Iniziata la Consulta Mondiale sull’Emarginazione e i Giovani a Rischio

Iniziata mercoledì 27 marzo  la Consulta Mondiale della Pastorale Giovanile a Roma che si concluderà domenica 31 marzo. L’obiettivo è quello di riflettere sul tema: “I giovani a rischio”.

Ecco l’articolo proveniente da Info Ans:

(ANS – Roma) 

Abbiamo avviato la Consulta Mondiale della Pastorale Giovanile che ha l’obiettivo di riflettere su uno dei temi fondamentali per noi salesiani: i giovani a rischio.

Ha manifestato don Fabio Attard, Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, accogliendo il selezionato gruppo di salesiani provenienti da tutto il mondo che si incontrano presso la sede del Sacro Cuore a Roma: un incontro iniziato nel pomeriggio del 27 marzo e che si concluderà domenica 31 marzo.

Don Daniel García, del Dicastero per la Pastorale Giovanile, ha espresso la sua gratitudine, come responsabile di questo evento, per la partecipazione di Salesiani e laici giunti per partecipare a quest’incontro. “Siamo un totale di 30 persone provenienti dalle diverse Regioni della Congregazione: Africa-Madagascar, Asia Est-Oceania, Asia Sud, Interamerica, America Cono Sud, Europa Centro e Nord e Mediterranea. Siamo uniti da un unico obiettivo, da un’unica visione: i nostri giovani a rischio. Quello su cui vogliamo riflettere in questi tre giorni sono tre domande: quali sono le principali sfide che incontrano e quali sono le risposte salesiane? Quali sono le sfide future? E infine: quali sono i processi che dobbiamo intraprendere e attivare profeticamente per rispondere a queste sfide future nelle opere e nei servizi sociali salesiani?”.

Don Attard ha espresso la sua gioia “per il lavoro dei Salesiani e dei Laici che lavorano per riscattare migliaia e migliaia di giovani che vivono lungo le strade e nelle piazze”. Quindi ha spiegato:

È un momento importante per approfondire l’impegno che la Congregazione ha in questo campo, soprattutto per approfondire come possiamo conoscerci e conoscere le esperienze e fare tesoro di tutto ciò che stiamo facendo in favore dei giovani. D’altra parte, in questo incontro vogliamo dare alla Congregazione le linee guida e offrire le esperienze che stiamo facendo, in nome del carisma salesiano, al servizio dei giovani che il Signore ci ha dato.

Da parte sua don García ha anche aggiunto che:

Tutti i partecipanti nel mondo sono persone che lavorano direttamente in opere e servizi in favore dei giovani vulnerabili, con problemi e difficoltà, giovani a rischio che percorrono le strade del mondo. Desideriamo che le conclusioni di quest’incontro possano essere un valido contributo al prossimo Capitolo Generale 28 della Congregazione. E ci auguriamo vivamente che questo incontro serva a presentare le sfide, le opportunità e i processi che dobbiamo attivare nelle nostre opere e nei servizi delle nostre Ispettorie e in ogni presenza dove c’è un salesiano o un laico con il cuore di Don Bosco.

A tutto vapore! I passi dell’inno del sussidio Estivo

È online il video tutorial dell’inno estivo proposto dalla Editrice Elledici nel sussidio “L’incredibile viaggio”.

– A tutto vapore –

Scopri di più sul sussidio estivo:

 

 

Adma Giovani Torino – I Love you

Si pubblica la notizia proveniente dal gruppo dell’Adma don Bosco in cui viene lanciato il nuovo ciclo di incontri dal titotlo: “I Love You” – destinato ai ragazzi delle superiori, centrato sui temi dell’affettività e della sessualità.

Ma quale potrà mai essere la missione specifica dell’AdmaGiovani, nata in seno al cammino delle Famiglie ADMA?

Siamo ormai certi della risposta: L’EDUCAZIONE DEL CUORE. Mai come oggi i giovani hanno bisogno di imparare ad amare, amare se stessi come gli altri e Dio al di sopra di tutto. Con questo obiettivo è nato il ciclo di incontri I LOVE YOU, destinato ai ragazzi delle superiori (ma con ampia partecipazione anche di universitari), centrato sui temi dell’affettività e della sessualità. Non un corso come tanti altri, perché gli spunti di riflessione proposti da don Roberto Carelli sono stati concretizzati e arricchiti da numerose testimonianze di coppie sposate, fidanzati e giovani che hanno guidato i laboratori e curato i momenti di gruppo nei tre incontri organizzati (due sabato pomeriggio e una domenica intera).

Dopo un primo incontro sull’ambivalenza, la bellezza e la delicatezza della sessualità e dell’affettività dell’uomo, che non è né angelo né animale, che è fatto di terra ma tende al cielo, il secondo incontro ha approfondito i molti significati della differenza uomo-donna, maschio-femmina, in un tempo in cui la cultura tende a sottovalutarla o cancellarla. Il terzo e il quarto incontro sono stati dedicati rispettivamente alle tappe della maturazione affettiva e agli orientamenti morali sui temi specifici della sfera sessuale: una parola cristiana su tutti i principali “punti caldi” dell’amore umano.

L’ampia partecipazione di più di cento iscritti ha confermato l’urgenza di questo tipo di formazione e il bisogno di confronto su temi da cui dipende la felicità e la riuscita della vita dei nostri ragazzi, alla scuola di Dio, Maestro di Amore, e di chi, con la sua Grazia, cerca di viverlo nella quotidianità del nostro tempo.

 

Editrice Elledici – Le illusioni dei pazzi

Si riporta il Comunicato Stampa proveniente dalla Editrice Elledici inerente alla pubblicazione del libro-disco “l’illusione dei pazzi” del cantante Marco Spaggiari e la sua band Controtempo, in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano.

Le illusioni dei pazzi

Il romanzo, le canzoni. Con CD musicale
di Marco Spaggiari e la band musicale Controtempo
(Editrice ELLEDICI – pagine 168 – € 13,90)

 

«Poi c’è chi dice di no e grida che non si può per controllare chi sogna, ma un artista di strada suona quel che gli va…».

Sono le parole contenute nel brano Le illusioni dei pazzi che dà vita all’omonimo libro-disco del cantante Marco Spaggiari e la sua band Controtempo, in collaborazione con il Centro Sportivo Italiano.

Un innovativo progetto multimediale che intreccia la bellezza della musica cantautoriale con un percorso di crescita personale. Il libro-disco è pensato, infatti, anche come percorso utile ad incontri formativi ed educativi con i giovani su diverse tematiche di attualità, grazie anche ai materiali e alle schede di approfondimento presenti nella sezione dedicata sul sito Elledici.

Il progetto contiene un libro-album con un romanzo inedito di 20 capitoli ai quali corrispondono 20 canzoni in CD e il canzoniere con i testi e gli accordi. Ogni canzone diventa anche il titolo del rispettivo capitolo della storia narrata nel romanzo, che contestualizza e allarga il tema della canzone.

Tutti i brani sono proposti nella forma testo + accordi in un canzoniere che inizia dalla parte opposta a quella della copertina principale, facendo incontrare romanzo e canzoni all’interno del libro.

Le tracce musicali dell’opera “Le illusioni dei pazzi” sono fruibili attraverso il CD fisico allegato oppure in digitale attraverso i QR code posti sotto al titolo di ogni testo del canzoniere e del romanzo, che rimandano ai relativi video su Youtube.

Una storia intensa che un capitolo dopo l’altro tocca grandi temi, come quello dello sport, della musica, del successo, della fede, della crisi economica, dello sfruttamento, del consumismo, della dignità del lavoro, della comunicazione mediatica, della vita filtrata dagli schermi, della forza nascosta dietro alla disabilità e del viaggio. Un viaggio che, passando da Roma, Assisi e dalla via Emilia, finisce per intrecciarsi con la secolare magia del cammino di Santiago, in una storia capace di portare a raggiungere mete che diventano sempre nuove partenze.

Un testo da ascoltare, guardare, leggere, cantare e suonare. Da qui il titolo, provocatorio “Le illusioni dei pazzi”, dall’omonimo brano dell’album che propone metaforicamente la “pazzia” come quell’elemento positivo che apre ad una creatività fuori dagli schemi.

Contatto diretto:

L’autore del libro Marco Spaggiari e la band musicale Controtempo si rendono disponibili per organizzare concerti o incontri di presentazione.

Per informazioni:

contattare il numero 339 7764113

Sito della band Controtempo:

www.controtempo.info

L’autore:

Marco Spaggiari, nato a Imola nel 1983, è il fondatore, cantante, chitarrista, compositore e autore del progetto rock cantautorale “Controtempo”. Ha esordito sulla scena musicale italiana nel 2011. La sua passione per il calcio si è intrecciata con il lavoro musicale, dando via a una sinergia di valori e contenuti e a una stretta collaborazione con il CSI (Centro Sportivo Italiano).

Scopri la Editrice Elledici:

Suor Carla De Noni, la spia dei servizi segreti partigiani

Si riporta qui l’articolo a cura della redazione del Corriere di Torino del 18 marzo il quale tratta della storia di Suor Carla de Noni emersa grazie alla pubblicazione del libro “Resistenza Svelata” del giornalista-scrittore Daniele La Corte.

È la storia di una donna e di una religiosa che, pur con tutte le difficoltà di vestire la tonaca lotta per la libertà contro il nazifascismo stando al fianco dei partigiani: è la vicenda di Suor Carla De Noni (1910-1999), un vero e proprio agente segreto.

Emerge grazie alla penna del giornalista-scrittore ligure Daniele La Corte. L’avvincente storia della religiosa nata il 18 giugno 1910 tra le dolci pendici delle Precalpi Trevigiane nel  Comune di Ravine lago.

Una donna di fede che durante la seconda guerra mondiale ha saputo con grande coraggio fare scelta difficilissima, abbracciando la ad alcune consorelle e amici sacerdoti.

INTELLIGENCE INGLESE

Già staffetta partigiana, entrò a far parte del cosiddetto “Servizio X”: organizzazione di agenti segreti italiani collegata ai servizi inglesi, operativa dal febbraio 1944, in grado di coordinare informazioni e missioni dei “ribelli” operanti in più parti d’Italia ma prevalentemente tra la Liguria, Piemonte e Lombardia.

Le rischiosa imprese di Suor Carla ora emergono dal libro di La Corte, “resistenza svelata-l’agente segreto suor Carla de Noni” (Fusta Editore), che verrà presentato sabato 24 novembre nel paese natale della religiosa.

Ma chi era davvero suor Carla? Perché il suo ruolo nella Resistenza emerge solo ora?

“In realtà io avevo sentito parlare di questa suora straordinaria fin da bambino” confida La Corte, la cui madre era originaria di Villanova di Mondovì, piccolo paese in provincia di Cuneo dove dal Veneto finì la suora trevigiana insieme alle consorelle, a causa di “incomprensioni” con un sacerdote.

Però a Villanova di lei si parlava soprattutto a causa di un miracolo, avvenuto il 20 aprile del 1945, cinque giorni prima della Liberazione: il treno su cui viaggiava suor Carla venne colpito da un aereo americano.

La religiosa ne uscì sfigurata e per giorni lottò tra la vita e la morte.

A salvarla furono le preghiere della superiora Maria Virginia Lazzari.

Secondo i documenti della chiesa Cattolica risolutiva sarà l’invocazione a don Filippo Rinaldi, sacerdote salesiano, terzo successore di Giovanni Bosco, morto in onore di santità e poi beatificato da Papa Giovanni Paolo II.

Con immenso stupore dei medici che la davano ormai defunta, suor Carla, il cui volto era per metà sfigurato, guarì. L’osso mandibolare si ricostruì da sé e il miracolo venne ufficilamente riconosciuto dalla Chiesa.

LA MISSIONE IN TRENO

Pochi però sanno che suor Carla in quel treno viaggiava da agente segreto, per portare cibo, medicinali e preziose comunicazioni ai partigiani.

Si può dunque dire che fu vittima di “fuoco amico”.

A svelare il lato nascosto della vicenda è stato un altro eroe della Resistenza, Aldo Sacchetti, decorato al valor militare, scomparso pochi giorni fa a Carrara. Aveva 97 anni.

I suoi ricordi, raccolti in extremis, sono stati per La Corte un’autentica folgorazione, l’ultimo atto di una storia iniziata tanti anni prima, nel paese della mamma, dove Daniele allora bambino andava tutte le estati a trovare i nonni.

Sembra quasi che suor Carla abbia più volte tentato di inviare messaggi allo scrittore, facendogli incontrare a Villanova una professoressa autrice di un libretto.

In quell’opera però si parlava soprattutto degli aspetti religiosi della sua vita: la vocazione, il miracolo, il ruolo di madre superiora, la diffusione dell’Ordine in Romania. Non era il primo segnale: qualche anno prima c’era stato l’incontro con una rivista speciale, in un mercatino dell’antiquariato.

LA SCOPERTA

Sfogliavo una vecchia Domenica del Corriere e ho visto la tavola in cui era descritto l’evento miracoloso. Il treno, la suora sfigurata che si vedeva e non si vedeva: era lei! “. Raccontare la sua storia è diventata una necessità, un dovere nei confronti di una donna eccezionale che va ricordata a tutto tondo.

Il romanzo storico segue il percorso di Suor Carla (all’anagrafe Caterina Giuseppina detta Ninetta) da Revine a Mondovì, attraversando gli anni bui della Grande Guerra, l’impatto con la morte, la povertà l’ingresso in convento nel 1927 sulle orme del fratello Giacomo già sacerdote, i diplomi per diventare insegnante ed infermiera, i voti nella congregazione delle Servite prima, passando nel 1940 a vestire l’abito delle Suore Missionarie della Passione di Gesù, istituto fondato da Virginia Lazzari.

Fu con la superiora Madre Virginia che suor Carla operò a Villanova e nel vicino Santuario di Santa Lucia: una svolta importante nella sua vita poiché, proprio nel Santuario, suor Carla cominciò ad accogliere, nascondere, rifocillare e aiutare i primi partigiani collaborando con alcuni preti antifascisti, rischiando la vita.

DON BRUNO

Fondamentale fu l’incontro con il prete combattente don Bruno.

Negli stessi anni la suora infermiera lombarda, Artemisia, curava di nascosto a Pietra Ligure gli uomini della resistenza feriti, nascondendoli in un padiglione segreto dell’ospedale di Santa Corona.

Il merito di Daniele La Corte è quello di aver dato giusto valore e dignità ad una donna, come suor Carla De Noni, insignita alla fine della Seconda guerra mondiale della medaglia d’argento al valore militare per il ruolo attivo svolto durante la Resistenza e poi dimenticata.

Eppure il servizio X era considerato all’epoca importantissimo, come ha testimoniato Sacchetti, il partigiano di Carrara (romano d’origine) che l’8 settembre del 1943 si unì alla banda “Italia Libera” di Duccio Galimberti e nel 1944, in valle Pesio con il capitano Piero Cosa, assunse il comando della brigata, poi della III Divisione Alpi, divenendo anche capo collegiale del Servizio X con l’avvocato Dino Giacosa.

L’autore scava nei pensieri della giovane suora, al tempo poco più che trentenne, in una girandola continua di flashback, per accompagnare il lettore attraverso le varie missioni che lei e altri “ribelli” mettono a segno.

Un monito a non dimenticare, perché la Grande storia non è costruita su date e numeri ma resa tale delle azioni di uomini e donne in carne ed ossa, con pensieri, sogni, aspirazioni, paure.

Donne e uomini che hanno fatto la differenza.

Vercelli Isola – La cena “inter” parrocchiale, un successo del proteiforme Don Augusto Scavarda

Si riporta qui l’articolo pubblicato su CuneoOggi.it il 18 marzo 2019, il quale tratta della cena “inter” parrocchiale svoltasi a Vercelli Isola. Questa è stata caratterizzata dalla supervisione delle Suore Pianzoline, ma è stata soprattutto il frutto del successo di Don Augusto Scavarda (parroco della Parrocchia isolana S.Antonio da Padova).

Proteiforme, eclettico, vulcanico.

Oppure, semplicemente Parroco e, soprattutto – senza nulla togliere agli altri – Parroco Salesiano: Don Augusto Scavarda anche quest’anno stupisce.

Perché è riuscito nella composizione di un vero e proprio “cubo di Rubik” liturgico: non violare il precetto del Mercoledì delle Ceneri, di non forzare troppo gli argini della Quaresima, di unire la Festa della Donna e quella del Papà (l’allungo evocativo arriva fino a S.Giuseppe), unendo – infine – tutto in una sincretistica, fantastica cena parrocchiale, nel giorno consacrato alle cene, il sabato, 16 marzo.

Il 16 marzo fu ordinato Sacerdote, nel lontano 1907 indovinate chi?

Proprio lui, il Beato Don Francesco Pianzola, di cui parleremo tra poche righe.

Dunque la grande cena parrocchiale preparata nell’ampio salone all’Isola: tutto cucinato rigorosamente “in house” da un gruppo di Volontari veramente bravi, con la supervisione delle Suore “Pianzoline”.

Ci ricordiamo chi siano le Suore Missionarie dell’Immacolata Regina Pacis?

Sono le “Suore delle Mondine”.

Perché nel Dopoguerra, quando la Congregazione fu costituita, c’era ancora la necessità di dare assistenza alle giovani donne protagoniste della migrazione stagionale da tutta l’Italia del Nord, per lavorare qui, in risaia.

C’era bisogno di assistenza non solo spirituale, ma anche materiale: portare dai medicinali ai presìdi igienici femminili, aiutare anche i Patronati (non dovranno essere mai dimenticate persone come Sarina Francese, Firmina Pellizzari e Rosina Osenga a Trino, epicentro dell’attività assistenziale cattolica) che mettevano anche a disposizione delle Suore Pianzoline il celeberrino furgoncino “Leoncino”, attrezzato come se fosse un ufficio ambulante di Patronato, ma anche attrezzato per dispensare i generi sanitari.

Qui a Vercelli le ricordiamo all’Oratorio di San Salvatore, impegnate ad aiutare Don Nicola Rulla e Don Eusebio Viretto che mandavano avanti l’avamposto (allora la città arrivava praticamente fino in Via Paggi e non oltre.

Via Trino era campagna: così fino a che non si iniziò la grande fabbrica dell’Ospedale S.Andrea.

Figure indimenticabili come Suor Fiorangela e Suor Emma.

Poi, purtroppo, la memoria non ci assiste se non per dare voce ai sentimenti di gratitudine doverosa nei confronti di tutte.

Ecco, le Suore Pianzoline ci sono ancora, per fortuna e sabato hanno animato la serata.

Che è stata un’occasione per ritrovarsi tutti, i parrocchiani della grande parrochia “estesa” come ormai sono le Unità Pastorali: dall’Aravecchia, al Belvedere.

Un grazie di cuore per avere invitato VercelliOggi.it a riprendere qualche immagine.

Il menù delle grandi occasioni: antipasti, pasta al forno (poi l’inatteso fuori programma: l’ interposizione di spaghetti all’arrabbiata, così per stuzzicare ancora un po’), coniglio e pollo al forno con patate e verdure.

Poi il vino che, quando si è in compagnia, ha ragione di tanti quaresimali propositi, che saranno puntualmente osservati già a partire dal giorno seguente.

Non poteva mancare la lotteria: il ricavato alle Missioni Salesiane.

Insomma, una grande serata.

Grazie a Don Augusto, grazie ai Volontari, grazie di cuore alle Suore Pianzoline, che hanno fatto rivivere momenti indimenticabili.

3 giorni al Colle don Bosco per i volontari del Servizio Civile

Nelle giornate del 15-16-17 marzo 2019, si è svolta la Formazione Generale dei volontari del Servizio Civile dei Salesiani del Piemonte e Valle d’Aosta presso il Colle don Bosco. Obiettivo della tre giorni, quello di una crescita personale e culturale per ogni giovane prestante servizio nei vari ambienti educativi.

La formazione generale è un percorso didattico ed educativo che ogni operatore volontario impiegato in un progetto di Servizio Civile è tenuto a frequentare, in quanto offre gli strumenti e le chiavi di lettura necessari per affrontare l’esperienza del servizio e costituisce una valida occasione di trasmissione e promozione ai giovani dei valori e dei diritti universali dell’uomo.

Ecco le parole di Rosanna Todisco,  Responsabile del Servizio Civile dei Salesiani del Piemonte e Valle d’Aosta, con un riassunto delle giornate vissute al Colle:

Per il secondo anno abbiamo proposto agli Operatori Volontari impiegati nei progetti di Servizio civile dell’Ispettoria Salesiana di Piemonte e Valle d’Aosta la possibilità di una formazione generale “residenziale” al Colle don Bosco. Sono 108 i giovani operatori che nelle giornate del 13-14-15 marzo scorso, si sono ritrovati insieme per la formazione: uno spazio di riflessione e di confronto che ha aiutato i giovani a prendere maggiore consapevolezza della loro scelta e del loro ruolo all’interno del progetto nel quale sono coinvolti, sottolineando l’importanza che assume un’esperienza di cittadinanza attiva e responsabile di questo tipo.

Nella macroarea tematica “Mission e Valori dei Salesiani” gli operatori volontari hanno compiuto un percorso di formazione sulla storia di don Bosco con don Stefano Mondin e don Fabiano Gheller, anche attraverso la visita dei luoghi del Colle; hanno ascoltato diverse testimonianze di impegno concreto e di incontro con l’esperienza salesiana nelle diverse Opere attraverso la voce di don Luca Barone e Agostino Albo.

Hanno poi ricevuto importanti nozioni riguardanti le modalità di intervento del VIS, Volontariato Internazionale per lo Sviluppo con Alessandro Brescia. Nella prima giornata hanno lavorato su “Animazione: tecniche, strumenti e atteggiamento” con Egidio Carlomagno.

Nella giornata centrale del residenziale il setting della formazione è stato quello del laboratorio di Teatro Sociale di Comunità, condotto da 4 operatori professionisti del Social Community Theatre Centre dell’Università degli Studi di Torino, dove attraverso attività che hanno coinvolto mente e corpo gli operatori volontari hanno vissuto un’esperienza di apprendimento che ha coniugato il gioco, la comunicazione verbale e non verbale e l’espressione di sé.

Ha introdotto la giornata la lectio magistralis di Alessandro Pontremoli, professore ordinario dell’Università degli Studi di Torino, parlando di corporeità, alterità e relazione.

I principali temi affrontati sono stati la presenza e la consapevolezza corporea ed emotiva in una relazione educativa. Si tratta di strumenti funzionali a vivere consapevolmente il cambiamento, sono molto utili al lavoro di team, ad una relazione positiva con i destinatari dei progetti e aiutano a leggere e reagire positivamente alle situazioni, anche inaspettate, che si possono presentare in un anno di Servizio civile.

Entusiasmo, ascolto e voglia di mettersi in gioco sono stati gli elementi trainanti dei tre giorni al termine dei quali gli operatori volontari hanno potuto proiettare nel futuro e quindi nel proprio contesto reale di riferimento e valenze formative, le opportunità di apprendimento, le acquisizioni interiori esperite.

Rosanna Todisco,

Responsabile del Servizio Civile dei Salesiani del Piemonte e Valle d’Aosta

Scopri qui sotto tutte le foto della tre giorni!

 

Cooperatori salesiani in Bra: una proposta per una spedizione missionaria in Cina

Si riporta qui l’articolo del 16 marzo, pubblicato dalla Gazzetta d’Alba in cui, partendo dalla citazione di don Bosco, il Consiglio della comunità salesiana di Bra ha proposto una micro spedizione missionaria a scopo unitario e di testimonianza in cui parteciperanno due insegnanti del Centro di Formazione Professionale, che raggiungeranno la Cina.

BRA «Con la vostra carità abbiamo stabilito le missioni fino agli ultimi confini della terra. A tutti, pertanto, le affido e le raccomando», così scriveva don Bosco.

Partendo da questa riflessione del fondatore il Consiglio dei Cooperatori salesiani di Bra, in accordo con il Consiglio della comunità salesiana cittadina, ha avviato la proposta di creare un’ opportunità di unità e di testimonianza missionaria e sta organizzando una micro spedizione missionaria: Matteo e Giacomo, due insegnanti del Centro formazione professionale andranno in Cina a fine giugno per supportare e studiare la fattibilità di un nascente laboratorio di meccanica e uno di panetteria-pasticceria.

Come ha scritto Adriano Isoardi, coordinatore dei cooperatori braidesi: «A noi tutti insieme e in Comunità il compito di organizzare la spedizione e finanziarla».

Ovviamente questo invito non è rivolto ai soli cooperatori ma tutti gli amici dell’opera salesiana di Bra e questa sarebbe un’altra bella iniziativa per i festeggiamenti del 60° della presenza salesiana a Bra, forse uno dei più belli che risponde allo spirito del fondatore don Bosco.

Per questo motivo sono state messe in cantiere alcune iniziative per la raccolta di fondi per finanziare questa bella iniziativa come una “serata materassi”per poter racimolare i primi fondi necessari.

Questa si svolgerà giovedì 4 aprile, e occorrono volontari da segnalare entro mercoledì prossimo; sarà una delle prime iniziative. 

Quell’idea del Cammino di Don Bosco tra vigneti e prati della collina torinese

Si riporta qui l’articolo pubblicato sulla Sentinella del Canavese (quotidiano), a cura di Angelo Raffino, di venerdì 15 marzo 2019, il quale tratta il ruolo dell’Associazione dilettantistica dell’Asd Nordic Andrate nel cammino di Don Bosco (simbolo e fondatore dei Salesiani).

Pochi sanno del ruolo dell’Asd Nordic walking Andrate nella nascita del percorso che sta riscuotendo successo tra i camminatori. Quell’idea del Cammino di don Bosco tra vigneti e prati della collina torinese:

IVREA. C’è un pezzo di Canavese nel Cammino di don Bosco, il tragitto che dal Santuario di Maria Ausiliatrice, a Torino, termina al Colle don Bosco, nell’astigiano, toccando i luoghi simbolo della storia del santo che fondò la congregazione dei Salesiani e che venne definito da Giovanni Paolo II padre e maestro della gioventù.

È più di un semplice contributo quello di matrice canavesana alla nascita del cammino di don Bosco visto che è dell’Associazione sportiva dilettantistica Nordic walking Andrate, attraverso il presidente Ute Ludwig ed il direttore Claudio Baldi, l’idea originaria. Nel 2010 la proposta viene portata, e accolta, all’interno del progetto Strade di colori e sapori curato dall’allora Provincia di Torino.

Comincia così un lungo lavoro, durato sei anni, in cui l’associazione di Andrate si occupa della ricerca storica, dell’individuazione e della tracciatura dei sentieri. Nel 2016, contestualmente alla pubblicazione della relativa guida, il cammino di don Bosco viene inaugurato ufficialmente.

Il tracciato si dipana lungo i percorsi della collina torinese su una rete, complessiva, di circa 140 chilometri. Per raggiungere la destinazione finale, Colle don Bosco, esistono tre varianti che si differenziano tra loro per l’altimetria ed i comuni attraversati.

Il percorso più lungo, e con il maggiore dislivello, è quello cosiddetto del cammino alto: 55 chilometri per 1.300 metri di dislivello positivo attraverso il parco di Superga e passando per Cinzano. Più agevole è il cammino basso con i suoi 46 km e 615 metri di ascesa totale toccando i comuni di Pecetto e Pino torinese, Chieri e Buttigliera d’Asti. Una via di mezzo tra i due percorsi è rappresentata dal cammino medio che attraverso Baldissero, Pavarolo, Montaldo Torinese, Marentino e Arignano, consente di giungere a Colle don Bosco dopo 42 chilometri e 1.120 metri di dislivello positivo.

All’interno di questi tracciati sono presenti anche due varianti: quella della Canonica di Vezzolano e della Strada del Papa e quella di Buttigliera d’Asti. Il percorso può essere intrapreso sia da escursioni di giornata sia da viaggiatori zaino in spalla impegnati per più giorni. In quest’ultimo caso, studiando i tracciati, è possibile anche pianificare un percorso ad anello con partenza e rientro sempre su Torino.

Il cammino di don Bosco è giovane, vista la data di nascita, e sta già ricevendo i primi positivi riscontri:

«perché – spiega Claudio Baldi -, comincia ad essere percorso autonomamente dagli escursionisti che comprano la guida e si incamminano».

A tal proposito, per chi volesse approfondire, sul sito www.camminodonbosco.it, è possibile reperire una grande varietà di informazioni utili compresa la cartina dei tracciati, e delle loro varianti, e l’elenco delle strutture ricettive presenti lungo il tragitto.