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Un Annullo Postale speciale per il primo anniversario della Canonizzazione di Sant’Artemide Zatti, SDB

Dal sito ANS.

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In occasione del primo anniversario della canonizzazione di Artemide Zatti, SDB, il 9 ottobre 2023 le Poste Vaticane emettono un Annullo Postale speciale, come da circolare-comunicato della stessa Amministrazione Vaticana.

Per la circostanza, la Sede Centrale Salesiana ha proposto due cartoline a firma della pittrice Daniela Longo e di Maria Carmela Perrini.

Sarà possibile obliterare il materiale filatelico, debitamente affrancato, entro l’11 novembre 2023.

“Artemide Zatti. Santo salesiano amico dei poveri”. Pubblicato il libro sulla sua beatificazione e canonizzazione

Dall’agenzia ANS.

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(Roma, 16 gennaio 2023) – La canonizzazione di Artemide Zatti realizzata il 9 ottobre 2022 a Roma rivive in un libro bilingue, italiano e spagnolo (Artemide Zatti. Santo salesiano amico dei poveri. Edizione S.D.B., pp. 136) che raccoglie discorsi e documenti relativi non solo a questo evento, ma anche alla beatificazione. Editorialmente il volume è curato da don Giuseppe Costa, Co-portavoce della Congregazione Salesiana.

Il libro è soprattutto fotografico, con immagini di Gregorz Galazka e testi del Rettor Maggiore dei Salesiani di Don Bosco, Don Ángel Fernández Artime. Vi vengono raccolti anche i discorsi e le omelie pontificie. Varie foto provengono dall’Archivio Salesiano Argentino, dall’ANS e dal Vaticano. Nel suo insieme è come trovarsi una documentazione dal valore storico che certamente può far conoscere meglio questa figura di santo infermiere e salesiano coadiutore. È, quest’ultima, una vocazione specifica salesiana alla quale teneva moltissimo lo stesso fondatore, San Giovanni Bosco.

“Sant’Artemide Zatti – ha scritto in una lettera che accompagna il volume Don Á.F. Artime – ci ha riportati alla santità semplice, ma esigente dei salesiani impegnati nel lavoro quotidiano e ci ha fatto riscoprire aspetti della nostra storia forse troppo presto messi nel dimenticatoio. Papa Francesco più volte ha richiamato la nostra memoria ed attenzione alla Patagonia salesiana, autentico paradigma di fatica generosa e di donazione indiscussa a Dio e al prossimo”.

 

Sant’Artemide Zatti al Colle Don Bosco, il 18 marzo 1934

Dagli archivi dei pellegrini del Colle Don Bosco risulta che Artemide Zatti passò al Colle il 18 marzo 1934. Nel registro si firma in questo modo: Artemide Zatti missionario salesiano a Viedma, Patagonia, Argentina.

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Grazie alle ricerche svolte del Sig. Sante Simioni, salesiano coadiutore, dagli archivi dei pellegrini del Colle Don Bosco risulta che Artemide Zatti, canonizzato lo scorso 9 ottobre, passò al Colle il 18 marzo 1934. Nel registro si firma in questo modo: Artemide Zatti missionario salesiano a Viedma, Patagonia, Argentina.

Nel 1934 Artemide Zatti visse infatti un’esperienza che restò memorabile nella sua vita. Il giorno di Pasqua, 1° aprile, si doveva celebrare a Roma la solenne canonizzazione di Don Bosco. Da tutte le parti del mondo furono mandati confratelli a Roma come rappresentanti delle varie Ispettorie e comunità per assistere alla glorificazione del Fondatore. L’Ispettore della Patagonia, don Gaudenzio Manachino, scelse Artemide Zatti per rappresentare i salesiani coadiutori, dandone l’annuncio agli Esercizi Spirituali. Generale fu il consenso per tale scelta, tanto era il prestigio e la stima che il Sig. Zatti godeva già presso tutti. Anche egli ne dovette essere felice, potendo rivedere l’Italia da cui mancava da oltre 30 anni.

Un vestito gli venne prestato dal dottor Harosteguy, mentre la signora Maria Vásquez Linares, moglie del sarto Linares, per quella occasione gli fece un vestito nuovo. Una vecchia valigia gli fu prestata da un sacerdote degente all’ospedale e don Luigi Cencio a Buenos Aires gli prese il biglietto di terza classe sul “Neptunia”, mentre l’Ispettore gli fece una lettera di presentazione per le case d’Italia

Il viaggio durò 16 giorni. Zatti fu a Torino, dove visitò i luoghi santificati dalla presenza di Don Bosco, tra cui il Colle, dove era nato il Santo dei Giovani. È rimasta nell’epistolario una sola cartolina inviata da Torino:

Dai piedi dell’altare della nostra cara Madre Maria Ausiliatrice alla quale ho chiesto una benedizione speciale (e continuerò a chiedere) per tutta il personale dell’Ospedale San José, rivolgo i più affettuosi saluti a ciascuno in particolare, pregando che Dio, per intercessione di San Giovanni Bosco, riversi su tutti la sua copiosa benedizione

Artemide Zatti

Dopo aver partecipato a Roma alla canonizzazione di Don Bosco, fece una rapida visita a Boretto, il suo paese natale. Il 28 aprile 1934 si imbarcò a Napoli sulla nave “Oceania”, con un buon peso di ricordini per gli amici di Viedma, tra cui giunse con grande gioia a metà maggio. Si può immaginare l’accoglienza e quel che seguì. I ricordi della visita al Cottolengo si intrecciavano con quelli dell’incontro col Papa e con Don Bosco santo. Furono queste le uniche vere vacanze di Zatti: il suo spirito, più che il suo fisico, ne uscì rinnovato.

Cuneo: l’Immacolata con San Zatti

L’opera salesiana di Cuneo ha organizzato un ricco programma per la festa dell’Immacolata, offrendo anche la testimonianza del nuovo santo Artemide Zatti, salesiano coadiutore. Di seguito la notizia apparsa sul sito dei salesiani di Cuneo.

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Si avvicina la grande festa dell’Immacolata, compleanno di ogni opera salesiana, a ricordo di quella prima Ave Maria recitata da don Bosco con il giovane Bartolomeo Garelli a Torino.

L’opera di Cuneo vuole solennizzare questo giorno con un ricco programma per tutta la comunità educativa pastorale e la famiglia salesiana offrendo all’attenzione di tutti la testimonianza del nostro nuovo santo, il confratello Artemide Zatti, coadiutore.

Ecco gli appuntamenti:

MERCOLEDÌ 7 DICEMBRE

  • 19.00 preghiera della vigilia in chiesa
  • 19.30 apericena festivo della famiglia salesiana (iscrizioni in segreteria oratorio entro il 5 dicembre, costo 7 €)
  • 20.45 in teatro “Vi presento il sig. Zatti

alcuni coadiutori salesiani aiutano l’intera comunità educativa pastorale a conoscere questa splendida figura di santità nostrana

GIOVEDÌ 8 DICEMBRE

  • 10.30 Santa Messa solenne e venerazione della reliquia di sant’Artemide Zatti
  • colazione per tutti in cortile a cura dell’Auxilium
  • 12.00 cerchio mariano in cortile
  • 12.30 pranzo del Movimento Giovanile Salesiano con le comunità SDB ed FMA

San Artemide Zatti: materiale interno ad uso pastorale

Pubblichiamo una raccolta di materiale utile ad approfondire e far conoscere la figura di  San Artemide Zatti: a disposizione video, foto, grafiche e testi che possono aiutare il lavoro pastorale di ogni giorno e valorizzare il modello di santità realizzato dal Salesiano Coadiutore argentino.

Lettera del Rettor Maggiore

Vediamo che la vita salesiana di Artemide Zatti, secondo questa testimonianza, si fonda su tre verbi che ne testimoniano la solidità generosa e confidente: credetti, promisi, guarii. Per valorizzare il dono della santità di questo grande salesiano coadiutore, vorremmo meditare su questi tre verbi e sui loro straordinari frutti di bene, perché tocchino in profondità i desideri, i sogni, gli impegni della nostra Congregazione e di ciascuno di noi e promuovano in tutti una rinnovata e feconda fedeltà al carisma di Don Bosco.

Approfondimenti

 

Video

Liturgia

Grafiche

Foto

Poster

Sito dedicato

Valdocco: le foto della Concelebrazione Eucaristica per la canonizzazione di Artemide Zatti

Martedì 11 ottobre, presso la Basilica di Maria Ausiliatrice di Valdocco, si è tenuta la Concelebrazione Eucaristica di ringraziamento per la canonizzazione del Salesiano Coadiutore Sant’Artemide Zatti.

In una Basilica gremita di fedeli, il Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime, decimo successore di don Bosco, ha presieduto la cerimonia, che è stata trasmessa anche in diretta tv su RETE 7 (canale 13 del d.t.) e sul canale Youtube di ANS – Agenzia iNfo Salesiana.

Il salesiano coadiutore Artemide Zatti è santo!

Artemide Zatti è stato dichiarato santo durante la Celebrazione Eucaristica sul Sagrato di piazza San Pietro di domenica 9 ottobre 2022. Di seguito il resoconto della giornata e le testimonianze di alcuni salesiani coadiutori giunti in Vaticano per il grande evento, apparse sul sito ANS.

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 “Il fratello salesiano Artemide Zatti è stato un esempio vivente di gratitudine”.

Con queste parole, pronunciate nel corso dell’omelia della Messa del 9 ottobre 2022, Papa Francesco indica a tutti i fedeli il modello del “santo infermiere” e “parente di tutti i poveri”, nel giorno in cui ne proclama la santità davanti alla Chiesa universale. Sono da poco passate le 10:00 (UTC+1) quando ha inizio sul Sagrato di piazza San Pietro a Roma la Celebrazione Eucaristica con il Rito di Canonizzazione del salesiano coadiutore Artemide Zatti e di mons. Giovanni Battista Scalabrini, vescovo e Fondatore della Congregazione dei Missionari di San Carlo e della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo.

Solenne, come merita l’occasione, tutta la celebrazione, a cominciare proprio dal rito di canonizzazione, posto all’inizio della liturgia. Dopo il canto d’ingresso, la Schola della Basilica di San Pietro intona l’inno Veni, Creator Spiritus e il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, accompagnato dai Postulatori, Padre Graziano Battistella, CS, e don Pierluigi Cameroni, SDB, si reca dal Santo Padre a presentare la Petitiola domanda con cui si chiede di procedere alla Canonizzazione dei due Beati.

Le figure di mons. Scalabrini e del sig. Zatti vengono così brevemente ricordate attraverso la lettura, da parte del Card. Semeraro, delle rispettive biografie.

Successivamente l’intera piazza gremita di fedeli invoca, attraverso le litanie dei Santi, la partecipazione di tutta la Chiesa celeste ad accompagnare l’iscrizione nell’Albo dei Santi dei due Beati.

Sono le 10:30 esatte quando il Santo Padre Francesco pronuncia in latino la solenne formula di canonizzazione con la quale dichiara e definisce santi Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti.

Un grande applauso dell’assemblea dei fedeli accompagna la proclamazione, seguita poco dopo dall’incensazione e dalla deposizione ai piedi della statua della Madonna delle reliquie insigni dei due neo-santi, e dal ringraziamento del cardinale Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, che al tempo stesso chiede e ottiene dal Pontefice l’assenso alla redazione della Lettera Apostolica circa l’avvenuta canonizzazione.

Riprende poi la liturgia eucaristica domenicale, concelebrata da diversi Cardinali, Arcivescovi, Vescovi e sacerdoti, molti dei quali Figli di Don Bosco, guidati dal Rettor Maggiore, Don Ángel Fernández Artime. Al momento dell’omelia il Papa approfondisce le Letture della XXVIII Domenica del Tempo Ordinario. Due gli aspetti sottolineati in particolare dal Pontefice: il camminare insieme e la gratitudine.

Camminare insieme è la caratteristica dei dieci lebbrosi guariti da Gesù.

“È un’immagine bella anche per noi – afferma il Pontefice –. Quando siamo onesti con noi stessi, ci ricordiamo di essere tutti ammalati nel cuore, di essere tutti peccatori, tutti bisognosi della misericordia del Padre. E allora smettiamo di dividerci in base ai meriti, ai ruoli che ricopriamo o a qualche altro aspetto esteriore della vita. Fratelli e sorelle, verifichiamo se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi dove lavoriamo e che ogni giorno frequentiamo, siamo capaci di camminare insieme agli altri, di ascoltare, di superare la tentazione di barricarci nella nostra autoreferenzialità e di pensare solo ai nostri bisogni”

è l’invito che ne fa scaturire il Papa.

È questa anche l’occasione per denunciare ancora una volta l’esclusione dei migranti, che il Papa definisce a chiare lettere “scandalosa, criminale, schifosa e peccaminosa”.

“Oggi pensiamo ai nostri migranti, quelli che muoiono – soggiunge ancora il Papa, lasciando la domanda aperta a tutti – E quelli che riescono ad entrare, li riceviamo come fratelli o li sfruttiamo?”.

Successivamente il Santo Padre evidenzia il valore della gratitudine, sul modello del samaritano, l’unico dei dieci lebbrosi guariti che torna a ringraziare Gesù:

“Questa è una grande lezione anche per noi, che beneficiamo ogni giorno dei doni di Dio, ma spesso ce ne andiamo per la nostra strada dimenticandoci di coltivare una relazione viva con Lui. (…). E, così, si finisce per pensare che tutto quanto riceviamo ogni giorno sia ovvio e dovuto”.

Al contrario, osserva il Pontefice “la gratitudine, il saper dire ‘grazie’, ci porta invece ad affermare la presenza di Dio-amore. E anche a riconoscere l’importanza degli altri, vincendo l’insoddisfazione e l’indifferenza che ci abbruttiscono il cuore”.

Il sapere camminare insieme agli altri e lo spirito di gratitudine, afferma il Papa, sono proprio ciò che ha contrassegnato la vita dei due neo-santi. Di Mons. Scalabrini che fondò una congregazione per la cura degli emigrati, il Papa offre una citazione per affermare che

“nel comune camminare di coloro che emigrano non bisogna vedere solo problemi, ma anche un disegno della Provvidenza. ‘Proprio a causa delle migrazioni forzate dalle persecuzioni – egli disse – la Chiesa superò i confini di Gerusalemme e di Israele e divenne cattolica. grazie alle migrazioni di oggi la Chiesa sarà strumento di pace e di comunione tra i popoli’ (G.B. Scalabrini, L’emigrazione degli operai italiani, Ferrara 1899)”.

Il Pontefice riflette allora sulla migrazione forzata di cui è vittima la popolazione ucraina:

“Non dimentichiamo oggi la martoriata Ucraina”.

Mentre sul salesiano coadiutore Artemide Zatti, ribadisce, poi:

“Da parte sua, il fratello salesiano Artemide Zatti, con la sua bicicletta, è stato un esempio vivente di gratitudine: guarito dalla tubercolosi, dedicò tutta la vita a gratificare gli altri, a curare gli infermi con amore e tenerezza. Si racconta di averlo visto caricarsi sulle spalle il corpo morto di uno dei suoi ammalati. Pieno di gratitudine per quanto aveva ricevuto, volle dire il suo “grazie” facendosi carico delle ferite degli altri”.

L’omelia del Santo Padre si conclude, pertanto, con un’esortazione finale:

Preghiamo perché questi nostri santi fratelli ci aiutino a camminare insieme, senza muri di divisione; e a coltivare questa nobiltà d’animo tanto gradita a Dio che è la gratitudine”.

L’attualità di Sant’Artemide Zatti: voci dei Salesiani Coadiutori da piazza San Pietro

Tra i circa 50mila fedeli accorsi in piazza San Pietro per la canonizzazione dei Beati Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zatti, diverse centinaia erano i salesiani coadiutori giunti da tutto il mondo. Ne abbiamo incontrati alcuni che ci hanno testimoniato con le loro parole tutto il loro entusiasmo e la loro soddisfazione per il riconoscimento della santità incarnata da Zatti: una santità del quotidiano e della gioia; una santità che testimonia la bellezza della Vita Consacrata e della consacrazione salesiana, nello specifico; la santità di chi cerca e compie la volontà di Dio.

Dalla terra di Don Bosco, nella Circoscrizione Speciale Piemonte e Valle d’Aosta, ci sono ad esempio tre coadiutori: Domenico Francesco Allasia, Fabrizio Spina e José Eusebio Trigona, quest’ultimo originario dell’Argentina, la terra in cui Zatti visse tutta la sua santa vita salesiana.

Comincia il sig. Allasia, il maggiore dei tre:

“Sono molto contento di quest’occasione, perché è un modo per far conoscere ancora di più la vocazione del salesiano coadiutore, e nel suo specifico caso, del coadiutore che diventa santo facendo le cose ordinarie, con fede, fiducia e sacrificio; ma allo stesso tempo anche con gioia con felicità, con soddisfazione del proprio lavoro, senza cercare di più di quello che gli è stato richiesto di fare”.

Il sig. Spina, da parte sua manifesta:

“Il senso di gratitudine per essere qui in questo posto è enorme; non ci rendiamo conto di quante persone hanno lavorato, hanno fatto di tutto per far sì che tutto il mondo salesiano sia qui oggi. Davvero è per noi veramente una grande, una grandissima grazia. Da vivere, soprattutto, senza attaccarsi al ‘ruolo’, ma comprendendo, grazie alla figura di Artemide Zatti, che essere salesiano è la cosa importante: non avere un ruolo, avere un potere, avere dei titoli, ma essere salesiano –non fare il salesiano, esserlo! Questo è veramente un dono che ricevo ad essere qua oggi”.

Conclude infine il sig. Trigona:

“Oltre a tutto quello che abbiamo sentito in questi giorni, sia da parte del Papa, sia dal Rettor Maggiore, credo che la cosa importante che Zatti ci insegna è quella di fare la volontà di Dio, cercarla e farla, anche quando alle volte ci sono delle avversità. E un altro grande messaggio anche riguarda la ricchezza dell’essere religioso, al di là dei titoli. Mentre, nella Chiesa oggi in genere, come dice il Papa, c’è una forte mentalità clericale, Artemide Zatti ci fa vedere il valore e la bellezza della vita religiosa in sé”.

“Tu l’hai fatto un uomo buono…grazie Signore!!!” Testimonianza di Hugo Vera, Salesiano coadiutore argentino

Nella preghiera con l’intercessione di Artemide Zatti che per tanti anni abbiamo recitato con il grande desiderio di vederlo tra i nostri amici del cielo, i santi, c’è un’espressione che mi ha sempre attirato l’attenzione: “Tu [Signore] l’hai fatto un UOMO BUONO”. Può sembrare un’ovvietà o una semplificazione dire di un santo che è stato un “uomo buono”. In questo caso credo sia il miglior riconoscimento che possiamo offrirgli. Di fatto, anche il Signore Gesù, nel vangelo mette l’attenzione su questo particolare: “Perchè mi chiami buono – dice al giovane ricco – soltanto Dio è buono”. L’uomo buono è quello che nella sua limpidezza lascia vedere “direttamente” Dio. E Zatti era proprio così. La sua chiarezza evangelica e salesiana “risplendeva di normalità”. Sono “i santi della porta accanto” come ci ricorda Papa Francesco.

Ma se guardiamo più attentamente, possiamo vedere i mille colori che aveva la bontà di Artemide. In Lui l’uomo buono era: senso di fede, fiducia, dedizione estrema, vicinanza, attenzione concreta, buon umore, tenacità, genialità, viva fratellanza, testimonianza provocante, mitezza anche nelle dure prove… E lo chiamiamo “uomo buono” anche perché ha saputo scoprire il volto del Signore direttamente nelle sofferenze e necessità dei malati, dei poveri, degli scartati del suo tempo. Con viso gioioso è riuscito a intravedere Dio nei poveri infermi, giovani e adulti, facendo sì che la sua vita fosse una chiara realizzazione del riconoscimento di Gesù: “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25, 40).

Tra noi, in Argentina, il meglio che si può dire di una persona è proprio quello: è una donna, un uomo, un giovane “buono”. La gente semplice vuol riconoscere con questa espressione coloro che sono veramente coerenti, senza doppiezza, “de una sola pieza”, si dice. Puoi stare sicuro di poter contare sempre e ovunque su di loro. I cittadini di Viedma avevano percepito così il nostro santo confratello. Vedendolo in sella alla leggendaria bicicletta qualcuno dice: “Lì va un angelo”, ma un altro lo corregge: “No, Zatti è un vero uomo, in carne ed ossa”. Di fatto si affermò che Artemide non era né più né meno che “il parente di tutti i poveri”. Ci ricorda l’“uomo giusto” o “fedele” della Bibbia.

Ho avuto l’opportunità di conoscere parecchi confratelli salesiani che avevano vissuto con il nostro Artemide. Tra essi c’era il sentire comune che Zatti era proprio un santo salesiano… perchè molto normale!!! La sua “bontà”, mi diceva una volta uno, si percepiva nella sua chiara, grave e potente voce con cui pregava o cantava in Chiesa, ma anche scherzava nel refettorio o chiacchierava fraternamente in cortile. Un altro ricordava: “era capace di condividere una profonda sensibilità di fede con la naturale gioiosità di una barzelletta”. Tutti concordavano che a Lui conveniva un appellativo a noi famigliare che unisce bontà e semplicità in grande misura: “Don Zatti era bonachón”.

Vorrei condividere con voi due fatti di questa bontà di Artemide legate alla mia vita. Il primo risale ai tempi delle mie decisioni vocazionali, quando nel discernimento cominciai a capire che il Signore (e le circostanze) mi chiamavano como salesiano coadiutore. Il mio accompagnatore spirituale mi disse di concludere quella tappa facendo partecipi i miei genitori dei miei desideri vocazionali. Qualche tempo prima io avevo inviato a loro, per posta (oggi ci suona come una cosa dell’Antico testamento), un paio di paginette con un cenno biografico di Artemide Zatti. Andai a casa senza sapere come condividere le mie domande sulla vocazione. Direttamente dissi a mamma e papà: “Beh, noi salesiani abbiamo due modi di dedicarci ai giovani, io vorrei sceglierne uno, come salesiano coadiutore che…” E subito, quasi sopra le mie parole, mio padre aggiunse: “Come Don Zatti, l’infermiere della Patagonia!!”. Non c’era più nulla da dire. Artemide era entrato nel suo cuore appianandomi la strada prima delle mie spiegazioni. Zatti li aveva già colpiti e affascinati. Era una grande gioia per loro che il loro figlio pensasse alla vocazione salesiana con lo stile di quell’ “uomo buono”.

Il secondo episodio è accaduto parecchi anni dopo. Mio padre era molto ammalato di Alzheimer, ricoverato in ospedale. Ci permettevano di fargli compagnia tutto il tempo. Una notte è toccato a me passarla con lui ed è stato molto duro. Sembrava che lottasse per respirare ed era molto in difficoltà. Non sapendo cosa fare per assisterlo mi avvicinai al suo fianco e cominciai a parlargli all’orecchio: “Dai papà, lascia stare, non sforzarti così. Hai fatto molto nella vita (bene o male) ed è già sufficiente. Guarda che Don Zatti è qui, prendi la sua mano e lasciati condurre…”. A dir la verità non è che avessi pensato di dire quelle parole, mi parlò semplicemente il cuore. Ricordo che a poco a poco la sua faticosa respirazione si è normalizzata e credo restasse addormentato. In un paio di ore mio padre consegnava l’ultimo sospiro. Sono sicuro che Artemide lo ha preso per mano e con il suo ampio sorriso sotto i baffi ha fatto sentire mio padre “in famiglia”. Quell’ “uomo buono” ne faceva un’altra volta “una delle sue”.

“Tu l’hai fatto un UOMO BUONO…GRAZIE SIGNORE”

Testimonianza di Hugo Vera, Salesiano coadiutore argentino

Valdocco: Concelebrazione Eucaristica per la canonizzazione di Artemide Zatti l’11 ottobre 2022

Martedì 11 ottobre si terrà la Concelebrazione Eucaristica di ringraziamento per la canonizzazione del Salesiano Coadiutore Sant’Artemide Zatti.

La Celebrazione sarà presieduta dal Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime, decimo successore di don Bosco, e si terrà a Valdocco, presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Torino, alle ore 18.00.

È possibile seguire in diretta la celebrazione collegandosi alla pagina Facebook Il Cortile di Valdocco e sul canale Youtube Basilica Maria Ausiliatrice Torino.

Per l’occasione, quel giorno saranno sospese in Basilica le messe delle ore 17.00 e 18.30.

I presbiteri che desiderano concelebrare sono invitati a portare il proprio camice e la stola bianca.

In cammino verso il 9 ottobre: le foto storiche di Artemide Zatti

A pochi giorni dal 9 ottobre, fatidica data in cui Papa Francesco proclamerà santo Artemide Zatti, è stata reso pubblico un ricco bagaglio fotografico del salesiano coadiutore. Di seguito la notizia a cura del sito ANS.

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Mancano appena cinque giorni alla fatidica data del 9 ottobre, il giorno in cui Papa Francesco proclamerà santo il primo salesiano coadiutore non martire nella storia della Congregazione, nella persona del salesiano coadiutore Artemide Zatti. Proseguendo il cammino di preparazione a quest’evento e di scoperta delle risorse disponibili sul sito www.zatti.org, oggi presentiamo il ricco bagaglio fotografico che lo riguarda.

Zatti, in primo piano le sue fotografie

L’Archivio Storico Salesiano dell’IspettoriaBeato Zeffirino Namuncurá” dell’Argentina Sud (ARS), presso la sua sede nella città di Bahía Blanca, nel sud della Provincia di Buenos Aires, conserva la maggior parte delle fotografie originali di Artemide Zatti, molte delle quali sono state catalogate in occasione della sua beatificazione, celebrata nel 2002. L’archivio conserva poi anche lettere, pubblicazioni e altri oggetti della vita quotidiana di Zatti.

La fotografia più antica è quella che ritrae la sua famiglia nel 1899, nella città di Bernal. Mostra Artemide Zatti, all’epoca 19enne, con i suoi genitori e i suoi sette fratelli. L’ultima fotografia, invece, è in forma di ritratto, ed è del 1948, di tre anni precedente alla sua morte.

Una selezione di queste fotografie è disponibile sul sito web dedicato alla canonizzazione di Artemide Zatti: https://zatti.org/media.

È un altro modo per conoscere meglio questo nuovo santo.

Per saperne di più sul lavoro dell’Archivio Storico Salesiano dell’Ispettoria ARS, è possibile visitare anche la pagina web dedicata.

RMG – Pubblicati i testi liturgici per la Memoria di Sant’Artemide Zatti

In vista della canonizzazione di Artemide Zatti del 9 ottobre, sono pubblici i testi liturgici per la celebrazione.

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Dall’articolo pubblicato su ANS:

Vengono pubblicati i testi liturgici (orazionale – lezionario – preghiera universale) per la celebrazione della Memoria di Sant’Artemide Zatti, da utilizzare sia nel giorno liturgico dedicato, il 13 novembre, sia in occasione delle celebrazioni programmate in ringraziamento dopo la canonizzazione, che avrà luogo domenica 9 ottobre a Roma.

Nel Martirologio Romano si legge del beato Artemide Zatti:

“religioso della Società di San Francesco di Sales, che rifulse per lo zelo missionario e, partito per le impervie regioni della Patagonia, per tutta la vita si dedicò nell’ospedale di quella città (Viedma, in Argentina, ove è sepolto) con somma generosità, in tutta pazienza e umiltà, alle necessità dei bisognosi”.

È il primo Salesiano Coadiutore ad essere canonizzato.

Artemide (Boretto, Reggio Emilia, 12 ottobre 1880 – Viedma, Argentina, 15 marzo 1951) con la famiglia, agli inizi del 1897, emigrò in Argentina per stabilirsi a Bahia Blanca, dove frequentò la parrocchia guidata dai Salesiani. A vent’anni fu accolto da Mons. Giovanni Cagliero come aspirante salesiano ed entrò nella casa di Bernal, dove gli fu affidato l’incarico di assistere un giovane sacerdote malato di tubercolosi, contraendo egli pure la malattia. Inviato per curarsi nell’ospedale di San José a Viedma, incontrò padre Evasio Garrone. Insieme a lui, chiese e ottenne da Maria Ausiliatrice la grazia della guarigione, con la promessa di dedicare tutta la vita alla cura degli ammalati. Nel 1908 emise la professione perpetua come salesiano coadiutore. Cominciò ad occuparsi della farmacia annessa all’ospedale e in seguito assunse la responsabilità dell’ospedale. Come “buon samaritano”, visse una dedizione assoluta agli ammalati, riconoscendo in essi il volto di Cristo. Alla scuola di Don Bosco fece della Provvidenza la prima e sicura entrata del bilancio delle sue opere. San Giovanni Paolo II lo ha proclamato beato il 14 aprile 2002 e Papa Francesco lo ha iscritto nell’albo dei santi il 9 ottobre 2022.

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