La festa della musica per Santa Cecilia a Vercelli

Si riporta l’articolo pubblicato su La Stampa in merito alla festa della musica di Santa Cecilia organizzata dalla comunità salesiana.

Di seguito il testo integrale della notizia pubblicata il 18 novembre 2020.

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La comunità salesiana via internet dà spettacolo per Santa Cecilia P. M. F.

La festa della musica al tempo del virus scatena estro e fantasia. All’oratorio del Belvedere sanno bene, secondo un motto caro a don Bosco che, senza musica, una casa salesiana manca di un aspetto fondamentale nella crescita delle persone. Dunque anche in questo 2020 caratterizzato da lockdown e distanziamenti, in casa Cnos-Fap non hanno voluto mancare il tradizionale appuntamento con Santa Cecilia. E così per celebrare al meglio la festa della patrona ecco nascere un concerto on line ma ugualmente ricco di suggestioni. Ecco allora che, sulla pagina facebook del Cnos si può assistere a un piccolo concerto che coinvolge le diverse anime della comunità salesiana: allievi, ex allievi, docenti e amici musicisti hanno realizzato un apposito spettacolo per Santa Cecilia. S’inizia da un toccante Hallelujah cantato da Isabel Volta davanti all’altare della chiesa del Sacro Cuore, illuminato dalle nuove vetrate tra le quali spicca l’immagine di Santa Cecilia. E poi Flavio Ardissone (ideatore dell’iniziativa) all’organo, il duo Emanuele Barale (organo) e Roberto Foglia (tromba); quindi i flauti di Gianluca Pisa e Gabriel Borghi. Il concerto prosegue con le tastiere di Cesare Anselmo e Mauro Di Leo. Ma non mancano strumenti insoliti per concerti d’orchestra classici come un assolo di batteria, eseguita da Sandro Bellone, fino agli strumenti tecnologici stile dj di Silve Rossi e la chitarra elettrica di Alexander Giolitto.

L’Istituto Agnelli al Salone dell’orientamento 2020

Sul sito dell’Istituto Internazionale E. Agnelli sono state pubblicate tutte le informazione relative alla presenza della scuola torinese al Salone dell’orientamento 2020.

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Il Salone dell’Orientamento organizzato dal Servizio Orientamento della Città di Torino è rivolto alle ragazze e ai ragazzi che devono scegliere come proseguire gli studi dopo la terza media. Nelle prime settimane del 2021 infatti le famiglie dovranno effettuare l’iscrizione ad una scuola superiore o ad un corso di formazione professionale triennale.

Qui trovate la presentazione della nostra scuola superiore e il video tour.

Per partecipare ai singoli appuntamenti, occorre installare l’applicazione Zoom sul proprio dispositivo e poi cliccare sul link per l’accesso diretto all’evento disponibile sul sito del Salone accanto a ciascuna iniziativa. All’interno del programma giornaliero è possibile scegliere tra: 30 minuti con la tua scuola ogni giorno webinar di 30 minuti con le scuole secondarie di secondo grado e le agenzie di formazione professionale #resta al salone ogni giorno dalle ore 11.30 alle 12 e dalle 16.00 alle 16.30 sono previste puntate di web radio per ragazze e ragazzi di terza media.
webinar informativi rivolti a docenti, famiglie, educatori e a tutti coloro che accompagnano i giovani alla scelta.

Il Salone offre l’opportunità di: conoscere l’offerta scolastica e formativa presente sul territorio della città reperire informazioni sui percorsi di studio incontrare online docenti e formatori dei diversi istituti superiori e delle agenzie formative relazionarsi direttamente tra coetanei con gli studenti e le studentesse che già li frequentano confrontarsi con orientatori ed esperti. Durante il Salone, dal 16 al 21 novembre, le Agenzie Formative e le Scuole Secondarie di secondo grado avranno a disposizione stand digitali per farsi conoscere e presentare la propria offerta formativa. Negli stand saranno pubblicati materiali informativi sulle scuole, prodotti multimediali e documentazione utile alla scelta.

 

Casa don Bosco resta aperta on line come museo virtuale

Si riporta la notizia pubblicata dall’Avvenire sull’iniziativa del museoCasa di don Bosco‘ che decide di aprire le sue porte virtuali per essere visitato Online.

Di seguito il testo completo della notizia pubblicata il 14 novembre su Avvenire, edizione cartacea e Online.

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Articolo di Marina Lomunno

«Benvenuti a Valdocco, culla del carisma salesiano. Qui don Bosco e sua mamma Margherita hanno accolto i primi ragazzi di strada, i primi orfani. Qui siamo nati noi, salesiani di don Bosco. Sono sicuro che questa casa ti racconterà il grande dono che è don Bosco per i giovani e per la famiglia salesiana di tutto il mondo». Sono le parole di don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore e decimo successore del santo dei giovani che accolgono i visitatori del nuovo Museo aperto al pubblico nella Casa Madre dei salesiani, con accesso dal cortile interno della Basilica di Maria Ausiliatrice, lo scorso 4 ottobre ma momentaneamente chiuso a causa dell’emergenza Covid.

A tagliare il nastro con le autorità (lo spazio espositivo ha il patrocinio della Regione Piemonte e della città di Torino) è stato il rettor maggiore stesso che ha sottolineato come già il nome dato al Museo “Casa don Bosco” indichi lo spirito con cui si è pensato. E cioè, in 4mila metri quadrati, tre piani e 27 spazi espositivi, si vuole condurre il visitatore dai luoghi della prima comunità dell’oratorio inventato da don Bosco, spazi poveri e semplici come il refettorio dove mangiavano i primi ragazzi, alle camerette del santo, al lungo corridoio dove passeggiava confessando i suoi giovani, fino alle testimonianze provenienti da tutto il mondo dell’avventura educativa che oggi ha raggiunto i ragazzi “discoli e pericolanti” in 133 nazioni dei 5 continenti, come ha sottolineato don Cristian Besso museologo di Casa don Bosco. «Ciò che desideriamo trasmettere a chi entra nel Museo – evidenzia don Guido Errico, rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice – è il senso della comunità che ha creato attorno a sè don Bosco, con un piccolo nucleo di ragazzi poveri e orfani che vivevano qui giorno e notte, di una famiglia che oggi è diventata una “multinazionale educativa” con 14mila salesiani sparsi per il mondo, 30 santi e venerabili che perpetuano il sistema preventivo casa-scuola- mestiere ed educazione alla fede ma che non ha perso il senso delle origini: pastorale giovanile per i giovani più bisognosi, pastorale missionaria, devozione a Maria, pilastro del carisma salesiano».

Mamma e insegnante, una laurea in Storia dell’arte e una specializzazione in Museologia, Stefania De Vita è la direttrice del Museo che ha coordinato l’allestimento durato due anni catalogando migliaia di pezzi, «dagli oggetti personali di don Bosco a un affresco del ’300, ai paramenti dei primi collaboratori del santo, uno per tutti Michele Rua, dalle pietre che i ragazzi raccoglievano nei fiumi cittadini, il Po e la Dora, e portavano a Valdocco per costruire l’oratorio: il materiale espositivo è talmente ricco che ci sono due archivi a disposizione e i “pezzi” che non sono ancora visibili, nonostante l’ampiezza della superfice a disposizione, ruoteranno periodicamente nelle teche delle sezioni del Museo». Insomma La Casa don Bosco non si può raccontare bisogna viverla perché qui si respira il miracolo della vita di un santo contadino che, partito con la mamma dalle colline alla porte di Torino, ha saputo realizzare un sogno: dare speranza alla gioventù derelitta della Torino dell’Ottocento, conclude don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta: «Riscoprire le nostre origini percorrendo queste sale dove è nata la famiglia salesiana ci fa riscoprire l’idea di famiglia che ha spinto don Bosco a fondare la congregazione per dare di più ai ragazzi che hanno avuto di meno. Questi muri ci ammoniscono che questa continua ad essere la nostra missione». «Purtroppo a causa della recrudescenza dell’epidemia che con l’ultimo Dpcm ha decretato il Piemonte Zona rossa da venerdì 6 novembre il Museo è chiuso – conclude don Errico – ma in un mese di apertura abbiamo staccato ben 1.600 biglietti e avevamo già molte altre prenotazioni. Speriamo che la Pandemia si affievolisca e che nel periodo natalizio “Casa don Bosco” possa riaprire».

Per il momento sul sito www.museocasadonbosco.it si può entrare nel Museo virtualmente: quando sarà possibile la visita, gratuita e se si desidera guidata dai volontari, occorrerà prenotarsi alla mail: info@museocasadonbosco.

Domenica 29 novembre c’è l’open day della scuola media salesiana braidese

Si terranno il 29 novembre e il 15 gennaio le giornate di open day per la presentazione delle scuole medie dell’ Istituto San Domenico Savio di Bra.

Di seguito si riporta il testo integrale della notizia pubblicata su Gazzatta d’Alba ed il video di presentazione preparato dal direttore don Alessandro Borsello.

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Articolo scritto da Lino Ferrero

Fissate altre due date di presentazione della scuola media Salesiana di Bra: gli open day si terranno domenica 29 novembre e venerdì 15 gennaio 2021. I Salesiani hanno anche preparato un video in cui il direttore don Alessandro Borsello parla della realtà educativa che propone la scuola salesiana. Il preside, il salesiano Teresio Fraire spiega: «Come da tradizione organizziamo le giornate di presentazione della nostra scuola per le famiglie dei bambini di quinta elementare. Ambienti, offerte e ideali vengono presentati dai protagonisti della scuola salesiana: direttore, preside, insegnanti, genitori e alunni».

Gli open day si svolgono così. Dopo un momento comune nell’ampio salone-studio, opportunamente distanziati, le famiglie partecipano a rotazione ad alcune brevi lezioni degli insegnanti nelle rispettive aule e nel laboratorio di informatica. Al temine c’è spazio per le domande e i chiarimenti. Chi vuole iscriversi alla scuola potrà poi rivolgersi al direttore che incontrerà insieme genitori e figli.

Quest’anno sarà possibile seguire l’open day on line. Resta sempre la possibilità di visitare la scuola in altri orari, previa prenotazione. «La scuola media salesiana – dice don Alessandro Borsello, che è anche direttore dei Salesiani di Bra – offre un ambiente educativo in cui il ragazzo o la ragazza sono innanzitutto accolti e si trovano bene; la scuola si caratterizza per essere scuola cattolica e salesiana. Per questo proponiamo il tempo pieno, tutti i giorni da lunedì a venerdì con le lezioni al mattino e lo studio assieme ad altre attività nel pomeriggio. Abbiamo un ambiente studio grande, ci sono anche attività di recupero, proposte di carattere musicale, sportivo, di approfondimento delle lingue e di informatica». Riguardo i costi, obiezione che molti fanno, non trattandosi di una scuola pubblica, ma paritaria risponde il preside Fraire: «Sono contenuti: 250 euro di iscrizione e 300 euro al mese per 10 mesi. È molto meno di quanto costa allo Stato un alunno nella scuola pubblica. Inoltre sono possibili riduzioni in base al reddito».

 

Allievo dell’istituto San Domenico Savio vince il concorso “La scuola che vorrei”

Francesco Molinaro, allievo della terza media A dell’ Istituto San Domenico Savio dell’opera salesiana di Bra è stato premiato presso la Fondazione CRC di Cuneo per il concorso “La scuola che vorrei“.

Si riporta di seguito il testo integrale del tema vincitore, scritto da Francesco Molinaro.

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LA SCUOLA CHE VORREI
Francesco Molinaro
Classe 2^ A
Scuola Media Istituto Salesiano San Domenico Savio
Viale delle Rimembranze 19 – 12042 BRA (CN)

 

Nella nostra società la scuola è un’istituzione fondamentale dedicata all’istruzione e all’educazione degli allievi ed è un diritto per i bambini, nonostante nel mondo di oggi non tutti abbiano la possibilità di andare a scuola, soprattutto nei Paesi più poveri e nelle zone di guerra. Sicuramente l’esperienza della scuola è molto importante per noi ragazzi e rappresenta il nostro passaporto per il futuro perché insegna le basi della vita e crea amicizie.

Da alcuni mesi, a seguito dell’emergenza Covid, abbiamo dovuto dire addio alla scuola tra i banchi e a quella normalità che a volte ci annoiava, ma che ora rimpiangiamo. Abbiamo sperimentato invece una nuova didattica “a distanza” partecipando alle lezioni virtuali a casa tramite i computer. Grazie all’uso delle tecnologie e al notevole impegno degli insegnanti, la didattica a distanza è risultata efficace e ci ha permesso di continuare l’anno scolastico, evitando di rimanere indietro nei programmi.

Tuttavia ci sono state anche delle mancanze e delle difficoltà per gli studenti, perché la scuola non è solo fatta di materie e cose da imparare, ma anche di persone, amici, compagni e relazioni umane. Inoltre in aula i docenti affiancano e motivano i loro studenti, mentre fare questo on line è molto più difficile e non si riesce a capire che cosa succede dietro a una telecamera. Ed è proprio per questo che innanzitutto vorrei una scuola in presenza fisica e non virtuale, perché ritengo che gli studenti e i professori debbano stare insieme e vedersi tra loro. I valori principali della scuola che immagino sono l’educazione, il rispetto, l’impegno, il divertimento, la bontà e l’uguaglianza. Mi aspetto infatti una scuola piacevole, leggera, aperta e accogliente verso tutti senza nessuna distinzione, dove ognuno possa esprimere il proprio pensiero e nella quale non conta l’apparire ma l’essere. Nella scuola che sogno non ci sono i cosiddetti “bulli” che non rispettano le regole e rovinano le relazioni e il clima.

Tutte le persone arrivano senza paura e si sentono serene, al sicuro, accolte e senza preoccupazioni. Mi piacerebbe che ogni studente, entrando, veda una scuola pulita, ordinata, colorata e decorata e l’ambiente lo aiuti a dimenticare tutte le distrazioni e le preoccupazioni. Sarebbe anche bello se le classi fossero formate da poche persone in modo che si possa mantenere un clima calmo e sereno in cui gli studenti possano coltivare vere amicizie. Sostituirei i libri e i quaderni con i computer perchè li trovo più utili, leggeri e comodi.

Apprezzerei anche che lezioni fossero all’aperto perché stare in mezzo alla natura è bello, piacevole, aumenta la concentrazione e la fantasia. Mi piacerebbe anche che i professori avessero fiducia nei ragazzi come se fossero loro figli, ma che allo stesso tempo sapessero riprenderli in caso di bisogno. Vorrei che gli alunni durante le lezioni imparassero divertendosi e senza accorgersene grazie a giochi e attività in grado di coinvolgere tutti senza essere eccessivamente pesanti. Ad esempio in scienze mi piacerebbe usare il microscopio e fare degli esperimenti, in geografia visitare dei luoghi interessanti oppure in musica suonare nuovi strumenti. Introdurrei una nuova materia che si chiama “attualità” per rimanere aggiornati sulle notizie e sui fatti del momento ed imparare a diventare cittadini onesti.

Desidero una scuola dove tutti si impegnano e studiano non solo per il voto ma per la propria vita, un percorso di apprendimento in cui nessuno rimane indietro. Durante l’intervallo sarebbe bello stare all’aperto e avere un campo da calcio dove giocare, oppure un grande parco tra la natura dove rilassarsi. I compiti da fare a casa dovrebbero essere giusti in modo che gli alunni possano continuare a esercitarsi, pur trovando anche del tempo per riposarsi. In conclusione la scuola che sogno è un posto emozionante, fatto di fatiche, ma anche di gioie, dove tutti i ragazzi desiderano passare le loro mattine per imparare, per divertirsi e fare comunità. Alla base di questo vorrei ci fosse le la collaborazione reciproca tra insegnanti e allievi, la voglia di imparare e una buona armonia senza prepotenze ed esclusioni.
Dopo l’emergenza del Coronavirus, credo che ognuno di noi abbia voglia di riprendere la scuola e di ritrovarla diversa e migliore.

 

Francesco Molinaro.

 

Servizio RAI sugli istituti professionali Salesiani

Andato in onda il 12 novembre, il servizio della RAI Valle d’Aosta riporta l’eccellenza degli istituti professionali attraverso un focus sulle scuole Salesiane.

Di seguito il link per accedere al video.

 

Servizio RAI sugli istituti professionali Salesiani

Don Bosco Cumiana, incontro con la polizia su bullismo e cyberbullismo

All scuola Don Bosco di Cumiana, ogni anno è tradizione la presenza della polizia del Commissariato di Rivoli per un incontro sul bullismo e cyberbullismo.

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La presenza della Dott.ssa Maria Teresa Cerutti, Ispettrice Superiore di Polizia del Commissariato di Rivoli, nei primi mesi dell’anno scolastico è ormai una tradizione consolidata. Nella nostra scuola “si sente a casa, perché trova sempre un ambiente famigliare, accogliente e attento alle problematiche degli studenti”.

Nei giorni scorsi ha incontrato gli allievi delle classi prime per illustrare le problematiche legate al bullismo e cyberbullismo. È stata una lezione brillante e vivace che ha evidenziato la partecipazione attenta e interessata degli studenti, che sono intervenuti con domande appropriate e richieste di chiarificazione. Alcuni di loro hanno narrato episodi, non sempre piacevoli, che li hanno visti protagonisti in passato.

Ringraziamo la Dottoressa per il tempo prezioso che dedica ai nostri allievi e ci auguriamo che presto possa regalarne un po’ anche ai genitori per una serata di informazione e confronto su queste tematiche, forse troppo spesso sottovalutate.

Cnos Fap Fossano: gli studenti si raccontano

Le allieve e gli allievi del CNOS-FAP di Fossano si raccontano agli studenti delle classi terze medie.

Sorprenditi, imparare attraverso il fare si può.

Eduscopio: l’istituto tecnico agrario salesiano è il primo!

La conferma della validità dell’istituto tecnico agrario salesiano di Lombriasco viene anche in questa volta dall’annuale indagine di Eduscopio. La scuola si piazza nell’ambito dei primi 10 istituti tecnici tecnologi della provincia di Torino, ma cosa più rilevante è il primo fra i tecnici agrari della provincia torinese. Si conferma così una tradizione che ha oltre 80 anni di storia e si riconosce l’impegno per formare tecnici del settore agroalimentare per l’agricoltura di oggi e del futuro: sostenibile e capace di puntare alla qualità del prodotto come richiesto dal consumatore. La tradizione si coniuga con l’innovazione per garantire un percorso formativo all’altezza dei tempi e capace di coinvolgere ragazzi e ragazze in un’ambiente educativo stimato nel territorio e sostenuto dai tanti exallievi/e sparsi anche oltre i confini del torinese.
Dommi

 

 

Le superiori dell’Agnelli incontrano Pietro Bartolo

Nella mattinata di mercoledì 18 novembre il medico di Lampedusa Pietro Bartolo incontra gli studenti dell’Istituto Internazionale Edoardo Agnelli di Torino.

L’appuntamento, organizzato dal Dipartimento di Lettere dell’Istituto Agnelli, si svolgerà tramite Google Meet e offrirà agli studenti del Liceo Scientifico e dell’Istituto Tecnico Tecnologico la possibilità di ascoltare una preziosa testimonianza di impegno civile, umanità e coraggio.

Fin dal 1991, data dei primi sbarchi sulle coste dell’isola di Lampedusa, Pietro Bartolo è stato in prima linea nell’accoglienza dei migranti, fornendo non solo l’indispensabile assistenza sanitaria, ma offrendo attenzione e ascolto. Le storie degli uomini, delle donne e dei bambini che ha conosciuto sono raccolte nei libri Lacrime di sale” (Mondadori 2016) Le stelle di Lampedusa” (Mondadori 2018), sui quali gli studenti dell’Istituto Internazionale Edoardo Agnelli di Torino hanno lavorato per prepararsi a questo incontro, parte di un più ampio progetto di cittadinanza attiva promosso dall’Istituto.

Tale progetto prende le mosse dalla legge che ha reintrodotto nelle scuole l’insegnamento dell’educazione civica, concependolo come un percorso interdisciplinare di riflessione e di lavoro culturale sui temi della cittadinanza.

In questa prospettiva, l’Istituto Agnelli ha costruito un cammino quinquennale che accompagna le studentesse e gli studenti verso l’età adulta invitandoli, a partire dalle diverse materie e in collaborazione con i loro insegnanti, a ragionare su tre grandi ambiti: la Costituzione e i diritti, entro cui rientra l’incontro con Bartolo; la sostenibilità ambientale, in linea con i 17 obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU; la cittadinanza digitale, intesa come impegno per un uso consapevole e critico del web.

La figura di Pietro Bartolo aiuterà i ragazzi a focalizzare la loro attenzione su uno snodo fondamentale: per abitare responsabilmente una democrazia occorre coltivare, come in una forma di educazione permanente, il rispetto verso il mondo in cui viviamo e la solidarietà nei confronti del prossimo, senza distinzione, come recita l’articolo 3 della Costituzione, di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.