La festa di Maria Ausiliatrice, del 24 maggio, è sempre più vicina e per l’occasione il settimanale “Maria con Te” ha intervistato don Guido Errico, Rettore della Basilica Maria Ausiliatrice di Torino. Si riporta di seguito la notizia.
«Ha fatto tutto Maria». L’ha detto don Giovanni Bosco, il santo dei giovani, poco prima di morire, nel maggio 1887, riferendosi al santuario di Maria Ausiliatrice e all’oratorio Valdocco sorti nel quartiere Borgo Dora di Torino e alla grande famiglia salesiana che si stava diffondendo in tutto il mondo.
«È la Vergine che ha insegnato a don Bosco l’arte di educare e che continua a farlo a partire dall’accoglienza, dall’amicizia, dal coraggio. Nei primi anni dell’oratorio nella metà dell’Ottocento – mentre infuriava il colera lasciando la sua scia di morte – don Bosco esortava i suoi ragazzi ad aiutare i poveri colerosi dicendo loro di portare al collo una medaglia benedetta di Maria Santissima, di pregare e di stare tranquilli: la Madonna li avrebbe protetti. Anche Margherita, la mamma del santo, ha attraversato indenne l’epidemia nonostante fosse in prima linea nel curare gli ammalati»
spiega don Guido Errico, rettore della basilica Maria Ausiliatrice di Torino.
Durante questo tempo la famiglia di Valdocco ha davvero sperimentato che la Vergine è l’aiuto dei cristiani così come viene invocata anche nelle litanie del Rosario. La sua devozione, già nota e diffusa all’epoca di san Pio V, si è propagata a seguito della vittoria dei cristiani sui musulmani nel XVI secolo.
Molti anni dopo, nel 1815, papa Pio VII, incarcerato da Napoleone il 5 luglio 1809, dopo essere stato liberato, ha istituito la festa di Maria Ausiliatrice il 24 maggio (vedi riquadro a pag. 25). E in tempi difficilissimi per la Chiesa, durante i quali le nuove idee illuministe e liberali contribuivano a diffondere la scristianizzazione, don Bosco è diventato l’apostolo della Vergine, aiuto dei cristiani anche attraverso la costruzione di questa basilica dell’Ausiliatrice destinata ad accogliere e abbracciare il maggior numero di persone e soprattutto di giovani.
Agli inizi del 1860, quando sono iniziati i lavori, il santo era consapevole di non avere un soldo e di non sapere come e dove prendere il denaro. Ma ciò non aveva importanza, quel che contava era la missione: accogliere ed educare, che è imparare a conoscere, fare, essere.
Sotto il manto di Maria il percorso di questo grande maestro della gioventù, i suoi progetti, la fondazione della congregazione dei Salesiani hanno messo in salvo e formato professionalmente tantissimi ragazzi privi di punti di riferimento che venivano a Torino in cerca di lavoro nella fase in cui la città durante la rivoluzione industriale nell’Ottocento era in piena espansione.
Sono nati così i primi laboratori, le camere, i refettori, la sartoria, la calzoleria, la tipografa e la scuola. Nell’Ausiliatrice a cui è dedicato il santuario, don Bosco riconosce il volto della Signora che ha spesso sognato e che ha dato inizio alla sua vocazione e ora gli è sempre vicino avvertendolo dei pericoli e indicandogli la strada da percorrere.
Dopo la posa della prima pietra il 27 aprile 1865, tra alterne vicende, la basilica che in fase di costruzione diventa sempre più santuario, centro devozionale per una grande famiglia spirituale, è stata “miracolosamente” terminata nel 1868 con i tanti aiuti economici dei fedeli ed è stata consacrata il 9 giugno dello stesso anno.
Intanto i percorsi educativi del grande pedagogista di Maria – all’inizio giudicati sovversivi dalle autorità di governo piemontesi – sono sempre più apprezzati dalla nobiltà e dalla borghesia che si impegnano a sostenere don Bosco. Il santo, così, può continuare la sua opera educativa trasmettendo ai suoi ragazzi la convinzione che non c’è spiritualità intimistica, che non si può crescere nella devozione rimanendo egoisti, chiusi, senza progetti di vita, sostegno e apertura verso gli altri.
«Noi custodi della casa di Maria e di don Bosco, oggi, siamo chiamati ogni giorno a rendere vivo e concreto questo messaggio: il compito non è facile, ma la sfida affascinante! Dobbiamo fare il possibile per non sbagliare: Maria Ausiliatrice è un santuario che attira visitatori e pellegrini da tutto il mondo ed è un modello cui guardano molti religiosi, fedeli, laici dei cinque continenti», dice don Guido.
Ad avere lo sguardo rivolto alla basilica di Maria Ausiliatrice sono educatori, religiosi, insegnanti, famiglie e poi tutti coloro che vogliono rilanciare l’esperienza dell’oratorio come una famiglia in cui ci si ama, ci si perdona, ci si difende, si cresce insieme rimanendo in costante dialogo con il territorio. Un luogo del cuore su cui veglia lo sguardo d’amore di Maria che segue sempre i suoi figli, li aiuta e intercede per loro a partire dai loro piccoli e grandi bisogni.
«Guardando a Lei anche in questo tempo di pandemia e di lockdown abbiamo sempre tenuto aperto il santuario per il sacramento della Riconciliazione, per offrire accoglienza e parole di conforto. E i nostri giovani durante le funzioni hanno continuato e continuano l’animazione, lo fanno sia in presenza che online», aggiunge il rettore.
Una novità: nell’ottobre 2020 è stato inaugurato il Museo Casa don Bosco, con una sezione dedicata a varie statue di Maria provenienti da tutto il mondo (vedi Maria con te n. 5/2021).
«Ci teniamo a ricordare che è Lei la Donna della Speranza, è Lei a fare i miracoli, è Lei la Mamma, Consolatrice, Ausiliatrice pronta ad accoglierci in Paradiso», conclude don Guido.
IN FESTA CON L’ARCIVESCOVO
Anche quest’anno a protocollo ridotto il 24 maggio si svolge la tradizionale festa di Maria Ausiliatrice con la partecipazione dell’arcivescovo di Torino Cesare Nosiglia e del rettore del santuario don Guido Errico. Nel capoluogo piemontese questa giornata di festa molto sentita dalla famiglia salesiana e dalla città è contrassegnata da molte celebrazioni. Da ricordare alle 11 la Messa presieduta dall’arcivescovo, in diretta sulla pagina Facebook di ANS (Agenzia nazionale salesiana) in italiano, inglese, spagnolo, portoghese.
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/05/Progetto-senza-titolo-1-10.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2021-05-20 16:19:062021-05-20 17:04:12L’intervista a Don Guido Errico su Maria Ausiliatrice – Maria con te
In vista della festa del 24 maggio, la Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino Valdocco presenta il programma delle giornate dedicate ai festeggiamenti. Di seguito il programma.
Novena di preparazione dal 15 Maggio (sabato sera e domenica, orario proprio)
ORE 9:30 – Celebrazione Eucaristica, presiede don Guido Errico – Rettore della Basilica Maria Ausiliatrice.
(In diretta tv su RETE 7 e sul canale Facebook @ilcortilediValdocco)
ORE 18:30 – Celebrazione Eucaristica, presiede mons. Cesare Nosiglia – Arcivescovo di Torino.
(In diretta sul canale Facebook dell’Agenzia Info Salesiana @agenziaans in cinque lingue)
ORE 20:30 – Rosario in cortile e Buona Notte del Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime. (In diretta sul canale Facebook dell’Agenzia Info Salesiana @agenziaans in cinque lingue)
ORE 9:30 – Celebrazione Eucaristica, presiede don Leonardo Mancini – Ispettore Piemonte e Valle d’Aosta.
(In diretta tv su RETE 7 e su Telepace)
ORE 18:30 – Celebrazione Eucaristica, presiede Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime.
(In diretta sul canale Facebook dell’Agenzia Info Salesiana @agenziaans in cinque lingue)
ORE 20:30 – Rosario e affidamento all’Ausiliatrice da parte del Rettor Maggiore don Ángel Fernández Artime. Rosario meditato, accessibile ai fedeli solo tramite la diretta su RETE 7 e sul canale Facebook dell’Agenzia Info Salesiana @agenziaans in cinque lingue.
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2019/05/Maria-Ausiliatrice.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2021-05-11 12:21:492021-05-20 12:06:23Solennità di Maria Ausiliatrice 2021
Nella giornata di oggi, 6 maggio 2021, le scuole medie salesiane e delle FMA del territorio hanno potuto assaporare la festa di San Domenico Savio con una “sfida a quiz” sullo stile DS Mood!
Ogni classe si è potuta così collegare online alle ore 12.00 al gioco condotto da Egidio Carlomagno (Responsabile settore animando della Cooperativa E.T.) sfidandosi a suon di domande sulle vicende storiche di San Domenico Savio, terminando poi con il saluto dell’Ispettore don Leonardo Mancini. Vincitore della sfida, la classe 1°B della Scuola Media di Valsalice!
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Progetto-senza-titolo-54.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2021-05-06 15:45:332021-05-11 11:41:34Il “Quiz time” a scuola per la Festa di San Domenico Savio
Per assaporare al meglio la festa del 6 maggio dedicata a San Domenico Savio, ecco una proposta che ripercorre lo stile del giovane Domenico, il DS Mood!
Oltre all’evento “a quiz” dedicato alle scuole che si svolgerà il giorno della festa, vengono di seguito proposti due contributi video per la riflessione e 4 attività da proporre ai ragazzi per vivere il DS Mood!
Domenico Savio aveva 12 anni quando si mise a lavorare per un grande progetto che aveva in testa. Scelse alcuni dei suoi amici di cui si fidava di più e li invitò a unirsi insieme per formare un gruppo chiamato «Compagnia dell’Immacolata».
Lo scopo di questo gruppo era quello di darsi delle regole per fare del bene agli altri con l’aiuto di Maria, ne riportiamo qualcuna.
Promettiamo di:
1. Aiutare i nostri compagni e incoraggiarli, correggerli se sbagliano con pazienza e in privato 2. Non perdere tempo: impegnarci a scuola e in tutti i nostri doveri. 3. Giocare con gli altri durante le ricreazioni 4. Ascoltare i consigli dei genitori e degli insegnanti osservare con esattezza le regole della casa. 5. Non escludere nessuno, sopportare con pazienza anche i compagni più lontani, non prendere in giro gli altri. 6. Accettare il cibo che ci viene dato a tavola senza lamentarsi ma piuttosto ringraziare e distogliere anche gli altri dal lamentarsi. 7. Pregare la mattina e la sera, in particolare affidarsi a Maria: per il nostro gruppo, i nostri amici, la nostra famiglia. Vivere la confessione e partecipare alla Messa. 8. Prendere un impegno concreto per aiutare in casa, a scuola o qualche amico che ha bisogno. 9. Leggere la vita di un giovane santo.
La Compagnia è posta sotto la protezione dell’Immacolata Concezione, di cui avremo il titolo e porteremo la medaglia. Una sincera, filiale, illimitata fiducia in Maria, una tenerezza particolare verso di lei, una devozione costante ci renderanno superiori a ogni ostacolo, tenaci nelle risoluzioni, rigidi verso noi stessi, amorevoli col nostro prossimo, ed esatti in tutto.
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Progetto-senza-titolo-54.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2021-04-26 16:07:532021-04-28 11:59:06DS MOOD – 6 Maggio: Festa di San Domenico Savio
In occasione della festa di San Giuseppe del 19 marzo e dell’anno speciale a lui dedicato (indetto da Papa Francesco fino all’8 dicembre 2021), la Basilica Maria Ausiliatrice propone un triduo di preparazione alla ricorrenza nei giorni del 16-17-18 marzo: “San Giuseppe, l’uomo di cui il cielo si fida“.
Nella Basilica di Maria “aiuto dei cristiani” invochiamo San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, affinché custodisca nell’unità tutta la Chiesa. Come è evidente nel quadro a lui dedicato presente in Basilica, chiediamo al Santo di proteggere tutti gli oratori e le iniziative della Famiglia Salesiana nel mondo.
Don Guido Errico, Rettore della Basilica Maria Ausiliatrice
TRIDUO DI PREPARAZIONE:
16 – 17 – 18 Marzo
S. Messa alle ore 17:00 presiede don Maurizio Palazzo.
Venerdì 19 Marzo Solennità di San Giuseppe – S. Messe ore 9.00, 17.00 e 18.30.
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/03/Copertina-articolo-San-Giuseppe.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2021-03-02 15:16:382021-03-15 15:17:28Basilica Maria Ausiliatrice – San Giuseppe: Un cuore di padre
Numerose le iniziative “in presenza e a distanza” realizzate dalla Comunità Salesiana di Venaria Reale per la preparazione e la celebrazione della festa di San Giovanni Bosco. Di seguito le attività svolte a fine gennaio, riportare nell’articolo pubblicato ieri sul sito dell’Opera.
Venerdì 29 Gennaio
Il triduo di Don Bosco è iniziato venerdì 29 con una nutrita delegazione di giovani dell’oratorio, recatisi nel pomeriggio a Valdocco per celebrare la Santa Messa nella basilica di Maria Ausiliatrice e affidare tutta la comunità davanti all’urna del Santo dei Becchi.
Sabato 30 Gennaio
La giornata di sabato si è aperta con la festa delle medie in cortile con i propri animatori ed è proseguita la sera, come da tradizione annuale, con la proiezione dello spettacolo realizzato dagli animatori: complice il Covid e non potendo mettere in scena lo spettacolo difronte a tutta la famiglia salesiana, ogni gruppo MGS, con i propri animatori, ha realizzato un video sul tema della Strenna 2021 proposta dal Rettor Maggiore, don Ángel Fernández Artime, dal titolo «Mossi dalla speranza: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”». Come ogni anno, il messaggio propone gli orientamenti che il Padre della Famiglia Salesiana intende offrire a tutti i seguaci di Don Bosco.
Domenica 31 Gennaio
Ed è stata proprio la Strenna annuale a caratterizzare la giornata di Domenica 31 Gennaio. Nel giorno in cui si celebra la ricorrenza di San Giovanni Bosco, padre, maestro ed amico dei giovani, dopo le celebrazioni liturgiche della mattina e il momento di gioco in cortile proposto dai chierici e dagli animatori del catechismo, i giovani universitari e gli adulti si sono ritrovati nel pomeriggio con l’ispettore dei salesiani, don Leonardo Mancini, che incontrando per la prima volta ufficialmente tutta la comunità, ha presentato il tema della strenna, ricordando come la virtù teologale della Speranza sia «la spinta al di più e la spinta al meglio» non solo per sé stessi, ma per gli altri, nella consapevolezza che il mondo che ci circonda non è tutto qui, ma possiamo sperare in un qualcosa di meglio, in un qualcosa di più grande.
Come l’Esodo viene vissuto nella speranza che c’è una terra promessa da raggiungere, oggi dobbiamo vivere con la speranza che c’è una terra promessa nel cielo che ci attende, consapevolezza fondamentale per alimentare la Fede, soprattutto nel difficile tempo di deserto che siamo chiamati ad attraversare. Speranza implica lavorare su sé stessi per camminare e crescere: è dimensione della lotta quotidiana e fondamento dell’educazione che insegna ad andare avanti e a non lasciare che il demonio ci vinca, poichè abbiamo la speranza di un qualcosa da conquistare che va oltre alla vita terrena. Infatti, è la speranza a risvegliare il desiderio di arrivare alla meta, come dirà don Bosco ai suoi giovani dando loro appuntamento in paradiso.
La speranza, riprendendo le parole dell’ispettore, è «come un’ancora sicura e salda per la nostra vita, ma se l’ancora delle navi si butta sul fondo del mare per ancorarsi a terra, l’ancora della Fede si butta in cielo per ancorarci al Signore».
Il giovane Carlo Acutis, come ci ha raccontato sua mamma nell’intervista-video realizzata da due giovani lavoratori, sapeva bene che, anche nei tempi più bui, se ci affidando a Cristo e ci mettiamo alla scuola di Gesù non abbiamo nulla da temere, poichè la speranza è sapere che ognuno di noi ha una storia di santità e Dio per noi ha preparato il meglio.
In questa consapevolezza di Carlo si vede lo stretto legame tra la speranza e l’allegria: don Bosco ripeteva sempre ai suoi ragazzi di essere allegri perché aveva la speranza che il Signore è vicino e ci chiama tutti in Paradiso ad essere felici abitatori del cielo.
All’interno dell’intervento di don Leonardo, i giovani dell’oratorio hanno potuto ascoltare, nella seconda intervista-video della giornata, le parole di Giulia e Andrea, due giovani sposi che hanno deciso di unirsi in matrimonio durante la pandemia, che hanno testimoniato come il loro “si!” sia simbolo di speranza della vita che non si ferma ma che porta nuovo frutto. Dio, nonostante tutte le difficoltà del momento, mai abbandona i suoi figli ma rimane sempre unito a loro, in modo particolare quando la fatica si fa sentire: «Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia, non ve ne accorgete? (Is 43,19)».
La giornata si è conclusa alle 17.15 in chiesa con la preghiera dei vespri solenni presieduti dall’ispettore.
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/02/Progetto-senza-titolo-6.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2021-02-03 11:16:002021-02-03 11:16:00Salesiani Venaria Reale: «mossi dalla speranza» nella festa di don Bosco
Ecco un che video sintetizza il cammino verso la festa di don Bosco compiuto dai ragazzi e dai giovani di Vercelli.
Di seguito l’articolo riportato sul sito di VercelliOggi.it del 31/01/2021 e l’articolo di InfoVercelli24 del 01/02/2021 in merito ai festeggiamenti presso il Centro di Formazione Professionale dell’Opera.
IL SANTO CHE CERCAVA UN CORTILE
Due giorni tutti per San Giovanni Bosco al Belvedere – Ospiti d’onore l’Arcivescovo Marco Arnolfo e Don Bruno Ferrero, Direttore del Bollettino Salesiano – Il filmato di un’ora, con le omelie ed i canti – LA GALLERY
due canti che sono il simbolo del carisma salesiano. Il primo è moderno: “Siete tutti ladri, ragazzi miei, non ho più il mio cuore, ce l’avete voi” che è la cifra di una vocazione e di una missione. Conclude il documentario il celeberrimo “Don Bosco Ritorna”.
Il video di quasi un’ora che documenta i due giorni di fede, spiritualità e – soprattutto – allegria veramente salesiana vissuti a Vercelli il 30 e 31 gennaio, si inizia e conclude con due canti che sono il simbolo del carisma salesiano.
Il primo è moderno: “Siete tutti ladri, ragazzi miei, non ho più il mio cuore, ce l’avete voi” che è la cifra di una vocazione e di una missione.
Conclude il documentario il celeberrimo “Don Bosco Ritorna”.
Due celebrazioni, in questi due giorni che – diciamolo subito – sono state animate da cantorie (quella “Senior” e quella dei giovani, veramente brave e preparate).
La musica ed il canto, del resto, hanno tanto posto nel magistero della Congregazione, come in quello illustrato dalle Suore Figlie di Maria Ausiliatrice.
Parlare dei salesiani e del loro Santo fondatore, San Giovanni Bosco, non è difficile, soprattutto per gente piemontese.
Lo fanno in modo veramente magistrale, nelle due omelie che riuniamo nella prima parte del video, Mons. Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli e Don Bruno Ferrero, Direttore del Bollettino Salesiano.
Integrali, nel video, entrambi gli interventi.
***
L’Arcivescovo ha presieduto la celebrazione eucaristica di sabato 30 gennaio alla Parrocchia del Sacro Cuore, al Belvedere.
Il Presule non ha mancato di ricordare quell’episodio che ebbe per protagonista il Santo. Aiutò un suo ragazzo di 16 anni a trovare lavoro in un’officina della Torino paleo industriale.
Ma non lo lasciò con quel padrone, appunto, “ottocentesco”, senza prima avere ottenuto per lui condizioni umane di lavoro.
Il lavoro, prima occasione di riscatto, integrazione, realizzazione ed integrazione della persona umana.
Se, a sua volta, umano.
La lettura del Vangelo di San Marco (1,21-28) del resto, era proprio lì, a ricordarci cosa significhi davvero essere autenticamente “autorevole”.
Dal latino “augere”, accrescere; per traslazione: aiutare a crescere.
***
Poi, l’ospite d’onore di questa mattina, domenica, memoria liturgica di San Giovanni Bosco, Don Bruno Ferrero, scrittore di fama internazionale e Direttore del Bollettino Salesiano, il mensile diffuso in 134 Paesi nel Mondo, l’Organo ufficiale della Congregazione.
Mirabile omelia, che mette a contatto i fedeli appartenenti alle tre Parrocchie rette da Don Augusto Scavarda e dalla Comunità salesiana di Vercelli (Belvedere, Isola, Caresanablot), la Comunità Vercelli Nord, o – per curiale precisione, zona pastorale 18 – con quattro verità fondamentali.
La prima.
Il punto preciso dove sia nato Giovanni Bosco non è storicamente noto.
Ma è un fatto storicamente acquisito che, nella Torino del contrasto drammaticamente stridente tra ricchezza e povertà, abbia cercato un posto dove riunire, ospitare, educare, dare un futuro ai ragazzi più poveri e soli.
Una strada stretta e difficile, perché la frattura sociale era ampia, non attenuata da una borghesia già rinunciataria che, ancor prima di identificarsi in un segmento sociale, si accontentava di ridursi a stato d’animo.
Nella completa assenza di qualsiasi altro luogo di attenuazione delle differenze, dei contrasti, delle diseguaglianze e, infine, del dolore che tutto ciò portava, Don Bosco cercò “un cortile”, un luogo fisico dove radunare i derelitti, il simbolo di un’accoglienza, si direbbe oggi, “in sicurezza”, al riparo dai predatori, che avevano mille volti.
Accoglienza che poi si sarebbe fatta non solo sussistenza, ma, come abbiamo visto, istruzione, educazione, formazione professionale, avviamento al lavoro.
Lavoro che, come avrebbe molti anni più tardi insegnato Giovanni Paolo II nella sua prima Enciclica “sociale”, la Laborem Exercens, non può abbandonare l’orizzonte di senso della promozione umana: “Il primo fondamento del valore del lavoro è l’uomo stesso, il suo soggetto”.
***
La seconda verità.
Qual è il “nocciolo” dell’esperienza educativa di Don Bosco?
L’amore.
Il canto “Siete tutti ladri…” ce lo ricorda, ma con parole davvero ispirate – che possiamo sentire integralmente nel video – Don Bruno ci “sminuzza” il concetto in modo accessibile.
***
Con il terzo richiamo, si affronta una delle maggiori difficoltà della modernità.
L’amore non è “buonismo”, è fatto di cura, attenzioni, preoccupazione per il bene dell’altro.
Con realismo profondamente radicato nel quotidiano Don Bruno evoca la domanda, cruda, rivolta da una bimbetta di sette anni alla mamma, così occupata dal mondo: “Se ti do tanto fastidio, perché mi hai fatta?”.
Tutta l’esperienza, la vocazione, la storia salesiana, è lì a dire, invece, che i bambini, i ragazzi, i giovani, sono doni di Dio affidati a noi.
Sono la cosa più importante che possa “occuparci”.
Ce ne dobbiamo ricordare quando – con allusività semantica forse involontaria – diciamo di essere “presi”, “occupati”.
Sono occupato.
Ma qual è la potenza nemica che ci occupa, il ladro che ci prende?
Ha un nome antico.
***
Infine, quello forse fondamentale, tra questi quattro “link” suggeriti da Don Ferrero.
Il coraggio.
Il coraggio di andare avanti.
Di sé e delle proprie opere, Don Bosco diceva che fossero nate “sotto le bastonate”, progredite allo stesso modo e continuassero così, sempre sotto le bastonate.
Non ebbe mai nulla di facile, niente potè iniziare avendo già un “business plan” rassicurante, i conti in ordine.
Diceva che le cose, se fossero state riconosciute utili da Dio, sarebbero andate avanti con i doni della Provvidenza.
E se non fossero state ritenute utili, sarebbe stato ancor meno utile che fossero rimaste.
***
Così, toltosi il peso, l’ansia, la paura del futuro, gli fu evidentemente possibile affrontare ogni cosa senza perdere l’allegria, anzi riuscendo ad infondere ottimismo – per tanti diseredati, forse la prima occasione di conoscere un po’ di spensieratezza – tanto che San Domenico Savio potè insegnare che “qui da noi, la santità consiste nello stare molto allegri”.
***
Ma… c’è un “ma”.
Sempre, quando contempliamo la stupefacente realtà salesiana, questo pensiero ritorna a farsi vivo.
Sono 134 i Paesi del Mondo in cui ci sono preti salesiani, suore Figlie di Maria Ausiliatrice.
Più di 14 mila preti e 11 mila suore.
Un numero enorme di istituti di formazione professionale e sterminato di allievi.
Ebbene, quando guardiamo a tutto questo, non dobbiamo mai dimenticare che nulla di tutto questo ci sarebbe, senza cose che possono apparirci in tutta la loro minorità.
Ce ne rendiamo conto meglio se ci rechiamo al Colle Don Bosco, dove più netto è il contrasto tra la casetta da dove partirono, il Santo e la mamma, alla volta di Torino e la maestosa basilica edificata molti anni più tardi.
Ebbene, quelle cose minime, da cui nacque tutto, furono un bambino di nove anni ed un avverbio.
Un bambino ed un avverbio breve che sta tutto in due lettere.
Un bambino e un sì.
E’ onnipotente, ma senza il sì di un bambino, Dio non avrebbe potuto fare nulla di tutto quello che si è visto in questi 150 anni e più.
***
Due piccole cose senza le quali Dio non avrebbe potuto fare nulla di tutto quello che vediamo.
Senza le quali decine di migliaia di ragazzi sarebbero rimasti abbandonati in un mondo ingrato.
Se in quel piccolo cuore non fosse zampillato un sì, non si sarebbe liberato l’oceano di amore e di azione che irrorato il mondo, che l’ha – almeno un po’ – reso migliore.
E’ vero, la chiamata a realizzare la volontà di Dio si può manifestare in tanti modi: la risposta, però, è una sola.
Le immagini, le toccanti parole di Don Pietro Urbinis e soprattutto Don Bosco
Dopo la trasmissione di venerdì un mio collega di cui non faccio il nome ma cito solo le iniziali, PP, mi ha inviato una bellissima mail che concludeva con questa frase: “Pensa in quante famiglie è entrato ed entrerà il nome di Don Bosco e della Sua Opera di Vercelli. Grazie!”
Aggiungo che tra sabato e domenica con alcuni amici abbiamo contribuito a portare anche la musica del nostro Don Bosco in tanti posti vicini e lontani.
E’ stata proprio una bella festa perché con Don Bosco la vita è sempre festa, è canto,è fremito di gioia…
Ecco dunque le immagini della giornata e, sotto, la bellissima e commovente omelia che don Pietro Urbinis ha tenuto il 31 gennaio 2021 presso l’istituto delle suore FMA di Vercelli.
Flavio Ardissone
Se c’è un inno nella storia della musica che più di ogni altro si può dire adatto a Don Bosco è l’inno alla gioia di Beethoven, perché Don Bosco è realmente il re della gioia. Ancora semplice fanciullo e pastorello ai Becchi creava pomeriggi ricchi di serenità e di gioia per grandi e piccini con i suoi giochi di prestigio, sempre accompagnati da una preghiera e il richiamo all’omelia udita durante la S. Messa.
Quando nell’autunno del 1831 a 16 anni lasciò la sua casa paterna ai Becchi per scendere a Chieri e frequentare le scuole superiori per poi entrare in Seminario, fondò tra i suoi amici, la Società dell’allegria.” Il nome fu indovinato – scrisse nelle sue memorie -, perché ognuno aveva l’impegno di organizzare giochi, tenere conversazioni, leggere libri che contribuissero all’allegria di tutti. Era vietato tutto ciò che produceva malinconia, specialmente la disobbedienza alla legge del Signore”. Il programma della società era condensato in due soli articoli: Nessun discorso, nessuna azione che non siano degni di un cristiano e esattezza nei doveri scolastici e religiosi. Divenuto sacerdote, D. Bosco fu sempre un diffusore di allegria, di gioia e di ottimismo. Famose sono alcune sue espressioni: “Stai allegro, fa’ tutto il bene che puoi e lascia cantare gli uccelli del cielo”. “Cuor contento il ciel l’aiuta”;
“Stai allegro, il demonio ha paura della gente allegra “. “Serviamo il Signore in allegria”. Come Direttore spirituale di tanti giovani, il primo consiglio che dava loro era quello di essere allegri. Ce lo ricorda Domenico Savio:” Noi facciamo consistere la santità nello stare molto allegri”. Per questo i ragazzi stavano bene accanto a Don Bosco. “Mi voleva bene “ricordavano tutti i ragazzi.
D. Bosco non solo esortava a stare allegri, ma era lui stesso a creare occasioni continue di gioia e di allegria per i suoi ragazzi: stupende passeggiate autunnali per le colline del Monferrato con la banda in testa, ricreazioni vivacissime in cortile, di cui lui era il principale animatore ( giocò con i suoi ragazzi finche l’età, la salute e i numerosi impegni non glielo impedirono), il teatro, la musica ( <Un Oratorio senza musica è come un corpo senz’anima>- diceva e -<Non porre impedimenti alla musica>), le feste: tutto era organizzato per creare gioia e allegria e tenere lontano il male e il peccato. Per questa sua disposizione sapientemente coltivata, i ragazzi, appena lo vedevano, gli si affollavano intorno. Lui aveva sempre una battuta pronta per tutti. Ad un ragazzo che aveva il muso lungo D. Bosco sorridendo gli chiedeva: “Al tuo paese la luna piena è grande come a Torino?” E immancabilmente il sorriso tornava sulle labbra del ragazzo Ad un altro che gli aveva posto una domanda ingenua gli rispondeva in piemontese.” T’se propi ‘n fa fiuché (sei proprio uno che fa nevicare!”).. Anzi correva nell’oratorio la voce che quanto più D. Bosco appariva allegro, tanto più grandi erano le preoccupazioni e i fastidi che lo assillavano. L’ottimismo e l’umorismo sono senz’altro segni particolari della sua personalità:
” Coraggio! Un pezzo di Paradiso aggiusta tutto” – era solito dire a chi vedeva triste, imbronciato o giù di corda. E ai suoi ragazzi:” Correte, giocate saltate, purché non facciate peccati”. Scriveva ai suoi giovani da Roma:” Uno solo è il mio desiderio: vedervi felici nel tempo e nell’eternità:” Al termine della sua vita terrena, queste parole condensano il cuore del suo messaggio ai giovani di ogni epoca e di tutto il mondo. nel tempo e nell’eternità”. Essere felici, come meta sognata da ogni giovane, oggi, domani, nel tempo. Ma non solo. Nell’eternità è quel di più che solo Gesù e la sua proposta di felicità, la santità appunto, sa offrire. E’ la risposta alla sete profonda di “per sempre “che brucia in ogni giovane. E non solo in ogni giovane.
Le radici dell’allegria di Don Bosco, infatti, e il desiderio di essere sempre e dovunque portatore di gioia affondavano saldamente in una Persona, una persona con la P maiuscola, della quale parlano quattro libretti, che unici al mondo portano tutti lo stesso titolo: “La lieta notizia”. E Gesù è questa lieta notizia, questa Persona con la P maiuscola, che è vicino a ciascuno di noi, cammina con noi, soffre e gioisce con noi, fatica con noi ogni giorno in casa, a scuola, sul lavoro, vuol vivere la sua vita con noi, condividendone tutti gli aspetti lieti o tristi, donandoci ad ogni occasione il suo aiuto, il suo incoraggiamento, la sua forza, il suo sorriso. Per questo vale sempre l’esortazione di S. Paolo: “Siate lieti, ve lo ripeto, siate lieti: il Signore è vicino”.
Gesù è la ragione e il fondamento della nostra gioia: egli che è venuto a liberarci dalla schiavitù del peccato e della morte, e ad aprirci le vie della salvezza eterna.
Gesù è la nostra gioia: da Lui l’attingiamo per diffonderla attorno a noi e formare un cerchio di gioia.
L’esempio di Don Bosco sempre sereno, ottimista, ricco di speranza e il suo insegnamento ci sono certamente di stimolo e di incoraggiamento in questo brutto momento di pandemia che stiamo attraversando. Anche lui è passato attraverso giorni e periodi di difficoltà, di dolore, di sofferenza, di perdita e di distacco da persone care. Eppure non ha mai perso la speranza, perché era fermamente convinto nella presenza, nella vicinanza e nell’aiuto consolatore del Signore e della Madonna, che, nonostante tutto, non ci abbandonano mai. Era convinto che con le rose ci sono le spine, ma che con le spine ci sono sempre le rose e che, per dirla col Manzoni, Dio non turba mai la gioia dei suoi figli, se non per prepararne una più certa e più grande. Affidiamoci allora alla sua intercessione per rinnovare in noi la fiducia e la speranza nel Signore, vincitore del peccato, del male e della morte. Non lasciamoci mai rubare la speranza, come ci augura Papa Francesco; anzi cerchiamo di essere anche noi portatori di gioia, serenità, ottimismo e speranza per chiunque incontriamo. Come dice il nostro Rettor maggiore nella strenna di quest’anno:” Siamo luci che invitano alla speranza con la testimonianza del nostro vivere, trasmettiamo la felicità nel modo semplice, ma autentico di vivere la nostra fede”
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/02/Progetto-senza-titolo-2-1.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2021-02-02 12:12:312021-02-03 11:17:04Salesiani Vercelli – I festeggiamenti per Don Bosco
Dalla casa salesiana di Vilnius, un breve filmato dei festeggiamenti che si sono tenuti in onore di San Giovanni Bosco.
La S. Messa di ieri, 31 gennaio 2021, in onore di Don Bosco, è stata celebrata e trasmessa dalla TV nazionale dalla parrocchia salesiana della capitale, dando in questo modo la possibilità ai fedeli di prendere parte alla festa del “santo dei giovani” anche in periodo di lockdown.
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/02/Progetto-senza-titolo-7.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2021-02-01 18:33:402021-02-01 18:33:40Salesiani Vilnius (Lituania): la festa per Don Bosco
Domenica 31 gennaio 2021, grande festa per tutti gli amici di Don Bosco, per la Famiglia Salesiana e per la Congregazione stessa. San Giovanni Bosco parla nel cuore di tutti, portando un esempio di testimonianza di fede e di impegno sociale ancora oggi.
Presso la Basilica di Maria Ausiliatrice di Torino – Valdocco si sono svolte, per tutto l’arco della giornata, le celebrazioni in onore del “santo dei giovani”, in particolare alle 9.30 con la presenza dell’Arcivescovo di Torino, S.E. Mons. Cesare Nosiglia, e alle 18.30 con la presenza del Vicario del Rettor Maggiore dei Salesiani don Stefano Martoglio, con la consueta Messa dedicata al Movimento Giovanile Salesiano.
La parola di Gesù ed il suo stile di vita non sono un invito a dire una serie di no, ma indicano la vera via del sì, che può realizzare in pienezza anche i sogni impossibili ritenuti umanamente irraggiungibili.
Mons. Cesare Nosiglia – Dall’omelia per la festa di Don Bosco
Ognuno di noi, qui, ha un rapporto speciale con Don Bosco, e normalmente così lo chiamiamo; ma il rapporto speciale è ritrovarsi dentro la propria storia di salvezza, dentro il proprio dna, dentro la propria genealogia, questo grandissimo Santo, questo grande credente.
Don Stefano Martoglio – Dall’omelia per la festa di Don Bosco
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/02/3.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2021-02-01 17:33:292021-02-01 17:34:58Basilica Maria Ausiliatrice: la festa di San Giovanni Bosco
Giovedì 28 gennaio i ragazzi e le ragazze della scuola salesiana di Lombriasco, insieme alla comunità educativa dell’opera, hanno avuto modo di festeggiare San Giovanni Bosco grazie alla celebrazione della S.Messa in suo onore e alle iniziative organizzate nella giornata. Di seguito le parole del direttore della realtà salesiana di Lombriasco, don Marco Casanova.
La festa di don Bosco si sa è una tradizione nella scuola salesiana di Lombriasco: ragazzi, ragazze, la comunità educativa al completo e poi ancora con gli exallievi tanti amici e sostenitori dell’opera.
La s.Messa preceduta dallo spettacolo in palestra, il ritrovarsi tutti insieme per ricordare, celebrare, attualizzare una presenza viva anche oggi nel nostro territorio.
In questo anno la pandemia e le relative norme ci hanno costretto a fare un po’ diversamente: s. Messa con alcune classi mentre le altre hanno seguito da casa via meet, giochi in classe per le medie, film su don Bosco per gli agrari, una dolce sorpresa nell’intervallo. Anche così abbiamo comunque fatto festa giovedì 28 gennaio ringraziando nell’Eucarestia il Signore della vita per il dono di don Bosco alla Chiesa e alla società. Presenti alcuni dei parroci della zona per ricordare che don Bosco è un dono per tutta la Chiesa e che la presenza salesiana nel territorio è intimamente legata a quella di tutta la chiesa. La scuola cattolica salesiana è espressione della Chiesa che si mette al servizio dei giovani nell’educazione e nell’evangelizzazione.
Il gioco su don Bosco per la scuola media culminato nella tombolata salesiana 2021 perché anche con tutte le misure anticovid è possibile vivere un momento di socializzazione e di allegria giocando insieme…dal proprio banco. Il film su don Bosco perché non finiremo mai di conoscere aspetti nuovi della figura del santo dei giovani….alla fine una merenda offerta dalla scuola come segno di festa per tutti e per ciascuno!
Assenti purtroppo i genitori, gli exallievi e gli amici e benefattori dell’opera perché la presenza era di fatto impossibile visto anche gli spazi a disposizione, ma certamente li abbiamo sentiti vicini e presenti a questo momento di festa pur vissuto in modo diverso, limitato, ma sentito con il cuore.
https://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/01/3.jpg10801920Adminhttps://salesianipiemonte.info/wp-content/uploads/2021/04/Nuovo_logo_salesiani_Piemonte.pngAdmin2021-01-29 10:42:552021-01-29 10:44:21 Scuola Salesiana di Lombriasco: la festa di don Bosco 2021