“Ennio, mio padre”: a Novara la presentazione del libro di Sara Doris dedicato al fondatore di Banca Mediolanum

Dai Salesiani di Novara.

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Nella mattinata di Giovedì 20 febbraio le classi 4^ e 5^ del Liceo Scientifico e Scienze Applicate hanno accolto Sara Doris, Vice Presidente di Banca Mediolanum e Presidente della Fondazione Ennio Doris, in occasione della presentazione del suo nuovo libro “Ennio, mio padre” (PIEMME).

La giornata si è aperta con i saluti dell’Economo Ispettoriale don Giorgio Degiorgi, che nel presentare l’ospite ha citato la parabola dei talenti di Gesù. A seguire, l’intervento di Sara Doris moderato dal Dott. Roberto Cicala.

I ragazzi hanno ascoltato con attenzione la presentazione del libro, dedicato al defunto padre e fondatore di Banca Mediolanum Ennio Doris. La biografia unisce il racconto di una business story italiana di respiro internazionale a un ritratto intimo e affettuoso di figlia, facendo emergere quei valori che lo hanno accompagnato nella sfera pubblica così come in quella privata.

A conclusione di una mattinata preziosa che ha presentato un esempio concreto di successo e umanità, il pranzo offerto dai ragazzi della Formazione Professionale salesiana.

Il Coro della Cattedrale di Lione incanta Valsalice

Un gruppo di 35 ragazzi dai 10 ai 12 anni, coristi della cattedrale di Lione, sono stati ospiti di alcune famiglie delle sezioni bilingue della Scuola Media salesiana di Valsalice dal 25 al 28 febbraio.

Durante la settimana hanno visitato la città e condiviso dei momenti di giochi e festa con gli alunni della scuola nei momenti comuni di ricreazione, inoltre hanno partecipato mascherandosi alla festa di Carnevale tenutasi a scuola giovedì 27 febbraio.

Il piccolo Coro della Cattedrale di Lione ha fatto tappa a Torino durante la tournée con due concerti: il 25 febbraio presso la Basilica di Maria Ausiliatrice e giovedì 27 febbraio presso la Chiesa della scuola Valsalice.

È stata un’occasione per ascoltarli dal vivo in una serata dedicata alla buona musica e al canto.

Spettacoli teatrali Liceo Valsalice con sorpresa finale, un grande esempio per la legalità

Notizia a cura del Liceo Valsalice di Torino.

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Come da tradizione si sono svolti, nelle serate di mercoledì 19 e giovedì 20 febbraio, gli spettacoli messi in scena dalle 6 classi seconde del Liceo scientifico e Classico di Valsalice.

Gli spettacoli sono il frutto di un laboratorio in cui i ragazzi hanno avuto modo di sperimentare il linguaggio del teatro per raccontare e raccontarsi, per esprimersi e per rielaborare tematiche importanti.

Sono state due serate all’insegna dell’emozione e della spettacolarità in cui si sono succeduti 6 spettacoli differenti: la Ginnasio 5° B ha presentato uno spettacolo sulle emozioni, la Scientifico 2° A ha messo in scena il capolavoro di Shakespeare “Romeo e Giulietta” in soli 15 minuti e la 2° Scienze Applicate ha chiuso la prima serata con uno spettacolo molto interessante di riflessione sulle guerre.

Giovedì sono salite sul palco la Scientifico 2° C con una messa in scena sulla rete, sui social e sulle nuove frontiere comunicative, la Ginnasio 5° A ha raccontato l’adolescenza.

Infine la Scientifico 2° B ha teatralizzato la storia di Antonino Bartuccio, ex sindaco di un piccolo paese calabrese costretto a vivere da più di 10 anni sotto scorta con tutta la sua famiglia perchè minacciato dalle cosche mafiose da lui denunciate. I ragazzi lo avevano incontrato e conosciuto ad una Conferenza a Torino e la sua storia li aveva talmente colpiti che poi hanno scelto di metterla in scena.

Antonino Bartuccio ha fatto loro la sorpresa e il dono di essere presente alla serata e di chiudere, non senza una certa commozione, con un suo intervento sulla legalità, lo spettacolo che lo ha visto come protagonista.

Lo ringraziamo di cuore per la sua presenza!

“Vicini di banco”: a Casale il progetto che contrasta la povertà educativa e l’abbandono scolastico

Notizia a cura di Salesiani per il Sociale.

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Ci troviamo a Casale Monferrato (AL), una delle sedi del progetto “Vicini di banco“, nato per contrastare povertà educativa e abbandono scolastico del territorio. All’interno di due Istituti scolastici della città, Valentina insieme ad altre educatrici portano avanti le attività di “Oltrescuola“, un sostegno a ragazze e ragazzi che va oltre i compiti e tenta di rispondere ai loro bisogni più nascosti.

«Nel rapporto educativo con i ragazzi – ci dice – le parole chiave sono “stare con”, “ascolto”, “osservazione”. Non serve arroccarsi sul ‘si è sempre fatto così’ perché non tiene conto del come si è ora. Essere capaci di stare accanto alla giusta distanza, lascia i ragazzi liberi di camminare e di inciampare, ma mai così lontani da non poter tendere una mano per aiutarli a rialzarsi».

«Accompagnare questi ragazzi nel sostegno scolastico significa rispettare i loro tempi, imparare a mettersi in ascolto e in attesa del momento giusto per l’imbeccata giusta, occorre partire dal punto in cui si trovano senza avere aspettative in cui incastrarli».

«Mi piace l’Oltrescuola perché mi aiuta tanto a fare i compiti, le cose che non ho capito e la lingua. I compagni sono gentili e anche i maestri mi aiutano».

Questo bigliettino è stato scritto da Rumba, una ragazza che oggi frequenta la Seconda Media a Casale Monferrato. Arrivata in Italia un anno fa, ha potuto finalmente riunirsi con la sua famiglia, già presente nel nostro Paese grazie al supporto della Caritas locale.

Oggi insieme a tanti altri bambini frequenta l’”Oltrescuola”, una delle azioni territoriali del progetto “Vicini di Banco” dove viene garantito supporto ai compiti scolastici e alla socialità.

“Vicini di banco” è un progetto finanziato dal “Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo”. Obiettivo è di promuovere l’inclusione sociale, il successo in classe, il miglioramento delle competenze degli studenti coinvolti, contrastando attivamente i fenomeni di abbandono scolastico. Coinvolge circa 300 studenti tra i 9 e 14 anni intercettati nelle scuole e istituti comprensivi di SiciliaCampaniaCalabriaPiemonte e Liguria.

La Novara School Cup prende il via dal don Bosco di Borgomanero! E da settembre qui anche il nuovo Liceo dello Sport.

Notizia a cura dei salesiani di Borgomanero.

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Si è svolta la mattina di sabato 15 febbraio presso il Collegio Don Bosco di Borgomanero la presentazione ufficiale della Novara School Cup, il torneo scolastico che porta in Piemonte l’entusiasmo e i valori della Varese School Cup.

Una affollata conferenza stampa che ha visto la partecipazione di studenti, docenti e istituzioni, tutti accomunati dalla passione per lo sport e dalla volontà di costruire un progetto educativo innovativo. Ad aprire la conferenza, dopo i saluti dell’Assessore Francesco Valsesia, del Vicepresidente della Provincia Andrea Crivelli e della Consigliera Regionale Annalisa Beccaria – è stato Giovanni Campagnoli, direttore del Collegio Don Bosco di Borgomanero, che ha sottolineato l’importanza dell’iniziativa nata dal rapporto con Cimberio:

“Un’azienda che possiamo definire un vero ‘Inseminatore di innovazione’, capace di seminare idee e progetti che crescono e generano valore per i ragazzi e per il territorio.”

Sulla stessa linea, Emanuela Negri, preside del Collegio Don Bosco di Borgomanero, ha evidenziato il coinvolgimento degli studenti:

“Il loro entusiasmo dimostra quanto iniziative come questa siano significative per la crescita personale e scolastica. Davanti a un progetto del genere, possiamo già dire che la scuola ha già vinto.”

Roberto Cimberio, CEO di Cimberio S.p.A., ha raccontato il valore personale di questo progetto:

“In questa iniziativa c’è molto della mia vita passata, dei valori che ho sempre creduto importanti. Oggi lanciamo una nuova sfida: se quest’anno siamo partiti con tre scuole, il prossimo vogliamo arrivare a venti.”

Dal canto suo, Umberto Argieri, presidente di Il Basket Siamo Noi, ha espresso l’emozione per la crescita del progetto:

“Quello che è nato anni fa è diventato qualcosa di più grande di quanto avremmo mai immaginato. Ora essere qui in Piemonte è un passo ulteriore che ci riempie di orgoglio.”

Infine, Paola Biancheri, segretario di Il Basket Siamo Noi, ha ricordato l’importanza delle aree tematiche della School Cup e la recente apertura anche alle scuole medie:

“È stato bellissimo poter estendere il progetto a un pubblico più ampio. Essere qui oggi è una vittoria.”

Con il primo appuntamento fissato per il 14 marzo a Borgomanero, la Novara School Cup è pronta a regalare emozioni, sport e formazione ai giovani studenti piemontesi, con l’obiettivo di crescere ancora nei prossimi anni.

Presenti anche una rappresentativa sia di studenti del Don Bosco (che hanno curato anche l’aperitivo), sia di atleti del College Basket con il direttore Federico Ferrari ed anche il Liceo Antonelli di Novara. A conclusione, Giovanni Campagnoli ha annunciato che da settembre 2025 al don Bosco sarà attivo anche il Liceo Sportivo.

I Superiori Salesiani del Mondo in pellegrinaggio al Colle Don Bosco: nasce il Cammino Monferrino di Don Bosco

Colle Don Bosco, 20 febbraio 2025 – Oggi, nell’ambito del Capitolo Generale 29 (CG29) della Congregazione Salesiana, 269 Superiori Salesiani provenienti da tutto il mondo sono riuniti in pellegrinaggio al Colle Don Bosco, guidati da don Pascual Chávez, Rettor Maggiore Emerito. Sono stati accolti da don Thathireddy Vijay, direttore del Colle Don Bosco.

Questo momento di riflessione e spiritualità, che si inserisce nel percorso di discernimento e rinnovamento della missione salesiana, assume un valore ancora più significativo nel 2025, anno in cui si celebrano i 150 anni delle missioni di Don Bosco. Il CG29 rappresenta una tappa centrale per la Congregazione, un'opportunità per riaffermare il legame con il carisma salesiano e per proiettarsi verso il futuro con il tema: “Appassionati di Gesù Cristo, dedicati ai giovani”. Un messaggio che richiama la necessità di riscoprire il cuore della vocazione salesiana, ponendo al centro l’impegno verso le nuove generazioni.

Il Cammino Monferrino di Don Bosco: un nuovo itinerario spirituale

In questo contesto, prende forma un progetto ambizioso e suggestivo: il Cammino Monferrino di Don Bosco, un itinerario spirituale di quasi 200 chilometri che ripercorre le strade battute dal Santo piemontese nelle sue celebri passeggiate autunnali. Quelle proposte da Don Bosco ai suoi giovani avevano l’impronta di autentico apostolato giovanile, esperienza di evangelizzazione e formazione giovanile e popolare per la gente che incontravano.

Il cammino, nato su iniziativa dei Salesiani del Piemonte, ha avuto il supporto dell’ente GAL Basso Monferrato Astigiano, i sentieri tracciati dal CAI di Asti, Casale, San Salvatore, la responsabilità progettuale come capofila nel Comune di Castelnuovo Don Bosco.

Luogo centrale del percorso è naturalmente il Colle Don Bosco, luogo delle origini del carisma e della spiritualità del fondatore della Famiglia salesiana. Attualmente è in fase di riconoscimento ufficiale dalla Regione Piemonte come cammino religioso e intende coniugare turismo, fede e storia, offrendo ai pellegrini e a quanti vogliono ripercorrere quei luoghi meno conosciuti di Don Bosco, un’esperienza di incontro con un territorio che ha segnato la vita e la missione di Don Bosco.

Un percorso tra fede, storia e territorio

Il Cammino Monferrino di Don Bosco si snoda per 198,8 chilometri, attraversando borghi e località storicamente legate alla missione salesiana, tra cui il Colle Don Bosco, Castelnuovo Don Bosco, Capriglio, Montechiaro, Penango, Montemagno, Portacomaro, Viarigi, Vignale, Casale Monferrato, Mirabello e il Santuario di Crea.

Il percorso è suddiviso in dieci tappe, percorribili a piedi, in bicicletta o in auto, con la possibilità di personalizzare l’itinerario in base alle esigenze e al tempo a disposizione dei pellegrini. Il progetto, supportato dal GAL Basso Monferrato Astigiano, vede la collaborazione attiva di amministrazioni locali, operatori turistici e strutture ricettive, con l’intento di valorizzare il territorio e offrire ai pellegrini un’esperienza autentica.

Il pellegrinaggio si ispira, come abbiamo detto, alle passeggiate autunnali che Don Bosco organizzava tra il 1848 e il 1864 con i suoi giovani. Il nuovo itinerario riprende quell’eredità, valorizzando il territorio attraverso una rete di sentieri che collegano santuari, chiese e borghi legati alla vita e all’opera del santo dei giovani. Questo cammino monferrino è stata esperienza vocazionale per i giovani che accompagnavano Don Bosco e per i tanti giovani dei paesi dove sostavano: un’autentica vendemmia di vocazioni per la Famiglia Salesiana e per i Seminari diocesani.

I paesi di questo Monferrato hanno dato i natali a formidabili salesiani e missionari di Don Bosco. Ecco alcuni nomi: il Beato Filippo Rinaldi di Lu, pioniere in Spagna e terzo successore di Don Bosco, il Beato Luigi Variara di Viarigi, apostolo dei lebbrosi in Colombia e
fondatore delle Figlie dei Sacri Cuori, , il Rettor Maggiore don Pietro Ricaldone di Mirabello, i Vescovi Giovanni Cagliero di Castelnuovo missionario in Argentina e Centramerica, Luigi Lasagna di Montemagno in Uruguay e Brasile, Franco Della Valle di Montechiaro in Brasile, Ernesto Coppo di Rosignano in Stati Uniti e Australia, don Guarona di San Salvatore era vicario generale di San Luigi Versiglia in Cina. Da qui sono partiti don Evasio Rabagliati di Occimiano per Cile e Colombia, don Bernardo Vacchina di Revignano per la Patagonia, Mons. Giuseppe Fagnano di Rocchetta Tanaro per la Terra del Fuoco, don Evasio Garrone di Grana per la Patagonia, don Gianni Casetta di San Damiano per la Thailandia, e oltre 150 altri missionari e missionarie che han portato il carisma di Don Bosco ma anche i valori del Monferrato nel mondo. La lista si allunga se consideriamo i Missionari che hanno studiato nelle prime case aperte da Don Bossco a Mirabello, Borgo San Martino e Penango e sono partiti poi per le Missioni: oltre 700 missionari formatisi in Monferrato. Meraviglioso.

Un’opportunità di crescita spirituale e culturale

Il Cammino Monferrino di Don Bosco si inserisce nel filone dei grandi itinerari spirituali europei, come il Cammino di Santiago o i cammini di Francesco in Umbria o il cammino di San Benedetto nelle Marche, ma con un’identità profondamente salesiana. Ogni tappa prevede soste in luoghi di forte rilevanza spirituale e culturale, offrendo a pellegrini e visitatori l’opportunità di riscoprire la propria fede e, al contempo, di conoscere le tradizioni, la storia e le bellezze del Monferrato. Concretamente è un’opportunità formativa – per pellegrini a piedi o in bici (o auto) sui passi di Don Bosco, per amici di Don Bosco, per gruppi giovanili MGS e parrocchiali, per gruppi di studenti, per animatori, per gruppi in ricerca vocazionale, – per camminatori, escursionisti, gruppi familiari… – ripercorrendo le strade percorse dal Santo dei Giovani in Monferrato, rivivendo un momento spirituale in luoghi dove lui l’ha proposta e vissuta con i suoi giovani e con la gente del posto (S. Messa, rosario, preghiera), gustando l’ospitalità e le risorse di paesi dove lui ha sostato e ha aiutato a rinnovare il senso della propria esistenza facendone un dono per tutti i compagni di viaggio nella vita.

Come partecipare

Chiunque può intraprendere il cammino, singolarmente o in gruppo, seguendo le indicazioni delle segreterie locali (vedi mail più avanti). Una guida e un sito, ancora in costruzione, offriranno sussidi di preparazione, moduli di iscrizione, la Credenziale Carta del Pellegrino e indicazioni per strutture di ospitalità lungo il percorso.

La Carta del Pellegrino consente di ottenere un timbro in ogni tappa, certificando il cammino percorso e dando diritto a tariffe agevolate in strutture ricettive e ristorative. Al termine del pellegrinaggio, al Colle Don Bosco, i partecipanti potranno ricevere un attestato di partecipazione (testimonianza del pellegrinaggio vissuto).

Per maggiori informazioni e iscrizioni:

Un cammino di fede e di comunità

Come sottolineava San Giovanni Paolo II:Là dove passano i Santi, Dio cammina con loro! Per chi li incontra, niente è più come prima!”. Il Cammino Monferrino di Don Bosco non è solo un itinerario turistico, ma un percorso di crescita personale e spirituale, un’opportunità di incontro con le comunità locali attraverso celebrazioni, momenti di preghiera, animazioni e attività culturali.

Nel 150° anniversario delle missioni di Don Bosco, questo nuovo cammino rappresenta un segno tangibile della vitalità del carisma salesiano, un invito a riscoprire la bellezza della fede e la ricchezza della storia che ha reso il Monferrato una terra di grandi missionari.

Basilica Maria Ausiliatrice: concerto dei Piccoli Cantori della Cattedrale di Lione

La Basilica Maria Ausiliatrice di Valdocco presenta il concerto dei Piccoli Cantori della Cattedrale di Lione: un appuntamento in collaborazione con la Association les petits chanteurs de Lyon maitrise de la primatiale de Lyon, sotto la Direzione artistica di Simon Heberle.

Vi aspettiamo martedì 25 febbraio alle ore 20.30 in Basilica, l’ingresso è libero con possibilità di parcheggio non custodito in via Sassari 28.

 

Valsalice: concerto del Piccolo Coro della Cattedrale di Lione

Notizia a cura delle scuole salesiane Valsalice di Torino.

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Saranno ospiti di alcune famiglie delle sezioni bilingue della Scuola Media salesiana di Valsalice dal 25 al 28 febbraio un gruppo di 35 ragazzi dai 10 ai 12 anni coristi della Cattedrale di Lione.

Il Piccolo Coro della Cattedrale di Lione farà tappa a Torino durante la tournée con due concerti: il 25 febbraio presso la Basilica di Maria Ausiliatrice e giovedì 27 febbraio presso la scuola Valsalice.

L’ingresso è libero ed è una bellissima occasione per ascoltare il Coro dal vivo in una serata dedicata alla buona musica e al canto.

Cinema Agnelli: intervista a Ilham Mohamed Osman dal film “Non dirmi che hai paura”

Nella giornata di domenica 16 febbraio l’attrice protagonista del film “Non dirmi che hai paura”, Ilham Mohamed Osman, ha fatto visita al Cinema Agnelli per presentare il suo film allo spettacolo delle ore 18.00.

Introdotta dal critico cinematografico Davide Stanzione, Ilham ha raccontato la sua esperienza che l’ha vista interpretare la storia di Samia Yusuf Omar, la giovane somala che nel 2008 partecipò ai giochi olimpici di Pechino. Qui di seguito lo scambio di domande e risposta prima della proiezione del film.

Come sei entrata in contatto con questa storia? Hai sentito il peso di dover incarnare una storia così importante come la storia di Samia?

Quando ho letto la sceneggiatura sono stata profondamente colpita dalla forza di Samia: quelle delle olimpiadi non era una semplice gara. Era molto più di una corsa, era un simbolo di resistenza, un messaggio al mondo. Ovviamente ho sentito una grande responsabilità, lei stessa è diventata un simbolo di coraggio.
La storia di Samia è importante non solo per il popolo somalo ma per tutti coloro che inseguono i loro sogni nonostante le difficoltà, le avversità. Spero di aver onorato la sua memoria nel mio piccolo.

Hai seguito un allenamento specifico per prepararti al film?

Ho dovuto seguire una dieta e un piano di allenamento specifici. Per sei mesi ho dovuto correre, è stata dura fisicamente perché non ero abituata a correre e più che sull’aspetto tecnico della corsa mi sono dovuta concentrare sull’aspetto della resistenza per via dei ritmi serrati del set dove si girava più volte la stessa scena.

Nel film offri una bellissima interpretazione di Samia: che rapporto hai avuto con la regista e la produzione? Come hai saputo dell’annuncio del film o se avevi letto il libro?

Innanzitutto la regista Yasemin Samdereli e la co-regista Deka Mohamed sono state straordinarie nel guidarmi attraverso questo processo e diciamo che è stato tutto un caso. Mia mamma era coinvolta nel progetto prima di me perché la produzione cercava di mettersi in contatto il più possibile con la comunità somala di Torino. Una sera sono arrivata a casa queste persone della produzione, a cena. Ricordo che mi hanno vista passare e hanno chiesto se avessi voluto fare il casting in quanto somigliavo molto a Samia.

Cosa hanno visto in te oltre la somiglianza? Come ti hanno guidato ad entrare nel personaggio?

Io non avevo mai recitato e ho avuto bisogno di aiuto. La regista è stata fantastica e mi ha guidato molto. Durante le riprese mi ha lasciato anche molta libertà di esplorare il personaggio e quando c’era bisogno mi ha dato direzioni chiare e consigli.

Prima volta sullo schermo? Che rapporti avevi con il cinema?

Strano. Non avevo mai pensato di voler recitare nella mia vita. È stato un caso ma sono contentissima di aver preso parte a questo progetto. È stato difficile sia trovarmi difronte ad una camera da presa sia vedermi sul grande schermo. È stata una sfida che mi ha fatto crescere sia
come artista che come persona e sono molto grata di essere parte di questo progetto.

Vorresti continuare?

Sì vorrei continuare a provare, sì.

Ci sono punti di contatto con la figura di Samia? Tu sei torinese ma i tuoi genitori sono somali, che rapporto hai con le tue origini?

Io conoscevo la storia di Samia appunto attraverso i miei genitori e la comunità somala. I miei genitori sono stati contentissimi di questa mia esperienza e avendo origini somale la storia di Samia mi ha toccata da vicino. Sono nata e cresciuta a Torino ma i miei genitori mi hanno
trasmesso la cultura somala. Per me è molto importante questa rappresentazione: di storie che parlano della Somalia sul grande schermo ne ho viste poche. Sono stata 2 volte in Somalia, la prima volta a 24 anni: parliamo di un paese che ha ancora tanti problemi. Vedrete anche nel film come è iniziato tutto, a partire dalla guerra civile fino ad oggi.

Lituania: il direttore dell’Opera di Vilnius riceve un’onorificenza dal Presidente della Repubblica

Dai salesiani della Casa di Vilnius, in Lituania.

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Il 16 febbraio, in Lituania, si celebra la festa nazionale che commemora la proclamazione della Repubblica di Lituania nel 1918. Dopo l’occupazione sovietica, l’indipendenza dello Stato Baltico è stata rinnovata a partire dal 1990. Come da tradizione, in questo giorno speciale il Presidente della Repubblica conferisce onorificenze a persone che si sono distinte in diversi ambiti per il bene della società.

Quest’anno, durante le celebrazioni ufficiali, il Presidente della Repubblica di Lituania ha conferito l’Ordine al MeritoPro Lituania” con il grado di Ufficiale a don Alessandro Barelli, sacerdote salesiano e Direttore dell’Opera di Vilnius. Don Alessandro, missionario italiano da 27 anni nel Paese Baltico, è stato riconosciuto per il suo significativo contributo alla società lituana.

L’onorificenza è stata assegnata in riconoscimento del suo fruttuoso lavoro apostolico come parroco della parrocchia di San Giovanni Bosco a Vilnius, come redattore del Bollettino Salesiano in lituano da 25 anni, come direttore nazionale Pontificie Opere Missionarie e per le numerose iniziative a favore dei giovani locali, con particolare attenzione alla missionarietà e all’inculturazione.

La comunità salesiana di Vilnius con la Comunità Educativo Pastorale parrocchiale si sono unite in clima di festa attorno a don Alessandro, complimentandosi per l’alto apprezzamento, che si estende a tutto il lavoro pastorale compiuto dai figli di don Bosco in terra lituana.

Ci congratuliamo con don Alessandro per questo importante segno di stima, augurandogli entusiasmo e forza per proseguire nelle sue opere di bene per i giovani e la società lituana.