I salesiani di Lombriasco, in occasione del 40° anno della morte di 3 confratelli Salesiani coadiutori, morti in un terribile incidente stradale a Povolaro Vc (17 giugno 1979), hanno come di consueto organizzato un giro in bici in memoria di Giuseppe Scremin, Leonardo Defend e Giovanni Bernardi, durante l’estate. Attraverso le parole di Ottavio Forzatti, che ringraziamo per l’articolo, ecco il racconto dell’iniziativa.
In tutti i nostri 36 giri per l’Italia e l’Europa siamo sempre andati alla ricerca di mete finali o intermedie significative per far riflettere tutti i partecipanti: giovani e adulti. Quest’anno ricorreva il 40° della morte di 3 confratelli Salesiani coadiutori, morti in un terribile incidente stradale a Povolaro Vc (17 giugno 1979). Erano in 5 confratelli e dopo aver partecipato a Candiana, al funerale di un Exallievo, visitano i loro parenti, poi scendendo da Bassano del Grappa verso Vicenza, per prendere l’autostrada, vengono investiti da un giovanotto (ubriaco… che al bar aveva bisticciato con la sua ragazza, la quale scappa a casa, lui beve ancora…) arrabbiato vuol raggiungerla e in una leggera curva, a tutta velocità, si scontra frontalmente con i nostri.
Giuseppe Scremin, Leonardo Defend, Giovanni Bernardi: muoiono sul colpo, si salvano i due a lato dietro: Rino Brotto e Giuseppe Orlando e dopo mesi di ospedale possono tornare al Colle Don Bosco.
Giovanni Bernardi (detto Nane) mi diceva in continuazione:
“Dobbiamo fare un giro in bicicletta fino a Venezia (lui era di Salzano), ma come faceva Don Bosco nelle passeggiate autunnali e cioè far divertire e faticare i ragazzi, per toglierli dall’ozio dell’estate”.
Questa intuizione mi è sempre rimasta come impegno morale-formativo e finalmente dopo 3 anni abbiamo realizzato il sogno di Nane, non solo andando in bici a tappe fino a Venezia, ma andando a trovare le loro famiglie e visitando le loro tombe: a San Giacomo di Romano d’Ezzelino, Salzano e a San Vito al Tagliamento. Da loro siamo tornati dopo 10-20-30 anni e quest’anno dopo 40 anni dalla loro morte, sempre accolti dai loro familiari in modo incredibilmente affettuoso e riconoscente per il ricordo dei loro cari in questa maniera giovanile e ardita come voleva Don Bosco.
Quest’anno lungo le varie tappe abbiamo fatto anche altre belle esperienze e visite:
- Casale Monferrato: per la conoscenza del problema dell’inquinamento dall’amianto-eternit.
- Treviglio: visita della fabbrica italiana dei trattori SAME.
- A San Vito al Tagliamento, dopo aver incontrato i parenti di Leonardo Defend, siamo stati ricevuti in municipio dal Sindaco con tuti gli onori del caso e il giorno dopo abbiamo trascorso una giornata di riposo e relax al mare di Bibbione.
- Longarone: per la conoscenza della tragedia del 1963, con la visita alla diga e al cimitero-museo.
- Vervio (il mio paese natale): siamo raggiunti da una decina di nostri amici pedalatori con le loro famiglie e dopo la faticosa salita del Mortirolo, il giorno dopo col Trenino Rosso Svizzero (patrimonio dell’Unesco) da Tirano siamo saliti fino al Bernina, ma poi in bici: Livigno, passo del Foscagno, passo dell’Eira, Isolaccia, Semogo, Bormio e ritorno a Vervio.
- Il giorno dopo, prima di arrivare a Usmate Velate, siamo saliti al Santuario del Ghisallo,
la Madonna protettrice dei ciclisti.
- All’ultima tappa coi saluti e gli arrivederci…: Asti – Colle Don Bosco – Lombriasco.
Il gruppo eterogeneo, come età e nazionalità, perciò molto ricco di potenzialità, autosufficiente in tutto, infatti a noi bastava un posto al coperto per mangiare e dormire era composto da: per lo più italiani, un ragazzo slovacco, uno ucraino e una stupenda famiglia belga, mamma e figlio con gravi disabilità, ma felici di poterci seguire con il loro furgone guidato dal papà.
A tutti erano affidati dei compiti ben precisi lungo la giornata… viaggiando a gruppetti di 4-5 con un capogruppo. I vari gruppi distanti tra loro 200 metri: in questa maniera non si intralcia il traffico, favorendo soprattutto ai tir di sorpassarci con facilità. Per ogni evenienza dietro di noi sempre il furgone della meccanica e ogni 40-50 km sosta con spuntino… Al mattino prima di partire una breve preghiera, con alcuni spunti per riflettere nella prima mezz’ora, dove facciamo silenzio e ognuno a secondo le sue capacità riflette e prega.
Alla sera prima di cena, la partecipazione libera alla celebrazione della Santa Messa. Dopo ogni incontro a casa delle famiglie dei tre confratelli coi saluti e ricordi, sempre la visita ai loro cimiteri, con tutti i familiari ancora viventi e pranzo insieme. A Castello di Godego, gli Exallievi, ci offrono una buonissima pizza, a San Vito una gustosa grigliata con tutti i parenti di Leonardo Defend, a Vervio non poteva mancare il piatto tipico della Valtellina i “pizzocchieri” con verdure e formaggio di casera.
Insomma il giro è stato una gioiosa festa insieme a tutti coloro che ci hanno ospitati nelle varie tappe del nostro percorso-pellegrinaggio! A tutti costoro un “grazie” sincero da tutti noi partecipanti: pedalatori, cuochi, e autisti dei mezzi.
Grazie ai nostri “sponsor”: Don Bosco, Maria Ausiliatrice e i 3 confratelli deceduti nell’incidente, tutto è andato bene con la soddisfazione di tutti.
PEDALARE INSIEME PER COSTRUIRE INSIEME è il nostro motto fin dal primo giro: la bici, la strada, i km, la fatica… sono solo dei mezzi per costruire nel gruppo: l’amicizia, il rispetto, l’aiuto tra i partecipanti, migliorando il proprio carattere, la propria volontà: per allenarsi ad affrontare e superare le difficoltà che la vita riserverà a ciascuno…
In tutti i nostri giri abbiamo cercato di seminare questi valori importanti per tutti i partecipanti… a suo tempo qualcuno ne raccoglierà i frutti!!!
Ottavio Forzatti (Salesiani di Lombriasco)