24 Marzo: XXV Giornata di Preghiera per i Missionari martiri

“NON ABBIATE PAURA” è il tema scelto per vivere la XXV Giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri .

In occasione della sua celebrazione, il 24 marzo 2017,  la Diocesi di Torino con l’Ufficio Missionario, l’Ufficio per la Pastorale Giovanile, l’Ufficio per la Pastorale Universitaria, l’Ufficio per la Pastorale dei Migranti e l’Istituto Missionari della Consolata hanno organizzato una Veglia di preghiera con testimonianze alle ore 20.45 presso il Santuario della Consolata.

Fare memoria dei martiri significa acquisire una capacità interiore di interpretare la storia oltre la semplice conoscenza.
Quest’anno il Progetto di solidarietà legato alla giornata del 24 marzo è dedicato alle Chiese sorelle della Siria.

Per maggiori informazioni, Visita il sito della Diocesi di Torino.

 

 

“Diaro (quasi segreto) di un prof.” di Marco Pappalardo

Si intitola «Diario (quasi segreto) di un prof. Pozioni e incantesimi per connettersi con gli adolescenti» ed è pubblicato dalle Edizioni San Paolo il nuovo libro nel quale Marco Pappalardo raccoglie sogni e quotidianità, fatica e bellezza della sua vita di insegnante.

Marco Pappalardo, classe 1976, giornalista pubblicista di Catania e docente di Lettere. Collabora con Avvenire, con il quotidiano La Sicilia per il quale cura la rubrica “Diario di Prof”, per il mensile Mondo Erre, per siti che si occupano del mondo adolescenziale, giovanile e della scuola. Già membro della Consulta Nazionale per la Pastorale Giovanile della CEI, è impegnato nella diocesi etnea in vario modo e da anni nel mondo dell’educazione attraverso l’oratorio; tra le esperienze di volontariato quotidiano, condiviso con colleghi, amici, alunni ed ex-alunni, ci anche sono la cura e il servizio agli immigrati, ai senza dimora e alle famiglie disagiate.

Cammino di Don Bosco e Strade di Colori e Sapori del Chierese e della Collina Torinese

Il Centro di Produzione Multimediale della Città Metropolitana di Torino ha presentato 40 videoguide alle Strade di Colori e Sapori del Chierese e della Collina Torinese, già ora pubblicate sulla playlist dedicata su YouTube,  e la nuova Guida al Cammino di Don Bosco per escursionistiedita da Blu Edizioni e curata da Claudio Baldi e Ute Ludwig.

Le 40 videoguide diventano uno strumento utile per  l’escursionista grazie alla loro fruibilità mediante smartphone, grazie alla tecnologia QR-Code. Il taglio storico e culturale dei brevi ma esaurienti filmati consente una più approfondita conoscenza delle peculiarità paesaggistiche, architettoniche e museali del Cammino di Don Bosco e del territorio interessato al circuito delle Strade di Colori e Sapori. Grazie alle video guide è possibile entrare anche in luoghi normalmente chiusi al pubblico, per ammirare interni difficilmente accessibili al visitatore. In alcuni casi i “ritratti” dei paesi e delle città sono stati tratteggiati con spettacolari riprese dall’alto effettuate con un drone, questo è stato possibile grazie alle collaborazione della Protezione Civile della Città metropolitana di Torino.

I video sono disponibili nel portale Internet della Città Metropolitana di Torino.

La guida escursionistica è corredata da una cartina a scala 1:25.000 che descrive i tre percorsi del Cammino di Don Bosco – l’alto, il medio e il basso, ricongiungibili in un anello – per un totale di 165 Km di itinerari escursionistici che vanno dal centro di Torino al Colle Don Bosco, attraversando la Collina Torinese e il Chierese, in quella che molti ormai definiscono come la “Terra dei “Santi”. Per ognuna delle tappe dei tre percorsi sono riportate la descrizione dell’itinerario, una scheda tecnica (con informazioni su luogo di partenza e di arrivo, lunghezza, dislivello, difficoltà, disponibilità di acqua sul percorso, punti di ristoro e strutture ricettive per il pernottamento) e le schede sulle peculiarità ambientali, storiche, artistiche e architettoniche dei luoghi toccati lungo la tappa.

 

 

Presadiretta in Ghana con Vis e Missioni Don Bosco

La tratta dei bambini in Ghana è stato tra i temi principali della puntata  di lunedì 20 Febbraio di Presadiretta, la trasmissione in prima serata di Rai Tre condotta dal giornalista Riccardo Iacona.

Durante l’inchiesta si denuncia l’attuale situazione nel Paese africano, dove centinaia di bambini vengono rubati alle famiglie più povere, finendo così nelle mani della tratta.

Iacona, in Ghana, ha intervistato diverse persone, tra cui autorità locali, soggetti delle forze dell’ordine e i Salesiani che, congiuntamente con Missioni Don Bosco e il VIS, affrontano questa situazione con il progetto “Stop Tratta” proprio per contrastare la migrazione irregolare.

 

 

Il Rettore Maggiore, la PACE e i Giovani Migranti

Venerdì 17 Febbraio, il Rettor Maggiore dei Salesiani, don Ángel Fernández Artime, decimo successore di don Bosco, è stato in visita alla città di Napoli per inaugurare il percorso emozionale del MUSEO DELLA PACE – MAMT dedicato a “DON BOSCO: I GIOVANI APOSTOLI DEI GIOVANI”.

La giornata, densa di appuntamenti e di significati sociali e simbolici, ha raggiunto il culmine con le testimonianze di Alamin e Amadou, due giovani migranti accolti nella Comunità di Accoglienza “Il Ponte” per Minori Stranieri Non accompagnati, la prima struttura in città che continua instancabilmente a trovare soluzioni educative alle emergenze del presente.

Amadou, un ragazzo in fuga dalla fame e dalle ingiustizie della sua terra, accoglie don Ángel leggendo alcuni stralci di una lettera a lui indirizzata:

“Carissimo Don Angel Ciao e benvenuto al Napoli. Oggi siamo molto contenti di vederti qui a nome di tutte le persone che sono presenti davanti a questo monumento chiamato Totem della Pace. attraverso la vostra grandezza e la fedeltà date valore alla base del monumento dove si trova la tomba di un migrante sconosciuto. Il posto è molto significativo: il porto! Dove persone partano ed arrivano. Negli anni passati molti italiani sono partiti da questo porto in cerca di una vita migliore ed Oggi siamo dei giovani ragazzi che vengono qui in questo porto per rendere omaggio al nostro illustre sconosciuto. Avete davanti a voi figli minori che sono vittime della tragedia della migrazione . abbiamo vissuto molti momenti duri con il viaggio: il carcere, la tortura e l’emarginazione. Alcuni di noi, abbiamo perso fratelli e sorelle sul largo del Mediterraneo. quindi per noi questo monumento potrebbe avere un nome e un cognome. attraverso tutti questi dolori abbiamo rischiato la vita, ma Dio ci ha protetto. Lo stesso Dio dei cristiani e dei musulmani. Si certo, ognuno di noi uno giorno morirà, non respirerà più la vita. Ma l’anima resterà nel vento … e il vento soffia e resta sempre.”

Vedi la notizia sul Sito dell’Ispettoria Salesiana del Meridione.

Dopo le testimonianze di Amadu e Al Amin, don Ángel risponde ai due giovani ed alla platea con il discorso riportato nel video:

100 anni di don Faletti

Si sono festeggiati nella città di Cuorgnè i 100 anni di don Nicola Faletti, una vita dedicata ai giovani sul solco di quel cammino di santità tracciato da San Giovanni Bosco.

Il racconto di quella giornata nel testo del giornalista Giovanni Costantino per La Voce e il Tempo.

“Grazie don Nicola, per i tuoi cento anni spesi in mezzo a noi”. Questa era la frase racchiusa nei cuori dei fedeli riuniti nella chiesa dell’Immacolata a Cuorgnè (TO) domenica scorsa per festeggiare insieme i cento anni di don Nicola Faletti. Il religioso, nato il 26 gennaio 1917 a San Raffaele Cimena, nel chivassese, è oggi il decano dei salesiani piemontesi. Monsignor Pier Giorgio Debernardi, vescovo di Pinerolo, ha racchiuso nella sua omelia i sentimenti di tutti i presenti. “Ciascuno di noi – ha esordito – nella sua vita ha ricevuto un consiglio, una parola, un incoraggiamento da don Faletti”. Pienamente inserito nelle comunità salesiane di San Benigno e di Cuorgnè in cui ha operato per oltre mezzo secolo è stato un punto di riferimento per la popolazione, per i suoi allievi e le loro famiglie. Monsignor Deberardi ha quindi ricordato quando da adolescente, studente a San Benigno, confidò per primo a don Faletti il desiderio di diventare sacerdote. “Don Nicola – ha continuato – è stato per tutti noi un segno del disegno che il Signore ha per noi. Egli ha concretizzato nella sua vita la gioia dell’apostolato. La sua allegria, nata dal sentirsi amato dal Signore, si è concretizzata nella testimonianza viva della santità. Santità che si manifesta nell’impegno, nel servizio, nel dono della vita”. Don Nicola è stato sempre presente fra la sua gente. Con il suo esempio ha concretizzato ciò che oggi Papa Francesco esorta i sacerdoti ad essere: “Pastori con l’odore delle pecore”. “Oggi – ha concluso – vogliamo rendere grazie a Dio per il dono di don Faletti, per il suo esempio, per la sua bontà, per averci infuso fiducia e serenità anche in mezzo alle bufere, in mezzo alle difficoltà”.

Giovanni Costantino

100 anni sulle orme di don Bosco: don Nicola Faletti

Domenica 19 Febbraio, alle ore 10,15, presso la Chiesa dell’Immacolata Concezione di Cuorgné don Nicola Faletti, salesiano di don Bosco, festeggerà il suo 100° genetliaco. A presiedere la Solenne Concelebrazione vi sarà Mons. Pier Giorgio Debernardi, Vescovo di Pinerolo.

Sarà occasione per la Città di Cuorgnè, per la Parrocchia San Dalmazzo Martire, per la Famiglia salesiana e per gli amici della Compagnia di San Callisto Caravario, di stringersi intorno ad un sacerdote che incarna profondamente lo spirito di don Bosco e che con instancabile zelo si è sempre prodigato per il bene della popolazione della Città natale di Callisto Caravario e di Villa Castelnuovo.

Riportiamo uno stralcio di un articolo, a firma Giovanni Costantino, apparso sul quotidiano online di Avvenire:

100 anni sulle orme di don Bosco. Il salesiano don Faletti festeggia il secolo di vita

Per oltre 70 anni è stato il punto di riferimento degli istituti salesiani di San Benigno e Cuorgnè (Torino): insegnante, animatore, organizzatore di attività artistiche e culturali

Cento anni spesi per don Bosco. Il Canavese salesiano (e non solo) festeggia il secolo di vita di don Nicola Faletti, decano dei salesiani piemontesi. Nato il 26 gennaio 1917 a San Raffaele Cimena, nel Chivassese, entrò a Valdocco per frequentare le scuole medie. Presentato al beato don Filippo Rinaldi, rettor maggiore e terzo successore di don Bosco, ne ricevette la benedizione. Il 9 giugno 1929 assistette commosso alla traslazione della salma di don Bosco dal collegio di Valsalice alla Basilica di Maria Ausiliatrice. In questi anni, ammirato dai racconti dei missionari salesiani, maturò in lui la vocazione che lo porterà ad essere ordinato sacerdote il 2 luglio 1944. Nel marzo 1930 partecipò come cantore alla Messa di trigesimo ordinata a ricordo dell’eccidio in Cina di don Callisto Caravario, il missionario salesiano martirizzato nella missione di Linchow (Cina).

Alla funzione, officiata nella Basilica di Maria Ausiliatrice, partecipava anche Rosa Morgando, madre del religioso trucidato. Diversi anni dopo proprio don Nicola Faletti diverrà custode della memoria e dei luoghi del martire canavesano, nato a Cuorgnè ( Torino) l’8 giugno 1903. Ogni anno accoglieva gruppi di giovani e di fedeli provenienti dall’Estremo Oriente per visitare il paese d’origine di san Callisto Caravario. Per oltre 70 anni don Nicola è stato punto di riferimento degli istituti salesiani di San Benigno e Cuorgnè (Torino): insegnante, animatore, organizzatore di varie attività artistiche e culturali.

Gli oltre 30 anni di ministero parrocchiale a Villa Castelnuovo (dal 1972 al 1974 e dal 1987 ad oggi) e i 50 anni di servizio sacerdotale come cappellano presso la casa salesiana Maria Luisa Vaschetti a Castelnuovo Nigra lo hanno sempre visto amico e guida di ogni fedele. Da alcuni anni il religioso è ospite dell’Istituto Cardinale Cagliero di Ivrea, continuando il suo ministero sacerdotale a Castelnuovo e a Cuorgnè. «Il suo sorriso, il suo esempio e la sua fede cristallina – spiegano i parrocchiani – trascinano ciascuno di noi.

Con il suo stile da umile parroco di campagna dimostra una forza impressionante in grado di sorreggere ciascuno di noi nella nostra fragilità».

PhotoGallery dal Web

 

Messaggio del Santo Padre FRANCESCO per la QUARESIMA 2017

“L’altro è dono”: la Parabola del ricco e del povero Lazzaro è al centro del messaggio per la Quaresima del Papa.

Francesco si sofferma su questa narrazione evangelica per sottolineare come ci venga offerta “la chiave per comprendere come agire per raggiungere la vera felicità e la vita eterna, esortandoci ad una sincera conversione“. Il ricco, senza nome, è l’emblema della “cupidigia che lo rende vanitoso. La sua personalità si realizza nelle apparenze, nel far vedere agli altri ciò che lui può permettersi. Ma l’apparenza maschera il vuoto interiore. La sua vita è prigioniera dell’esteriorità, della dimensione più superficiale ed effimera dell’esistenza“.

Mentre “Lazzaro ci insegna che l’altro è un dono. La giusta relazione con le persone consiste nel riconoscerne con gratitudine il valore. Anche il povero alla porta del ricco non è un fastidioso ingombro, ma un appello a convertirsi e a cambiare vita. Il primo invito che ci fa questa parabola è quello di aprire la porta del nostro cuore all’altro, perché ogni persona è un dono, sia il nostro vicino sia il povero sconosciuto. La Quaresima è un tempo propizio per aprire la porta ad ogni bisognoso e riconoscere in lui o in lei il volto di Cristo. Ognuno di noi ne incontra sul proprio cammino”.

Il logo di SYM Europe: un dono reale

Il coordinamento “Small Team SYM Europe” ha svelato il logo in vista del Confronto del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) Europa in programma dall’11 al 16 agosto del 2017.  Un logo suddiviso in tre “frecce” che rappresentano: visione – blu, passione – rosso, e missione – giallo. Tre parti che possono anche essere riferite alla Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo.

Nella scelta del logo per il Confronto lo “Small Team” ha effettuato una selezione tra le oltre trenta proposte, pervenute da Austria, Montenegro, Slovenia, Francia e Portogallo. In occasione della festa della beata Laura Vicuña (22 gennaio) –uno dei più insigni modelli di spiritualità giovanile salesiana – lo Small Team ha annunciato il logo vincitore: il disegno a cura di Anais e Anne-Florence del MGS Francia-Belgio Sud.

La descrizione del logo suggerisce alcune riflessioni. La Visione, ovvero la freccia blu in basso a sinistra, rappresenta l’invito ad essere da subito lungimiranti, sebbene sia necessario attingere dalle proprie radici: perciò la freccia è orientata verso il basso. Il colore blu inoltre esprime i sogni, il cielo, l’orizzonte.

La Passione, ovvero la freccia rossa in basso a destra, esorta al raggiungimento di un obiettivo con una forte energia, cuore pulsante della missione con i giovani. Questa seconda freccia è orientata verso il basso perchè questa è un energia da mettere in campo. Il rosso esprime quest’energia, ma anche l’amore che si mette nel raggiungere l’obiettivo con cuore, speranza ed entusiasmo (portando Dio dentro  di sé).

La Missione, ovvero la freccia gialla rivolta verso l’alto, necessita dello slancio per essere portata avanti con gioia e con il costante sostegno della visione e della passione, ecco perchè la freccia è rivolta verso l’alto.

Queste tre parti sono collegate da sentieri (linee bianche) che formano un piccolo cubo, in cui tutto converge verso un dono: Dio (al centro).

Vista nel complesso, la forma del logo può essere vista anche come un pacco dono, in quanto l’insieme di visione, passione, missione e Dio possano essere una reale offerta di un dono.

Rassegna stampa dal sito ANS

Ans – Roma 1  *   Ans – Roma 2  *  Ans – Bled

 

 

Giornata Nazionale per la vita (5 febbraio 2017)

Riportiamo il messaggio Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente per la 39a Giornata Nazionale per la vita in programma il 5 febbraio 2017.

Donne e uomini per la vita
nel solco di Santa Teresa di Calcutta

Il coraggio di sognare con Dio
Alla scuola di Papa Francesco s’impara a sognare. Spesso nelle udienze fa riferimento ai sogni dei bambini e dei giovani, dei malati e degli anziani, delle famiglie e delle comunità cristiane, delle donne e degli uomini di fronte alle scelte importanti della vita. Sognare con Dio e con Lui osare e agire! Quando il Papa commenta la Parola di Dio al mattino o quando tiene discorsi nei vari viaggi apostolici, non manca di incoraggiare a sognare in grande. È nota la sua devozione a san Giuseppe, che considera uomo del “sogno” (Cfr. Mt 1,20.24). Quando si rivolge alle famiglie, ricorda loro che il sogno di Dio “continua a realizzarsi nei sogni di molte coppie che hanno il coraggio di fare della loro vita una famiglia; il coraggio di sognare con Lui, il coraggio di costruire con Lui, il coraggio di giocarci con Lui questa storia, di costruire un mondo dove nessuno si senta solo, nessuno si senta superfluo o senza un posto”

I bambini e i nonni, il futuro e la memoria
Per Papa Francesco il sogno di Dio si realizza nella storia con la cura dei bambini e dei nonni. I bambini “sono il futuro, sono la forza, quelli che portano avanti. Sono quelli in cui riponiamo la speranza”; i nonni “sono la memoria della famiglia. Sono quelli che ci hanno trasmesso la fede. Avere cura dei nonni e avere cura dei bambini è la prova di amore più promettente della famiglia, perché promette il futuro. Un popolo che non sa prendersi cura dei bambini e dei nonni è un popolo senza futuro, perché non ha la forza e non ha la memoria per andare avanti”.
Una tale cura esige lo sforzo di resistere alle sirene di un’economia irresponsabile, che genera guerra e morte. Educare alla vita significa entrare in una rivoluzione civile che guarisce dalla cultura dello scarto, dalla logica della denatalità, dal crollo demografico, favorendo la difesa di ogni persona umana dallo sbocciare della vita fino al suo termine naturale. È ciò che ripete ancora oggi Santa Teresa di Calcutta con il famoso discorso pronunciato in occasione del premio Nobel 1979: “Facciamo che ogni singolo bambino sia desiderato”; è ciò che continua a cantare con l’inno alla vita: “La vita è bellezza, ammirala. La vita è un’opportunità, coglila. La vita è beatitudine, assaporala. La vita è un sogno, fanne una realtà. … La vita è la vita, difendila”.

Con Madre Teresa
La Santa degli ultimi di Calcutta ci insegna ad accogliere il grido di Gesù in croce: “Nel suo ‘Ho sete’ (Gv 19,28) possiamo sentire la voce dei sofferenti, il grido nascosto dei piccoli innocenti cui è preclusa la luce di questo mondo, l’accorata supplica dei poveri e dei più bisognosi di pace”. Gesù è l’Agnello immolato e vittorioso: da Lui sgorga un “fiume di vita” (Ap 22,1.2), cui attingono le storie di donne e uomini per la vita nel matrimonio, nel sacerdozio o nella vita consacrata religiosa e secolare. Com’è bello sognare con le nuove generazioni una Chiesa e un Paese capaci di apprezzare e sostenere storie di amore esemplari e umanissime, aperte a ogni vita, accolta come dono sacro di Dio anche quando al suo tramonto va incontro ad atroci sofferenze; solchi fecondi e accoglienti verso tutti, residenti e immigrati. Un tale stile di vita ha un sapore mariano, vissuto come “partecipazione alla feconda opera di Dio, e ciascuno è per l’altro una permanente provocazione dello Spirito. I
due sono tra loro riflessi dell’amore divino che conforta con la parola, lo sguardo, l’aiuto, la carezza, l’abbraccio”

Roma, 22 ottobre 2016
Memoria di San Giovanni Paolo II

IL CONSIGLIO PERMANENTE
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA