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Italia – Completata l’edizione italiana dell’opera di Arthur J. Lenti, SDB

Si riporta qui l’articolo pubblicato sul sito di ANS il giorno 8 maggio 2019, il quale tratta l’uscita del terzo ed ultimo volume, in traduzione italiana, dell’opera di Arthur J. Lenti, Don Bosco: storia e spirito, intitolato “Ampliamento di orizzonti” (1876-1888), dell’editrice LAS, che illustra il decennio conclusivo della vita di Don Bosco: fu, quello, un periodo fecondissimo di iniziative e di riflessioni, che inaugurò la diffusione mondiale dell’opera salesiana e vide espandersi la fama del Santo dei Giovani. Fu anche tempo di prova e di sofferenza, soprattutto negli anni del declino fisico.

Dopo il primo capitolo, dedicato al contesto storico, il volume sviluppa quattro grandi tematiche che caratterizzarono questo periodo:

  • gli sviluppi dell’Opera salesiana in Europa e in America, con attenzione agli ideali e alle visioni missionarie di Don Bosco (cap. 2-6);
  • le divergenze con l’arcivescovo di Torino, mons. Lorenzo Gastaldi, i motivi del contenzioso e la “concordia” voluta da Leone XIII (cap. 7-8);
  • le cure per il consolidamento istituzionale, educativo e spirituale della Congregazione, delle opere e delle comunità (cap. 9-12);
  • il declino fisico di Don Bosco, la sua ultima malattia e la morte (cap. 13-14).

Il capitolo conclusivo (cap. 15) illustra l’iter dei processi di beatificazione e canonizzazione, conclusi rispettivamente nel 1929 e nel 1934.

Il volume contiene l’indice generale degli autori, dei nomi di persona e dei nomi di luogo dei tre volumi.

L’ampio studio di don Arthur Lenti è riconosciuto come uno dei più importanti contributi recenti sulla figura e sull’opera di Don Bosco. Il contenuto è il prodotto di letture e di materiali elaborati per le lezioni in 25 anni di insegnamento presso l’Institute of Salesian Spirituality di Berkeley, California, Stati Uniti.

Rispetto alla primitiva edizione inglese (Don Bosco: History and Spirit, 7 voll., Roma, LAS 2007-2010, tuttora in commercio), la versione italiana è caratterizzata da un’accurata revisione e riordino dei contenuti, da un attento confronto con le fonti archivistiche e da un’aggiornata bibliografia.

 

Novena Mondiale a Maria Ausiliatrice

Si ripete anche in questo 2019, 15-24 maggio, l’esperienza della novena mondiale a Maria Ausiliatrice, con testimonianze sulla santità della Famiglia Salesiana e il commento del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime.

L’iniziativa, lanciata per la prima volta nel maggio del 2018, a motivo del 150° anniversario di consacrazione della Basilica di Maria Ausiliatrice a Torino, viene ripetuta anche quest’anno, che ha visto celebrarsi il 150° anniversario di fondazione dell’Associazione di Maria Ausiliatrice e che ha già in programma nel prossimo mese di novembre l’VIII Congresso Internazionale di Maria Ausiliatrice (a Buenos Aires, Argentina).

Se l’anno scorso il tema guida erano i sogni di Don Bosco, quest’anno la novena approfondisce “le beatitudini della Famiglia Salesiana”, presentate del Rettor Maggiore alle ultime Giornate di Spiritualità della Famiglia Salesiana (clicca qui per saperne di più). In questo modo la novena, oltre ad essere un omaggio a Maria Ausiliatrice e uno strumento di unità devozionale tra i tutti gruppi della Famiglia Salesiana, rilancia ancora il tema centrale della Strenna 2019: la santità del quotidiano.

La struttura della novena prevede per ogni giorno un video diverso, nel quale verranno presentati:

  • una delle beatitudini salesiane;
  • un motto riferito al Magnificat di Maria;
  • una testimonianza da parte di un membro della Famiglia Salesiana su una figura di santità salesiana;
  • il commento del Rettor Maggiore;
  • la preghiera finale.

I video della novena saranno resi disponibili in sei lingue (italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese e polacco) su vari canali:

Anche i giovani sdb di Nave hanno realizzato una Novena in preparazione a M. Ausiliatrice:

Etiopia – Gli scritti di Teresio Bosco su Don Bosco tradotti in lingua tigrina

Si riporta l’articolo proveniente dalla redazione Ans, Agenzia di Informazione Salesiana, del 29 aprile 2019 riguardo la traduzione dei testi di don Teresio Bosco in lingua tigrina, la lingua ufficiale dell’Eritrea, allo scopo di diffondere il carisma salesiano.

(ANS – Addis Abeba) – Al fine di diffondere sempre più il carisma di Don Bosco, gli scritti del grande storico salesiano don Teresio Bosco, recentemente scomparso, sono stati tradotti anche in lingua tigrina, la lingua ufficiale dell’Eritrea, parlata anche nella parte settentrionale dell’Etiopia.

Il lavoro era stato iniziato quasi due anni fa dal salesiano coadiutore Berhane Teklemariam che ha raccolto la grande sfida di compiere il lavoro di traduzione e allo stesso tempo ha voluto dare questo contributo come dono ai salesiani dell’Eritrea, che fino a qualche anno fa erano parte di un’unica Visitatoria insieme all’Etiopia e che poi, a motivo della politica internazionale, sono stati obbligati a separarsene.

Ad ogni modo, questa novità editoriale è stata accolta molto positivamente dai Salesiani di entrambe le sponde, in Etiopia ed Eritrea e la redazione, la stampa e la pubblicazione sono state realizzate dall’editrice salesiana “Don Bosco Printing Press” di Addis Abeba, in Etiopia.

Il libro, di oltre 400 pagine, fornisce una traduzione quasi letterale dell’opera di don Teresio Bosco e contribuirà sicuramente a diffondere il carisma salesiano in entrambi i Paesi.

“Valdocco Project”: vacanze per giovani rifugiati e richiedenti asilo

Riportiamo la notizia proveniente dalla redazione da Ans, Agenzia iNfo Salesiana, del 25 aprile 2019 riguardo al progetto che sta prendendo vita nell’Ispetoria della Gran Bretagna“Valdocco Project”. Il progetto, a cura della Pastorale Giovanile, ha la finalità di offrire l’opportunità di una vacanza ai giovani rifugiati e richiedenti asilo di età compresa tra i 14 e i 17 anni.

Buona lettura!

(ANS – Londra) – La Pastorale Giovanile Salesiana dell’Ispettoria della Gran Bretagna (GBR) sta sviluppando un nuovo progetto per offrire l’opportunità di una vacanza ai giovani rifugiati e richiedenti asilo di età compresa tra i 14 e i 17 anni. Il “Valdocco Project” si ispira al carisma salesiano e prende il nome dal luogo in cui Don Bosco iniziò a dare speranza e gioia ai giovani emarginati.

Il progetto intende così dare risposta agli appelli di Papa Francesco alla compassione verso i rifugiati e richiedenti asilo e “riconoscere e accogliere il Signore Gesù tra i più piccoli e vulnerabili”; inoltre risponde anche agli inviti del Rettor Maggiore alla Famiglia Salesiana in Europa a cercare modalità pratiche per offrire assistenza in merito alla crisi dei rifugiati, prestando “particolare attenzione ai minori non accompagnati e ai giovani”.

L’esclusione, l’incertezza e, purtroppo, l’ostilità, hanno gravi ripercussioni soprattutto sui giovani rifugiati e richiedenti asilo, che possono rimanere intrappolati nelle nuove società e con limitate possibilità per ricostruirsi una vita. Una vacanza, da parte sua, può offrire un senso di libertà e di normalità, cioè quello che i giovani rifugiati e richiedenti asilo raramente provano.

L’équipe di Pastorale Giovanile salesiana di GBR si è riunita a novembre per iniziare a pianificare e sviluppare tale progetto, che si prevede avrà luogo effettivamente dal 3 al 10 agosto 2019 a Liverpool.

Danny Sweeney, uno dei membri dell’équipe, ha dichiarato: “Per questo programma pilota abbiamo pensato a Liverpool perché è una delle aree del Regno Unito in cui i richiedenti asilo spesso restano dispersi dopo aver presentato inizialmente la loro domanda di accoglienza. Essendo questa una nuova area per la nostra Pastorale Giovanile Salesiana, quest’esperienza ci permetterà di radicarci in una comunità locale, e anche, speriamo, di incoraggiare il contatto con le famiglie, oltre che con i giovani che parteciperanno”.

Un sostegno al radicamento all’interno della comunità verrà dai membri locali della Famiglia Salesiana che sono coinvolti nelle scuole o che lavorano direttamente con i giovani richiedenti asilo della zona.

L’équipe di volontari e organizzatori è davvero intenzionata a raggiungere questi giovani, la cui infanzia è stata sconvolta dalla guerra e dalle persecuzioni, e che hanno subito il trauma di dover fuggire dalle loro case per giungere in uno posto straniero, dove l’accoglienza nei loro confronti spesso è incerta.

Danny ha visto con i suoi occhi la situazione e il trattamento dei giovani richiedenti asilo al confine con il Regno Unito, presso Calais, mentre lavorava come volontario: “Mi sono convinto ancor più che è disperatamente necessaria una risposta più accogliente e compassionevole. Con la nostra équipe di Pastorale Giovanile non siamo in grado di cambiare le politiche nazionali, ma abbiamo l’esperienza e le capacità per offrire ai giovani la possibilità di evadere un po’ dal loro quotidiano, di divertirsi, di incontrare nuovi amici e trascorrere del tempo con gli animatori salesiani”.

I responsabili del “Valdocco Project” sperano che esso abbia effetti a lungo termine, fornendo delle basi ai giovani rifugiati e richiedenti asilo “per costruire la propria vita in modo positivo e per potersi inserire responsabilmente nella società”, come prescrive il Quadro di Riferimento della Pastorale Giovanile Salesiana.

D’altra parte, come recita lo stesso testo, “l’opzione per i giovani poveri e abbandonati e a rischio è stata al centro della Famiglia Salesiana e delle sua attività dal tempo di Don Bosco fino ad oggi”.

Sri Lanka, a soccorrere le vittime anche i salesiani

Pubblichiamo le notizie provenienti da Info Ans – Agenzia iNfo Salesiana – e Vita – società editrice del mensile dedicato al racconto sociale – a seguito dei tragici attentati avvenuti in Sri Lanka nel giorno di Pasqua. Il Superiore della Visitatoria salesiana – don Joseph Almeida – ha diramato, nella giornata di mercoledì 24 aprile, un comunicato che di seguito riportiamo.

Cari amici,

sono davvero rattristato di dovervi scrivere queste poche righe sugli orribili eventi che si sono svolti la mattina della domenica di Pasqua, 21 aprile 2019, in Sri Lanka. Sebbene probabilmente siete già a conoscenza di una tragedia di proporzioni epiche, vorrei condividere con voi alcune informazioni al riguardo.

Le devastanti esplosioni – sei alle 8:45 del mattino di Pasqua e poi altre due qualche ora dopo – hanno lasciato l’isola in lutto. Esse hanno interessato la chiesa di Sant’Antonio a Colombo, la chiesa di San Sebastiano nella città costiera occidentale di Negombo e un’altra chiesa nella città orientale di Batticaloa intorno alle 8:45 (ora locale), mentre si stavano recitando le preghiere della domenica di Pasqua. Tre esplosioni sono state segnalate negli hotel a cinque stelle – lo Shangri-La, il Cinnamon Grand e il Kingsbury. Secondo il rapporto delle Nazioni Unite, almeno 45 bambini figurano tra le oltre 359 vittime degli attentati suicidi in Sri Lanka. Tre agenti di polizia sono stati uccisi in un’esplosione durante un’incursione. Almeno 38 dei morti erano stranieri, tra cui cittadini americani, australiani, bengalesi, inglesi, cinesi, danesi, olandesi, indiani, giapponesi, portoghesi, sauditi e turchi.

L’ufficio del presidente ha dichiarato lunedì (22/4) che a partire dalla mezzanotte sarebbe entrata in vigore la Legge d’Emergenza, dando alla polizia ampi poteri per trattenere e interrogare i sospetti senza un mandato del tribunale. Gli attacchi hanno segnato la fine della calma che perdurava su questa isola dell’Oceano Indiano da quando si concluse l’aspra guerra civile, 10 anni fa.

Gli attentatori hanno preso di mira affollamenti di persone composti da un gran numero di anziani, donne e bambini. I conteggi ufficiali tengono conto solo di coloro che sono morti o feriti. Non tengono conto però di coloro che sono scomparsi o che potrebbero essere stati lacerati dalle esplosioni a tal punto da non aver lasciato parti del corpo identificabili.

Le autorità dello Sri Lanka hanno detto che un piccolo gruppo islamista radicale, il National Thowheeth Jama’ath (NTJ), ha effettuato gli attacchi, con l’aiuto del gruppo militante internazionale ISIS. Dopo gli attentati, i servizi di sicurezza dello Sri Lanka hanno arrestato almeno 59 sospetti. Il governo ha iniziato le operazioni di soccorso insieme alle organizzazioni della società civile.

Non ci sono salesiani o case salesiane che sono stati direttamente colpiti dalla carneficina. Tuttavia dobbiamo ancora valutare se alcuni dei nostri parrocchiani o exallievi siano tra le vittime, uccisi o feriti.

Voglio ringraziarvi per le vostre preghiere e la vostra vicinanza. A causa della situazione di grande tensione e della limitazione dei movimenti non siamo attualmente in grado di raggiungere le vittime; tuttavia noi salesiani stiamo valutando la situazione insieme alla Chiesa locale e ad alcune ONG per vedere come meglio servire le vittime della tragedia e la Nazione dello Sri Lanka in questo momento di crisi.

Vi prego di continuare ad accompagnarci con le vostre preghiere e il vostro sostegno affinché la pace prevalga, le vittime siano debitamente assistite e tutti noi possiamo restare uniti di fronte a un male così grande. Vi terrò aggiornati e presto condividerò con voi i nostri piani per andare incontro alle vittime e ai sofferenti.

Grazie, sinceramente vostro,

don Joseph Almeida, SDB,

Superiore della Visitatoria dello Sri Lanka

“Salesiani per il Sociale” approva il nuovo Statuto, cambia nome ed elegge il nuovo Presidente

Si riporta l’articolo pubblicato dall’Agenzia di informazione Salesiana ANS relativo all’elezione del nuovo Presidente di “Salesiani per il Sociale APS“, don Roberto Dal Molin, a cui vanno i migliori auguri da parte della nostra Ispettoria.

(ANS – Roma) – Presso l’Istituto Salesiano Sacro Cuore di via Marsala 42, il 16 aprile 2019 si è svolta l’Assemblea ordinaria e straordinaria dei soci di Salesiani per il Sociale. Una giornata importante per l’associazione che ha approvato il suo nuovo Statuto (recependo le indicazioni della riforma del Terzo Settore) ed eletto il nuovo presidente, don Roberto Dal Molin, a seguito delle dimissioni di don Giovanni D’Andrea.

Il nuovo Statuto, approvato all’unanimità dai soci presenti, è stato adeguato alle indicazioni della “Riforma del Terzo Settore, dell’Impresa Sociale e del Servizio Civile Universale” (legge 106/2016) ed in particolare al “Codice del Terzo Settore” (Decreto Legislativo 117/2017 e conseguenti modifiche). Tra le novità del documento il cambio della denominazione dell’ente in “Salesiani per il Sociale APS”.

“È un avvenimento che ci farà ulteriormente crescere consentendoci di saper stare nel mondo ampio del Terzo Settore in maniera qualificata ed efficace rappresentando con orgoglio e responsabilità il carisma di Don Bosco – ha ribadito il presidente uscente Don Giovanni D’Andrea – negli ultimi due anni come Assemblea Nazionale abbiamo riflettuto e studiato cosa la Riforma del Terzo Settore ed i conseguenti decreti attuativi proponevano. L’adeguamento statutario e la veste giuridica che assumeremo è anche frutto dell’apporto dell’Assemblea che ha messo in atto il sano principio della partecipazione dal basso”.

Eccezionalmente l’Assemblea ha espresso il suo voto per il rinnovo della carica presidenziale a seguito delle dimissioni anticipate di Don Giovanni D’Andrea, presentate per un nuovo incarico affidatogli dalla Congregazione Salesiana presso l’Ispettoria Sicula.

Il nuovo Presidente di “Salesiani per il Sociale APS” è don Roberto Dal Molin, 51 anni di origini venete. Dal 2012 al 2018, ha ricoperto la carica di Superiore dei Salesiani dell’Ispettoria Italia Nord-Est San Marco a Venezia, precedentemente è stato Delegato per la pastorale giovanile ispettoriale e Direttore del post-noviziato salesiano di Nave (BS). Attualmente è presidente del Centro Nazionale Opere Salesiane (CNOS) e Coordinatore Nazionale di Pastorale Giovanile.

“Quella di ‘Salesiani per il Sociale APS’ è una realtà associativa molto varia e articolata sul territorio nazionale – ha affermato il neo presidente. – Come associazione è importante camminare insieme, arricchendosi degli apporti di ciascuno; nello spirito di Don Bosco abbiamo il comune obiettivo di sostenere i ragazzi che si trovano nelle situazioni più disagiate”.

Per ulteriori informazioni, visitare il sito: https://www.salesianiperilsociale.it/

 

Da qualche parte tra Platone e la “Mappa Mundi”. La cartina salesiana 2019

Si evidenzia la notizia pubblicata su InfoAns – Agenzia iNfo Salesiana – con la versione aggiornata della mappa sui Salesiani nel mondo.

(ANS – Roma)

Sappiamo quanto Don Bosco amasse le mappe geografiche. Le osservava con grande attenzione e faceva affidamento su di esse, soprattutto in un’epoca in cui i suoi orizzonti viaggiavano ben al di là del Piemonte e di quella che nella seconda metà dell’Ottocento andava costituendosi come Italia unita, per raggiungere il ben più vasto mondo delle anime da salvare, di giovani e anziani indifferentemente, e soprattutto delle anime ancora non illuminate dalla fede in Gesù Cristo.

don Filiberto González, SDB
Consigliere Generale per le Comunicazioni Sociali

Come da tradizione, si è rinnovato il paziente lavoro di produzione di una mappa sui “Salesiani nel mondo”.

Sul sito www.bosco.link, è disponibile in due versioni:

Pacifico-centrica: 128x91cm, 256x182cm, 384x273cm

Eurocentrica: 128x91cm, 256x182cm, 384x273cm

Fu Platone, in uno dei suoi “Dialoghi”, a descrivere la sfera del mondo come qualcosa che un’anima, elevandosi in un momento di suprema trascendenza, potrebbe vedere come modellata “di colori più numerosi e più belli di quelli che abbiamo mai visto”.

Poi abbiamo la famosa “Mappa Mundi” – la più importante delle quali, risalente al 1300, è conservata nella cattedrale di Hereford in Inghilterra. Misura 1,59 x 1,34 metri, ed è costituita da un unico foglio di pergamena (pelle di vitello).

Chiaramente in un contesto cristiano, Gerusalemme è al centro, l’Oriente è al vertice. L’Oriente, dove sorge il sole, era il luogo dove i cristiani medievali aspettavano la seconda venuta di Cristo – quando tutta la geografia avrebbe cessato di essere rilevante!

Così, la mappa dei Salesiani nel mondo s’inserisce da qualche parte tra questi due elementi, prendendo in prestito qualcosa della bellezza del primo e del significato salvifico della seconda – “La Santità anche per te” è in bella evidenza, come promemoria, in alto.

La mappa dei Salesiani nel Mondo è realizzata a proiezione di Miller, considerata oggigiorno come un valido compromesso in grado di evitare gli estremi della proiezione di Mercatore (anche se, cosa abbastanza interessante, questi si presentano in gran parte nell’Artico e nell’Antartico, nessuno dei quali – per ovvie ragioni – appare nella nostra mappa).

La mappa salesiana contiene un grande ricchezza d’informazioni, una sorta di mini-annuario (e difatti si basa sul Vol. 2 dell’edizione 2019 dell’Annuario salesiano), con tante informazioni sulle presenze e i salesiani nel mondo, elencati sia per Nazioni, sia per Ispettorie.

Non poteva mancare, poi, il codice QR.

Quindi ora non resta altro che scaricare la mappa!

Celebrazione commemorativa per Mamma Margherita

Si pubblica la notizia proveniente da ANS, Agenzia iNfo Salesiana, riguardo alla celebrazione commemorativa a motivo del del 231° anniversario della nascita della Venerabile Margherita Occhiena, mamma di Don Bosco, e dell’85° anniversario della canonizzazione del Santo dei Giovani che si è svolta sabato 31 marzo a Capriglio.

(ANS – Capriglio) – A motivo del 231° anniversario della nascita della Venerabile Margherita Occhiena, mamma di Don Bosco, (il 1° aprile 1788), e dell’85° anniversario della canonizzazione del Santo dei Giovani, (il 1° aprile 1934, Domenica di Pasqua), sabato 31 marzo a Capriglio, città natale della Venerabile, si è svolta un’Eucaristia commemorativa.

Le nostre fonti salesiane su Mamma Margherita sono tutte condizionate da Don Bosco… Solo tramite Don Bosco possiamo arrivare alla Mamma e riuscire a dire qualche cosa su Mamma Margherita

ha esordito don José María Martínez Pérez, SDB, vice-rettore presso la basilica di San Giovanni Bosco presso il Colle Don Bosco.

Quindi ha proseguito la sua riflessione:

Noi sappiamo che la personalità e la santità della Mamma risuonano nella personalità e la santità del figlio, e così appare chiaramente nel processo di beatificazione e canonizzazione di Don Bosco; ma quello che noi vediamo è la personalità e la santità del suo caro, molto caro, Giovannino, benché questo non faccia di meno alla santità né alla personalità della mamma. Pensiamo all’eco. Diciamo che l’eco ripete tutto quanto pronunciamo, ma questo è una semplificazione perché l’eco non ripete tutto quanto diciamo, soltanto ripete la fine… Così, tutto quello che sappiamo di Mamma Margherita, sulla sua personalità, sulla sua santità, è quello che risuona nella personalità e nella santità di Don Bosco, è quello che resta nell’eco.

E tuttavia:

Margherita è mamma per aver portato Giovanni Bosco nel grembo, ma è ancora e soprattutto mamma per aver generato la sua personalità e la sua santità, modellata dalle sue mani materne. Ecco perché la personalità e la santità di Don Bosco ci parlano della personalità e della santità della mamma.

“Contadina esperta – ha continuato don Martínez Pérez –, la madre di Don Bosco sapeva che la pazienza era necessaria per coltivare la terra e far crescere i frutti. Frutti che sono diventati il menù più apprezzato da quei ragazzi affamati… Non possiamo infatti dubitare dell’enorme importanza che Margherita Occhiena ha avuto nella formazione umana e spirituale di suo figlio, ma anche nel suo decisivo contributo alla famiglia e all’ambiente educativo-catechistico di Valdocco”.

In conclusione, il salesiano ha sottolineato:

Come il buon terreno del giardino coltivato con cura, la sua vita ha dato abbondanti frutti di una santità semplice e alla portata delle mani di qualunque, perché si tratta della vita familiare, ordinaria, vissuta nella presenza di Dio. I semi piantati nel terreno fertile del suo cuore furono sapientemente maturati alla scuola di Valdocco, dove lo Spirito Santo, in un’esplosione di grazia, li portò alla loro maturità. Al fianco sempre di suo figlio, che fino alla fine ebbe in sua mamma un modello di abbandono e di fede.

Al termine della celebrazione è intervenuto anche il Presidente dell’“Associazione Amici del Museo Mamma Margherita”, Diego Occhiena, che ha invitato i presenti a rivolgere lo sguardo a Mamma Margherita, come modello di donna e cristiana umile e semplice, che in tempi non facili per la Chiesa “non si scoraggiò, ma seppe, con la preghiera e la vita cristiana, accompagnare la vocazione di Giovanni sulla strada della santità”.

Per questo, ha concluso:

in questo tempo di Quaresima, chiediamo a Dio, per intercessione della venerabile Margherita Occhiena, fedeltà alla nostra vita cristiana, fedeltà alle vocazioni che ci regali preti santi come Don Bosco, speranza e gioia nella vita delle nostre comunità parrocchiali.

Iniziata la Consulta Mondiale sull’Emarginazione e i Giovani a Rischio

Iniziata mercoledì 27 marzo  la Consulta Mondiale della Pastorale Giovanile a Roma che si concluderà domenica 31 marzo. L’obiettivo è quello di riflettere sul tema: “I giovani a rischio”.

Ecco l’articolo proveniente da Info Ans:

(ANS – Roma) 

Abbiamo avviato la Consulta Mondiale della Pastorale Giovanile che ha l’obiettivo di riflettere su uno dei temi fondamentali per noi salesiani: i giovani a rischio.

Ha manifestato don Fabio Attard, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, accogliendo il selezionato gruppo di salesiani provenienti da tutto il mondo che si incontrano presso la sede del Sacro Cuore a Roma: un incontro iniziato nel pomeriggio del 27 marzo e che si concluderà domenica 31 marzo.

Don Daniel García, del Dicastero per la Pastorale Giovanile, ha espresso la sua gratitudine, come responsabile di questo evento, per la partecipazione di Salesiani e laici giunti per partecipare a quest’incontro. “Siamo un totale di 30 persone provenienti dalle diverse Regioni della Congregazione: Africa-Madagascar, Asia Est-Oceania, Asia Sud, Interamerica, America Cono Sud, Europa Centro e Nord e Mediterranea. Siamo uniti da un unico obiettivo, da un’unica visione: i nostri giovani a rischio. Quello su cui vogliamo riflettere in questi tre giorni sono tre domande: quali sono le principali sfide che incontrano e quali sono le risposte salesiane? Quali sono le sfide future? E infine: quali sono i processi che dobbiamo intraprendere e attivare profeticamente per rispondere a queste sfide future nelle opere e nei servizi sociali salesiani?”.

Don Attard ha espresso la sua gioia “per il lavoro dei Salesiani e dei Laici che lavorano per riscattare migliaia e migliaia di giovani che vivono lungo le strade e nelle piazze”. Quindi ha spiegato:

È un momento importante per approfondire l’impegno che la Congregazione ha in questo campo, soprattutto per approfondire come possiamo conoscerci e conoscere le esperienze e fare tesoro di tutto ciò che stiamo facendo in favore dei giovani. D’altra parte, in questo incontro vogliamo dare alla Congregazione le linee guida e offrire le esperienze che stiamo facendo, in nome del carisma salesiano, al servizio dei giovani che il Signore ci ha dato.

Da parte sua don García ha anche aggiunto che:

Tutti i partecipanti nel mondo sono persone che lavorano direttamente in opere e servizi in favore dei giovani vulnerabili, con problemi e difficoltà, giovani a rischio che percorrono le strade del mondo. Desideriamo che le conclusioni di quest’incontro possano essere un valido contributo al prossimo Capitolo Generale 28 della Congregazione. E ci auguriamo vivamente che questo incontro serva a presentare le sfide, le opportunità e i processi che dobbiamo attivare nelle nostre opere e nei servizi delle nostre Ispettorie e in ogni presenza dove c’è un salesiano o un laico con il cuore di Don Bosco.

Parere positivo dei Consultori teologi alla Causa del Servo di Dio Augusto Bertazzoni

Si riporta la notizia pubblicata su Info AnsAgenzia iNfo Salesiana – del 13 marzo 2019, riguardo al parere positivo che è stato dato a  Mons. Augusto Bertazzoniarcivescovo di Potenza, nel corso del Congresso Peculiare dei Consultori Teologi svoltosi presso la Congregazione delle Cause dei Santi, in merito all’esercizio eroico delle virtù, alla fama di santità:

(ANS – Città del Vaticano) – Il 12 marzo 2019 nel corso del Congresso Peculiare dei Consultori Teologi svoltosi presso la Congregazione delle Cause dei Santi è stato dato parere pienamente positivo, in merito all’esercizio eroico delle virtù, alla fama di santità e di segni del Servo di Dio Augusto Bertazzoni, arcivescovo di Potenza, nato a Pegognana (Mantova) il 10 gennaio 1876 e morto a Potenza il 30 agosto 1972. Il Servo di Dio frequentò l’oratorio salesiano di Torino e vi incontrò Don Bosco, che ebbe una grande influenza sulla sua formazione.

La Positio venne presentata il 27 settembre 2013 da don Pierluigi Cameroni, SDB, Postulatore in sede romana, ed ebbe come relatori in un primo tempo il padre Daniel Ols, OP., successivamente, padre P. Zdzisław Kijas, OFM Conv., e come collaboratore mons. Gerardo Messina, già vice-postulatore, coadiuvato dalla dott.ssa Lodovica Maria Zanet, collaboratrice della Postulazione salesiana.

È bello ricordare che questo passaggio fondamentale della Causa è avvenuto il 12 marzo, giorno della morte di san Luigi Orione, che con il giovane Augusto Bertazzoni fu allievo dell’oratorio di Valdocco a Torino. Entrambi furono tra i ragazzi che nel 1887 offrirono la loro vita per la salvezza di Don Bosco; mentre, da parte sua, il Santo dei Giovani aveva anche profetizzato che il giovane Augusto sarebbe diventato vescovo.

Mons. Bertazzoni fu buon Pastore e padre dei poveri, vero uomo di Dio, uomo di fede e di preghiera, predicatore instancabile della Parola di Dio, attento alle necessità spirituali dei fedeli ed anche dei non credenti, per i quali si spese fino alla fine, offrendo a Dio, per il bene delle Chiese che aveva guidato come vescovo, le sofferenze che lo portarono alla morte.

Fu padre per le vittime della guerra e per gli Ebrei confinati in Basilicata, lungimirante educatore dei giovani, e si spese perché i sacerdoti della sua diocesi, insieme a religiosi e religiose fatti venire numerosi, si dedicassero nella formazione dei giovani, tanto nelle scuole, quanto nell’Azione Cattolica; a tutti loro raccomandava di avere “spirito di paternità” per le nuove generazioni.

Nella notte dell’8 settembre 1943 i bombardamenti aerei sull’Italia meridionale lo resero privo di tutto, eppure non volle abbandonare il suo gregge nell’ora del dolore; così non accettò l’offerta fattagli dalla Santa Sede di trasferirlo ad altra sede più comoda e prestigiosa. Partecipò al Concilio Vaticano II e lasciò il governo delle diocesi il 30 novembre 1966, ritirandosi nel silenzio e nella preghiera. In Basilicata era giunto come “portatore di pace nel nome di Dio”, e lì morì e volle essere sepolto.

Dopo questo passo, il prossimo avrà luogo nella Sessione Ordinaria dei Cardinali e Vescovi. Quindi il Sommo Pontefice autorizzerà la promulgazione del decreto di Venerabilità.