Un sogno lungo un applauso: spettacolo teatrale “Fantasmi da asporto” a San Benigno

Dal sito dei salesiani di San Benigno il resoconto dello spettacolo teatraleFantasmi da asporto“, andato in scena il 6 giugno, e del percorso del laboratorio di teatro.

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Inghilterra, Seconda Guerra Mondiale. Sotto i bombardamenti che vedono vittima la città di Londra, si aggira una famiglia, i Wilkinson, che, dopo un’esplosione, si ritrova a vivere da fantasmi. Nello stesso tempo, Sabrina e Pelham Dall’Osso sono due spiriti cattivi e malefici, che combinano ogni guaio al malcapitato di turno che se li trova di fronte. Intanto, nell’orfanotrofio gestito da Madre Margareth e dalla novizia Suor Phillida, Oliver ha appena ereditato una fortuna, compreso un castello, che però i temibili cugini Fulton e Frieda Snoodle White sono pronti a tutto pur di portargli via, anche a ucciderlo. Come? Beh, semplice: ordinando una coppia di spiriti all’agenzia “Fantasmi da asporto”! Ma, aspettate un secondo: che cosa c’entrano in tutta questa storia i due scienziati un po’ folli che rispondono al nome di Fetlok e Mankovic?

Questa, in soldoni, la trama dello spettacolo teatrale “Fantasmi da asporto“, andato in scena martedì 6 giugno, con la regia del prof. Nicolò Massucco, presso il Teatro Comunale di Bosconero, in due repliche (alle h. 18.00 per genitori e allievi delle classi prime; alle 20.45 per genitori e allievi delle classi seconde e terze) e che ha concluso l’esperienza, incominciata a gennaio, del laboratorio di teatro che ormai da due anni permette ad alcuni allievi di provare la grande emozione di calcare le assi di un vero e proprio palcoscenico da professionisti.

Il progetto, iniziato a novembre con una fase di selezione dei candidati attraverso un pomeriggio di provini, ha preso il via al rientro dalle vacanze di Natale, con una serie di incontri incentrati su un primo approccio all’arte teatrale: vocespaziocorpo e improvvisazione sono stati i cardini fondamentali sui quali il laboratorio ha preso avvio, attraverso esercizi e giochi propedeutici che hanno permesso a tutta la compagnia (16 attori e 2 riserve) di “scaldare i motori” e prendere confidenza tra di loro, essendo provenienti da classi e annate differenti (seconde e terze).

Al termine di questa prima fase, il professor Massucco ha presentato a tutti il copione che sarebbe andato in scena a giugno e che sin da subito ha destato la curiosità della truppa, non essendo una storia immediatamente familiare come quella della Carica dei 101 messa in scena lo scorso anno.

Quattro mesi di prove molto impegnative (per lo studio delle parti, per imparare i movimenti e “aggiustare il tiro” dell’interpretazione, quando serviva) hanno permesso ai ragazzi di comprendere quante e quali potenzialità ha il teatro:

  • la necessità di conoscersi e di esplorare chi non è un compagno di classe;
  • di mettersi nei panni di un personaggio e provare a dargli vita, capendone motivazioni e atteggiamenti;
  • di uscire dal guscio della propria timidezza e di mettersi in gioco;
  • e tanto, tanto altro ancora.

La sera del 6 giugno, durante le due repliche, non c’è stata una sola volta in cui qualcuno dovesse dire a questi splendidi, meravigliosi ragazzi, che cosa ci fosse da portare in scena o quali fossero i movimenti da fare: era tutto nella loro testa (e nel loro cuore).

Sulle luci bianche finali, il lungo e meritato applauso è ciò che gratifica di più dopo un così lungo percorso.