Oratorio Michele Rua: “C’è da non crederci”

L’Oratorio Salesiano Michele Rua, per il 23-24-25 novembre prossimi, invita a partecipare all’iniziativa del Musical dedicato alla vita di Don Bosco. “C’è da non crederci… is back!

Si riporta di seguito l’articolo pubblicato dal sito dell’opera.

23 e 24 novembre (e 25 novembre per le scuole)….. Grazie a tutti coloro che ci hanno sostenuto e ci hanno aiutato, gli ottanta giovani (anagrafici e nel cuore) tornano a calcare le scene del musical che racconta in modo speciale la storia di don Bosco… storia fatta di passione, fede, intraprendenza, coraggio, giovani e ragazzi…. una storia concreta e ancora nuova nonostante siano passati quasi centocinquant’anni…

Vi aspettiamo!!!

Torino… 1800… migliaia di ragazzi in cerca di lavoro, soli, abbandonati (GUARDA CHE BUIO), sfruttati, preda di delinquenza. Don Bosco vede OCCHI TRISTI dietro quei volti che visita in carcere (C’È UN PRETE) e vuole scommettere su di loro (SE TROVASSERO).

…Li aveva già visti in sogno a 9 anni (LUPI) quando intravede la sua missione: da lupi trasformarli in agnelli “con la mansuetudine e la bontà” (GIOCOLIERE DI DIO).

L’8 dicembre 1841, novello sacerdote, incontra BARTOLOMEO Garelli, nella sacrestia di San Francesco d’Assisi e, da un’Ave Maria recitata insieme, inizia la sua opera a favore dei giovani.

Nel giro di pochi mesi (C’È DA NON CREDERCI) i ragazzi diventano migliaia e le difficoltà per accoglierli aumentano (PRATO DI DOLORE).
Ma la Provvidenza, tramite un semplice commerciante di soda, PANCRAZIO Soave, non lo abbandona e casa Pinardi è per loro.

Estate 1846: don Bosco è sfinito, “ogni suo respiro è per i giovani”, e si ammala gravemente. I suoi ragazzi levano al cielo preghiere e si turnano per vegliarlo (SIGNORE NON FATELO MORIRE).

Il Signore li ascolta, Don Bosco guarisce e si consacra al bene dei giovani. Più volte si “intrufola” tra quelli che giocano a soldi, glieli prende e scappa verso Valdocco (PRETE LADRO)… li fa sentire amati e molti di loro lo seguono.

Anche Mamma Margherita, la sua mamma, non gli nega il suo aiuto e si dedica a quei “ragazzi scalmanati” che giocano alla guerra (CHILDREN’S MARCH) e che, tra una corsa e l’altra, le devastano l’orto. È stanca, ma per amore di suo figlio e di Gesù gli rimane accanto (NON ANDARE).

Non tutti sono dalla parte di Don Bosco, alcuni lo trovano un prete scomodo e rivoluzionario. Subisce diversi attentati, ma ha un difensore: un cane che don Bosco chiamerà GRIGIO.

L’opera si ingrandisce… da solo non ce la fa: nel dicembre 1859 chiede ai ragazzi più grandi di stare con lui: “Ci chiameremo Salesiani, in onore di San Francesco di Sales”. Tutti accettano (FRATE O NON FRATE): è l’inizio di una storia che abbraccerà tutto il mondo.

Anche quando a Torino scoppia il colera, i Salesiani non si tirano indietro (NEL BORGO DORA C’È LA MORTE): nessuno dei suoi ragazzi muore soccorrendo e aiutando i malati.

La famiglia Salesiana si ingrandisce sempre di più: oltre ai ragazzi Don Bosco pensa anche alle ragazze, dopo aver conosciuto DOMENICA Mazzarello a Mornese.

Torino… Italia… Mondo.
Novembre 1875 parte la prima spedizione missionaria: destinazione Patagonia, Argentina del Sud (È AMORE).

31 GENNAIO 1888
Don Bosco è “un vestito ormai logoro” e saluta i suoi ragazzi promettendo di aspettarli in Paradiso.

Lo piangono i suoi salesiani, i suoi giovani e tutta la città di Torino.
Il suo cuore però batte ancora in 134 nazioni,
e 30 famiglie religiose… migliaia di amici di Don Bosco hanno capito la sua santità: LA GIOIA NEL QUOTIDIANO.

“Basta che siate giovani perché io vi ami”… mettersi in gioco, amare i più piccoli e indifesi, trasmettere l’Amore di Dio perché si possano aprire GIOVANI ORIZZONTI.