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Il pellegrinaggio del CFP di Bra a Colle don Bosco

Nell’ambito della proposta educativa del CFP del Cnos-Fap di Bra, le classi prime si sono  recate a Colle don Bosco, casa spirituale ed evocativa del mondo salesiano. Accompagnati dal Direttore dell’Opera Salesiana di Bra, don Vincenzo Trotta, gli allievi hanno avuto la possibilità di trascorrere un momento educativo e di condivisione dei valori della proposta salesiana. Anche questi passaggi formativi hanno la loro valenza e sono quelli che aiutano a formare ragazzi e ragazze del CFP di Bra sullo stile di don Bosco. Sono poi questi passaggi che fanno sì che le aziende riconoscano negli allievi del Cnos-Fap di Bra quelle caratteristiche sociali, umane e non solo tecniche, fondamentali nell’inserimento di un gruppo di lavoro.

(Articolo a cura di Franco Burdese, Cnos-Fap)

 

Si segnala la notizia sopraccitata apparsa nell’edizione di Lunedì 28 maggio 2018 de “Il Corriere di Bra Cherasco Sommariva”:

CFP: Al Colle Don Bosco educazione condivisa

Non solo tecnica: imparare a lavorare è anche fattore umano

Nell’ambito della proposta educativa del Cnos-Fap di Bra le classi prime del Centro di formazione professionale sono recate a Colle don Bosco, casa spirituale ed evocativa del mondo salesiano.

Accompagnati dal direttore dell’Opera di Bra, don Vincenzo Trotta, hanno avuto la possibilità di trascorrere un momento educativo e di condivisione. Anche questi passaggi formativi hanno la loro valenza e aiutano a educare ragazzi e ragazze del Cfp di Bra sulla stile di don Bosco. Fanno sì che le aziende riconoscano negli allievi del Cnosf-Fap Bra quelle caratteristiche umane e non solo tecniche fondamentali nell’inserimento di un gruppo di lavoro.

Da Aranjuez a Bra: studenti spagnoli in Municipio

Si segnalano gli articoli realizzati in occasione degli scambi scolastici e formativi tra Bra e la Spagna.
 

Da Aranjuez a Bra: studenti spagnoli in Municipio

Proseguono gli scambi scolastici e formativi tra i due istituti salesiani
Gli studenti in visita in Municipio
Nove allievi della scuola salesiana Loyola di Aranjuez di Madrid, accompagnati dal coordinatore David Roman Maqueda, da una docente spagnola e dal direttore del Cfp di Bra Valter Manzone hanno fatto visita ieri mattina, martedì 8 maggio 2018, in Comune a Bra, dove hanno incontrato una delegazione della Giunta municipale. I ragazzi, che ad Aranjuez frequentano le classi della formazione professionale basica (percorso Acconciatori, Amministrativi, Meccanici ed Elettricisti), hanno trascorso un mese in città, per un’esperienza formativa e lavorativa in aziende del territorio, nell’ambito di un consolidato scambio scolastico tra l’istituto salesiano spagnolo e quello locale. Mentre per i nove giovani ricevuti a Palazzo Municipale lo stage in Italia sta giungendo al termine, restano ancora sotto la Zizzola per qualche settimana i colleghi della formazione professionale di grado intermedio, in città per un totale di 3 mesi; a febbraio e marzo è toccato invece agli studenti del Centro di Formazione Professionale cittadino volare in Spagna, in quello che è stato il settimo anno di proficuo scambio scolastico. Da parte dell’Amministrazione comunale cittadina il ringraziamento al personale dell’istituto spagnolo e del Cfp-Cnos braidese per l’impegno nel portare avanti questo progetto,”esperienza significativa, non solo dal punto di vista scolastico, nel percorso formativo degli studenti”.
 

Dalla Spagna a Bra: studenti iberici in Municipio 

Nove allievi della scuola salesiana Loyola di Aranjuez di Madrid hanno fatto visita in Comune a Bra Nove allievi della scuola salesiana Loyola di Aranjuez di Madrid, accompagnati dal coordinatore David Roman Maqueda, da una docente spagnola e dal direttore del Cfp di Bra Valter Manzone hanno fatto visita ieri mattina, martedì 8 maggio 2018, in Comune a Bra, dove hanno incontrato una delegazione della Giunta municipale. I ragazzi, che ad Aranjuez frequentano le classi della formazione professionale basica (percorso Acconciatori, Amministrativi, Meccanici ed Elettricisti), hanno trascorso un mese in città, per un’esperienza formativa e lavorativa in aziende del territorio, nell’ambito di un consolidato scambio scolastico tra l’istituto salesiano spagnolo e quello locale. Mentre per i nove giovani ricevuti a Palazzo Municipale lo stage in Italia sta giungendo al termine, restano ancora sotto la Zizzola per qualche settimana i colleghi della formazione professionale di grado intermedio, in città per un totale di 3 mesi; a febbraio e marzo è toccato invece agli studenti del Centro di Formazione Professionale cittadino volare in Spagna, in quello che è stato il settimo anno di proficuo scambio scolastico. Da parte dell’Amministrazione comunale cittadina il ringraziamento al personale dell’istituto spagnolo e del Cfp-Cnos braidese per l’impegno nel portare avanti questo progetto, “esperienza significativa, non solo dal punto di vista scolastico, nel percorso formativo degli studenti”.
ILBRAIDESE, edizione cartacea del 12 Maggio 2018.

Palazzo Traversa di Bra: laboratori tra arte e archeologia

La Scuola Media di Bra ha permesso ad alcuni dei suoi studenti di vivere due esperienze laboratoriali, una incentrata sull’archeologia e una sull’arte, presso Palazzo Traversa, risalente alla metà del XV secolo, oggi sede del museo di Archeologia Storia e Arte, raccoglie reperti dell’antica Pollenzo e opere d’arte locale dal ’600 a oggi.
Ecco il racconto delle esperienze grazie alla penna di Gianfrancesco Franco, studente di prima media dell’Istituto, e Andrea Oberto, di seconda:

Archeologo per un giorno

Lunedì 26 Marzo 2018, gli studenti della prima dell’Istituto Salesiano San Domenico Savio di Bra, durante le ore pomeridiane, si sono recati al Palazzo Traversa (ma solo quelli più disciplinati hanno avuto il permesso di andare), per partecipare al laboratorio: “archeologo per un giorno”. 

Appena arrivati è stato raccomandato il massimo rispetto e l’attenzione perché i signori/e che gestiscono il palazzo dovevano spiegare come sarebbe stato il laboratorio.

I ragazzi sono stati divisi in due gruppi di 13 persone. Tra questi 26 ragazzi ce n’era anche uno con il dito steccato, che ha fatto più fatica, ma per sua fortuna si era infortunato un dito della mano sinistra, quindi è riuscito a fare lo stesso tutto il programma, usando, però, un guanto per non rovinare la fasciatura.

Un gruppo restò dentro l’edificio per selezionare e disegnare alcuni reperti, risalenti alla città romana di Pollentia (ora Pollenzo), trovati da veri archeologi. Dopo aver selezionato i reperti li disegnarono con due oggetti, che fanno copiare perfettamente il vaso: il calibro e il profilografo.

Invece l’altro gruppo venne accompagnato dalla signora Laura fuori dall’edificio nella “Zona di Scavo”. Prima di iniziare spiegò come scavare (“sfogliando il terreno”) e i materiali da usare: secchi per mettere la terra scavata, picchetti e paletta per sfogliare il terreno a strati, scopette per pulire i reperti trovati, asta centimetrata per dare un’idea delle dimensioni, nelle foto, delle fonti trovate e dei cartellini per indicare la zona dove è stato trovato il reperto, la zona di scavo, lo strato di terra in cui è stato trovato (US1,US2…), che tipo di reperto è (T1,T2….), una bussola per trovare il Nord e un cartellino per indicare il Nord.

Alla fine degli scavi i ragazzi hanno trovato una scatola in ceramica contenente un vaso con un “corpo cremato”, una tomba contenente uno scheletro di plastica, il resto di un muro fatto con pietre attaccate con malta ed i resti di un mosaico.

Dopo un’ora e mezza ognuno ha fatto merenda e poi i gruppi si sono invertiti il lavoro da fare.

Finite le tre ore programmate i ragazzi hanno salutato e ringraziato la signora Laura e i suoi colleghi, e sono tornati felici a scuola (felici anche per aver saltato le ore di doposcuola).

Questo il parere di un compagno: “È stata una bella esperienza, questa attività è servita molto, magari qualcuno ha scelto di diventare archeologo da adulto, ma anche perché abbiamo capito come lavora un archeologo, usando strumenti che ci erano ignoti fino a questo giorno; inoltre… abbiamo saltato tutto lo studio: anche questa è stata una cosa bella!”.

Laboratorio di arte a Palazzo Traversa

Mercoledì 28 marzo, gli allievi di 2° e 3° media della scuola salesiana “San Domenico Savio” di Bra, hanno partecipato ad un laboratorio di Arte a Palazzo Traversa, accompagnati dalla professoressa di arte Cinzia Longo e dall’assistente Davide.

Il laboratorio si intitolava “Leggere un’opera d’arte” e spiegava come si possono descrivere le espressioni, le emozioni e tutti i particolari di un’opera artistica, attraverso il linguaggio visivo, ossia osservando il cartellino descrittivo e il quadro. Con una breve presentazione iniziale venivano spiegati gli elementi principali di un’opera e come descriverli.

In seguito si passava al piano superiore dove si trovano tre sale: nella prima ci sono opere del Seicento e del Settecento, la seconda contiene opere dell’Ottocento, nell’ultima si trovano opere del Novecento.

Sono state analizzate tre opere:

  • il ritratto di Maria Cristina di Francia, conosciuta come “Madama Reale” in cui viene rappresentata l’eleganza, la ricchezza e lo sfarzo della dama;
  • il ritratto del geometra Traversa, che lo rappresenta orgoglioso della sua professione con compasso e fogli da disegno in mano;
  • il dipinto “Anime illuse” di Filippo Omegna, raffigurante cinque emigranti italiani che andavano in America. Con questo ritratto Omegna vuole presentare la situazione sociale del suo tempo.

Al termine, con i dati raccolti, si presentava agli altri compagni l’opera scelta e analizzata. Il laboratorio è stato interessante e l’esperienza è stata emozionante per tutti.

 

Tecnico Trasfertista: un corso dal successo annunciato

E’ giunto il momento della restituzione, ossia cosa è accaduto da giovedì 2 novembre 2017 quando partiva il corso di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore di “ Tecnico Trasfertista” presso il Centro di formazione professionale dei Salesiani di Bra, con la lezione introduttiva tenuta dall’ing. Carlo Gai, entusiasta sostenitore di questa esperienza formativa.

Si ricorda che dei settanta candidati alla partecipazione al corso, 800 ore di cui 400 in alternanza, hanno partecipato alla selezione 42 potenziali allievi e ne sono stati inseriti nel corso 24. Un grande lavoro di orientamento in ingresso condotto dai Salesiani con l’Associazione Cnosfap, ITIS Vallauri, Politecnico di Torino e le quattro aziende firmatarie dell’ATS (Associazione temporanea di scopo) Gai, Arol, Bianco ed Om.Ler 2000.

Le fasi di questa significativa ed unica iniziativa, che ha visto 10 studenti assunti in apprendistato ed i rimanenti svolgere lo stage in alternanza, verranno descritti dagli allievi, dalle aziende e dal Cnosfap Bra in un incontro in programma venerdì 20 aprile presso la Gai Macchine Imbottigliatrici di Ceresole d’Alba. Sono state invitate per l’occasione le scuole ad indirizzo tecnico del Piemonte, Itis ed IPS, con orientatori e studenti in rappresentanza.

“Sono fiero del risultato che abbiamo sin qui raggiunto – ha commentato Guglielmo Gai, AD della Gai Macchine Imbottigliatrici di Ceresole d’Alba – sia di partecipazione alle selezioni sia relativo alla qualità degli allievi individuati. E’ un sogno che si avvera, quello di contribuire a formare quei tecnici che non siamo riusciti a reperire sul mercato del lavoro. Questo è un segno di lungimiranza da parte delle aziende che hanno partecipato a questa avventura. Starà a noi tutti ora dare seguito ad un prossimo corso per il bando regionale che uscirà tra poco, contribuendo ad una completa e competente formazione alle idee che sono state alla base del progetto che quest’anno abbiamo sperimentato ma che possiamo ancora
migliorare. E’ stato stimolante, ad anche faticoso, formare i tecnici che saranno il nostro volto presso i nostri clienti nel mondo e metterci in gioco in prima persona per ottenere questi obiettivi alti e di grande impegno.” Proprio il 20 aprile terminerà la fase in azienda e si ritornerà in aula sino al 16 maggio giorno di inizio esame che si concluderà il 18 maggio. “ Il corso – ha aggiunto Valter Manzone direttore del CFP di Bra – ha visto una attività di formazione dinamica con diverse unità formative ad incrociarsi ed amalgamarsi, dall’inglese al disegno tecnico, alla sicurezza, alle metodologie di montaggio e collaudo degli impianti sino alle lavorazioni meccaniche ed all’uso del PLC ( programmatori logici computerizzati) nell’automazione.

Durante il corso si sé sviluppato poi un modulo di competenze cross culturali con lo scopo di fare conoscere la cultura agroalimentare agli allievi che potranno confrontarsi una volta in azienda con clienti di punta nel mondo del vino, della birra, di prodotti tessili dislocati in paesi con culture non occidentali, di automazione nel mondo del cibo.Ringrazio tutti i docenti del corso per la grande professionalità e tutte le aziende che vi hanno aderito.”

Un plauso va certamente agli studenti ed alle ditte Arol, Buanco, Bobst, campari, Dromont, Elcat, Gai, Mas pack, MTM, Omler 2000, Robino&Galandrino, San Cassiano e Tosa per la loro intraprendenza e lungimiranza. In attesa del prossimo bando ci prepara a promuovere la possibilità di bissare il corso.

(Articolo a cura di Franco Burdese, Cnos-Fap)

La scuola media di Bra a “lezione” con gli universitari di Pollenzo

Si riporta, qui di seguito, il racconto delle iniziative ideate congiuntamente tra Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Scuola Media di Bra:

L’Università Del Gusto e la scuola media

Quest’anno l’Università del Gusto di Pollenzo ha organizzato con la Scuola Media Salesiana di Bra alcuni interventi sul tema dell’alimentazione nel mondo. Le lezioni, tenute da alcuni studenti di varie nazionalità, sono state molto interessanti e stimolanti per gli studenti. Nella classe di terza media hanno avuto occasione di approfondire un’argomento di studio di quest’anno: la globalizzazione.
All’inizio della “lezione” ci hanno chiesto i nostri nomi e il nostro cibo preferito: alcuni hanno fatto riferimento a cibi tipici esteri, mentre molti altri hanno nominato la pizza che è tipica dell’Italia.
Gli studenti universitari ci hanno spiegato che la pizza non è totalmente italiana per il semplice motivo che i suoi ingredienti principali (farina e pomodoro) sono di solito importati e, un tempo, in Italia non si conosceva e non si coltivava il pomodoro. Inoltre oggi, in Italia, non ci sono abbastanza grano e pomodori per la produzione di una grande quantità di prodotti durante tutto l’anno.
Partendo da questo argomento ci hanno spiegato che la globalizzazione riguarda anche il cibo.
Secondo loro, come per molte altre persone, essa ha sia effetti positivi che negativi: è positiva perché in alcuni luoghi non si coltivano alcuni prodotti agricoli essenziali e per questo devono essere importati, ma ci sono numerosi effetti negativi come l’inquinamento causato dal trasporto delle merci da un paese all’altro.
La globalizzazione influisce sull’ambiente e quindi anche sul cibo poiché vengono usati dei concimi chimici che rovinano e sfruttano il suolo e le sue risorse creando un danno notevole. Inoltre per conservare i prodotti durante il trasporto si usano conservanti chimici dannosi sia per l’uomo che per l’ambiente.
Infine gli studenti ci hanno spiegato che la globalizzazione “rovina” in un certo senso la qualità del cibo perché non è locale e molte volte non è stagionale, cioè tipico della stagione.
Secondo me è stato molto interessante perché non è stata una normale lezione in cui gli insegnanti spiegano e gli alunni seguono partecipando, ma erano studenti che spiegavano e noi potevano discutere; è stato anche più divertente. Penso anche che sia stato molto istruttivo perché a volte non conosciamo bene cosa mangiamo: a volte si pensa che un cibo sia tipico di un Paese, ma poi si scopre che vengono utilizzati ingredienti provenienti da Paesi stranieri.

(Articolo a cura di Eleonora Arnaudo,
studentessa di III media)

Avvio della collaborazione tra ROLFO e CFP BRA-FOSSANO

Si pubblica, qui di seguito, l’articolo a cura di Marisa Quaglia e Valter Manzone, in merito all’avvio della collaborazione ufficiale tra Rolfo e il Centro di Formazione Professionale di Bra-Fossano.

Collaborazione, colloquio con il territorio,
attenzione alle esigenze concrete.

Queste le parole chiave che giovedì 8 marzo hanno invaso l’officina del Cnosfap all’istituto salesiano di Bra. L’occasione è stata la presentazione di un progetto di collaborazione tra i Centri di formazione di Bra e Fossano e l’azienda Rolfo di Bra. La ditta di corso IV Novembre ha infatti donato ai Centri due mezzi su cui gli allievi potranno fare formazione.

“Questa collaborazione, così come altre già in corso – ha salutato il direttore della casa salesiana braidese, don Vincenzo Trotta è uno stimolo per i nostri ragazzi. Possiamo dire loro: datevi da fare, impegnatevi. La vita è fatta di sacrifici, ma anche di tante soddisfazioni. C’è chi crede in voi. Questa azienda che fa questo dono crede nei nostri ragazzi, nei giovani di Don Bosco”.

Vicina di casa dei salesiani braidese, la Rolfo è sempre stata attenta alla formazione. L’amministratore delegato Roberto Rolfo ha sottolineato come sia importante “non solo fare il lavoro, ma capire cosa si fa”. Il dono fatto va proprio in questa direzione, quella di poter far sperimentare ai ragazzi il lavoro ma “usando la testa”, capendo passo dopo passo cosa si sta facendo, individuando anche eventuali errori.

Don Bartolo Pirra, già direttore della casa salesiana braidese, oggi dirige la struttura di Fossano e si rivolge ai ragazzi, che animano numerosi l’officina: “Il vostro futuro dipende dalle scelte che fate in questi anni”. Parole sottolineate anche dal rappresentante dell’Amministrazione comunale, l’assessore Gianni Fogliato che ha delega al Lavoro, accompagnato dall’assessore Luciano Messa: “Avete una grande fortuna, un’opportunità: quella di insegnanti che sanno andare oltre le mura dell’aula, che sanno creare relazioni con il territorio e nel contempo imprenditori attenti che sanno vedere il futuro ed investire nella formazione”.

Marco Costamagna, al vertice della Biemmedue di Cherasco, è il presidente della sezione meccanica di Confindustria Cuneo: “Il punto cardine oggi è la formazione. Come Confindustria siamo molto attenti. Occorre però una formazione mirata, avere un faro sempre acceso sul fabbisogno delle aziende. Per questo vogliamo lanciare un’indagine che ci serva a capire bene questo fabbisogno reale”.

Anche Andrea Lamberti, presidente di Confartigianato zona di Bra parla ai ragazzi: “Il nostro compito è quello di fornirvi le attrezzatura, il vosto quello di impegnarvi e mettere a frutto gli insegnamenti che ricevete”. E fa un plauso alla Rolfo: “Un’azienda che va nel mondo, ma non dimentica le sue origini”.

La formazione professionale è una risorsa indispensabile e deve essere mirata. Lo ha sottolineato Luigi Barbero, direttore dell’Ascom Bra e presidente dell’Atl Alba Bra Langhe Roero che ha aggiunto: “I salesiani di Bra hanno saputo farsi voler bene e questo non è un caso. Bisogna conquistarlo questo sentimento e i salesiani in questi anni hanno saputo conquistare fiducia, reputazione, stima”.

Antonio Ghigo, capo del personale della Rolfo ha lanciato un messaggio di speranza ai ragazzi: “Spero di rincontravi al termine del vostro ciclo di studi per parlare di lavoro”. Ha anche sottolineato quanto la collaborazione come quella siglata tra Cnosfap e Rolfo sia strategica per tutti: “Per i ragazzi che hanno modo di fare formazione sul campo, ma anche per l’azienda che si troverà a disposizione risorse preparate e motivate”.

Domenico Annibale di Confindustria ha ripreso il concetto di formazione sottolineando “le aziende non hanno solo bisogno di manodopera. Questa è facile da reperire. Hanno bisogno di manodopera pensante, di cervelli. Per questo è importante un collegamento tra aziende e centri di formazione. Lo sostenevo trent’anni fa e oggi a Bra vedo questo concetto che diventa realtà”.

A chiudere gli interventi il direttore del Cfp braidese, Valter Manzone: “Siamo figli di un santo che per i suoi ragazzi ha sempre cercato le cose migliori. E’ quello che continuiamo a cercare di dare noi oggi”. In un escursus sulla biografia del santo fondatore dei salesiani ha sottolineato come “Don Bosco ha imparato tanti mestieri e li ha messi a frutto con il suo ecclettismo. E in ogni mestiere che ha imparato ha cercato di dare il massimo. E poi questi mestieri li ha trasmessi ai suoi ragazzi con la stessa passione con cui li ha imparati. Anche noi abbiamo diversi settori e cerchiamo di dare ai nostri allievi solo cose buone”. E rivolgendosi ai ragazzi: “Voi dovete cogliere, riempiere la vostra cassetta degli attrezzi per farvi trovare preparati al momento giusto”.

E mentre si firma la donazione dei due veicoli, già lo sguardo va oltre. Claudio Pacotto di Europlast ha anticipato il prossimo progetto che ancora una volta vedrà azienda e centro professionale insieme nella formazione: preparare stampisti da assumere. Quello che si è visto giovedì al centro di formazione braidese è stato un connubio che potrà solo portare un arricchimento al territorio: ai ragazzi, alle aziende, alla scuola.

Marisa Quaglia e Valter Manzone

 

La Galleria Fotografica

Un mese di stage in Spagna per gli studenti del CFP di Bra

Si segnala l’articolo di “Gazzetta d’Alba” apparso nell’edizione del 20 Febbraio 2018 che annuncia l’imminente partenza di alcuni studenti del Centro di Formazione Professionale di Bra verso Aranjuez, Spagna, dove svolgeranno un mese di stage in aziende nel loro settore di formazione:

Gruppo di studenti del Cfp salesiano parte per un mese di stage in Spagna

Un gruppo di studenti delle classi terze del Cfp salesiano (appartenenti ai settori meccanica auto, acconciatori, agro-alimentare e panetteria-pasticceria) partirà domenica 25 febbraio alla volta di Aranjuez, una città a 50 chilometri da Madrid per vivere un mese di stage aziendale in terra iberica. Carol Bono, Gabriele Busso, Alberto Castellengo, Alberto Cordero, Sabri Hammami, Donia Lamine, Carlo Oberto, Arianna Panero, Davide Salatin e Ardea Shabaj sono le allieve e gli allievi del Centro di formazione professionale braidese dei Salesiani che hanno aderito a questa esperienza, coordinata dall’agenzia formativa Apro di Alba. Ad accompagnare il gruppo sarà il formatore Fabio Tripaldi. I ragazzi, oltre a conoscere la scuola salesiana di riferimento, il “Colegio Loyola”, saranno inseriti dal tutor locale, David Roman Maqueda, in aziende del loro settore di formazione.

Ispettore dei Salesiani, don Enrico Stasi, in visita a Carlo Petrini, presso l’Università di Pollenzo

L’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo ha ricevuto, in data martedì 6 febbraio 2018, la visita di don Enrico Stasi, ispettore dei Salesiani del Piemonte e della Valle D’Aosta. Il comitato di accoglienza, formato da Carlo Petrini e Silvio Barbero, rispettivamente Presidente e Vice-Presidente dell’Università pollentina, ha ospitato con piacere l’ispettore negli spazi dell’Università. L’incontro ha ispirato un lungo dialogo, sottolineando i valori fondanti che hanno originato la nascita di Slow Food e di tutte le iniziative correlate e che è stato così commentato da don Enrico Stasi:

“L’amicizia e la collaborazione con Carlo Petrini sono frutto di una precisa visione comune: la custodia del creato e la presa in cura dell’ambiente, insieme con la promozione e l’impegno per la dignità e la bellezza dell’uomo, sono la strada diritta per costruire un mondo più giusto. Papa Francesco lo ha ricordato con forza nella Enciclica “Laudato si'”. Sarei davvero felice di poter veder realizzato, durante la prossima edizione di Terra Madre, un evento in cui far convergere le diverse esperienze salesiane sparse nel mondo intente a lavorare nel settore agroalimentare. Sarebbe un modo per rendere ancora più evidente l’indissolubile “alleanza” tra educazione e cura dell’ambiente. Un impasto in cui formazione ad una sensibilità ambientale e riscoperta del valore formativo del lavoro con la terra possono essere da medicina a molti mali del nostro tempo”.

VISITA DELL’ISPETTORE DEI SALESIANI ALL’UNIVERSITA’ DI POLLENZO
– comunicato stampa –

Una visita cordiale all’insegna dell’identità Salesiana quella che ha visto l’incontro, presso l’Università di Pollenzo, dell’Ispettore dei Salesiani di Piemonte e Valle d’Aosta, don Enrico Stasi, con Carlo Petrini e Silvio Barbero, rispettivamente Presidente e Vice Presidente dell’Università pollentina.

In seguito alla Conferenza per “Terra Madre 2016”, svoltasi a Valdocco con gli interventi di Carlo Petrini e del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, la promessa di don Enrico Stasi di fare visita a Pollenzo.

Così, martedì 6 febbraio 2018, Carlo Petrini ha accolto l’Ispettore presso l’Università di Scienze Gastronomiche, mostrando la fotografia che lo ritrae con Papa Francesco in occasione dell’incontro tra il Pontefice ed il Presidente Internazionale di Slow Food. Di qui l’avvio di un dialogo ispirato all’enciclica papale: preservare la terra e quanto contiene e sostenere i valori legati alla dignità delle persone.

Certamente Carlo Petrini, che annovera tra le sue tante battaglie quella per la salvaguardia del creato, ha saputo valorizzare al massimo l’esempio del Papa, che è riuscito a contagiare persone intelligenti ed attente a preservare le bellezze della natura.

Poi il racconto, sia di Petrini che di Barbero, circa la loro esperienza nella casa salesiana di Bra, entrambe ex allievi della prima ora, con aneddoti e risate che hanno descritto con colore questo loro percorso di vita scolastica.

Infine, la discussione si è aperta al futuro e alle ipotesi per “Terra Madre 2018” con l’idea di far convergere le case salesiane nel mondo che si occupano di agroalimentare a Valdocco proprio in occasione dell’evento Terra Madre organizzato da Slow Food nella città di Torino; la possibilità, dunque, di mettere a confronto le comunità del cibo di Terra Madre con quelle di emanazione salesiana.

“Alleanze”: questa la possibile tematica per un incontro, proprio nella Casa Madre dei Salesiani, che porti a dialogare donne e uomini provenienti da paesi vicini e lontani con un denominatore comune, ovvero l’enciclica “Laudato si’” di Papa Francesco, anche lui ex allievo salesiano.

In seguito, Petrini ha invitato don Enrico Stasi a condividere gli intenti per la costituzione dei Comitati in favore di Amatrice che lui e Monsignor Pompili stanno concretizzando. Naturalmente dopo l’incontro con Carlo Petrini, particolarmente motivato dalla presenza di don Stasi, occorrerà una riflessione maturata con Fabrizio Berta, Presidente della Fondazione Agroalimentare, e l’ing. Lucio Reghellin, direttore Generale dei Centri di Formazione Professionale dei salesiani del Piemonte.

La lungimiranza della GAI e i Salesiani di Bra

Si pubblica integralmente l’intervista di Franco Burdese a Carlo Gai, fondatore della Gai, una ditta che si è evoluta negli anni e che, in modo lungimirante, ha saputo mettersi in gioco contribuendo alla formazione con i Salesiani di Bra ( il 40% dei collaboratori Gai su 210 dipendenti giunge dai Salesiani di Bra) e l’ITIS Vallauri di Fossano i propri collaboratori che saranno lo specchio della ditta installando le loro macchine nel mondo.
Un messaggio positivo, dunque, dal mondo produttivo della provincia di Cuneo ma, più in generale, dell’intero Piemonte.

Carlo Gai, classe 1943, è veramente una persona inossidabile, come quanto lo circonda alla Gai Spa di Ceresole d’Alba. La felicità di quanto ha fatto nella sua attività professionale si coglie dal, seppur pacato, ardore con cui racconta e snocciola i dati di una azienda unica nel suo genere.

La nostra – afferma l’ing. Carlo Gai – è ancora da 72 anni, e lo è sempre stata, un’azienda che dal 1946 si basa su una solida imprenditoria famigliare. Una crescita graduale e continua negli anni sino ad ora con 215 collaboratori in Gai a Ceresole, 45 in Gai France e 4 nella neonata sede in America. 

Avevamo un obiettivo come famiglia Gai, nel 2017 raggiungere i 45 milioni di fatturato e ci siamo riusciti. Con i conti che tornano non abbiamo pensato agli utili ma al cash flow, un ritmo di investimenti affrettato, tutti gli utili reinvestiti aggiungendo finanziamenti per renderli ancora più significativi. Non ci siamo lasciati sfuggire l’occasione di industria 4.0, messa a disposizione dai governanti, e gli investimenti si sono indirizzati su 10 milioni di euro in attrezzature con 4 milioni in nuovi immobili indispensabili per il ricovero dei nuovi macchinari.”

E più si cresce, più cresce la qualità delle attrezzature oltre a quella dei collaboratori, e più cresce l’aspetto di successo verso i competitor.

E’ vero – dice Carlo Gai – abbiamo una concorrenza vivace in particolare in Piemonte, Veneto ed Emilia Romagna. Il nostro tasso di investimenti in questi anni, direi una strategia vincente, si è dimostrato anomalo verso i concorrenti. Questa situazione porta la Gai ad acquistare fette di mercato tra l’8 e 10% all’anno grazie anche ad un settore sano quale è quello alimentare.

Ma alla base della ricetta Gai, oltre ad una enorme passione per il proprio lavoro che contagia completamente questo polo industriale di 200 mila metri quadrati immerso nella campagna di Ceresole, è la costante crescita nell’impegno e l’inventiva.

Da sempre abbiamo cercato di andare oltre l’asticella. Un miglioramento continuo che deriva dal lavoro di tutte le nostre componenti. Innovazione sui prodotti ed il raggiungimento nel 2013 di un brevetto internazionale che contribuisce significativamente alla crescita nonostante due tentativi, uno italiano ed uno francese, di copia che abbiamo stoppato immediatamente.

Ma quali le ragioni di questo successo oltre all’abnegazione di una intera famiglia che coordina un significativo numero di collaboratori?

Direi – afferma l’ing.Gai – che la prima ragione della nostra crescita è la creatività, che contraddistingue noi Italiani. L’impegno a dare vita ad un prodotto di altissima gamma, grazie ad attrezzature di importante qualità, sono poi fattori fondamentali. Direi che il 95% dei nostri dipendenti si identifica nell’azienda. L’appartenenza alla Gai, l’orgoglio, fare al meglio, un approccio evidente e importante nel personale che eccelle nella messa in funzione complessa come lo sono le macchine che produciamo. Gai quindici anni fa aveva forse quattro persone capaci a svolgere una messa in servizio, oggi sono oltre quindici con un raggio di azione cresciuto che si è spinto dagli Stati Uniti, alla Cina al Canada.

Ed allora aumentando i confini è sorta la necessità di formarsi quegli uomini Gai che nel mondo sono lo specchio di una azienda all’avanguardia.

Vero – prosegue Carlo Gai – le figure dei tecnici trasfertisti sono difficili da reperire. Da sempre ringrazio i Salesiani di Bra per la collaborazione e per i molti loro ex allievi ora nostri validi collaboratori. Il paradigma è stato quello di metterci in prima linea nello studio e messa in opera di un corso di formazione gestito dai salesiani e finanziato dalla Regione Piemonte per preparare tecnici trasfertisti. E ci siamo riusciti direi con ottimi risultati viste le settanta richieste di partecipazione ed i ventiquattro allievi selezionati per questa prima esperienza.

E con i riflettori puntati su una azienda che ha saputo investire, innovare, guardare al futuro formandosi i dipendenti arrivano anche le visite dei gruppi più significativi.

Certamente – dice l’ing. Gai – anche se tutti i nostri clienti sono importanti ognuno alla loro maniera ma siamo contenti di potere fare visitare la Gai anche a realtà come la Campari. Recente è la visita del bord mondiale della Campari capitanato dal responsabile degli acquisti il dottor Tommasoni. Per loro abbiamo in ordine due impianti di cui uno in Canada. Siamo lusingati di potere collaborare con una realtà che fattura cifre importanti e sceglie la qualità della macchine Gai.

Ma come si è detto la qualità passa dagli investimenti sulle attrezzature e la Gai non ha mai lesinato da questo punto di vista.

Abbiamo attivato – commenta Carlo Gai – un piano di investimenti, parliamo di dieci milioni di euro che risulta essere il 20% del fatturato di un anno, in industria 4.0 che comporterà due fenomeni. Da un lato l’acquisto di macchine di nuovissima generazione che verranno gestite con programmi che permetteranno un interfaccia completo. Dall’altro una maggiore integrazione a 360 gradi di queste attrezzature che dialogheranno con un sistema di costruzione direi complesso ma che poterà notevoli miglioramenti nella produzione delle nostre macchine. Con questo sistema la morale è che ci produciamo tutto in casa con tanti benefici: curi meglio la qualità, è un nuovo modo per assicurare la ricambistica nel tempo visto che le nostre macchine hanno vita media di trenta anni, ed in ultimo e non trascurabile è che alla Gai ci divertiamo a costruire.”

Ma la crescita non si esaurisce ed è in previsione un nuovo ampliamento della proprietà con futuri sviluppi.

Certo abbiamo già fatto molto – dice Carlo Gai – ma per industria 4.0 copriremo ancora cinquemila metri quadrati che vanno ad aggiungersi agli altri quarantasettemila con una porzione di terreno di 170 mila metri quadrati. Abbiamo poi in previsione l’acquisto di 35 mila metri quadrati prevedendo altri ampliamenti futuri. Negli anni 2000 sono approdati in ditta tre giovani della nostra famiglia; Giacomo, che con mia moglie Renata segue l’amministrazione, Guglielmo che segue la produzione, gestione e programmazione e Giovanni che si occupa dei service. Nuova linfa ce ha contribuito in maniera determinante alle nostre decisioni.

Chiudiamo con uno sguardo verso l’estero ed uno verso il futuro.

Dal 1984 – conclude Carlo Gai – siamo in Francia che per noi è un mercato importante. Lo dimostra l’ultima vendita di una linea da 15 mila bottiglie ore con ottanta valvole per spumante a temperatura ambiente. Abbiamo 45 collaboratori con un fatturato di 16 milioni di euro ed un ampliamento della struttura in corso. Siamo poi sbarcati negli Stati Uniti con Gai America che non vende macchine ma punta a rafforzare il service.

Gli americani sono desiderosi di avere un servizio di qualità e sono disposti a pagarlo il giusto. Non sempre è così nel resto del mondo. 

Per il futuro sono ottimista basandomi su principi con avvenire lungo, buoni rapporti col personale e più clienti. Seminiamo ora per il lavoro futuro che sono certo sarà costituito dai servizi post vendita sempre più richiesti dalla nostra clientela. Ed il regalo più bello è quello costituito dalle lettere di ringraziamento della aziende che ci raccontano quanto sono bravi i nostri collaboratori che viaggiamo nel mondo per portare alto il nome della famiglia Gai.

Bra: il CFP festeggia 10 di calendari

Venerdi 19 gennaio alle ore 21, presso l’Auditorium Arpino di Bra in largo della resistenza, il Centro di Formazione dei Salesiani festeggia i dieci anni dall’uscita del primo calendario.

“ Era il 2007 – commenta di Direttore del CFP Valter Manzone- quando  per promuovere la prima classe di acconciatori che giungeva da un percorso biennale in collaborazione con l’Isituto Guala ci venne l’idea di un calendario. Dodici le pose, immortalate da Tino Gerbaldo, che ritraevano i nostri allievi con il senatore Davico, l’assessore alla Formazione Professionale della provincia di Cuneo Viglione, il parroco don Gigi Coello, il tennista Andrey Golubev, il patron della Bra Servizi Piumatti, il Sindaco Scimone, l’Assessore Regionale Bruna Sibille, Franco Guida, la Presidente della Fondazione CRB Donatella Vigna, Mariateresa e Matteo Ascheri delle omonime cantine, ed il maestro di acconciatura e loro insegnante Tonino Spagnolo. Negli anni abbiamo poi sino al 2011 proposto questa simpatica iniziativa ripresa nel 2016 che ha portato oltre 200 personaggi ed amici del Salesiani per più di centro fotografie scattate da Tino Gerbaldo nei laboratori del nostro CFP.”

Alla serata, che verrà introdotta dal Direttore della Casa Salesiana don Vincenzo Trotta, sono stati invitati i tanti personaggi immortalati e verranno riproposte quelle fotografie che ripercorrono dieci anni di grandi cambiamenti per il CFP di Bra.

Per l’occasione parteciperà alla serata la Banda Musicale G.Verdi di Bra, tra i cui elementi figurano ex allievi dell’indimenticato Maestro salesiano Umberto Balzan. Questo momento di festa per il CFP vedrà il ricordo di don Aldo Bertrolino che ha insegnato all’ITI Salesiano ed è stato il primo direttore del Centro di Formazione Regionale dei Salesiani di Bra dopo il passaggio dall’Istituto Professionale San Domenico Savio alla formazione regionale nel 1978.

La serata è libera a tutti e all’ingresso verranno distribuiti i calendari del 2018 con le fotografie di Tino Gerbaldo e la presenza straordinaria nel calendario per tutti e dodici i mesi di don Enrico Stasi Ispettore dei Salesiani della Circoscrizione Piemonte, Valle d’Aosta e Lituania.