CFP Fossano: la 2^ Acconciatura alle prese con Romeo & Giulietta

Le ragazze ed i ragazzi di 2^ Acconciatura al CFP di Fossano, al termine dell’anno formativo, hanno analizzato la famosa opera di William Shakespeare Romeo e Giulietta“, realizzando anche le acconciature del 1300 in laboratorio e recitando i dialoghi in lingua inglese in una video rappresentazione. Di seguito la notizia riportata dal sito del CFP di Fossano.

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Chi non conosce la storia d’amore e morte più famosa di tutti i tempi?

Oh, she is a beauty too rich for the earth! I’ve never seen true beauty until tonight.

Romeo e Giulietta di William Shakespeare è una storia di altri tempi. Due giovani che si amano immensamente e che non possono coronare il loro sogno d’amore a causa dell’opposizione delle famiglie.

Romeo, Romeo – wherefore art thou Romeo? Deny your father and refuse your name. Or, if you do not want to, I will no longer be a Capulet.

Per la tragedia della loro storia, Romeo e Giulietta sono diventati il simbolo dell’amore con la A maiuscola, dell’amore ideale, del vero amore che tutti sognano e a cui tutti tendono l’animo e il desiderio.

Ah, dear Juliet, you seem as though you are just asleep! I will stay here… and I shall rest for eternity.

Un amore che sceglie di vivere nel tempo e oltre la vita, oltre la morte, una storia che sopravvive nel tempo e nella memoria di tutti noi. È su questa tragica vicenda che le ragazze ed i ragazzi di 2^ Acconciatura si sono concentrati al termine dell’anno formativo, per analizzare l’opera e riflettere attentamente sul suo significato.

Hanno poi realizzato in laboratorio le acconciature del 1300, sperimentandosi nella loro arte con professionalità. Infine si sono messi in gioco attraverso una video rappresentazione, scegliendo di recitare i dialoghi in lingua inglese. Che avventura!

La partecipazione, l’entusiasmo e il coinvolgimento notevoli hanno prodotto ottimi risultati e non poche soddisfazioni: attraverso la didattica attiva emergono i veri talenti, le propensioni, i desiderata e si impara davvero che tutti abbiamo delle qualità e delle peculiarità da scoprire. Nel frattempo ci si diverte!

Si ringrazia per la disponibilità dei costumi d’epoca il Borgo Sant’Antonio di Fossano, in particolare la presidente del Comitato Sandra Sarvia. Un grazie di cuore ai frati Cappuccini di Fossano per la location.

CFP Rebaudengo: Panda 4 Mission – Conclusione di un’esperienza formativa straordinaria

Ha raggiunto la cifra di 13.250 euro la vendita all’incanto della “Panda 4 Mission”, l’autoveicolo restaurato dagli allievi del Centro salesiano di formazione professionale Rebaudengo a Torino. La somma è destinata al “gemello” Centre Notre Dame de Clairvaux a Ivato in Madagascar (15 chilometri dalla capitale Antananarivo).

La ragione del progetto “Panda 4 Mission” è stata illustrata da don Luca Barone, nella presentazione dell’evento svoltasi al Toolbox di Torino:

“Quando ho alzato gli occhi sul nostro portone che affaccia sulla piazza, ho riletto la denominazione scritta sulla lapide dell’inaugurazione del 1930: “istituto missionario”. Da quel momento ho cercato di riallacciare una relazione stretta fra quanto accade in questo angolo di Torino e l’attività salesiana nel mondo”. Don Barone conosce sette Paesi africani nei quali è stato in visita da responsabile dell’animazione missionaria dell’ispettoria subalpina. Ora cura anche in questo modo, con la sollecitazione che ha dato al CFP, il suo “mal d’Africa”.

Don Daniel Antúnez, presidente di Missioni Don Bosco, ha apprezzato questa “riscoperta”. Nel suo intervento al Toolbox ha sottolineato l’importanza del legame che si crea fra i giovani che frequentano i corsi al Rebaudengo e i loro coetanei in Madagascar. È un modo per costruire l’attenzione verso chi è più sfortunato perché nato in un luogo e in un tempo dove lo sviluppo è stato frenato ed è difficile da rigenerare:

La formazione professionale è uno strumento per dare ai giovani un mestiere spendibile in quelle situazioni, riversando così sull’intera comunità a cui appartengono un avvio di benessere economico”.

Il direttore Teruggi ha sottolineato l’entusiasmo che gli allievi hanno messo per il restauro della vecchia Panda immatricolata nell’anno del centenario di Don Bosco, il 1988.

“Un sintomo è che le squadre che hanno operato sul veicolo erano sempre puntualissime agli appuntamenti. Il piacere di riattivare un mezzo che sarebbe poi tornato su strada superava l’interesse per le lezioni in cui la pratica richiedere di montare un motore e smontarlo per la lezione della squadra successiva”.

Si è accesa una solidarietà a distanza che i giovani Torinesi sperano si traduca a inizio del prossimo anno scolastico nella possibilità di collegarsi via Web con la scuola di Ivato e di dialogare con i coetanei che nel frattempo avranno ricevuto il finanziamento ricavato dal progetto “Panda 4 Mission”.

A premiare l’impegno degli allievi e dei loro insegnanti, anche la partecipazione inattesa alla serata del 9 giugno di Giorgetto Giugiaro, il designer creatore della prima Panda. Ha raccontato in maniera informale ai ragazzi presenti la genesi del modello, scaturita da una sfida per creare un veicolo dal basso costo di produzione e da offrire a un prezzo popolare.

“Finché l’avvocato Agnelli non c’è salito sopra, sembrava un’automobile di poca classe, poi è diventata un’utilitaria apprezzata anche dai professionisti più esigenti”.

Il merito di questa visita a sorpresa è di Francesco Joly della Torino Heritage, l’associazione che vuole valorizzare la cultura automobilistica maturata a Torino. Ex allievo di Valsalice, come ha tenuto a sottolineare, è sua la donazione della Panda sulla quale hanno messo mani e intelligenza i restauratori, sua la capacità di sostenere questo progetto come connessione fra il mondo dell’impresa e quello della solidarietà.

“Non voglio essere blasfemo, ma se possiamo dire che in certo modo anche gli animali hanno un’anima, anche l’automobile può averne una. E questa nasce dal lavoro di chi la progetta e di chi la costruisce”.

Dal Madagascar, don Erminio De Santis ha comunicato in video registrazione il suo grazie perché anche questo contribuito servirà a proseguire l’attività di accoglienza dei circa duecento ragazzi fra i 13 e i 18 anni ai quali, oltre all’istruzione per cinque specializzazioni professionali, riesce a dare cibo, vestiti e cure mediche.

“Qui una Panda come quella che avete messo all’asta ce la sogniamo, per gli spostamenti in un territorio dove le vie di comunicazione sono poche e disastrate”.

Una nota che dice molto sulla necessità di potenziare la cooperazione fra Rebaudengo e Clairvaoux.

Questa esperienza è stata un’opportunità eccezionale dal punto di vista della formazione per i settori coinvolti e per i ragazzi e i formatori che hanno partecipato, mettendo in campo le competenze più svariate, molteplici ore di lavoro e uno stretto rapporto con aziende partner che ci hanno aiutato nella realizzazione del progetto.

L2L Maker Lab San Luigi – Intervista ai protagonisti del cortometraggio “Gli 8 Pazzi”

(Labs to Learn) – Proponiamo il racconto della produzione di un cortometraggio, a cura di 8 giovani studenti della scuola media Peyron di 3 classi di 2°media, risultato dell’azione del Maker Lab presso l’oratorio salesiano del San Luigi di Torino.

Per saperne di più sul Digital Lab del San Luigi:

Che esperienza incredibile! Questa prima edizione sperimentale del Digital Lab volge al termine e, pare, con tanta soddisfazione da parte dei ragazzi che ne hanno fatto parte, ma anche dei loro insegnanti.

Non sapete di cosa si sta parlando? E allora scopritelo leggendo le prossime righe dove vi racconteremo come è nato un gruppo di 8 ragazzi di 3 classi di 2°media, appassionati delle tecnologie più innovative, e desiderosi di apprendere tutti i segreti di come si realizzano video, con poco ma di vera qualità!

Il Digital Lab è un laboratorio pieno zeppo di dispositivi tecnologici (pc, tablet, Ipad, videocamera, fotocamera, drone, e tanto altro…) che si trova all’Oratorio salesiano San Luigi e che ha aperto le porte per una mattina alla settimana a questi 8 ragazzi. Perché proprio a loro? Perché i loro insegnanti, i loro genitori e loro stessi hanno creduto alla possibilità che provare a “fare scuola” in maniera un po’ diversa dal solito li avrebbe motivati nel riconoscersi delle capacità nascoste e a prendere sul serio, con vero impegno, un percorso di creazione di un cortometraggio e magari, di riflesso, anche il loro percorso scolastico.

Ci sono riusciti? Beh lo abbiamo chiesto a loro…

In che cosa pensate che vi abbia aiutato a crescere il Digital Lab?

Vasile ha risposto così: “A prendermi le mie responsabilità e a darmi da fare; fare le riprese mi stancava abbastanza ma mi ha dato molte soddisfazioni.” Anche Alessandro ha avuto la sensazione che questo laboratorio lo abbia “aiutato a organizzare meglio il lavoro”. C’è chi invece, come Leonardo, ha imparato “quanta pazienza ci vuole per realizzare un cortometraggio” in tutte le sue fasi, dalla stesura dello storyboard, alla realizzazione delle riprese, fino al montaggio. Aly addirittura ora si sente “più maturo, riesce a fare meno casino”. Tutti si riconoscono anche delle abilità tecniche in più: adesso conoscono i nomi delle differenti inquadrature utilizzate nel cinema e di conseguenza a realizzarle maneggiando come si deve la videocamera. Marcus, come altri (Alessandro, Leonardo, …) sono orgogliosi di poter dichiarare che ora sanno come pilotare un drone ma anche tutte le regole e le accortezze per poter farlo volare in sicurezza.

Qualcuno di loro, per partecipare, riconosce di avere perso molto, magari ore di lezione della materia preferita, chi invece ore di quella materia su cui hanno un po’ di difficoltà e ciò li ha messi in una situazione svantaggiosa: gli tocca faticare il doppio per poter stare al passo coi compagni o peggio dover recuperare. Però tutti riconoscono che accogliendo questa proposta hanno guadagnato molto…

Leonardo: “Più sicurezza in quello che faccio”, Diego: “Nuove amicizie e nuove conoscenze”, Marcus: “Il bello di poter giocare a calcio o a basket durante gli intervalli”, Gianluca: “Più possibilità di scelta sui miei obbiettivi del futuro”, Aly: “Capacità tecniche informatiche”.

Parola ad Alessandro

Ciao, io sono Alessandro, uno degli otto componenti del gruppo e voglio parlarvi del percorso che ci ha portati alla realizzazione del video finale, il cortometraggio degli “8 Pazzi”.

Durante i primi incontri abbiamo testato le nostre capacità e conoscenze sul mondo digitale e seguito lezioni da parte di professionisti su tecniche, modalità di realizzazione dei video e l’utilizzo di alcuni strumenti (ad esempio il drone). Alla fine di alcune lezioni Lele e Rachele (un educatore e una studentessa volontaria) ci hanno proposto delle sfide a quiz (con Kahoot) per testare la nostra attenzione e interesse rispetto agli argomenti trattati, è stato molto divertente ma soprattutto stimolante.

Successivamente, abbiamo deciso il tema di quello che sarebbe stato il video finale del Digital Lab e da quel momento è iniziato il lungo processo di realizzazione. Siamo partiti con la stesura del soggetto, la creazione di uno storyboard e per concludere la parte più progettuale abbiamo scritto la sceneggiatura.

A questo punto abbiamo iniziato a fare le riprese, al Digital Lab, a casa e anche a Valdocco dove abbiamo passato una giornata diversa dal solito e ci siamo divertiti molto (mi sentivo un po ‘ un regista sul set di un film…). La parte più delicata del lavoro penso si possa riscontrare nel montaggio, dove tutto il materiale è pronto per essere assemblato; con l’aiuto di John e Vadim (due ex studenti della scuola di Valdocco, quindi professionisti nel campo) abbiamo realizzato il montaggio con alcuni programmi come ad esempio Adobe Premiere.

Quando in anteprima abbiamo visto il nostro cortometraggio, siamo rimasti entusiasti del lavoro che siamo riusciti a fare in così “poco tempo” e alla qualità del prodotto che abbiamo realizzato, spero che sia solo l’inizio di un lungo percorso che ci porterà a fare della nostra passione un lavoro o comunque a non smettere di coltivarla.

Parola a Rachele

Ciao mi chiamo Rachele, ho 23 anni, sono una studentessa di comunicazione e, conoscendo l’oratorio fin da bambina, quando Lele (educatore dell’oratorio) mi ha proposto di partecipare alla realizzazione di questo progetto non ho esitato un attimo nell’accettare.

In questo laboratorio sono stata il braccio destro di Lele e un supporto per i ragazzi; avendo studiato al liceo artistico e specializzandomi nel multimediale ho portato il mio sapere nel gruppo con l’obiettivo di aiutare e aggiungere interesse nei ragazzi.

Per me questi 8 ragazzi si sono rivelati tutti speciali, a modo proprio, con tanto da dare in tutti i sensi, sia a livello “lavorativo” sia a livello umano. Ho legato con tutti, dal più esuberante al più silenzioso instaurando con ognuno un rapporto speciale che, al termine di questa bella esperienza, mi dispiace veramente molto interrompere. Hanno mostrato interesse, partecipazione, ma soprattutto entusiasmo nel voler imparare cose nuove.

Partecipando ho dovuto talvolta saltare delle lezioni universitarie ma ho appreso e imparato cose che nessun corso e nessuna lezione mi potevano dare.

La buona notizia è che il Digital Lab continua anche al pomeriggio, chissà che qualcuno di loro non si riaffacci, magari portandosi con sé qualche nuovo amico della scuola Peyron!

Proponiamo anche un video interattivo con una simpatica presentazione del Team che ha lavorato per il cortometraggio:

San Salvario: ritorna “Spazio Anch’io”

L’educativa di strada degli oratori salesiani a San Salvario ritorna a svolgere le sue attività a “Spazio anch’io”, all’interno del parco del Valentino tra via Carlo Ceppi e via Medaglie d’oro nel campo sintetico sopra al padiglione 5 di Torino Esposizioni.

Dopo quasi 15 anni di attività, “Spazio Anch’io” ha dovuto cambiare sede per la presenza del presidio sanitario, ma ora riparte. Per l’occasione si è voluto festeggiare questo importante momento in pieno spirito Salesiano con animazione, musica e sport per oltre 100 ragazzi pervenuti ed anche un importante momento di riflessione dal titolo “Educativa di Strada: una grande storia con tracce di futuro”.

Sono intervenuti Patrizia Gugliotti proget manager di NoMiS di Compagnia di San Paolo, Massimiliano Miano Presidente della Circoscrizione 8 e la Consigliera Regionale Monica Canalis; a moderare gli interventi Don Gian Marco Pernice.

Il primo intervento di Gugliotti ha riguardato la nascita e la storia del Programma NOmis che da un progetto rivolto principalmente a Minori non accompagnati per le strade di Torino, ha ampliato il suo range d’azione a Minori e giovani a rischio e in situazione di disagio. Una riflessione molto ben articolata sull’importanza che hanno i servizi di strada che facendosi prossimi ai giovani, in particolar modo i più fragili, incontrano le loro storie e affiancandosi ai loro vissuti possono offrire opportunità di crescita nell’ottica di ricostruire una giustizia sociale.

La stessa voglia di giustizia sociale rammenta Don Pernice, che animava la vita di un giovane prete di periferia della Torino della metà dell’800. Oggi si direbbe che Don Bosco andava a “fare territorio” per osservare, incontrare, donare un futuro ai giovani dell’epoca. Miano, Presidente di Circoscrizione, ha sottolineato tutto l’interesse che la circoscrizione prova nei confronti di questo progetto anche in ottica di un sostegno futuro, un’attenzione particolare testimoniata dalla grande determinazione che la circoscrizione ha messo nell’iter della riapertura dello spazio.

Monica Canalis ha evidenziato come durante la pandemia, il venir meno di attività come l’educativa di strada, in alcuni casi della scuola e di svariate altre realtà educative sui territori, abbia aumentato in alcuni giovani fobie, tentativi autolesionistici, ansia, disturbi psichiatrici importanti e anche episodi più gravi. Ora è necessario ritornare a lavorare con ancora più enfasi e forza perché quello che si è perso venga recuperato.

Vincenzo Camarda, Presidente della Commissione Sanità e Servizi Sociali, che per motivi istituzionali ha dovuto rinunciare all’ultimo, ha fatto arrivare i suoi saluti sottolineando quanto attività educative come questa possano essere una presenza preventiva sui territori di tutta la città da promuovere e sponsorizzare.

I saluti di Don Leonardo Mancini, Ispettore dei Salesiani del Piemonte, e del Parroco Don Claudio Durando che è anche direttore dell’opera, hanno concluso una giornata particolarmente significativa, come particolarmente significative e sentite sono state le premiazioni dei tornei di street soccer in cui il premio più importante è stato quello del “fair play”.

Spazio Anch’io” ritorna ad essere il quartier generale di un’attività educativa molto articolata che si dirama su tutto il territorio di San Salvario. Da qui partono e qui convergono le storie di tanti giovani italiani e stranieri, storie difficili e dolorose ma anche in alcuni casi vere e proprie storie di rinascita. Sono di nuovo attivi in loco i servizi di sostegno allo studio dell’italiano per gli stranieri, lo sportello di consulenza per la compilazione dei documenti e la ricerca concreta di un lavoro e la possibilità di attivazione di tirocini formativi. Per quanto riguarda la parte più educativa che permette agli educatori di entrare in sintonia con i ragazzi e creare una relazione di fiducia, lo spazio sarà aperto tutti i pomeriggi con tornei di calcio, laboratori sportivi e laboratori artistici.

In particolar modo verrà attivato nel mese di luglio, con il patrocinio della circoscrizione 8 e il placet del tavolo tecnico-artistico arte urbana e Street Art, un progetto chiamato “migrazioni di parole” che realizzerà una vera e propria opera d’arte a cielo aperto formata da frasi sull’inclusione scelte dai ragazzi stessi insieme agli educatori.

CFP Fossano: si scrive Tropical Bosco, si legge Seconda Chance

Venerdì 3 giugno al CFP di Fossano si è concluso il Progetto Lapis di quest’anno, il cui nome d’arte è stato “Seconda Chance”. Nato come un tentativo di far affrontare la scuola ai ragazzi fra i 14 e i 15 anni con un altro spirito e provare a guardarla da una diversa prospettiva, i giovani partecipanti hanno calato il sipario sul progetto con l’inaugurazione del fanta-pub “Tropical Bosco”. Di seguito la notizia riportata dal sito del CFP di Fossano.

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“…dalla quinta elementare zero sbatti di studiare,

quante note sul registro ma ora le note le registro,

…no no non seguo i fans voglio solo una seconda chance…”

 

E giù il sipario! Con la voce e la metrica del nostro alunno (e, per l’occasione, Maestro di Cerimonie) “Big Steve” a chiudere in maniera decisamente brillante e stilosa l’inaugurazione del fanta-pub “Tropical Bosco” e l’edizione 2022 del Progetto Lapis. Ma facciamo un passo indietro. “Seconda Chance” è stato il nome d’arte che quest’anno abbiamo scelto per il percorso affrontato da dodici ragazzi di età compresa tra i 14 e i 15 anni che da gennaio a giugno ’22, per tre giorni a settimana fino alla fine dell’anno scolastico, hanno formato il gruppo classe dei Lapis.

Il percorso “Lapis – Laboratori Scuola e Formazione” ha cadenza annuale: trecento ore nelle quali il Centro Salesiano mette a disposizione formatori, spazi, strumenti e laboratori, oltre che i suoi principi educativi. Ai ragazzi, invece, si chiede entusiasmo e impegno per disputare alla grande la loro “seconda occasione”. Alunni provenienti dalle scuole medie del territorio (quest’anno dagli Istituti Comprensivi di Fossano, Bene Vagienna, Centallo-Villafalletto e Racconigi) si mettono in gioco e si tuffano “a bomba” in un’avventura di sei mesi che richiede coraggio. Non è facile, nel bel mezzo dell’anno scolastico, sedersi a nuovi banchi, conoscere e farsi accettare da nuovi compagni e da nuovi professori. Non è da tutti. In un nuovo primo giorno di scuola la paura fa novanta, come scrive nella sua tesina una delle allieve:

“…Penso che questa sia una grande opportunità per superare l’esame e recuperare il tempo perduto. La mia più grande paura nel venire qua era quella di non essere accettata e avere difficoltà ad integrarmi…”

Il Progetto Lapis non è una rivincita, piuttosto un tentativo di affrontare la scuola con un altro spirito, provare a guardarla da una diversa prospettiva. Durante queste intense settimane gli alunni hanno l’opportunità di confrontarsi con il mondo della formazione professionale: si applicano in laboratori di arte, cucina e falegnameria, iniziano a conoscere e utilizzare i “ferri del mestiere”, osservano gli studenti più grandi maneggiare strumenti e macchinari e acquisire tecniche e competenze. Durante la prova orale di terza media che li attende a fine giugno, davanti alla commissione d’esame, racconteranno la loro esperienza e cercheranno di spiegare se e come questa li abbia aiutati e ispirati.

Come dicevamo, il viaggio di quest’anno si è concluso venerdì 3 giugno, ultimo giorno del progetto ma, soprattutto, il D-Day dell’inaugurazione del locale più cool dell’estate, il “Tropical Bosco”. La classe dei Lapis, una speciale aula-laboratorio dotata di forno e strumenti per la lavorazione del legno, si è trasformata per una mattina nel “freschissimo Tropical B”: un bar ideale, un chiringuito immaginario su un fantastico lungomare caraibico, un “posto bello, piacevole, che ti fa stare bene…” come lo hanno definito i Lapis mentre lo sognavano ad occhi aperti. Clienti speciali: i formatori del Cnos che hanno regalato un po’ del loro tempo ai ragazzi, per valorizzare la loro creatività e il loro sforzo.

Si sa, però, che “non c’è divertimento senza sbattimento” e in questi casi è il lavoro di gruppo a fare la differenza. Ma lo squadrone Lapis non ha deluso le aspettative: Sara e Kadija hanno sfornato pizze, torte e muffin a volontà; Salvo e Alessandro si sono occupati di drink colorati (e analcolici); Morgan, Leo, Sabri e Chiara, addetti alla sala, hanno appuntato gli ordini; Steve si è sdoppiato in “butta-dentro” e cantante; Saad e Arthur hanno presidiato la consolle e Jacopo, re dei paparazzi, ha immortalato l’evento con i suoi scatti. Il risultato sono state due ore leggere e allegre, con la sola pretesa di stare bene insieme, studenti e formatori; sicuramente un momento utile a stemperare un po’ la tensione prima dell’esame.

Ci piace comunque pensare che negli anni a venire i ragazzi del Lapis ’22 incontrandosi si diranno: “…Fra’! Ti ricordi del Tropical Bosco??”.

 

Don Bosco Casale: conclusione del Metodo di Studio “Accorciamo le distanze”

All’interno del progetto “Accorciamo le distanze” si è concluso il laboratorio sul Metodo di Studio presso la realtà salesiana di Casale. Di seguito l’esperienza degli incontri vissuti, i quali sono volti al termine il 30 maggio scorso.

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Il percorso è iniziato in data 11/03/22 e si è concluso il 30/05/2022.

Tutti gli incontri presentano una struttura simile, che viene condivisa con i ragazzi durante i primi incontri:
1. RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
2. BRAINSTORMING SULLA TEMATICA CHE VERRÀ AFFRONTATA
3. BREVE INTRODUZIONE TEORICA
4. Pausa / Gioco
5. ATTIVITÀ PRATICA
6. FEEDBACK E RIASSUNTO DELL’ATTIVITÀ SVOLTA

1° INCONTRO – presentazioni
Il primo incontro ha come obiettivo conoscere il gruppo, illustrare il percorso e presentare il tema “Metodo di studio”.

2° INCONTRO – organizzazione del tempo
Il secondo incontro ha come obiettivo presentare, riflettere e far sperimentare l’utilizzo del planning, lavorare sul concetto di ORGANIZZAZIONE del tempo, PIANIFICAZIONE settimanale e mensile, utilizzo del planning come strumento utile per la gestione del tempo scolastico e del tempo libero.

3° INCONTRO – organizzazione del materiale e del momento studio
Il terzo incontro ha come obiettivo riflettere e comprendere meglio come ORGANIZZARSI DURANTE LO STUDIO A CASA. Dopo una condivisione su come ciascuno studente si organizza, è stata presentata la TECNICA DEL POMODORO: alternare periodi di studio a piccole pause per gestire meglio energie e concentrazione. Nella seconda parte della mattinata ci si è concentrati principalmente sull’ORGANIZZAZIONE DEL MATERIALE quindi su TO DO LIST e CHECK LIST.

4° INCONTRO – prelettura, lettura e comprensione del testo
Il quarto incontro introduce il percorso che porta i ragazzi DAL TESTO ALLA MAPPA: grazie alla PRE-LETTURA e alle 5W + HOW i ragazzi comprendono come rielaborare efficacemente il materiale e come approcciarsi ad un testo: selezionare e cogliere gli aspetti principali e concetti chiave.

5° INCONTRO – selezione degli aspetti principali di un testo, il riassunto
Il viaggio dal testo alla mappa continua nel quinto incontro, dopo pre-lettura e lettura, per poter utilizzare al meglio le informazioni contenute in un testo, è fondamentale la comprenderlo per poter selezionare in maniera più accurata le informazioni chiave

6° INCONTRO – mappe ed esposizione
Il sesto incontro rappresenta l’ultima tappa del viaggio dal testo alla mappa: pre-lettura, lettura e comprensione, sottolineatura permettono di ricavare i concetti chiave che possono essere organizzati in MAPPE E SCHEMI, utili allo studio, al ripasso ed alla reiterazione. A ciascuno la propria mappa! I ragazzi vengono guidati alla ricerca delle caratteristiche della mappa adatta al loro modo di apprendere (uso del colore, delle forme, degli stili di scrittura, delle immagini, …)

7° INCONTRO – emozioni e apprendimento
Il settimo incontro ha come obiettivo comprendere cosa sono le EMOZIONI, da dove e come nascono e come influenzano la nostra vita. Ci si è concentrati principalmente su ANSIA e PAURA, come riconoscerle, come dar loro un nome, come accoglierle e come poterle gestire perché non ostacolino le esperienze della nostra vita. Per far ciò si pone l’attenzione all’ABC delle emozioni (situazione – pensiero – emozione – effetto).

8° INCONTRO – problem solving
Con l’ottavo incontro si inizia l’approfondimento di quelli che possiamo definire FORMULARI, intesi in senso più ampio. Si affronta anche il tema degli SCHEMI PROCEDURALI, ovvero strategie che permettono di recuperare i differenti passaggi messi in pratica, a volte automaticamente, per raggiungere un obiettivo…dal fare la pizza, alla risoluzione di un problema. Tali strumenti permettono di lavorare sulla pianificazione e sul problem solving: competenze cognitive molto utili, anche al di fuori della vita scolastica.

9° INCONTRO – conclusione e cassetta degli strumenti
Ultimo incontro del percorso, i ragazzi costruiscono le flash cards di inglese e costruiscono la loro “cassetta degli strumenti”, una tabella che riporta tutti gli strumenti incontrati durante il percorso. L’incontro si conclude con la costruzione di un segnalibro motivazionale, che possa aiutare nei momenti di maggiore difficoltà. Seguono i saluti e una piccola festicciola di arrivederci.

Il gruppo si dimostra in generale molto partecipe e coinvolto, gli interventi e le condivisioni sono ricche e le argomentazioni sono molte. Le attività vengono affrontate con curiosità e attenzione, mai in maniera superficiale. Soprattutto negli incontri finali si è venuto a creare davvero un buon clima di gruppo con dinamiche certamente positive. I ragazzi e le ragazze partecipavano attivamente, condividevano moltissimo e “facevano propri” gli strumenti proposti.

Lavorando con giovani studenti e studentesse sul metodo di studio sto osservando come strategie funzionali di organizzazione del tempo e di rielaborazione attiva del materiale possano rendere efficace lo studio.
Un buon metodo di studio permette di sviluppare un atteggiamento positivo nei confronti della scuola e nelle sfide che essa propone.
Tuttavia è importante tenere a mente che la scuola non è “solo studio” e che lo studio non è “solo leggere e ripetere”.
Lo studio e la scuola sono momenti e ambienti ricchi di relazioni, emozioni e sentimenti, come tali generano pensieri e vissuti che possono condizionare la vita dei ragazzi e delle ragazze. Sta a noi presentarli come strumenti di vita, che forniscono le competenze utili ad affrontare l’esistenza e le sfide che l’ambiente e la società propongono, dunque non sono solo un “modo per superare una verifica”.

Dottoressa
ELISABETTA GOVONI

Albo degli Psicologi del Piemonte

Istituto Agnelli: lotteria “Centro Anch’io”

Continua all’Istituto Internazionale Edoardo Agnelli di Torino la raccolta fondi per la riqualificazione del Salone delle Feste, che si arricchisce della lotteria “Centro Anch’io”. L’obiettivo è raccogliere 40.000€ entro il giorno d’estrazione dei premi, che si terrà lunedì 27 giugno alle ore 17:30 . Di seguito la notizia pubblicata dal sito dell’Istituto Agnelli.

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Continua con una lotteria la campagna di raccolta fondi dell’Istituto Internazionale Edoardo Agnelli di Torino per riqualificare il Salone delle Feste.

L’obiettivo di “Centro Anch’io” è raccogliere 40.000€ entro fine giugno per avviare i lavori che serviranno a donare agli studenti un nuovo spazio per corsi di musica, concerti, feste, laboratori, incontri con ospiti e aziende.

Acquista un biglietto e sostieni “Centro Anch’io” per creare un nuovo Salone delle Feste. Per ogni biglietto della lotteria è richiesta una donazione minima di 10€ con cui potrai aiutarci a riqualificare il Salone delle Feste in questo modo:

  • Con 1 biglietto doni una pennellata di colore al nuovo Salone
  • Con 3 biglietti doni una sedia per assistere a concerti e spettacoli
  • Con 5 biglietti doni un faretto
  • Con 10 biglietti doni un metro di tubatura del nuovo impianto di riscaldamento

Per ringraziarti abbiamo pensato a tanti fantastici premi!

  • 1° premio : TV Samsung 55 pollici
  • 2° premio : corso da 10 lezioni individuali dell’Impresa sociale Mozart
  • 3° premio : corso da 10 lezioni individuali dell’Impresa sociale Mozart
  • 4° premio : corso da 10 lezioni individuali dell’Impresa sociale Mozart
  • 5° premio : Chromebook
  • 6° premio : iscrizione per 2 settimane al Centro estivo Agnelli
  • 7° premio : monitor PC Samsung SF3500 24 pollici
  • 8° premio : cuffie AKG stereo da studio
  • 9° premio : completo agnelli (zaino, tuta, t-shirt e pantaloncino)
  • 10° premio : abbonamento al Cinema-Oratorio Agnelli (10 ingressi)
  • 11° premio : cassa portatile bluetooth

ESTRAZIONE

L’estrazione si terrà lunedì 27 giugno alle ore 17:30 presso il Salone delle Feste dell’Istituto Agnelli in corso Unione Sovietica 312 a Torino e in diretta streaming sulla pagina Facebook dell’Istituto.

I premi si potranno ritirare poi presso la portineria entro un mese dalla data dell’estrazione. Per concordare l’orario del ritiro del tuo premio, chiama il numero 011-6198311.

Si ringrazia per la donazione di alcuni premi l’Impresa sociale Mozart, il Cinema Teatro Agnelli e l’Oratorio Don Bosco Agnelli.

Don Bosco Rivoli: conclusione del Metodo di Studio “Accorciamo le distanze”

All’interno del progetto “Accorciamo le distanze” si è concluso il laboratorio sul Metodo di Studio presso la realtà salesiana di Rivoli. Di seguito l’esperienza degli incontri vissuti, i quali sono volti al termine il 1° giugno scorso.

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Il percorso è iniziato in data 10/03/22 e si è concluso in data 01/06/22.

Hanno partecipato al percorso sia ragazze frequentanti scuole secondarie di secondo grado e università, che ragazzi della scuola secondaria di primo grado.

Parlando con loro dei bisogni relativi al metodo di studio è emerso che, nonostante i buoni risultati scolastici, vi fosse la necessità di migliorare il metodo di studio, per affinare l’organizzazione del tempo e del materiale, potenziare la gestione emotiva legata agli aspetti scolastici, perfezionare la produzione di mappe e in generale per approfondire strategie di rielaborazione attiva del materiale (la via per generare uno studio efficace e più duraturo nel tempo).

Con le studentesse più grandi abbiamo avviato un percorso individuale, in cui ciascuna avesse il proprio spazio di confronto per poter condividere strumenti e per colmare eventuali dubbi. Le ragazze si sono dimostrate molto coinvolte e consapevoli delle loro necessità e bisogni. Insieme abbiamo impostato e costruito alcune strategie utili, partendo da ciò che loro già facevano, per perfezionare e rendere efficace ed efficiente il “momento studio” e la performance scolastica (sostenere un’interrogazione orale, una verifica, o un esame universitario).

Con i ragazzi più giovani, dopo un incontro conoscitivo durante il quale sono stati condivisi i loro bisogni e aspettative riguardo il percorso di metodo di studio, abbiamo intrapreso il “viaggio” del metodo di studio.

Abbiamo affrontato insieme i primi incontri relativi all’organizzazione settimanale e giornaliera del momento compiti, utilizzando la tecnica del pomodoro ed il planning, per poi continuare scoprendo come poter gestire al meglio gli impegni scolastici, come arrivare “dal testo alla mappa” e le potenzialità del problem solving e dello schema procedurale, scoprendo strumenti anche divertenti da costruire, per affrontare con gioia, serenità e creatività il momento compiti.

Tutto ciò perché recenti ricerche scientifiche mettono in evidenza quanto sia importante favorire un buon clima durante il momento di studio ed apprendimento. Sono infatti le emozioni piacevoli ad avere un impatto maggiore sull’apprendimento ed a favorirlo, al contrario, le emozioni spiacevoli lo ostacolano e generano vissuti spiacevoli.

Tutti gli incontri presentano una struttura simile, che viene condivisa con i ragazzi durante i primi incontri:
1. RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI
2. BRAINSTORMING SULLA TEMATICA CHE VERRÀ AFFRONTATA
3. BREVE INTRODUZIONE TEORICA
4. GIOCO DI RIATTIVAZIONE
5. ATTIVITÀ PRATICA
6. FEEDBACK E RIASSUNTO DELL’ATTIVITÀ SVOLTA

Lavorando con giovani studenti e studentesse sul metodo di studio sto osservando come strategie funzionali di organizzazione del tempo e di rielaborazione attiva del materiale possano rendere efficace lo studio.
Un buon metodo di studio permette di sviluppare un atteggiamento positivo nei confronti della scuola e nelle sfide che essa propone.
Tuttavia è importante tenere a mente che la scuola non è “solo studio” e che lo studio non è “solo leggere e ripetere”.
Lo studio e la scuola sono momenti e ambienti ricchi di relazioni, emozioni e sentimenti, come tali generano pensieri e vissuti che possono condizionare la vita dei ragazzi e delle ragazze. Sta a noi presentarli come strumenti di vita, che forniscono le competenze utili ad affrontare l’esistenza e le sfide che l’ambiente e la società propongono, dunque non sono solo un “modo per superare una verifica”.

Dottoressa
ELISABETTA GOVONI

Albo degli Psicologi del Piemonte

CFP Rebaudengo: pellegrinaggio di fine anno a Valdocco

Venerdì 27 maggio gli allievi e i formatori del CFP Rebaudengo hanno partecupato al pellegrinaggio a Valdocco, uno degli appuntamenti più sentiti dal punto di vista salesiano, che porta i ragazzi della formazione professionale nei luoghi dove Don Bosco è vissuto e ha operato. Di seguito la notizia riportata dal sito del CFP Rebaudengo.

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Dopo diversi anni in cui questo bell’avvenimento era venuto meno a causa del Covid, finalmente nella giornata di venerdì 27 maggio gli allievi e i formatori del CFP Rebaudengo hanno potuto partecipare al pellegrinaggio a Valdocco, uno degli appuntamenti più sentiti dal punto di vista salesiano, che porta i ragazzi della formazione professionale nei luoghi dove Don Bosco è vissuto e ha operato, facendo toccare loro con mano quanto realizzato dal nostro santo fondatore.

Tutti gli allievi del Cfp, vestendo la maglietta bianca del Centro, sono partiti dal Rebaudengo e si sono diretti verso Valdocco, ravvivando con le loro voci e i loro passi le strade delle zone nord di Torino. Una volta giunti al primo oratorio di Don Bosco, i ragazzi del Reba sono stati divisi per gruppi di fascia d’età e hanno potuto visitare, accompagnati da alcune guide “speciali”, gli ambienti di Valdocco, conoscendone la storia e quello che di bello e miracoloso il nostro santo fondatore ha fatto in quelle stanze, in quei cortili e in quelle chiese.

La parte più importante e sentita della giornata è stata la celebrazione eucaristica, tenutasi nella Basilica di Maria Ausiliatrice e celebrata dal Direttore dell’Opera Rebaudengo Don Luca Barone. I ragazzi e i formatori, in un’atmosfera di raccoglimento, hanno ringraziato Maria Ausiliatrice e Don Bosco per l’anno trascorso e hanno affidato loro i ragazzi delle terze e delle quarte che a breve sosterranno gli esami per la qualifica e per il diploma. Il tutto, come da tradizione salesiana, è terminato con un gelato in compagnia e con la raccomandazione di seguire sempre i consigli di vita trasmessi e testimoniati in quest’anno di proposta educativa al Rebaudengo.

Don Bosco Agnelli: conclusione del Metodo di Studio “Accorciamo le distanze”

All’interno del progetto “Accorciamo le distanze” sta per volgere al termine il laboratorio sul Metodo di Studio presso la realtà salesiana dell’Agnelli.  Di seguito l’esperienza degli incontri vissuti, i quali culmineranno verso metà giugno.

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Il nostro percorso, strutturato in 10 incontri, è incominciato subito dopo Pasqua e si concluderà a metà giugno, con la partecipazione di 4 studenti della scuola secondaria di primo e secondo grado.

L’obiettivo primario è stato quello di accompagnare i ragazzi in un cammino che li portasse ad acquisire maggiore consapevolezza delle proprie risorse e difficoltà nello studio per arrivare poi a superarle con alcuni strumenti utili. Abbiamo cercato di pensare degli incontri tra loro collegati da un filo conduttore: i passi necessari per arrivare preparati al compito in classe. In poche righe vogliamo raccontarvi la prima parte di strada che abbiamo percorso insieme, facendoci aiutare dalla voce dei ragazzi che con noi hanno preso parte al progetto.

Incontro 1. Imparare quali solo gli elementi principali di un ambiente che facilita l’apprendimento e lo studio.

“Prima di iniziare a studiare è importante avere la possibilità di svagare un pochino la mente per essere poi più produttivi nello studio” T.

Incontro 2. L’importanza del pianificare e dell’organizzare il tempo di studio e dei compiti in maniera efficace. Introduzione di un primo strumento: la tabella che per metta di avere un riscontro oggettivo e di sviluppare maggiore consapevolezza metacognitiva sul tempo impiegato per svolgere un certo compito. 

“Pianificare il tempo di studio e compiti è importante per non arrivare troppo stanchi a fine giornata.” C.

Incontro 3. Una volta definiti i criteri per l’organizzazione spaziale e temporale, abbiamo riflettuto che lo studio inizia già in classe e parte dal saper prendere appunti in maniera efficace, costruendo un proprio vocabolario di simboli ed abbreviazioni.

“Prendere bene appunti ci facilita lo studio e a focalizzarci sulle parti più importanti.” S.

Incontro 4. Conoscere i diversi stili di elaborazione delle informazioni, per scoprire insieme quali sono quelli che noi utilizziamo più di frequente.

“Ci sono diversi modi di arrivare alla soluzione di un problema” C

Incontro 5. Strategie di lettura: come lettere un testo in modo differente in funzione dello scopo e quali sono gli elementi principali per costruire una mappa concettuale.

“Le mappe non sono tutte uguali, io uso strategie diverse in base alla materia che devo studiare” S.

Incontro 6. Lo studio di materie con pochi nessi logici:  formulari di matematica e geometria; lo studio di geografia.

“Non avevo mai costruito un formulario e per me è stato molto faticoso, fare lo schema di un testo descrittivo di geografia è stato molto più semplice per me” G

 Incontro 7. Lo studio e l’uso delle mappe concettuali in una materia con molti nessi logici come storia.

“Quando si schematizza un testo di storia, spesso è difficile perché oltre a capire il testo bisogna anche trovare i collegamenti” T.

I successivi incontri, che si svolgeranno nelle prossime settimane, affronteranno i passi finali ovvero: l’autovalutazione come strumento per capire quali argomenti devo rivedere con maggiore attenzione, il ripasso e come migliorare le proprie strategie di comunicazione. Infine, quali strumenti ho acquisito per arrivare pronto alla verifica e come affrontare tipologie di verifica differenti. 

“Abbiamo cercato il più possibile di rendere questo laboratorio un’occasione di riflessione realmente connessa all’esperienza quotidiana dei ragazzi. La conclusione di questo percorso sarà la fine di un pezzo di cammino insieme, che speriamo possa portare questi ragazzi a camminare più consapevolmente sulle proprie gambe. Infatti, il momento dei saluti sarà accompagnato dalla consegna di un piccolo libricino che racconterà il percorso che abbiamo costruito insieme unendo le nostre competenze, con le preziose conoscenze dei ragazzi che hanno condiviso con noi questo percorso. Con la speranza che possa diventare per loro una pratica valigetta degli attrezzi a cui appellarsi nei prossimi anni per affrontare lo studio.”

Ginevra, Francesca, Irene e Marisol