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Il rientro al CFP di Bra: l’incontro tra gli operatori del centro

Gli operatori del Centro di Formazione Professionale di Bra, dopo la pausa estiva, si sono ritrovati 26 agosto scorso per iniziare la pianificazione del nuovo anno formativo 2020/2021. Di seguito l’articolo pubblicato dal sito dell’opera.

26-08-20: RIENTRO AL CFP

L’ultimo scampolo dell’anno formativo ’19/’20 è stato vissuto, al Cfp braidese, dalla quasi totalità degli operatori che, dopo la pausa estiva (in molti casi, assai ridotta) si sono ritrovati per iniziare la pianificazione del prossimo a.f. ’20/’21. Man mano che un formatore, una segretaria, un’operatrice della reception, una/un tirocinante si avvicinavano alla bollatrice- mercoledì 26 agosto – nel corridoio degli uffici, scattava il rito dei saluti, sempre nel rispetto delle regole Covid, con un tocco di gomito e un sorriso degli occhi, spesso più eloquente di tanti gesti fisici.

Un breve cenno alle giornate di vacanza, la voglia di ritrovarsi anche tra colleghi e l’idea di avviare insieme la giornata, in cortile, sfruttando le tante sedie che i volontari hanno collocato per accogliere i fedeli che alla domenica vengono alla messa. Mascherine sul volto, seduti a distanza, tutti i presenti hanno ascoltato con molta attenzione il direttore dell’opera don Alessandro Borsello, che dopo aver tratteggiato le molte attività estive dell’opera salesiana, ha augurato a tutti una buona ripresa. Dopo un’Ave Maria recitata insieme, il direttore del Cfp ha salutato tutti, annunciando il primo impegno: nella mattinata di giovedì 27 agosto, un momento di revisione del passato anno formativo (caratterizzato dal lockdown, ma conclusosi in modo comunque soddisfacente per allievi e operatori) e uno di prima programmazione, in attesa di avere delle linee-guide sufficientemente definitive da seguire per l’avvio del prossimo anno.

Dopo la prima giornata trascorsa a rimettere un po’ di ordine nelle singole postazioni, a misurare la distanza tra i banchi nelle varie aule e a riorganizzare i laboratori, ci è ritrovati – nello stesso luogo – al mattino del 27/08 per avviare questo momento collegiale. Al termine del quale ogni gruppo di lavoro ha espresso le proprie indicazioni, che saranno riviste nei prossimi incontri di programmazione.

La «nave» del Cfp Cnos Fap di Bra è ormai salpata. Con quasi tutti i componenti dell’equipaggio a bordo (gli ultimi saliranno dal 1 settembre), sta cercando acque sufficientemente tranquille nelle quali navigare. Sicuramente, con l’aiuto dell’Ausiliatrice e di don Bosco, riuscirà ad arrivare in porto il prossimo giugno 2021 con tutti i suoi passeggeri!!

Chi sono i genitori? Formazione e confronto con Amici di Don Bosco

La Voce e il Tempo di questa domenica, 14 giugno, dedica un articolo all’incontro online che si è svolto lo scorso 6 giugno da parte dell’Associazione Amici di Dosco sul tema “Chi sono i genitori?“. Si riporta di seguito l’articolo a cura di F. Bel.

CORRELAZIONI – IL 6 GIUGNO INCONTRO ON LINE DELL’ASSOCIAZIONE IMPEGNATA NELLE ADOZIONI INTERNAZIONALI

Chi sono i genitori?

Formazione e confronto con Amici di Don Bosco

Il bambino e la sua crescita, la sua educazione sono il cuore della missione salesiana: negli oratori, nelle scuole, nei luoghi dove le famiglie sono in difficoltà o non ci sono. Così il campo dell’adozione internazionale è ambito di impegno per chi si ispira al carisma di don Bosco e in particolare dalla seconda metà degli anni ‘80 lo è attraverso l’associazione Amici di Don Bosco.

Se al centro c’è il bambino e la sua crescita, la famiglia che lo accoglie e le sue relazioni, fondamentale è il percorso di formazione e sensibilizzazione, anche in tempo di distanziamento sociale. Così è nata l’idea di mantenere attraverso il web i contatti e gli obiettivi del cammino e l’Associazione ha proposto sabato 6 giugno il primo incontro on line (dopo una puntata ‘zero’ in aprile) di «CorRelazioni», il ciclo di appuntamenti che era previsto in questo anno «per esplorare insieme il mondo delle relazioni che si intrecciano attorno all’adottato». «Abbiamo iniziato», spiegano i referenti dell’associazione, «con la relazione per eccellenza, quella tra genitori e figli. E quando si parla di adozioni le sfumature si fanno più importanti e le figure genitoriali di cui tenere conto aumentano».

Ad aprire la condivisione: Giovanni Berton, Francisca Noha e Aroti Shrimati Bertelli del gruppo di adottati adulti dell’associazione, che hanno focalizzato la riflessione a partire da «quanti e quali» genitori entrano in gioco. «Ci sentiamo dire che genitore è chi cresce, ama, si prende cura. Ma questo esclude un seppur breve tratto della nostra vita che sono le origini», ha sottolineato Aroti.

Ai papà, che tante volte rimangono sullo sfondo, si è dato voce e spazio con l’esperienza di Enzo Alfano, genitore di una ragazza di origini indiane e di un ragazzo di origini filippine, che ha evidenziato come oggi sia impensabile non tenere conto della storia degli adottati: nel 2019, infatti, l’età media dei bambini in adozione internazionale è stata di 6,6 anni e non si può pensare di trascurare una fetta così importante della loro vita.

La ricchezza delle narrazioni condivise sabato scorso è stata anche la varietà delle esperienze riportate. «Mamma io l’ho detto a una sola persona nella mia vita, così come papà», ha detto Giovanni, adottato a pochi mesi.

Mentre Aroti, adottata all’età di 9 anni, ha faticato a riconoscere nelle persone che l’hanno adottata i suoi genitori: non poteva fare finta che tutto fosse immediato e normale, perché sarebbe stato come tradire il suo passato e chiamarli «mamma» e «papà» sarebbe stato come negare una parte di sé di cui conservava un ricordo molto vivo. Quanto è stata inclusa la famiglia d’origine nella loro storia? E come la narrazione del passato delle origini ha influenzato il legame con la famiglia adottiva? A casa di Giovanni è stato molto naturale parlarne («sentivamo di essere un dono l’uno per l’altro»), mentre per Francisca «non parlarne ha facilitato in un primo momento la costruzione di una relazione più intima, più nostra». Ma crescendo ha avvertito una mancanza e il bisogno di colmare dei vuoti.

Per una buona cultura dell’adozione è indispensabile il passaggio da «ti ho amato come se fossi mio figlio a ti ho amato perché sei mio figlio» o meglio ancora con il tempo verbale al presente: «ti amo perché sei mio figlio». Con l’adozione insieme al figlio infatti nascono una mamma e un papà. «Il bambino», sottolineano, «è una risposta nuova a un percorso nuovo. Ed è un percorso che dura tutta la vita».

Infine, si è parlato di due sentimenti molto presenti nel racconto dell’adozione, ovvero la rabbia e a gratitudine. La rabbia verso i genitori biologici per la ferita dell’abbandono e verso i genitori adottivi per i silenzi e i segreti tenuti nascosti. Ma anche la trasformazione di questa rabbia in energia, impulso vitale e comprensione, nella consapevolezza che l’abbandono non è facile neanche per chi lo mette in atto.

Tante condivisioni, domande e risposte che non si possono esaurire in un incontro e per questo il cammino dell’Associazione prosegue (in ottobre con incontri anche in presenza) con la consapevolezza di aver aggiunto, in un sabato pomeriggio, un altro tassello a quello che è il percorso delle famiglie che vivono l’esperienza dell’adozione, mai conclusa «perché l’amore si espande sempre».

Per approfondire le iniziative dell’Associazione: www.amicididonbosco.org

F.BEL.

Salesiani Lombriasco: raduno ex-allievi a distanza

Domenica 10 maggio, si terrà l’incontro annuale degli ex-allievi delle scuole salesiane di Lombriasco con una modalità differente rispetto agli scorsi anni: “a distanza”. L’appuntamento sarà alle ore 10.30 sul Gruppo Facebook “ex allievi salesiani Lombriasco (TO)”. Di seguito l’intervista al presidente ex-allievi Lombriasco, Marziano Bertino pubblicata sul settimanale Corriere di Saluzzo.

Lombriasco: Raduno Ex-allievi a distanza, è la prima volta nella storia dei Salesiani

Sarà un raduno molto diverso quest’anno, un appuntamento che si rinnova ogni anno al quale centinaia di ex-allievi si ritrovano a Lombriasco dove hanno trascorso diversi anni della loro gioventù. Loro, insieme alle altre componenti della famiglia salesiana sono i testimoni, nel mondo del carisma di don Bosco. Abbiamo raggiunto telefonicamente il Prof. Marziano Bertino che insieme al delegato salesiano signor Arlian Brizio è il primo responsabile dell’associazione ex-allievi salesiani dell’opera di Lombriasco che ci ha detto: -Domenica 10 maggio ci sarà il primo raduno annuale a distanza. Lo si farà attraverso il gruppo Facebook dedicato-.
La nostra “casa” di Lombriasco –afferma il Prof. Bertino- non è una semplice struttura che ci ha ospitato nel corso della nostra adolescenza per garantirci una “licenza scolastica” o un “diploma”. Lombriasco è stato il luogo in cui siamo cresciuti e abbiamo cominciato a conoscere e a capire quali sono le “cose che valgono veramente nella vita”. A Lombriasco abbiamo coltivato, giorno per giorno, una crescita basata sull’amicizia, sul rispetto reciproco e sulla ricerca di noi stessi. Lo studio quotidiano delle singole discipline non era, e non è che un “tassello” di un progetto ben più grande: diventare adulti come “buoni cristiani e onesti cittadini”. Basti pensare che la maggior parte dei giovani che frequentano il nostro Istituto sono figli, nipoti o comunque parenti o conoscenti di nostri ex-allievi. L’Opera salesiana di Lombriasco vive in quanto gli ex-allievi la sostengono e le riconoscono un ruolo fondamentale per la crescita e l’educazione dei giovani.

Quali altre iniziative di incontro sono annualmente previste a Lombriasco?

Oltre al tradizionale raduno annuale della seconda domenica di maggio, che quest’anno si terrà “a distanza” a causa della emergenza sanitaria, gli ex-allievi si incontrano ogni cinque anni in occasione degli anniversari di Diploma. I raduni quinquennali vengono organizzati a partire dal mese di settembre di ogni anno. Inoltre, vengono organizzati due incontri annuali, il primo in occasione della preparazione della S. Pasqua e il secondo in occasione di preparazione del S. Natale. Non mancano, ovviamente, raduni “improvvisati” di alcune classi che richiedono di trovarsi prima del successivo quinquennio. Verso la fine dell’anno inviamo a tutti gli ex-allievi la tradizionale pubblicazione denominata “Col tempo e col Po” dove andiamo a pubblicare le fotografie dei raduni e informiamo di tutti gli avvenimenti e/o cambiamenti che avvengono nella nostra Casa di Lombriasco e nelle famiglie degli stessi ex-allievi come matrimoni, nascite, lauree.

In questo momento di pandemia cosa possono fare gli ex-allievi per la loro scuola? E la scuola cosa può fare per loro?

Come ho detto prima, gli ex-allievi sono la “linfa vitale” della loro Casa di Lombriasco. Sostenere l’Opera è ciò che stanno facendo ogni giorno, ognuno secondo le loro competenze, secondo le loro possibilità e le loro sensibilità. Gli ex-allievi sanno che le porte della Casa di Lombriasco sono sempre aperte. Don Sandro Barra, che molto amava i suoi ex-allievi e che è stato per tantissimi anni il loro punto di riferimento, in qualità di “delegato” dell’Associazione, rivolgendosi a loro diceva: “cari exallievi, quando tornerete a Lombriasco nessuno mai vi domanderà che macchina avete o quanti soldi avete in tasca. Una sola cosa vi domanderò: siamo sempre amici?”. Prima di lui un altro salesiano, don Saulo Cappellari, già provato dalla malattia, nel corso del suo ultimo discorso in occasione del raduno annuale disse : -Cari amici ex-allievi ricordate che i Salesiani passano ma don Bosco resta. Amate e sostenete la vostra Casa di Lombriasco-.

Nel ringraziare il prof. Bertino, ci anima la speranza di poter tornare presto ad incontrarci nel cortile della scuola salesiana di Lombriasco così amata in tutto il Piemonte e non solo.
gianni varetto

Salesiani Borgomanero: Incontro con professionisti e artisti del territorio per costruire il proprio futuro

La settimana scorsa al Don Bosco Borgomanero, al posto dell’ordinario orario di lezione, i ragazzi dei licei hanno preso parte al programma dedicato ai corsi di recupero con inseriti anche alcuni incontri di eccellenza, come ad esempio quello con il filosofo Marco Mondadori, con il dott. Poletto sulla creazione di start up di successo, quello di Match analysis con Davide Diana, con il dott. Cattaneo, con la nutrizionista Federica Soldi, quello con l’ing. Roberta Tredici ed infine il workshop con gli Assessori ai lavori pubblici e alle politiche giovanili del Comune di Borgomanero.

Si riporta di seguito l’articolo gentilmente fornito alla nostra redazione da parte dei Salesiani di Borgomanero.

La settimana passata è stata particolare per i Licei del don Bosco di Borgomanero in quanto l’orario di lezione consueto è stato sostituito da un programma fitto di corsi di recupero e di incontri di eccellenza. Se i primi hanno lo scopo di aiutare gli studenti a colmare al più presto eventuali lacune legate allo studio di qualche materia, i secondi hanno avuto il merito di accendere curiosità, di stimolare ad approfondire, di potenziare rispetto a varie competenze e di orientare gli studenti al futuro, nella scelta di un percorso di studio o di una strada professionale.

Gli studenti del Classico si sono dedicati al potenziamento delle materie caratterizzanti il percorso di studi; particolarmente apprezzati sono stati il laboratorio di scrittura creativa tenuto dal prof. Ladolfi, l’incontro con il filosofo Marco Mondadori e le lezioni relative ai sistemi matematici su cui si basano gli applicativi di Google e di Netflix.

Gli studenti del Liceo economico-sociale hanno potuto confrontarsi con l’attualità nelle sue diverse sfaccettature, incontrando professionisti ed esperti che hanno portato le loro eccellenze lavorative tra i banchi, potenziando ancora di più le sinergie già in atto tra Scuola e territorio.

Tra i workshop più apprezzati sicuramente vi è quello tenuto dal dott. Poletto sulla creazione di start up di successo, quello di Match analysis di Davide Diana, che ha lavorato sul linguaggio non verbale degli sportivi, l’attività di prevenzione delle dipendenze con il dott. Cattaneo, l’incontro con la nutrizionista Federica Soldi e quello con l’ing. Roberta Tredici che ha proposto un’attività sull’architettura green. Per i più creativi è stato interessante incontrare chef, filmaker, musicisti, fotografi e artisti che hanno dato la loro lettura di come si costruisce un mestiere a prescindere dal percorso scolastico e di quanto sia importante lasciarsi impressionare da stimoli come questi.

Per entrambi i Licei non sono mancate apertura sulle competenze di cittadinanza: il workshop con gli Assessori ai lavori pubblici e alle politiche giovanili del Comune di Borgomanero e la chiacchierata degli ultimi anni con il Sindaco Bossi hanno sollecitato negli studenti una partecipazione più attiva alla vita della collettività.

Salesiani Agnelli: incontro con l’assessore per l’ambiente Alberto Unia

Il 16 gennaio le seconde superiori del liceo scientifico Edoardo Agnelli, come ultima tappa di un percorso multidisciplinare intitolato “Cittadini capaci di orientarsi, hanno avuto l’occasione di incontrare l’assessore per l’ambiente, Alberto Unia, con il quale si sono confrontati sul tema del cambiamento climatico.

Si riporta l’articolo pubblicato in data odierna sul sito dei Salesiani dell’Agnelli, i quali hanno ripreso l’articolo da “La Voce e il Tempo“.

“Giovedì 16 gennaio, al mattino, le seconde superiori del liceo scientifico Edoardo Agnelli hanno incontrato l’assessore all’ambiente Alberto Unia. Il confronto con l’assessore ha rappresentato l’ultima tappa di un percorso multidisciplinare di cinque incontri, intitolato «Cittadini capaci di orientarsi» e incentrato sul cambiamento climatico. L’obiettivo di questo cammino, declinato durante le ore di geografia, scienze e italiano, era quello di fornire agli studenti gli strumenti per orientarsi in un argomento complesso, per l’appunto proprio il cambiamento climatico, e per diventare cittadini più responsabili. L’intero percorso è stato pensato e realizzato da Alessandro Antonioli, docente di lettere, e da Isabella Brianza, responsabile delle risorse umane per la società torinese PerMicro, specializzata nell’erogazione di microcrediti.

I primi passi di questo viaggio hanno portato i ragazzi a interrogarsi sulle loro conoscenze e sulla loro percezione dell’argomento. Le classi si sono poi soffermate sull’analisi del lessico inerente al cambiamento climatico: spesso si assiste a una proliferazione di pubblicazioni e notizie che si pongono come scientifiche, ma che in realtà, utilizzando un linguaggio impreciso e inadeguato, causano una notevole confusione su termini e concetti, oltre che sui fenomeni presentati. Successivamente, gli alunni hanno riflettuto sul fatto che crescere come perso ne e come cittadini significa acquisire conoscenze e competenze nel saper riconoscere la complessità delle questioni. La difficoltà di un argomento, però, non deve trasformarsi in un ostacolo: non bisogna rinunciare ad approfondire, a mettere in relazione i vari elementi e a confrontarsi con gli altri in modo costruttivo. I ragazzi sono stati quindi sfidati a riscoprire la bellezza della responsabilità: come possono dei quindicenni far sentire la loro voce su un tema così importante presentati nelle sedi opportune.

L’incontro con l’assessore

Ed ecco quindi la meta conclusiva di questo percorso: i ragazzi hanno incontrato l’assessore all’ambiente Unia per raccontargli del loro percorso, per presentargli le richieste che sottopongono alla città e per spiegargli gli impegni concreti che, come ragazzi, si sono presi. Le classi hanno chiesto al Comune di diventare un attore più attivo nel dialogo con la scuola, proponendo laboratori o incontri sulle misure che la città ha messo o metterà in campo per contrastare il cambiamento climatico. Inoltre, hanno suggerito di cercare sempre più dia logo con i rappresentanti dei Fridays for Future. Gli impegni che i ragazzi si sono presi riguardano soprattutto il risparmio energetico: stare attenti a spegnere sempre le luci a casa e a scuola, ridurre il tempo che passano sotto la doccia (e quindi ridurre lo spreco d’acqua), spostarsi il più possibile con i mezzi pubblici o con la bici senza farsi accompagnare dai genitori.

L’assessore Unia ha accolto i ragazzi con gran de cortesia e attenzione, ascoltandoli e poi rispondendo punto su punto alle loro osservazioni. In particolare, ha ricordato loro due iniziative del Comune: «Junker», l’applica zione che aiuta a svolgere la raccolta differenziata, e l’opuscolo «Raccolta di do mande frequenti sul tema dalla qualità dell’aria», un documento, frutto del la voro di due anni, che aiuta il cittadino a informarsi in maniera corretta sull’inquinamento atmosferico. Il tema del cambiamento climatico è molto caro all’Agnelli: tanti infatti sono i progetti attivati a riguardo dall’istituto. Per abbattere drasticamente i rifiuti plastici, la scuola ha deciso di sostituire i piatti, le posate e i bicchieri in plastica usati in mensa con materiale biodegradabile; in seguito a questa transizione, i ragazzi delle superiori si sono offerti di aiutare i più piccoli a differenziare a fine pasto. Non solo, è stato anche installato un distributore in grado di fornire fino a 100 litri di acqua naturale e frizzante all’ora. L’accesso a questo servizio è a disposizione di tutti gli studenti: tra liceo, scuola media, istituto tecnico e centro di formazione professionale si arriva a circa un migliaio di alunni.

Salesiani Cuneo: Ritiro per la terza e quarta elementare

Il 19 gennaio scorso, presso l’Istituto dei Salesiani di Cuneo, si è svolto un incontro per i bambini di terza e quarta elementare che si stanno rispettivamente preparando a ricevere i sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dall’Istituto Salesiano di Cuneo.

Domenica 19 gennaio è stata un’occasione di incontro per i bambini delle classi terze e quarte elementari, impegnati, rispettivamente, nel percorso di preparazione alla prima Confessione e Comunione. I bambini, accompagnati dalle loro famiglie, dalle catechiste, da Suor Dorotea e Don Mauro hanno occupato i primi banchi durante la Santa Messa delle 10,30. In tale occasione sono stati presentati alla Comunità anche i cinque bambini che intraprenderanno il percorso di Catecumenato per ricevere il Battesimo.

Dopo la Messa, mentre i ragazzi erano impegnati in attività con le catechiste sulla figura di Giovannino Bosco ed i fratelli più piccoli venivano intrattenuti dagli animatori dell’Oratorio, i genitori hanno avuto un incontro di riflessione condivisa. I papà e le mamme dei bambini di terza elementare sono stati guidati da Alessandro e Cristina a riflettere sul tema degli oggetti e/o soggetti “perduti” e “ritrovati” nel corso della propria vita, così come sui momenti in cui ciascuno di noi si può essere sentito “smarrito” e sulle circostanze che lo hanno aiutato a “ritrovarsi”, dietro la traccia della ‘Pecorella smarrita’. La riflessione individuale e la condivisione all’interno di piccoli gruppi ha favorito l’emergere di consapevolezze importanti per sostenere in forma attiva e partecipativa il percorso di crescita e catechesi dei propri figli.

È seguito il pranzo in salone, con una squisita pastasciutta offerta dai Sale e tanti ottimi cibi preparati e condivisi dalle numerose famiglie che hanno partecipato. Più di 140 persone riunite insieme, all’interno di una cornice di serena “pace domestica domenicale”: un clima gioioso che grandi e piccini hanno assaporato, scambiando cibi, chiacchiere, giochi e scoprendosi molto simili, pur nella diversità di ciascuna condizione familiare.

Terminato il pranzo vi è stato un ultimo momento di conclusione diviso per classi. Per le terze elementari i bambini, sotto la guida delle catechiste, si sono resi protagonisti di alcune simpatiche scenette rappresentative della vita di Giovannino Bosco. Con grande naturalezza e immediatezza i piccoli attori hanno trasmesso al pubblico dei genitori le grandi doti di Giovannino attraverso delle scenette che mettevano in luce il formarsi della sua coscienza e, fin da piccolo, sente il desiderio di iniziare un percorso spirituale e che, grazie a mamma Margherita e all’incontro con Don Calosso, potrà muovere i suoi primi passi in questa direzione, continuando a sostenere la sua famiglia e avendo nel cuore la volontà di aiutare tanti giovani suoi amici.

La giornata si è conclusa ricordando il prossimo importante appuntamento del 22 marzo, in cui i ragazzi di terza elementare vivranno una giornata di ritiro in preparazione alla prima Confessione e che vivranno nel giorno stesso. Preghiamo per loro fin da questo momento.

Collegio don Bosco di Borgomanero: Primo incontro del percorso “Educarsi all’uso consapevole dei social”

Il 16 gennaio al liceo classico del Collegio don Bosco di Borgomanero si è tenuto il primo incontro del nuovo percorso “Educarsi all’uso consapevole dei social”, pensato per genitori e figli, che consiste nel valutare bene i rischi connessi che si possono correre nell’uso dei social,  toccando anche temi come il cyberbullismo e sexting.

Si riporta di seguito l’articolo gentilmente fornito alla nostra redazione da parte dei Salesiani di Borgomanero.

Giovedì 16 gennaio al Collegio don Bosco ha preso il via un percorso per genitori e figli su un tema tanto importante quanto difficile: “Educarsi all’uso consapevole dei social”.

Non sempre, infatti, gli adulti sono in grado di affrontare i rischi connessi alla realtà virtuale, risvolto di un mondo ricco di potenzialità che, se non gestite, rischiano di influire negativamente sulla crescita di ogni adolescente. Per affrontare questa tematica seriamente e rispondere in modo costruttivo all’emergenza educativa connessa alle nuove tecnologie, per il primo appuntamento il don Bosco ha invitato le famiglie del biennio di Liceo classico e Les a confrontarsi con l’ing. Tony Cutillo, esperto di tecnologia, e la dott.ssa Tiziana Martelli, neuropsichiatra. Cutillo ha ripercorso con i ragazzi la nascita, lo sviluppo e le finalità dei social network e si è confrontato con i genitori in merito alla cybersicurezza.

Particolarmente interessante è stata la trattazione dei rischi legati al Cyberbullismo e al sexting: è importante, infatti, che oltre alle questioni etiche, siano chiare agli adolescenti le implicazioni legali legate allo scambio di materiale on line.

La dott.ssa Martelli ha invece mostrato come il nostro cervello sia attivato (e talvolta disattivato) dalla tecnologia e quali ripercussioni fisiologiche abbia un uso eccessivo dei social.

La partecipazione, numerosa e propositiva, ha evidenziato come sia fondamentale affrontare tali tematiche guidati da esperti per non cadere nel facile rischio di demonizzare le nuove tecnologie, ma allo stesso tempo per cogliere positivamente le risorse ad esse connaturate. I prossimi step del percorso prevedono l’incontro con la scuola media e un ultimo momento di sintesi con le famiglie che hanno preso parte alle serate.

Salesiani Vercelli: Festeggiamenti per Don Bosco 2020 con una importante testimonianza

Venerdì 17 gennaio, si è svolto il primo incontro del programma dei festeggiamenti della Famiglia Salesiana di Vercelli per Don Bosco 2020, durante la quale, don Vincenzo Marrone, iniziatore della presenza salesiana in Nigeria, e don Pier Jabloyan, direttore dell’opera salesiana di Aleppo, hanno testimoniato la loro missione, esortando i numerosi giovani testimoni presenti all’incontro, ad essere significativi nei propri ambienti di vita.

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato in data odierna sul sito dei Salesiani di Vercelli.

DON BOSCO IN THE WORLD: primo degli appuntamenti in vista della festa cittadina in onore di don Bosco. Ospiti significativi: don Vincenzo Marrone, iniziatore della presenza salesiana in Nigeria, e don Pier Jabloyan, siriano, direttore dell’opera salesiana di Aleppo.

La serata è aperta dalle immagini di Abuja, Akure, Ibadan, Iju, Ondo che trasportano mente e fantasia nel cuore dell’Africa. Don Vincenzo puntualizza che, in quanto battezzati, siamo tutti inviati, come si è sentito inviato lui quando, nel 1982, è partito per la Nigeria con l’intenzione di portare don Bosco in quella terra. Esorta i numerosi giovani presenti ad essere significativi nei loro ambienti di vita. Esortazione ripresa da don Theophilus Ehioghilen, salesiano, uno dei primi bambini battezzati da don Vincenzo.

Don Pier esordisce presentando la situazione geopolitica della Siria e precisando che ogni analisi di quanto vi succede ha bisogno di essere fatta a tre livelli: economico, politico e religioso. Racconta l’attività dell’oratorio di Aleppo e dei suoi animatori: essenzialmente catechetica e di formazione religiosa, pur non mancando le consuete proposte sportive, ricreative ed espressive, tipiche di ogni oratorio salesiano. Non tralascia di descrivere i pericoli costanti e la mancanza dei beni essenziali per una vita dignitosa. Sollecitato dalle domande dei presenti, porta la sua testimonianza di fede e di speranza, pur non dimenticando che la guerra si è portata via anche diversi animatori dell’oratorio di Aleppo.

Scuola media Don Bosco – Valdocco: L’anniversario dei cent’anni dei salesiani d’Irlanda

La scuola media di Don Bosco – Valdocco, in occasione dell’anniversario dei cent’anni dei salesiani d’Irlanda, ha avuto l’onore di organizzare un percorso linguistico con la realtà irlandese di Dublino, con l’obiettivo di trasmettere e rinnovare il metodo educativo di don Bosco e della Salesianità. A tale iniziativa hanno preso parte oltre settanta ragazzi della scuola, recandosi in loco.

Di seguito il testo del documento realizzato per l’iniziativa.

Nel 1919 i Salesiani arrivarono in Irlanda, chiamati da mons. Denis Hallinan, il vescovo di Limerick. Da quel momento è passato un secolo: oggi come allora, la sfida è quella di trasmettere e rinnovare il carisma salesiano e il metodo educativo di don Bosco nella terra di San Patrizio. In occasione dell’anniversario dei cent’anni dei salesiani d’Irlanda, la scuola media don Bosco – Valdocco ha avuto l’onore di organizzare un percorso linguistico e di incontro con la realtà irlandese per oltre settanta ragazzi, creando una sinergia efficace con la scuola statale locale. Questa proposta è stata fortemente caldeggiata dall’Ispettore salesiano dell’Irlanda e di Malta, padre Eunan McDonnel.

L’offerta didattica e culturale è stata alta, a partire dalla residenza che per una settimana ha ospitato gli studenti: il maestoso college della Maynooth University, situato a 25 chilometri da Dublino. L’ingresso dell’Università di Maynooth Grazie alla collaborazione instaurata con i salesiani di Maynooth, guidati dall’instancabile Father Richard Ebejer, il viaggio studio in Irlanda ha offerto ai ragazzi tante opportunità di crescita e arricchimento personali, il tutto nello stile universale di don Bosco.

I ragazzi cosa ne pensano? Asia risponde così: «L’esperienza in Irlanda per me è stata molto importante per la pratica dell’inglese. I loro luoghi, le loro tradizioni e la loro cultura sono aspetti che considero meravigliosi, inoltre ho sempre trovato il mondo inglese-irlandese molto affascinante». Anche Pepe è sulla stessa lunghezza d’onda: «La gita verso Dublino è stata senza dubbio un’esperienza fantastica dal punto di vista linguistico, perché ho imparato ad ascoltare l’inglese e così ho ampliato il mio lessico. A mio parere, Dublino è una città bellissima, perché è moderna e antica allo stesso tempo e questo la rende magnifica. ».

I ragazzi della 3B e della 3C con Father Richard Ebejer a Maynooth…e gli insegnanti? Davide Sordi, Preside di Valdocco:” esperienze che segnano momenti importanti per la crescita dei ragazzi, che incontrano, si relazioni, condividono la vita. Questa è la scuola che immaginiamo!!!” E poi aggiunge: “tutto è reso ancora più facile quando si è accolti come lo siamo stati noi dai salesiani d’Irlanda. Come Valdocco anche l’Irlanda per noi è Casa”.

 

Avvenire: Disagio giovanile e periferie, la Chiesa di Torino in campo – Don Domenico Ricca

La settimana scorsa a Torino, presso l’Urban Lab, è stata presentata la ricerca “Il disagio nelle periferie di Torino” dell’economista Mauro Zangola. Tra gli operatori che si occupano in città di disagio giovanile e di integrazione, don Domenico Ricca, salesiano, cappellano del carcere minorile “Ferrante Aporti”.

Si riporta l’articolo pubblicato da Avvenire in data odierna riguardante la presentazione della ricerca, a cura di Marina Lomunno.

LA MAPPA DEI BISOGNI E IL LAVORO DA FARE

Disagio giovanile e periferie, la Chiesa di Torino in campo

A Mirafiori, il quartiere nato attorno alla grande fabbrica ogni due “nonni” c’è un giovane: nel 1981 per ogni anziano c’era un giovane e mezzo. Dall’altra parte della città, in Barriera di Milano, periferia nord, ogni due giovani stranieri c’è n’è uno italiano. Sono alcuni dei dati della ricerca dell’economista Mauro Zangola “Il disagio nelle periferie di Torino” presentata settimana scorsa nel capoluogo piemontese durante l’incontro “Chi sono i giovani a Torino”, presso “Urban Lab”, Laboratorio Urbano, associazione nata nel 2005 grazie a un accordo tra Città di Torino e Compagnia di San Paolo per raccontare come cambia la città sotto la Mole e l’area metropolitana.

Torino da sempre, è stato sottolineato, è città laboratorio: fin dai tempi dei santi sociali, dove emarginazione e disagio giovanile hanno offerto lo spunto per far nascere gli oratori e la formazione professionale. E nella città che fu della Fiat e che adesso sta cercando di reinventarsi, disoccupazione giovanile e invecchiamento della popolazione stanno diventando un’emergenza sociale: anche oggi in prima linea a trovare soluzioni, soprattutto per contribuire a rimotivare i Neet, i giovani che né studiano né lavorano (oggi sarebbero i «ragazzi discoli e pericolanti» di don Bosco) c’è la Chiesa torinese.

Nel giugno scorso l’arcivescovo Cesare Nosiglia ha commissionato all’economista Zangola una ricerca sui giovani nelle periferie di Torino. Il testo è stato lo spunto per mettere attorno al tavolo, invitati da “Urban Lab”, gli operatori che si occupano in città di disagio giovanile e di integrazione. Oltre a Nosiglia e alla pastorale del Lavoro sono intervenuti tra gli altri don Domenico Ricca, salesiano, cappellano del carcere minorile “Ferrante Aporti”, il vicesindaco Sonia Schellino e Marco Giusta, assessore alle Politiche giovanile del Comune e i rappresentanti di Politecnico, Università, Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt e alcune associazioni giovanili impregnate nelle periferie con attività di aggregazione sportiva e sociale.

In generale la ricerca evidenzia come i giovani disoccupati siano a bassa scolarità e provenienti da famiglie «con potenziale disagio economico» che vivono nei quartieri dove anziani e stranieri sono in prevalenza: periferie urbane come Mirafiori e Torino nord, quartieri Vallette, Borgo Vittoria, Aurora, Barriera di Milano, Falchera. Ultimi tra gli ultimi, come ha evidenziato don Domenico Ricca, sono i ragazzi che incappano nelle maglie della giustizia ma che sono lo specchio dell’abbandono delle periferie non solo torinesi.

«La vera emergenza è l’istruzione: dobbiamo dichiarare guerra alla dispersione scolastica e incrementare l’accompagnamento educativo di avvicinamento al lavoro» ha sottolineato il cappellano.

Un allarme condiviso dall’arcivescovo Nosiglia che, ricordando come la diocesi sia in prima linea nelle parrocchie in cui sono attivi decine di sportelli lavoro, gli oratori, i centri di formazione professionale di ispirazione cristiana che «soccorrono e qualificano» i ragazzi che abbandonano i corsi di studi superiori, ha avanzato una proposta per dare futuro alla città:

«Se non si fa sistema, tutto diventa più frammentato» ha detto Nosiglia. «Occorre una progettualità condivisa tra tutti coloro che in città si occupano dei giovani: per questo proponiamo di dar vita a un comitato permanente sul disagio giovanile cittadino in cui i rappresentanti dei centri e degli sportelli lavoro che operano sul territorio elaborino una mappa aggiornata sui servizi offerti, sui fabbisogni formativi degli operatori e sulle opportunità di lavoro».

Proposta accolta subito da “Urban Lab” che ha dato la disponibilità per ospitare il comitato per i giovani torinesi più fragili.