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Progetto UsAid: tablet e pc contro le disuguaglianze scolastiche

Pubblichiamo il comunicato stampa di Vis, Salesiani per il Sociale APS e Cnos Fap sulla prima distribuzione di tablet al CFP del Pio XI di Roma, nell’ambito del progetto UsAid.

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Problemi di connettività (44,7%), di mancanza di strumenti (42%) e limitata capacità di utilizzo del software necessario (25,9%) sono tra le cause che, secondo una recente ricerca, hanno aumentato le disuguaglianze tra gli studenti durante la didattica a distanza.
C’è una categoria di alunni per cui la dad rappresenta una sfida doppia: sono gli oltre 512mila studenti degli istituti di formazione professionale presenti in Italia. Per loro fare dad significa non solo seguire le materie teoriche tramite un pc o tablet a disposizione, ma anche cercare di esercitarsi nelle attività di laboratorio.

Per questo motivo con il supporto degli USA e in partnership con Salesian Missions, il progetto “La risposta del VIS, Salesiani per il sociale Aps e CNOS-FAP all’emergenza COVID-19 in Italia – Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to COVID-19” prevede la distribuzione in 16 Regioni italiane di 470 dispositivi tra tablet per studenti vulnerabili, di cui 350 andranno ai centri di formazione professionale.

Tra gli studenti che beneficeranno subito di questa iniziativa, anche le ragazze che studiano al primo anno per diventare estetiste al Centro di formazione professionale salesiano Pio XI di Roma, parte di quegli oltre 35mila giovani che studiano nei centri di formazione professionale in Lazio. Oggi hanno ricevuto un tablet per poter seguire fin da subito le materie teoriche a distanza e per prepararsi a usarlo anche per i laboratori di onicotecnica, trucco e massaggi. Le materie pratiche, infatti, sono al momento le uniche ancora possibili in presenza, ma potrebbero in caso di nuove restrizioni essere svolte in dad, come è avvenuto nella scorsa primavera.

Il progetto “La risposta del VIS, Salesiani per il sociale Aps e CNOS-FAP all’emergenza COVID-19 in Italia – Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to COVID-19” finanziato da USAID (agenzia governativa di sviluppo che opera in oltre 100 Paesi del mondo) punta a mitigare le conseguenze educative, sociali ed economiche della pandemia e coinvolgerà più di 24.000 destinatari totali tra studenti, insegnanti, famiglie, migranti e rifugiati in 16 Regioni italiane per tutta la durata del progetto, 15 mesi.
Nella seconda fase del progetto, saranno sperimentate in alcune scuole nuove modalità di insegnamento per le materie laboratoriali attraverso l’utilizzo della realtà virtuale.
Ad oggi, gli Stati Uniti hanno impegnato 60 milioni di dollari in assistenza all’Italia, attraverso l’esercito statunitense e USAID, per sostenere la risposta italiana alla pandemia e costruire la resilienza per il futuro

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Il progetto è realizzato da:
VIS Volontariato Internazionale per lo Sviluppo, Ong salesiana che si occupa di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale in Italia e in 40 Paesi del mondo e promuove attività di sensibilizzazione, educazione e formazione alla cittadinanza globale.
Salesian Missions, organizzazione non profit statunitense che supporta progetti di aiuto in tutto il mondo a favore di giovani in condizione di povertà, emarginazione e sfruttamento.
CNOS-FAP Centro Nazionale Opere Salesiane – Formazione e Aggiornamento Professionale, ente che coordina 60 centri salesiani d’Italia che promuovono un servizio pubblico nel campo dell’orientamento, della formazione e dell’aggiornamento professionale con lo stile educativo di Don Bosco.
Salesiani per il Sociale Aps, organizzazione non profit costituita nel 1993 dai Salesiani d’Italia come strumento civilistico a sostegno della dimensione pastorale del disagio e della povertà educativa. Opera in tutto il territorio nazionale con case famiglia, comunità di accoglienza, centri diurni e altri servizi, ispirandosi al metodo educativo di Don Bosco.

Lettera Ispettoriale ai Direttori, confratelli e laici – 13 novembre 2020

Si riporta di seguito la lettera ispettoriale a cura dell’Ispettore don Leonardo Mancini rivolta ai Direttori della Case Salesiani ICP, ai confratelli e ai laici in ruoli di responsabilità.

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Carissimi, un saluto cordiale e fraterno a tutti voi.
Vi scrivo nella memoria liturgica del Beato Artemide Zatti, che ha speso la sua vita a vantaggio di tanti “Gesù” quanti erano i pazienti che si presentavano nel suo ospedale. Mi sembra importante e significativo oggi affidare alla sua intercessione i ragazzi, le famiglie, i laici corresponsabili, i membri della Famiglia salesiana e naturalmente le nostre comunità.
Colgo questa occasione per comunicare la situazione della salute fisica in Ispettoria rispetto al covid. Al momento, e per quanto mi consta (ma la situazione è in costante aggiornamento), abbiamo quattro confratelli ricoverati in ospedale: Don Pier Mainetti, che grazie a Dio si trova sulla via della guarigione; Don Vincenzo Marrone della comunità del San Paolo; Don Fra comunità di Casale; don Italo Spagnolo della comunità di San Giovanni Evangelista. In diverse comunità abbiamo diversi confratelli positivi al virus (o con sintomi, ma in attesa di tampone; o in attesa del risultato del tampone) e ciò impone delle restrizioni conseguenti più o meno grandi dell’attività pastorale: attualmente questo capita ad Alessandria, Casale, Colle Don Bosco Istituto, San Paolo, Valsalice, San Giovanni Evangelista. In altre comunità esistono casi singoli di confratelli con tampone positivo ma è stata già completata la quarantena, oppure la situazione è stata individuata rapidamente e gli altri confratelli hanno già verificato la loro condizione facendo a loro volta il tampone.
Ci sono anche alcuni ragazzi delle nostre comunità per minori che sono risultati positivi: a Casale, al San Luigi, al San Paolo. Le singole situazioni non destano preoccupazioni per la salute, ma impongono spesso la quarantena ai loro compagni ed agli educatori. Ci sono poi i tanti ragazzi del mondo della scuola, della formazione professionale, degli oratori (CAM, doposcuola, ecc.) che di volta in volta veniamo a sapere essere risultati positivi; anche tali situazioni producono abitualmente come effetto la quarantena dei compagni di classe, di corso, di doposcuola.
Tutto questo lo stiamo sperimentando quotidianamente, come lo sperimentano giovani, famiglie, anziani. E tutto questo produce un superlavoro negli ospedali.
Pur sapendo che spesso il virus si contrae anche quando si sono messe in atto tutte le precauzioni possibili, non credo inutile rinnovare l’invito alla prudenza e all’utilizzo di tutti quei dispositivi che perlomeno diminuiscono le possibilità di contagio: mascherina, lavaggio mani con gel igienizzante o sapone, distanziamenti in refettorio, in chiesa, nelle sale di incontro, ecc.
Rinnovo altresì l’invito a seguire le indicazioni dei DPCM; potremmo anche non essere personalmente d’accordo con alcune decisioni del governo centrale o regionale, ma questo non ci esime dall’impegno ad essere “buoni cittadini” anche in questi frangenti.
Insieme alle misure sanitarie c’è un’altra “misura”, fondamentale in ogni fase e situazione dell’esistenza: la “misura alta” della vita cristiana ordinaria (NMI 31), cioè l’impegno di coltivare in modo ancora più intenso la fede, la speranza e la carità; il rapporto con Dio a livello personale e comunitario. Questa misura non è un antidoto al coronavirus; ma è un antidoto a virus peggiori; quei virus dell’anima che si chiamano scoraggiamento, perdita della speranza, fiducia solo nelle forze umane o nelle proprie forze. In questo momento come consacrati abbiamo ancora più
responsabilità nella società e nella Chiesa: molti guardano a noi, al modo in cui ci comportiamo e in cui ci poniamo di fronte all’epidemia. A questo proposito ringrazio tutte quelle comunità (e sono tante) che stanno mettendo in atto iniziative (via web, o iniziative di prossimità in genere) per stare vicine ai propri destinatari: giovani, famiglie, parrocchiani, colleghi di lavoro. È un servizio di grande valore. Credo che questo sia un momento storico nel quale si mette particolarmente alla prova la nostra capacità profetica di vivere il Vangelo in pienezza, di proclamare una parola di speranza, di farci spiritualmente prossimi, visto che fisicamente non è possibile.
Tenendo conto dell’invito rivolto dall’arcivescovo di Torino a pregare il rosario comunitario il sabato sera (tale invito da sabato scorso già coinvolge tante comunità), desidero proporre che questa iniziativa possa essere allargata a tutte le comunità dell’ispettoria. Se non fosse possibile unirsi al rosario del sabato sera, si può naturalmente pregare il rosario anche in altro momento, ma in modo comunitario. Conosciamo la particolare efficacia della preghiera comune: Dove due o tre sono riuniti nel mio nome… L’intenzione della preghiera è naturalmente rivolta alla salute fisica e spirituale di tutti (giovani, adulti, anziani; destinatari, confratelli, laici corresponsabili; medici e personale infermieristico…), in particolare di quanti sono colpiti più o meno direttamente dal virus o da problemi di salute; a questo proposito desidero affidare alla nostra preghiera anche la signora Sofia, mamma di Don Marek Chrzan, direttore della comunità della Crocetta, che qualche giorno fa ha subito un aggravamento della salute.
Desidero comunicarvi infine tre notizie che ci rallegrano e che ci impegnano a donare preghiera
Il 1° ottobre il Sig. Piero Ramello è partito dall’Agnelli per le missioni del Pakistan: ci siamo incontrati qualche giorno prima della partenza e gli ho assicurato che come ispettoria lo avremmo accompagnato con la preghiera in questa nuova avventura in cui lo Spirito ha voluto coinvolgerlo.
Il 22 novembre alle 10.00 a.m. ora italiana (ore 11.00 in Palestina) Matteo Vignola celebrerà la Professione Perpetua nella chiesa dei salesiani a Betlemme. Certamente lo accompagniamo con particolare affetto e con la nostra preghiera. Si potrà seguire la celebrazione in diretta streaming con il link che verrà inviato.
Il 28 novembre infine verrà ordinato sacerdote Don Alexander Christopher Anthony,
indiano appartenente all’ispettoria di Chennai, che ha svolto nell’ICP il tirocinio e gli studi di teologia, ed è ritornato quest’estate all’ispettoria di appartenenza. Verrà ordinato nella basilica di San Tommaso a Chennai alle 6.30 a.m. ora italiana, da Mons. Anthonysamy Neethinathan, Vescovo di Chingleput. Anche in questo caso avremo a breve a disposizione il link per chi volesse e potesse seguire la celebrazione a distanza.
Al momento questo è quanto desideravo comunicarvi. Il Signore vi e ci benedica, l’Ausiliatrice sia per tutti Madre, Maestra e Guida, Don Bosco sia sempre modello di passione educativa e pastorale, il Beato Artemide Zatti interceda anche lui per tutti noi
Con grande affetto in Don Bosco

Casa don Bosco resta aperta on line come museo virtuale

Pubblichiamo l’articolo di Marina Lomunno, uscito su Avvenire, sull’apertura online del museo Casa Don Bosco di Valdocco, inaugurato il 14 ottobre ma momentaneamente chiuso al pubblico per l’emergenza sanitaria.

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«Benvenuti a Valdocco, culla del carisma salesiano. Qui don Bosco e sua mamma Margherita hanno accolto i primi ragazzi di strada, i primi orfani. Qui siamo nati noi, salesiani di don Bosco. Sono sicuro che questa casa ti racconterà il grande dono che è don Bosco per i giovani e per la famiglia salesiana di tutto il mondo».

Sono le parole di don Ángel Fernández Artime, rettor maggiore e decimo successore del santo dei giovani che accolgono i visitatori del nuovo Museo aperto al pubblico nella Casa Madre dei salesiani, con accesso dal cortile interno della Basilica di Maria Ausiliatrice, lo scorso 4 ottobre ma momentaneamente chiuso a causa dell’emergenza Covid.

A tagliare il nastro con le autorità (lo spazio espositivo ha il patrocinio della Regione Piemonte e della città di Torino) è stato il rettor maggiore stesso che ha sottolineato come già il nome dato al Museo “Casa don Bosco” indichi lo spirito con cui si è pensato. E cioè, in 4mila metri quadrati, tre piani e 27 spazi espositivi, si vuole condurre il visitatore dai luoghi della prima comunità dell’oratorio inventato da don Bosco, spazi poveri e semplici come il refettorio dove mangiavano i primi ragazzi, alle camerette del santo, al lungo corridoio dove passeggiava confessando i suoi giovani, fino alle testimonianze provenienti da tutto il mondo dell’avventura educativa che oggi ha raggiunto i ragazzi “discoli e pericolanti” in 133 nazioni dei 5 continenti, come ha sottolineato don Cristian Besso museologo di Casa don Bosco.

«Ciò che desideriamo trasmettere a chi entra nel Museo – evidenzia don Guido Errico, rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice – è il senso della comunità che ha creato attorno a sè don Bosco, con un piccolo nucleo di ragazzi poveri e orfani che vivevano qui giorno e notte, di una famiglia che oggi è diventata una “multinazionale educativa” con 14mila salesiani sparsi per il mondo, 30 santi e venerabili che perpetuano il sistema preventivo casa-scuola- mestiere ed educazione alla fede ma che non ha perso il senso delle origini: pastorale giovanile per i giovani più bisognosi, pastorale missionaria, devozione a Maria, pilastro del carisma salesiano».

Mamma e insegnante, una laurea in Storia dell’arte e una specializzazione in Museologia, Stefania De Vita è la direttrice del Museo che ha coordinato l’allestimento durato due anni catalogando migliaia di pezzi, «dagli oggetti personali di don Bosco a un affresco del ’300, ai paramenti dei primi collaboratori del santo, uno per tutti Michele Rua, dalle pietre che i ragazzi raccoglievano nei fiumi cittadini, il Po e la Dora, e portavano a Valdocco per costruire l’oratorio: il materiale espositivo è talmente ricco che ci sono due archivi a disposizione e i “pezzi” che non sono ancora visibili, nonostante l’ampiezza della superfice a disposizione, ruoteranno periodicamente nelle teche delle sezioni del Museo».

Insomma La Casa don Bosco non si può raccontare bisogna viverlaperché qui si respira il miracolo della vita di un santo contadino che, partito con la mamma dalle colline alla porte di Torino, ha saputo realizzare un sogno: dare speranza alla gioventù derelitta della Torino dell’Ottocento, conclude don Leonardo Mancini, ispettore dei salesiani del Piemonte e della Valle d’Aosta: «Riscoprire le nostre origini percorrendo queste sale dove è nata la famiglia salesiana ci fa riscoprire l’idea di famiglia che ha spinto don Bosco a fondare la congregazione per dare di più ai ragazzi che hanno avuto di meno. Questi muri ci ammoniscono che questa continua ad essere la nostra missione».

«Purtroppo a causa della recrudescenza dell’epidemia che con l’ultimo Dpcm ha decretato il Piemonte Zona rossa da venerdì 6 novembre il Museo è chiuso – conclude don Errico – ma in un mese di apertura abbiamo staccato ben 1.600 biglietti e avevamo già molte altre prenotazioni. Speriamo che la Pandemia si affievolisca e che nel periodo natalizio “Casa don Bosco” possa riaprire». Per il momento sul sito www.museocasadonbosco.it si può entrare nel Museo virtualmente: quando sarà possibile la visita, gratuita e se si desidera guidata dai volontari, occorrerà prenotarsi alla mail: info@museocasadonbosco.

VIS, Salesiani per il Sociale APS e CNOS Fap, la risposta salesiana all’emergenza Covid-19 con gli aiuti di UsAid

Sull’edizione di oggi, martedì 10 novembre, dell’inserto “Buone Notizie” del Corriere della Sera, si parla del progetto Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to Covid-19, finanziato da UsAid e portato avanti in Italia da VIS, Salesiani per il Sociale APS e Cnos-Fap. 

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La cooperazione internazionale? Si fa (anche) a casa nostra. Lo sa bene il Vis (Volontariato internazionale per lo sviluppo), che fino a ottobre 2021 sarà impegnato come capofila di Salesian Solidarity with Italy: the Emergency Response to Covid-19, il progetto finanziato da UsAid (U.S. Agency for International Development), l’agenzia che gestisce il programma di assistenza economica e umanitaria degli Stati Uniti in più di 80 Paesi del mondo.

L’organizzazione non governativa salesiana – che dal 1986 si occupa di cooperazione allo sviluppo e solidarietà internazionale in Italia e in altri 40 Paesi del mondo – è stata scelta per rispondere e affrontare le conseguenze economiche, sociali ed educative della pandemia. Sedici le regioni italiane interessate; 24.480 le persone che verranno raggiunte, appartenenti a categorie vulnerabili; 380 le famiglie che riceveranno aiuti alimentari. E ancora, 249mila i dispositivi di protezione individuale (mascherine, gel, guanti); 7.500 i kit didattici e 470 i supporti informatici che saranno distribuiti.

Sensibilizzazione

Il progetto è sviluppato su tre componenti: risorse digitali (kit didattici, corsi online, video con lettura delle fiabe de «L’orizzonte alle spalle», il libro realizzato dal Vis sui racconti dei migranti) per promuovere percorsi di formazione rivolti a ragazzi, famiglie e insegnanti (#restiamoattivi ); sostegno a studenti vulnerabili che hanno subito una sospensione dei loro corsi salesiani di formazione professionale, perché anche a distanza possano proseguire i loro studi ( FormAzione per la ripresa ); infine, con #noicis(t)iamo , distribuzione di protezioni individuali e beni di prima necessità a famiglie bisognose (con una card per fare la spesa da soli e scegliere cosa acquistare, accompagnati da un’azione di sensibilizzazione sui consumi responsabili e sul riciclo) e sostegno a migranti e rifugiati nei centri della Sicilia.

«I salesiani di tutto il mondo si sono mobilitati fin da marzo per cercare di essere accanto ai più bisognosi, anche nei mesi del lockdown», spiega Nico Lotta, presidente di Vis: «Abbiamo convertito i nostri progetti in corso nel Sud del mondo per cercare di rispondere ai nuovi bisogni emersi con la pandemia. Allo stesso tempo ci siamo sentiti chiamati a intervenire in modo urgente anche in Italia». Per questo «ci siamo uniti ad altri tre enti salesiani, Salesiani per il Sociale Aps , Salesian Missions e CNOS-FAP , in un progetto che potesse rispondere alle conseguenze dell’emergenza sanitaria nel nostro Paese», aggiunge, richiamando quello che dalle origini è il focus di tutti gli interventi portati avanti: «Secondo il carisma di don Giovanni Bosco operiamo nella convinzione che solo attraverso l’educazione si possano promuovere i diritti, superare le disuguaglianze e combattere alla radice le cause della povertà. Per questo, ad esempio, anche nei progetti che riguardano più in generale l’ambiente o il contrasto alla migrazione irregolare, c’è sempre una componente legata alla formazione che permette una vera autonomia e un reale sviluppo delle persone e della comunità», conclude.

Innovazione

Non è, quindi, un caso se tra gli 83 progetti di cooperazione internazionale portati avanti si trovano anche Ghana Greenhouse , volto a introdurre le serre come strumento innovativo per permettere ai contadini di coltivare in un ambiente protetto anche piante non autoctone; Etiopia Since , destinato a mitigare il fenomeno migratorio creando opportunità di impiego per giovani tra i 18 e i 35 anni in condizioni di vulnerabilità, potenziali migranti e migranti di ritorno; o Palestina Nur , che vuole favorire l’impiego di fonti rinnovabili e l’autonomia energetica della Palestina con corsi di formazione e il posizionamento di pannelli solari negli edifici pubblici.

Lo spirito che anima questi progetti è ben sintetizzato nel motto «Insieme, per un mondo possibile» e nella spiga e nel ramoscello di ulivo nel logo del Vis, simbolo del diritto al cibo e a un’esistenza serena per ogni bambino e giovane sulla terra.

145° anniversario della prima spedizione missionaria, MGS IC lo celebra online

Pubblichiamo l’invito del MGS Italia Centrale a festeggiare l’anniversario della prima spedizione missionaria, partita da Genova l’11 novembre 1875, con la modalità online.

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Il prossimo mercoledì 11 novembre sarà vissuto l’Anniversario della Prima Spedizione Missionaria online così da permetterci di condividere questa giornata importante per la nostra famiglia.

L’invito è aperto a tutti: laici corresponsabili, giovani, comunità religiose.

Il Programma dettagliato lo trovate in ALLEGATO insieme alla Locandina. Vivremo la giornata in quattro MOMENTI che ci faranno fare un itinerario nella storia tra passato, presente e futuro, insieme a dei momenti di preghiera. Molto importante sarà il momento della condivisione del Sogno Missionario per l’MGSIC e della Buonanotte.

 

Nel cuore del mondo, quando l’economia è davvero “di casa”!

Un sabato pomeriggio molto intenso in Zoom per il gruppo del nuovo percorso #nelcuoredelmondo 2020-2021. 

Le limitazioni imposte dalla formula online non hanno spaventato la 30ina di giovani partecipanti, che si è data come appuntamento questa occasione di formazione nel campo dell’economia. 

L’incontro, pensato in origine come un weekend, è stato concentrato nel solo pomeriggio di sabato 31 ottobre in due momenti: un primo momento dedicato ad una panoramica globale su temi e numeri circa l’abitare, la sanità, l’istruzione e l’alimentazione; un secondo momento centrato invece attorno all’intervento del dott. Ivan Vitali, storico amico del nostro itinerario, il cui curriculum richiederebbe una pagina a parte (https://www.scuoladieconomiacivile.it/ivan-vitali/).

La grande competenza del nostro ospite, unita alla sua cordialità e freschezza espositiva, molto vicina agli ascoltatori e capace di creare coinvolgimento ed interesse immediato, ha acceso l’attenzione su tantissime tematiche di attualità economica, tenendo sempre il discorso nel concreto dell’emergenza che stiamo vivendo (e continueremo a vivere) quanto alla gestione della “casa comune”.

Il gruppo è stato molto colpito dalla definizione di economia come scienza della felicità pubblica: il fondatore della Scuola di economia civile ci ha introdotti, infatti, in un mondo nel quale l’economia potrebbe non risultare un ostacolo alla giustizia o un’oscura variabile, bensì un utile e nobile strumento a beneficio di tutti, dove nessuna dimensione dell’umano è tagliata fuori.

Interventi come questi sono sempre un po’ come i fari della costa, luci che non devono mancare – specialmente in mezzo alle tenebre e alle tempeste – per salvare dal naufragio. 

CNOS FAP, lettera del direttore: “Lasciamoci guidare dalla speranza”

Pubblichiamo la lettera mensile del direttore generale del CNOS FAP regionale, Lucio Reghellin.

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Non vorrei aggiungere altri commenti ai tanti che sentiamo in questo periodo, se non invitarvi alla Speranza.

Mi consola il fatto che anche don Bosco ha vissuto una situazione simile.

Nell’estate 1854 a Torino scoppia il colera che ha il suo epicentro a Borgo Dora, dove si ammassano gli immigrati, a due passi dall’oratorio di don Bosco. A Ge­nova ha già fatto 3.000 vittime in un solo mese, a Torino, 800 colpiti e 500 morti. Il sindaco rivolge un appello alla città, ma non si trovano volontari per assistere i malati né per trasportarli al Lazzaretto. Tutti sono presi dal panico. Il giorno della Madonna della Neve (5 agosto) don Bosco raduna i suoi ragazzi e promette: «Se voi vi mettete tutti in grazia di Dio e non commettete nessun peccato mortale, io vi assicu­ro che nessuno di voi sarà colpito dalla peste» e chiede loro di dedi­carsi all’assistenza degli appestati. Tre squadre: i grandi a servire nel Lazzaretto e nelle case, i meno grandi a raccogliere i moribondi nelle strade e i malati abbandonati nelle case. I piccoli in casa disposti alle chiamate di pronto inter­vento. Ognuno con una bottiglietta di aceto per lavarsi le mani dopo aver toccato i malati. La città, le autorità, anche se anticlericali, sono sbalordite e affascinate. L’emergenza finisce il 21 novembre. Tra agosto e novembre a Torino ci furono 2.500 appestati e 1.400 morti. Nessuno dei ragazzi di don Bosco si ammalò[1] .

Che cosa fare oggi? Credo sia importante affrontare il momento con realismo ma senza lasciarsi prendere dal panico. Cerchiamo di fare il bene degli allievi, lasciandoci interrogare dalle famiglie, dai ragazzi e dalla situazione dei colleghi. È necessario confrontarsi insieme per analizzare la situazione, magari pregarci sopra, prendere le decisioni opportune e poi attuarle. Don Bosco, a chi chiedeva qual era il suo metodo, rispondeva: “Vado avanti come lo spirito mi ispira e le circostanze mi suggeriscono”[2]Credo sia un metodo che ci può aiutare anche in questi momenti. Andiamo avanti affrontando la realtà con pazienza e coraggio, senza troppe lamentele e paure, lasciandoci guidare dalla Speranza.

Alcune sedi operative sono più provate, altre di meno. Alcune situazioni famigliari sono difficili.

A chi è stato colpito dal virus, ai ragazzi, ai colleghi e ai loro congiunti, auguro una pronta guarigione e una ritrovata voglia di ‘vivere’.

Lucio Reghellin

 

CFP Serravalle Scrivia: “Troviamo un nuovo modo per vivere… alla tradizione delle castagne non ci rinunciamo”

L’emergenza sanitaria che ha fatto annullare la tradizionale Castagnata salesiana non ha impedito agli studenti del CFP Serravalle Scrivia di trovare un modo per festeggiare e divertirsi.

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Quest’anno non si è sentito il profumo di castagne, non c’è stato il solito rito della messa, del tagliare le castagne, di preparare coni, non si è udito lo scoppiettio della legna, gli schiamazzi dei giochi, delle corse con i sacchi e del tiro alla fune…
Questo covid, così invisibile quanto pericoloso, non ci ha permesso di rispettare le nostre tradizioni. Inizialmente, abbattuti e tristi, eravamo poco motivati e stavamo per arrenderci.

Poi, lo spirito salesiano che si respira per tutto il centro, ci ha fatto vedere le cose sotto un’altra luce. Con lo stesso entusiasmo di sempre abbiamo provato a trovare una soluzione alternativa: la tombola di don Bosco.

Tutti nelle proprie classi, ognuno al proprio banco e con il nostro Don Egidio in videoconferenza abbiamo cantato e giocato, abbiamo sperato di vincere, qualcuno ha confuso qualche numero, qualcun altro ha vinto davvero.

Cosa importante… abbiamo rispettato le distanze, assecondato tutti i DPCM, osservato tutte le norme che il Covid impone ma soprattutto, cosa ancora più importante, ci siamo divertiti un mondo!

Quest’anno l’odore era solo quello delle caramelle ma i sorrisi, l’entusiasmo, la voglia di stare insieme e di divertirsi era quella di sempre! Si può trovare un nuovo modo di fare le cose, si può trovare un nuovo modo per vivere, sorridere e divertirsi. Questo è il “nostro” miracolo!

“Noi qui facciamo consistere la santità nello star molto allegri”
Grazie Don Bosco

“Da nobis animam”: l’evento online dei Salesiani Cooperatori per rafforzare l’appartenenza

«I primi commenti, ricevuti già nel corso dello svolgimento e subito dopo l’incontro, mi permettono di affermare che l’obiettivo che ci siamo dati è stato pienamente realizzato. E l’obiettivo era sostanzialmente questo: offrire ai Salesiani Cooperatori della nostra Regione un’occasione per rinnovare il senso di appartenenza e per consolidare le nostre relazioni, in un tempo così particolare e difficile come quello attuale. Dopo che l’emergenza sanitaria ci ha indotti a sospendere il meeting regionale, abbiamo ritenuto utile ed importante offrire comunque una occasione di incontro e di condivisione». Sono le parole di Carlo Pellegrino, Salesiano Cooperatore e Consigliere mondiale per l’Associazione della Regione Italia-Medio Oriente-Malta, a conclusione dell’evento on line “Da Nobis Animam” tenutosi nel pomeriggio del 24 ottobre e che ha coinvolto in diretta circa 5500 Cooperatori, Delegati, Aspiranti, membri dei Laboratori Mamma Margherita.
«Con questa iniziativa – continua Pellegrino – abbiamo dato il via alla preparazione del prossimo Congresso regionale, in programma per il mese di aprile 2021, coinvolgendo tutti i Centri in un lavoro di riflessione che possa dare nuovo slancio e nuove prospettive alla nostra Associazione. Siamo speranzosi che il congresso possa svolgersi, anche se ancora non siamo in grado di definirne le modalità. Se le condizioni lo consentiranno, sarà anche l’occasione per eleggere il nuovo Consigliere mondiale della nostra Regione per il prossimo sessennio. Ci auguriamo che siano numerosi i Salesiani Cooperatori e Salesiane Cooperatrici che daranno la propria disponibilità per assumere questo incarico, nello spirito indicatoci dal Progetto di Vita Apostolica: Il servizio di animazione e di responsabilità nell’Associazione è servizio di apostolato».

Per questo, lungo il pomeriggio, si sono alternate le storie e le voci dei tredici Coordinatori Provinciali, della Delegata FMA Elena Cavaliere e del Delegato SDB Giuseppe Buccellato, nonché di quanti animano i diversi settori della grande famiglia dei Cooperatori: formazione, pastorale familiare, giovanile, socio-politico. Il tutto è stato curato dal settore della Comunicazione guidato da Enzo Del Giudice, da un’équipe che ha preparato i numerosi contributi video e la diretta, con la dinamica conduzione della siciliana Ivana Lorenzano e del marchigiano Italo.

Distanti, ma uniti: la Corsa dei Santi 2020 sarà in versione “virtual race”

Dall’agenzia salesiana ANS, pubblichiamo il comunicato sull’edizione 2020 della “Corsa dei Santi”, quest’anno in forma di “virtual race”.

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Le restrizioni imposte per il contenimento di Covid-19 impediscono quest’anno alla “Corsa dei Santi” – la manifestazione sportiva e solidale promossa dai salesiani in occasione della Festa di Ognissanti – di svolgersi secondo le modalità che la caratterizzavano in precedenza. Ciononostante, la manifestazione, promossa da “Missioni Don Bosco”, la Procura Missionaria salesiana di Torino, avrà ugualmente luogo, nel rispetto dei principi ispiratori che l’hanno sempre guidata: come festa collettiva, evento sportivo e strumento di solidarietà. L’edizione 2020 si svolgerà infatti in versione “virtual race”: dalle ore 7:00 del 30 ottobre 2020 alle ore 20:00 del 3 novembre 2020 (UTC+1), chiunque potrà partecipare all’evento correndo 10 chilometri su qualsiasi tracciato.

Sarà un evento a distanza realizzato grazie al sistema di tracciamento Gps realizzato da “TDS” attraverso una app, che consentirà ai partecipanti, una volta scaricata, di poter registrare la propria performance in tempo reale, di verificare in qualsiasi momento i chilometri effettuati, di rapportare il percorso individuale a quello che sarebbe stato il percorso tradizionale della Corsa dei Santi a Roma, e alla fine dei 10 km, di indicare la posizione di classifica virtuale di ogni concorrente.

Come per le precedenti edizioni in presenza, iscrivendosi alla prova si riceverà il pettorale virtuale, il diploma per i corridori che completeranno il tracciato e il kit con la maglia ufficiale che, se acquistata durante l’iscrizione, verrà inviata a domicilio.

Anche se a distanza, la “Corsa dei Santi” unirà migliaia di appassionati del running nel segno della solidarietà.

Il 1° novembre, inoltre, nel giorno tradizionale della Corsa dei Santi, in via della Conciliazione, lì dove negli anni passati era collocato il traguardo di avvio e di conclusione della manifestazione, ci sarà uno studio con ospiti di prestigio, da dove sarà trasmesso uno speciale in diretta televisiva su Canale 5 dedicato al tema solidale scelto quest’anno da “Missioni Don Bosco”.

Mediaset, come tutti gli anni, ha attivato una campagna di raccolta fondi attraverso il numero solidale 45530 attivo fino all’8 novembre (con chiamate o sms da cellulare o rete fissa).

E anche quest’anno la Corsa dei Santi servirà a fornire anche un supporto concreto alle iniziative salesiane nel mondo, grazie alla campagna solidale “Il tuo amore può abbattere le sbarre”.

Il progetto di quest’anno si rivolge minori privati della libertà nelle carceri di tutto il mondo. Secondo le Nazioni Unite, più di un milione di bambini e giovani in tutto il mondo sono privati della libertà nelle carceri o nei centri di reclusione per minori, accusati di piccoli reati. Di loro il 59% è in attesa di giudizio, trattati come criminali quando in realtà avrebbero piuttosto bisogno di supporto e assistenza sociale.

Seguendo il pensiero di Don Bosco, per il quale il cambiamento dei giovani avviene attraverso l’educazione, i salesiani operano nei centri di detenzione per far sentire a questi ragazzi la gioia di poter dar loro ascolto e attenzione.

La loro azione si concretizza in interventi specifici nelle diverse realtà e nelle diverse fasi del percorso di detenzione: a Freetown, in Sierra Leone, i missionari salesiani sono ad oggi gli unici a poter entrare nel carcere di Pademba, dove portano cibo, acqua e medicine, offrendo supporto e orientamento. In Italia sono impegnati da anni nelle carceri minorili con un’azione educativa che prevede la prevenzione, il sostegno per l’inserimento scolastico, le attività sportive e laboratoriali, il reinserimento sociale.

A Luanda, in Angola, lavorano per dare accesso alle misure alternative al sistema carcerario, a Ciudad Juarez, in Messico, curano l’animazione in carcere, grazie alla “Brigada de la Alegria”, a Chennai, in India, il reinserimento dei giovani nella società…

È per tutti questi giovani che è stato pensato il progetto “Il tuo amore può abbattere le sbarre”.

La manifestazione è promossa da Missioni Don Bosco ed è organizzata dall’Associazione Sportiva Dilettantistica “Corsa dei Santi” con il patrocinio dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale del tempo libero, turismo e sport della Conferenza Episcopale Italiana, di “Mediafriends”, del Comitato Olimpico Nazionale Italiano, della Federazione Italiana di Atletica Leggera, della Regione Lazio, dello Stato Maggiore della Difesa e di “AssoAeronautica”.

Sponsor della manifestazione sono “TEVA” e “MELINDA”, media partner invece “Corriere dello Sport”, “Il Tempo” e “Dimensione Suono soft”, partner tecnici “Ottaviani” e “Algida”, fornitore ufficiale “Cisalfa”.