Articoli

Valsalice: i ragazzi de “Il Salice” intervistano il Direttore in occasione della Festa di don Bosco

Notizia a cura di Tommaso D’Onofrio e Pietro Montariolo per “Il Salice”.

***

Mercoledì 31 gennaio si è tenuta la Festa di San Giovanni Bosco. Per l’occasione, abbiamo intervistato il direttore di Valsalice, don Alessandro Borsello, al quale abbiamo chiesto qualche approfondimento sulla festa, su don Bosco e sul mondo salesiano.

Cosa significa questo giorno per i Salesiani?

La festa del 31 è un modo per rendere evidente un evento molto particolare per i salesiani. Fare festa è un’occasione di confronto anche con altre esperienze: per il triennio quest’anno è venuto il Sindaco mentre il biennio è andato al San Giovannino. Tutto questo ci porta a dire che fare festa per noi significa che la scuola non è solo avere lezioni in cattedra ma anche incontrare diversi punti di crescita, stravolgendo ogni tanto la dinamica delle lezioni. Infatti, anche quando c’è una festa si apprende con la Messa, con il confronto e, nel caso di quest’anno, con il sindaco Lorusso. Dunque divertirsi insieme fa capire l’idea di festa e di don Bosco che difatti la considerava molto importante per trasmettere l’educazione ai giovani.

Quale aspetto o episodio della vita di don Bosco usa come ispirazione nella vita di tutti i giorni?

Ciò che più mi colpisce di don Bosco è il suo carattere molto forte sin da quando era un ragazzo. Infatti, si è lanciato in molte imprese non ordinarie e ha dato vita ad una congregazione che ancora oggi è conosciuta in tutto il mondo. Inizialmente un carattere come il suo può spaventare poiché ha una personalità unica e inimitabile e ci si può chiedere: chi di noi è come lui? Invece, ciò che colpisce in positivo è che lui nel tempo si è circondato di giovani ragazzi aiutandoli tutti; ad esempio don Rua e don Barberis, giusto per citarne alcuni. Però quest’ultimi non erano la fotocopia di don Bosco ed erano molto diversi tra di loro. Difatti, vivere come un salesiano non significa essere identici a don Bosco, ma significa proseguire il suo grande progetto con il proprio carattere. Quindi questo suo progetto si può vedere in tutti i salesiani anche se ognuno lo rende in maniera diversa seguendo la propria storia.

Sulle copertine dei diari dei quasi 1000 studenti di Valsalice è impressa questa frase di don Bosco: “Che sia scuola ma anche Casa, Casa che accoglie”. Un suo commento rispetto a questa affermazione. 

Don Bosco non ha mai sperimentato veramente il significato della parola Casa nel senso di focolare domestico; mi riferisco al fatto che lui si è spostato per tutta la vita: prima a Castelnuovo orfano di padre, poi per gli studi a Chieri e poi ancora a Torino e in tutta l’area della provincia. Ed è forse stata questa mancanza di Casa a far maturare in lui l’idea senza precedenti, non solo di dare una Casa a centinaia di ragazzi che non l’avevano ma di pensare a questa Casa come quel contesto in cui ti trovi bene, in cui riesci a portare avanti i tuoi doveri, a perseguire i tuoi obiettivi e a crescere personalmente. Quindi a trovare il meglio di te da condividere con gli altri; tutto ciò in un ambiente in cui senti di essere accolto e amato. Ogni presenza salesiana, non è solo scuola, ma è Casa perché cerca di creare un ambiente, a partire dal semplice cortile per esempio, fatto di relazioni, non sempre facili da instaurare, che ti mettono nelle condizioni di crescere come persona ma anche spiritualmente. Ecco, questa è la Casa di don Bosco.

Cosa pensa della  famosa citazione attribuita a Domenico Savio “La Santità consiste nello stare sempre allegri”?

Don Bosco parlava tanto di Santità, quella Santità che lo stesso Papà Francesco definisce “La Santità della porta accanto” cioè quel modo ordinario di vivere in pienezza la propria vita: nelle relazioni, nel proprio impegno e nella fede cristiana con un orizzonte chiaro che è quello dell’Eternità. Don Bosco diceva proprio “Vi voglio felici nel tempo e nell’Eternità”. Sono sincero, oggi quei concetti di Eternità, di felicità terrena ma soprattutto perpetua e del “vivere in pienezza la propria vita”, non sono sempre così chiari a noi. Oggi inevitabilmente si tende a scambiare questa idea “della pienezza della vita” e della “ricerca della felicità”, come un’esigenza di perseguire la propria autorealizzazione. Ecco, io ritengo che invece don Bosco in un modo unico avesse conciliato un concetto così distante da una qualsiasi persona comune, come lo è la santità, con qualcosa di quotidiano: essere felici. Ma di quella felicità che deriva dal “fare bene” nella propria vita. Per capirci, quello che don Bosco intendeva come essere “buoni cristiani ed onesti cittadini”, ma soprattutto essere felici di quella allegria che non è unilaterale, ma è da donare, accrescere e condividere con il prossimo. Questa è una grande sfida, direi culturale. La nostra società fa difficoltà a comprendere questi concetti, come è evidente dall’accezione spesso negativa che si associa all’idea di “eterno”. Ma ripeto, questa è una sfida che per noi educatori è da affrontare ogni giorno.

Quest’anno è il secondo centenario dopo che il piccolo Giovannino fece il suo celebre “sogno dei nove anni”. Cosa possiamo trarre da questo episodio per la nostra vita di tutti i giorni?

Senza dubbio nell’esperienza di don Bosco, del suo sogno e di come ha saputo realizzarlo, da una parte c’è la tenacia di un ragazzo, poi giovane e poi uomo, di non lasciarsi sopraffare dalle fatiche ma di sapere guardare più in là, prendendo forse anche quelle difficoltà che aveva, come occasione di crescita; lui, per esempio orfano di padre, e poi diventato per antonomasia Padre dei giovani. D’altra parte dobbiamo tornare all’aspetto religioso e spirituale del Santo, che ha sempre saputo intuire che quello che faceva,  che quella “goccia di infinito” che stava creando, non era forse frutto solamente di un suo sogno ma del sogno di Qualcun altro. Ecco, il sogno di Dio è più grande delle mie idee e delle mie aspettative, e questo mi permette di avere una speranza che non viene messa in discussione da nessuna fatica o da nessuna difficoltà. Il sogno di don Bosco è la perfetta unione tra la forza umana e la speranza, che diventa fede in un Dio che crede in noi più di quanto facciamo noi; e quindi mette nel nostro cuore dei sogni perfino più grandi delle nostre aspirazioni.

Bra: il benvenuto a don Riccardo Frigerio, nuovo direttore dei Salesiani

Il 29 agosto 2022 è avvenuto l’insediamento del nuovo direttore dei Salesiani di Bra, Don Riccardo Frigerio. Novità anche al Cnos-Fap con Valter Manzone, che lascia l’incarico dopo sette anni di lavoro. Di seguito la notizia riportata dal sito targatocn.

***

Grandi manovre ai Salesiani di Bra. Don Riccardo Frigerio è il nuovo direttore dell’Opera di viale Rimembranze, proveniente da San Benigno Canavese. Ha preso il testimone da don Alessandro Borsello, partito alla volta di Valsalice.

L’insediamento ufficiale è avvenuto lunedì 29 agosto durante una semplice, ma sentita cerimonia religiosa, presieduta da don Leonardo Mancini.

L’Ispettore della Circoscrizione Speciale del Piemonte e della Valle d’Aosta ha commentato la bolla di nomina, spiegando che il direttore:

“Rappresenta Cristo e unisce i suoi nel servizio del Padre, crea comunione tra i confratelli per una missione particolare, che è quella di vivere il Vangelo come lo ha vissuto don Bosco”.

Aggiungendo:

“Il primo compito del direttore è animare la comunità dei religiosi, perché viva nella fedeltà alle costituzioni e cresca nell’unità”. In pratica, “Deve fare di un gruppo di persone consacrate il Corpo di Cristo, esperienza di Chiesa. Questa è la prima testimonianza da dare alla gente”. E ha concluso: “Il cuore del direttore salesiano è chiamato ad allargarsi ai giovani e alla comunità educativo pastorale, perché si possa lavorare insieme, fedeli a don Bosco, come unico Corpo di Cristo”.

Quindi l’affidamento all’intercessione di Maria Ausiliatrice e dei Santi per arrivare al momento dell’assunzione dell’incarico vero e proprio da parte di don Riccardo, sottoscritto in calce al documento ufficiale e preceduto dalla preghiera con la mano ferma sulla Sacra Scrittura, fino all’abbraccio con l’Ispettore, suggellato dall’applauso dell’assemblea.

Per don Riccardo Frigerio il primo giorno da braidese è stato un po’ come il primo giorno di scuola:

“È tutto da scoprire, anche se in questi primi momenti ho visto una comunità molto accogliente, un ambiente aperto e tante possibilità di fare del bene”. Per lui idee chiare e un obiettivo su tutti: “Essere una figura paterna, di ascolto e di aiuto”.

Presente all’appuntamento la famiglia salesiana braidese al gran completo, oltre al sindaco di Bra, Gianni Fogliato, all’assessore Luciano Messa ed a tanti fedeli che hanno espresso il saluto di benvenuto, unendosi alla preghiera nella cappella dell’Istituto San Domenico Savio. Tra i banchi anche don Luigi Compagnoni, già direttore della Casa braidese alla fine degli anni Novanta in cui era ancora operativo l’ITI. Per lui un gradito ritorno.

Novità anche al Cnos-Fap con Valter Manzone, che lascia l’incarico dopo sette anni di onorato lavoro, passati anche attraverso la pandemia.

“Se chiudo gli occhi, il primo ricordo che mi viene in mente della mia esperienza salesiana è stato il mio incontro, al momento della mia iscrizione come allievo in questa scuola, con un salesiano che ho portato sempre nel cuore, don Giovanni Battista Colombo, perché mi ha accolto con una cordialità, con una capacità di empatia, con un modo così gioviale che mi ha fatto innamorare di questo ambiente, testimone il fatto che per 43 anni non l’ho più lasciato assolutamente”.

Aggiungendo:

“Nella lunga e bellissima esperienza ho tantissimi ricordi molto importanti, ho più di 3mila ex-allievi e ognuno, con la sua storia, ha costruito un pezzo della mia storia. Ovviamente, non tutti hanno avuto con me relazioni fantastiche, alle volte con qualcuno c’è stato qualche scontro, è il gioco della vita. Tuttavia, merita continuare ad investire le proprie risorse per questo tipo di lavoro, perché penso sia il lavoro più bello del mondo, quello di formare delle persone, aiutarle a crescere, a creare relazioni ed a crearsi un futuro”.

Il testimone della direzione è passato a Davide Busato, classe 1973, ex-allievo salesiano, già collaboratore di Manzone e coordinatore dell’Istituto. Per lui grande emozione ed entusiasmo:

“Vivo questo momento come un onore. Si tratta di un cambio all’insegna della continuità. Dopo tanti anni affiancato a Valter, porteremo avanti dei progetti che nascono in anni passati. Lo spirito è quello che viene di un lavoro che uno fa e ha piacere di fare per altri, nel senso del servizio verso la comunità ed i ragazzi più giovani”.

A tutti i migliori auguri di buon lavoro, uniti alla preghiera dell’intera comunità braidese, affinché siano sempre testimonianza viva dello spirito di don Bosco e nella passione educativa per tutti i giovani.

Salesiani di Bra: il saluto del direttore uscente don Alessandro Borsello – lavocediAlba.it

Il saluto di don Alessandro Borsello come direttore uscente della casa salesiana di Bra. Di seguito la notizia riportata su lavocediAlba.it nella giornata di ieri, 13 luglio.

***

Salesiani di Bra: il saluto del direttore uscente don Alessandro Borsello: “Ho trovato una comunità accogliente”

Dopo tre anni il religioso lascia l’incarico per spostarsi a Valsalice. “Il bilancio è assolutamente positivo: sono stati tre anni belli segnati purtroppo dall’arrivo del Covid”

Il prossimo settembre, Don Alessandro Borsello, dopo tre anni da direttore, lascerà i salesiani di Bra. Lo abbiamo contattato per parlare del suo operato e di cosa lo attende in futuro.

Il bilancio è assolutamente positivo: sono stati tre anni belli segnati purtroppo dall’arrivo del Covid, che ha portato alla sospensione delle attività da marzo a maggio 2020. Ho trovato una comunità accogliente in cui mi sono trovato bene“.

Proprio la pandemia è stata la sfida più grande con cui i Salesiani, in questo periodo, si sono trovati a fare i conti, facendosi trovare però sempre pronti.

Dal punto di vista scolastico, fin da marzo abbiamo iniziato le videolezioni con gli studenti delle Medie, mantenendo intatti i tratti caratteristici del nostro istituto. Ci salutavamo sempre con il buongiorno, proponevamo giochi, abbiamo festeggiato comunque Pasquetta. Anche al Cfp, gli studenti hanno continuato a svolgere i laboratori, seppur da casa propria. Stesso discorso per quanto riguarda la celebrazione delle Messe: abbiamo deciso di ripartire appena è stato possibile, e, per far fronte alla necessità di stare distanziati, abbiamo deciso di spostarci all’aperto. Ricordo ancora la prima volta dopo il lockdown: era il 24 maggio, festa di Maria Ausiliatrice, quando sono venuti tantissimi volontari ad aiutare con l’allestimento“.

Don Alessandro era tornato ai Salesiani di Bra nel 2019, dove aveva già svolto una prima esperienza in precedenza. Quello che è cambiato è stato in particolare il suo ruolo:

Sono passato da essere catechista della scuola Media a direttore dell’opera, che mi ha dato maggiori responsabilità e uno sguardo di sintesi che prima non potevo avere. Così, mi sono accorto che la comunità salesiana gode di grande stima tra i braidesi, che rimane immutata e indipendente dalle persone che di volta in volta ne fanno parte. Questo comporta dunque un impegno nel coordinamento progettuale, una cosa bella su cui abbiamo lavorato in questi anni”.

Il suo nuovo incarico sarà dunque direttore dell’opera di Valsalice, in una comunità diversa da quella braidese, in quanto prevalentemente scolastica, comprendendo un liceo (classico, scientifico e delle scienze applicate) e una scuola Media.

Festa finale della scuola media di Bra

Dopo il lungo periodo Covid che impediva assembramenti di ogni tipo, si è potuto riprendere la bella tradizione della festa finale della scuola media a Bra il 15 giugno 2022, nell’ampio cortile dell’istituto salesiano.

Di seguito l’articolo completo pubblicato sul giornale locale “Bra Oggi”:

Finalmente, dopo il lungo periodo Covid che impediva assembramenti di ogni tipo, si è potuto riprendere la bella tradizione della festa finale della scuola media. Nell’ampio cortile dell’istituto salesiano, fin dal primo pomeriggio di domenica 5 giugno iniziavano ad arrivare i volontari, allievi, insegnanti e genitori, per disporre sedie e attrezzature in vista della grande festa che sarebbe iniziata alle ore 18.

Tre sono stati i momenti salienti: la Messa, il concerto e la cena. Il direttore dell’istituto don Alessandro Borsello ha presieduto l’Eucaristia, solennizzata dal coro degli allievi e dai chierichetti. Al termine della celebrazione, i 32 componenti dell’Orchestra scolastica, diretta dal prof. Bruno Raspini, coadiuvato da vari docenti di strumenti, si sono esibiti con impegno e non poca emozione con due brani molto coinvolgenti e altri due per gruppi ristretti.

I momenti musicali, con le immancabili repliche, sono stati intervallati dalla premi- azione dei tornei scolastici, dal saluto del preside, del presidente del Consiglio di istituto e soprattutto degli alunni e dei genitori di terze media, che hanno ringraziato i singoli docenti con un pensiero appropriato e un piccolo omaggio. Anche i partecipanti alle varie attività opzionali, proposte dalla scuola durante tutto l’anno, hanno avuto la loro meritata visibilità. Molto apprezzati i disegni degli allievi esposti lungo tutta la parete dell’edificio: un bel colpo d’occhio.

Alle 20 tutti all’opera per predisporre i tavoli e il servizio mensa: 210 i presenti. Tra conversazioni, risate elotteria di beneficenza le ore 11 sono arrivate in fretta. Ancora una mano da parte di tutti e tavoli, sedie, stoviglie spariscono dal cortile e tutto è lasciato perfettamente in ordine. Al rientro a casa in molti hanno espresso la loro soddisfazione per la bella serata ricca di tanti momenti di famiglia vissuti insieme: un bell’auspicio per il prossimo anno!

Istituto San Domenico Savio: festa finale alla scuola media

Domenica 5 giugno si è svolta la festa finale della scuola media presso l’Istituto Salesiano San Domenico Savio, una serata ricca di momenti di famiglia vissuti insieme che ha visto anche il concerto dell’Orchestra scolastica e la premiazione dei tornei scolastici. Di seguito la notizia riportata dal sito dei Salesiani di Bra.

***

Finalmente, dopo il lungo periodo Covid che impediva assembramenti di ogni tipo, si è potuto riprendere la bella tradizione della festa finale della scuola media. Nell’ampio cortile dell’istituto salesiano, fin dal primo pomeriggio di domenica 5 giugno iniziavano ad arrivare i volontari, allievi, insegnanti e genitori, per disporre sedie e attrezzature in vista della grande festa che sarebbe iniziata alle ore 18.00.

Tre sono stati i momenti salienti: la Messa, il concerto e la cena. Il direttore dell’istituto don Alessandro Borsello ha presieduto l’Eucaristia, solennizzata dal coro degli allievi e dai chierichetti. Al termine della celebrazione, i 32 componenti dell’Orchestra scolastica, diretta dal prof.Bruno Raspini, coadiuvato da vari docenti di strumenti, si sono esibiti con impegno e non poca emozione con due brani molto coinvolgenti e altri due per gruppi ristretti. I momenti musicali, con le immancabili repliche, sono stati intervallati dalla premiazione dei tornei scolastici, dal saluto del preside, del presidente del Consiglio di istituto e soprattutto degli alunni e dei genitori di terza media, che hanno ringraziato i singoli docenti con un pensiero appropriato e un piccolo omaggio. Anche i partecipanti alle varie attività opzionali, proposte dalla scuola durante tutto l’anno, hanno avuto la loro meritata visibilità. Molto apprezzati i disegni degli allievi esposti lungo tutta la parete dell’edificio: un bel colpo d’occhio.

Alle 20.00 tutti all’opera per predisporre i tavoli e il servizio mensa: 210 i presenti. Tra conversazioni, risate e lotteria di beneficenza le ore 23.00 sono arrivate in fretta. Ancora una mano da parte di tutti e tavoli, sedie, stoviglie spariscono dal cortile e tutto è lasciato perfettamente in ordine. Al rientro a casa in molti hanno espresso la loro soddisfazione per la bella serata ricca di tanti momenti di famiglia vissuti insieme: un bell’auspicio per il prossimo anno!

CFP Bra: esposizione capolavori, la premiazione

Venerdì 6 maggio al polifunzionale Arpino si è tenuta la cerimonia di premiazione della manifestazione «Esposizione dei capolavori» in ambito meccanica industriale, fra i partecipanti anche allievi del CFP di Bra. Di seguito la notizia pubblicata dal sito del CFP di Bra.

***

Esposizione dei capolavori, ultimo atto: la premiazione.

C’era davvero aria di festa al polifunzionale Arpino di largo della Resistenza, venerdì 6 maggio – festa di san Domenico Savio – mentre si aspettava la cerimonia di premiazione della manifestazione «Esposizione dei capolavori» in ambito meccanica industriale.

Sul palco fremeva il lavoro di preparazione dell’evento, mentre la platea andava via via riempiendosi: i 20 candidati, i loro formatori, gli allievi dei settori meccanica industriale, automotive e termoidraulica del Cfp braidese, con i rispettivi docenti e le varie personalità: i rappresentanti delle aziende multinazionali, sponsor del concorso, il titolare dell’azienda madrina Omler2000, rappresentanti dell’amministrazione comunale, della Provincia di Cuneo, di Confindustria, di Confartigianto e della Randstad.

Insieme al direttore nazionale della Formazione professionale don Fabrizio Bonalume, quello regionale don Alberto Martelli e il direttore dell’opera braidese don Alessandro Borsello, il segretario nazionale della meccanica industriale Maurizio Todeschini e il coordinatore locale Dario Ruberi.

Presentata da Franco Burdese e dallo scrivente, la mattinata è stata ricca di messaggio rivolti ai giovani da parte di tutti gli intervenuti, gustosa nel racconto della settimana del concorso – spettacolarmente documentata dal reporter Davide – ed emozionante nel momento della premiazione. Sul palco, dopo non poca suspence, sono saliti i seguenti candidati:

  • Davide De Paolis di Roma Borgo (1^ classificato)
  • Isaia Rizzetto di Verona (2^ classificato)
  • Davide Zucchetti di Arese (3^ classificato)
  • Gioele Sacconi di Bra ha vinto il premio al miglior tecnologo, con targa alla memoria di don Livio Greppi, salesiano braidese recentemente scomparso
  • Tommaso Gialbiati di Sesto San Giovanni ha vinto il premio al miglior disegnatore (targa in memoria di Riccardo Mano, sdb e insegnante di disegno per decenni)
  • Sara Fumagalli di Bergamo, unica concorrente donna, ha ricevuto un premio per aver saputo mantenere la sua postazione lavorativa molto ordinata e professionale

Tutti i concorrenti hanno avuto una serie di gadget, offerti dagli sponsor e l’opportunità di condividere una settimana in amicizia, dialogo e conoscenza reciproca.

Il buffet, egregiamente preparato dal nostro corso agroalimentare, ha concluso una mattinata davvero di festa e di sana allegria, proprio come indicava san Domenico Savio, quale mezzo per la santità. Al Cfp, presa la valigia per far rientro a casa, i saluti sono stati davvero lunghi e fraterni. Segno del bel clima che i formatori e i giovani avevano saputo creare nella settimana di convivenza, densa di impegni e di fatica.

Rientrato a casa, il segretario nazionale Maurizio Todeschini, ha ringraziato gli organizzatori con questo messaggio:

«L’esposizione nazionale si è appena conclusa e ci tenevo a fare i complimenti a tutti i ragazzi per l’impegno durante 5 giorni molto intensi. Una menzione speciale ai colleghi accompagnatori (direttore nazionale compreso) che si sono totalmente spesi affinchè il tutto riuscisse nel migliore dei modi e che i ragazzi stessero bene. Ed infine, grazie a Dario, al direttore Valter ed a tutta la sede di Bra per l’enorme sforzo organizzativo messo in atto; ci avete fatto sentire a casa!».

Al prossimo concorso…..

 

La Messa per don Bosco ai Salesiani di Bra presieduta da Mons. Gabriele Mana – La Voce di Alba

Presso la chiesa dei Salesiani di Bra, domenica 30 gennaio si è tenuta la S.Messa in onore di San Giovanni Bosco presieduta da Mons. Gabriele Mana. Di seguito l’articolo pubblicato su La Voce di Alba a cura di Silvia Gullino.

***

Monsignor Gabriele Mana: “Come don Bosco, fate tutto per amore, nulla per forza”

“Fate tutto per amore, nulla per forza”. Un messaggio semplice quello di don Bosco, che è stato ripreso da monsignor Gabriele Mana, vescovo emerito di Biella, durante la Messa celebrata nella chiesa dei Salesiani di Bra, alla vigilia del 31 gennaio, memoria liturgica del Santo.

La funzione eucaristica di domenica 30 gennaio, che ha visto la presenza tra i banchi del sindaco di Bra, Gianni Fogliato e dell’assessore Luciano Messa, è stata seguita anche nel cortile del Cnos-Fap, secondo le modalità anti-contagio previste al tempo del Coronavirus.

Una bella occasione di crescita e di gioia per tutti i fedeli che hanno partecipato con devozione al rito e che alla fine ha ricevuto la tradizionale merendina, come era solito fare l’Apostolo dei giovani.

Ma quello che la gente ha portato a casa è stato molto di più:

“Le parole di un vescovo che ha saputo far capire che cosa è stato San Francesco di Sales per la gente di Annecy e cosa è stato don Bosco per chi lo ha incontrato, questa amorevolezza e questo tratto delicato che monsignor Mana ha saputo trasmettere nelle sue parole”.

Lo ha detto il direttore dei Salesiani di Bra, don Alessandro Borsello, sempre sorridente e pieno dello spirito di festa.

“Cari giovani, io con voi mi trovo bene”: è il claim di don Bosco che campeggia nel cortile della famiglia salesiana braidese, testimone della sua missione dal 1959. Da allora, sacerdoti, laici consacrati, educatori, ex allievi e cooperatori sono al servizio di bambini e ragazzi della città, operando con fede e dedizione nell’Istituto San Domenico Savio, che sorge nel quartiere Oltre-ferrovia.

A sostenerli è l’Auxilium Christianorum (l’Aiuto dei Cristiani) che era continuamente invocata da don Bosco. Il grande educatore di Valdocco pose la sua opera di sacerdote e fondatore, sin dall’inizio, sotto la protezione e l’aiuto di Maria Ausiliatrice, alla quale si rivolgeva per ogni necessità, specie quando le cose s’ingarbugliavano.

È il caso di questi anni segnati dall’emergenza sanitaria, che ha imposto limiti e nuove abitudini, ma senza azzerare l’entusiasmo, come spiega ancora don Alessandro:

“Fare festa non è necessariamente fare grandi pranzi, grandi cose, come poteva essere prima del Covid. La presenza di un vescovo è stato un modo semplice per far capire che don Bosco è stato un grande Santo e nello stesso tempo un modo per rendere visibile la comunità, cosa che il Covid aveva reso difficile. E allora, in modo ordinato, però festoso, questa occasione è un modo per rendere visibile la comunità salesiana sul territorio, la comunità della scuola, dell’oratorio e del Centro di Formazione Professionale”.

Insomma, lo stile salesiano supera le barriere del tempo. Anche quelle improvvise, come il Coronavirus.

Ai Salesiani di Bra si prepara festa di don Bosco – Gazzetta d’Alba

Di seguito un resoconto dei festeggiamenti dedicati a Don Bosco nella realtà salesiana di Bra riportato su la Gazzetta d’Alba a cura di Lino Ferrero.

***

Secondo anno di pandemia con la commemorazione di don Bosco in tono più frugale. Anzi, di questi tempi, parlare di festa potrebbe sembrare persino fuori luogo.

«Non abbiamo messo in conto grandi eventi», dice don Alessandro Borsello, direttore dell’opera salesiana.

«Abbiamo però voluto mantenere il termine festa per metter in luce la grandezza dell’opera di don Bosco per i giovani e per la chiesa».

Il calendario degli eventi prevede un primo incontro venerdì 28 gennaio alle 21. Sarà una serata di riflessione e preghiera a partire dalla Strenna 2022, l’augurio spirituale che tutti gli anni il rettor maggiore rivolge alla famiglia salesiana nel mondo, dal tema “Fate tutto con amore, nulla per forza”, un’espressione presa dagli scritti di San Francesco di Sales, patrono della famiglia salesiana e del quale ricorrono quest’anno i 400 anni dalla morte. La serata si terrà in chiesa, ma sarà possibile seguirla in diretta sul canale Youtube delle parrocchie di Bra (canale: Parrocchie UP50).

Domenica 30 gennaio ci sarà la festa di San Giovanni Bosco nella chiesa dell’Istituto Salesiano: le Messe delle 10 e delle 11.15 saranno presiedute da monsignor Gabriele Mana, vescovo emerito di Biella.

Lunedì 31 gennaio, festa liturgica di San Giovanni Bosco, la Messa sarà alle 18 nella chiesa dell’istituto.

Nei gironi precedenti e seguenti con i ragazzi della scuola media e del centro di formazione professionale saranno organizzati per gruppi classe dei momenti di celebrazione, riflessione e di festa per sottolineare l’evento.

Lino Ferrero

Scuola media Salesiani Bra: la visita della città e i ritiri spirituali

Con il rientro a scuola dopo la pausa delle vacanze estive, i ragazzi e le ragazze dell’Istituto Salesiano San Domenico Savio di Bra hanno vissuto due iniziative coinvolgenti: la visita guidata della città di Bra e i ritiri spirituali di inizio anno. Di seguito i due articoli dedicati, a cura di Teresio Fraire.

Gli allievi guidano la visita a Bra

Un’iniziativa mai tentata prima: agli allievi di terza media della scuola salesiana è stata affidata la visita guidata alla nostra città. I destinatari erano gli alunni di prima media. Ogni allievo di terza doveva spiegare ad un compagno di prima monumenti e centri di attrazione percorrendo le strade cittadine.

Gli allievi di terza si erano preparati con accuratezza sotto la guida del loro insegnante di geografia. Utilizzando il materiale fornito dall’Ufficio turistico, è stato individuato il percorso più adatto a raggiungere i monumenti principali: da viale Rimembranze a piazza Roma per proseguire verso la Rocca, sostare nella piazza del Municipio, quindi attraversare via Cavour, raggiungere piazza Roma, la stazione e infine ritornare alla scuola.

Il percorso è stato effettuato in gruppo, ma ogni ragazzo di terza era sempre in coppia con il compagno di prima. Come fa un vera guida turistica descriveva al suo cliente di prima il monumento davanti a cui si faceva una breve sosta. Tra una tappa e l’altra doveva illustrare la storia di Bra e anche della vicina Pollenzo.

L’obiettivo, oltre a quello di conoscere meglio la città, era offrire agli allievi più grandi un’ottima occasione per sviluppare le loro competenze utili nella scuola e nella vita: innanzitutto di comunicazione in lingua madre, ma pure in lingua inglese per alcuni monumenti. L’esperienza è stata positiva con soddisfazione di tutti, sia delle guide che dei clienti. Questi ultimi hanno potuto conoscere più da vicino i compagni più grandi che si mettevano al loro servizio con disponibilità e amicizia.

Quando anche loro frequenteranno la terza, saranno invitati a loro volta a fare da guida ai compagni più piccoli. Ma il momento conclusivo che suggella compiutamente l’esperienza per gli allievi di terza, che vogliono sviluppare anche lo spirito di iniziava, è costituito dalla visita organizzata da loro con altri destinatari, famigliari e conoscenti.

Per questo è stato garantito un giusto e meritato credito scolastico. Ma la soddisfazione maggiore sarà aver avuto il coraggio di cimentarsi in un’esperienza culturale reale gestita completamente da loro.

Scuola media: un’esperienza speciale

Come tradizione agli allievi della scuola media salesiana vengono proposti in alcuni momenti particolari dell’anno i ritiri spirituali. Sono esperienze belle e utili, finalizzate all’assimilazione dei valori importanti della vita. Accanto ai momenti di ascolto, i ragazzi sono chiamati a riflettere individualmente e poi a confrontarsi nei gruppi sulla tematica formativa presentata.

I momenti socializzanti continuano con il gioco e la condivisione del pasto. Il luogo aiuta a raggiungere questi importanti obiettivi.

Le prime hanno vissuto il loro ritiro presso il santuario della Madonna dei Fiori, utilizzando anche gli ampi spazi verdi circostanti.

La seconda e la terza invece hanno utilizzato l’ampia struttura del Centro Mariapoli di Bandito, immerso nella natura. Hanno guidato i ragazzi il direttore don Alessandro Borsello e il docente di religione don Livio Sola coadiuvati da alcuni insegnanti.

Anche in questo modo la scuola salesiana intende operare per una crescita integrale dei ragazzi nell’età delicata della preadolescenza.

Salesiani Bra: tra la festa finale della scuola e le attività estive

Si sono concluse le attività estive dedicate ai ragazzi e alle ragazze presso i Salesiani di Bra: momenti di centro estivo e momenti dedicati all’apprendimento della lingua inglese. Il giornale locale Bra Oggi dedica 2 pagine alle iniziative dei Salesiani di Bra riprendo anche la festa finale della scuola tenutasi nel mese di giugno. Di seguito un estratto e la possibilità di scariche i pdf delle pagine.

***
Domenica 13 giugno si è svolta nel pomeriggio la tradizionale festa finale della scuola media. Verso le ore 16 cominciavano ad arrivare i giovani musicisti per le ultime prove assieme ai genitori volontari che preparavano per la solenne Messa all’aperto e per la lotteria destinata al fondo di solidarietà della scuola. Intanto la prof. di arte Cinzia Longo organizzava una mostra all’aperto con i disegni migliori realizzati quest’anno dagli allievi.

Alle 17.30 è iniziata la celebrazione dell’Eucarestia presieduta dal direttore dell’isti- tuto don Alessandro Borsello e concelebrata dall’anima- tore spirituale della scuola e dell’oratorio don Livio Sola. Complice una bella giornata, le numerose famiglie e gli insegnanti presenti hanno potuto partecipare con raccoglimento e relax all’ombra del palazzo della scuola stessa. Terminata la Messa, sono stati premiati con attestati e medaglie gli allievi che si sono distinti nel campo culturale, linguistico e sportivo. La presidente del Consiglio di istituto ha rivolto il suo ringraziamento per l’anno trascorso, preceduta da due allieve di terza che hanno salutato uno ad uno i loro insegnanti lasciando loro un piccolo pensiero come ricordo.

E’ stato poi il momento tanto atteso dell’esecuzione della nuova orchestra della scuola media, nata dal connubio con la Banda di Bra. Nonostante il pesante periodo del Covid, le lezioni di strumenti non sono mai state interrotte. E il risultato è stata un’esecuzione riuscita di ben 32 allievi con sette strumenti diversi. Il giorno successivo il loro insegnante ha voluto inviare loro un saluto particolare: “Con questa mail sono a ringraziare tutti voi musicisti per il bel lavoro fatto insieme e per la nostra prima esibizione pubblica. La Samba, soprattutto la seconda volta, è stata eseguita eccellentemente e avete dimostrato di saper ben affrontare il pubblico. Sono fiero di voi. Spero di riavervi tutti in orchestra il prossimo anno e di poter provare con regolarità così da fare un concerto tutto nostro! Nell’augurarvi buona estate vi ricordo che un musicista non va mai in vacanza, quindi non dimenticatevi lo strumento e continuate ad allenarvi! Buona estate.

Bruno Raspini.

La lotteria di beneficenza ha concluso questa festa, che si è svolta nella semplicità dello spirito di famiglia, che ha la- sciato tutti soddisfatti.