Ucraina, i Salesiani Cooperatori: Condanna senza riserve di ogni forma di intervento militare

Pubblichiamo il comunicato del Consiglio Mondiale dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori sulla situazione in Ucraina.

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NON CON LE ARMI, MA CON L’AMORE

I Salesiani Cooperatori tutti esprimono grande preoccupazione per i recenti fatti accaduti in Europa, che si vanno ad aggiungere alle situazioni di conflitto già in corso in altre parti nel mondo, e condannano senza riserve ogni forma di intervento militare.

La guerra non può essere considerata la soluzione a nessun problema politico. Un conflitto lascia solo morti e rappresenta sempre una sconfitta per i governi coinvolti e tutto il genere umano.

I Salesiani Cooperatori chiedono a tutti gli uomini di buona volontà, che occupano ruoli di governo, di far cessare le ostilità e ristabilire la pace tra i popoli coinvolti nei conflitti, nel rispetto della sacralità della vita e dei diritti umani inviolabili.

L’Associazione dei Salesiani Cooperatori, gruppo della Famiglia Salesiana, insieme con la Società di San Francesco di Sales, l’Istituto delle Figlie di Maria Ausiliatrice e altri gruppi è portatrice della comune vocazione salesiana, corresponsabile della vitalità del progetto di Don Bosco nella Chiesa e nel mondo. È presente in 102 Nazioni con oltre 30.000 Salesiani Laici e testimoniano con la propria vita, nelle situazioni in cui vivono, il Battesimo in Gesù Cristo.

Questo documento è sottoscritto da tutto il Consiglio Mondiale dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori, ed esprime l’unanime atteggiamento dell’Associazione dei Salesiani Cooperatori per i fatti citati.

Antonio Boccia

Coordinatore Mondiale – Associazione dei Salesiani Cooperatori

Duc Nam Nguyen – Delegato Mondiale SDB

Suor Carmen Lucrecia Uribe – Delegata Mondiale FMA

Cinzia Arena – Amministratrice Mondiale

Filippo Servilli – Segretario Mondiale

Carlo Pellegrino – Consigliere Regione Italia, Medio Oriente e Malta

Raúl Fernández – Consigliere Regione Iberica

Stanislav Veselsky – Consigliere Regione Europa Centrale Est

Barbara Klose – Consigliere Regione Europa Centrale Ovest

Patrick Hinvi – Consigliere Regione Africa e Madagascar

Phillip Yu – Consigliere Regione Asia Est e Oceania 

Antuvan David- Consigliere Regione Asia Sud

Horacio Bidarra – Consigliere Regione America Cono Sud

Alzira Maraes Ferreira – Consigliere Regione Brasile

Francisco Burciaga – Consigliere Regione Interamerica

Asmirian Montilla – Consigliere Regione Pacifico Caribe Sud

Giuseppe Cesaroni – Responsabile Archivio

 

RMG – La Pastorale Giovanile invita i giovani dell’MGS ad essere operatori di pace

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – A seguito dello scoppio della guerra in Ucraina, i Consiglieri Generali per la Pastorale Giovanile (PG) dei Salesiani di Don Bosco e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, rispettivamente don Miguel Angel García Morcuende e suor Runita Borja, hanno rivolto un appello ai giovani del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) e ai Delegati e Coordinatori ispettoriali di PG d’Europa, perché tutti si diano da fare, attraverso la preghiera e le iniziative di sensibilizzazione, di solidarietà e di vicinanza. “Nessuno vive per se stesso e nessuno muore per se stesso. Beati gli operatori di pace” è la chiave di lettura che i Consiglieri offrono ai giovani in questo tempo di crisi.

Citando uno dei più recenti messaggi per la pace offerti da Papa Francesco – quello pronunciato lo scorso 23 febbraio, a margine dell’udienza generale – don García Morcuende e suor Borja ricordano che Dio “è Dio della pace e non della guerra; che è Padre di tutti, non solo di qualcuno; che ci vuole fratelli e non nemici”.

Per questo restare a guardare non è un’opzione. “Non possiamo essere indifferenti o pensare che non possiamo fare niente o addirittura che la situazione non ci tocca. In realtà, tutto è connesso… e la rete stessa del Movimento Giovanile Salesiano include giovani dell’Ucraina e della Russia” sottolineano i due Consiglieri Generali.

In vista, perciò, dell’imminente inizio del tempo liturgico della Quaresima, “appello di Dio a ritornare a Lui”, e a fronte della realtà attuale, i responsabili della PG in Europa vengono pertanto esortati “ad animare una più matura consapevolezza e risposta con i giovani del Movimento Giovanile Salesiano di fronte a questa situazione”.

Concretamente, oltre ad aderire alla giornata di preghiera e digiuno proposta dal Papa per il Mercoledì delle Ceneri, il prossimo due marzo, vengono suggerite anche altre iniziative percorribili:

–      Intensificare la preghiera personale e nei gruppi, invocando da Dio il dono della pace.

–      Organizzare incontri per conoscere meglio la situazione.

–      Valorizzare incontri personali (in presenza o online) con persone coinvolte nel dramma di questa guerra che dura già da anni.

–      Organizzare e partecipare a veglie, manifestazioni, campagne per la pace e per il rispetto dei diritti umani.

–      Coltivare atteggiamenti nonviolenti e compiere gesti di vicinanza, ascolto, pazienza, pace e solidarietà nel quotidiano.

Sebbene la pandemia abbia favorito per tante persone il ripiegamento individuale su di sé, i due Consiglieri Generali hanno fiducia nei giovani, specie in quelli dell’MGS, e sono convinti che essi “non abbiano perso la voglia di costruire una società migliore ed il sogno di un mondo di pace, di rispetto della dignità di ogni persona, di giustizia, di cura per l’umanità e la terra”.

E mentre invocano Maria, Regina della Pace, rinnovano l’invito a cogliere nella situazione attuale il kairos, il tempo favorevole “per vivere autentiche esperienze di accompagnamento dei giovani e delle giovani ad essere cittadini globali e responsabili di un mondo – casa per tutti”.

“Anelli del Cammino di don Bosco” – la presentazione dell’itinerario a Villa Simeom

Nella giornata di sabato 26 febbraio, presso la Villa Simeom del Comune di Andezeno, si è svolto l’evento di presentazione “IL CAMMINO DI DON BOSCO UNA RISORSA PER IL TERRITORIO” sugli “Anelli del Cammino di don Bosco”: un itinerario escursionistico dedicato ai luoghi legati alla vita di San Giovanni Bosco sulle direttrici lungo le quali il fondatore dei Salesiani portava i suoi ragazzi a camminare, meditare e pregare, attraverso le colline del torinese, chierese ed astigiano.

Di seguito un breve resoconto gentilmente fornito alla Redazione da parte del giornalista Enrico Bassignana.
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Nuovi percorsi per conoscere il Chierese tra sentieri e strade bianche: sono gli “Anelli del Cammino di don Bosco”, presentati sabato 26 febbraio presso la Villa Simeom del Comune di Andezeno.

Gli “Anelli” vanno ad arricchire il “Cammino”, che parte dalla basilica di Maria Ausiliatrice e conduce al Colle,proponendo tre alternative di percorso (per complessivi 165 km): il Cammino alto (della Superga-Crea, tocca la basilica di Superga e l’abbazia di Vezzolano), il Cammino medio (del lago di Arignano) e il Cammino basso (di San Domenico Savio, tocca l’Eremo dei Camaldolesi).

«L’idea ci è venuta nel 2010, dopo un pellegrinaggio a Santiago: perché non organizzare qualcosa del genere anche da noi, legando l’itinerario a una figura come don Bosco che è conosciuta e apprezzata? – introduce Claudio Baldi, dell’associazione Nordic walking Andrate – Nel 2011 l’itinerario era pronto e l’abbiamo inaugurato con una prima camminata, da Cinzano al Colle. Nel 2016 abbiamo pubblicato la cartina e la guida, realizzate con Ute Ludwig».

Dall’anno scorso si sta lavorando ad “anelli” locali, per una conoscenza più approfondita del territorio attraversato dal Cammino.
«Perché le tappe escursionistiche sono impegnative, e offrono relativamente poco spazio per conoscere le comunità locali che man mano si incontrano. Di qui gli “anelli”, che partono e arrivano dallo stesso punto, hanno lunghezza contenuta e sono alla portata di tutti».
«Il “Cammino” è registrato tra gli itinerari di maggior importanza del Piemonte – aggiunge per la Città Metropolitana Elena Di Bella – A breve ci sarà anche un nuovo sito web, a disposizione dei turisti. Così Torino non avrà solo un’offerta turistica limitata al concentrico ma, sulla scorta di altre grandi città europee, allargherà anche ai dintorni».
Sonia Cambursano è la consigliera delegata al Turismo per la Città Metropolitana:
«Sono fondamentali i cammini che partono “dal basso”, perché nascono grazie a chi conosce bene il territorio e lo può valorizzare al meglio. In appoggio a ciò Città Metropolitana vuole potenziare il trasporto pubblico, utile supporto anche per  turisti che arrivano dall’estero».
Enrico Bassignana

Ucraina: appello del Papa per la pace, i Salesiani vicini alla popolazione

Dal sito di ANS, si riporta un articolo di Famiglia Cristiana sulla presenza Salesiana in Ucraina. Facciamo nostro l’appello del Papa per un giorno di digiuno e preghiera in occasione della celebrazione delle Ceneri: siamo altrettanto vicini con la comunità salesiana presente in Ucraina, a Kiev, Zhytomyr, Leopoli e Dnipro.

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(ANS – Kiev) – In questi giorni di estenuante attesa e incertezza, la vita in Ucraina scorre abbastanza normalmente: la gente va al lavoro, gli studenti sono a scuola, nelle case salesiane si partecipa alla Messa e si frequenta l’oratorio. La tensione è però innegabile, ed è per questo che la Famiglia Salesiana si fa portatrice di un aiuto morale e materiale ai giovani e a tutta la popolazione.

Il 26 gennaio, giorno in cui il Santo Padre ha chiesto a tutta la Chiesa di pregare per la pace nel Paese ex-sovietico, i giovani della casa salesiana “Maria Ausiliatrice” di Kiev si sono radunati per condividere una fede più forte della paura. “Chi è credente ha un raggio di speranza, non si sente solo. Ma chi non crede, chi non è riuscito a fare un’esperienza di Dio, perché non dimentichiamo che il comunismo in Ucraina ha strappato le fondamenta della fede umana, la vive in maniera molto pesante. Il nostro oratorio sta diventando la casa di tutti” ha testimoniato don Maksym Ryabukha, Direttore della casa di Kiev. Da notare che l’impegno ha anche una dimensione ecumenica, dato che le iniziative vengono svolte in dialogo sia con la Chiesa ortodossa, sia con le comunità cattoliche di rito bizantino.

Dunque, la casa salesiana di Kiev, che ha un centro giovanile e si occupa anche di Pastorale universitaria, si sta rivelando un rifugio per tanti: cattolici, ortodossi, e anche molti non credenti. I giovani si passano parola usando le reti sociali, a volte coinvolgono anche le rispettive famiglie. E il gruppo si allarga, di giorno in giorno, e i ragazzi si ritrovano, a gruppi di 100, ogni sera per pregare un’Ave Maria insieme e ricevere il pensiero della “buonanotte”, sullo stile di Don Bosco. Lo fanno tutti i giorni da oltre 300 giorni, cioè da quando la crisi ucraina è tornata a riacutizzarsi.

Anche a Zhytomyr, città a circa a 110 km a ovest di Kiev, dove i salesiani animano la scuola “Vsesvit” e stanno cercando di sviluppare un moderno oratorio, si prega per la pace e si cerca di stemperare la paura nel dialogo. “Certamente, con gli studenti parliamo della situazione”, osserva Nataliya Nagalevska, 48 anni, insegnante di lingua italiana nella scuola salesiana, “ma soprattutto preghiamo per la pace. Ogni lunedì promuoviamo una preghiera comune con tutta la scuola. I nostri bambini pregano tantissimo e la loro è una preghiera così sincera! Pregavano per la guerra del 2014, hanno pregato per la pandemia di Covid-19. E ora pregano perché questa crisi non porti al conflitto”.

E pure a Leopoli, città molto distante da Kiev, nella parte più occidentale del Paese, a soli 70 km dalla Polonia, i salesiani riportano un clima sospeso e teso: nelle ultime settimane la scuola salesiana ha dovuto interrompere più volte le lezioni per degli allarmi bomba, rivelatasi per fortuna, tutti falsi. “Ma creano scompiglio e stravolgono tutto il sistema educativo, perché i ragazzi devono interrompere lo studio, andare a casa e non possono tornare a scuola fino a quando la polizia non abbia controllato tutto l’edificio” testimonia don Yuri Smakous, 39 anni, sacerdote, Preside del ginnasio e liceo gestito dai Figli di don Bosco, dove studiano circa 400 allievi dai 10 e i 17 anni.

“Per noi un possibile attacco vale come un ritorno al passato e nessuno lo vuole. Non parliamo delle vittime, del sangue, dei morti… Tutto questo è tragico” soggiunge.

A Leopoli la casa salesiana comprende anche una casa-famiglia che accoglie 65 bambini e ragazzi orfani o di famiglie in grave difficoltà, dai 6 ai 18 anni, e gestisce una scuola professionale con vari indirizzi, dall’alberghiero alla falegnameria. La casa è diretta da don Andryi Bodnar, 39 anni, originario proprio di Leopoli, che da parte sua commenta: “Chiaro che qui nella parte occidentale non avvertiamo la stessa tensione che si vive nelle regioni orientali, ma il pensiero dell’invasione ovviamente ci preoccupa”.

Sul fronte orientale, invece, a Dnipro, la terza città più popolosa dell’Ucraina, non lontano dal territorio di Donetsk, risiede il salesiano don Oleh Ladnyuk, che dal 2014, quando scoppiò il conflitto del Donbass, è stato chiamato come cappellano militare delle truppe ucraine al fronte. “Se scoppierà una guerra, Dnipro sarà una delle prime città ad essere attaccata” testimonia.

Normalmente si sposta tra i villaggi della zona per offrire corsi di animazione giovanile salesiana nelle parrocchie greco-cattoliche. “Organizziamo i campi estivi, vorrei anche proporre dei corsi di formazione per i giovani animatori di queste zone”. Eppure, ora, con i parroci dei territori e in collaborazione con la Caritas impegnata sulla linea del fronte, sta pensando a come organizzare l’evacuazione degli abitanti, a partire dai bambini, in caso di guerra.

Quanto all’approccio con cui la cittadinanza vive questi momenti, don Ladnyuk condivide, infine: “Tutti i giornalisti che vengono in Ucraina pensano di trovare il panico tra i cittadini. Ma noi viviamo in stato di conflitto da otto anni. Abbiamo paura, certo, ma ormai per noi è la quotidianità. I giornalisti stranieri non capiscono perché ci vedono così sereni… Siamo stanchi, davvero stanchi, di avere paura”.

San Luigi Versiglia: l’omelia di Mons. Guido Marini in ricordo del protomartire salesiano

Domenica 20 febbraio, la Diocesi di Tortona ha ricordato san Luigi Versiglia, Protomartire salesiano, con la Santa Messa solenne in cattedrale presieduta dal vescovo Mons. Guido Marini.

Di seguito il video:

 

Amici di Don Bosco: “Arte e dialogo nella formazione post adozione”

L’Associazione Amici di Don Bosco Onlus segnala una nuova iniziativa per le famiglie adottive: grazie al progetto “Sportello Famiglia, sostegno alla genitorialità adottiva” e al contributo di Fondazione CRT, nel 2022 e nel 2023 saranno avviati incontri di formazione gratuiti per accompagnare i genitori nelle diverse fasi del percorso adottivo e i figli durante il loro percorso di crescita (dai bambini fino ai giovani adulti). Di seguito l’articolo riportato sul sito di Amici di Don Bosco con le informazioni principali sui progetti.

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E’ in arrivo una bella novità per le famiglie adottive: dalla collaborazione tra Amici di Don Bosco e NOVA, ente autorizzato per le adozioni internazionali, è nato il progetto “Sportello Famiglia, sostegno alla genitorialità adottiva” e grazie al contributo di Fondazione CRT, nel 2022 e nel 2023 saranno avviati incontri di formazione gratuiti per accompagnare i genitori nelle diverse fasi del percorso adottivo e i figli durante il loro percorso di crescita (dai bambini fino ai giovani adulti). Il progetto è rivolto a tutte le famiglie adottive residenti in Piemonte, con adozione sia nazionale, sia internazionale.
Nella prima parte dell’anno saranno avviati 2 cicli di incontri: “AdottARTE: laboratorio di arteterapia” e “Parole in cerchio”.

Il primo è un laboratorio rivolto ai bambini dai 7 agli 11 anni, a cura di Irina Galleri, arteterapeuta, e Vanda Braida, psicologa psicoterapeuta: è articolato in 5 incontri di due ore ciascuno, dalle 10 alle 12, per un gruppo di massimo 10 partecipanti.
Questo il calendario degli incontri che si terranno presso la sede dell’Associazione NOVA (via Tiziano Lanza 31, Grugliasco): 19 marzo, 9 aprile, 30 aprile, 14 maggio, 28 maggio .
Gli incontri sono gratuiti. Potrebbe essere richiesto un piccolo contributo per l’acquisto di alcuni materiali di consumo.
Il laboratorio rappresenta un’occasione per comunicare attraverso il linguaggio grafico, pittorico e vari materiali artistici ed esprimere ansie e paure legate anche al difficile momento di isolamento che abbiamo vissuto e che colpisce in maniera particolare i più giovani.
L’arteterapia è particolarmente indicata nei casi di adozione in quanto si tratta di una terapia non verbale e favorisce la rielaborazione di vissuti, anche di origine traumatica, e l’acquisizione di consapevolezza e riconoscimento rispetto al proprio mondo emotivo.
Un’opportunità, quindi, per il benessere dei bambini che potranno, in uno spazio privo di giudizio, dare espressione libera dei loro vissuti, sperimentare una relazione di fiducia con gli altri membri del gruppo, sentirsi parte di un vissuto comune e rispecchiarsi nell’altro.

Parallelamente, nello stesso orario e sempre presso il centro le Serre di via Tiziano Lanza 31, ai genitori adottivi sarà proposto il ciclo di incontri “Parole in cerchio”, a cura di Elisabetta Gatto e Daniela Bertolusso, operatrici dell’Associazione Amici di Don Bosco: un dialogo tra pari, senza giudizi e senza preconcetti, dove l’ascolto è importante quanto la verbalizzazione, un’occasione di confronto e di scambio sugli stereotipi e i pregiudizi che in tanti contesti accompagnano l’adozione, fatta con sincerità ma senza trascurare una nota di leggerezza.
La collocazione è strategica per chi porterà i bambini al laboratorio di arteterapia, ma gli incontri sono aperti a tutti i genitori adottivi.
Questo, dunque, il calendario degli incontri: 19 marzo, 9 aprile, 30 aprile, 28 maggio dalle 10:00 alle 12:00 presso i locali del centro BUM della Diaconia Valdese, sempre in via Tiziano Lanza 31 a Grugliasco. Gli incontri sono gratuiti e saranno attivati con la partecipazione di un minimo di 4 nuclei familiari.

Per tutti i corsi è necessaria la prenotazione scrivendo a formazione@associazionenova.org entro il 10 marzo.

Le iniziative si svolgeranno nel rispetto della normativa anti Covid-19 vigente.

UPS – Convegno: La riforma del Terzo Settore e il futuro dell’impresa sociale

Dal sito dell’Università Pontificia Salesiana.

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Riforma del Terzo settore come prospettiva di sviluppo dell’economia sociale. Questo lo scenario da cui partirà il Convegno – che si terrà il 26 febbraio 2022 alle ore 9:00 in Aula Paolo VI e online – ispirato al ruolo degli enti non profit nel contesto sociale anche alla luce della crisi pandemica. Un’economia sociale che vede impegnati, per uno sviluppo virtuoso del Paese, il settore pubblico e il mercato unitamente agli enti non profit. Un connubio che grazie alla riforma del terzo settore viene arricchito di strumenti in grado di incentivare il dialogo tra profit e non profit valorizzando il ruolo del volontariato e della responsabilità sociale dell’impresa.

In questo quadro generale il terzo settore diventa volano per lo sviluppo di rinnovati modelli di coesione e inclusione sociale attraverso l’apporto di nuove professionalità e competenze che dovranno essere formate per fornire risposte sempre più puntuali ai diversi e mutevoli bisogni della società. Lo sviluppo dell’economia sociale, dunque, come tema centrale del convegno “La riforma del terzo settore. Prospettive per lo sviluppo dell’economia sociale” che vedrà impegnati rappresentanti delle istituzioni e della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale unitamente ad autorevoli interventi tecnici che ci aiuteranno a riflettere sugli scenari e le prospettive del sistema economico e sociale italiano alla luce della riforma del terzo settore.

Dopo i saluti istituzionali del Rettore dell’UPS Andrea Bozzolo, l’introduzione e la moderazione dell’incontro saranno affidati a Maria Carla De Cesari, Capo Redattore di Norme e Tributi de Il Sole 24 Ore.

Programma

Ore 9:20 – Panel 1

Governo nazionale e regionale alla prova dell’economia sociale

  • Elena Bonetti
    Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia
    Politiche per la famiglia e ruolo del terzo settore alla luce del PNRR
  • Daniele Leodori
    Vicepresidente Regione Lazio
    Il ruolo degli enti del terzo settore nelle politiche territoriali
  • Stefano Zamagni
    Economista e Docente Università di Bologna
    Cura della persona e tutela delle fragilità nel contesto dell’economia sociale
Ore 10.20 – Panel 2

La riforma del terzo settore come volano per lo sviluppo dell’economia sociale

  • Andrea Giannone
    Ministero dell’economia e delle finanze – Direzione Legislazione tributaria e federalismo fiscale
    La nuova fiscalità del terzo settore e opportunità per i nuovi ETS
  • Stefano Carrara
    Agenzia delle Entrate – Direzione Centrale Persone fisiche, Lavoratori autonomi, Enti non commerciali
    Gli incentivi fiscali introdotti dalla riforma del terzo settore
  • Gaetano Scala
    Agenzia delle Entrate – Direzione Centrale Grandi Contribuenti e Internazionale
    Investimenti delle imprese nel terzo settore, quali le opportunità per valorizzare la responsabilità sociale
  • Gabriele Sepio
    Avvocato tributarista
    Il ruolo e le attività degli enti del terzo settore nel quadro dell’economia sociale europea
Ore 11.20 – Panel 3

Formazione e nuove professionalità nel terzo settore e nell’economia sociale

  • Fabio Pasqualetti
    Decano Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale
    Introduzione
  • Giovanni Serra
    Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale
    Le competenze strategiche dei dirigenti e quadri del Terzo settore
  • Dino Del Savio
    Movimento di Volontariato Italiano
    Fabbisogni e strategie formative nel volontariato
  • Marco Musella
    Ordinario di Economia Politica, Università Federico II Napoli – Presidente Iris Network
    Fabbisogni e strategie formative nell’impresa sociale
Ore 12.30 – 13.00
Considerazioni finali e chiusura lavori

Missioni Don Bosco: in Ucraina insieme ai giovani in un momento molto delicato

Venerdì 11 febbraio una delegazione di Missioni Don Bosco, insieme ad alcuni giornalisti, è partita per l’Ucraina per visitare le opere salesiane presenti nel Paese e cercare di comprendere lo stato d’animo e le aspettative dei giovani e delle famiglie in merito alla situazione attuale.

Inoltre si stanno organizzando diversi incontri con le autorità religiose e rappresentanti della società civile e politica organizzati dal superiore provinciale dei salesiani in Ucraina, padre Mychajlo Czaban.

Di seguito l’articolo di Missioni Don Bosco.

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Venerdì 11 febbraio una delegazione di Missioni Don Bosco, insieme ad alcuni giornalisti appartenenti a diverse agenzie d’informazione e a testate cartacee e televisive, è partita per l’Ucraina. Un viaggio missionario per visitare le opere salesiane presenti nel Paese e cercare di comprendere lo stato d’animo e le aspettative dei giovani e delle famiglie in un clima perennemente teso.

In questi giorni di estenuante attesa, incertezza, ma anche di preparazione allo scoppio della guerra, all’invasione della Russia in territori ucraini, dopo che per settimane il governo di Putin ha schierato migliaia di soldati e carri armati al confine, la vita scorre abbastanza normalmente: la gente va al lavoro, gli studenti sono a scuola, nelle case salesiane si partecipa alla messa e si frequenta l’oratorio. È però innegabile che dal 2014 il popolo ucraino sa che non ci sono certezze e che in questo momento per 70 km lungo il confine sono schierate le truppe di Putin: non solo a sud, come qualche anno fa, ma fino al nord, dai vicini della Bielorussia. La Russia sta minacciando da giorni di intervenire se la NATO (Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord) non decide di rinunciare ad accogliere l’Ucraina e di conseguenza espandere la propria presenza verso est. Numerosi Paesi occidentali, in particolar modo gli Stati Uniti, hanno spedito armi, strumentazione militare e avvicinato i propri soldati nei Paesi confinanti, quali la Lituania, la Bulgaria, la Romania e la Polonia, mentre i tentativi di una risoluzione diplomatica vanno avanti, ma ad oggi nessuno accordo è stato preso.

Il programma del viaggio di Missioni Don Bosco sta prevedendo diversi incontri con le autorità religiose e rappresentanti della società civile e politica organizzati dal superiore provinciale dei salesiani in Ucraina, padre Mychajlo Czaban e dal suo vicario padre Maksim Ryabukha. I nostri colleghi hanno visitato la Casa di Maria Ausiliatrice di Kiev, una delle scuole statali della capitale, incontrato i giovani dell’oratorio di Zhytomir, città a 110 km a ovest di Kiev, e successivamente si sposteranno verso Leopoli per visitare la casa-famiglia per minori orfani o in condizione familiare difficile e altre missioni salesiane nel Paese.

La famiglia salesiana insieme ai giovani cattolici di Kiev e di altre città (i cattolici sono una piccola minoranza nel Paese) ha risposto all’appello di Papa Francesco per pregare per la pace il 26 gennaio scorso, facendosi portatrice di un aiuto morale, ma anche materiale, sostenendo le famiglie in difficoltà in un Paese in cui un quarto della popolazione vive sotta la soglia di povertà.

I racconti delle ultime ore dei nostri colleghi confermano il clima teso, ma allo stesso tempo testimoniano la quotidianità che va avanti, nonostante oramai da diverso tempo ci siano diversi segnali che ci dicono quanto tutti cerchino di essere preparati al peggio. Nella scuola statale di Kiev, accanto alle normali attività scolastiche, ci hanno spiegato che ogni settimana i ragazzi devono seguire due ore di lezione dedicate alla difesa in caso di un attacco imminente.

I ragazzi e le ragazze le vivono come un’attività tra le tante, come se fosse normale imparare a prendere la mira. La verità è che ogni scuola ha l’obbligo di avere un rifugio in cui nascondersi.

Per questa scuola ha significato trovare negli scantinati un ambiente che potesse ospitare i suoi 500 studenti, dai 6 ai 16 anni, garantendo loro un riparo per qualche ora, con cibo e acqua a sufficienza per tutti. Sperando che l’attesa risulti vana.

Don Roberto Repole nuovo arcivescovo di Torino e vescovo di Susa

Don Roberto Repole, 55 anni, è il vescovo eletto dell’arcidiocesi di Torino e della diocesi di Susa. A darne l’annuncio sabato 19 febbraio 2022, presso il Santuario della Consolata a Torino, è stato l’arcivescovo mons. Cesare Nosiglia, alla guida della Diocesi di Torino dal 2010 e amministratore apostolico di Susa dal 2019. Di seguito il video dell’annuncio, la comunicazione ufficiale di mons. Cesare Nosiglia e il saluto di don Repole avvenuto alla Consolata pubblicati sul sito della diocesi di Torino.

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La COMUNICAZIONE di mons. Nosiglia alla comunità diocesana:

«Cari amici, sono lieto di comunicarvi che il Santo Padre ha nominato Arcivescovo metropolita di Torino e Vescovo di Susa il canonico don Roberto Repole, docente e direttore della Sezione torinese della Facoltà teologica dell’Italia settentrionale.

Il curriculum del nuovo pastore è ben conosciuto da tutti voi e per questo siamo riconoscenti al Santo Padre di questa nomina. Personalmente sono molto contento della scelta e auguro al mio successore ogni bene, mentre chiedo ai sacerdoti, religiosi e religiose e fedeli tutti di accogliere con gioia il nuovo Arcivescovo e di offrire a lui tutta la loro disponibilità a collaborare efficacemente al suo ministero, accompagnandolo fin da ora con la nostra accoglienza e la nostra preghiera.

Sono lieto di questa nomina anche perché viviamo un periodo delicato e importante che riguarda non solo la diocesi di Torino e Susa ma l’intera Chiesa, e quella italiana in particolare. Mi riferisco all’avvio del Sinodo che caratterizzerà questi prossimi anni ed è iniziato ufficialmente nelle nostre diocesi il 17 ottobre scorso con le solenni celebrazioni nel santuario della Consolata di Torino e nel santuario della Madonna del Rocciamelone a Susa.

Da parte mia assicuro a don Roberto la mia piena disponibilità a sostenerne il ministero senza alcuna interferenza. Io resterò a Torino in una realtà ecclesiale collegata alla parrocchia Madonna Addolorata, al Pilonetto. Anche qui il parroco avrà la mia piena collaborazione, se lo vorrà e come lo vorrà. Ho sempre desiderato infatti di poter servire una comunità parrocchiale. Poi, come ogni altro Vescovo emerito presente a Torino e a Susa sarò disponibile per celebrazioni di Cresime o di feste patronali o altro che i singoli parroci vorranno e chiederanno. Desidero anche assicurare i lavoratori della ex Embraco e i poveri (in particolare senza dimora, immigrati o rom) che continuerò a seguire le loro vicende con la massima cura.

Infine desidero ricordare l’incontro con i giovani di Taizè. Dopo la prima tappa a fine dicembre 2021 aspettiamo ancora i giovani d’Europa a Torino nel prossimo mese di luglio. Mi auguro che questo importante raduno possa essere accolto e seguito con cordiale attenzione da don Roberto.

In attesa dell’ordinazione episcopale di don Roberto, io svolgerò il compito di amministratore apostolico per Torino e Susa. Oggi saluto con affetto don Roberto e sono certo che il suo ministero e azione pastorale darà un ulteriore impulso alle nostre Diocesi di Torino e Susa supplendo ad ogni mia mancanza, con l’apporto del clero, dei religiosi e religiose e dei laici, per svolgere con impegno il cammino sinodale in atto e ogni altro importante rinnovamento delle due diocesi in vista della loro unità sempre più necessaria.

D’intesa con lui abbiamo deciso di comunicare la sua nomina qui nel santuario della Consolata, perché la Madonna che più sentiamo come nostra lo protegga e sostenga nel suo ministero. Con vivo saluto e augurio».

Il testo del SALUTO di don Repole:

«Carissime sorelle e carissimi fratelli, tutti: religiose e religiosi, laiche e lai-ci, diaconi e presbiteri.

Come potete anche solo immaginare, ho il cuore colmo di emozione e all’interno c’è un guazzabuglio di sentimenti. Vi è certamente una profonda e intensa gratitudine al Signore, che mi invita ancora una volta e in maniera sempre più radicale alla sua sequela e al dono di me; e al carissimo papa Francesco, che mi ha scelto con un atto di grandissima fiducia. Ma confesso anche che in questi giorni ho dovuto combattere con l’ansia, sempre frutto del Nemico quando ci separa da Cristo e dai fratelli e ci fa sentire soli.

Al di sotto però delle onde di superficie, se scendo nel profondo, laddove lo Spirito Santo mi abita, trovo una pace profonda.

Mi consolano in particolare tre cose.

La prima è che io sono certo di non aver mai cercato in alcun modo un ministero come quello che oggi mi viene affidato. Ho avuto la grazia in questi anni di avere tantissimi contatti, che mi hanno arricchito nel mio percorso teologico e nella mia vita di fede. Ma ho sempre incontrato le persone per quello che erano, senza secondi fini. E per questo, la mia nomina ad arcivescovo di Torino e vescovo di Susa era umanamente del tutto imprevedibile. Non può essere opera semplicisticamente umana. Nella fede la leggo come l’opera della fantasia e dell’estro dello Spirito. E vivo allora sicuro che come la mano di Dio non mi ha mai abbandonato in questi anni e come, anzi, la sua presenza si è fatta con il tempo sempre più intensa, così continuerà ad affiancare i miei passi. Sono con Lui; e questo è anche ciò che desidero sempre di più, quello che più davvero mi interessa nella vita.

E poi ho la grande grazia di dover servire due Chiese che conosco, pur in modo evidentemente diverso. E anche voi conoscete me, con i doni che il Signore ha voluto farmi nella sua immensa bontà e con i miei limiti. La Chiesa di Torino è la mia Chiesa, tanto amata. È qui che ho ricevuto il dono più bello di tutti, quello della fede, quello della compagnia di Cristo. Penso con profonda gratitudine a tutte le sorelle e i fratelli che sono stati e sono per me la testimonianza di Cristo vivente e del suo amore. Penso a voi, con i quali camminiamo insieme; e penso a quelli che sono già nel Signore. Ci sono anche loro, anche oggi, qui. Gabriel Marcel faceva dire ad un personaggio del suo teatro che se il mondo fosse abitato solo da quelli che noi consideriamo i viventi, l’aria sarebbe semplicemente irrespirabile. Questo è particolarmente vero per la Chiesa. La Chiesa di Susa ho avuto modo di conoscerla, invece, soprattutto attraverso diversi incontri di formazione e di ritiro dei preti. Ne ho sempre raccolto la sensazione di una comunità in cui, con semplicità, si serve il Signore e ci si vuole bene.

Ecco, mi consola sapere che lo Spirito è già potentemente all’opera e la Chiesa c’è già. Io vi svolgerò un ministero e offrirò quello che umanamente potrò dare. Ma ci saranno altri ministeri e soprattutto ci saremo tutti noi, una cosa sola in Cristo. Le Chiese di Torino e di Susa non hanno solo un glorioso passato, hanno un presente, dove Dio è all’opera perché il Vangelo raggiunga davvero tutti; e per questo, tale presente può essere persino stimolante e avvincente.

Mi consola, infine, sapere che come cristiani non siamo certamente una potenza, né dobbiamo esserlo. Non abbiamo da offrire a queste nostre città nulla di tutto ciò che esse possono trovare già altrove e in abbondanza. Possiamo offrire, però, quello che nella nostra povertà Cristo ha deposto e depone continuamente in noi: la straripante bellezza del Vangelo, che può generare senso di vita per i più giovani, sollievo e compagnia per i più anziani, vicinanza e cura per i malati, accoglienza ospitale per tutti i poveri e gli emarginati.

Con questi sentimenti, ringrazio ancora di cuore il Santo Padre, e ringrazio l’arcivescovo Cesare Nosiglia, per tutto l’impegno che ha profuso e quello che ancora deve offrire per qualche mese (senza mettere limiti per il prosieguo). Ci affidiamo tutti alla Vergine Consolata, perché continui a suggerirci quello che Cristo ci chiede.

Vi voglio bene, confido tantissimo nel vostro bene e nella misericordia che ci useremo gli uni gli altri.

Ringrazio sin d’ora le Autorità civili e militari, confidando in una buona collaborazione. Sicuramente avremo modo nei prossimi mesi di incontrarci e di iniziare un dialogo proficuo.

Mi scuso sin da adesso con i giornalisti presenti, se non aggiungo altro a questo saluto. Avremo modo di incontrarci in un clima più calmo rispetto alle emozioni di questi giorni e poterci così parlare. Grazie di cuore!».

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Agorà delle Parità su rincaro bollette: colpite duramente le scuole paritarie e le famiglie

Si pubblica di seguito il Comunicato Stampa di Agorà delle Parità in merito al rincaro della componente materia prima delle bollette di luce e gas la quale ha colpito duramente anche le scuole paritarie.

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Le Associazioni di gestori e genitori di scuole paritarie cattoliche e d’ispirazione cristiana, AGeSC, Cdo Opere Educative – FOE, CIOFS Scuola, CNOS Scuola, FAES, FIDAE, FISM, Fondazione  GESUITI EDUCAZIONE, facenti parte di Agorà della parità, in vista dell’annunciato “Decreto  bollette” sottolineano che il rincaro della componente materia prima delle bollette di luce e gas ha colpito duramente anche le scuole paritarie con valori quasi triplicati rispetto ad un anno fa e ha chiesto al Presidente del Consiglio e al Consiglio dei Ministri che le annunciate agevolazioni riguardino anche  imprese, enti, ordini religiose e parrocchie che gestiscono scuole paritarie. 

Gli importanti rincari degli ultimi mesi rischiano, infatti, ad andare a colpire direttamente le  famiglie degli alunni frequentanti.  

Agorà della parità pertanto richiede che il governo individui possibilità di ristori per le scuole paritarie  quali ad esempio un credito d’imposta o l’abbattimento degli oneri accessori. 

Si chiede, inoltre, la possibilità di avere agevolazioni per investimenti nella riqualificazione energetica degli  edifici anche tramite l’installazione di pannelli solari. 

AGeSC, Catia Zambon, Presidente nazionale  

CNOS Scuola, Stefano Mascazzini, Presidente nazionale  

CIOFS scuola, Marilisa Miotti – Presidente nazionale  

FAES, Giovanni Sanfilippo – Delegato nazionale per le Relazioni  

Cdo Opere Educative – FOE, Massimiliano Tonariani, Presidente nazionale  

FIDAE, Virginia Kaladich, Presidente nazionale  

FISM, Giampiero Redaelli, Presidente nazionale