Cagliero 11 – “I catechisti” – Dicembre 2021

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°156 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Dicembre 2021.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

INTENZIONE MISSIONARIA SALESIANA
ALLA LUCE DELL’INTENZIONE DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE

I catechisti

Per la proclamazione e la testimonianza dell’amore di Dio nella difficile situazione socioeconomica in Venezuela. Preghiamo per i catechisti, chiamati ad annunciare la Parola di Dio: affinché ne siano testimoni con coraggio e creatività nella forza dello Spirito Santo.

Cari Fratelli,
Sorelle e Amici,

“Per te mio Dio, io canto, la gioia di essere il tuo testimone, Signore”: anni fa cantavo insieme ad altri amici il testo di questa canzone, sperimentando il profondo desiderio di vivere con gioia sapendo di essere testimone di Cristo.

Dalle prime comunità cristiane, la testimonianza di coloro che sono convinti che Gesù Cristo ispiri il loro modo di vivere e di agire è il modo più convincente per annunciarlo. Quando siamo testimoni del Vangelo, con uno stile di vita felice, semplice, fraterno e solidale, è possibile offrirlo come opzione per coloro che cercano il senso della propria esistenza anche in mezzo alle più grandi difficoltà. Don Bosco ci invita ad essere portatori della gioiosa novella dell’Amore incarnato, visibile, concreto che Dio ha per i piccoli e i poveri: questo credo sia l’impegno di un missionario salesiano.

Don Hugo Orozco, SDB – Consigliere regionale per la Regione Interamerica

Dialogo Interculturale come processo d’Inculturazione

Più che l’incarnazione, è la kenosi che ci ricorda cos’è veramente l’inculturazione: il Verbo si è fatto carne perché fossimo ricondotti alla gloria di Dio (Fil 2, 6-11).

Una comprensione dell’inculturazione che presuppone una fede senza cultura, trapiantata in una cultura religiosamente diversa, dove la fede cristiana e la cultura, prima sconosciute l’una all’altra, si incontrano e si fondono, è artificiale e non realista. La fede cristiana è vissuta da persone di una cultura specifica. Infatti, non esiste un cristianesimo senza cultura né una cultura che sia veramente cristiana. Allo stesso modo, nessuna fede è priva di cultura e nessuna cultura priva del suo credo religioso.

Poiché la cultura e la fede sono intimamente intrecciate, togliere la cultura da qualsiasi fede che l’ha generata e trapiantarla in un’altra fede è farle violenza nel profondo. D’altra parte, come una persona umana viaggia attraverso il tempo e le nuove realtà incontrate portano a nuove intuizioni, così ogni cultura progredisce quando è aperta all’incontro e la propria visione e i propri valori sono trasformati da tale incontro. Al contrario, una cultura che si isola dal dinamismo della storia muore.

È nel processo di interazione delle culture che si rivelano i loro elementi arricchenti e disumanizzanti espressi nei loro valori e pratiche. L’inculturazione avviene attraverso il dialogo interculturale. Attraverso questo processo interculturale di arricchimento reciproco e di scambio critico, le culture sono stimolate ad aprirsi alla novità del Vangelo. Così, i valori e le concezioni di una cultura si arricchiscono allargando e approfondendo i loro orizzonti in modo che il modo di vivere di quella società includa, o almeno non precluda, gli ideali del Vangelo che danno senso all’esistenza umana. È in questo processo che si discerne ciò che è contrario al Vangelo e ciò che non lo è.

Don Alfred Maravilla, SDB – Consigliere generale per le Missioni