghiera, di condivisione, di visite ai Luoghi Salesiani e di spiritualità salesiana.

Due momenti intensi hanno segnato l’incontro: il colloquio con il Rettor Maggiore e la festa di Maria Ausiliatrice a Valdocco. Don Ángel Fernández Artime, ha presentato la situazione della Congregazione Salesiana, i suoi pensieri rispetto alla formazione e gli orientamenti particolari ai novizi.

I formatori e i maestri dei vari noviziati, oltre a spiegare tante cose sui Luoghi Salesiani hanno favorito lo scambio di esperienze e le particolari situazioni della formazione che li attende.

Auxilium Cuneo: la Festa dello Sport dei Bambini

Si è svolta sabato 2 giugno scorso la sedicesima edizione della Festa dello Sport dei Bambini, organizzata dall’Auxilium Cuneo nell’ambito della manifestazione “Giovani, Sport & Solidarietà”.
Una giornata interamente dedicata  ai più piccoli, in modo particolare ai bambini della fascia elementare, dove tutto si è svolto in un clima sereno e familiare.

L’iniziativa si è svolta sui campi da gioco e negli spazi aperti della struttura dell’Oratorio Salesiano cuneese, dove il gioco, lo sport, la condivisione e l’amicizia sono stati gli elementi principali della giornata, nel perfetto spirito salesiano di don Bosco.

In aggiunta a tale evento, sabato 8 giugno 2019 “Giovani, Sport & Solidarietà” ha vissuto il suo momento principale con tornei, festa, la cena dell’amicizia e tanta buona musica. La giornata è iniziata nel primo pomeriggio quando sul campo da calcio otto squadre della categoria Pulcini 2008 si sono affrontati in un torneo dedicato “Trofeo Città di Cuneo”, mentre al Palauxilium don Bosco sono andati in scena le fasi finali di tre tornei quadrangolari di pallavolo che si sono sviluppati durante tutto l’arco della settimana. Nei locali dell’opera salesiana si sono svolti invece i tornei di Playstation VI memoria Nicolò Bessone, con il gioco Fifa 2019.

Il cuore della manifestazione è stata ancora una volta la serata con la “Cena dell’Amicizia” aperta a tutti, ed il grande concerto evento della band The Beat Circus.
Una festa davvero speciale alla quale hanno preso parte anche gli atleti delle discipline Special Olympics che nello stesso fine settimana sono stati impegnati a Cuneo e Borgo San Dalmazzo per le gare del Play The Game Special Olympics 2019, specialità nuovo e Bowling. Oltre 400 atleti insieme ai loro allenatori, accompagnatori e volontari hanno portato nei cortili dell’oratorio cuneese un’ondata di entusiasmo e voglia di divertirsi condividendo così lo spirito della festa e la voglia di stare insieme.

La “Festa dello Sport dei Bambini” è intitolata alla memoria di don Francesco Pomero, sacerdote salesiano, scomparso 6 anni or sono all’età di 94 anni, dopo una vita dedicata ai più piccoli e vissuta secondo il carisma e l’insegnamento di don Bosco e primo sostenitore di questa bella giornata di festa e di “famiglia”.

Concluso il IV livello della Scuola di Salesianità 2019

Si è concluso il IV livello del Corso di Salesianità promosso e organizzato dal Centro Salesiano di Formazione Permanente d’America.
Si riporta l’articolo pubblicato oggi dall’Agenzia d’informazione Salesiana ANS, a cura don Luis Timossi, SDB.

(ANS – Torino) – Si è concluso nei giorni appena trascorsi il IV livello del Corso di Salesianità, promosso e organizzato dal Centro Salesiano di Formazione Permanente d’America, con sede a Quito, Ecuador. 26 partecipanti, appartenenti a vari rami della Famiglia Salesiana (consacrati e laici) e provenienti da Brasile, Argentina, Uruguay, Cile, Perù, Colombia, Messico, Guatemala ed Ecuador, si sono recati in pellegrinaggio, per 28 giorni di formazione congiunta, sui Luoghi Salesiani, là dove Don Bosco visse.

Dopo aver approfondito nei tre anni precedenti il contesto sociale, politico e religioso, attraverso un metodo storico-critico-esperienziale, si è ora rivelato un grande dono di Dio per tutti i partecipanti poter vedere, toccare con mano, contemplare, gli spazi, i ricordi e le reliquie che rendono presente tutt’oggi la memoria di Don Bosco, e dando così dimensioni e proporzioni reali a ciò che prima era per loro solo immaginazione.

Gli allievi del corso hanno iniziato il loro percorso ad Annecy, per conoscere san Francesco di Sales; quindi hanno visitato i luoghi di Madre Mazzarello a Mornese e Nizza; sono passati per Genova per rinnovare le loro convinzioni missionarie; hanno visitato nel Monferrato i luoghi dell’infanzia di Don Bosco e della vita di Mamma Margherita a Capriglio; poi la casa al Colle e Chieri, dove il futuro santo svolse il seminario; sono passati per le case di Domenico Savio e hanno camminato sulle orme di alcune passeggiate autunnali di Don Bosco. Infine, hanno attraversato in lungo e in largo Torino, conoscendone le realtà salesiane (l’Oratorio di Valdocco, Casa Pinardi, la Basilica di Maria Ausiliatrice…) e quelle dei tanti coevi “santi sociali”.

Un percorso così ricco ha richiesto necessariamente una buona organizzazione logistica e formativa. In occasione della celebrazione della festa di Maria Ausiliatrice, sono stati programmati anche incontri con il Rettor Maggiore dei Salesiani, la Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, e don Pier Luigi Cameroni, Postulatore Generale delle Cause dei Santi della Famiglia Salesiana.

Ogni giornata, inoltre, si è conclusa con un momento di valutazione, durante il quale si cercava di raccogliere le esperienze vissute e le riflessioni motivate dalle varie visite.

Per i partecipanti è stata un’esperienza che non solo ha illuminato, ma che ha “toccato” il cuore, rinnovando le motivazioni e le profonde convinzioni che sostengono il carisma salesiano.

Ed è stata, certamente, anche un’esperienza di famiglia, di comunione fraterna, di rafforzamento dei legami di amicizia radicati nelle fonti del carisma salesiano condiviso. La chiusura dell’esperienza, dopo essere passati anche attraverso Assisi e aver visitato i luoghi di Don Bosco a Roma, si è svolta con l’Eucaristia celebrata presso le Catacombe di San Callisto.

I partecipanti sono ora ritornati alle rispettive Ispettorie ed opere con i cuori infiammati dal fervore salesiano e con una rinnovata e aggiornata fedeltà ai giovani che la Divina Provvidenza affida loro.

di don Luis Timossi, SDB

Formazione Professionale – Una scelta alla pari! Suore Manuela Robazza

Si pubblica l’intervista a cura di Michela Giachetta a Suor Manuela Robazza (Preside del Centro italiano opere femminile salesiano – formazione professionale) riportata su LiberoLavoro.

Da sempre il Ciofs-fp (Centro italiano opere femminile salesiano – formazione professionale) si dedica a progetti per favorire l’orientamento, l’accompagnamento al lavoro e la formazione dei giovani, soprattutto di quelli con meno opportunità. La presidente del Centro, suor Manuela Robazza, traccia un bilancio della formazione professionale, anche alla luce della sperimentazione del cosiddetto Sistema duale, modello di formazione integrato scuola – azienda.

Ritiene che di recente ci sia un cambio di approccio da parte delle istituzioni verso la formazione professionale?

«La sperimentazione del sistema duale è stata un’idea molto preziosa per la formazione professionale. Se consideriamo questo sistema un approccio diverso, allora possiamo dire che sì, un cambio c’è stato. Ma c’è ancora strada da fare: da un lato perché si fa ancora fatica a percepire la formazione professionale alla pari della scuola dell’obbligo, dall’altro perché manca una conoscenza di quest’ambito, da parte delle scuole, sia delle imprese e soprattutto da parte delle famiglie. Significa dare spazio a chi ha l’intelligenza delle mani. La formazione professionale si muove in questo senso. E lavora anche sulle cosiddette soft skills . Quindi un bel gesto da parte delle istituzioni potrebbe essere quello di farla conoscere e darle pari dignità».

In che modo?

«A cominciare dall’orientamento al termine della scuola secondaria di primo grado, quando si presentano le varie scuole, i vari percorsi possibili per le superiori. Si deve iniziare da lì a darle maggiore dignità, presentandola non come alternativa di secondo piano o una scelta di ripiego, ma una scelta alla pari, perché significa dare la possibilità a tutti. Non c’è scritto da nessuna parte che vale di più chi ha più intelligenza e di meno chi sa organizzarsi e lavorare».

Come giudica i dati relativi alla sperimentazione del sistema duale presentati qualche giorno fa da Inapp, l’Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche?

«I dati presentati hanno evidenziato il successo della sperimentazione duale al suo avvio, nella prima fase, ma il monitoraggio effettuato nel secondo anno ha rivelato il grande incremento, anche in regioni che nella prima fase non avevano neppure avviato la sperimentazione. Noi abbiamo 60 centri di formazione professionale, siamo presenti in 11 regioni e abbiamo 15mila allievi ogni anno. Anche nei nostri centri c’è stato un aumento del duale e una maggiore consapevolezza al riguardo da parte del mondo delle imprese».

Alcune regioni come la Sicilia hanno avviato un sistema IeFp, istruzione e formazione professionale, registrando numerosi iscritti, altre regioni non riescono o non voglio partire. È solo assenza di volontà politica?

«Non mi pare sia solo una questione di assenza di volontà politica. Manca la consapevolezza che quella della formazione professionale è un’importante esperienza. E forse c’è anche un problema di fiducia. Il sistema duale è un grande passo avanti della formazione professionale, un sistema diverso dall’alternanza scuola – lavoro, perché parliamo di 400 ore trascorse in azienda e 400 in aula o laboratorio. Si tratta proprio di una formazione in assetto lavorativo. E il fatto che le aziende non siano ancora sufficientemente a conoscenza anche dei vantaggi fiscali che possono avere, rende la strada in salita».

Il quadro generale italiano dei percorsi IeFp è ancora a macchia di leopardo. Come si può intervenire?

«Penso sia importante innanzitutto far conoscere correttamente questa grande opportunità. Poi è importante fare rete, con le imprese, le istituzioni, gli enti di formazione professionale e anche le scuole, in modo da poter organizzare al meglio il sistema duale. Formare i tutor aziendali, accompagnare i processi e creare le condizioni perché ogni giovane sia stimolato a dare il meglio di sé. Ovviamente non deve mancare la parte finanziaria: i fondi sono stati stanziati. Bisogna però che tutti i soggetti coinvolti lo sappiano. E si deve continuare a investire».

Scopri il progetto Spazio Fratto Tempo: Luoghi di Lavoro, percorsi di Crescita.

Incontro Internazionale del Bollettino Salesiano

Si pubblica la notizia a cura di InfoAns, riguardo l’incontro Internazionale del Bollettino Salesiano che è iniziato domenica 26 maggio e terminerà mercoledì 29 al Centro La Salle di Roma.

(ANS – Roma) – “Quali reti sociali frequenterebbe Don Bosco oggi?”. È la domanda che si sono sentiti rivolgere i direttori dei Bollettini Salesiani radunati in questi giorni al Centro La Salle dai due relatori Nicola Zamperini e Sandro Cristaldi, che hanno animato le sessioni pomeridiane del secondo giorno di lavori, lunedì 27 maggio. Le risposte non si sono fatte attendere: “Utilizzerebbe tutti i media digitali attuali”, ha detto immediatamente Adriana Porterio, Responsabile del Bollettino Salesiano dell’Uruguay; mentre Alejandra Rodríguez, ha affermato categoricamente che “Don Bosco userebbe soprattutto YouTube”.

Non c’è dubbio che i tempi siano cambiati, ma per Don Bosco e per i Salesiani di oggi, “i media devono essere usati per annunciare Gesù Cristo e ricercare la salvezza dei giovani”, ha commentato don Filiberto González, Consigliere Generale per la Comunicazione Sociale.

In effetti, la salvezza delle anime è stata la ragion d’essere di tutta l’opera di Don Bosco e della stessa diffusione del Bollettino Salesiano. Don Francesco Motto, Direttore emerito dell’Istituto Storico Salesiano, durante la prima relazione della giornata, aveva magistralmente presentato la storia del Bollettino Salesiano nel pensiero di Don Bosco e nei suoi primi anni di vita. “Don Bosco è stato un grande impresario, un organizzatore, un manager… Ma soprattutto una persona appassionata nel trasmettere Dio”.

Successivamente il dott. Zamperini ha spiegato che “Il mondo digitale non determina semplicemente il passaggio da un bollettino tradizionale a un file pdf. Il contenuto, il testo, il layout, le immagini… Tutto deve essere ripensato. Per questo non dovremmo concentrarci sul ‘passare’ al testo digitale, ma dovremmo pensare fin dall’inizio al mondo digitale e al mondo della stampa. Dobbiamo fare uno sforzo di pensiero e cambiare prospettiva”. Lo sforzo da fare, ha insistito, “è essenzialmente un cambiamento di pensiero per comunicare in un mondo diverso… Anche Instagram può essere un oratorio digitale se lo animiamo con il pensiero di Don Bosco”.

La giornata si è infine conclusa con la presentazione del trailer del cortometraggio dedicato al coadiutore salesiano Artemide Zatti (che verrà ultimato nei prossimi mesi) e da una condivisione salesiana.

Papa Francesco e la Famiglia Salesiana

Si evidenzia l’articolo pubblicato dalla redazione di InfoAnsAgenzia iNfo Salesiana – in merito alla nomina, compiuta da parte di Papa Francesco, di due componenti della Famiglia Salesiana tra i Consultori della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi:

  • don Rossano Sala, SDB, docente di Pastorale Giovanile presso l’Università Pontificia Salesiana, e che ha svolto l’incarico di Segretario Speciale al Sinodo dei Vescovi sui Giovani; 
  • suor Alessandra Smerilli, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, docente di Economia presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”.

(ANS – Città del Vaticano) – Il 24 maggio scorso, festa di Maria Ausiliatrice, Papa Francesco ha dato un nuovo segnale della considerazione che nutre verso la Famiglia Salesiana nominando tra i Consultori della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi don Rossano Sala, SDB, docente di Pastorale Giovanile presso l’Università Pontificia Salesiana, e che ha svolto l’incarico di Segretario Speciale al Sinodo dei Vescovi sui Giovani; e suor Alessandra Smerilli, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, docente di Economia presso la Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium”, di recente nominata anche Consigliere dello Stato della Città del Vaticano.

Per don Sala – nominato Consultore insieme con l’altro Segretario Speciale al Sinodo sui Giovani, il gesuita padre Giacomo Costa – la nomina rappresenta un’indicazione del fatto che il Santo Padre Francesco e la Segreteria Generale del Sinodo hanno ritenuto l’ultimo sinodo un’esperienza utile per il futuro cammino della Chiesa, che ha espresso approcci e modalità da mantenere e da far maturare anche nei Sinodi dei Vescovi che verranno.

In tal senso va riletta anche la nomina, per la prima volta, di quattro donne tra i Consultori della Segreteria Generale del Sinodo – tre suore e una laica. “La maggiore presenza di donne negli organismi permanenti del Sinodo dei Vescovi è anch’essa legata all’esperienza del Sinodo sui Giovani, che sia nel suoi lavori, sia nel Documento finale, ha richiesto una valorizzazione del ruolo femminile all’interno della Chiesa” riporta il salesiano. Tale scelta, perciò, “è un segno della volontà del Santo Padre di avvalersi del genio femminile non solo nella fase attuativa o celebrativa di un sinodo, ma già nel cammino di preparazione, per poter compiere un discernimento più ricco e più ampio”.

A livello operativo, don Sala ha chiarito che la nomina significa “essere a disposizione della Segreteria del Sinodo” per offrire il proprio contributo di consulenza. Un contributo che nella sua specifica realtà di salesiano e di esperto di Pastorale Giovanile significherà in primo luogo “aiutare a far entrare i dinamismi giovanili nei cammini ordinari della Chiesa, perché, come Papa Francesco ha detto più volte nell’esortazione apostolica post-sinodale Christus Vivit, la presenza dei giovani può davvero ringiovanire il volto della Chiesa”.

Incontro delle segreterie del Servizio Civile Universale

Si riporta qui di seguito il Comunicato Stampa proveniente da Salesiani per il Sociale relativo all’incontro che, lunedì 20 maggio, si è svolto a all’istituto Sacro Cuore di Roma tra le segreterie del Servizio Civile Universale del mondo salesiano, coordinate dal centro nazionale di Salesiani per il sociale APS.

(Roma, 24 maggio 2019) – Il 20 maggio, all’istituto Sacro Cuore di Roma, si sono riunite le segreterie del Servizio Civile Universale del mondo salesiano, coordinate dal centro nazionale di Salesiani per il sociale APS.

La giornata è stata un’occasione di confronto per la gestione del Servizio civile, di formazione e aggiornamento per le novità introdotte dalla Riforma del Terzo Settore per il SCU. Hanno partecipato cinque segreterie ispettoriali, il Movimento per la Vita, Consorzio Zenit, Emmaus Foggia.

Il presidente di Salesiani per il Sociale APS, don Roberto Dal Molin ha introdotto i lavori con un focus sull’accompagnamento educativo dei ragazzi in servizio civile, nell’ottica della Pastorale Giovanile. La formazione è proseguita con gli interventi dell’ufficio nazionale di Servizio Civile.

Si è anche discusso degli interventi urgenti proposti dalla Conferenza nazionale Enti per il Servizio civile al governo. Pur valutando positivamente la volontà del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con la delega al Servizio Civile, l’onorevole Vincenzo Spadafora di dare attuazione alla riforma che si pone come orizzonte il garantire a tutti i giovani l’opportunità di fare l’esperienza del SCU e che si basa sulla loro volontarietà, ripropone la necessità di alcuni interventi urgenti, condivisi da tutti i soci:

– Accreditamento all’albo unico del SCU

– Programmazione triennale

– Ruolo del Dipartimento politiche giovanili e Servizio Civile Universale

– Contingente 2019

– Misure innovative

– Riordino normativo

 

La Fraternità Contemplativa Maria di Nazareth: la contemplazione salesiana nella vita ordinaria

Nell’articolo pubblicato oggi da ANS, l’Agenzia d’Informazione Salesiana, viene descritta l’identità carismatica della Fraternità Contemplativa Maria di Nazaret (FCMN), il 31° e più recente gruppo del grande albero carismatico sorto da san Giovanni Bosco, e il primo gruppo di contemplativi, nato nel 1983 in Uruguay su iniziativa di mons. Nicolas Cotugno, SDB.
La Fraternità è radicata infatti nella “contemplazione in azione”, dove l’azione diviene la caratteristica fondamentale per cui l’agire umano si trasforma in sacramento d’unione con Dio.

Si riporta in merito l’intervista pubblicata da ANS rivolta a Myriam P., grazie alla quale è possibile conoscere meglio la spiritualità della Fraternità oggi diffusa anche in Italia, Argentina, Slovacchia e Repubblica Ceca.

(ANS – Torino)

In cosa consistono il vostro carisma e la “missione contemplativa salesiana”?

Il nostro carisma viene ben espresso sinteticamente dal nostro nome:

Fraternità: siamo un movimento spirituale, con “stati di vita” complementari (consacrati e consacrate, sacerdoti, laici adulti o giovani). Fraternità, amore fraterno, carità sono il termometro della contemplazione nello stile in cui desideriamo vivere.

Contemplativa: vogliamo vivere l’unione con Dio 24 ore su 24, sette giorni su sette. Per fare nostro questo stile di vita, non possiamo fare a meno della preghiera, della liturgia e dei sacramenti. Ma seguendo il modello di Don Bosco puntiamo a fare di tutta la nostra vita una liturgia. “Non sono io che vivo, ma Cristo che vive in me”, non sono più io che agisco, ma Cristo che opera in me.

Maria di Nazareth: il nostro modello è Maria! Nessuno viveva in unione con Dio più di Maria – la contemplazione era la sua vita quotidiana a Nazareth.

E cosa significa per voi “secolarità consacrata salesiana”?

Per noi “Nazareni” la secolarità fa parte del nostro carisma: vogliamo portare la tradizione contemplativa della Chiesa nelle strade, come fece Don Bosco durante il periodo della rivoluzione industriale e dello sviluppo tecnico. Penso che la secolarità consacrata sia lasciare che Cristo risorto agisca nella nostra vita quotidiana, come fece nella vita di Don Bosco: non solo nei momenti di preghiera, ma anche nel gioco, nel lavoro, nel suo modo di parlare e di stare con i suoi ragazzi e nel tempo dello studio.

Qual è il vostro contributo alla Famiglia Salesiana?

Per noi essere parte della Famiglia Salesiana è un grande dono. Vogliamo semplicemente rafforzare nella Chiesa e nella Famiglia Salesiana la dimensione contemplativa della consacrazione battesimale.

Don Lorenzelli, SDB, nominato vescovo ausiliare di Santiago del Cile

Si riporta la notizia pubblicata su infoans.org, in data 22 maggio 2019, inerente alla nomina del Santo Padre Francesco a al salesiano don Alberto Ricardo Lorenzelli Rossi come vescovo ausiliare di Santiago del Cile.

Il Santo Padre Francesco ha nominato oggi, 22 maggio, come vescovo ausiliare di Santiago del Cile, il salesiano don Alberto Ricardo Lorenzelli Rossi, attualmente Direttore della Comunità Salesiana in Vaticano e Cappellano della Direzione dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile dello Stato della Città del Vaticano. Don Lorenzelli, cui è stata assegnata la sede titolare vescovile di Sesta, è stato nominato vescovo ausiliare insieme a don Carlos Eugenio Irarrázaval Errázuriz, del clero di Santiago, cui è stata assegnata la sede titolare vescovile di Tanudaia.

Don Alberto Lorenzelli, è nato a Isidro Casanova, Provincia di Buenos Aires, in Argentina, il 2 settembre 1953, da genitori immigrati italiani. Ritornato in Italia nel 1972, dopo aver frequentato il noviziato di Pinerolo, ha emesso la sua prima professione come Salesiano di Don Bosco il 24 gennaio 1973, e la professione perpetua a Roma-San Callisto, il 15 settembre 1977. È stato ordinato sacerdote a Genova-Sampierdarena il 24 gennaio del1981, per l’imposizione delle mani del card. Rosalio Castillo Lara, SDB.

È stato Vicepreside della Scuola Media “Don Bosco” e Preside dell’Istituto Tecnico Industriale e Liceo Scientifico “Don Bosco” di Genova; poi Direttore dell’Istituto Don Bosco di Genova-Sampierdarena dal 1996 al 2002.

Fondatore e Docente di Teologia e Storia delle Religioni all’Università della Terza Età di Genova, ha svolto per cinque anni il ruolo di cappellano-educatore del Carcere Minorile di Genova. Nel 2001 ha fondato il Liceo Scientifico Sportivo “Pierre De Coubertin”, primo in Italia.

È stato Presidente della “FIDAE – Liguria” (Federazione di Istituti di Attività Educative) e membro del Consiglio Nazionale della Scuola Cattolica della Conferenza Episcopale Italiana.

Nel 2002 viene nominato Superiore dell’Ispettoria Salesiana Italia-Ligure-Toscana.

Dal 2005 al 2012 è stato Presidente Nazionale della CISM (Conferenza Italiana Superiori Maggiori) e membro dell’UCESM (Unione Conferenze Europee Superiori Maggiori).

Nel 2008 è nominato Superiore della Circoscrizione Salesiana dell’Italia Centrale “Sacro Cuore”.

Il 19 gennaio 2012 viene nominato Superiore dell’Ispettoria “San Gabriele Arcangelo” del Cile e Gran Cancelliere dell’Università Cattolica “Silva Henríquez” di Santiago del Cile.

Il 27 gennaio 2018, concluso il suo mandato di Ispettore in Cile, rientra in Italia e il 25 luglio 2018 e assume l’incarico di direttore della Comunità Salesiana in Vaticano.

Il 10 novembre scorso il Santo Padre Papa Francesco lo ha nominato Cappellano della Direzione dei Servizi di Sicurezza e Protezione Civile dello Stato della Città del Vaticano.