Sabato 14 e Domenica 15 marzo 2026 torna la Violetta di Don Bosco!

Sabato 14 e domenica 15 marzo 2026 torna la Violetta di Don Bosco in collaborazione con Salesiani per il Sociale: un’occasione per diffondere il messaggio di solidarietà e di sostegno per i bambini e i ragazzi in difficoltà. La Violetta di Don Bosco rappresenta proprio questo: fare il bene senza cercare l’attenzione o il riconoscimento per le nostre azioni.

La violetta è un simbolo di solidarietà e di sostegno per i bambini e i ragazzi delle nostre Case famiglia e Centri diurni in tutta Italia, acquistandola sarai ogni giorno al fianco di bambini e ragazzi soli: tanti di loro hanno bisogno ora di qualcuno che li prenda per mano e li accompagni verso un futuro migliore.

“Fare il bene senza comparire. La violetta sta nascosta ma si conosce e si trova grazie al suo profumo.”

— San Giovanni Bosco

Quest’anno la “Violetta di Don Bosco”, si apre a una nuova e significativa collaborazione: parteciperà infatti anche l’Associazione dei Salesiani Cooperatori, segno concreto di una Famiglia Salesiana sempre più unita e attiva.

La collaborazione tra l’Associazione dei Salesiani Cooperatori e Salesiani Per il Sociale nasce dal comune desiderio di servire i giovani con il cuore e lo stile di Don Bosco, nel pieno rispetto delle distinte identità e nature giuridiche delle due realtà.

L’Associazione dei Salesiani Cooperatori è un’associazione di fedeli di natura ecclesiale, promossa e fondata da don Bosco, parte integrante della Famiglia Salesiana e riconosciuta dalla Chiesa come espressione della vocazione laicale salesiana. Salesiani per il sociale, invece, è una rete associativa del Terzo Settore di natura civile, fondata e promossa dai Salesiani di Don Bosco d’Italia, che realizza azioni educative, sociali e di inclusione a favore dei minori e dei giovani in difficoltà.

Questa collaborazione, nel rispetto delle reciproche autonomie, vuole essere un segno concreto di corresponsabilità e di comunione nella missione, dove la dimensione ecclesiale e quella civile si integrano per rispondere insieme alle sfide educative e sociali del nostro tempo.

La Violetta di Don Bosco si conferma un evento che, anno dopo anno, cresce e si arricchisce grazie al vostro entusiasmo, al vostro sostegno e alla vostra generosità, e che aspira a diventare sempre più un’iniziativa di respiro nazionale.

 

Educazione, lettera apostolica di Papa Leone: il Vangelo diventa un gesto educativo

Pubblichiamo un commento di don Elio Cesari, presidente del Centro Nazionale delle Opere salesiane, alla lettera apostolica di Leone XIV “Disegnare nuove mappe di speranza”, pubblicata oggi a 60 anni dalla dichiarazione conciliare Gravissimum Educationis.

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La Lettera Apostolica di Papa Leone XIV, Disegnare nuove mappe di speranza, giunge in occasione del Giubileo dell’Educazione e in un momento di rapidi mutamenti e incertezze che disorientano, riaffermando un fatto: l’educazione non è un’attività accessoria per la Chiesa, ma costituisce la trama stessa dell’evangelizzazione.

Il Vangelo diventa gesto educativo, relazione e cultura, e le comunità educative, guidate dalla parola di Cristo, sono chiamate a rilanciarsi e a costruire ponti, reagendo con creatività alle sfide contemporanee. Fin dalle origini, infatti, il Vangelo ha generato “costellazioni educative”, che sono state capaci di leggere i tempi e di custodire l’unità tra fede e ragione, pensiero e vita, conoscenza e giustizia.

Papa Leone ricorda che la storia dell’impegno educativo della Chiesa è sempre viva e si snoda attraverso tappe fondamentali che evidenziano una visione coerente dell’uomo.

Innanzitutto, questa Lettera Apostolica ricorre in occasione del LX anniversario della Dichiarazione conciliare Gravissimum Educationis (28 ottobre 1965). Con tale Dichiarazione, il Concilio Vaticano II ha ribadito l’importanza cruciale dell’educazione nella vita umana, dichiarando il diritto inalienabile di ogni persona a un’educazione conforme alla propria vocazione e aperta alla convivenza fraterna. La Chiesa, in virtù del suo mandato di annunciare il mistero della salvezza, ha un compito specifico nello sviluppo dell’educazione.

Quindici anni fa il contesto educativo era già segnato da forti difficoltà. Nella sua lettera alla Diocesi di Roma del 21 gennaio 2008, Papa Benedetto XVI parlava di una grande “emergenza educativa”: secondo Benedetto XVI, la crisi educativa affonda le radici in una crisi di fiducia nella vita e nella difficoltà di trasmettere certezze e valori essenziali. Egli esortava a non temere, poiché le difficoltà non sono insormontabili, ma piuttosto il rovescio della medaglia del dono prezioso della libertà.

Più recentemente, cinque anni fa, è stato lanciato il Patto Educativo Globale. Papa Leone XIV lo riconosce come un’eredità profetica di Papa Francesco, un invito a creare alleanza e rete per educare alla fraternità universale. I suoi sette percorsi fondamentali orientano le scuole e le università, ponendo al centro la persona, ascoltando i giovani e promuovendo la dignità.

Nella Chiesa, l’educazione è da sempre stata una priorità, manifestata in una “cosmologia della paideia cristiana”. Le “costellazioni educative” (dalle prime università nate “dal cuore della Chiesa”, ai carismi di San Giuseppe Calasanzio, San Giovanni Battista de La Salle e San Giovanni Bosco) dimostrano che la pedagogia cattolica non è mai teoria disincarnata, ma passione, carne e storia, offrendo risposte originali ai bisogni di ogni epoca.

Educare è descritto da Leone XIV come un “atto di speranza” e una passione che si rinnova, manifestando la promessa che si vede nel futuro dell’umanità. È un “mestiere di promesse”, che richiede di promettere tempo, fiducia, competenza, giustizia, e il coraggio della verità. Infine, è un “compito d’amore” che si tramanda per ricucire il tessuto lacerato delle relazioni.

Nella visione del Pontefice, l’educazione deve abbracciare in particolare due rapporti significativi. Il primo è quello tra fede e ragione. Citando San John Henry Newman, co-patrono della missione educativa della Chiesa, si sottolinea che “la verità religiosa non è solo una parte ma una condizione della conoscenza generale”. Questo invita a un rinnovato impegno per una conoscenza rigorosa, responsabile e profondamente umana. Il secondo rapporto cruciale è quello tra desiderio e cuore: separarli dalla conoscenza significherebbe spezzare la persona. L’università e la scuola cattolica sono chiamate ad essere luoghi dove il dubbio non è bandito ma accompagnato, e dove il cuore dialoga col cuore secondo il motto di Newman: Cor ad cor loquitur.

La formazione deve essere integrale, abbracciando la persona nella sua totalità: spirituale, intellettuale, affettiva, sociale e corporea. Questa visione integrale implica che:

  • La verità si ricerca in comunità, ricordando che “il cammino [è] molto sopportabile quando si va avanti con l’aiuto dell’altro”.
  • La libertà è risposta e non capriccio, ma l’educazione è formazione al “retto uso della libertà”, accettando il rischio che comporta e aiutando a correggere le idee sbagliate.
  • L’autorità non è dominio, ma servizio. Essa acquista credibilità tramite l’esperienza, la competenza e, soprattutto, la coerenza della vita dell’educatore, che è un testimone della verità e del bene.

L’atto educativo è, in ogni sua espressione, un atto comunitario. La comunità educante è definita come un “noi” che comprende docente, studente, famiglia, personale, pastori e società civile, tutti convergenti per generare vita.

Mi pare che nella Lettera emerga poi un tratto interessante per il contesto contemporaneo, e cioè che l‘educazione richiede il sostegno di tutta la società: per questo è fondamentale la dimensione di alleanza. Le istituzioni educative sono invitate a convergere e a sostituire le rivalità con l’unità, la loro forza più profetica. In un mondo interconnesso, è essenziale collaborare attivamente sia a livello locale che globale, promuovendo scambi, progetti comuni e il riconoscimento reciproco delle buone pratiche. Le istituzioni cattoliche sono chiamate a collaborare con la società civile, così come reciprocamente le autorità politiche e i settori produttivi con esse.

La famiglia rimane il primo luogo educativo. I genitori sono i primi e principali educatori, e le scuole cattoliche devono collaborare con loro, non sostituirli, costruendo un’alleanza educativa basata sulla corresponsabilità.

Cruciale in questo quadro è il principio di sussidiarietà, riconosciuto già in Gravissimum Educationis. Lo Stato deve tutelare il diritto all’istruzione, vigilare sulla serietà degli studi e promuovere l’ordinamento scolastico, tenendo presente la sussidiarietà ed escludendo ogni forma di monopolio scolastico.

In particolare, la scuola cattolica è un ambiente in cui fede, cultura e vita si intrecciano, permeato dello spirito evangelico. La sua missione è coordinare l’insieme della cultura umana con il messaggio della salvezza, affinché la conoscenza sia illuminata dalla fede. La scuola cattolica conserva una “somma importanza” e contribuisce alla tutela della libertà di coscienza e dei diritti dei genitori.

A sessant’anni da Gravissimum Educationis e cinque anni dal Patto Educativo Globale, Papa Leone XIV aggiunge tre priorità per la rete educativa cattolica.

  • Vita interiore: i giovani cercano profondità. È necessario offrire spazi di silenzio, discernimento e dialogo con la coscienza e con Dio.
  • Digitale umano: le università e le scuole devono formare all’uso sapiente delle tecnologie e dell’Intelligenza Artificiale, mettendo la persona prima dell’algoritmo e armonizzando le intelligenze tecnica, emotiva, sociale, spirituale ed ecologica. Il progresso tecnologico fa parte del piano di Dio, ma esige discernimento e una riflessione etica e filosofica.
  • Pace disarmata e disarmante: l’educazione deve insegnare linguaggi non violenti, la riconciliazione e la costruzione di ponti, affinché “Beati gli operatori di pace” (Mt. 5,9) diventi metodo e contenuto dell’apprendere. La pace è forza mite che rifiuta la violenza.

L’urgenza del mandato è disegnare nuove mappe di speranza. L’intera rete educativa cattolica è una costellazione educativa rinnovata, viva e plurale, chiamata a convergere. Questa costellazione esige qualità e coraggio: qualità nella progettazione pedagogica e coraggio nel garantire l’accesso ai più poveri, perché “perdere i poveri” significa perdere la scuola stessa. Il futuro impone di “splendere come astri nel mondo, tenendo alta la parola della vita” (Fil. 2,15-16), orientando verso la verità che rende liberi e la fraternità che consolida la giustizia.

Nel 2027 ricorreranno i 150 anni del Sistema Preventivo di don Bosco, a cui anche Papa Leone fa riferimento nella sua Lettera: “San Giovanni Bosco, col suo ‘metodo preventivo’, trasformò la disciplina in ragionevolezza e prossimità”.

Come papa Leone chiede di affidarsi a Maria, Sede della Sapienza, allo stesso modo riprendo un passaggio di don Bosco, che tra i consigli per studiare bene concludeva così: “Continuando a parlare dei mezzi per studiare oggi vi dirò il principale. Ricorrere sempre alla protezione di Maria Santissima. Maria è sede della sapienza; quindi prima di studiare la lezione, prima di incominciare la spiegazione degli autori, prima di fare la composizione non dimenticatevi mai di dire un’Ave alla santa Vergine e poi soggiungere: Sedes sapientiae, ora pro nobis”.

“Splendete come astri nel mondo”: la mostra che celebra i 150 anni dalla prima spedizione missionaria

Quest’anno celebriamo il 150° anniversario della prima partenza missionaria salesiana, l’anniversario di quel gesto straordinario con cui, l’11 novembre 1875, Giovanni Bosco salutò dalla banchina di Genova i primi dieci confratelli diretti in Argentina. Quell’impresa coraggiosa che ha dato origine a una presenza salesiana in 136 Paesi del mondo! In quel “sì” dei giovani salesiani partenti risuonarono la fede e l’audacia di chi aveva l’incarico di trasformare la prima terra di missione in un laboratorio di educazione, accoglienza e evangelizzazione.

Da quel primo approdo ai nostri giorni, la missione salesiana ha superato guerre, carestie, migrazioni di massa, ma non ha mai tradito la propria ragion d’essere: offrire ai giovani più poveri un’istruzione a 360°, un mestiere, un oratorio dove crescere come fratelli e sorelle, una parrocchia che li accolga. I Figli di Don Bosco ancora oggi continuano a scrivere la stessa pagina di speranza tracciata un secolo e mezzo fa, costruendo scuole, centri professionali e opere di tutela dell’infanzia.

Mostra Missionaria “Splendete come astri nel mondo”

In questi anni così speciali nei quali celebriamo gli anniversari delle prime spedizioni missionarie (1875 e 1877), siamo lieti di offrirvi uno strumento significativo per sensibilizzare e formare ragazzi, giovani e adulti al tema missionario.

La mostra, frutto di un lungo lavoro che ha coinvolto diverse persone delle ispettorie dei Salesiani INE e ILE e delle ispettorie delle Figlie di Maria Ausiliatrice ITV e ILO, vuole essere un percorso in tre tappe:

  • una parte storica per presentare le origini e le prime spedizioni
  • una parte agiografica per descrivere dieci figure luminose di missionari, due per ogni continente
  • una parte contemporanea per rilanciare il tema missionario negli ambiti più quotidiani.

L’esposizione, inoltre, prevede la presenza di diversi QRcode per poter fornire, a quanti lo desiderano, materiali aggiuntivi sia in formato scritto che in formato video.

Tutti i materiali sono disponibili in una pagina del sito MGS Italia:

Corsa dei Santi il 1° novembre 2025, atleti per la Pace: attivo il numero per gli SMS solidali

Si riporta di seguito il Comunicato Stampa di Missioni Don Bosco.

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Giubileo a Roma: atleti per la Pace

Il progetto di Missioni Don Bosco “Educazione per tutti” a Calcutta

Nel cuore del Giubileo 2025, la Corsa dei Santi torna a Roma come segno di speranza e impegno. Non è soltanto una manifestazione sportiva, ma un gesto corale di festa e solidarietà, un’occasione per ribadire pubblicamente il desiderio di Pace in un tempo segnato da troppe guerre e divisioni.

La Corsa dei Santi parte da piazza San Pietro e termina lì dopo 10 km di tracciato. Ogni anno sostiene un progetto di Missioni Don Bosco. Nel 2025 i riflettori si accendono sui bambini di Howrah e Calcutta, nel Bengala Occidentale, dove i salesiani realizzano il programma “Educazione per tutti”. Ventuno scuole di strada accolgono oltre 760 bambini che vivono nelle baraccopoli, mentre altri 2.500 ricevono orientamento, supporto psicologico e assistenza sanitaria di base. L’obiettivo è restituire loro dignità, istruzione e futuro.

Per la raccolta delle donazioni è attivo il numero per gli SMS solidali 45589.

La Corsa dei Santi è organizzata dalla Società sportiva Acsi Italiatletica nella persona del presidente Roberto Debenedittis su licenza della Prime Time Promotions. Alla conferenza stampa saranno presenti gli atleti Andy Diaz (bronzo olimpico nel salto triplo) e Stefano Oppo (8 medaglie europee nel canottaggio) testimonial della Corsa insieme con Sofia Goggia (campionessa olimpica nella discesa libera, vincitrice di quattro Coppe del Mondo e di due medaglie mondiali) e con Gregorio Paltrinieri (campione europeo in carica nella 5 km stile libero).

Torino accoglie il Festival della Missione 2025: volti, storie e spiritualità in cammino

Dal 9 al 12 ottobre 2025, Torino sarà il palcoscenico della terza edizione del Festival della Missione, evento nazionale itinerante che quest’anno ruoterà attorno al tema “Il Volto prossimo”. Il Festival sarà un’occasione preziosa per creare legami, ascoltare storie e confrontarsi su temi di grande attualità.

Tra gli ospiti attesi:

  • il cardinale Giorgio Marengo
  • la biblista Rosanna Virgili
  • il filosofo Roberto Mancini
  • l’economista Gael Giraud

Oltre alle conferenze, il programma prevede momenti di spiritualità, attività per bambini e ragazzi, presentazioni di libri e documentari, e spazi dedicati alla preghiera e al dialogo con i giovani.

L’apertura ufficiale è fissata per giovedì 9 ottobre alle ore 18.00, nella Chiesa di San Filippo Neri. A dare il via sarà Luciana Littizzetto, con una narrazione speciale dedicata ai sette cammini urbani: percorsi simbolici che attraversano Torino toccando luoghi segnati da migrazione, dipendenze, solitudine e marginalità. Tutti i cammini convergeranno nella chiesa di via Maria Vittoria, emblema dell’incontro con le fragilità.

Il mondo salesiano parteciperà con un pellegrinaggio dedicato al tema del “Giovane”, in partenza da Palazzo Nuovo alle 17.30 e arrivo alla Chiesa di San Filippo Neri in tempo per l’inaugurazione. Seguiranno testimonianze, tra cui quella di un’educatrice dell’Opera Salesiana San Luigi di Torino.

È possibile sfogliare il programma completo degli eventi sul sito ufficiale del Festival:

Cagliero 11 – “Ringraziare > Tradizioni” – Ottobre 2025

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°202 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Ottobre 2025.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Ringraziamo per la ricchezza che deriva dalla varietà di culture e religioni che incontriamo nel nostro lavoro missionario.

Per la collaborazione tra le diverse tradizioni religiose.

 

Cari amici,

l’Anno Giubilare della Speranza indetto da Papa Francesco terminerà tra poche settimane con il suo legittimo successore, Papa Leone XIV. Negli ultimi mesi, è stata una benedizione per me essere a Roma e vedere tanti pellegrini provenienti da tutto il mondo riunirsi e approfittare delle grazie di Dio attraverso la loro partecipazione ai vari momenti liturgici offerti dall’Anno Giubilare. I cristiani sono persone di speranza e noi speriamo in un mondo migliore, oltre che per noi stessi. Non ci arrendiamo perché la nostra speranza è radicata in Gesù Cristo, i salesiani di tutto il mondo lottano per un futuro migliore in collaborazione con persone di culture e religioni diverse. Dare e offrire speranza non ha bisogno di barriere. Vi preghiamo di pregare affinché i salesiani e i nostri collaboratori laici continuino a lottare per un mondo migliore con il vostro sostegno e la vostra gentilezza.

L’Anno Giubilare della Speranza sta per concludersi, ma la nostra speranza in Cristo di portare amore, pace e armonia tra il popolo di Dio per un futuro più luminoso continuerà.

Don Will Matthews SDB,
Consigliere Generale per l’Asia Est-Oceania

Ritiro ADMA: un giorno di fede, silenzio e condivisione nella terra di don Bosco

Il 14 settembre 2025, il Colle Don Bosco ha accolto numerosi fedeli per il ritiro spirituale plenario organizzato dall’Associazione di Maria Ausiliatrice (ADMA). Un appuntamento atteso, che ha segnato l’inizio del nuovo anno pastorale sotto il segno della spiritualità salesiana, della preghiera condivisa e della riflessione profonda.

La ricca giornata formativa ha avuto inizio alle 9:30, nella Basilica inferiore, con la recita delle Lodi mattutine, un momento di preghiera comunitaria che ha aperto il cuore allo sviluppo delle attività. Le voci si sono unite in un canto armonioso, accompagnate da letture e riflessioni che hanno sottolineato il tema del ritiro: “La nostra fede, la fede dei nostri figli”.

Di seguito è iniziata la catechesi, guidata da don Roberto Carelli, che ha introdotto il tema della fede che accompagnerà tutta la Famiglia Salesiana in questo nuovo anno. Nel corso della catechesi don Roberto ha invitato i presenti a riflettere sul ruolo della fede nella vita familiare. Con parole semplici ma profonde, ha introdotto i principali materiali di riferimento di quest’anno che saranno il Vangelo di Luca, l’Enciclica Lumen Fidei e la Strenna 2026. Inoltre, ha comunicato che il Rettor Maggiore ha già inserito in maniera programmatica il tema della fede, anticipando il dono della Strenna, che aiuterà tutta la Famiglia Salesiana a riflettere, formare, pregare e agire sull’argomento della fede nei suoi legami con la missione.

La prima tappa che ha avviato il ritiro di quest’anno è stata “State saldi nella fede” (1Cor 16,13): la fede e l’esistenza. Don Roberto Carelli ha parlato della forza che può avere la fede se ad essa si dedica l’esistenza rimanendo affidati, dimostrandosi affidabili e affidandosi a Dio più che agli uomini. Essere testimoni di fede è il modo più efficace per raggiungere le anime dei nostri figli che devono essere educati ad una fede solida e certa. Per far questo, tutta la comunità educativa ed in primis i genitori sono invitati a formarsi seguendo le tracce e gli insegnamenti di Gesù, attraverso il Vangelo da vivere con autenticità.

Dopo la catechesi, è stato lasciato spazio al silenzio e alla preghiera personale, seguito dal pranzo comunitario. Le attività sono riprese nel pomeriggio con la recita del Santo Rosario, un momento mariano molto sentito, che ha emanato nei fedeli un’energia positiva coinvolgente. Le decine, introdotte dai giovani, sono state accompagnate da meditazioni sui misteri della vita di Cristo e di Maria, con particolare attenzione alla famiglia e alla vocazione educativa.

Successivamente, si è svolta la condivisione, un tempo in cui i partecipanti hanno potuto raccontare le proprie esperienze, le difficoltà e le gioie del cammino di fede. Alcuni genitori hanno testimoniato come la spiritualità salesiana abbia aiutato a crescere i figli nella fede, altri hanno condiviso momenti di crisi superati grazie alla preghiera e alla comunità.

La giornata formativa ha avuto conclusione con la Santa Messa celebrata nella Basilica inferiore da don Roberto Carelli e don Gabriel de Jesùs Cruz Trejo. L’altare adornato, i musicisti che hanno accompagnato i canti liturgici e l’omelia che ha richiamato la figura di Don Bosco, educatore di centinaia di giovani alla fede, hanno reso questo momento particolarmente toccante.

Il ritiro al Colle Don Bosco ha rappresentato un passo importante nel cammino spirituale di tante famiglie, tornate alle loro case con il cuore colmo di gratitudine, con nuove consapevolezze e con il desiderio di vivere la fede in modo più autentico. In un mondo che spesso corre e distrae, fermarsi per un giorno, pregare, ascoltare, condividere e celebrare è stato un dono prezioso.

Come ha scritto il consiglio dell’ADMA nel messaggio finale:

“Gesù e Maria ci aspettano per continuare il nostro cammino ‘La nostra fede, la fede dei nostri figli’, da vivere insieme per questo nuovo anno.”

Ultimi preparativi per il Giubileo dei Giovani 2025. La Famiglia Salesiana è in prima linea

Dall’agenzia ANS.

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Il Giubileo dei Giovani 2025 è ormai giunto alle porte: da lunedì prossimo, 28 luglio, per una settimana intera, centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze da tutto il mondo torneranno a riempire con la loro gioia e la loro testimonianza le strade di Roma, a 25 anni dal grande Giubileo del 2000. Anche gli atti conclusivi dell’evento, nei giorni di sabato 2 e domenica 3 agosto, richiameranno quell’appuntamento, venendo realizzati nella stessa grande spianata in località Tor Vergata. Ma prima ci saranno da vivere e condividere tante altre emozioni, celebrazioni e momenti di riflessione, amicizia, fede e inclusione. E i giovani del Movimento Giovanile Salesiano (MGS) saranno come sempre partecipi e protagonisti di questo grande evento foriero di speranza per il mondo.

Cifre e dati dell’evento

Nella conferenza stampa di presentazione dell’evento più atteso e partecipato dell’anno giubilare, tenuta nella mattinata di oggi, mercoledì 23 luglio 2025 in Vaticano, Mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, Sezione per le Questioni Fondamentali dell’Evangelizzazione nel Mondo e responsabile della Santa Sede per il Giubileo, ha fornito diversi dati interessanti.

I giovani pellegrini provengono infatti da 146 Paesi diversi: dall’Europa per il 68% di presenze, e poi dal resto dei continenti. Menzione speciale per i giovani che arrivano da zone di guerra: Libano, Iraq, Myanmar, Ucraina, Israele, Siria e Sud Sudan, per un ideale “abbraccio” che coinvolgerà le nuove generazioni di tutto il mondo.

Per la loro accoglienza, sono state mobilitate 270 parrocchie, 400 strutture scolastiche, 40 siti extra-scolastici, case della Protezione Civile, palazzetti dello sport e famiglie. Per il ristoro dei giovani, sono stati predisposti 20 punti specifici, con accrediti per ricevere pranzi e cene.

Per tutto questo l’arcivescovo ha ringraziato anche le autorità civili italiane per la proficua collaborazione all’organizzazione dell’evento.

L’ospitalità salesiana

La sola realtà salesiana romana alloggerà nei propri spazi circa 5mila giovani appartenenti al Movimento Giovanile Salesiano (MGS). Un’ospitalità studiata nei dettagli da una cabina di regia che comprende tecnici dell’Ispettoria salesiana dell’Italia Centrale. Ottocento saranno distribuiti tra la palestra e l’oratorio della parrocchia Don Bosco, nella periferia est. “Abbiamo ottenuto anche la disponibilità degli istituti e delle scuole della zona, comprese le Figlie di Maria Ausiliatrice e riusciremo ad ospitare 3.500 giovani provenienti dal mondo salesiano. La basilica sarà il polo principale dove saranno allestite segreteria, accoglienza e postazione medica” ha spiegato il parroco, don Giorgio Mocci.

Le giornate saranno scandite da celebrazioni in italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco e i sacerdoti saranno sempre disponibili per le confessioni. La chiesa, che può accogliere fino a 2.500 persone, “sarà aperta fino a notte fonda” precisa il sacerdote.

Sempre alla Basilica Don Bosco avrà luogo l’attesissimo appuntamento dell’“SYM Day”, cioè la giornata interamente dedicata al Movimento Giovanile Salesiano (SYM, in inglese), mercoledì 30 luglio. Ma vediamo il programma nel dettaglio.

Il programma salesiano: una settimana di spiritualità, cultura e comunione

Lunedì 28 luglio segnerà l’inizio dell’esperienza giubilare per tutti i pellegrini, e coinciderà significativamente con un’altra interessante iniziativa: il primo Giubileo dei Missionari Digitali e degli influencer cattolici, quasi a ribadire che questa peculiare forma di missione è affidata in primo luogo ai giovani, abitatori naturali degli areopaghi virtuali. Per i partecipanti dell’MGS, dalle 9:00 alle 21:00 si svolgeranno gli arrivi e le sistemazioni. Ad accogliere i giovani alla Basilica di Don Bosco ci sarà una coloratissima “Fiera MGS” nella piazza Don Bosco, un momento di festa, incontro e condivisione tra delegazioni di tutto il mondo, che perdurerà anche nelle giornate successive dell’evento.

Martedì 29 luglio, alle ore 18:00, l’MGS parteciperà alla Santa Messa di benvenuto della Chiesa di Roma in Piazza San Pietro. È il primo momento ufficiale comune con tutti i giovani del Giubileo.

Mercoledì 30 luglio sarà il “SYM DAY”. Dalle 10:30 alle 18.00, in diverse aree urbane si terrà il cosiddetto “Dialogo con la Città”: attività culturali, artistiche e spirituali, per favorire l’incontro tra i giovani pellegrini e la realtà viva di Roma. Ma in contemporanea avrà anche luogo il “SYM Jubilee Festival”, che vedrà radunati i giovani dell’MGS di tutto il mondo attorno al Rettor Maggiore dei Salesiani, Don Fabio Attard, e alla Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice, Madre Chiara Cazzuola. Dalle 18.00 in poi si alterneranno anche le esibizioni artistiche dalle varie regioni del mondo, seguite da agape fraterna, uno spettacolo serale e una veglia con adorazione.

Giovedì 31 luglio riprenderà il “Dialogo con la città”, con proposte diffuse per continuare a vivere la dimensione dell’incontro e della testimonianza. Sarà l’occasione per i gruppi di conoscere luoghi significativi di Roma, della spiritualità cristiana e dell’esperienza salesiana.

Venerdì 1° agosto sarà la Giornata Penitenziale: al Circo Massimo, dalle 10:30 alle 18:00, i giovani saranno invitati a vivere l’esperienza del perdono attraverso il Sacramento della Riconciliazione. Un momento forte, personale e comunitario, di ritorno a Dio e di riconciliazione con il Creatore, con sé stessi e con gli altri.

Il culmine dell’evento sarà il fine-settimana, in località Tor Vergata, lo stesso luogo che ospitò la fase finale della Giornata Mondiale della Gioventù del 2000 con San Giovanni Paolo II. Sabato 2 agosto, alle 7.00, l’MGS riceverà il mandato dal Rettor Maggiore e dalla Madre Generale. Quindi, in pellegrinaggio, i giovani si recheranno presso la spianata adibita per l’incontro, e dalle 15:00 alle 20:00, prenderanno parte alle attività di animazione previste, con musica, testimonianze e intrattenimento, in attesa dell’arrivo del Papa. Alle 20:30, avrà inizio la veglia con il Santo Padre, e per l’occasione, tre giovani provenienti da Italia, Messico e Stati Uniti, rivolgeranno altrettante domande al Pontefice, che risponderà nelle rispettive lingue.

Seguirà il pernottamento in sacco a pelo sotto le stelle: un’esperienza che resterà indimenticabile per tutti i giovani che vi parteciperanno – così come lo è stato per le generazioni di giovani che hanno vissuto analoghe esperienze alle GMG delle passate edizioni.

Domenica 3 agosto, infine, alle ore 9:30, sempre Tor Vergata si celebrerà la Santa Messa presieduta dal Papa, atto conclusivo e culmine spirituale del Giubileo dei Giovani. Un momento solenne, ma anche festoso, che rinsalderà le esperienze vissute durante la settimana in una celebrazione comunitaria della fede.

Vademecum e animazione

In occasione del Giubileo dei Giovani il comitato organizzatore ha sintetizzato tutte le informazioni fondamentali per i pellegrini in un pratico vademecum generale, accessibile in italiano, inglese, spagnolo, francese, portoghese e polacco sul sito ufficiale del Giubileo: https://www.iubilaeum2025.va.

Ecco, infine, una breve clip di preparazione al Giubileo dei Giovani con i ragazzi e le ragazze dell’MGS.

Diano D’Alba e la Famiglia Salesiana ricordano Mons. Oreste Marengo

Il prossimo 30 luglio ricorre l’anniversario della morte di Mons. Oreste Marengo, missionario salesiano, avvenuta nella diocesi di Tura nel 1998.

Il suo paese d’origine Diano d’Alba e la Famiglia Salesiana nel ricordarlo ne promuovono la figura e la sua Santità: è stata introdotta la causa di beatificazione e si è in attesa del pronunciamento della Chiesa.

È stato Vescovo Missionario tra le popolazioni himalayane dove ha fondato tre diocesi, Dribugar, Tezpur e Tura. Per poter incontrare tutti i suoi diocesani  ha imparato bene 26 lingue. Uomo di grande mitezza,  spiritualità e carità ha lasciato una traccia immensa tra molte popolazioni.

Un evento di famiglia per il mondo salesiano della Granda, che ricorda il Santo Pastore insieme alla diocesi che lui ha guidato. All’incontro si collegheranno online anche il Vescovo Ausiliare di Tura e altri salesiani e diocesani del posto.

Tutta la Famiglia Salesiana è invitata, per maggiori informazioni sulla sua figura si rimanda al sito internet dedicato:

Una barca a vela dedicata a Don Bosco attraverserà l’Atlantico questo autunno

Dall’agenzia ANS.

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La “Mini Transat”, famosa regata transatlantica in solitaria, partirà da Les Sables-d’Olonnes, in Francia, il prossimo 21 settembre: direzione Guadalupa, dall’altra parte dell’Oceano Atlantico. Si tratta di circa 25 giorni di regata e 7.500 chilometri da percorrere senza contatto con la terraferma, né assistenza.

Tra le 90 imbarcazioni alla partenza (tutte identiche, piccole barche a vela di 6,50 metri), c’è quella di Aymeric le Renard, 39 anni, sposato, due figli. Alcuni mesi fa, Aymeric ha contattato la “Fondation Don Bosco” di Parigi per proporre di associare la rete salesiana a questa incredibile avventura sportiva e umana. Il suo desiderio era infatti quello di navigare sostenendo una causa legata ai giovani e all’inserimento sociale ed era rimasto affascinato dalle azioni della rete salesiana in Francia e in particolare in Guadalupa, intorno all’opera “Lakou Bosco.” Per la Famiglia Salesiana, questa richiesta è sembrata simbolica, specialmente in questo anno in cui si celebrano i 150 anni dalla partenza della prima spedizione missionaria.

Le vele sono state decorate con motivi che richiamano Don Bosco e su di esse è stata stampata la frase «Credere nei giovani», in cinque lingue (francese, inglese, italiano, tedesco e arabo). Inoltre, diverse Fondazioni salesiane – Don Bosco Mission Austria e  la svizzera Don Bosco Jugendhilfe Weltweit – e la ONG “Don Bosco Network”  hanno aderito al progetto e i loro nomi figurano quindi sullo scafo.

Con questo progetto è stato deciso quindi di sostenere l’opera “Lakou Bosco”, in Guadalupa, attraverso l’acquisto di un minibus per consentire ai giovani di spostarsi durante le attività.

Per questa traversata benefica nell’Oceano sono stati coinvolti anche tanti giovani delle scuole salesiane francesi, come ad esempio gli allievi di Saint Chély-d’Apcher, Ressins e Gradignan che prepareranno i pasti di cui usufruirà lo skipper durante il suo viaggio. La casa salesiana “Campus de Pouillé” donerà invece della frutta, mentre i ragazzi del “Don Bosco Liban” prepareranno razioni di frutta secca.

La “Mini Transat”, creata nel 1977, si svolge ogni due anni. È una gara a sé stante nel mondo delle regate oceaniche: una sfida in cui l’impegno umano supera la tecnologia, in cui ogni skipper supera i propri limiti di fronte agli elementi. Molti skipper famosi come Michel Desjoyeaux, Ellen MacArthur o Loïck Peyron hanno mosso i primi passi proprio in questa regata.