Strenna 2019: da oggi è disponibile il poster

“La santità è una cosa vicina, reale, concreta, possibile… Non è un ‘di più’ facoltativo, un traguardo solo per alcuni. È la vita piena, secondo il progetto e il dono di Dio” scrive il Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime, nella presentazione della Strenna per il 2019. In attesa di ricevere il video e il commento completo, che verranno consegnati, come di consueto, in prossimità del Capodanno, è da oggi disponibile in rete il poster della Strenna, che richiama e rilancia graficamente l’appello alla santità per tutti.

Dopo quattro anni in cui i poster della Strenna si erano avvalsi del talento di abili disegnatori, la soluzione grafica adottata quest’anno rimette al centro un’immagine il più possibile realistica: uno scatto fotografico. Ma non di quelli dei professionisti; piuttosto, qualcosa di comunissimo e prossimo alla realtà quotidiana dei ragazzi e dei giovani, i quali in tutto il mondo, anche appartenendo a culture e tradizioni diversissime, tutti con i propri smartphone immortalano e condividono le situazioni di ogni giorno. Anche questo è espressione di concretezza e fattibilità “per tutti”.

Nell’immagine, un vero e proprio selfie, compaiono il Rettor Maggiore, una Figlia di Maria Ausiliatrice, e altri giovani e giovani adulti, di quelli che è facile incontrare in oratorio. Sovraimpresso sulla foto si trova il tema della Strenna di quest’anno, ma con delle particolarità: il motto vero e proprio, posto sotto al richiamo evangelico “Perché la mia gioia sia in voi” (Gv 15,11) è rappresentato come un hashtag, nella forma tipica delle storie di Instagram, ed è corredato da un’aureola.

Santità e reti sociali, santità e mondo giovanile non sono in contrasto, anzi: la santità va condivisa come un hashtag appunto: #lasantitàancheperte.

Realizzato dalla “IME Comunicazione”, l’ufficio di comunicazione dell’Ispettoria Italia-Meridionale, su mandato del Dicastero per le Comunicazioni Sociali, il poster è disponibile sin da ora in sei lingue – italianoinglesespagnolofranceseportoghese polacco.

Per chi intende realizzare ulteriori versioni linguistiche, sul sito www.sdb.org è disponibile il file modificabile “con i livelli aperti”.

I poster saranno spediti nelle prossime settimane in tutte le case che già ricevono ANSFoto. Digitalmente, sono disponibili su ANSFlickr e sempre sul sito www.sdb.org

In linea con lo spirito stesso della Strenna, da oggi parte anche la condivisione dell’hashtag e dei poster sulle reti sociali. Ad aprire la strada saranno i profili FacebookTwitter ed Instagram di ANS.

Giornata Mondiale dei Poveri – 18 Novembre 2018

Si rende noto che la prossima domenica, 18 Novembre 2018, si celebrerà, in tutte le diocesi, la seconda Giornata Mondiale dei poveri. Qui a seguire proponiamo una serie di materiali utili per vivere al meglio la giornata:

Sarebbe bello che, come dice il Papa e richiamano i vescovi piemontesi, ogni parrocchia prevedesse un segno di vicinanza ai poveri da vivere in quella domenica, concreto e di tipo relazionale: non una colletta ma un tempo da vivere insieme ai poveri. Caritas Diocesana è disponibile ad aiutare per la progettazione di un tale evento.

La vera differenza tra povero e ricco: Lazzaro e il ricco epulone

 

La domanda è: in Italia c’è un’invasione di migranti? No, è la risposta che si evince dalla 28esima edizione del Dossier statistico immigrazione 2018 Idos, presentato questa mattina a Roma. Non è così.

 

Ci viene detto, anzitutto, che il Signore ascolta i poveri che gridano a Lui ed è buono con quelli che cercano rifugio in Lui con il cuore spezzato dalla tristezza, dalla solitudine e dall’esclusione.
Ascolta quanti vengono calpestati nella loro dignità e, nonostante questo, hanno la forza di innalzare lo sguardo verso l’alto per ricevere luce e conforto. Ascolta coloro che vengono perseguitati in nome di una falsa giustizia, oppressi da politiche indegne di questo nome e intimoriti dalla violenza; eppure sanno di avere in Dio il loro Salvatore.

 

Ufficio Missionario Torino – Incontro con P. Georgeon Postulatore della Causa dei Martiri di Algeria

L’ufficio Missionario Torino (maggiori informazioni qui) organizza un incontro il 15 novembre 2018 alle ore 20.45 presso la sede O.A.S.I. OPERAZIONE MATO GROSSO – Via Gorizia 116 (parcheggio interno da Via Filadelfia) tenuto da P. Thomas Georgeon, monaco trappista e postulatore della causa di beatificazione dei 19 martiri d’Algeria.

L’evento è organizzato da: Ufficio Missionario Diocesano, Operazione Mato Grosso, Rivista Missioni Consolata e Editrice Missionaria Italiana.

È un’occasione importante per conoscere questi testimoni di speranza e una straordinaria esperienza di Chiesa.

 

 

Il cortile dell’oratorio e il contrasto alla povertà educativa

Si riporta qui di seguito l’articolo pubblicato su Vita (mensile dedicato al racconto sociale, al volontariato, alla sostenibilità economica e ambientale e, in generale, al mondo non profit) da Vita S.p.a. (la società editrice del magazine Vita) a cura di don Giovanni D’Andrea (Presidente di Salesiani per il Sociale – Federazione SCS/CNOS).

Tema dell’articolo: l’oratorio! Buona lettura.

Pubblicata la prima indagine nazionale sugli 8mila oratori d’Italia. L’83% degli oratori ha un doposcuola, l’88% attività espressive, l’83% un gruppo sportivo. L’oratorio che agisce sempre meno da solo e sempre più e sempre meglio in un lavoro di rete

La casa editrice EDB di Bologna ha pubblicato da poco la prima indagine nazionale sui centri giovanili, commissionata dal Forum degli Oratori Italiani e dal Servizio per la Pastorale giovanile della Chiesa italiana all’IPSOS di Nando Pagnoncelli, che ha curato la redazione del libro “Un pomeriggio all’Oratorio”.

 

 

Nel nostro immaginario l’oratorio è il luogo della socializzazione, del gioco e dello svago. Diversi di noi ci sono passati in giovani età. Lo stesso Pagnoncelli deve all’oratorio di una parrocchia di Bergamo parte della sua formazione quando nella presentazione del testo dice: «intorno ai 13-14 anni il curato ci faceva lezioni di buona politica, ci insegnava ad osservare il quartiere, a farci carico dei problemi degli altri e ci educava alla partecipazione». È quello che don Bosco definisce la formazione «dell’onesto cittadino e del buon cristiano». È indubbio il valore socio-educativo dell’oratorio centro giovanile che insieme alle altre agenzie educative del territorio contribuisce a creare la rete educativa a favore delle giovani generazioni lì presenti. Non è dunque l’oratorio che agisce da solo ma sempre più e sempre meglio in un lavoro di rete.

Sono poco più di 8.000 gli oratori censiti in Italia, una tradizione che agisce in Italia da 450 anni, dai tempi di San Filippo Neri nella Roma del ‘500. In questi secoli l’oratorio ha saputo adattarsi alle esigenze dei tempi restando sempre nell’alveo dell’educazione oltre che della formazione cristiana dei giovani.

In ambito di contrasto alla povertà educativa una delle attività principe messa in atto dagli oratori è quella del “doposcuola”, l’83% è la media nazionale degli oratori che mettono in atto questo servizio (89% al nord, 83% al centro, 74% al sud). Un servizio che si fonda molto sui volontari. Le attività di doposcuola assumono diverse modalità, da quello semplice dell’aiuto nel fare i compiti alla forma integrata che oltre al classico aiuto nei compiti si aggiungono attività di socializzazione, sportive, di arti espressive (teatro, danza, canto, musica), focus group tematici. Queste ultime attività espressive sono svolte dall’88% degli oratori. Un’altra attività con un forte trend è quella sportiva con l’83%.

L’oratorio offre anche per gli adolescenti e giovani l’occasione di mettersi al servizio in attività di animazione ludica e formativa per i più piccoli il cui momenti clou è in estate con i famosi GREST o Estate Ragazzi e gli immancabili campeggi. Vanno anche considerate le gite elemento in cui si mettono assieme l’aspetto ricreativo, culturale ed ecologico – ambientale, un mix che aiuta il giovane a crescere culturalmente in queste dimensioni. Il coinvolgimento dei giovani si concretizza anche nelle attività caritative e di volontariato.

Va anche considerato un altro aspetto socio-educativo svolto dall’oratorio, quello di essere luogo di inclusione per le diverse etnie che sempre più vivono in Italia. È in oratorio oltre che a scuola che i giovani di “seconda generazione” vivono processi di inclusione e se ben guidati dagli adulti ed educatori possono mettere a frutto la ricchezza che ogni cultura ha in sè. Questo apre anche ad un interessante confronto interreligioso.

Forse parlando di oratorio la nostra mente va a configurare l’immagine di cortili, campi da gioco, sale, biliardini ma questi sono da considerare come strutture. L’essenza dell’oratorio sono le persone, le diverse generazioni che si incontrano, i ragazzi ed i loro animatori più grandi, gli educatori, i genitori da coinvolgere sempre più e sempre meglio nel dialogo educativo: c’è il rischio infatti che l’oratorio sia visto come luogo accuditivo, un “parcheggio ad ore” per cui i genitori possono respirare un po’ e svolgere attività in maniera più libera, ma l’oratorio è invece un luogo educativo aperto alla collaborazione di tutti. Don Michele Falabretti, Responsabile nazionale della Pastorale Giovanile della Chiesa Italiana lo definisce insieme alla scuola “la più grande palestra di umanità e di relazioni umane che si possa immaginare”.

Relazioni umane che rappresentano una valida risposta alla povertà educativa minorile, è nella relazione che le persone si incontrano, si ascoltano ed avviano un dialogo che fa crescere ognuna delle parti, l’adulto chiamato sempre più a vivere da persona significativa ed il minore ad assumersi la sua responsabilità di continuatore ed erede del patrimonio culturale che una comunità educante gli affida e così di generazione in generazione.

 

Editrice Elledici – Tante piccole storie per riscoprire la gentilezza del cuore

In occasione della Settimana della gentilezza, dal 6 al 13 Novembre 2018, l’Editrice Elledici presenta una ricca proposta dei migliori titoli dedicati al tema della gentilezza, con uno sconto del 15%.

Ecco alcune proposte:

Torno da mio papà

(Pagine 96 – 3,40€)

Iceberg e la duna

(Pagine 80 – 4,25€)

Canterò la misericordia

(Pagine 96 – 3,40€)

Un cuore rattoppato

(Pagine 80 – 4,25€)

È tempo di ricominciare

(Pagine 96 – 3,40€)

 

Italia – XI “Corsa dei Santi”: di corsa per le ragazze di Ashaiman

Si riporta l’articolo pubblicato su ANS (Agenzia Info Salesiana), del 30 ottobre 2018, riguardo alla “corsa dei Santi“:

Una corsa che parte da Piazza San Pietro, cuore della cristianità, per attraversare il centro di Roma in una competizione che è molto di più di un evento sportivo: il 1° novembre la “Corsa dei Santi”, una 10 km competitiva a cui si affiancano una 10 km e una 3 km non competitive, si trasforma in una gara di solidarietà con una meta che va oltre il traguardo, ovvero un obiettivo di giustizia sociale

(ANS – Roma) – In occasione della corsa dal 29 ottobre al 3 novembre è infatti possibile sostenere il progetto “Mai più schiave” facendo una donazione al numero 45530: 2 euro con SMS, 5 o 10 euro da rete fissa.

Con questo gesto di solidarietà sarà possibile dare un contributo all’impegno dei missionari salesiani del Ghana, che ad Ashaiman nel 2014 hanno dato vita a un centro di protezione dei minori, il CPC – “Child Protection Centre”. Questo centro accoglie bambine e ragazze vittime di tratta di età compresa tra i 6 e i 17 anni: per loro rappresenta un rifugio che garantisce un presente più sicuro e protetto, ma anche uno spazio dove possono costruire un futuro di nuove opportunità, ovvero seguire un percorso di riabilitazione e di formazione professionale che può culminare nel reinserimento familiare.

Con il progetto “Mai più schiave. Libere di crescere.” Missioni Don Bosco vuole offrire un futuro anche alle ragazze più grandi, di età compresa tra i 14 e i 20 anni, vittime di traffico e tratta negli slum e alle frontiere del paese: al CPC le giovani saranno ospitate per un anno e seguiranno un percorso riabilitativo, al termine del quale frequenteranno una formazione professionale in pasticceria, estetica, sartoria o bigiotteria. Laddove possibile, effettuate le ricerche necessarie, le ragazze saranno reinserite nelle famiglie di origine, alle quali verrà offerto un accompagnamento sociale e psicologico e un’adeguata formazione affinché supportino le proprie figlie nella realizzazione di un’attività generatrice di reddito per avviare la quale riceveranno un micro-credito.

Sostenere questo progetto in occasione della Corsa dei Santi è un modo per coniugare la passione sportiva con l’attenzione per chi nel mondo si trova in condizioni di bisogno, di disagio, di difficoltà. È una chance in più per ricordare quanto concretamente si possa fare con un piccolo gesto per riequilibrare le disuguaglianze che ancora purtroppo esistono.

Gli amici e i benefattori di Missioni Don Bosco sono i benvenuti in questa grande gara di solidarietà: sarà il modo migliore per celebrare la festività di Ognissanti.

Per maggiori informazioni, cliccare sui bottoni sottostanti:

 

 

Don Bosco Tech Africa – Istruzione e professionalizzazione

Don Bosco Tech Africa è il corpo che coordina tutte le scuole professionali Salesiane nell’Africa sub-sahariana e nel Madagascar. La sua sede risiede a Nairobi

We coordinate about 100 TVET centers spread over 35 countries in Africa and Madagascar. We aim to empower our TVET centers so that they can deliver demand driven and quality training to the marginalised young people who frequent our centers.

Quest centro coordina circa 100 TVET (Technical Vocational Education and Training Center) presenti in oltre 35 paesi dell’Africa e Madagascar. Il loro scopo è quello di potenziare questi centri in maniera tale che possano fornire una formazione orientata e di qualità alla domanda dei giovani emarginati che frequentano questi centri.

Ecco un breve video di presentazione di tutte le attività svolte sul territorio Africano e le interviste di alcuni salesiani che agiscono sul campo.

Poche Chiacchiere! – Come comunicare bene in parrocchia

Ecco la nuova proposta Elledici: “Poche Chiacchiere! Come comunicare bene in parrocchia“di Giorgio Agagliati (professionista della comunicazione e diacono permanente).

Da questa esigenza nasce il libro:
Una buona comunicazione efficace è essenziale per realizzare al meglio le attività pastorali e, naturalmente, per farle conoscere. 
La Parola di Dio va annunciata con parole efficaci, per questo una buona comunicazione è alla base di ogni pastorale. 

Poche Chiacchiere!

Editrice Elledici, pagine 152, € 7,50

 

GMG Panama 2019 con Follow JC Go, un Pokémon Go con i Santi

E’ arrivata sugli smartphone la app Follow JC Go, l’app che ricalca la caccia in realtà aumentata del videogioco ispirato ai mostri giapponesi, sostituiti in questo caso da beati e santi. L’app, appena approvata dal Vaticano, nasce in occasione della Giornata mondiale della gioventù di Panama (22-27 gennaio 2019) ed è prodotta da Fundaciòn Ramòn Pané. Follow JC Go –  disponibile sui sistemi Android e Apple – consente di servirsi del GPS dello smartphone per esplorare la città e far crescere il proprio “e-team” (team di evangelizzazione), anziché con i Pokémon, con i protagonisti delle Sacre Scritture.

Si pubblica qui di seguito l’articolo di Eugenio Spagnuolo della redazione di Wired.it, con tutti i dettagli:

Vaticano, arriva Follow JC Go, per giocare a Pokémon Go con i santi

Arriva sugli smartphone la app Follow JC Go, che ricalca la caccia in realtà aumentata del videogioco ispirato ai mostri giapponesi, ma con beati e santi

Scherza coi fanti ma lascia stare i santi. Anzi, no, contrordine: da ora in avanti si può giocare (un po’) anche con i santi. Pare che anche papa Francesco abbia dato il suo placet a Follow JC Go, l’app di realtà aumentata che ricalca il più famoso Pokémon Go, ma con una differenza: al posto dei mostri sulla strada si incontrano beati, santi e figure bibliche.

Come con i Pokémon, la chiave d’accesso al gioco è nel gps dello smartphone. Dopo che l’app rileva la nostra posizione e identifica dove ci troviamo, iniziano gli incontri in realtà aumentata: nessuna cattura – per carità – ma giusto un po’ di domande sulla vita del santo e del beato per inserirlo nel nostro team evangelico, l’e-team appunto.

Per ora l’app parla solo spagnolo, quindi oltre che la cultura biblica per usarla c’è bisogno di cavarsela con le lingue. Follow JC Go, dove JC sta Gesù Cristo, è nata in occasione della Giornata mondiale della gioventù prevista a Panama dal 22 al 27 gennaio 2019.

Presto però dovrebbe arrivare la versione in italiano, visto che l’app è già presente negli store di Android e iOS del nostro paese. Dello sviluppo si è occupata la Fondazione Ramón Pané.

Il modello Pokémon Go trova rispondenza anche negli ostacoli e le complicazioni, che si incontrano durante il percorso. Affinché il nostro alter ego possa continuare a “catturare” santi è necessario idratarsi e fare beneficenza, prelevando oggetti vari sul cammino e conquistando punti in tre modi: donando denaro in beneficienza, guardando pubblicità oppure trovando i soldi sulla strada con un po’ di fortuna. Continua a leggere…

Sinodo, il Rettor Maggiore: “Tutti i giovani sono i nostri giovani”

(ANS – Città del Vaticano) – Accoglienza e prossimità ai giovani, con un’attenzione speciale a quelli delle comunità immigrate. Su questi punti si è concentrato l’intervento del Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Ángel Fernández Artime, al Sinodo dei Vescovi.

Santo Padre, riceva innanzitutto la mia profonda e sincera gratitudine per il dono che offre alla Chiesa attraverso questo Sinodo. Senza dubbio un tempo di Grazia e Presenza dello Spirito Santo.

Comincio dicendovi che ho immaginato il tema del Sinodo come una piramide. Alla base, ci sono TUTTI I GIOVANI. A metà strada, i giovani in cammino verso la Fede; e all’apice, i giovani in discernimento vocazionale, al quale certamente giungono molti meno giovani.

Permettetemi di raccontarvi cosa mi è capitato l’altro ieri. All’uscita da qui, nel pomeriggio, due giovani, di circa 26 o 28 anni, mi hanno detto in spagnolo. “Scusami, potresti dirci perché ci sono persone che escono vestite con delle fasce colorate addosso e qualcosa sopra la loro testa…?”

Ho capito subito che conoscevano poco o nulla della Chiesa e dei suoi Pastori. Ho intuito che non sapevano cosa fosse un vescovo. Così gli ho spiegato cosa stavamo facendo qui. Ho detto loro che il Papa aveva convocato molte persone per pensare ai giovani, e che anche i giovani stanno partecipando.

Mi hanno chiesto se potevano vedere il Papa, perché sarebbero stati contenti di incontrarlo. E perché lo ritengono un “uomo buono con tutti”.

Ho notato anche che avevano degli anelli alle dita. Gli ho chiesto se erano fidanzati o già sposati. Mi hanno detto che erano sposati e che avevano un bambino di tre anni. Ho chiesto loro quale fosse il nome di loro figlio e il loro volto si è illuminato. “Si chiama Julian”. Gli ho fatto i miei migliori auguri e ho salutato questi amici colombiani.

E nel mio cuore è risuonata forte la convinzione: anche questi sono i nostri giovani! TUTTI I GIOVANI SONO I NOSTRI GIOVANI. Non ci sono giovani dentro e giovani fuori.

Penso che dobbiamo trasmetterlo al mondo: che la Chiesa e i suoi Pastori sentono tutti i giovani del mondo come i SUOI GIOVANI, I NOSTRI GIOVANI, perché nessuno deve sentirsi escluso. Essi devono sentire che li accogliamo, indipendentemente dalla loro situazione e dalle loro storie di vita.

Una seconda cosa. Visitando le presenze salesiane nel mondo, ho visto molte chiese nelle diocesi piene perché erano riempite dai GIOVANI IMMIGRATI E DALLE LORO FAMIGLIE.

L’ho visto a Vancouver, Toronto e Montreal, l’ho visto in California e in Nuova Zelanda; a Melbourne e, senza andare troppo lontano, nella mia nativa Spagna (con migliaia e migliaia di fratelli latinoamericani), e in Italia (con migliaia di filippini a Roma e Torino).

E mi ripeto la stessa cosa: questi sono i nostri giovani, con le loro famiglie, che peraltro portano anche aria fresca di Fede alle nostre Chiese, proprio mentre il rifiuto, la paura, l’intolleranza e la xenofobia crescono nelle nostre nazioni.

Ed è per questo che penso che parlando dei giovani come Chiesa vuol DIRE UNA PAROLA FORTE, DECISA e CORAGGIOSA IN LORO FAVORE IN TUTTE LE NAZIONI DELLE NOSTRE CHIESE LOCALI, proprio come Papa Francesco fa per l’intera Chiesa Universale. Perché questi giovani immigrati sono ancora più fragili di tutti gli altri. Vogliamo osare farlo?

Infine, i nostri giovani dovrebbero sentirci dire che GLI VOGLIAMO BENEe che VOGLIAMO FARE UN PERCORSO DI VITA E DI FEDE INSIEME A LORO. I nostri giovani devono sentire la nostra presenza AFFETTIVA ed EFFICACE in mezzo a loro. Devono sentire che non vogliamo né dirigere le loro, né dettare come dovrebbero vivere, ma che vogliamo condividere con loro il meglio che abbiamo: Gesù Cristo, il Signore. Devono sentire che siamo qui per loro e, se ce lo permettono, per condividere la loro felicità e le loro speranze, le loro gioie, i loro dolori e le loro lacrime, la loro confusione o la loro ricerca di senso, la loro vocazione, il loro presente e il futuro.

Devono sentire che GLI STIAMO SUSSURRANDO DIO. Forse non raggiungeremo un’ortodossia e una ortoprassi straordinarie, ma sentiranno, attraverso la nostra piccola intermediazione, che Gesù LI AMA E SEMPRE LI ACCOGLIE. Allora tutto sarà valso la pena.

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