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Cagliero 11 – “Per la vera fratellanza umana” – Gennaio 2022

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°157 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Gennaio 2022.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

Cari Amici, Fratelli e Sorelle,

Vi saluto di cuore alla soglia del nuovo anno 2022. Sappiamo che Don Bosco fu fortemente ispirato dalla figura di San Francesco di Sales di cui ricordiamo quest’anno quattrocento anni dalla sua morte.

In cosa lo ispirava di più? Prima di tutto come vero pastore e maestro di carità. Ma anche come missionario coraggioso ed evangelizzatore instancabile che sempre lavorava per la salvezza delle anime.

Noi tutti siamo invitati ad accogliere il dono massimo della salvezza portatoci per mezzo della missione redentrice di Cristo e noi tutti facciamo parte della missione educativa di don Bosco che si realizza in numerose forme in tutte le parti del mondo. Lasciamoci ispirare ancora nuovamente dall’amore e dall’ingegno del santo sabaudo che ha dato il nome alla nostra bellissima Congregazione.

Don Ángel Fernández Artime SDB, Rettor Maggiore

Animazione Missionaria – Un capodanno alternativo presso il rifugio Massi di Oulx

Per concludere il vecchio anno ed iniziare al meglio il 2022, un gruppo di giovani facenti parte del percorso dell’Animazione MissionariaNel cuore del mondo” ha vissuto la festa di fine/inizio anno in maniera alternativa, facendo tesoro delle attività portate avanti dal Rifugio Massi di Oulx in merito all’accoglienza dei migranti. Di seguito l’esperienza vissuta dal gruppo di giovani che ha aderito, a cura di Sara Scrivo.

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Capodanno ad Oulx

Quest’anno, con il percorso di animazione missionaria “Nel cuore del mondo” abbiamo trascorso un Capodanno alternativo presso il rifugio Massi di Oulx che si occupa dell’accoglienza dei migranti appartenenti alla rotta balcanica e a quella africana. Si tratta di singoli e famiglie che tentano di attraversare il confine con la Francia e che spesso vengono respinti dalla gendarmerie francese. Ad Oulx, d’inverno, la temperatura scende anche di diversi gradi sotto lo zero e questo rende gli attraversamenti notturni sulle piste da sci o in alta montagna estremamente pericolosi. Di conseguenza, per i migranti, il rifugio Massi è, di fatto, l’unica possibilità per ottenere un pasto caldo ed evitare di dormire all’addiaccio.

Don Chiampo, parroco di Bussoleno e responsabile del rifugio, ci ha accolti presentandoci la struttura e le modalità di accoglienza dei migranti e ci ha ricordato l’importanza di restituire loro la dignità e di riconoscerli come persone evitando qualsiasi forma di pietismo. Inoltre, egli ha evidenziato come il concetto di “migrante” sia un concetto in continua evoluzione. Anche a livello etimologico è possibile individuare tale trasformazione: un tempo, infatti, si utilizzavano i termini “immigrato” ed “emigrato”, mentre attualmente si utilizza in maniera più generica il termine “migrante”. Anche questo cambiamento semantico è significativo perché va a sottolineare quanto l’azione del “migrare” sia diventata ormai una condizione costante, tanto da mettere da parte gli aspetti del “da dove” o del “verso dove” espressi dai due prefissi. In passato, inoltre, i migranti erano, quasi esclusivamente, migranti economici in cerca di nuove opportunità; al giorno d’oggi, invece, la maggior parte sono rifugiati politici o migranti forzati che fuggono da zone di guerra o da situazioni in cui i diritti umani non vengono rispettati. In futuro e, purtroppo, in un futuro non troppo lontano, conosceremo meglio anche la figura del migrante ambientale.

I migranti che passano per Oulx sono stati costretti a lasciar ogni cosa e a vendere tutto quello che possedevano nella speranza di trovare un posto migliore, un luogo sicuro dove poter crescere i propri figli. Tutti noi siamo rimasti molto colpiti dal coraggio e dalla determinazione di queste persone nel non avere un piano B e nel dover puntare tutto sul piano A. Noi, al contrario, siamo spesso così tanto insicuri nel formulare i nostri progetti da evitare di fare anche solo un passo senza prima avere garanzie di successo. Per loro invece il mettersi in viaggio non è un’opzione, una scelta tra le tante alternative; il più delle volte è una necessità dalla quale risulta impossibile tirarsi indietro.

Dopo aver ascoltato Don Chiampo, abbiamo dato una mano a pulire e riordinare i container e le stanze. Spostando i materassi abbiamo trovato alcuni oggetti che ci hanno fatto riflettere sul numero di persone passate in questo piccolo punto nevralgico e sulle loro storie: spazzolini, calzini, guanti, mascherine, omogeneizzati e appunti con percorsi, nomi di città, orari di treni e pullman diventano simboli concreti della sofferenza, delle paure e delle speranze di tutti i migranti che hanno trascorso anche solo una notte in questo luogo.

La sera abbiamo condiviso la cena chiacchierando con alcuni di loro e cercando di entrare un po’ nelle loro storie con quanta più delicatezza possibile. Qualcuno era contento di poter passare la serata con noi e di vivere qualche attimo di spensieratezza, altri ci chiedevano, più semplicemente, di condividere il loro silenzio. Come ha detto Don Chiampo, il “povero” è spesso una figura scomoda, una figura che ci infastidisce e ci richiede uno sforzo per uscire dal nostro egoismo, ma quando entriamo in contatto con la sua povertà contemporaneamente scopriamo anche quelle che sono le nostre povertà, ciò che nascondiamo alle altre persone e, spesso, anche a noi stessi. Solo mettendoci a servizio degli ultimi riusciamo davvero a riconoscerci come fortunati, a riordinare le priorità della nostra vita e ad incontrare in modo autentico Dio. Lo stesso Dio che continua a prendersi cura e ad accogliere le grida di questa umanità bella e fragile.

[Cristo Gesù, pur essendo di natura divina,
non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio;
ma spogliò sé stesso,
assumendo la condizione di servo
e divenendo simile agli uomini. (Filippesi 2,6-7)]

Lo sguardo del “povero” allora, è uno sguardo profondo che ci smuove, ci interroga, che pretende un nostro intervento e che, un po’ come gli occhi dei protagonisti delle opere di Ungarelli (esposte a Valdocco), va a rimuovere quel velo di ipocrisia che ci accomuna un po’ tutti e che ci intrappola nell’inazione e nell’indifferenza e non ci permette di agire per la carità. Abbiamo dunque trascorso l’ultimo dell’anno mettendoci a servizio degli ultimi e cercando anche di riflettere sul modo in cui siamo abituati ad amare. Infatti, come ci ha ricordato Don Chiampo, ci sono motivazioni molto diverse che ci spingono ad amare:

“Ti amo perché mi ami,
ti amo perché ho bisogno di te
e ti amo perché voglio il tuo bene.
E tu che tipo di amore scegli?” (Don Chiampo).

È stato inoltre molto bello vedere che, nonostante fosse il 31 dicembre, i volontari erano tanti. La sera abbiamo festeggiato l’arrivo del nuovo anno insieme a due ragazzi volontari con i quali ci siamo sentiti immediatamente in sintonia. Condividere insieme quest’esperienza di servizio e riconoscerci come figli di Dio ci ha fatto sentire immediatamente fratelli, pronti a collaborare per il bene del prossimo.

Sara Scrivo

Tutto pronto per il terzo incontro del Percorso Missionario

Domenica 19 dicembre si terrà a presso la casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice (piazza Maria Ausiliatrice 35) a Torino il terzo incontro del “Percorso nel cuore del mondo” 2021/2022.

Il titolo dell’incontro è Buoni cristiani e onesti cittadini: grazie all’intervento di don Riccardo Frigerio i ragazzi scopriranno il tema della dottrina sociale della chiesa. Sarà una riflessione sulla centralità del bene comune nella politica che sogniamo e la consapevolezza che vita cristiana e vita sociale non sono separate

Noi ogni giorno ci impegniamo nell’idea di cambiare il futuro e quindi di cambiare la nostra vita sapendo comunque che l’avvenire e la storia sono guidati dal Signore. Io non devo dire di essere Cristiano, io devo comportarmi da cristiano. Io non devo dire di avere una Fede, io devo essere la testimonianza di questa fede 

(Dall’incontro sullo stesso tema dello scorso anno) 

#3 E se la Fede: Il Giudizio

Nella serata di giovedì 2 dicembre 2021 si è svolto il terzo appuntamento per il percorso di “E se la Fede avesse Ragione?” presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Torino Valdocco. Il tema trattato in questo incontro ha riguardato il tema del giudizio, a cura di Don Luca Ramello.

Ecco i punti principali:

  • Che cosa intendiamo per giudizio di Dio come realtà salvifica
  • Cosa sarebbe la storia senza un giudice
  • Le opere di misericordia e Mt 25
  • La luce sul quotidiano

Suor Paola Casalis, invece, ha affrontato la tematica del giudizio partendo dall’arte: l’opera è stata quella di Rembrandt “Ritorno del figliol prodigo“.

L’appuntamento è stato trasmesso in diretta sulla pagina Facebook ufficiale di E se la Fede ed è disponibile anche sul sito eselafede.it.

Prossimo appuntamento: giovedì 17 Febbraio 2022

Cagliero 11 – “I catechisti” – Dicembre 2021

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°156 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Dicembre 2021.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

INTENZIONE MISSIONARIA SALESIANA
ALLA LUCE DELL’INTENZIONE DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE

I catechisti

Per la proclamazione e la testimonianza dell’amore di Dio nella difficile situazione socioeconomica in Venezuela. Preghiamo per i catechisti, chiamati ad annunciare la Parola di Dio: affinché ne siano testimoni con coraggio e creatività nella forza dello Spirito Santo.

Cari Fratelli,
Sorelle e Amici,

“Per te mio Dio, io canto, la gioia di essere il tuo testimone, Signore”: anni fa cantavo insieme ad altri amici il testo di questa canzone, sperimentando il profondo desiderio di vivere con gioia sapendo di essere testimone di Cristo.

Dalle prime comunità cristiane, la testimonianza di coloro che sono convinti che Gesù Cristo ispiri il loro modo di vivere e di agire è il modo più convincente per annunciarlo. Quando siamo testimoni del Vangelo, con uno stile di vita felice, semplice, fraterno e solidale, è possibile offrirlo come opzione per coloro che cercano il senso della propria esistenza anche in mezzo alle più grandi difficoltà. Don Bosco ci invita ad essere portatori della gioiosa novella dell’Amore incarnato, visibile, concreto che Dio ha per i piccoli e i poveri: questo credo sia l’impegno di un missionario salesiano.

Don Hugo Orozco, SDB – Consigliere regionale per la Regione Interamerica

Dialogo Interculturale come processo d’Inculturazione

Più che l’incarnazione, è la kenosi che ci ricorda cos’è veramente l’inculturazione: il Verbo si è fatto carne perché fossimo ricondotti alla gloria di Dio (Fil 2, 6-11).

Una comprensione dell’inculturazione che presuppone una fede senza cultura, trapiantata in una cultura religiosamente diversa, dove la fede cristiana e la cultura, prima sconosciute l’una all’altra, si incontrano e si fondono, è artificiale e non realista. La fede cristiana è vissuta da persone di una cultura specifica. Infatti, non esiste un cristianesimo senza cultura né una cultura che sia veramente cristiana. Allo stesso modo, nessuna fede è priva di cultura e nessuna cultura priva del suo credo religioso.

Poiché la cultura e la fede sono intimamente intrecciate, togliere la cultura da qualsiasi fede che l’ha generata e trapiantarla in un’altra fede è farle violenza nel profondo. D’altra parte, come una persona umana viaggia attraverso il tempo e le nuove realtà incontrate portano a nuove intuizioni, così ogni cultura progredisce quando è aperta all’incontro e la propria visione e i propri valori sono trasformati da tale incontro. Al contrario, una cultura che si isola dal dinamismo della storia muore.

È nel processo di interazione delle culture che si rivelano i loro elementi arricchenti e disumanizzanti espressi nei loro valori e pratiche. L’inculturazione avviene attraverso il dialogo interculturale. Attraverso questo processo interculturale di arricchimento reciproco e di scambio critico, le culture sono stimolate ad aprirsi alla novità del Vangelo. Così, i valori e le concezioni di una cultura si arricchiscono allargando e approfondendo i loro orizzonti in modo che il modo di vivere di quella società includa, o almeno non precluda, gli ideali del Vangelo che danno senso all’esistenza umana. È in questo processo che si discerne ciò che è contrario al Vangelo e ciò che non lo è.

Don Alfred Maravilla, SDB – Consigliere generale per le Missioni

Secondo incontro del Percorso Missionario

Sabato 20 e domenica 21 novembre si è svolto, presso la casa delle Figlie di Maria Ausiliatrice di piazza Maria Ausiliatrice a Torino, il secondo incontro del “Percorso nel Cuore del Mondo” 2021/2022. 

Il tema dell’incontro è stato l’economia a servizio dei popoli: un viaggio alla scoperta delle grandi dinamiche sociali, politiche ed economiche che muovono il mondo, di cui in realtà ciascuno fa parte. Alcuni laboratori – sui temi di alimentazione, sanità, educazione e clima – e le presentazioni della Evangelii Gaudium e della piattaforma della Laudato Sii hanno introdotto il tema nella giornata di sabato, completato poi domenica dell’intervento di Ivan Vitali (Ivan Vitali – SEC) sull’economia civile.  Dopo momenti di gioco e condivisione, sabato sera i ragazzi hanno vissuto la veglia di preghiera, conclusa con la “buonanotte” dell’ispettrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice, suor Emma. 

“I temi affrontati durante il weekend ci hanno aperto gli occhi su quelli che sono i grandi bisogni dell’umanità, che non sono così distanti da noi come siamo abituati a pensare: ognuno di noi può diventare parte attiva del cambiamento nel momento in cui, fidandosi, affida agli altri e a Dio ciò che ha a disposizione”

Il weekend è stato infine coronato dalla partecipazione alla Messa del mandato missionario ad gentes dei salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice che si preparano a partire come missionari in tutto il mondo, presieduta dal Rettor Maggiore dei salesiani don Angel Fernandez Artime e con la presenza della Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice madre Chiara Cazzuola. 

“La cosa più bella della celebrazione di questo mandato è che il sogno di don Bosco continua, e che ci sono delle persone che ci ricordano che vale la pena mettere tutta la propria vita completamente nelle mani del Signore. Non sono solo persone staccate da noi, ma sono i “nostri” missionari!”

#2 E se la Fede: La Risurrezione

Giovedì 4 novembre 2021. Secondo appuntamento per il percorso di “E se la Fede avesse Ragione?” presso la Basilica Maria Ausiliatrice di Torino Valdocco. Il tema trattato in questo secondo incontro dalla catechesi di don Paolo Paulucci è stato incentrato sulla Risurrezione.

Ecco i punti principali:

  • Il significato fondamentale del messaggio escatologico: non curiosità sul futuro, ma luce del definitivo sul presente;
  • La Pasqua del Signore;
  • La nostra risurrezione;
  • La parusia;
  • La palingenesi;
  • Ricadute sul modo di vivere il tempo ecc.

Suor Paola invece, ha affrontato la tematica partendo dall’arte: l’opera centrale è stata “L’incredulità di San Tommaso” di Caravaggio.

L’appuntamento è stato trasmesso in diretta sulla pagina Facebook ufficiale di E se la Fede ed è disponibile anche sul sito eselafede.it.

Prossimo appuntamento: giovedì 2 dicembre 2021

RMG – La forza e la debolezza vanno insieme

Dal sito dell’agenzia ANS.

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(ANS – Roma) – “Vedendo i 23 nuovi missionari che fanno parte della 152a Spedizione Missionaria Salesiana, si può dire che stiamo vivendo una grande gioia e ringraziamo il Signore per questo grande dono. Sappiamo che non è per niente facile, in particolare negli ultimi due anni, decidere di partire come missionario ad gentes e, dover spesso aspettare molti mesi prima di poter partire veramente. Non siamo meravigliati che al missionario si richiede di essere ‘forte e robusto’. E anche ‘umile’ perché ci sono grandi aspettative da parte di molti”. Così afferma don Pavel Ženíšek, SDB, Membro del Settore per le Missioni, in una riflessione sulle missioni con lo sguardo puntato alla “mappa” dei missionari salesiani della prossima Spedizione Missionaria Salesiana.

Don Ženíšek prosegue il suo ragionamento: “E se, nonostante un discernimento sincero e una preparazione onesta, lui non fosse all’altezza delle aspettative, se non ce la fa? Che cosa facciamo? L’intenzione di preghiera di Papa Francesco di questo mese è per chi soffre di depressione o di burn-out”. (Preghiamo affinché le persone che soffrono di depressione o di burn-out trovino da tutti un sostegno e una luce che le apra alla vita).

Spiega in proposito il Consigliere Generale per la Pastorale Giovanile, don Miguel Ángel García, SDB: “‘Burn-out’, può essere tradotto come ‘bruciare del tutto’, con riferimento alle energie di una persona. È in burn-out chi non ce la fa più, chi ha speso tutte le proprie forze e non riesce a rigenerarle. Anche gli operatori pastorali possono soffrire questa sindrome: esaurimento emotivo, spersonalizzazione e mancanza di soddisfazione personale. Parliamo di persone normali che hanno iniziato con generosità e dedizione il proprio servizio e che sono rimaste scottate o bruciate. Prestare ascolto al loro disagio e aiutarle a leggere con realismo la loro situazione interna ed esterna, le aiuterà a prendere decisioni che mantengano accesa la ‘fiamma’ della dedizione. Sicuramente è una fiamma che va alimentata con la preghiera e con altri aiuti spirituali, ma è giusto riconoscere che a volte le concrete condizioni in cui si svolge il servizio pastorale sono tali da bruciare le risorse degli evangelizzatori, almeno di alcuni”.

Per questo, aggiunge don Ženíšek: “Dovremmo essere sensibili a queste persone che magari si trovano vicino a noi, anzi, anche tra di noi. Non solo per rispettarle nella loro fragilità, ma anche per lasciarci disturbare da loro. L’apostolo e missionario Paolo di Tarso scrive che ‘Quando sono debole, è allora che sono forte’ (2 Cor 12,10). Se guardiamo a Cristo nel Vangelo, vediamo che non solo il suo grande potere con cui agiva per il bene della gente ma che, alla fine, la sua debolezza e la sua incapacità sulla croce ci hanno portato alla salvezza.

Siamo una congregazione attiva e forte, facciamo tantissime cose buone, tante opere. Anche grazie ai nostri missionari. Senza il loro coraggio, la loro determinazione e la loro energia non saremmo mai chi siamo chiamati ad essere, non saremmo i fedeli figli di Don Bosco.

Ma non dobbiamo avere paura di riconoscere e di accettare i nostri limiti, di presentare a Dio le nostre mani vuote. Certo, grazie alla fede e fiducia nello Spirito di Cristo possiamo fare molto di più di quello che pensiamo. Ma con il teologo contemporaneo Tomas Halik, e con gli architetti dei grattacieli, possiamo ammettere allo stesso tempo che ‘ciò che non scuote, non è solido’”.

Fonte: Cagliero11 

Cagliero 11 – “Le persone che soffrono di depressione” – Novembre 2021

Si allega di seguito il  Cagliero 11 n°155 con l’intenzione missionaria salesiana del mese di Novembre 2021.

Intenzione Missionaria Salesiana, alla luce dell’intenzione di preghiera del Santo Padre.

INTENZIONE MISSIONARIA SALESIANA
ALLA LUCE DELL’INTENZIONE DI PREGHIERA DEL SANTO PADRE

Le persone che soffrono di depressione

“Preghiamo affinché le persone che soffrono di depressione o di burn-out trovino da tutti un sostegno e una luce che le apra alla vita”

Di seguito la mappa con tutti i nuovi missionari salesiani 2021 della 152° spedizione.

 

RMG – Riunione delle équipe di Comunicazione Sociale e di Animazione Missionaria della Regione Mediterranea

Dall’agenzia salesiana ANS.

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(ANS – Roma) – Nei giorni di mercoledì 27 e giovedì 28 ottobre, in modalità digitale, si è svolto l’incontro tra le équipe di Comunicazione Sociale e di Animazione Missionaria della Regione Mediterranea – comprendente le Ispettorie salesiane di Italia, Spagna, Portogallo e Medio Oriente –, alla presenza dei Consiglieri Generali dei due Settori, rispettivamente don Gildasio Mendes e don Alfred Maravilla.

All’incontro hanno partecipato tutti gli incaricati di Comunicazione Sociale e Animazione Missionaria delle Ispettorie della Regione, con i Coordinatori Nazionali.

Il primo giorno è stato un momento di conoscenza reciproca, rafforzata dal lavoro in gruppi misti sui documenti presentati dai due Consiglieri: da parte di don Gildasio Mendes, la relazione è stata incentrata sul comunicare Cristo oggi, in una società complessa e cercando di andare oltre gli schemi imposti. Mettere l’accento sull’arte, sulla pittura, sul teatro e non solo sul mondo digitale è stato uno tra i tanti spunti significati offerti. Da parte di don Alfred Maravilla, invece, l’intervento ha avuto come punto centrale la connessione alla mentalità dei millennials e della “Generazione Z”.

Il secondo giorno, poi, si è lasciato molto spazio al lavoro per gruppi e per Ispettorie di provenienza. Ciascun gruppo di lavoro – Comunicazione Sociale e Animazione Missionaria – ha dapprima potuto condividere ciò che più li aveva colpiti dei documenti presentati il giorno prima e le buone pratiche che sono già sviluppate nelle rispettive realtà.

La seconda parte del lavoro di gruppo, invece, ha visto l’incrocio dei responsabili di Comunicazione Sociale e Animazione Missionaria, divisi questa volta per ispettorie di provenienza: i temi del confronto, in questi casi, sono stati come dare seguito al lavoro comune iniziato in questo incontro, quali sono i punti di condivisione e quali gli ostacoli da superare per pensare un possibile cammino da percorrere insieme.

Con i saluti e i ringraziamenti dei due Consiglieri Generali e la benedizione del Rettore della Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino, don Michele Viviano, collegato da Torino, si è concluso il primo incontro che ha impostato un cammino comune tra i due settori nella Regione.