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“Missione è…” – Vocabolario Missionario 2023

I giovani della nostra Ispettoria partiti lo scorso agosto per un’esperienza missionaria a Makuyu (Kenya) e Palabek (Uganda), hanno realizzato una serie di mini-video dal tema “Missione è…” per raccontare attraverso una parola o una breve frase l’esperienza vissuta.

“Amore” | Irene Ponzo – Missione Makuyu, Kenya

 

“Condividere” | Don Marco Cazzato – Missione Makuyu, Kenya

 

“Donarsi” | Michela Ponzo – Missione Makuyu, Kenya

 

“Don Bosco” | Don Matteo Rupil – Missione Makuyu, Kenya

 

“Dono” | Luisa Fissore – Missione Makuyu, Kenya

 

“Dono” | Luca Scavino – Missione Palabek, Uganda

 

“Essenzialità” | Don Giò Bianco – Missione Palabek, Uganda

 

“Esserci” | Giorgio Conte SDB – Missione Makuyu, Kenya

 

“Fare Spazio” | Marianna Califano – Missione Palabek, Uganda

 

“Grazia” | Giulia Meucci – Missione Makuyu, Kenya

 

“Messa a fuoco” | Alessandro Cutrupi – Missione Palabek, Uganda

 

“Mettersi in discussione” | Elena Inversi – Missione Makuyu, Kenya

 

“Sfida” | Gabriele Lupino – Missione Makuyu, Kenya

 

“Sguardo” | Erica Rao – Missione Palabek, Uganda

 

“Stare” | Alessandro Ponzo – Missione Makuyu, Kenya

 

“Terra” | Elena Riberi – Missione Palabek, Uganda

 

“Toccare con mano” | Mira Garelli – Missione Makuyu, Kenya

 

“Una Mano tesa” | Silvia Mandina – Missione Palabek, Uganda

 

“Unione” | Chiara Galli – Missione Palabek, Uganda

 

“Volto” | Alessio Moretto SDB – Missione Palabek, Uganda

 

Il progetto si inserisce all’interno del Vocabolario Missionario, iniziativa che raccoglie le testimonianze dei partiti in missione che, a partire da una parola, cercano di spiegare come l’esperienza lascia il segno e va in profondità nel cuore delle persone, tanto da arrivare a modificare il valore ed il significato di termini che prima sembravano comuni.

Messaggio del Santo Padre Francesco per la 97ª Giornata Missionaria Mondiale 2023

Dal sito della Santa Sede.

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Cuori ardenti, piedi in cammino (cfr Lc 24,13-35)

Cari fratelli e sorelle!

Per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno ho scelto un tema che prende spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus, nel Vangelo di Luca (cfr 24,13-35): «Cuori ardenti, piedi in cammino».

Quei due discepoli erano confusi e delusi, ma l’incontro con Cristo nella Parola e nel Pane spezzato accese in loro l’entusiasmo per rimettersi in cammino verso Gerusalemme e annunciare che il Signore era veramente risorto. Nel racconto evangelico, cogliamo la trasformazione dei discepoli da alcune immagini suggestive: cuori ardenti per le Scritture spiegate da Gesù, occhi aperti nel riconoscerlo e, come culmine, piedi in cammino. Meditando su questi tre aspetti, che delineano l’itinerario dei discepoli missionari, possiamo rinnovare il nostro zelo per l’evangelizzazione nel mondo odierno.

1. Cuori ardenti «quando ci spiegava le Scritture». La Parola di Dio illumina e trasforma il cuore nella missione.

Sulla via da Gerusalemme a Emmaus, i cuori dei due discepoli erano tristi – come traspariva dai loro volti – a causa della morte di Gesù, nel quale avevano creduto (cfr v. 17). Di fronte al fallimento del Maestro crocifisso, la loro speranza che fosse Lui il Messia è crollata (cfr v. 21).

Ed ecco, «mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro» (v. 15). Come all’inizio della vocazione dei discepoli, anche ora nel momento del loro smarrimento, il Signore prende l’iniziativa di avvicinarsi ai suoi e camminare al loro fianco. Nella sua grande misericordia, Egli non si stanca mai di stare con noi, malgrado i nostri difetti, i dubbi, le debolezze, nonostante la tristezza e il pessimismo ci inducano a diventare «stolti e lenti di cuore» (v. 25), gente di poca fede.

Oggi come allora, il Signore risorto è vicino ai suoi discepoli missionari e cammina accanto a loro, specialmente quando si sentono smarriti, scoraggiati, impauriti di fronte al mistero dell’iniquità che li circonda e li vuole soffocare. Perciò, «non lasciamoci rubare la speranza!» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 86). Il Signore è più grande dei nostri problemi, soprattutto quando li incontriamo nell’annunciare il Vangelo al mondo, perché questa missione, in fin dei conti, è sua e noi siamo semplicemente i suoi umili collaboratori, “servi inutili” (cfr Lc 17,10).

Esprimo la mia vicinanza in Cristo a tutti i missionari e le missionarie nel mondo, in particolare a coloro che attraversano un momento difficile: il Signore risorto, carissimi, è sempre con voi e vede la vostra generosità e i vostri sacrifici per la missione di evangelizzazione in luoghi lontani. Non tutti i giorni della vita sono pieni di sole, ma ricordiamoci sempre delle parole del Signore Gesù ai suoi amici prima della passione: «Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!» (Gv 16,33).

Dopo aver ascoltato i due discepoli sulla strada per Emmaus, Gesù risorto «cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui» (Lc 24,27). E i cuori dei discepoli si riscaldarono, come alla fine si confideranno l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?» (v. 32). Gesù infatti è la Parola vivente, che sola può far ardere, illuminare e trasformare il cuore.

Così comprendiamo meglio l’affermazione di San Girolamo: «Ignorare le Scritture è ignorare Cristo» (In Is., Prologo). «Senza il Signore che ci introduce è impossibile comprendere in profondità la Sacra Scrittura, ma è altrettanto vero il contrario: senza la Sacra Scrittura restano indecifrabili gli eventi della missione di Gesù e della sua Chiesa nel mondo» (Lett. ap. M.P. Aperuit illis, 1). Perciò, la conoscenza della Scrittura è importante per la vita del cristiano, e ancora di più per l’annuncio di Cristo e del suo Vangelo. Altrimenti, che cosa si trasmette agli altri se non le proprie idee e i propri progetti? E un cuore freddo, potrà mai far ardere quello degli altri?

Lasciamoci dunque sempre accompagnare dal Signore risorto che ci spiega il senso delle Scritture. Lasciamo che Egli faccia ardere il nostro cuore, ci illumini e ci trasformi, affinché possiamo annunciare al mondo il suo mistero di salvezza con la potenza e la sapienza che vengono dal suo Spirito.

2. Occhi che «si aprirono e lo riconobbero» nello spezzare il pane. Gesù nell’Eucaristia è culmine e fonte della missione.

I cuori ardenti per la Parola di Dio spinsero i discepoli di Emmaus a chiedere al misterioso Viandante di restare con loro sul far della sera. E, intorno alla mensa, i loro occhi si aprirono e lo riconobbero quando Lui spezzò il pane. L’elemento decisivo che apre gli occhi dei discepoli è la sequenza delle azioni compiute da Gesù: prendere il pane, benedirlo, spezzarlo e darlo a loro. Sono gesti ordinari di un capofamiglia ebreo, ma, compiuti da Gesù Cristo con la grazia dello Spirito Santo, rinnovano per i due commensali il segno della moltiplicazione dei pani e soprattutto quello dell’Eucaristia, sacramento del Sacrificio della croce. Ma proprio nel momento in cui riconoscono Gesù in Colui-che-spezza-il-pane, «egli sparì dalla loro vista» (Lc 24,31). Questo fatto fa capire una realtà essenziale della nostra fede: Cristo che spezza il pane diventa ora il Pane spezzato, condiviso con i discepoli e quindi consumato da loro. È diventato invisibile, perché è entrato ora dentro i cuori dei discepoli per farli ardere ancora di più, spingendoli a riprendere il cammino senza indugio per comunicare a tutti l’esperienza unica dell’incontro con il Risorto! Così Cristo risorto è Colui-che-spezza-il-pane e al contempo è il Pane-spezzato-per-noi. E dunque ogni discepolo missionario è chiamato a diventare, come Gesù e in Lui, grazie all’azione dello Spirito Santo, colui-che-spezza-il-pane e colui-che-è-pane-spezzato per il mondo.

A questo proposito, occorre ricordare che un semplice spezzare il pane materiale con gli affamati nel nome di Cristo è già un atto cristiano missionario. Tanto più lo spezzare il Pane eucaristico che è Cristo stesso è l’azione missionaria per eccellenza, perché l’Eucaristia è fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa.

Lo ha ricordato il Papa Benedetto XVI: «Non possiamo tenere per noi l’amore che celebriamo nel Sacramento [dell’Eucaristia]. Esso chiede per sua natura di essere comunicato a tutti. Ciò di cui il mondo ha bisogno è l’amore di Dio, è incontrare Cristo e credere in Lui. Per questo l’Eucaristia non è solo fonte e culmine della vita della Chiesa; lo è anche della sua missione: “Una Chiesa autenticamente eucaristica è una Chiesa missionaria”» (Esort. ap. Sacramentum caritatis, 84).

Per portare frutto dobbiamo restare uniti a Lui (cfr Gv 15,4-9). E questa unione si realizza attraverso la preghiera quotidiana, in particolare nell’adorazione, nel rimanere in silenzio alla presenza del Signore, che rimane con noi nell’Eucaristia. Coltivando con amore questa comunione con Cristo, il discepolo missionario può diventare un mistico in azione. Che il nostro cuore brami sempre la compagnia di Gesù, sospirando l’ardente richiesta dei due di Emmaus, soprattutto quando si fa sera: “Resta con noi, Signore!” (cfr Lc 24,29).

3. Piedi in cammino, con la gioia di raccontare il Cristo Risorto. L’eterna giovinezza di una Chiesa sempre in uscita.

Dopo aver aperto gli occhi, riconoscendo Gesù nello «spezzare il pane», i discepoli «partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme» (cfr Lc 24,33). Questo andare in fretta, per condividere con gli altri la gioia dell’incontro con il Signore, manifesta che «la gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con Gesù Cristo sempre nasce e rinasce la gioia» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 1). Non si può incontrare davvero Gesù risorto senza essere infiammati dal desiderio di dirlo a tutti. Perciò, la prima e principale risorsa della missione sono coloro che hanno riconosciuto Cristo risorto, nelle Scritture e nell’Eucaristia, e che portano nel cuore il suo fuoco e nello sguardo la sua luce. Costoro possono testimoniare la vita che non muore mai, anche nelle situazioni più difficili e nei momenti più bui.

L’immagine dei “piedi in cammino” ci ricorda ancora una volta la perenne validità della missio ad gentes, la missione data alla Chiesa dal Signore risorto di evangelizzare ogni persona e ogni popolo sino ai confini della terra. Oggi più che mai l’umanità, ferita da tante ingiustizie, divisioni e guerre, ha bisogno della Buona Notizia della pace e della salvezza in Cristo. Colgo pertanto questa occasione per ribadire che «tutti hanno il diritto di ricevere il Vangelo. I cristiani hanno il dovere di annunciarlo senza escludere nessuno, non come chi impone un nuovo obbligo, bensì come chi condivide una gioia, segnala un orizzonte bello, offre un banchetto desiderabile» (ibid., 14). La conversione missionaria rimane l’obiettivo principale che dobbiamo proporci come singoli e come comunità, perché «l’azione missionaria è il paradigma di ogni opera della Chiesa» (ibid., 15).

Come afferma l’apostolo Paolo, l’amore di Cristo ci avvince e ci spinge (cfr 2 Cor 5,14). Si tratta qui del duplice amore: quello di Cristo per noi che richiama, ispira e suscita il nostro amore per Lui. Ed è questo amore che rende sempre giovane la Chiesa in uscita, con tutti i suoi membri in missione per annunciare il Vangelo di Cristo, convinti che «Egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per sé stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro» (v. 15). A questo movimento missionario tutti possono contribuire: con la preghiera e l’azione, con offerte di denaro e di sofferenze, con la propria testimonianza. Le Pontificie Opere Missionarie sono lo strumento privilegiato per favorire questa cooperazione missionaria a livello spirituale e materiale. Per questo la raccolta di offerte della Giornata Missionaria Mondiale è dedicata alla Pontificia Opera della Propagazione della Fede.

L’urgenza dell’azione missionaria della Chiesa comporta naturalmente una cooperazione missionaria sempre più stretta di tutti i suoi membri ad ogni livello. Questo è un obiettivo essenziale del percorso sinodale che la Chiesa sta compiendo con le parole-chiave comunione, partecipazione, missione. Tale percorso non è sicuramente un piegarsi della Chiesa su sé stessa; non è un processo di sondaggio popolare per decidere, come in un parlamento, che cosa bisogna credere e praticare o no secondo le preferenze umane. È piuttosto un mettersi in cammino come i discepoli di Emmaus, ascoltando il Signore Risorto che sempre viene in mezzo a noi per spiegarci il senso delle Scritture e spezzare il Pane per noi, affinché possiamo portare avanti con la forza dello Spirito Santo la sua missione nel mondo.

Come quei due discepoli narrarono agli altri ciò che era accaduto lungo la via (cfr Lc 24,35), così anche il nostro annuncio sarà un raccontare gioioso il Cristo Signore, la sua vita, la sua passione, morte e risurrezione, le meraviglie che il suo amore ha compiuto nella nostra vita.

Ripartiamo dunque anche noi, illuminati dall’incontro con il Risorto e animati dal suo Spirito. Ripartiamo con cuori ardenti, occhi aperti, piedi in cammino, per far ardere altri cuori con la Parola di Dio, aprire altri occhi a Gesù Eucaristia, e invitare tutti a camminare insieme sulla via della pace e della salvezza che Dio in Cristo ha donato all’umanità.

Santa Maria del cammino, Madre dei discepoli missionari di Cristo e Regina delle missioni, prega per noi!

Roma, San Giovanni in Laterano, 6 gennaio 2023, Solennità dell’Epifania del Signore. 

FRANCESCO

Animazione Missionaria: percorso missionario 2023-2024

Tutto pronto il percorso AM dell’edizione 2023-2024 #SullaStradaDeiSogni organizzato dall’équipe dell’Animazione Missionaria Salesiana.

Un percorso rivolto ai giovani per conoscere meglio ciò che conta: Dio, il mondo e sé stessi.

Un cammino per prepararsi a vivere un’esperienza concreta di servizio che trasformi il proprio modo di vedere e permetta di vivere sempre più da “Buoni cristiani e onesti cittadini” (don Bosco).

“Voglia il Cielo che tu possa riconoscere qual è quella parola, quel messaggio di Gesù, che Dio desidera dire al mondo con la tua vita. Lasciati trasformare, lasciati rinnovare dallo Spirito, affinché ciò sia possibile, e così la tua preziosa missione non andrà perduta.”

Papa Francesco

Il corso si rivolge principalmente ai giovani dai 20 ai 30 anni provenienti da oratori e scuole salesiane, e non solo, che desiderano vivere il mondo non da spettatori. Il percorso non ha un costo, ma verrà chiesto un piccolo rimborso spese volontario lungo gli incontri. Terminati i cinque incontri del percorso missionario “Nel cuore del mondo” e assegnate le destinazioni a chi avrà dato la propria disponibilità alla partenza nell’estate 2024, saranno fissati alcuni incontri di preparazione specifica alla missione in base alle disponibilità dei partecipanti.

PRIMO INCONTRO

L’incontro iniziale è domenica 29 Ottobre 2023 dalle ore 16:00 alle ore 22:00 per la conoscenza e la presentazione.

Scarica il volantino CORSO PARTENTI 2023-2024

PERCORSO MISSIONARIO NEL CUORE DEL MONDO

Il percorso sarà strutturato su più tappe la cui presenza sarà necessaria. La partenza per la missione invece non sarà in alcun modo obbligatoria ma una scelta personale. Ecco gli appuntamenti:

PER I FUTURI PARTENTI

PER VIVERE AL MEGLIO I TEMPI FORTI

PER INFO ED ISCRIZIONI

L’esperienza estiva non si configura come una forma di turismo alternativo, un campo di lavoro oppure di Volontariato sociale, bensì come un’esperienza forte di fede vissuta in gruppo a contatto con una comunità che lavora in terra di missione. Può essere un modo pratico per aprirsi alla missionarietà tipica della spiritualità giovanile salesiana, una forma di confronto con altre culture mettendosi in gioco in prima persona nel servizio dei più poveri.

L’esperienza si può vivere in una missione salesiana, in opere diocesane o di altre congregazioni religiose e in centri di accoglienza nel mese di Agosto 2024.

Ritrovo partiti 2023 a Valdocco

Domenica 3 settembre 2023 si è svolto, presso la Comunità Proposta della Pastorale Giovanile a Valdocco, il ritrovo dei gruppi che hanno fatto un’esperienza missionaria questa estate, rispettivamente a Makuyu in Kenya e Palabek in Uganda.

L’incontro è stata un’occasione per ritrovarsi, dopo una settimana dal ritorno, e condividere la bellezza dell’esperienza vissuta.

Dopo un breve momento di accoglienza, abbiamo vissuto la celebrazione eucaristica per ringraziare del dono della chiamata ricevuta da ciascuno a vivere questa esperienza in missione e per chiedere la Grazia necessaria a percorrere il cammino nella vita quotidiana.

Successivamente , i gruppi hanno avuto modo di riflettere sul valore profondo che la missione ha avuto e sul desiderio di cambiamento che ne è nato, ascoltando la testimonianza di tutti per condividere il bene ricevuto.

“Sono stato dono, mi sono donato alle persone che ho incontrato ma anche la missione stessa, è stata dono”

-Animatore a Palabek (Uganda)

 

“In questa esperienza ho visto tanti esempi di umiltà che mi hanno fatto riflettere”

-Animatore a Makuyu (Kenya)

 

“La missione mi ha consegnato dei nuovi occhiali con cui vedere me stesso e vedere il mondo che mi sta intorno anche grazie ai miei compagni di viaggio”

-Animatore a Makuyu (Kenya)

 

Esperienze Missionarie 2023: il racconto di Palabek, Uganda

Un desiderio, una chiamata, la partenza: destinazione Palabek, Uganda.

Un anno di percorso, intitolato “Nel cuore del mondo”, per sensibilizzare su diversi temi che gravitano attorno al concetto di Missione.

Dicembre 2022 la fatidica scelta di voler dedicare l’intero mese di Agosto ai più poveri in un posto molto lontano da casa.

Febbraio 2023 una chiamata al telefono: i responsabili comunicano personalmente la destinazione scelta e il gruppo con cui partire. Sì, perché non si sceglie dove andare e con chi andare, ma ci si affida completamente. Il resto sarà Lui a farlo.

Così è stato: destinazione Uganda, campo profughi di Palabek. 7 ragazzi tra i 20 e i 30 anni e 2 accompagnatori Salesiani.

La data della partenza sembra distante, ma la quotidianità frenetica in men che non si dica ti catapulta a quella calda domenica del 30 luglio. Finalmente si parte e il desiderio di calpestare la famosa “terra rossa” diventa incontenibile.

Partenza da Malpensa, scalo al Cairo e arrivo ad Entebbe, sud Uganda. Quello che ci attende è un lungo viaggio verso Nord di circa 800 km che però si snellisce grazie alle tante tappe: Namugongo e le case Salesiane di Bombo e di Gulu. Dopo circa 4 giorni si arriva a Palabek.

All’orizzonte nessun campo recintato, nessun addensamento di persone in poco spazio. Tutto il contrario di quello che si pensa e si immagina quando si parla di un campo profughi.

Gli occhi meravigliati vedono un posto enorme di circa 400 km quadrati immersi in una vegetazione verde e rigogliosa.

9 zone che assomigliano a dei piccoli villaggi.

Distese di capanne collegate tra loro da strade rosse e polverose. E tra l’erba alta e fitta si iniziano a scorgere bambini, ragazzi e ragazze, donne e uomini.

Sono loro, gli 80.000 abitanti di Palabek.

L’accoglienza è grande, la comunità Salesiana ci fa sentire subito a casa. Iniziamo a conoscere meglio i missionari che, dal 2017, vivono con i profughi.

In soli sei anni hanno costruito per i giovani una scuola professionale “Vocational training center” (VTC) e per la popolazione locale 17 cappelle dove potersi riunire la domenica per celebrare la Santa Messa.

Ogni giorno portano gioia e allegria e con il carisma di don Bosco permettono a tanti giovani di avere una valida motivazione per vivere, di aspirare ad un futuro migliore e di avere dei sogni che magari un giorno possano diventare realtà.

Sulle magliette dei ragazzi del VTC si legge “Rebuldings lives”. Questo fanno i Salesiani: ricostruiscono vite. Vite distrutte dall’odio e dalla violenza della guerra che da troppi anni perseguita la popolazione del Sudan e del Sud Sudan.

Noi volontari invece siamo semplicemente chiamati a “stare”. Stare con gli animatori salesiani del posto e provare ad insegnare loro nuovi giochi o nuove modalità di animazione.

I ruoli si invertono e noi impariamo da loro. Semplicità e concretezza. Stare con i bambini e i ragazzi. Tendere loro una mano per fargli capire che, anche se il colore della pelle è diverso, siamo tutti figli di uno stesso Padre. Stare e vivere con loro.

I sorrisi e le risate non mancano, ma è proprio vero che quando si sta bene e ci si diverte il tempo passa più velocemente. Tre settimane piene a Palabek ricche di gioia e di insegnamenti.

Il momento del saluto vuole essere un arrivederci e non un addio. Magari non ci rivedremo su questa terra, ma una cosa è certa: se continuiamo a vivere come questi giorni ci rincontreremo tutti in Paradiso. Proprio come desiderava Don Bosco per i suoi ragazzi.

Ora, rientrati in Italia, inizia la vera sfida. La vera missione.

Concretizzare nella nostra società occidentale ciò che l’Africa ci ha lasciato impresso dentro al cuore non sarà facile. Ma proprio perché è una sfida non può che essere difficile.

Ci proveremo con l’aiuto di “papà God e mama Mary”, senza dimenticare che “in Don Bosco we share”.

Esperienze Missionarie 2023: il racconto di Makuyu, Kenya

30 luglio 2023, cinque giovani, due sacerdoti e una famiglia. Si parte al mattino presto, è ancora buio, destinazione: Makuyu, Kenya.

Quello che segue sono quattro settimane intense di missione, di servizio, ma soprattutto di condivisione e di grazia.

Due settimane di visite alle scuole materne della parrocchia, alle case salesiane e alle missioni presenti nella zona; tre giorni a Nairobi, per incontrare faccia a faccia la bellezza del creato, nel Safari al Nairobi Park, e l’estrema povertà, nella baraccopoli di Kibera, una delle più grandi dell’Africa, e forse del mondo; due giorni con gli animatori per preparare le attività da fare con i ragazzi, ma soprattutto per condividere la gioia di stare insieme; infine, due settimane di oratory camp in cui sperimentare la bellezza di tornare a casa stanchi e coperti di terra, ma con un sorriso sul volto che è davvero difficile fare andare via.

Abbiamo scoperto il volto di don Bosco in Africa, visitando le case salesiane di Nairobi: la casa ispettoriale, che ospita il più grande santuario di Maria Ausiliatrice dell’Africa; la casa di accoglienza per i ragazzi di strada, che aiuta i giovani a ricostruirsi un futuro onesto e dignitoso; e i centri di formazione professionale, che investono risorse per formare i giovani e aiutarli a spendersi al meglio nel mondo del lavoro, per migliorare come persone e migliorare il loro paese.

Abbiamo avuto la possibilità di incontrare una terra, una cultura, completamente diverse dalla nostra, che ci hanno chiesto di metterci in gioco, di uscire dalle nostre piccole o grandi comfort-zone e di metterci in cammino, come persone e come cristiani.

Abbandonando la comodità abbiamo ritrovato l’essenziale; abbandonando (per quanto potevamo) la sicurezza che ci dà lo scandire il tempo abbiamo ritrovato un po’ di serenità che, forse, tra la fretta e l’efficienza delle nostre giornate si era un po’ persa; abbandonando le maschere abbiamo ritrovato le nostre identità, perché davanti agli occhi di un bambino africano non puoi che essere vero.

L’Africa ci è stata maestra e da ogni persona che abbiamo incontrato abbiamo imparato qualcosa.

Dalla comunità salesiana che ci ha ospitati, e da tutte le altre comunità religiose che abbiamo visitato abbiamo imparato l’accoglienza, quella vera, quella che ti fa sentire a casa anche se la tua casa è a più di 6000 chilometri.

Dagli animatori locali abbiamo imparato lo stare, non il pensare, il programmare, il progettare, ma il semplice stare con i ragazzi perché quella è la parte migliore.

Dai missionari, in particolare don Felice Molino, Giorgio Conte e suor Liliana, abbiamo imparato il coraggio e l’umiltà di lasciare tutto, rimboccarsi le maniche e fare quello che c’è da fare.

Dalle persone comuni che abbiamo avuto il privilegio di poter incontrare, a messa, nelle case, per la strada, abbiamo imparato la fede, la fede di un popolo che grida a pieni polmoni la bontà di Dio ogni volta che può.

Dai bambini, dai tantissimi bambini del Kenya, abbiamo imparato forse la cosa più importante: che il paradiso esiste.

Esiste nelle manine di terra rossa sui vestiti e nelle risate che riempiono l’aria, anche quella più pesante, anche quella di una baraccopoli; esiste nell’inventare un palloncino con un sacchetto di plastica o una macchinina con un flacone di detersivo e qualche tappo; esiste nella fiducia cieca verso chi è più grande e verso la Provvidenza di Dio, la più grande tra i grandi.

Giornata Missionaria Salesiana 2023: gli sfollati climatici

Dal sito infoANS.

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Continuano le pillole di informazione e riflessione sulla Giornata Missionaria Salesiana 2023, offerte dal Settore Missioni attraverso l’ANS.

Oggi proponiamo il contributo della dott.sa Amaya Valcárcel, ricercatrice presso la Sezione Migranti e Rifugiati della Santa Sede.

Come dichiara Papa Francesco,

“siamo nel mezzo di un’emergenza”.

La crisi climatica continua a minacciare i diritti fondamentali delle persone e gli sfollamenti causati dai cambiamenti climatici sono in aumento.

La crisi climatica ha un volto molto umano. È già una realtà per moltissime persone vulnerabili in tutto il mondo.

La Chiesa Cattolica mostra una cura pastorale attenta per coloro che sono stati sfollati dalle loro case a causa degli effetti di questa crisi climatica.

La crisi climatica sta già provocando e aggravando gli spostamenti di persone a causa dei disastri naturali di breve e lungo termine.

Solo nel 2020, quasi 31 milioni di persone sono state sfollate a causa di disastri naturali, il numero più alto mai registrato.

Si stima che dal 2008 al 2018 oltre 253,7 milioni di persone siano state sfollate a causa di disastri naturali, con un numero di sfollati da tre a dieci volte superiore a quello dei conflitti armati in tutto il mondo, a seconda della regione in questione.

Entro il 2050, si stima che 250 milioni di persone saranno colpite da sfollamenti forzati e i gruppi più vulnerabili della società continueranno a soffrire di più.

La Chiesa Cattolica è preoccupata da queste sfide e dall’impatto della crisi climatica sulla dignità degli esseri umani. Insieme ai governi, alle altre confessioni cristiane, alle altre tradizioni di fede e alle persone di buona volontà, la Chiesa intende rispondere a queste sfide.

Il magistero della Chiesa Cattolica ha già preso in considerazione la condizione degli sfollati interni, insieme ad altre categorie di migranti, e ha prodotto riflessioni e istruzioni riguardanti la loro cura pastorale, riflesse in particolare nell’Enciclica Laudato Si’.

L’articolo integrale è disponibile sul libretto della GMS 2023, in italianoinglesespagnolofrancese e portoghese.

Il “miracolo” del salesiano Riccardo Racca in Sierra Leone – La Fedeltà

Si pubblica di seguito l’articolo dedicato al missionario Riccardo Racca, apparso su “La Fedeltà“.

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Il “miracolo” del salesiano Riccardo Racca in Sierra Leone

Originario di Piasco, già allievo della scuola di formazione professionale di Fossano, ha attivato nella provincia di Cuneo un’ampia rete di collaborazioni

 

Un nuovo modo di essere missionari? I Cuneesi, sempre aperti all’innovazione, trasmettono questa attitudine anche a chi lascia la provincia per cercare altrove la sua vocazione. Che sia uno specialista che raggiunge le grandi città, un investitore che pensa alla grande, un viaggiatore che inventa un mestiere, il DNA contadino genera continuamente capacità di adattamento e ricerca di efficienza.

Così anche un salesiano nato a Piasco, e formato a Fossano, ha assunto dalla sua terra uno spirito “imprenditoriale” che torna molto utile nella sua missione in Africa: prima in Nigeria, poi in Ghana, adesso in Sierra Leone.

È Riccardo Racca, classe 1954, che incontriamo per un tuffo nel suo passato di ragazzino cresciuto fra il negozio di alimentari e rosticceria dei genitori e il cortile della parrocchia, passando per la scuola elementare e le marachelle con i compagni di gioco. Di tanto in tanto fa una esplorazione di questo suo retroterra per pescare soluzioni alle idee che nascono oggi a Bo, una cittadina immersa in un’area che definire agricola non si può ancora dal momento che produce al massimo cibo per la sopravvivenza delle famiglie che la abitano.

Mentre compie la missione da figlio di don Bosco, partecipando alla gestione della scuola professionale e dell’oratorio, va a visitare i giovani in cella senza processo e mancanti di qualsiasi accompagnamento educativo. Ogni tanto avviene un “miracolo”, come quello di un ragazzo privo di una gamba, che è riuscito a far curare ottenendo i permessi di uscita dal carcere, superando la ritrosia determinata dalla rassegnazione. Ora, scontata la pena, è libero di muoversi e di affrontare la vita prendendo in mano il suo destino.

Il di più dello sguardo penetrante del contadino ha portato fratel Riccardo Racca ad approfondire le possibilità di valorizzare una pianta utilizzata dalla popolazione locale per scopi alimentari. È la moringa, chiamata anche “albero del ravanello”, fino a 7 metri in altezza di generosa sfruttabilità. Le radici sono commestibili, le foglie sono gustose, i teneri baccelli possono entrare in un piatto di insalata, i semi regalano un olio usato anche per la cosmesi. Quel che è importante è che le sue proprietà possono essere una risposta ai bisogni alimentari di vaste comunità: le vitamine, le proteine, il calcio, gli antiossidanti che la moringa contiene sono additivi preziosi, anche attraverso l’essiccazione delle foglie che le rende durevoli, diventando condimento o basi di tisane.

Questa pianta è stata indicata come “super alimento” nel 2022 grazie anche all’attività promozionale che fratel Riccardo ha avviato da qualche anno. Ha messo a frutto i suoi ritorni periodici in Italia e in Europa per documentarsi, per considerare le possibilità di coltivazione estensiva in Sierra Leone, per prendere contatti con esperti e potenziali acquirenti della polvere di moringa.

Il sogno infatti è quello che i contadini di Bo, attualmente un gruppo di una ventina di famiglie raccolte in cooperativa sotto l’egida della missione, possa produrre e trattare il prodotto anche per l’esportazione: questo commercio diventerebbe così un primo passo verso la auto-sostenibilità della presenza salesiana. Da questa potrebbero aggiungersi risorse a quelle che già oggi numerosi benefattori affidano a Missioni Don Bosco per difendere i minori più fragili: domani si intravede il potenziamento della scuola professionale, dei servizi socio-educativi, della formazione dei nuovi salesiani per dare futuro alla congregazione in Sierra Leone.

Nei suoi ritorni periodici, Riccardo Racca ritrova a Piasco la sorella, che costituisce l’ancoraggio familiare e il sostegno spirituale un tempo dato anche dai genitori, a Fossano i nuovi membri dell’opera salesiana e i suoi compagni di studio divenuti professionisti. Trova lì le risorse per coltivare (è il caso di dirlo) il suo sogno che cammina – come faceva il Santo fondatore – con i piedi per terra. L’associazione piemontese degli ex allievi delle scuole salesiane ha sposato con entusiasmo questo progetto. Il “miracolo” sarà il primo container che invece di partire dall’Italia per portare aiuti si riempirà a Bo per esportare moringa in varie forme.

Saluto e benedizione di mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino, ai giovani partenti per un’esperienza missionaria

Alcuni giovani dei due gruppi di animazione missionaria salesiana della nostra ispettoria che si preparano a partire durante l’estate per l’Uganda e il Kenya hanno partecipato a un momento di preghiera e affidamento presieduto da mons. Roberto Repole, arcivescovo di Torino.

L’incontro, organizzato dal Centro Missionario della diocesi di Torino in collaborazione con i Missionari della Consolata, si è svolto nella serata di mercoledì 28 giugno 2023 nella parrocchia Beata Vergine delle Grazie a Torino. Vi hanno partecipato diversi giovani appartenenti a gruppi parrocchiali, congregazioni missionarie, enti e associazioni in partenza per un’esperienza missionaria nel corso dei prossimi mesi.

Dopo un momento di preghiera e riflessione guidato dai brani evangelici dei discepoli di Emmaus (Lc 24,13-53) e dell’apparizione di Gesù in Galilea dopo la risurrezione e dell’invio per la missione universale (Mt 28, 16-20), l’arcivescovo di Torino ha rivolto la sua parola ai presenti e ha benedetto i partenti.

Terminata la preghiera i partecipanti hanno potuto conoscersi meglio e condividere in fraternità e spontaneità le loro esperienze e le loro attese per la missione che li attende.

Esperienze Missionarie 2023

Quest’anno diverse persone, tra giovani e salesiani di tutta l’Ispettoria del Piemonte, hanno deciso di mettersi in gioco e di camminare insieme nel “Percorso nel cuore del mondo” per conoscere meglio ciò che conta: Dio, il mondo e sé stessi.

Nel corso di 5 incontri sono state presentate e discusse diverse tematiche: dall’economia al servizio dei popoli fino all’interculturalità, senza tralasciare la spiritualità missionaria salesiana.

20 persone hanno poi deciso e dato la loro completa disponibilità per partire questa estate. Tra queste ragazzi universitari, giovani lavoratori, famiglie e accompagnatori salesiani.

Papa Francesco ha detto:

“Abbiamo proseguito imperterriti pensando di rimanere sempre sani in un mondo malato. È tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa”.

Questo è ciò che spinge maggiormente a partire, il desiderio di scegliere in che mondo vivere e di non adeguarsi al male che lo abita.

Andare concretamente in missione aiuta ad aprire gli occhi per avere uno sguardo di Verità.

Dopo 6 anni l’Africa torna ad essere terra di missione con due mete: Makuyu in Kenya e Palabek in Uganda.

Per tutto il mese di agosto, i due gruppi avranno l’occasione di mettersi in gioco in prima persona al servizio dei più poveri, all’interno di una scuola salesiana e di un campo profughi.

GRUPPO 1: MAKUYU – KENYA

SCUOLA SALESIANA

DAL 30 LUGLIO AL 26 AGOSTO 2023

  • Accompagnatori: Marco Cazzato, Matteo Rupil.
  • Partenti: Valeria Bajetto, Luisa Fissore, Mira Garelli, Elena Inversi, Gabriele Lupino, Giulia Meucci, Alessandro Ponzo, Irene Ponzo, Michela Ponzo.

 GRUPPO 2: PALABEK – UGANDA

ASSISTENZA RIFUGIATI

DAL 30 LUGLIO AL 28 AGOSTO 2023

  • Accompagnatori: Giovanni Batista Bianco, Alessio Moretto.
  • Partenti: Marianna Califano, Alessandro Cutrupi, Chiara Galli, Silvia Mandina, Erica Rao, Elena Riberi, Luca Scavino.

È possibile sostenere i partenti con un piccolo contributo tramite bonifico, Satispay o GoFundMe, tutte le informazioni sono disponibili nella landing page dedicata: